Intervista di Alessia Mocci a Chiara Ricci ed al suo omaggio ad Anna Magnani
“Anna Magnani. Vissi d’arte, vissi d’amore” è un interessante testo critico cinematografico del 2009 edito dalla casa editrice Edizioni Sabinae. L’autrice è una giovanissima talentuosa, Chiara Ricci, che coltiva la passione per il cinema e per la grandissima attrice italiana, Anna Magnani, sin da piccola. Anna Magnani è riuscita attraverso lo schermo a rubare l’attenzione di Chiara ed a dirigere lo sguardo su di lei, come faceva con l’obiettivo quando recitava.
Il saggio è una vittoria dell’autrice che ha sempre desiderato regalare un gesto di profondo affetto e rispetto per Anna Magnani e dobbiamo proprio dire che è riuscita nel suo intento.
“Anna Magnani. Vissi d’arte, vissi d’amore” riprende la vita privata dell’attrice e la sua vita professionale ricalcando le orme di una passione che invadeva ogni angolo della scena ed ogni momento della vita della Magnani.
Abbiamo incontrato Chiara Ricci per conoscere maggiormente il saggio.
A.M.: Quando nasce la tua passione per la grandissima attrice italiana Anna Magnani?
Chiara Ricci: È difficile stabilire con precisione quando sono nate la mia passione e la mia profonda ammirazione per Anna Magnani.
Ciò che è certo è che sin dall’età di sei anni conoscevo il suo nome e la ritenevo la mia “attrice preferita” pur non avendo visto un suo film. Qualche anno più tardi vidi il film “Amore” e di lì mi convinsi ancor di più che non l’avrei dimenticata e che avrei fatto qualunque cosa per sapere di lei, della sua storia. Avrei iniziato le mie ricerche.
E così è stato: ho iniziato a leggere la bellissima biografia scritta da Patrizia Carrano “Anna Magnani. Il romanzo di una vita” e ho iniziato a contattare la scrittrice (cui mi lega una profonda e sincera amicizia ormai da circa dodici anni) e coloro che hanno avuto la fortuna, l’onore, l’avventura di essere accanto ad Anna Magnani sia professionalmente sia nella privata. E per me è stato, ed è, un grande privilegio aver incontrato queste persone. Ognuna di loro mi ha regalato i suoi ricordi, le sue esperienze, mi ha fatto conoscere la “propria” Anna Magnani…e per me questo è un tesoro inestimabile da custodire con grande gelosia e cura. Inoltre, ho iniziato a ricercare materiale che la riguardasse: locandine, fotografie, riviste d’epoca, articoli di giornale..e spero di riuscire un giorno a raccogliere tutto questo in una mia mostra. Questo è il prossimo omaggio che vorrei rendere ad Anna Magnani…e spero tanto di farcela.
A.M.: Qual è il film che maggiormente apprezzi per le sue doti recitative?
Chiara Ricci: Dei film che Anna Magnani ha interpretato lungo tutta la sua carriera non ce n’è uno solo in particolare che preferisco. Adoro la “sua” Maddalena Cecconi di “Bellissima”, la donna de “La voce umana” (che assieme a “Il miracolo” compone il dittico “Amore”), Serafina Delle Rose de “La Rosa Tatuata” che in alcuni momenti pare essere assai vicina alle grandi attrici del cinema muto: i suoi gesti e i suoi sguardi sono tutto! Come non ricordare la Sora Pina di Roma Città Aperta, Mamma Roma, Camilla/Colombina de “La carrozza d’oro”, Egle la reclusa di “Nella città l’inferno”…
Non c’è un film al di sopra di tutti gli altri, o meglio, non c’è un personaggio che io preferisca in modo assoluto poiché credo che in ognuno di essi la Magnani abbia dato vita ad una donna unica ed allo stesso tempo universale.
Ad ogni donna cui ha prestato corpo, anima, voce e vita, se si guarda attentamente, infatti, Anna Magnani ha prestato anche parte del suo modo di essere donna e ciò ha fatto sì che le donne –di ogni generazione – possano riconoscersi in lei…e penso che nei film appena citati ci sia molto del suo personale carattere e tutto il suo infinito talento. Certo, non tutti i suoi film hanno segnato un’epoca, alcuni sono stati dei veri insuccessi e questo è accaduto quando lei stessa sentiva che quei ruoli non erano “personaggi veri”, vivendoli così in modo un po’ distante.
