Intervista di Alessia Mocci ad Italo Moscati ed al suo “Greta Garbo – Diventare star per sempre”
“Greta Garbo – Diventare star per sempre”, edito presso la casa editrice Edizioni Sabinae, è il nuovo libro dello scrittore, regista e sceneggiatore Italo Moscati.
Italo Moscati nasce a Roma nel 1967, ha lavorato con Liliana Cavani, Luigi Comencini, Giuliano Montaldo. È un critico teatrale e cinematografico, ha prodotto film per Rai-Tv, è stato vicedirettore di Rai Educational, è stato per quattro anni presidente del Centro d’arte contemporanea di Prato. Ha scritto dieci commedie messe in scena, ha diretto il serial “Stelle in fiamme”, il film “Gioco perverso”, numerosi documentari ed inchieste. Gli ultimi lavori letterari sono: Pasolini e il teorema del sesso”, “Il cattivo Eduardo”, “1967-Tuoni prima del Maggio” , “1969- Un anno bomba”, “1970- Addio Jimi”, “2001- Un’altra Odissea”, “Le scarpe di Jack Kerouac” e “Anna Magnani”.
Italo è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune domande sull’uscita del suo nuovo libro “Greta Garbo – Diventare star per sempre” e sulla presentazione del libro a Senigallia.
A.M.: Il 9 luglio 2010 hai presentato il tuo libro “Greta Garbo- Diventare star per sempre” a Senigallia. Ci racconti qualcosa della serata?
Italo Moscati: Vorrei cominciare dalla Rotonda a Mare di Senigallia. Alla fine di un centinaio di metri di pontile che scavalcano la spiaggia e si gettano in mare, c’è la Rotonda, una costruzione fatta negli anni Trenta ed ispirata allo stile semplice, elegante, di grande respiro che ha seminato belle cose, belle costruzioni in Italia, un po’ dovunque. Segni di un tempo passato. A Senigallia, dopo un periodo di abbandono, hanno restaurato la Rotonda, l’hanno recuperata alla sua bellezza e soprattutto all’effetto che fa allo sguardo. Sembra una scenografia di Hollywood. E forse quando Sergio Leone ha pensato di fare la sua festa a due di “C’era una volta in America” al Lido di Venezia, è tornato a costruzioni di quell’epoca, cariche di suggestioni. Dal Lido alla Rotonda il salto architettonico non è poi così ampio, così pure il salto verso la Hollywood degli anni magici anche per la svedese Greta Garbo. Dunque, la serata è stata da me idealmente dedicata a lei ed a quel cinema su cui ho scritto molti libri e fatto anche molti documentari, uno di questi lo abbiamo proiettato alla Rotonda e si intitola “Via Veneto Set”, e racconta i retroscena, l’humus, i bagliori della facciata che hanno convinto Fellini a fare “La dolce vita”. Abbiamo parlato anche di Federico, visto che è uscito poco prima del libro su Greta uno sul regista : “Fellini & Fellini”, ovvero l’artista e l’inquilino a Cinecittà, un uomo che ha sempre cercato casa nel cinema. Infine, un altro salto: ad Alfred Hitchcock, il maestro dei brividi- crimini, sesso, cibo, travestimenti-, protagonista di una strada “Dolce vita” sperimentata nella Hollywood Babylonia della cronaca nera e della grande epopea leggendaria del cinema americano, un cinema capace di cooptare Greta, Alfred e perdere la testa per Federico e le sue visioni a Cinecittà e dintorni (Federico viaggiava con la fantasia). In compagnia di Alfred e Federico, che hanno fatto da boys a Greta che scendeva regalmente le scale della leggenda percorse per mescolarsi a noi mortali, la serata è stata meravigliosa. Alla fine, tutti, abbiamo creduto di vedere nel cielo denso di caldo adriatico crepitanti fuochi di artificio.
A.M.: Da dove nasce questo tuo interesse per la divina Greta Garbo?
