“Che vale?” poesia di Marino Moretti: il grigio che incombe
Di seguito si potrà leggere la poesia intitolata “Che vale?” tratta dalla raccolta “Poesie scritte col lapis” di Marino Moretti ed una breve biografia del poeta.
“Che vale?”

Chinar la testa che vale,
che vale fissare il sole
e unir parole a parole
se la vita è sempre uguale?
Si discorre d’avvenire?
Si rammemora il passato?
Chi è vivo deve morire,
chi è morto è bell’e spacciato!
Poeti, dolci fratelli,
perché far tanto sussurro
se un lembo di cielo è azzurro,
se son biondi dei capelli?
Un po’ d’azzurro (che vale?)
ed un po’ d’oro, un riflesso
d’oro… Ma il mondo è lo stesso,
ma la vita è sempre uguale!
Non c’è né duolo, né gioia,
non c’è né odio, né amore;
nulla! Non c’è che un colore:
il grigio; e un tarlo: la noia.
Chinar la testa che vale?
Che vale fissare il sole?
Ciò che vorresti non vuole
Quei ch’è più forte, o mortale!
Non c’è né duolo, né gioia,
non ci son luci, né ombre:
il grigio, il grigio che incombe
sui cuori, e il tarlo: la noia!
Questa è la strada del bene,
questa è la strada del male:
star troppo a scegliere che vale?
Peuh! Quella che viene, viene!

Nato a Cesenatico il 18 luglio del 1885 ivi morì il 6 luglio del 1979, Marino Moretti è stato uno scrittore e poeta noto soprattutto all’interno dell’avanguardia crepuscolare, con esordio di influsso pascoliano con quel tocco di decandentismo dannunziano.
Lo stesso termine “crepuscolare” apparve per la prima volta proprio in una recensione del libro “Poesie scritte col lapis” da cui è stata tratta la poesia intitolata “Che vale?” che si presenta come la descrizione perfetta del poeta che vive aspettando il grigio perché sa è cosciente dell’imperfezione dell’essere umano. Il poeta che per sua natura fugge la noia, l’unico tarlo della vita, è alla continua ricerca di un’isola mentale nella quale approdare con le parole così da poter dimenticare la realtà della condizione di mortale.
La poesia di Marino Moretti si può intendere come vorace incontro e scontro tra mondo interno e mondo esterno.
Firmatario del “Manifesto degli intellettuali antifascisti” di Benedetto Croce, Moretti non fece mai parte della vita politica e preferì vivere in modo appartato tra Firenze e Cesenatico.
Per prendere visione della fruttuosa produzione letteraria dell’autore si consiglia di visionare Wikipedia.
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