Special Contest Unione Sarda: tanto rumore per nulla – articolo di Angelo Argiolas

Si sono appena concluse le vacanze pasquali del 2012, e con esse anche la prima scrematura dei selezionati per il chiacchieratissimo concorso per gruppi emergenti “Unione Sarda Special Contest”, organizzato da L’Unione Sarda e Ichnusa. Ma che cos’è questo “Specialcontest”? Provo a raccontarvelo a modo mio.

Dopo il successo del concerto del 30 aprile 2011 svoltosi in Piazza dei Centomila a Cagliari, il quotidiano di Zuncheddu ha ben pensato di riproporre una seconda edizione, osando di più sugli ospiti della serata e integrandolo con un contest per dare visibilità anche alle realtà nostrane emergenti. Quest’anno, infatti, tasteranno il palco niente di meno che il leggendario Pete Doherty (per gli amici “Metadone”), leader dei Babyshambles (e dei The Libertines), ed ex della modella Kate Moss; i Jon Spencer Blues Explosion e i Casino Royale. Un trio internazionale di tutto rispetto, a cui si aggiungono i sardi Sikitikis, Tamurita e Train To Roots. Obiettivamente un gran bel colpo per Cagliari, più nota per proporre minestre riscaldate che artisti dei giorni nostri (a domanda corrisponde offerta: è legge di mercato, credo). Un applauso va dunque agli organizzatori della serata.

Ma veniamo al nocciolo. In un mese 223 candidati, tra gruppi e artisti singoli, tra questi solo venti andranno a comporre le tre serate di Videolina. E infine solo tre suoneranno sul palco il prossimo 30 aprile per la serata finale, in Piazza dei Centomila, per contendersi rispettivamente il premio Unione sarda, il premio Ichnusa e quello della critica. Quest’ultimo sarà assegnato dagli stessi artisti ospiti della serata. Tanti artisti saranno giudicati dall’espertissimo Giacomo Serreli (un nome che non ha bisogno di presentazioni) dal leader dei Dorian Gray e della “Vox Day” Davide Catinari (che mastica musica e contest da più di vent’anni), dal giornalista Francesco Abate e da Luigi Mameli di Radiolina. E fin qui tutto ok. Cosa c’è allora di strano? Niente. Se non il fatto che da quindici anni a questa parte nulla è  cambiato nella mentalità di chi bazzica negli ambienti musicali sardi, musicisti e non.

Era dai tempi del sito “Fuoriditeschio” (non so se qualcuno se lo ricorda, erano gli anni 2000) e dei primi “Sottosuoni” (i concorsi annuali della Vox Day) che non mi capitava di leggere di veleni, guerre tra gruppi, invidie varie, tecniche di sabotaggio da parte dei fans, di strategie militari, di pulizia etnica musicale e quant’altro, come per quest’ultimo evento.

E’ stato molto interessante osservare il ruolo che la scienza comportamentale ha avuto nel giochetto delle stelline” (“Star Wars”), un simpatico quanto inutile meccanismo, ai fini della selezione, messo punto dagli organizzatori per rilevare il gradimento popolare sulle bands partecipanti, che ha avuto come unico effetto, oltre a quello di deprimere la media, quello di esasperare la conflittualità tra i concorrenti e tra i loro sostenitori.

Di sicuro anche il “cretinismo” deve aver giocato la sua parte nella determinazione del giudizio finale, considerato che il materiale non mancava. Una malcelata scarsa considerazione di sé rivelava l’insicurezza di fondo della “giuria”. Come accade quando si tenta di proteggere la propria fidanzata dagli sguardi altrui, per paura che ce la rubino. Ma se non credi nella tua musica, è meglio che ti cerchi altro da fare.

Tra commenti autocelebrativi, iscritti dell’ultim’ora che intervenivano per incoraggiare i propri amici (un modus pensandi radicato, della serie “Vince chi porta più pubblico”) e ansie varie, si è arrivati al 10 aprile, data in cui sono stati comunicati i nomi dei venti finalisti del contest (la lista completa su http://specialcontest.unionesarda.it/mentre l’elenco di tutte le band iscritte si trova alla voce “Identikit”).

E, come da copione, c’è stato chi ha gridato al complotto e chi si è lamentato della poca serietà della giuria. Tra dietrologie, complimenti, poca trasparenza, esultanze – più consone agli esiti di un concorso pubblico che a una selezione musicale – il tempo sembrava essersi fermato a 15 anni fa. Per fortuna tra tanto clamore c’è stato anche chi ha scelto il silenzio, lasciando parlare la musica e permettendo al tempo di riprendere a scorrere. Perché si sa, il silenzio racchiude in sé la saggezza, così come il bianco racchiude tutti i colori. Chi parla troppo, non conclude mai (un po’ come nel sesso, no?).

Alla fine di tutto mi chiedo, da critico, se davvero siano state scelte le migliori produzioni musicali, o i migliori pezzi. Uno come Patrick (http://specialcontest.unionesarda.it/scheda-band/259586/patrick.html), per me, avrebbe senza dubbio meritato il passaggio del turno. Così come tanti altri validissimi gruppi che invece sono stati esclusi, a differenza di altri (e qui mi trovo d’accordo con i giurati) che magari avevano presentato un pezzo registrato nell’andito di casa, dei rockers incompresi, dei cloni di gruppi sardi del momento o di chi si sente il migliore ma nessuno ne è a conoscenza. Ma chi non è emerso in questo contest non deve disperare. Si sa che non sempre chi esce vincitore da una selezione è il migliore, così come chi si laurea con 110 e lode non sempre è il più intelligente. Penso ad Enrico Fermi, ad Einstein ed altri premi nobel che a scuola sono stati dei pluri-ripetenti. E, come ci ha sempre ricordato Red Ronnie, pure ai Beatles, scartati al primo provino. E allora, buona fortuna ai musicisti di tutta la Sardegna.

 

Written by Angelo Argiolas

 

Fonte: unaltrasestu.com

 

 

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