Béla Tarr: le stringate recensioni di Maurizio Ercolani

Retrospettiva monografica sul regista Béla Tarr

 

Perché tutte le canzoni durano 5 minuti?

Perché tutti i film durano 1 ora e mezzo?

Perché il pubblico all’arte non concede altro tempo.

Béla Tarr se ne fotte del pubblico.

E gira un film di 465 minuti.

Dilatando i tempi del cinema si inseriscono nel film le pause, i silenzi, le attese, che lo avvicinano alla realtà.

 

“Sátántangó”, di Béla Tarr

OUVERTURE

La struttura del film è basata su quella del romanzo e prende spunto, come il titolo suggerisce, dal tango. Il film è infatti diviso in dodici parti e segue lo schema del tango, andando sei parti avanti cronologicamente e sei parti indietro.

PARTE 1

A hír, hogy jönnek (La notizia che stanno arrivando)

Lungo piano sequenza su una mandria di mucche che si sposta tra case dissestate e ruderi e fango.

E poi inquadratura fissa su una finestra, un tavolo e due sedie.

Suonano le campane che non ci sono.

Una donna si sveglia e si fa il bidet.

Senza bidet.

Tra Haneke e Tarkovskij.

Traspira aria di capolavoro.

 

PARTE 2

Feltámadunk (Resuscitati dai morti)

Altri piano sequenza.

Silenzio al bar.

Sta tornando Irimiás.

L’uomo è stupido.

Il lavoro è una prigione.

L’uomo abituato alla prigione ha paura della libertà.

 

PARTE 3

Valamit tudni (Si viene a sapere qualcosa)

La stessa scena vista da un altro punto di vista.

Il vecchio dottore passa le giornate in poltrona, guardando fuori dalla finestra.

Annota tutto quello che vede.

Fuma sigarette e si ubriaca di brandy.

 

PARTE 4

A pók dolga I. (Il lavoro del ragno I.)

Ritmo cadenzato a scandire l’attesa.

Pioggia interiore che infradicia gli organi.

Il passante conferma al locandiere.

Irimiás sta arrivando.

 

PARTE 5

Felfeslik (Arriva scucito)

L’albero dei soldi.

L’albero dei gatti.

Avanti e indietro.

Come il tango.

La bambina col gatto morto.

Il dottore disteso nel fango.

 

PARTE 6

A pók dolga II – Ördögcsecs, sátántangó (Il lavoro del ragno II. – I capezzoli del diavolo, sátántangó)

Trame di sogni tessute dal ragno.

La moglie del contadino ha due gran tette.

Ballare è la mia debolezza.

Dice.

Sugli accordi della fisarmonica.

La bellezza della povertà.

 

INTERMEZZO

PARTE 7 

Irimiás beszédet mond (Irimiás tiene un discorso)

Finalmente è arrivato Irimiás.

Colui che sa risvegliare l’Orgoglio.

E la Dignità.

 

PARTE 8

A távlat, na szemböl (Prospettiva dal fronte)

Come le mucche della scena iniziale.

I contadini abbandonano la fattoria.

Alla ricerca di un futuro migliore.

Alla ricerca della felicità.

Il gufo osserva.

Il gufo sa.

 

PARTE 9

Mennybe menni? Lázálmodni? (Andare in paradiso? Avere gli incubi?)

Padre nostro che sei nei cieli.

Liberaci dall’infelicità. 

 

PARTE 10

A távlat, ha hátulról (Prospettiva dalla retrovia) 

È tutta questione di fiducia.

Credere o non credere. 

 

PARTE 11

Csak a gond, a munka (Solo problemi e lavoro)

Ritratti, analisi delle personalità.

 

PARTE 12

A kör bezárul (Il cerchio si chiude)

Il dottore è solo.

La fattoria è deserta.

Suonano (solo) le campane.

 

EPILOGO

Una mattina, sul finir di ottobre, non molto prima che le prime gocce delle lunghe ed insofferenti piogge d’autunno cadessero sull’inaridita terra ad ovest della fattoria – così che la maleodorante palude rendeva le strade impercorribili fino al primo freddo, isolando persino la città – Futaki fu svegliato dal suono delle campane. La chiesa più vicina era a 8 km a sud-ovest del vecchio campo di Hochmeiss, una solitaria cappella.

Non solo non v’erano campane lì, ma lo stesso campanile era crollato durante la guerra.

 

Fine della “recensione”, ho cavato un ½ perchè va un filino lungo ^_^

 

Voto 9½

 


“Werckmeister Hármoniák”, di Béla Tarr

Si riparte da Sátántangó.

La maggiorparte degli attori sono gli stessi.

Lo stesso bar, forse.

Il postino appassionato di astri spiega a tutti l’eclissi solare.

Avvalendosi di pianeti umani.

Omoni sciupati dal tempo ruotano su se stessi.

E allo stesso tempo ruotano attorno al Sole.

 

Col sottofondo di armonie celesti.

Incomincia la Rivoluzione.

 

Fine della “recensione”, il Principe e la Balena.

 

Voto 7½

 

 

 

Per leggere la Retrospettiva Monografica sul regista Kim Ki-Duk clicca QUI.

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Written by Maurizio Ercolani:

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3 pensieri su “Béla Tarr: le stringate recensioni di Maurizio Ercolani

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