Intervista di Giuseppe Giulio alla "Femme Fatale" dei colori: Lilliana Comes

“Il mondo non è stato creato una volta, ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista orginale”. Questa frase di Marcel Proust racchiude tutta l’essenza di un artista semplice ma ricca di espressioni umane, protagoniste del nostro quotidiano.

Lilliana Comes nasce a Napoli  figlia d’arte di padre scultore, incisore e miniaturista, si diploma all’Istituto d’Arte “F.Palizzi” di Napoli, rivolge ben presto i suoi interessi alla pittura partecipando a molte mostre collettive di  giovani artisti emergenti. Allieva dello scultore Lelio Gelli e di Enrico Cajati segue brillantemente i corsi di disegno del  pittore Luigi Annunziata

Appassionatasi in particolare agli artisti dell’ Ottocento Napoletano, ne studia le campiture e ne subisce il fascino coloristico, che influenzerà fin dall’inizio la sua tecnica pittorica. Il colore è al centro del suo mondo pittorico e continua gli studi approfondendo le ricerche coloristiche, in particolare viene attratta da ” La Teoria dei colori” Di J.W. Goethe, che diventa ben presto il suo vademecum.

Qui con OublietteMagazine, Liliana Comes.

 

G.G.: Ciao Lilliana. Cosa significa per te dipingere?

Lilliana Comes: Caro Giuseppe dipingere  significa scatenare pura adrenalina…mi sento strettamente collegata alle mie creazioni..le vivo ..mi emoziona anche solo il pensiero di intingere il pennello nel colore..l’idea di una tela bianca che accoglie forma e contenuto pittorico mi eccita..mi dà energia e penso al momento in cui si compie la magia della completa realizzazione dell’opera stessa che già è ben definita a livello emozionale nella mia mente…Anche il terrore iniziale della non riuscita…le difficoltà…le riflessioni su come affrontare l’esecuzione dell’opera mi danno un emozione indescrivibile..ogni volta mi sembra la prima volta..non mi stanco mai.

 

G.G.: Lilliana, la tua biografia racconta di una particolare passione verso gli artisti dell’ottocento partenopeo. Cosa ti colpisce di questi artisti napoletani del XIX sec?

Lilliana Comes: Dell’ottocento napoletano mi affascina lo studio coloristico degli artisti…la luce le campiture..il modo di narrare…..I dipinti di quell’epoca profumano di una particolare aria di umanità  e libertà di espressione artistica oltre ad un ineguagliabile padronanza tecnica che porta oltre i canoni tradizionali  ma questo vale per tutte le correnti artistiche dell’ottocento.

 

G.G.: Il “Colore” è al centro del tuo mondo e della tua arte. Qual è il colore che meglio ti rappresenta?

Lilliana Comes: Prediligo le tonalità calde, ma non ho  preferenza per un unico colore…sono tutti belli ..tutti hanno un loro fascino ed una loro utilità.

 

G.G.:La teoria dei colori” di Goethe è il tuo vademecum. Ci sono altri “vademecum” nella tua vita da Artista?

Lilliana Comes:  Il più utile Vademecum c’è l’ ho nella testa..ma è difficile da spiegare.

 

G.G.: Il tuo stile pittoresco è molto intimistico e nobile, ma anche molto comunicativo. Un quadro può davvero essere un nuovo e forte mezzo di comunicazione?

Lilliana Comes: L’arte in generale è sempre stato un forte mezzo di comunicazione ,il compito dell’artista è quello di comunicare le proprie emozioni  e sensazioni … personalmente  lo trovo un gesto d’amore verso gli altri, condividere con l’osservatore la propria creazione..essere compresi nel messaggio che si vuole comunicare…l’emozione più grande l’ho avuta alla mia prima personale ..si avvicinò una vecchietta e mi disse che le mie opere facevano compagnia..probabilmente era quello che a lei serviva in quel momento..si era identificata nei miei lavori..mi sono commossa.

 

G.G: Cosa ti hanno lasciato Lelio Gelli e Luigi Annunziata?

Lilliana Comes: Lo scultore Lelio Gelli mi ha trasmesso il rispetto per i volumi plastici, conoscerli mi è stato indispensabile per poi ridurli al minimo per mio gusto ed esigenza. Ed inoltre l’armonia di impostazione che nel mio caso ho  adottato in pittura ed  è  necessaria per la riuscita di un opera piacevole….Luigi Annunziata mi ha trasmesso invece l’amore per il disegno.

 

G.G.: Napoli è una città bella ma maledetta allo stesso tempo. Come la rappresenteresti in un tuo dipinto?

Lilliana Comes: La rappresenterei con i meravigliosi colori lavici del Vesuvio.

 

G.G.: Un’ultima domanda Liliana! Tra i tanti quadri,qual’è quello che ti emoziona,o meglio che ti lascia un brivido particolare ogni volta che lo guardi?

Lilliana Comes: Tutti…non considero mai un opera realizzata se non mi dà una forte emozione…curo i miei lavori come se fossero dei figli..

 

Colori e Fiamme di vita, questa è l’arte di Lilliana Comes.

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