Park Chan-wook: le stringate recensioni di Maurizio Ercolani

Retrospettiva monografica sul regista Park Chan-wook

 

Oldboy, di Park Chan-wook


Lei non deve abbandonarsi ai desideri nei quali non crede. So che cosa desidera,ma deve poter rinunciare a questi desideri oppure desiderare appieno. Se riesce a chiedere in modo da essere sicuro dell’esaudimento sarà anche esaudito. Lei invece desidera e poi si pente e ha paura. Tutto ciò bisogna superare. Le racconterò una fiaba. E mi parlò di un giovane che si era innamorato di una stella. In riva al mare tendeva le braccia e adorava la stella, la sognava e le rivolgeva i suoi pensieri. Ma sapeva o credeva di sapere che le stelle non possono essere abbracciate dall’uomo. Considerava suo destino amare senza speranze un astro, e su questo pensiero costruì tutto un poema di rinuncie e di mute sofferenze che dovevano purificarlo e renderlo migliore. Tutti i suoi sogni però erano rivolti alla stella. Una volta, trovandosi di nuovo su un alto scoglio in riva al mare notturno, stava guardando la stella ardendo d’amore. E nel momento di maggior desiderio
fece un balzo e si buttò nel vuoto per andare incontro alla stella. Ma nel momento stesso del balzo un pensiero gli attraversò la mente: no,è impossibile! Così cadde sull’arena e rimase sfracellato. Non sapeva amare. Se solo nel momento del balzo avesse avuto l’energia di credere fermamente nel buon esito, sarebbe volato in alto a congiungersi con la stella.

“Fuggendo da te mi sono dato ad amici e vino,
perché dei tuoi occhi oscuri avevo paura,
e nelle braccia dell’amore ed ascoltando il liuto
ti dimenticai, io tuo figlio infedele.
Tu però in silenzio mi seguivi,

ed eri nel vino che disperato bevevo,
ed eri nel calore delle mie notti d’amore,
ed eri anche nello scherno, che t’esprimevo.
Ora mi rinfreschi le mie membra sfinite
ed accolto hai nel tuo grembo il mio capo,
ora che dai miei viaggi son tornato:
tutto il mio vagare dunque era un cammino verso di te.”

Sorridi.
E il mondo sorriderà con te.
Piangi.
E piangerai da solo.
Sia un granello di sabbia che una roccia nell’acqua affondano allo stesso modo.
Amore.

Amore e vendetta.
Devo tagliarti la mano perché hai toccato il seno a Mido.
E cosa farai della mia lingua?
Il nemico del nemico è un amico.
Le persone sole sognano le formiche.
Vestito a fiori.
E gambe aperte.
Ossessioni.
E ripetizioni.
Non esitare a inchiodarmi.
Violenza.
Gelosia.

Lingua.
Denti.
Pietà.
Perdono.
Cerchi solo vendetta o vuoi sapere la verità?
Quegli occhi erano gli stessi occhi.
Quegli occhi amano ancora.
Quegli occhi non amano più.
Fine della “recensione”, non mi posso fidare di te.

Voto 8

Saibogujiman kwenchana (I’m a Cyborg, But That’s OK), di Park Chan-wook


Ti accorgi di essere un cyborg quando parli con la macchina del caffè.

Vabbè poi io mi ricarico con le pile, sparo proiettili con le dita e alla bisogna volo.

Ma quelli sono gli step successivi.

I sette vizi capitali di un cyborg, rigorosamente in ordine di malvagità, sono:

  1. Provare compassione
  2. Essere tristi
  3. Essere emozionati
  4. Esitare su ogni cosa
  5. Fantasticare inutilmente
  6. Sentirsi in colpa
  7. Provare riconoscenza


Nel mio istituto psichiatrico c’è gente pazza.

C’è un signore che cammina all’indietro per non essere troppo invadente.

C’è una ragazza che ti guarda solo attraverso uno specchio.

C’è pure il ladro di personalità.

In realtà di mestiere fa il tecnico elettrico.

È un esperto in riso-convertitori.

Cioè converte il riso in energia elettrica.

Un convertitore me lo ha impiantato nella schiena.


Così io mangio riso e vivo.

