Intervista di Pietro De Bonis ad Eleonora Mazzoni ed al suo “Le difettose”
Nata a Forlì, Eleonora Mazzoni si è laureata a Bologna in Lettere moderne con il professor Ezio Raimondi e diplomata alla Scuola di Teatro diretta da Alessandra Galante Garrone, per poi trasferirsi a Roma e intraprendere la carriera di attrice. Interpreta molti ruoli in teatro, in televisione e al cinema, dove debutta nel 1996 con Citto Maselli in Cronache del terzo millennio.
Con Maselli lavorerà anche ne Il compagno (1999). Recita poi, tra gli altri, in Tutta la conoscenza del mondo di Eros Puglielli (Festival di Berlino, 2001), Volevo solo dormirle addosso di Eugenio Cappuccio (Festival di Venezia, 2004) e L’uomo che verrà di Giorgio Diritti (Festival di Roma, 2009 e vincitore del David di Donatello come migliore film, 2010). Numerose anche le fiction televisive a cui ha preso parte, tra cui Elisa di Rivombrosa, Il giudice Mastrangelo, Il bambino sull’acqua, Il commissario Manara.
«Detesto tutti i ritardi. Tranne uno».
Ci sono figli cercati con un’ostinazione cristallina, perché il tarlo della loro assenza scava fino a occupare tutto lo spazio di una vita. Quando Carla comincia a frequentare il «reparto delle donne sbagliate», scopre un esercito allegro e disperato di donne «normali», vitalissime, che percorrono la strada della fecondazione artificiale come la loro personale via crucis. Un eccentrico gineceo, ma soprattutto una specie di grande famiglia, di rete carbonara invisibile a occhio nudo, che protegge e sostiene.
Eleonora Mazzoni è un’attrice italiana che ha interpretato molti ruoli in teatro, in televisione e al cinema. “Le difettose” è il suo primo romanzo.
P.D.B.: Ciao Eleonora, grazie d’aver accettato il mio invito! Ma davvero l’ossessione della maternità si può affinare al punto da dare dipendenza?
Eleonora Mazzoni: Assolutamente sì. Quando il desiderio di maternità esplode può essere devastante, senza possibilità di argini. Se rimane a lungo irrealizzato può trasformarsi in ostinazione, a volte in una vera e propria patologia. Come quando un uomo di cui sei innamorata ti rifiuta. E tu ti tormenti e lo insegui con una tenacia priva di assennatezza. Una vera ossessione amorosa. Di quelle folli che finiscono con i coltelli e le pistole.
P.D.B.: E quanto egoismo trovi in questo? Ossia sembra quasi una donna voglia fare un figlio solo per se, per volere occupare le assenze, più che per lo stesso bambino, e questo secondo te è solo colpa di uomini sbagliati?
Eleonora Mazzoni: Più che egoismo ci vedo disperazione. Come se il desiderio primordiale ma irrealizzato di figlio ti gettasse addosso un senso di fallimento e di inadeguatezza. Certo. E’ egoistico perché non vedi niente altro che questo. Non pensi che a questo. Perdi i contorni della realtà. Non vedi più gli altri. Perciò credo che occorra una cura. Che puoi trovare solo da te. Perlomeno facendo un percorso tuo, personalissimo.
P.D.B.: Quindi la protagonista del tuo romanzo, Carla, si trasla nella dimensione ambulatoria della fecondazione assistita, il “reparto delle donne sbagliate”, colpa della società?
Eleonora Mazzoni: Da millenni la donna è vista in funzione ancillare al suo essere moglie e madre, per cui mancare questo compito fondamentale ti fa sentire sbagliata. Però ci si sente sbagliate anche perché si ha paura di dover rinunciare a quell’aspetto unico del femminile, fatto di forza e potere, che è la maternità.
P.D.B.: “Le difettose” è il tuo primo romanzo, scrivere ti ha sempre appartenuto? Com’è nata l’idea di pubblicare? Quanto riesci a rendere labile l’autobiografismo?
Eleonora Mazzoni: Sì. Ai tempi del liceo e dell’università scrivevo molto. Poi la passione per la recitazione mi ha distolto. Ora mi rendo conto però di quanto mi abbia insegnato. A creare una lotta tra il proprio vissuto e il personaggio, che invece è sempre altro da te. Così ho fatto con Carla. Me la vedevo davanti a me, con il suo passato, le sue manie, i suoi desideri e mi divertivo a metterla in situazioni e circostanze che certe volte no ma altre erano molto distanti dalle mie. Vedevo come reagiva. E la seguivo. Ho sempre pensato di pubblicare, magari con una piccolissima casa editrice, perché scrivevo pensando a un tu, a essere ascoltata insomma.
P.D.B.: E come sei giunta a pubblicare addirittura con Einaudi?
Eleonora Mazzoni: Appena finito di scrivere la prima versione accettabile (era più o meno la mia terza), ho fatto contemporaneamente due cose. Ho trovato su internet la mail di un’importante agente. Le ho inviato la sinossi. Lei si è mostrata interessata e mi ha chiesto il manoscritto. Nello stesso tempo il mio più caro amico, uno sceneggiatore, ha fatto leggere due capitoli a una sua amica scrittrice, Mariolina Venezia. Lei si è appassionata e mi ha chiesto il resto. Dopo 20 giorni mi ha contattato Daniela Bernabò per dirmi che mi prendeva in scuderia. Qualche giorno dopo Dalia Oggero dell’Einaudi, che aveva avuto il libro da Mariolina. Due sì prestigiosi senza aver praticamente fatto nulla.
P.D.B.: Beh “fatto nulla” relativamente, hai sempre scritto un romanzo lodevole! Ne stai scrivendo uno nuovo? Se sì ci vuoi anticipare qualcosina?
Eleonora Mazzoni: Durante la gravidanza, trascorsa interamente a letto, ho buttato giù l’intelaiatura del secondo romanzo. Ora devo mettermi a lavorarci su. Faccio fatica a raccontare. Solo che ci saranno parecchi uomini (lo è anche il protagonista). E che anche questo è un romanzo per me necessario.
P.D.B.: Grazie Eleonora! Eleonora Mazzoni vi da appuntamento a Roma per la presentazione del suo romanzo “Le difettose” il 7 giugno al Caffè Fandango alle ore alle 18.30.
“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”
Written by Pietro De Bonis, in Marzullo
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