Italo Moscati: Il mio interesse per la divina Greta mi viene da dentro, i miei occhi hanno assorbito i suoi e me li tengo stretti. Voglio dire che Greta come tanti altri protagonisti del grande cinema non li ho considerati solo come attori famosi, bravi e fascinosi, ma come compagni di strada. Sarebbe un racconto lungo. Basterà ricordare che, per la televisione, ho girato alla fine degli anni Ottanta un serial “Stelle in fiamme”, in cui racconto dieci storie d’amore di divi, come si dice, leggendari; qualche nome: Orson Welles e Rita Hayworth, Judy Garland e Vincent Minnelli, Roberto Rossellini e Ingrid Bergman, Marylin Monroe, Joe di Maggio, Arthur Miller, e così via. Poi ho dedicato due lunghi documentari al cinema del fascismo e del nazismo: “Il castello di sabbia” e “Passioni nere”, con Clara Calamai, Christina Soderbaum, Ilse Werner, Elsa De Giorgi, Doris Duranti, Roberto Villa, Massimo Girotti, Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, e così via. Mi fermo qui. Altri film ho fatto su attori e cantanti famosi: Maria Callas, Pavarotti, Gassman. E libri sulla Magnani, De Sica, Leone…Greta è arrivata dunque dopo un lungo percorso e dopo avere semplicemente mostrato le sue immagini in una puntata di “Donne & Donne” che è del 2008. Perché è arrivata? Perché è la più diversa, la più saggia, la più misteriosa, la più fascinosa e padrona di se stessa…
A.M.: Quali vicende della vita dell’attrice hai maggiormente trattato nella biografia?
Italo Moscati: Non amo definire il mio libro una biografia, è una ricerca che ha scelte particolari e persino settarie. Ho letto molte biografie su Greta,anche ben documentate o molto presuntuose. Tutte, o comunque la maggioranza, non ha saputo o voluto raccontare Greta, la sua vita, la lezione che viene dal suo cinema e dalla sua vita, cercando nella carriera e soprattutto nella vita da adolescente e da ragazza ciò che lei nel tempo è stata, e ciò che i confronti tra il suo percorso e le adolescenti, le ragazze che sono venute dopo. Esempio: nel mio libro parto dall’idea che sia possibile, ed utile, raccontare la Greta giovane e le sue aspirazioni mettendole in parallelo con le giovani e le aspirazione di oggi. Come e perché Greta, che faceva la commessa in un grande magazzino e altri lavori del genere, ha sentito la spinta per entrare nello spettacolo ai primi del Novecento? Che cosa la spingeva ad uscire dalla estrazione contadina, dalla miseria della famiglia e del peso di lavori che non amava? Lei quasi per caso prese parte a spot del cinema muto, pubblicitari, per reclamizzare costumi da bagno? E poi? Che rapporto c’è tra quel debutto e quello di ragazza che nel Duemila vivono le stesse aspirazioni trovandole a portata di mano, a causa della televisione. Ecco, queste storie, umanissime, molto diverse l’una dell’altra sono nel libro. Infine, ho voluto richiamare alcune parole che Greta ebbe a dire- “Voglio vivere!”- quando assistette alla morte del padre, e quando decise di uscire dal cinema a soli 36 anni per scomparire.
A.M.: Che cosa pensi riguardo al perdono mai concesso dalla Garbo a Mercedes de Acosta?
Italo Moscati: Penso che Greta avesse una grande personalità con due punte spiccate nel comportamento. Amava a suo modo, con pudore e ritegno, e comunque con passione. Detestava chi voleva approfittare del suo amore o della sua amicizia. Non si possono perdonare tradimenti non solo amorosi che smascherano una persona- donna o uomo che si sono amati- e la trasformano in un nemico che si è nascosto fra trame di conquista, di possesso e persino di devozione. I colpi di scena sul set della vita bruciano di più che nei film. A proposito di film. Molti tra quelli girati da Greta, anche alcuni di maggior successo, risultano ieri ed in specie oggi parodistici nonostante le intenzioni dei produttori e dei registi. Mi sono convinto che i doni recitativi, l’intelligenza e il talento di Greta fossero talmente sottili e penetranti, quasi da diventare prese di posizioni critiche all’interno di una pellicola peraltro interpretata in modo ineccepibile. Nel libro approfondisco questi temi in un esame dei film anche secondari. Inoltre, propongo un montaggio tra le tappe della vita e della carriera di Greta, e le pellicole, i suoi personaggi e, cosa importanti, i personaggi maschili. Attori famosi, machi con i baffi e la brillantina, che si trasformavano in eunuchi tra le braccia della inesorabile Greta.
A.M.: Italo Moscati è un regista, uno scrittore, uno sceneggiatore. Quali delle tre forme artistiche ti rende maggiormente soddisfatto di te stesso.
