“Amorfo” di Dieter Perdomo: i meteoriti della verità

Di seguito si potrà leggere il brano in italiano e spagnolo intitolato “Amorfo” di Dieter Perdomo.

“Amorfo”

Dieter Perdomo Amorfo
Dieter Perdomo Amorfo

Amorfo.

Egli aveva osservato la struttura della casa, una porta di fantasia, ed una finestra alla realtà. Indivisibile, non poteva andare. Per caso doveva entrare? Fuori stavano i ratti strappando il pantano d’onore. Il Caos alimentava l’ordine lineare, decise di entrare nella galleria in modo disordinato. E c’era Ada, la sorella, che gli ha voluto baciarlo prima della fine del mondo.

Un terremoto? Due tsunami? O di una cometa che si schiantava contro la menzogna? Sì, attraversare il ponte. Baciare sul ponte posteriore. Prima di lui, uno sciame di idee cattive, e una bella ape nell’alveare di un cervello. Ebro, annega in un fiume di lacrime, nel vederla, tenendo una rosa, da cui volò la farfalla per salvarlo dal morire affogato nelle illusioni.

Cadono i meteoriti della verità, e distruggono nella notte l’umanità. Lei cerca altri baci di ciliegio, e ignora le miniere nel freddo. E fa caldo nella città degli occhi, e miraggi, vede  algoritmi nitidi, la danza e lei, dentro cotoni di ritmo, che lo persero nel maestrale, insicuro, entrò nella porta della realtà, e se ne andò fuori dalla finestra della fantasia . Sì, sì, arte, baci, diviso può entrare, da davanti e da dietro. Si rincontra nel maestrale, per raggiungere il cuore di vetro. Offuscata fiduciosa, ella corre attraverso le vene, l’antidoto per sfuggire, e la scarpata in basso, sale la schiuma, ed ella se ne va come vino in un soffio.

Se mai c’è principio, perché qualcuno ha pensato al finale? Il presente, che ci sta davanti, un bacio sulla fronte, poi sulle labbra, le farfalle di cristallo si perdono con il maestrale. Di tutti gli occhi si vedono cose sporche, e da una mente vengono le cose pulite, manicheismo sporco. Sogna di essere una cosa valente, e ha paura di svegliarsi … Resuscitare sull’orlo della morte, inerte, paralizzata si muove, si muove il toro furioso che arieti nudo per indossare il pericolo. Sicuro si evapora il mare, un’altra bugia che se è la verità, la menzogna è il muro, molto duro. Soave spalmata nella pergamena sul cammino, e grida: aiuto, nel mondo dei sordi, e scrive con sollievo, le parole: non mi aiutano, in tutto il mondo di loro indifferenti. Inerti …

L’ordine era denutrito con il disordine circolare. All’uscita dal tunnel del modo ordinato. L’ira della mente attraverso i vostri denti. Con la lingua da un trampolino, salta nella piscina, ed emerge dal fiume senza fine. Cadente di petto, e gioca le sue due pietre, il letto della morte si preoccupa, e sotto una lente d’ingrandimento brucia la vita. Si congela la vita, e si congela il vino, che nella sobrietà naviga nella solitudine.

 

In spagnolo:

Amorfo.

Había observado la estructura de la casa, una puerta de fantasía, y una ventana a la realidad. Indivisiblemente, no podía salir. ¿Acaso debía entrar? Afuera estaban las ratas destrozando el atolladero del honor. El caos alimentaba el orden lineal, decidió entrar al túnel de manera desordenada. Y allí estaba Ada, su cuñada, quería darle un beso antes del fin del mundo.

¿Un terremoto? ¿Dos maremotos? ¿O un cometa que chocaba contra la mentira? Si, atravesar el puente. Besar en el puente de atrás. Delante de el, un enjambre de ideas feas, y una abeja bonita en la colmena de un cerebro. Ebro, se ahoga en un rio de lágrimas, al verla a ella, sosteniendo una rosa, de donde saltó la mariposa a rescatarlo de morir ahogado en ilusiones.

Caen los meteoritos de verdad, y destruyen en la noche a la humanidad. Ella prueba otros besos de cerezos, e ignora los míos en el frio. Y calor hace en tu ciudad de ojos, y espejismos, ve nítidos algoritmos, bailan el y ella, entre algodones de ritmos, que lo pierden en el mistral, inseguro, entró por la puerta de realidad, y salió por la ventana de la fantasía. Si, si, arte, besar, dividido puede entrar, por delante y por detrás. Se reencuentra en el mistral, para llegar al corazón de cristal. Empañado confiado, ella corre por las venas, el antídoto para escapar, y escarpar bajando, sube la espuma, y ella se va como vino a la burbuja.

¿Si nunca hubo principio, por que alguien pensó en el final? El presente, es lo que esta al frente, un beso en la frente, luego en los labios, mariposas de cristal, se pierden con el mistral. De todos los ojos se ven cosas sucias, y de una sola mente se ven cosas limpias, sucio maniqueísmo. Sueña con ser una res valiente, y le da miedo despertar…

Resucitar al borde de la muerte, inerte, paralizada se mueve, se mueve el toro furioso que lo embiste desnudo para vestir el peligro. Seguro se evapora el mar, otra mentira que si es verdad, mentira es el muro, muy duro. Suave unta el pergamino en el camino, y grita: auxilio, en el mundo de los sordos, y escribe con auxilio, las palabras: no me ayuden, en el mundo de los indiferentes. Inertes…

El orden se desnutre con el desorden circular. Sale del túnel de manera ordenada. La ira de mente atraviesa tus dientes. Con la lengua de trampolín, salta a la piscina, y emerge del rio sin fin. Cae de pecho, y toca sus dos piedras, del lecho de muerte se preocupa, y bajo una lupa se quema la vida. Se congela la vid, y se toma el vino, que en la sobriedad flota en la soledad.

 

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