"Dalia Nera" di James Ellroy – recensione di Alessandro Vigliani
Aprire un libro di Ellroy è come ritrovarsi di colpo davanti alla porta dell’inferno. Allora dai una sbirciatina vedi che tutto sommato ci si diverte e ci entri dentro.
Questa è la sensazione che si prova entrando nella mente del succitato scrittore americano. Uno che il suo posto nero ce l’ha dentro, lo ha vissuto e l’ha razionalizzato infilandolo nei suoi scritti.
Nel suo hard boiled, in quel tipo di noir che sa di sigaro, aria umida e strada che sa rapirti fino alla fine.
Una struttura narrativa che non lascia spazio alla noia, incalzante, piena di colpi di scena e di terminologie usate senza lasciare nulla al caso. E questo lo si legge tanto in lingua originale quanto nella traduzione.
Prendo in esame “Dalia Nera”, primo libro della quadrilogia Los Angeles Nera, fortunato romanzo che Brian Di Palma ha reso per me ottimamente su pellicola cinematografica, d’altronde il valore del regista non si discute.
La storia, vera, ambientata negli Usa, nel dopoguerra del secondo conflitto mondiale, è quella dell’omicidio di Elizabeth Short, detta la Dalia Nera, il cui corpo nel 1947 viene trovato orribilmente mutilato, sezionato in due tronconi con un sorriso pagliaccesco al posto della bocca, frutto di uno dei tanti sfregi fatti dal suo assassino.
Attraverso le ossessioni dei due poliziotti, Dwight ‘Bucky’ Bleichert e Leland ‘Lee’ Blanchard, un passato comune da pugili, gli intrecci con una donna, Kay Lake, leggendo le dichiarazioni dei sospettati, il lettore ripercorre tutta la vita di Beth o Betty o Liz e si ritrova ad assaporare tutta l’ambientazione senza tralasciare nulla.
Curiosità: la storia della Dalia Nera accadde a poca distanza da casa di Ellroy.
Non si muovono certo in un mondo di illusioni Lee e Dwight, poliziotti, pugili, amici. Eppure il pericolo più grave per loro non arriva dalla folla di relitti umani e delinquenti che li circondano, né dalla violenza e dalla corruzione di Los Angeles, né da Kay, la donna di cui entrambi sono innamorati. È un orrido delitto a sconvolgere per sempre la loro vita: il massacro di Elizabeth Short, la “Dalia Nera”, ragazza leggera, allegra, imprudente, prostituta a tempo perso. Una delle tante vittime consenzienti dello show business e soprattutto di sé stessa. E quando Lee scompare misteriosamente, per Dwight le indagini si trasformano in una tremenda ossessione.
Fonte:
http://www.alessandrovigliani.it/recensioni-libri/152-dalia-nera-james-ellroy.html
Un pensiero su “"Dalia Nera" di James Ellroy – recensione di Alessandro Vigliani”