Poesie finaliste del Concorso Nazionale Letterario "Anche tu su Oubliette – mese di novembre 2011"
Il concorso nazionale letterario “Anche tu su Oubliette” mese di Novembre 2011 si è concluso il 30 novembre 2011. Anche per questo ultimo mese del concorso, come per i primi due precedenti, la partecipazione è stata altissima come si vede dall’articolo del bando di partecipazione (http://oubliettemagazine.com/2011/11/10/concorso-nazionale-letterario-anche-tu-su-oubliette-mese-di-novembre-2011/).
La Giuria del mese di novembre (Alessia Mocci, Marzia Carocci, Alba Saiu e Rosaria Fiore) ha decretato gli otto finalisti del concorso, dai quali due saranno dichiarati vincitori.
Finalisti e vincitori saranno pubblicati all’interno dell’ebook del premio “Anche tu su Oubliette” nel mese di dicembre 2011. L’ebook, prodotto dalla Faster Keaton Produzioni, sarà scaricabile gratuitamente all’interno di OublietteMagazine.
Finalisti sezione A (poesia inedita)
“Appena ieri” di Elena Condemi
Bacche sulle colline
le visioni delle mie notti
flauto del disinganno
di colei che cede alla luna
Attraverso le messi
guardo il mare
una volta fui corallo
È appena ieri
che ci incontrammo…
Per non urtare il soffitto
rincaso al crepuscolo
e la porta diviene
la nebbia mattutina.
“E lei, puntuale, ricompare” di Alessandro Bertolino
È un buon posto per parlare, il giardino
dei limoni, maturi, silenziosi.
Uno di loro, a fette, rischiarerà
Il tè di questo tardo pomeriggio.
Condito d’immancabili: “Ricordi…?”
scorre e non chiede nulla il breve tempo.
Candida, profumata, la divisa:
“Infermiera, ci porta la scatola?”
Avvicinate le ruote al tavolo,
ancora una volta rincorriamo la
speranza, celata al fondo del vaso
di Pandora. S’increspa, intanto, il mare.
Pieno d’orgoglio giro l’immagine:
“Guarda, la pelle dell’Irlanda: i prati!”
Mio fratello da tanti anni tace,
annuisce però, sorride, ascolta… .
Viaggiano ansiose le mani, cercano.
E lei, puntuale, ricompare, bella,
col vestitino estivo: le ciliegie
stampate fasciano il corpo esile.
Entrambi la baciamo e la posiamo
nello scrigno: fotografia a colori.
Ritornerà stanotte, lei, la mamma
a rimboccarci con le fiabe i sogni.
“Ninnananna” di Marina Pieranunzi de Marinis
Cullerò
i tuoi pensieri stanchi
come una melodia
o una ninnananna
per acquietarli.
Accarezzerò
il tuo volto teso
come un pallido sole
o un alito di vento
per non turbarlo.
Ravviverò
i tuoi occhi tristi
con scintillio di lucciole
e timide fiammelle
perché non versino lacrime.
Raggiungerò
il tuo cuore oppresso
con mille, piccoli,
teneri voli
perché riprenda a sperare.
“Una sera in Novembre” di Stefano Budicin
Una sera in Novembre m’apprestai
come un vagabondo, a seguitare
un cammino scostante, deciso
al calar dei miei passi imprecisi.
Ho seguito dei viali inondati
da quei secchi capelli dei faggi
laceri, spogli, sparpagliatissimi.
Vago e mi sento preda
del vacuo dondolìo di fogliame
che la brezza, in un gioco sottile,
manda e rimanda al nero terreno.
Le mani nelle tasche accaldate
riposano, e le braccia addolcite
dal bacio della sera, sopiscono
mansuete, come fiumi nebbiosi;
Non un grido respira nel folto
di nebbia che sporge dalle strade;
non un’eco, od un acre bisbiglio,
non un fischio che mite componga
l’assenza di candor della notte.
Mi percuotono l’ore distanti
del mattino timido, e dell’orrido
pomeriggio profeta di pioggia.
E qui, febbricitante di noia,
trafitto e più frustrato, il cipiglio
lo tengo contratto e spalancato,
per mandare al cartaceo respiro
slegati sospiri di ventura.
Finalisti sezione B (poesia edita)
“Spirito libero” di Luca Gamberini da “Come un cane…con un cane”, Montedit, 2008
Ricordo tutto di te
anche se non conosco nulla
ti vedo
cordiale, distratta,assorta, triste,
così vicina
ma deliziosamente irraggiungibile.
Ho abituato i miei occhi
a respirare il tuo profumo
come un ladro timido e discreto
quasi neanche me ne accorgo…
Ho imparato a chiamarti
anche se a me è estraneo il tuo nome
ho scolpito nel mio ego il tuo sorriso
dolce e intenso
misurato e deciso.
