“Cattedrale” di Raymond Carver – recensione di Alessandro Vigliani
Carver è la A e la zeta della letteratura, il principio e la fine di tutto ciò che è parola scritta e narrata.
Lui, Raymond Carver, e il suo editor Gordon Lish. Se non avete letto niente di Carver siete colpevoli, se non sapete chi è, evitate di scrivere. Ci sono pochi autori che DEVONO essere letti e Carver, ne ripeterò il cognome fino alla fine, è uno di questi.
Se non lo avete letto non potete capire.
Un consiglio?
Leggete “Cattedrale”, per iniziare, una raccolta di dodici racconti che ti prende come un pugno in pieno stomaco. Perché è questa la capacità della ditta Carver – Lish, trasformare il banale in qualcosa di sublime, particolare, indimenticabile.
Sapori e letture domenicali con quel retrocolore grigio che inquieta. E lo fa senza che il lettore se ne accorga. Così, quando arriva il finale di Lish a chiudere il racconto, tagliando come con una cesoia la narrazione, ciò che ne rimane è un respiro lasciato a metà che ossigena poco e male il cervello.
È la confusione quella che ti prende e non ti molla per diversi secondi. E dal caos generato dalla lettura di Carver non può che nascere la voglia, la passione per la scrittura.
I personaggi dei dodici racconti, sono persone normali, che vivono vite normali in città che non hanno niente di speciale. Le ambientazioni metropolitane, disegnate spesso con la velocità di uno schizzo da bozza, sono scarne.
Poi però succede che entra in gioco il particolare, la finezza che Carver getta negli occhi del lettore. Tracce di terrore, un segno appena percettibile di qualcosa che decade. Note sfumate che trovano l’apoteosi, il senso di tutto, nell’ultimo racconto di questa raccolta.

E in Cattedrale l’immagine forte, quasi scioccante, è quella di un cieco che guida la mano di un vedente.
Una realtà trasformata e capovolta che ci lascia di stucco, forse tra i punti più alti della carriera artistica di questo grande autore che ha cambiato non solo la letteratura americana, ma anche e soprattutto quella mondiale.
E noi, che siamo solo lettori in un tempo in cui leggere è un’ancora di salvezza, non possiamo che essere d’accordo con Salam Rushdie raccogliendone l’invito: – Leggetelo. Leggete ogni cosa che Carver ha scritto.
Questo è quanto.
Written by Alessandro Vigliani
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