Intervista di Alessia Mocci alle tre autrici de “Sinfonia delle tre stelle”, Rupe Mutevole

Le donne hanno cercato la scrittura segretamente, mentre l’uomo inventava e si laureava. Era un luogo non luogo, di facile accesso, non esoso, senza spiegazioni e mortificazioni.  L’hanno vissuto con il tremore di un tradimento ed hanno vinto giri di vita nuova. Cancellate ed escluse, boicottate e recluse, esse hanno usato la penna come uno scudo, riparandosi e avanzando. E oggi?

Con questa riflessione vorrei presentarvi le tre autrici dell’antologia “Sinfonia delle tre stelle”, edita nel 2012 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nella collana editoriale “Radici”. Federica Ferretti, Patrizia Di Donato ed Azzurra Marcozzi sono le tre protagoniste di questa raccolta che nasce improvvisamente dopo una conversazione di acceso interesse tra le tre. Un progetto, dunque, che è stato animato dalla passione di esprimersi, di portare lontano la voce di tre donne diverse tra loro ma, con una passione in comune: la scrittura.

Le tre autrici sono state molto disponibili nel rispondere ad alcune domande sul loro progetto. Buona lettura!

A.M.:  Che cosa significa scrivere al giorno d’oggi?

Federica Ferretti: Scrivere significa raccontare se stessi in mezzo al mondo, al suo odore ed al suo puzzo. Per una donna, però, credo che  la dimensione della scrittura si amplifichi infinitamente, per cui ne scaturisce un’ espressione poliedrica, multisfaccettata, coloratissima, quasi profumata dell’odore della propria anima, che purifica cioè quello stesso mondo quando ne venga in contatto.

Patrizia Di Donato: Scrivere è chiudere la bocca. È tradurre senza tradimenti. È la lealtà ebraica, quella a cui non sappiamo dare un controcanto.  Scrivere non ha oggi e neanche un domani, lo sa bene lo scriba alle porte della città e la scrittrice di jeans trasparenti, quella del nero scolpito su un foglio che certifichi il suo passo sul cemento. Né presente, né futuro conoscono il motivo di tale sudditanza. È un’autorità da cui non fuggi. Obbedisci e ti ripari all’ombra del suo mantello.

Azzurra Marcozzi: Per me lo scrivere oggi, come ieri, è un’esigenza, uno di quei primi bisogni vitali. È una testimonianza ma è anche la possibilità di rimettere in gioco fantasie, creatività e realtà. Confrontarle  e confrontarsi con un “io narrante” che è dentro di noi o che, invece, è fuori e va rincorso. Scrivere ti rende nudo ma tanto vivo e consapevole.

 

A.M.: Ritieni che una donna abbia più difficoltà rispetto ad un uomo nel campo letterario?

Federica Ferretti: Sì,  a mio dire, c’è un’atavica resistenza a concedere (anche) questa parità culturale. Non da parte di tutti, sia chiaro, c’è ancora una certa misoginia dilagante, ma che si annida in cunicoli bui di una rete ad ogni giorno un po’ più amica, per fortuna.

Patrizia Di Donato: Le donne accendono il fuoco e nutrono il mondo. Sono i cavalli  nell’arte parietale delle grotte di Lescaux. Hanno la vita ed il suo segreto.  Sentono l’invidia, la percepiscono dal timore che non le assale. Le donne hanno cercato la scrittura segretamente, mentre l’uomo inventava e si laureava. Era un luogo non luogo, di facile accesso, non esoso, senza spiegazioni e mortificazioni.  L’hanno vissuto con il tremore di un tradimento ed hanno vinto giri di vita nuova. Cancellate ed escluse, boicottate e recluse, esse hanno usato la penna come uno scudo, riparandosi e avanzando. E  oggi?  Oggi la donna ha acquisito maggiore consapevolezza. Ha altri occhi e  l’olio del suo gheriglio è maturo. Ma l’invidia consuma ed un Premio Strega con dieci finalisti maschi e due donne, non necessita di ciance. Dove sono le donne? Dove sono i loro libri?  Devono allargare la vetrina e fare spazio. Il cielo è di tutti. Se allora, come diceva Simone De Beauvoir “femmine si nasce, donne si diventa”,  chiediamo ascolto. Diventiamo donne.

Azzurra Marcozzi: Ma non saprei. Non mi sento di banalizzare dicendo che anche in questo campo veniamo screditate. Certo, leggendo i selezionati del Premio Strega di quest’anno, ed accorgendomi che son tutti uomini, ho avuto modo di rifletterci un po’. 

