“Capillari di metafisica” di Giulia Di Nola – recensione di Marzia Carocci

Interessante il percorso che Giulia Di Nola, intraprende in un itinerario poetico che va oltre la costruzione lirica; l’autrice, infatti, attraverso poesie di concezione metafisica, si apre a quadri/scenari di parole che vanno oltre i cinque sensi nello screening a quell’essenza stessa da analizzare  attraverso l’esperienza sensibile che le sue liriche offrono.

Giulia Di Nola conCapillari di metafisica, fa uso costante di figure retoriche che arricchiscono l’idioma; particolare l’uso delle allegorie dove sono usati termini non comuni alle attuali forme poetiche , l’uso delle metafore, delle analogie poi le  assonanze che accompagnano alla parola una certa armonia.

Tutto questo in favore di un eccellente lavoro letterario privo di banalità e concetti obsoleti.

Visioni ora naif, ora immaginarie, ora cosmiche, vedute integrali dove il tutto si amalgama perfettamente in un connubio fra spirito e materia, fra l’onirico e il reale in un continuo ritmo incessante di emozione/commozione e allucinazione/illusione allo stesso tempo.

Nostalgia fra le righe, accompagnata dalla consapevolezza di un certo vuoto esistenziale, dove si comprende quanto l’essere umano sia sempre più chiuso nel proprio mondo, dove non sa osservare, condividere, elargire, dove non c’è spazio per la disponibilità all’altro.

Sono parole di riflessione quelle dell’autrice, parole che hanno un peso, che carezzano, che additano, che s’innalzano e a volte condannano.

La poetessa si lascia assorbire dalle proprie liriche, diventando ella stessa parte della poesia, dove si rinnova in elemento, in pensiero, in pura introspezione, dove l’anima sua prende voce in un canto d’invocazione che il lettore percepisce immediatamente.

Riflessioni e considerazioni attraverso il colore, il suono, la vista dove tutto si avvalora, come l’olezzo del vento, il guizzo di un gabbiano, i pioppi d’inverno , dove anche il canto di un passero placa l’anima inquieta in attesa di respiro.

È soave veder l’astro rovente

calar lo sipario

annegar nell’infinito azzurro mare

e lasciar posto al pallido pianeta

Un idioma che cattura l’immagine  e non lascia spazio al dubbio dove il tutto diventa intuizione conoscitiva di ciò che l’occhio e il pensiero attento della poetessa imprime sulla scrittura. Un mosaico di parole ben cesellate in un incastro che rende l’ immaginazione una realtà chiaramente visiva.

Giulia Di Nola si presenta senza nascondersi fra i versi, in una sorta di “sensazioni” visive, uditive, olfattive che rende chiare, grazie ad un ottima capacità espositiva attraverso concetti di indubbio canto filosofico, dove ognuno di noi può liberamente lasciarsi andare nella ricerca di suggestioni diverse che le varie liriche ci offrono.

Un’autrice attenta, riflessiva, osservatrice minuziosa  di un creato fatto di tutto ; critica quanto basta ma in continua ricerca di luce e speranza per potersi infondere quella tranquillità, quella serenità ch’ella stessa, attraverso il simbolismo, la parola, i riverberi  sa afferrare , scrutando fuori e dentro  di sé.

Una voce nuova, mai banale, che della poesia ha catturato la giusta essenza dove attraverso la parola scritta  ogni essere vivente, sfruttando tutti i sensi + uno, quello dell’irrazionalità, può trovare la propria dimensione emotiva.

Giulia Di Nola, ha compreso perfettamente, che non c’è un unico modo di vedere le cose, ma come in un caleidoscopio, il tutto può essere visto in modo diverso; basta un impercettibile movimento!

 

 

2 pensieri su ““Capillari di metafisica” di Giulia Di Nola – recensione di Marzia Carocci

  1. Felicitaciones, Giulia Di nola, por su intuición y sensibilidad como escritora, y que parece que se pluma se desliza, para entregarnos las maravillosas lectura o estractos que he alcanzado a leer. Felicidades desde la ciudad de México.

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