Il Mondo Nuovo meets Hola La Poyana – intervista di Simone Spada

Nel nostro lungo viaggio alla scoperta di talenti e di nuove realtà in Sardegna (ma non solo), ci siamo imbattuti in questo ragazzo capace di attirare il pubblico con la semplicità della sua chitarra e del suo sound caldo come questi giorni d’estate.

Protagonista dello Stramb Fest giusto una settimana fa, abbiamo intervistato Hola La Poyana.

 

S.S.: Cos’è il progetto Hola La Poyana, quando nasce?

Hola la Poyana: Il progetto Hola la Poyana! è semplicemente una mia necessità, qualcosa che avevo bisogno di esprimere ma che non avevo il coraggio di far venire fuori, qualcosa che mi permettesse di fare tutto quello che voglio nella maniera più semplice possibile. Nasce nella mia mente molti anni fa, inizia a concretizzarsi nel 2009 e diventa serio, o quasi, nel 2010.

 

S.S.: Chi è La Poyana e cosa si cela dietro la sua storia?

Hola la Poyana: La Poyana, il cui vero nome è Chico Poyana (e questa è una rivelazione), è un personaggio, o forse uno pseudonimo, da me inventato moltissimi anni fa e di cui ho scritto una mini biografia che potete facilmente trovare nelle mie pagine… Quando ero molto più giovane usavo scrivere delle cartoline deliranti che poi spedivo ai miei amici firmandomi, appunto, Chico Poyana.

 

S.S.: Dopo svariate esperienze ti sei concentrato su un progetto solista dal sapore folk e blues. Cosa ti ha portato a questa dimensione più intima?

Hola la Poyana: Ho avuto degli ascolti musicali molto vari, una parte di questi è sempre stata dedicata al folk e al blues americano, e ad un certo punto della mia vita musicale ho sentito che era arrivato il momento di dedicarmici più concretamente, come dicevo prima è stata una pura necessità creativa.

 

S.S.: Ascoltando il tuo ep (“Lazy Music For Dry Skins“, nda.), si sente molto l’influenza di un certo blues e country americano (come quello di Neil Young o Skip James, ma vi sono echi anche dei John Butler Trio). Cosa ti ha ispirato nella lavorazione del disco?

Hola la Poyana: In realtà non riesco mai ad essere monotematico, quindi le influenze durante la lavorazione del disco sono state svariate e a tratti anche confuse. Dentro ci trovi un bel po’ di roba che ho ascoltato da adolescente e allo stesso tempo dei miei ascolti più maturi, ma quello che veramente volevo che si sentisse era l’intensità, volevo che il disco trasmettesse delle emozioni, positive o negative che siano.

 

S.S.:  Come si snoda un tuo live? Come ti senti nell’essere al centro dell’attenzione per chi ti ascolta?

Hola la Poyana: Il mio live è piuttosto minimale, ci sono io, la chitarra acustica e una stomp box (una scatola di legno amplificata che mi fa da cassa ritmica), cerco di intervallare pezzi blues con altri più morbidi o comunque diversi in modo da non dare mai troppi punti di riferimento, lo scopo principale però rimane lo stesso del disco, vivere e trasmettere un emozione. Stare al centro dell’attenzione è una cosa sulla quale sto lavorando, non sono un protagonista di natura e non nascondo che il fatto che tutti guardino e ascoltino solo me sia difficile da gestire, ma mi ci sto abituando e sto iniziando a cogliere i frutti della mia attività live.

 

S.S.: Quali sono i tuoi prossimi progetti? All’ep seguirà un long playing? O stai lavorando in altre direzioni?

Hola la Poyana: I progetti sono quelli di proseguire il tour italiano con un altra serie di date ad ottobre, per poi fermarmi e registrare un altro Ep probabilmente un po’ più lungo rispetto al primo. Mi trovo bene con questa formula e credo che mi faciliti le cose sia a livello creativo che a livello economico.

 

 

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Fonte:

http://www.facebook.com/notes/il-mondo-nuovo/il-mondo-nuovo-meets-hola-la-poyana/500016100013856

 

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