 

A.M.: Quando e perché nasce il progetto “Sinfonia delle tre stelle”?

Federica Ferretti: In una mattinata di marzo, durante un’intervista radiofonica nel Salotto di Patri, presso Radio G, a Giulianova, dove ero stata invitata come Cigno Rosso… ma lascio la parola alle mie colleghe di cielo…ahahah…

Patrizia Di Donato: Questo progetto è una ricetta. Gli ingredienti sono Federica Ferretti, direttore editoriale, Azzurra Marcozzi, giornalista e poetessa e Patrizia Di Donato, scrittrice. Azzurra e Patrizia conducono una trasmissione radiofonica dal titolo “Il salotto di Patri”, un luogo virtuale dove incontrano scrittrici e scrittori e parlano di letteratura. Patrizia poi contatta o viene contattata non ricorda, Federica Ferretti, su un social network fanno amicizia e Patrizia invita Federica a presentare il suo progetto editoriale a radio G. (Giulianova). Qui fra parole, libri e musica, nasce l’idea per un libro a tre voci femminili. Le nostre. Aggiungere  il sale della prosa-poesia di Federica, l’olio del racconto di Patrizia pubblicato da un quotidiano ed il vino delle belle poesie di Azzurra. Aggiungere inoltre tutto il  Festival della Letteratura “Città di Giulianova” di cui Patrizia è presidente,  amalgamare  bene tutti gli ingredienti e leggere “ Sinfonia delle tre stelle” possibilmente in un luogo tranquillo.

Azzurra Marcozzi: Nasce come la maggior parte delle situazioni più entusiasmanti che ho vissuto. Nasce da intenti e passioni comuni, nasce da tre sguardi che si capiscono e dalla voglia comune di conoscenza. Qualche mese fa la poetessa e scrittrice teramana Federica Ferretti fu ospite nella trasmissione “Il Salottino di Patry”, un format radiofonico di radio G Giulianova, incentrato sulle novità editoriali locali e nazionali, che conduco insieme all’amica e scrittrice Patrizia Di Donato. Da quelle parole che ci siamo scambiate in quell’intervista, che aveva tutto il sapore di una chiacchierata tra amiche, c’è balenata l’idea di un antologia a tre voci. Ma mancava un titolo adeguato. Poi, nel salutarci, è saltato fuori anche quello. Abbiamo cognato insieme, in radio, un augurio da estendere a tutti gli scrittori, che avesse un qualcosa di poetico ed originale: “In bocca alla luna” era l’augurio e la risposta dei destinatari sarebbe stata “cavalcate le stelle”. Da qui “Antologia delle tre stelle”. Poi il tutto si è consolidato ancora di più con la presentazione ufficiale del volume, avvenuta all’interno degli eventi previsti per il primo Festival Nazionale della Letteratura Città di Giulianova, che si è svolto a Giulianova dal 23 al 28 aprile scorso, ad opera degli organizzatori Patrizia Di Donato ed Enzo Rapagnà. 


A.M.: Quali sono i pregi delle altre due autrici?

Federica Ferretti: Una grande coerenza e forza della propria capacità artistica ed umanitaria: ci siamo trovate, ci assomigliamo molto. Infatti, e le ringrazio ancora per una volta, mi hanno voluto per aprire il loro Festival della Letteratura di Giulanova: un’occasione davvero unica al primo appuntamento!

Patrizia Di Donato: Azzurra è il suo colore. È un mare di marosi e bonaccia. La poesia deve imporsi, deve respirarle sul collo altrimenti lei, nella sua incurante quotidianità, a volte la eviterebbe. Ma Poesia la ama ed in una notte Azzurra di mare, scrive tutte le poesie contenute nel libro. Federica, Il cigno rosso, è  un’instancabile minatore. Scava nella sua miniera ed invita altri a liberare i fogli dai cassetti. Inguaribile  romantica ed invidiabile promoter, farebbe arrossire anche Wall Street. Ho parlato di lei ad un giovane falconiere che nascondeva fiabe sui rapaci. Rupe Mutevole sta già preparando il libro che sarà stampato entro luglio! Tutti i mezzi sono ottimi viatici per condurre i futuri scrittori verso la sua amata casa editrice a cui crede entusiasticamente.  Rupe Mutevole deve tenersi stretta hurricane Federica (come la chiamo  scherzosamente io).