A.M.: Qual è stato il maggior difetto caratteriale o professionale di Anna Magnani?
Chiara Ricci: Sono certa che Anna Magnani abbia avuto i suoi difetti, proprio come tutti. Ma forse lei ha avuto il coraggio o l’incoscienza di mostrarli come sono, senza mascherarli da pregi. È stata più volte accusata di avere un “brutto carattere” o di essersi volutamente isolata dal mondo nel suo attico di Palazzo Altieri. Io non credo sia così. Da quel che ho potuto ascoltare, leggere, imparare sono più che sicura che la Magnani amasse vivere, amasse divertirsi, aveva i suoi momenti di “ruzza” ovvero di allegria sfrenata che poteva svanire in brevissimo tempo.
Era diffidente, questo sì: desiderava essere circondata solo dalle persone a lei più care, era gelosa dei suoi sentimenti e dei suoi affetti. Ma questo non credo significhi avere un “brutto carattere”. Al contrario, credo significhi avere del carattere! Mostrarsi senza nascondersi così come si è, penso sia una grande forma di carattere, si rischia molto ma Anna Magnani questo lo sapeva e per questo ha combattuto per tutta una vita.
Nel lavoro assumeva un carattere a volte troppo da “diva” quando lei era proprio il contrario…forse per difendersi, forse per mantenere una certa distanza da ciò che la circondava per non esserne travolta ulteriormente, forse per puro capriccio…sapeva essere impulsiva, offensiva ed orgogliosa…ma in molti ricordano ancora quando, a suo modo, riusciva a chiedere scusa.
Era una donna, infine: mille difetti ed altrettanti pregi…non è forse nascosto in questa contraddizione che si nasconde l’eterno enigma di ogni donna, di ogni vera donna, dall’inizio dei tempi?! E illuminanti in questo caso sono le parole con cui Oriana Fallaci ha definito la Magnani alla Magnani stessa, “Io credo che lei sia un grand’uomo!”
A.M.: Il sottotitolo del libro “vissi d’arte, vissi d’amore” riprende la passione con la quale l’attrice viveva sia il suo lavoro sia la sua vita?
Chiara Ricci: Ho scelto questo sottotitolo perché l’intera esistenza di Anna Magnani, sin da quando ancora ragazza frequentava la Reale Scuola di Recitazione “Eleonora Duse” (l’odierna Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico) è stata accompagnata da passioni, da amori e dalla ricerca di affetti e di stessi amori: l’amore per la musica, per il pianoforte, l’amore per la recitazione.
Avrebbe tanto desiderato una famiglia tutta sua, essere una brava moglie e madre. Credo la sua sia stata una rincorsa eterna alla felicità, alla stabilità affettiva e familiare, e quando ha capito che questa veniva meno è iniziata la sua consacrazione e la sua affermazione al cinema ed al teatro. Ha vissuto di amore e di arte…proprio come la Tosca pucciniana che, per ironia della sorte, ha interpretato nel film “Avanti a lui tremava tutta Roma”.
A.M.: È stato complesso trovare una casa editrice per il tuo manoscritto? Che cosa pensi del mercato dell’editoria?
Chiara Ricci: Se devo essere sincera sono stata fortunatissima. Il mio libro nasce come Tesi di Laurea (mi sono laureata al Dams). Il mio più grande desiderio era quello di scrivere e di dedicare la mia Tesi di Laurea ad Anna Magnani ancor prima di decidere il mio percorso di studi universitario. Quando ho realizzato questo mio sogno ero davvero felicissima.
Mai avrei creduto che sarei riuscita a pubblicare il mio scritto. Lo speravo come tanti miei coetanei ma non sapevo nemmeno da quale parte iniziare, come fare. Poi, ho contattato per puro caso le Edizione Sabinae e ho avuto un appuntamento con l’Editore Simone Casavecchia. Ricordo che abbiamo parlato molto, gli raccontai che desideravo creare un evento con il Comune di San Felice Circeo per presentare e spiegare il mio lavoro universitario. Gli lasciai una copia della Tesi ed aspettai di conoscere un suo parere. Quando mi disse che era un buon lavoro e che poteva essere inserito nella collana “Cinema Italiano” della sua Casa Editrice ci mancò poco che non urlassi! E’ stata una grande gioia…e lì ho capito che dovevo continuare, che dovevo poter credere di poter fare ancora molto per la memoria di Anna Magnani.
