La miniera di Brecca in Sardegna – excursus di Massimo Scanu
La miniera di Brecca detta anche Genna Flumini è raggiungibile dalla statale 387 che collega San Vito con Ballao nella regione della Sardegna chiamata Sarrabus. All’altezza del kilometro 83, in corrispondenza di un’ampia ansa del fiume Flumendosa, si abbandona la statale e si imbocca una strada asfaltata che si arrampica verso il piccolo borgo agricolo di Brecca.
Si tratta di quattro-cinque casolari assegnati dall’Etfas negli anni Sessanta, che si dividono quella che un tempo era l’azienda agraria annessa alla miniera. Il piccolo villaggio minerario vero e proprio è invece costruito sul versante settentrionale della valletta scavata dal rio Brecca dove al suo centro sorgeva una costruzione a due piani di cui resta un solo mozzicone di muro, verosimilmente la dimora del direttore e della sua famiglia.
Sotto il piccolo villaggio minerario si apre la profonda gola del rio Brecca che tra laghetti e cascatelle si allarga per un breve tratto laddove venne costruita ai primi del ‘900 una fonderia per il trattamento dei minerali di antimonio.
Lungo il versante settentrionale della valle si aprono una serie di gallerie alcune non più facilmente raggiungibili.
La Storia
La storia della miniera di Brecca è avvolta dal mistero e a tratti rimanda ad un romanzo. In effetti lo scopritore, proprietario e poi
direttore della miniera, fu fino ai primi anni del ‘900 un tecnico minerario inglese, J.M. Moss che raggiunse un secolo fà questo luogo estremamente isolato. Egli presentò la domanda per la dichiarazione di scoperta del giacimento, il 4 dicembre del 1889
però non disponendo di capitali sufficienti per attivare i lavori di coltivazione, il 7 gennaio successivo cedette i diritti sulla miniera alla Ditta Johnson Mattey & C. di Londra, che possedeva i requisiti finanziari richiesti. La ditta lo nominò suo rappresentante in Sardegna e in questa veste, il 18 febbraio 1890, lo stesso J.M. Moss presentò la domanda per ottenere la concessione per i minerali di piombo e argento per un’area di 394 ettari in territorio di San Vito. La Ditta Johnson Mattey & C. esercì la miniera fino al 1904, anno in cui, la cedette a John Mattew Moss, che ne era anche il responsabile, il quale continuò l’attività per qualche anno finché non fu costretto a
interrompere i lavori.
La leggenda vuole che, mentre J.M. Moss seguiva la miniera, la sua famiglia andava in sfacelo: la moglie alcolizzata chiamata dai Sanvitesi “Madama Brecca” abituata a vivere a Londra si ritrovò confinata in un aspro luogo isolato tra operai e minatori; in paese si racconta che spesso andasse in escandescenze e lanciasse i piatti dalle finestre della direzione della miniera. La giovane figlia invece innamoratasi del fattore, restò incinta; Il nostro inglese, non accettando la gravidanza della figlia cercò di interromperla con non si sa quali intrugli che furono efficaci oltremisura: infatti oltre al “figlio della colpa” fecero fuori anche la colpevole. Sopraffatto dal dolore nove giorni dopo anche il tecnico inglese si tolse la vita con il veleno. A quel punto della storia “Madama Brecca” fu libera, prese con sè il secondo figlio e si trasferì a Cagliari, da dove probabilmente si imbarcò per l’Inghilterra.
Questa vicenda dalle tinte fosche è in qualche modo confermata dalle memorie di un viaggiatore inglese, Charles Edwardes, che nel 1888 visitò la Sardegna e ne lasciò memoria in un libro pubblicato a Londra l’anno successivo e intitolato Sardinia and the Sardes.
In tempi più recenti molte società minerarie ed alcuni ricercatori solitari ricercarono minerali in quest’area della Sardegna.
Ora la miniera di Brecca risulta totalmente abbandonata e sconosciuta ai più; l’antico villaggio ormai ridotto a pochi ruderi domina ancora la stretta e aspra valle dove il Rio Brecca crea splendide cascatelle e limpidi laghetti. Restano ancora gli antichi sentieri per raggiungere la miniera e pur richiedendo un pò di attenzione e di fatica la visita ripagherà l’escursionista.
La miniera di Brecca come tanti altri antichi siti minerari è censita da www.minieredisardegna.it, unico a conoscere e diffondere la storia di tali luoghi sconosciuti.
Written by Massimo Scanu
massimo1312@gmail.com
www.minieredisardegna.it
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