Azzurra Marcozzi: Patrizia Di Donato ha un fascino ed una delicatezza che poche donne possiedono. È innato e riempie la stanza quando la condividi con lei. È una buona osservatrice di ambienti e di persone, sa leggerne all’interno e ciò traspare maturamente nella sua scrittura, puntellata di piccoli-grandi mondi interiori, di segmenti dell’anima. Federica Ferretti è una poetessa dell’amore. Lo idolatra e lo esalta oltre le vette ed i confini da lui stesso tracciati. Ci crede e ci fa credere con lei. È la volontà di spingersi sempre oltre idee prestabilite e frasi fatte. È sì ardere ma è anche accarezzare, sfiorando, mai toccando.  



A.M.:  Sei più da tastiera o da carta e penna?

Federica Ferretti: Adoro scarabocchiare a margine dei miei fogli, i miei pensieri, che poi, il più delle volte, prendono forma in vere e proprie immagini. Sono convinta, infatti,  che si possano creare dei veri e propri “quadri narrativi”. E questa mia predilezione per la realizzazione di visioni, mi ha felicemente portato a collaborare alla stesura di un soggetto  cinematografico con il regista Rocco Cosentino, per un “corto” che si realizzerà tra l’Abruzzo ed il Veneto.

Patrizia Di Donato: Scrittura ama la carta e la penna e scrive sulla tastiera, sullo spazio bianco dei quotidiani, sui fogli delle agende di cucina, sugli scontrini fiscali, sulle carte igieniche e da parati. Patrizia la lascai fare.  Scrittura è troppo bella.

Azzurra Marcozzi: Decisamente da carta e penna. Ho a casa, e nelle varie borse, tantissimi taccuini provenienti da tutti il mondo. Impazzisco quando qualcuno me ne regala uno nuovo magari da un viaggio altrove. L’ultimo che mi hanno regalato arriva da Madrid. Il contatto con la carte ed il suo odore è viscerale. Ti inebria. 



A.M.: L’Abruzzo è …?

Federica Ferretti: L’Abruzzo è una regione che, seppur ancora ferita dopo gli avvenimenti del 6 aprile 2009, ha voglia di tornare a volare. Non a caso, appoggiata dalla sensibilità di Rupe Mutevole Amica d’Abruzzo, ho potuto inventare Radici, la nuova collana che inneggia al legame indissolubile con la terra, e dare così modo ai tanti ed eclettici autori che ne fanno già orgogliosamente parte, di narrare al meglio di una bellezza intramontabile. 

Patrizia Di Donato: L’Abruzzo ci dava quello che aveva, a noi figli. Ci accarezzava con le mani callose e ferite, aride di sole e di terra, donandoci a sua insaputa, la consapevolezza dei nostri corpi. Mani, piedi, gambe, braccia, cuore, occhi, orecchie e naso. Tutto in una fantasmagoria di emozioni. Era energia, energia allo stato puro. “Non ho fatto le scuole” diceva, e si stendeva sulla terra arata per scrutare le stagioni, le lune nuove, il sussurrare dei venti ed il lento incedere delle nuvole, ora minacciose, ora schierate come orde angeliche, ora sciolte nell’azzurro. Se la cercate, la troverete mentre strappa con rabbia la perfida gramigna avviluppata agli ulivi come una sgualdrina o mentre silenziosa, accarezza il primo bocciolo sul melo. Lei vive così e si sazia di pane intriso di serenità. Quando qualcuno la guarda e si sofferma incredulo davanti alla strabiliante bellezza del suo mare, dei laghi, delle cime innevate, dei campi fiammeggianti di papaveri, lei scuote i lunghi capelli e fugge via cantando. È timida e ritrosa ma non resta immobile quando il batacchio colpisce il suo portone. Spalanca la madia e ravviva il fuoco dell’unico ciocco fumante. (Dal mio libro: La neve in tasca.)

Azzurra Marcozzi: Per dirla alla Giovanni Pascoli è “il nido” ma è anche fonte di ispirazioni. Sono poi molto legata a due scrittori della mia terra che ne hanno esaltato il valore pastorale e le tradizioni: Gabriele D’Annunzio ed Ignazio Silone. Spesso si fa l’errore di accantonare le proprie radici. Invece bisogna sentirsele sempre addosso come un passaporto d’identità.

 

 

A.M.: A chi dedichi questa vittoria editoriale?

Federica Ferretti: Alle donne abruzzesi che, come noi,  hanno un progetto letterario nel cassetto: chi la dura, la vince!

Patrizia Di Donato: A mia figlia Laila e lei sa perché.

