“A piedi nubi”, album dei Sakee Sed – recensione di Emanuele Bertola

Li avevamo lasciati ormai più di un anno fa tra le atmosfere etiliche di un immaginario e polveroso saloon a raccontare i loro coinvolgenti deliri e le loro affascinanti storie da bancone del bar.

Da allora i Sakee Sed, al Secolo Marco Ghezzi e Gianluca Perucchini, devono aver fatto parecchia strada, perchè oggi li ritroviamo in un ambiente che niente ha a che vedere con il saloon, se non per  il tasso alcolemico nell’aria (quello non può proprio mancare) e per le assi di legno, si, il legno c’è ancora ma stavolta non è quello del tarlato pavimento su cui i due bergamaschi narravano i trip di “Alle basi della roncola” e del breve ma ottimo “Bacco“, è invece quello delle pareti del TunnelWoodStudio, uno studio di registrazione costruito interamente in legno dai due nei tempi morti tra le innumerevoli date che li hanno portati in giro per tutto lo stivale.

A far compagnia a Marco e Gianluca non c’è più il caro vecchio Howard, pianoforte di Cincinnati diventato compagno delle mille nottate alcoliche del mid-west, il suo posto era là, tra le bottiglie di bourbon sul bancone e le risse per una carta truccata al poker. Al posto di Howard c’è un nuovo arrivato, Rhodes, erede in salsa elettrica del suo folkloristico predecessore nonchè chiave di volta della metamorfosi stilistica dei Sakee Sed che abbandonano, forse a malincuore, il Kentucky e le sue situazioni per tornare ad avventurarsi in questa Italia sicuramente più aspra da assimilare.

Per l’occasione Rhodes traccia una base più acida rispetto al folk danzereccio dei lavori precedenti e le chitarre acustiche non bastano più, così Ghezzi imbraccia l’elettrica, le linee di basso si fanno più incisive e Perucchini picchia più duro sui tamburi.

Quel che ne viene fuori è il terzo lavoro ufficiale della band, 10 brani di quel rock venato di soul e di blues a cui i due già ci avevano abituati, per l’occasione infarcito di svisate elettriche, trame quasi grunge e testi a volte lenti e pacati e altre nervosi e acidi.

A piedi nubi“, questo l’allegorico titolo dell’album, prodotto sotto il nome della Appropolipo Records, etichetta fondata appositamente dai due quasi a voler segnare il punto di svolta di una carriera decisamente in ascesa e che ora si trova di fronte a quello che, per tradizione, è il passo più difficile. Il terzo album è considerato quello delle conferme e della maturità artistica, e i Sakee Sed lo affrontano a muso duro, portando in 10 brani la prova di una maturazione artistica e comunicativa più che evidente. In “A piedi nubi” si alternano atmosfere sognanti e sfoghi irrequieti, si parla di trip eterei, di cruda e snervante realtà e si affrontano stati d’animo contrastanti, il tutto immersi in una scenografia che sa di legno, di bosco e di natura (forse) incontaminata, di erba da calpestare a piedi nudi, anzi, nubi.

Nei brani non c’è più traccia dei ritmi Honky Tonk del saloon, al loro posto compaiono le cadenze rapide di una corsa nei boschi e oscure distorsioni chitarristiche che provengono forse da nottate di pioggia passate tra le legnose pareti del TunnelWoodStudio, ma anche lenti brani in bilico tra il rock acustico e improvvise incursioni psichedeliche, tra confusionari stati della mente e limpidi attimi di lucidità. C’è la sognante title track, c’è la simpatia di “Colpo al materasso”, ci sono le atmosfere cupe e cariche di elettricità di “Diavolo” e di “L’ultimo ricordo di Siel”, splendido esperimento strumentale della band. Ci sono emozioni e paure, le tensioni di “A.S.M.A. Los Angeles”, le disillusioni di “Presto parto” e “Tritolo”, ma soprattutto ci sono metafore, tante efficaci metafore, una su tutte quella portante della splendida “molecola”, a riprova di una crescita a 360° del duo orobico.

Una vera e propria prova di forza quella dei Sakee Sed, che dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, di essere una delle più interessanti realtà della musica italiana degli ultimi anni, capaci di miscelare ottimamente sonorità vecchie e nuove, di comporre musica eterogenea che trae ispirazione da generi diversi e di saper affrontare tematiche emozionali quanto di perdersi in frangenti di ilarità. Mettete il cd nello stereo e preparatevi a un gran bel viaggio, i Sakee Sed sono tornati e vi porteranno tra diavoli, legno, megattere, strane creature e bicchieri di vino. Mi raccomando, togliete le scarpe, questo viaggio si fa “A piedi nubi”.

 Written by Emanuele Bertola

 3° foto di Monelle Chiti

http://www.flickr.com/photos/music

 

Tracklist “A piedi nubi”:

1. A Piedi Nubi

2. A.S.M.A. Los Angeles

3. Molecola

4. Sta Piovendo

5. Colpo Al Materasso

6. Tritolo

7. Diavolo

8. L’Ultimo Ricordo Di Siel

9. Megattera

10. Presto Parto

 

 

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