“La morte del Papa”, romanzo di Luís Miguel Rocha – recensione di Nino Fazio
L’alone di mistero che sin dai giorni successivi aveva avvolto la morte di Giovanni Paolo I come un sudario, viene definitivamente squarciato da questa ricostruzione giornalistica.
Un libro imperdibile per chi vuole conoscere la verità o meglio per chi vuole conoscere le menzogne ufficiali che hanno scandito gli ultimi cinquant’anni di storia italiana.
«“Gli anni di Cristo saranno i miei giorni./ Oggi è il venticinquesimo giorno del mio Pontificato,/ gli anni di Cristo furono trentatré”.
GIOVANNI PAOLO I, NEL SUO DIARIO, 20 SETTEMBRE 1978»
Al lettore che vi si imbatte – probabilmente per caso – tra gli scaffali di una libreria, “La morte del Papa” del giornalista portoghese Luís Miguel Rocha può sembrare il solito thriller che, servendosi di una cornice storica, si consuma in una realtà fittizia, teatro dello scontro tra le forze del bene e quelle del male.
Qualora, magari attratto dal titolo, il nostro ipotetico lettore decidesse di acquistarlo, sappia che è roba che scotta. Dopo i primi capitoli lo stomaco si contorce in spasimi di rabbia e disgusto e gli occhi – stentando a credere a quello che hanno appena letto – ritornano indietro, speranzosi forse di essersi sbagliati. Nessun errore. Tutto si è consumato così come qualcuno aveva stabilito in quella notte del 29 Settembre 1978, quando Albino Luciani si addormentò in aeternum nel sonno dei giusti, troppo giusti.
Sarah Monteiro, giornalista portoghese che vive a Londra, dovrà scappare per salvare la sua vita e una lista di nomi che – per un motivo a lei ignoto – ha ricevuto. Ma che cosa lega la lista con la misteriosa morte del pontefice? E perché la P2, i servizi segreti americani e quelli vaticani sono alla disperata ricerca di quei tre fogli a quasi vent’anni dalla morte del papa?
Un provvidenziale salvatore la guiderà nella fuga, aprendole pian piano gli occhi su una realtà che non aveva prima di allora considerato. Gli intrighi che all’ombra del cupolone si consumano giorno e notte hanno qualcosa di criminale: banchieri di Dio che attraverso lo IOR riciclano denaro sporco per conto della mafia; porporati massoni devoti al dio denaro e assetati di potere; segreti inconfessabili che devono restare tali, a costo della vita.
Il resto è storia: il presidente dello IOR Monsignor Marcinkus, il segretario di Stato Vaticano Villot, il Maestro venerando della P2 Licio Gelli, Giulio Andreotti e altri uomini di potere sono stati o saranno presto consegnati alla storia.
Un narratore esterno accompagna, capitolo dopo capitolo, i vari personaggi nelle loro avventure, servendosi di ripetuti flashback che permettono all’autore di sciogliere a poco a poco il nodo degli eventi, dapprima sapientemente aggrovigliati. Il ritmo sostenuto e il testo altamente descrittivo fanno di questo una sceneggiatura pronta per essere girata.
Rocha ha saputo mescolare sapientemente verità e finzione annullandone i confini. “Questo libro è un’opera d’invenzione… oppure no”: forse è questo l’unico appiglio che il lettore ha a disposizione per credere ancora in Santa Romana Chiesa e nello Stato.
Il libro, pubblicato in Portogallo nel 2006 col titolo originale “O Último Papa”, è ora più che mai attuale: lo scandalo soprannominato “Vatileaks” mette in evidenza i veleni che si nascondono in quella che un tempo doveva essere la casa del Signore. E conferma – se ancora ce ne fosse bisogno – come la storia ufficiale sia costellata di menzogne e sotterfugi volti ad evitare che il gregge, ribellandosi, si faccia cane da guardia.
“[…] – Trascorra una serena notte, Santità, – una smorfia di rancore gli attraversò il viso.
– Grazie, cardinale Villot, – rispose Albino Luciani. – Ma temo che questo non dipenda da me, vero?”.
Written by Nino Fazio