Azzurra Marcozzi: In primis alla mia famiglia, il mio valore innato. Poi ad alcuni amici artisti, il mio valore aggiunto. Ma anche a chi vive di giudizi e pregiudizi. Fidatevi, la loro presenza è più importante di quella degli amici. Fin quando avrai un “nemico” al tuo fianco stai pur certo che la grinta e la tenacia non ti abbandoneranno. 

 

 

A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?

Federica Ferretti: Ho stimato subito positivamente la loro propensione per una letteratura di confine: il mio primo libro(Il canto del cigno rosso, edito lo scorso aprile e presentato alla Fiera Internazionale del Libro di Torino nel maggio 2011) era in effetti un esperimento linguistico, un contenitore di immagini, musicalità della prosa sciolta, un romanzo epistolare che loro hanno accolto in effetti nella collana Sopralerighe.  Nel mio caso, la loro fiducia mi ha portato a diventare una loro curatrice di collane prettamente rosa, un sogno che si è realizzato. Ed ora, posso aiutare i miei conterranei a realizzare il loro.

Patrizia Di Donato: Il nostro libro sta allargando le ali. Attendiamo il volo. Rupe Mutevole l’ho consigliata e con buoni risultati perché non pretende un viaggio in solitaria. Propone un punto d’incontro, dove lo scrittore e la casa editrice hanno percorso un tratto per giungere  insieme ad un accordo. Non è una stamperia. Ha un progetto editoriale e questo gratifica lei e tutti gli scrittori che consegnano un testo. La Fiera di Milano sarà una bella vetrina. Speriamo. Federica l’ha caldeggiata a più non posso.

Azzurra Marcozzi: Mi sono sentita accolta e coccolata. Vedo che la casa editrice “Rupe Mutevole Edizioni” fa un ottimo lavoro sotto molti profilo: quello umano, quello pubblicitario e di comunicazione. L’autore viene seguito prima e dopo la pubblicazione, nutrito ed accudito, non lasciato solo insomma, come spesso capita in altre realtà editoriali. Colgo, quindi, l’occasione per ringraziarla.



A.M.: Hai in programma delle novità per il 2012? Ci puoi anticipare qualcosa?

Federica Ferretti: Sì, ci sono enormi novità. Siamo riusciti ad avere un fantastico stand alla Fiera Internazionale del Libro di Milano, il n.60, tra un bar e la biglietteria… insomma, siamo centralissimi… non potete mancare! Ma ciò che più conta, è che avremo modo di presentare pure  Radici e di conseguenza questo magnifico lavoro di sorelle di penna abruzzesi, di raccontare cioè il nostro cielo d’Abruzzo.

Patrizia Di Donato: Io la Scrittura la amo. Quando la dileggio o la ignoro, la trovo all’alba seduta in cucina ad attendere il caffè. I miei personaggi sono vivi e con loro, discuto e mi riappacifico. In questo momento sto scrivendo una romanzo complicato e struggente. Ma è una grossa pretesa e mi auguro che Patrizia non l’abbandoni come un cane sull’autostrada estiva. 

Azzurra Marcozzi: Sì, in effetti un progetto c’è. Insieme ad un’amica fotografa, anch’essa giuliese, vorrei realizzare un volume fotografico sulla città di Giulianova, con annesse alle foto nuove mie poesie. Ci stiamo muovendo scegliendo gli scatti e valutando quelli di maggior impatto visivo ed emotivo, puntando molto sui particolari.

A.M.: Salutaci con una citazione…

Federica Ferretti: Un caro saluto ai lettori di Oubliette da  “una donna piccola ma dall’anima ingombrante”.

Patrizia Di Donato: “Ho un urlo in gola. Sembra il gozzo di un tacchino. Stasera, al luccichio degli ulivi, libererò l’animale.” (Patrizia Di Donato)

Azzurra Marcozzi: “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera è sarà sé stesso” (Oscar Wilde)

 

Rupe Mutevole Edizioni sarà presente ad ottobre alla Fiera Internazionale del Libro di Milano:

http://oubliettemagazine.com/2012/05/15/rupe-mutevole-edizioni-partecipa-alla-fiera-del-libro-di-milano-dal-26-al-29-ottobre-2012/

Lascio link utili per visitare il sito della casa editrice e per ordinare il libro.

http://www.rupemutevoleedizioni.com/

http://www.reteimprese.it/rupemutevoleedizioni

http://www.facebook.com/pages/Ufficio-Stampa-Rupe-Mutevole/126491397396993

 

Alessia Mocci

Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni

(alessia.mocci@hotmail.it)

 

 

 

2 pensieri su “Intervista di Alessia Mocci alle tre autrici de “Sinfonia delle tre stelle”, Rupe Mutevole

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