“Annabel Lee” poesia di Edgar Allan Poe: un regno in riva al mare
“Annabel Lee”
Or son molti e molti anni,
In un regno in riva al mare,
Là viveva una fanciulla che col nome puoi chiamare
Di Annabel Lee;
E questa fanciulla viveva e soltanto pensava
Ad amare e ad essere amata da me.
Io ero un bambino e lei era bambina,
In quel regno in riva al mare;
Ma d’amore ci amavamo che era molto più che amore,
Io e la mia Annabel Lee;
D’un amore che invidiavano gli alati serafini
Su nel Cielo a lei e a me.
E per questo, tanto e tanto tempo fa,
In quel regno in riva al mare,
Da una nube sibilò con forza un vento,
A raggelare la mia bella Annabel Lee;
E arrivarono i suoi nobili parenti
E da me via la portarono,
Per serrarla in un sepolcro,
In quel regno in riva al mare.
E non così felici in Cielo, gli angeli
Invidiavano lei e me.
Sì! E per questo (come tutti in fondo sanno
In quel regno in riva al mare)
Nella notte da una nube sbucò il vento
A raggelare uccidendo Annabel Lee.
Ben più forte era il nostro amore
Dell’amore di chi era più vecchio di noi,
Di chi era più saggio di noi,
E né gli angeli nell’alto del Cielo,
Né mai i demoni nascosti nel mare,
La mia anima dall’anima potranno separare
Della bella Annabel Lee:
Poiché mai fulge la luna ch’io non sogni
Della bella Annabel Lee.
E mai sorgono le stelle ch’io non veda splender gli occhi
Della bella Annabel Lee:
E così la notte intera giaccio al fianco,
Del mio amore, vita mia e sposa mia,
Là nella sua tomba in riva al mare,
Là nel suo sepolcro tra il fragor del mare.
Edgar Allan Poe nacque a Boston il 19 gennaio 1809 e morì a Baltimora il 7 ottobre 1849. Fu poeta, critico, giornalista, saggista ed editore. È uno degli scrittori più influenti del suolo americano arrivato in Europa grazie alle traduzioni del poeta francese Charles Baudelaire e da allora è stato considerato come l’iniziatore della letteratura dell’orrore, del giallo psicologico e del racconto poliziesco. Edgar Allan Poe ha scritto anche mirabili poesie come ad esempio “Annabel Lee” anticipando il simbolismo e quell’aria da maledetto che poi sarà celebre dopo la metà dell’800 in Francia ed in Inghilterra.
Ha vissuto la maggior parte della sua vita con problemi finanziari, ha abusato di alcol e di droghe, da alienato è stato incompreso dall’America dell’epoca. Si comprende facilmente il fascino che ha esercitato su Baudelaire. La vita di Poe è circondata da lutti inusuali, tutto muore accanto a lui, ed è anche questo suo vivere la morte che lo portò a scrivere sulla morte, vera compagna di vita.
Ed anche la sua morte è avvolta dal mistero, infatti scomparve letteralmente per qualche giorno a Baltimora e fu ritrovato in uno stato allucinatorio con deliri, tremori. Si pensò ad intossicazione da alcol oppure astinenza dallo stesso. I resoconti in ospedale indicano una probabile rabbia.
Nel 1996 il cardiologo R. Michael Benitez scrive: «Non si può dire con certezza che la rabbia fu causa della sua morte dal momento che non fu effettuata un’autopsia, tuttavia questa è l’ipotesi da considerare più veritiera in quanto deliri, tremori, allucinazioni e stati confusionali, sintomi tipici della rabbia, non possono essere spiegati con l’abuso di alcol poiché Poe smise di assumere queste sostanze sei mesi prima del ricovero in ospedale».
Il “soggiorno” di Poe in ospedale durò solo quattro giorni, dopo il risveglio dal coma ebbe qualche ora di calma e lucidità per poi ripiombare nel delirio. Benitez scrive: «è insolito per pazienti che soffrono di astinenza da alcol ammalarsi gravemente, rimettersi per poco tempo e poi peggiorare e morire» e l’astinenza dagli oppiacei non produce tutti quei sintomi, con lucidità alternata a stati di incoscienza. Il medico di Poe scrisse anche che Poe rifiutò l’alcol che gli fu offerto (per curare l’astinenza presunta) e bevve solo acqua, ma con gran difficoltà; questo pare essere un sintomo dell’idrofobia rabbica (causata dal fatto che la deglutizione di liquidi provoca un laringospasmo molto doloroso, che poi si estende, a causa dell’ipersalivazione e dell’effetto psicologico, al solo suggerimento di bere); in concomitanza con altri sintomi, è un classico e inequivocabile segno di rabbia. Benitez conclude che Poe venne, forse, morso da un animale portatore, ad esempio uno dei suoi gatti, un cane o un pipistrello, e contrasse la malattia senza quasi accorgersene.»
“Mi hanno chiamato pazzo; ma nessuno ancora ha potuto stabilire se la pazzia sia o non sia la più elevata forma d’intelligenza, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non derivi da una malattia del pensiero, da umori esaltati della mente a spese dell’intelletto generale.” – dal racconto “Eleonora”
In lingua originale:
– Altre opere di Edgar Allan Poe presenti su Oubliette:
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