Intervista di Giuseppe Giulio a Riccardo Antonelli: la luce è un anello di congiunzione tra l’uomo e la realtà

Molti sono gli artisti che durante i secoli ricchi di storia e magia hanno raccolto testimonianze indelebili da oggetti e persone che hanno semplicemente vissuto il quotidiano della vita e dell’arte che lei stessa offre a ognuno di noi.

Artisti che decidono di utilizzare semplici strumenti per immortalare le anime delle persone, soggetti della vita e dell’espressionismo contemporaneo, tra questi visionari della vita e della rappresentazione c’è un uomo e un artista che ha trasformato lo stato d’animo, quello che accompagna ognuno di noi in qualcosa di magico ma soprattutto artistico. Riccardo Antonelli è l’artista che sa unire in un solo dialogo l’appassionato d’arte e l’opera, attraverso visi e colori che solo un artista che vive tra due mondi può trasmettere.

I suoi volti sono tanti angeli che immobilizzano l’appassionato in un vortice di emozioni”: è questa la sensazione che ho provato vedendo per la prima volta i suoi tanti volti, donne e uomini protagonisti di ere cosi diverse tra loro ma che condividono l’ebbrezza del tempo e delle sue magie. Riccardo Antonelli è il maestro del tempo, e della memoria. Ora ospite per Oubliette.

La sua biografia pubblicata sul sito Equilibri Arte inizia con questa frase ” La luce è divina, il colore umano “, un concetto semplice ma di grande profondità e anche un pizzico di mistero.

 

G.G.: Che cosa significa per te Riccardo la luce ?

Riccardo Antonelli: Volendo scavare dentro il significato sarebbe facile perdersi , proprio per l’immensità che la parola rappresenta . In ambito artistico, e personale, ritengo che sia alla base di ogni ragionamento creativo . C’è chi ci gioca e chi la fugge, c’è anche chi tenta di schematizzarla e gestirla, ma resterà sempre l’anello di congiunzione tra l’uomo e la realtà. Il tempo e i segni della quotidianità sono entrambi protagonisti della tua arte. Le tue persone sono immortalate in una “Maledizione Magica” nella quale l’unica via d’uscita sono gli occhi di questi uomini e donne che rimangono fissi a guardare la vita che scorre. Hai dichiarato nella tua biografia scritta dal critico Lorenzo Fiorucci, che quando dipingi vai in cerca di un incantesimo.

 

G.G.: Quale è il tuo incantesimo perfetto?

Riccardo Antonelli: Nel momento in cui un viso lascia un segno nella mia memoria, cerco di convogliare le vibrazioni che percepisco e assorbo dallo sguardo una direzione creativa, fissando nel’ idea di opera finale un’immagine, che non sarà mai perfettamente plasmata sull’intenzione iniziale. L’incantesimo perfetto spero non avvenga mai perché vorrà dire che ho impresso sul supporto, in maniera perfetta,  l’immagine vissuta e marchiata nella mia testa per giorni, non avrei più alcun bisogno e stimolo di continuare a dipingere, essendo arrivato a gestire perfettamente la fase di trasposizione dal pensiero alla materia . Il che mi rende cosciente che la mia esistenza artistica sarà caratterizzata da un continuo malumore interiore …  emblematico!

 

G.G.: La tua arte è espressione inconscia del nostro io, di quello che nascondiamo nel profondo dei nostri pensieri ed emozioni. Quali colori, espressioni sceglieresti per rappresentare il tuo ” Io ” attraverso la tua arte?.

Riccardo Antonelli: Credo che ogni opera sia una piccola pagina del nostro diario di vita, ma codificato attraverso  colori e  materia, scritto a colpi di spatola e tagli nel colore. Devo dire che, scorrendo velocemente la mia ultima produzione , quello che si percepisce è senz’altro il fatto che non sto vivendo una situazione emotiva di eccessivo positivismo, anzi, l’insofferenza dell’esistenza e la continua ricerca di noi stessi ci rende spesso , e ingiustamente , dei voluminosi massi di cellule in balia della stressante esigenza di accontentare il proprio ego . Sicuramente il colore che metterei sullo sfondo di un mio autoritratto non può che essere un grigio, vista la situazione vacillante dell’intera società.

 

G.G.: Oggi la gioventù italiana vive un periodo di grande insicurezza, incertezza e paura, tutte legate al futuro, che il nostro paese non offre. La società italiana in bilico tra passato, presente e futuro. Quale volto sceglieresti per rappresentare la gioventù italiana di oggi?

Riccardo Antonelli: Per trovare un volto che possa riassumere l’attuale cognizione che i giovani hanno della nazione basterebbe andare in una qualsiasi agenzia di lavoro interinale, sulle sedie della sala d’attesa , dove il pensiero e la luce degli occhi vibrano di delusione e disillusione … la luce grigia , opaca … sarebbe un’opera sofferta ma vera … Verissima !Forse nascerà presto … chissà!

 

Riccardo Antonelli sta tracciando la storia della vita fatta delle sue tante sfumature, un’indagine esemplare che spiega perché il momento magico sia sopravvissuto nella vita culturale di ognuno di noi.

 

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