“Situazioni di percorso” di Carlo Murzi – Prefazione di Marzia Carocci
Prefazione a “Situazioni di percorso” di Carlo Murzi a cura di Marzia Carocci
“Forse è un paradosso dire che sempre ringrazierò la mia solitudine, anche se di lei ho molto sofferto.
Forse qualcuno sopra di noi ti lascia da solo, per permettere alle tue emozioni. Alle tue sensazioni di uscire finalmente. “(Carlo Murzi)
Così, con queste parole, conclude il suo libro l’autore, con un elogio alla solitudine, che diventa compagna e musa delle proprie introspezioni: il luogo dove andare a scandagliare, a esaminare nel profondo, dove in quella conca emotiva più celata dell’essere umano, si nascondono le emozioni, le verità, i dubbi più reconditi dell’uomo , in quel luogo dove riflette ogni sentimento, ogni impulso e sensazione , dove ogni percezione prende ad avere profumo e rumore, colore e nebbia.
Lo spazio della solitudine, che spesso accompagna il pensiero e ne fa eco vibrante, specchio di un io interiore a volte non conosciuto ed imperturbabile sconosciuto anche al poeta stesso.
Un luogo dove l’incontro con sé stessi porta ad approfondimenti emozionali e a volte incompresi, anche per timore di conoscersi appieno e di non amarsi abbastanza.
La poesia di Carlo Murzi è una continua riflessione e ricerca del sé emotivo, uno stato di elaborazione al fine della vita stessa, di quell’essenzialità che accompagna l’uomo riflessivo e attento del mondo che lo circonda.
Una ricerca continua di risposte per avere un senso, una morale di un’esistenza spesso monocroma e statica dove frequentemente viene schiacciata da un’indifferenza con l’altro che non vede e non sente , chiudendo un dialogo che aprirebbe altrimenti mondi migliori.
Carlo Murzi con la sua lirica, accarezza con note delicate i ricordi, i dubbi, le certezze e le insicurezza che la vita ci impone passo dopo passo.
Troverà nel mare, risposte eterne, si lascerà trasportare dalle emozioni ch’esso gli stimola, nelle sue acque si farà travolgere dalla purezza di rinnovamento nello spirito e con forza riuscirà tramite immagini scritte a darci visione dei suoi pensieri e reminiscenze, tracciando forte quelle situazioni di percorso di cui lui parla.
Ogni lirica si trasformerà in musica, in canto dell’anima, ne sgorgheranno parole pure e forti, come forte può essere l’impetuosità del mare.
Un walzer di colori e immagini delineeranno un movimento alle emozioni:
Da “Nel cielo nebuloso”
Nubi nel cielo
con linee a raggiera
dagli inerti colori
fuoco alternante
pronto ad esplodere
da un occulto riposo.
Versi che diventano visioni, istanti visti attraverso una scrittura scarna ed essenziale, l’immaginario prende forma e l’istante viene catturato dalla vibrazione che ne scaturisce immediata.
Poche essenziali parole che danno il senso di quell’emozionalità sentita dal poeta che attraverso l’uso della figura retorica (inerti colori-fuoco alternante- occulto riposo) ci regala il riflesso caleidoscopico della vibrazione emotiva sentita.
Un itinerario fatto di quesiti e asserzioni, di carezze e graffi, di verità e incertezze. Riflessioni di un uomo che attento e osservatore ci lasciano con enigmi e chiarimenti, considerazioni che attestano una certezza: Siamo umani e indistintamente fragili in balia degli eventi…
Written by Marzia Carocci
(critico recensionista letterario)
Ottima recensione, Marzia. Come al solito centri i temi salienti e le caratteristiche della scrittura. OK!