Italo Moscati: Dovrei fare un lungo discorso. Debbo molto al periodo, di anni, in cui ho lavorato con Liliana Cavani in film fatti (voglio ricordare fra i molti “Il portiere di notte”) ed anche in film progettati e non fatti. Una grande esperienza che mi ha aiutato molto a mettere a fuoco ciò che volevo fare, dopo una attività giornalistica che mi ha avvicinato alla realtà ed alle persone, alla cronaca ed alle concretezza dei fatti e delle idee. Debbo molto anche a Luigi Comencini, che se n’è andato troppo presto, e che mi ha insegnato l’ironia, l’arte della commedia, la messa in scena della comicità, la sensibilità verso i bambini, gli adolescenti, i ragazzi, e le loro storie. Altri dovrei ricordare ma non voglio diffondermi. A costoro debbo una cosa che porto con me: non abbandonare mai una cosa per l’altra, ovvero scrivere libri per dedicarsi alle sceneggiature, lasciare le sceneggiature per fare le regie o scrivere commedie, e così via. Mi piacciono le forme diverse, gli intrecci, le influenze fra le arti, studiare e realizzare combinazioni sempre nuove, sempre eccitanti, sempre curiose.
A.M.: Hai intenzione di fare un adattamento cinematografico del libro?
Italo Moscati: Le intenzioni non bastano, e neanche i copioni. Con la Cavani scrivemmo, secondo me e non solo, una bella sceneggiatura per un film su Mozart e la sorella Nannerl. Si è più volte incagliata in impedimenti duri come mura. Mai affezionarsi troppo ad un personaggio, ad un tema, ad una storia. La decisione di raccontarli dipende non da te ma da una infinita serie di condizioni. Domanda: l’Italia sarebbe un paese giusto per raccontare Greta in Svezia, a Berlino, a Hollywood. Vederla a Ravello oppure a Taormina, dove andò in visita e dimorò per amore in brevi periodi, potrebbero bastare, forse. Ma dove sono i mezzi, i capitali, e soprattutto dov’è un’attrice per la Diva? Non voglio neanche pensare ad una fiction tv. La fiction è la ghigliottina dei bei personaggi e delle belle storie. Hanno assassinato Maria Callas. Ucciderebbero senza scrupoli anche Greta.
A.M.: Che impressioni hai della letteratura italiana di oggi? E del cinema?
Italo Moscati: Un’altra superdomanda. Leggo molto, anche i giovani scrittori. Non sempre con soddisfazione. Qualche romanzo decente c’è ma viene affogato nella palude dei critici e dei supplementi culturali con i loro gossip sugli emergenti, le novità, il folclore di questo o di quell’altro, le risse per i premi, le polemiche, le maldicenze, le isterie, le ipocrisie. Non faccio nomi. I confronti peggiorano le citazioni ed i giudizi. Stesso discorso per il cinema. Che sta forse peggio della letteratura. Anche qui nessun nome: troppe delusioni. Ho amato molto il teatro, e però come, cosa, chi consigliare all’amico che viene dall’estero e vorrebbe vedere qualche spettacolo italiano. Troppo rischioso. Mi sono formato in studi ed esperienze nell’avanguardia internazionale per le arti, comprese quelle visive. Un viaggio straordinario nelle sorprese e negli spiazzamenti, nelle invenzioni ed anche però nelle arrabbiature. Considero Greta una delle poche attrici d’avanguardia e mi è piaciuto molto ricordare nel libro il valore della sua decisione di uscire di scena ancora giovane e scegliere di fare una pensione dorata per cinquant’anni. Ecco il suo coraggioso “Voglio vivere!”, facendo un grand-tour nel mondo, amando donne e uomini entrambi con parsimonia, cercando amici affezionati e fedeli. Altro che Hollywood Babylonia, con le sue follie. La Rotonda a Mare di Sinigallia, cripta luminosa e chic sulle onde, è stato un luogo adatto per ricordarla.
Invito i lettori alla pagina facebook del libro “Greta Garbo – Diventare star per sempre” per seguire le novità dell’autore e per conoscere le prossime presentazioni:
http://www.facebook.com/pages/GRETA-GARBO-di-Italo-Moscati-Ed-Sabinae-2010/10150121923310051?ref=ts
Un pensiero su “Intervista di Alessia Mocci ad Italo Moscati ed al suo “Greta Garbo – Diventare star per sempre””