Sono stata fortunata. Il mio Editore ha creduto in me, in una studentessa come tante, ha voluto rischiare e darmi un’occasione. Di questo gliene sono molto grata. Così come lo sono alla Signora Carrano che mi ha aiutata a credere in me, a farmi capire che dovevo comunque provare, serenamente, tranquillamente con la forza della mia passione.
Questo è un periodo di crisi per moltissimi settori, non meno per l’Editoria e la cultura in generale e credo sia un vero peccato perché in questo modo si rischia di perdere quanto di più importante abbiamo: la nostra memoria e la nostra cultura in ogni sua manifestazione. L’editoria credo si occupi molto di noi giovani emergenti con concorsi, premi, incentivi per le pubblicazioni ma non è cosa semplice. I libri, purtroppo, non vanno solamente scritti, devono essere anche letti, accessibili ad un pubblico altrimenti non avrebbe senso avere in casa un violino scordato o chiuso in una teca, è pura sofferenza farlo patire privandolo della sua anima e del suo unico e vitale scopo: vibrare e creare melodie, lo stesso dicasi per i libri. La loro anima viene decantata dai lettori che gli permettono di continuare a vivere sfogliando le pagine e scorrendo con gli occhi le loro parole.
A.M.: Sino ad ora come sono andate le presentazioni de “Anna Magnani”?
Chiara Ricci: Le presentazioni del mio libro ogni volta mi hanno regalato emozioni immense. Per me poter parlare di Anna Magnani, farla incontrare ai giovanissimi, ricordarla, è un grande onore ed un vero piacere!
Sono state tutte a loro modo significative ed emozionanti. In particolar modo ricordo un commento che ha fatto il regista Giuliano Montaldo alla presentazione presso la Biblioteca Nazionale dello scorso ottobre. Mi disse che attraverso il mio libro ero riuscita a fargli tornare alla memoria ricordi, momenti, aspetti di Anna Magnani che credeva di aver dimenticato. Questo per me è stato come ricevere un prestigioso premio, è stato bellissimo. Ho avuto come la sensazione di essere riuscita a conoscere abbastanza bene Anna Magnani pur non avendola mai incontrata, è stato un momento indimenticabile per me che ricordo che grande affetto e tanta gioia.
A.M.: Sei giovanissima eppure sembra che tu abbia già deciso di voler entrare nel mondo del cinema abbattendo una porta molto spessa. Scrivere sul cinema. Pensi sia questo il tuo futuro oppure è un inizio per qualcos’altro?
Chiara Ricci: Se devo essere sincera io ancora non riesco a credere a quanto mi è accaduto ed a quanto mi sta accadendo. Nulla era stato programmato. Dentro di me ho sempre sentito il dovere, il bisogno di dovere e volere fare qualcosa per Anna Magnani, ma non sapevo bene cosa. Ho iniziato con la mia tesi ma non sapevo cosa sarebbe accaduto dopo. Forse è per questo motivo che a tutto questo tengo in modo particolare. La mia è una famiglia di artigiani e tutto per me è nuovo. Mi sono gettata a volo d’angelo in quest’avventura, pronta a prenderne il meglio ed il peggio. Sono molto contenta di averlo fatto.
È stata, ed è, un’esperienza che mi sta facendo crescere molto professionalmente e personalmente. Ora mi auguro con tutto il cuore di poter continuare su questa strada. Vorrei tanto poter divenire una storica del cinema e continuare a scrivere libri sulla splendida “Settima Arte”. Non credo cambierò idea. Spero, anzi, di dar luce presto ad un nuovo volume dedicato al Cinema e di riuscire ad organizzare quella “mia” mostra cui da tanto sto pensando. Ma, visto cosa mi è successo, forse è meglio non fare programmi.. Comunque non smetterò mai di portare avanti e di trovare anche un piccolo spiraglio per poter concretizzare ciò in cui credo fermamente.
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