“L’uomo morsicato da una formica ed Ermes” di Esopo

Di seguito si potrà leggere la favola intitolata “L’uomo morsicato da una formica ed Ermes” di Esopo ed una breve biografia dell’autore.

“L’uomo morsicato da una formica ed Ermes”

Esopo citazione favole L'uomo morsicato da una formica ed Ermes
Esopo citazione favole L’uomo morsicato da una formica ed Ermes

C’era una volta un tale che, avendo veduto affondare una nave con tutto l’equipaggio, asseriva che gli dèi sono ingiusti nei loro giudizi, perchè, a causa di un solo passeggero empio, erano morti, insieme con lui, anche degli innocenti.

Il luogo dove egli si trovava era pieno di formiche; per caso, una di esse, proprio mentre egli stava così parlando, gli diede un morso; ed egli per esser stato pizzicato da una sola le schiacciò sotto i piedi tutte quante.

Gli apparve allora dinnanzi Ermes, che, toccandolo con la sua verga, gli disse:

«E allora, non vogliamo darglielo agli dèi, il permesso di giudicare gli uomini con lo stesso criterio che tu usi per le formiche?»

Nessuno imprechi contro gli dèi quando capita una disgrazia, ma rifletta piuttosto ai propri peccati.

***

Esopo (Αἴσωπος in greco) visse nel VI secolo a.C. nell’epoca di Creso e Pisistrato. È ricordato maggiormente per la stesura di favole che hanno influenzato tutta la cultura occidentale. Ancora oggi vengono lette e donano al lettore riflessioni di un certo livello intellettuale nonché sociale. Nel corso del tempo alcuni studiosi hanno messo in dubbio la paternità di tutte queste favole ad un solo autore ma, come in altri casi letterari antichi, non si avrà mai la possibilità di averne certezza.

Non si conosce molto della sua biografia, si dice che sia arrivato in Grecia come schiavo ma la sua regione di origine è oscura, si passa dall’ipotesi della Tracia all’Egitto, dall’Etiopia all’isola di Samo, da Atene a Sardi. Una considerazione interessante è prendere ad oggetto gli animali presenti nelle favole: molti di questi non sono comuni in Europa mentre abbondano in Africa, come ad esempio il quasi estinto leone berbero.

Dopo aver ottenuto la libertà conobbe Solone ed i sette saggi, visitò Atene all’apice del regno di Pisistrato.

È Erodoto che ci racconta della sua morte descrivendola come estremamente violenta, infatti, lo storico ci tramanda che durante un’orazione pubblica Esopo fu ucciso dalla gente di Delfi. Sulle cause Erodoto non si esprime, nei secoli si è pensato che Esopo fosse stato condannato a causa del fiero sarcasmo che lo caratterizzava.

Le notizie sull’aspetto fisico di Esopo lo descrivono come un uomo deforme e gobbo.

Il corpus delle favole di Esopo conta 358 storie, possono essere considerate archetipiche, sono di carattere breve, i personaggi di norma presentano la personificazione di un animale ed in ognuna è importante lo scopo del messaggio di una morale. Esopo aspirava a portare avanti, con le sue narrazioni, uno scopo didattico ed educativo atto a sottolineare un deterrente morale.

Queste favole sono così famose da essere diventate proverbi come ad esempio: La cicala e la formica, Al lupo! Al lupo!, La volpe e l’uva, La gallina dalle uova d’oro.

 

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Le volpi sul Meandro

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