“Un’educazione parigina”, libro di Roberto Saporito – recensione di Lori Serra

Il padrone di un sushi bar di Nizza con l’intenzione di aprire un nuovo ristorante, un uomo innamorato della sua professoressa dell’ Università, un ex terrorista che ha chiuso con la lotta armata. “Parigi val bene una Messa”. Enrico IV di Francia aveva ragione?

Così sembrano pensarla i tre “Io” narranti del nuovo libro scritto da Roberto Saporito. Non importa se provengano da posti e storie diverse, chiunque abbia negli occhi la bellezza che Parigi irradia la sera, il sentore di vecchio e nuovo che solo lì è così evidente può capire la decisione dei tre di partire perla Ville Lumiere.

Li avviciniamo capitolo dopo capitolo; come sempre nei romanzi di Roberto nessun personaggio è completo o definito. Ognuno di loro può avere la faccia della persona che ci è camminata accanto ieri mattina o il tizio nella metropolitana che abbiamo visto sei mesi fa.

Perché sono così accattivanti i tre uomini del libro? Uno è il classico bastardo che non si vorrebbe mai incontrare, il secondo ha la dolcezza ruvida di adolescente che insegue il sogno da studente , il terzo fa capire che una certa idea di morte che si portava appresso è finita per sempre.

Potete immaginarveli come volete, alti/bassi, biondi/bruni: in comune hanno solo la tenacia e dalla loro parte una buona dose di fortuna. Non si concludono le loro storie, almeno non nel senso di poter mettere la parola “fine” a quello che accade, ma a pensarci bene è proprio per questo che rimangono impresse, che fanno riflettere e ( non soltanto un po’) discutere sulle decisioni che si prendono nella vita.

Ciò che faccio io si ripercuote nella vita degli altri? E se sì, in quale maniera? Mettete poi nella mistura che qualche personaggio deriva da altre fatiche letterarie di Roberto, quasi a proseguire nella loro evoluzione (o involuzione?). E poi mancano tutte le altre vicende che – invece – si vorrebbero leggere. Di ogni altra persona che i tre “Io” incontrano sul loro cammino. Insomma un libro che ti mostra le storie e poi ti dice “beh, prosegui come vuoi”.

Tanto, ogni “Io” non se la prenderà a male, anzi. Eppure non si riesce ad immaginarli fuori dalle “grinfie” del loro creatore. Ultima e non meno importante considerazione: il libro è inedito, forse non ancora forzatamente “spogliato” o “rifatto” a seguire le indicazioni dell’editoria corrente. Un surplus, probabilmente, che lo rende ancora più leggibile. E apprezzabile.

P.S. Andatevi a leggere gli altri libri di Saporito. (Il quadro apparirà più chiaro, ma scordatevi di capire tutto, per l’illuminazione serve un altro capitolo. O due, o tre.)

 

Written by Lori Serra

Photo by Franco Giaccone

 

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