C’è complicità nel tuo sguardo
c’è il desiderio di non soffrire
ci sono tutti i giorni passati
in fila
uno dopo l’altro
c’è un’energia che cattura
e mi fa sentire
felice, impacciato, leggero, disperato,
in una frazione di attimo.
Non appari mai nei miei sogni
perché i sogni non sono belli come decantano
appari tutti i giorni nella mia realtà
sei un’onda anomala
che sbatte contro gli scogli della mia timidezza
e infrangendosi disperde tutti i miei confusi pensieri.
Mentre ti osservo da dietro le sbarre dei miei errori
penso…
vorrei fossi prigioniera
libera sei inarrivabile
sei impossibile per i miei occhi
e non possiedo le chiavi per poter fuggire dall’inutile.
Sei la tranquillità e il tormento
sei l’inverno che lentamente mi sorprende
sei la voglia di volare fino ad accarezzare il cielo
sei la sveglia del mattino
che vibra e fa pulsare il cuore
a ogni battito una luce
i tuoi occhi che sorridono
“L’ho ucciso” di Francesca Del Moro da “Quella che resta”, Giraldi editore, 2008
L’ho ucciso
perché sono una persona
fondamentalmente non aggressiva.
Sono incapace di violenza,
per questo l’ho ucciso.
Non avrei saputo restituirgli
la lenta morte quotidiana
la metodica cancellazione
di una persona,
l’annientamento del corpo,
lo spregio di un’intelligenza.
Non avrei saputo essere a mia volta
la puntuale goccia di disprezzo
che giorno dopo giorno
gli perfora il cranio.
Non avrei saputo ridere di lui
mentre in un angolo
il suo corpo si deformava,
il suo volto si sfigurava nel pianto,
la sua voce si contraeva
in fioche grida d’aiuto.
Non avrei mai potuto
schiacciare, infilandogli
il tacco delle scarpe negli occhi,
un essere già ripiegato
sotto i miei piedi.
Non avrei potuto vederlo
agonizzare
stretto tra le lamiere
delle mie crude parole.
Non potrei fare tanto male
a nessuno,
per questo ho preso un martello
e con soli due colpi
gli ho sfondato il cervello.
Ho dato un rapido sguardo
al viso buffamente contratto,
agli occhi e alla bocca sbarrati,
poi ho lavato i grumi di sangue
dagli abiti e dalle mie mani.
Non sarei stata capace
di guardare ogni giorno
morire una persona,
per questo l’ho ucciso
ma una volta sola.
“Pioggia a Montmartre” di Grazia Finocchiaro da “Cristalli di Parole”, Carta e Penna editore, 2011
Dal cielo plumbeo scrosciava
tambureggiando la pioggia
tra alberi discinti allineati
nelle larghe piazze
tra panchine vuote.
Pochi passi per viali,
nei pub tra luci sommesse
traboccanti boccali,
a dar vita all’asfalto
fari abbaglianti.
Era triste Montmartre…
grugni mesti di pittori
miraggio di volto ritratto
colori trasudati da mani stanche
di avventore attesa incessante
…sul bohémien pioveva speranza.
Quella sera a Montmartre…
accostata al gruppo
si agitavano i miei sensi
lo sguardo si posava
sui dipinti per terra sparsi,
un bohémien asserì al passante
…eh, hai fatto soldi tu…
Montmartre…
Domani pioverà sole sui colori,
tempo nuovo, tanti avventori.
“Prestigio dei sensi” di Claudia Calcagno da “Oltre i confini dell’apparenza”, Aulino Editore, 2007
C’è della pioggia sul chino piede,
chi le ha parlato all’orecchio
quando io trastullavo le onde
in superficie dell’assopito sole?
Nell’eretica realtà corposa di sgomento
io scavo le tracce di questa cospirazione,
astratte perché digiune,
nessun atto ebbe inizio.
Strofino nel mio avvedersi
l’accertato stupore di ciò che mai giunse,
ma nella diffidenza è difeso il dubbio.
Si ricicla un fantasma
che non lascia l’istante nello smarrimento.
È il prestigio dei sensi quando tergono il sospetto.
Vincitori “Anche tu su Oubliette” mese di Ottobre 2011:
Vincitori “Anche tu su Oubliette” mese di Settembre 2011:
Siddharta-Asia Lomartire (sezione A)
Complimenti ai vincitori!!!!!
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
complimenti ai vincitori i testi meritano un sacco!
Un saluto da Lordbad
Vongole & Merluzzi
Buon pomeriggio blog Siamo quasi alla fine di questo post dove ognuno di noi spero anche i nostri lettori ha dato un significato alle parole di Jobs.