“Punito perché ho detto il vero!”, album dei Vetro – recensione di Emanuele Bertola
Ci sono storie che nascono quasi per caso, grandi scoperte del tutto fortuite e carriere inaspettate, scaturite da eventi che cambiano la vita. Non sempre però tutto questo accade sotto un’aura di romanticismo da film, non sono soltanto le storie d’amore a nascere per caso e non sempre eventi che cambiano la vita portano a riflessioni filosofiche o ad imboccare la “retta via” come impone un certo buonismo letteral-cinematografico di questi tempi.
Spesso un episodio di tale impatto porta con sè rabbia, molta rabbia, che prima o poi bisogna necessariamente far esplodere in un pesante urlo liberatorio.
È proprio questo il caso dei Vetro, quintetto veneziano con una storia che definire significativa è riduttivo: Nicola, Andrea, Nicolò, Nicola e Alessandro – questi i nomi – sono cinque ex-reporter di cronaca nera, niente a che vedere con il mondo della musica, perlomeno fino a quando a causa della crisi tutti e cinque perdono il lavoro. La perdita del lavoro è uno di quegli eventi, quelli che cambiano il corso della vita, che costringono a cambi di rotta drastici e segnano in maniera indelebile, ma quel che ne scaturisce non sono elucubrazioni mentali buoniste, è una rabbia che in troppi in questi anni stanno provando, una rabbia che i cinque decidono di incanalare in un progetto musicale mettendo su una band – i Vetro, appunto – per cantare le proprie esperienze lavorative e le storie difficili di cui sono stati cronisti.
Con argomenti di questo peso e tutto questo nervosismo a fior di pelle l’urlo liberatorio è ad un passo e la sua dimensione non può che essere quella del punk-hardcore più grezzo e nevrotico, suonato al massimo del volume perchè non c’è altro modo e cantato, urlato, abbaiato come solo il più iracondo dei rottweiler….
“Punito perché ho detto il vero!“, titolo più che emblematico, con tanto di punto esclamativo finale a chiarire che i Vetro sono furenti per la “punizione” che la crisi – o chi per lei – ha rifilato loro e rispondono con colpi violenti sferrati da chitarre, basso e batteria e canzoni che parlano di cruda realtà, quella che i cinque hanno sempre raccontato da reporter, quella dell’Italia violenta, gretta, opportunista e senza scrupoli, narrata con l’incedere dirompente di 10 pezzi fulminanti, rapidi e secchi, nessuno che arrivi ai 2 minuti e mezzo di durata come nella migliore tradizione punk.
Nei circa 20 minuti dell’album i Vetro rovesciano nelle orecchie tutta la loro collera raccontando storie che dalla prima nota di “Onore al cane” – traccia di apertura nonchè una delle migliori dell’intero disco – fino all’ultima di “Provolone” – che chiude l’album – sparano parole senza il minimo filtro che corrono veloci su chitarre distorte e ritmi da tachicardia, affrontando temi scomodi e pesanti con provocazioni e critiche. In “Punito perchè ho detto il vero!” ci sono storie di droga, altre di rapimenti, di scommesse clandestine, sfruttamento e omicidi, di spedizioni punitive e mafia, di rapine e prigione, c’è persino un pezzo (“El capitano”) dedicato a Schettino, vigliacco capitano dell’ormai famigerata Costa Concordia.
Non hanno peli sulla lingua i cinque veneziani, e le ritmiche punk le hanno nel sangue, Nicola (il batterista) pesta maledettamente bene su tamburi e piatti, mentre l’altro Nicola (il bassista) disegna trame nervose e tremendamente elettriche; il resto lo fanno le chitarre tiratissime di Andrea e Nicolò e la voce di Alessandro, urlata e gracchiante, e tanta è la rabbia che soltanto sentendo la voce pare di vedergli le vene del collo ingrossarsi e la faccia diventare paonazza mentre la gente sotto il palco poga, come è giusto che sia con pezzi aggressivi come questi.
Insomma, il risultato finale di questo esplosivo mix è un album per stomaci forti e sconsigliato ai deboli di cuore, da ascoltare tutto d’un fiato (anche perché deglutire a questi ritmi è impossibile), un urlo nevrotico che farete vostro in un attimo che dalle prime battute vi farà pogare con qualunque essere vivente si trovi nei paraggi, piazzate il cd nel lettore, sparatelo a un volume da denuncia e, se volete un consiglio, mettete al sicuro gli oggetti fragili!
Written by Emanuele Casula
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Tracklist
1. Onore al cane
2. Un millino non basta
3. Bet
4. No mas
5. Centocelle
6. El capitano
7. Mani in faccia
8. Surf polizia
9. Woody Strode
10. Provolone
grandiosi!
questo e’ quello che vogliamo!
i degni successori de L’Amico di Martucci.
spaccate tutto!