Certe notti quando piove ci accampiamo all’aperto.

E poi guardiamo assieme in alto, e aspettiamo i fulmini dal cielo.

Io sono un cyborg, ma va bene così.

Fine della “recensione”, The Korean Cuckoo’s Nest.

Voto 8,5

 

Bakjwi (Thirst), di Park Chan-wook

Avete letto “Teresa Raquin”?

Il libro narra la storia di Teresa, giovane fanciulla esile ma graziosa che vive in una piccola e squallida merceria, appartenente alla zia, in un quartiere di Parigi. Oltre all’anziana ma vispa zia, vive con Teresa il malaticcio cugino: Camillo. Il matrimonio tra i due è inevitabile ma anche insignificante, dato che Teresa non è mai uscita da quella merceria e non sa nemmeno cosa sia l’amore mentre lui, debole fisicamente anche se attivo lavoratore, non ha intenzione di passare la vita alla ricerca della donna giusta.La loro vita, sempre uguale e monotona, viene stravolta dall’arrivo di Lorenzo, pittore perdigiorno nonché grande amico di Camillo, che si inserisce nella piccola famigliola col pretesto di eseguire un ritratto al caro amico. L’intenzione è ben altra: Lorenzo è rimasto attratto dalla semplicità di Teresa ed inizia a frequentarla di nascosto, senza mai destare alcun sospetto. I due, durante una breve gita sul fiume architettano un omicidio perfetto per liberarsi di Camillo, terzo incomodo,
ostacolo per il loro amore passionale. Lorenzo annega Camillo nel fiume ed ottiene buoni testimoni che lodano la prontezza con cui Lorenzo si è gettato in acqua per salvare Teresa e si disperano per la brutta fine di Camillo. Grazie a questo alibi perfetto, i due tornano alla merceria e la vecchia, madre di Camillo, interpreta la morte del figlio come il principio della sua morte spirituale. Conserva la buona fede per i due ragazzi rimasti, Lorenzo e Teresa, che poco più in la si sposano.

Questo film ne è forse la più improbabile strampalata rivisitazione.

Dopo una serie di rivoluzionari esperimenti un prete diventa un vampiro.

Con una gran voglia di sangue.


Ma soprattutto con una grandissima fotta.

Cult Movie forse.

Per gli amanti delle ciucciate di sangue.

E di capezzoli.

Fine della “recensione”, OK osare dai, ma per i miei gusti anche un po’ meno.

Voto 5,5

 

Per leggere la Retrospettiva Monografica sul regista Kim Ki-Duk clicca QUI.

Per leggere la Retrospettiva Monografica su Andrej Arsen’evic Tarkovskij clicca QUI.

Per leggere la Retrospettiva Monografica su David Lynch clicca QUI.

Per leggere la Retrospettiva Monografica su Sergio Leone clicca QUI.

Per leggere la Retrospettiva Monografica su Lars von Trier clicca QUI.

Per leggere la Retrospettiva Monografica su Michael Haneke clicca QUI.

Per leggere al Retrospettiva Monografica su Tetsuya Nakashima clicca QUI.

Written by  Maurizio Ercolani:

http://www.facebook.com/streamofconsciousnessfanpage

Trailer “Old Boy”:

 

14 pensieri su “Park Chan-wook: le stringate recensioni di Maurizio Ercolani

    1. Hai visto Mr Vendetta e Lady Vendetta? Mr vendetta è il primo di questa trilogia (chiamata così nell’occidente), ed è il the best! personaggi al limite del tragico e comico. Lady Vendetta piuttosto furbetto, di poca valenza rispetto ai primi due, forse un prodotto per l’occidente.

  1. sissì l’ho vista tutta la trilogia! anche a me lady vendetta è quello che ha convinto meno!
    PS: una strana sensazione mentre scrivo su oubliette oggi.. come uno strano senso di precarietà.. rimarrà qualcosa delle nostre parole? oppure svanirà tutto all’improvviso? dici che si riverranno a prendere anche le mie spillette? :D

    1. Lo speriamo! Avremo molto lavoro davanti! Ma non ci lasciamo scoraggiare ora che vediamo il nord (siamo al cambio di poli che dovrebbe distruggere ogni essere vivente)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *