Intervista di Alessia Mocci a Marzia Carocci ed al suo “Di poesia ho vissuto”
“Di poesia ho vissuto” edito presso la casa editrice “Carta e penna” è un viaggio emozionante all’interno della vita dell’autrice Marzia Carocci. Il titolo esplicativo del contenuto racconta di come Marzia ha vissuto ogni sua esperienza, ricordo, dolore, gioia, con la poesia sempre al suo fianco come un terzo braccio o una mente secondaria che voleva fuoriuscire per raccontare di se stessa e delle sue emozioni. “Di poesia ho vissuto” è un insieme di prosa e poesia, con la prosa l’autrice vuole raccontare i suoi ricordi, alcuni eventi e poter dare l’immagine giusta al lettore, con la poesia invece vuole emozionare e rendere partecipe delle sensazioni che il determinato ricordo le procura. È di sicuro un prodotto di mirabile fattura, l’intento poetico è il gradino estremo che si percorre quando all’interno della mente si hanno percezioni altre che non tutti sono destinati ad avere ma delle quali tutti possono usufruire con la lettura.
Marzia Carocci è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune nostre domande lasciandoci con una dedica per gli artisti.
A.M.: “Di poesia ho vissuto” non è un semplice libro ma è il racconto di una vita. È esatto?
Marzia Carocci: Diciamo che “Di poesia ho vissuto” è il viaggio reale e spirituale che ho fatto, reale perché ogni poesia che ho scritto in questo volume è il versificare della realtà vissuta.
Tutto quello che ha segnato la mia vita, per esempio la morte di un giovane ragazzo che ho conosciuto, la storia di un senza tetto che ho incontrato molti anni fa, il ricordo di un baule chiuso in cantina con dentro i suoi cimeli, ed altri ricordi, sono riportati prima in racconto e poi in poesia. Fatti e ricordi mai rimossi, macigni che ancora fanno male,desideri vissuti e nostalgie ,hanno fatto parte di me, quella che sono adesso, una donna che ha aperto il suo cuore senza remore ed inibizioni, una donna che non ha timore di fare emergere la propria debolezza, quasi fosse una forza.
A.M.: Qual è il racconto che pensi possa piacere maggiormente al lettore?
Marzia Carocci: Forse “Il baule dei sogni” perché ognuno di noi ha sicuramente dei ricordi dell’infanzia, ricordi di ambienti, di profumi, di nostalgie che spesso nei sogni cerchiamo ancora, quasi alla ricerca di ciò che eravamo, a ritrovare un vissuto che lentamente si è allontanato lasciandoci sulla pelle sensazioni di ieri, lo stesso ieri che ci ha visto crescere con le paure, le forza, i dolori ed i piaceri, lo stesso ieri che è nascosto nella nicchia della nostra anima.
A.M.: Nel libro la prosa s’interseca con la poesia. Puoi spiegarci il perché di questa scelta stilistica?
Marzia Carocci: La scelta è nata nell’intento di dare la spiegazione al titolo del libro “Di poesia ho vissuto”. La prosa è un delineare a larghe linee un fatto, un ricordo, un aneddoto, la poesia che ne segue sarà il preludio, il ritmo, la musicalità di tale descrizione. La poesia ha la particolarità di una metrica che è indispensabile per una costruzione in versi,la prosa solo ricchezza d’immagini.
A.M.: Quali sono gli autori dei quali non ti sei mai stancata di leggere le opere?
Marzia Carocci: Leggo sempre molto ben volentieri i classici Montale, Leopardi, Carducci, ma adoro anche alcuni contemporanei come Mario Luzi.
Facendo recensioni, ho trovato però anche tanta bellezza, melodia, emozione in alcuni nomi di esordienti che non avendo dalla loro parte,”giustizia” editoriale, passano in secondo piano. Credo che questo sia un modo di uccidere la poesia, ci sono alcuni talenti che andrebbero valorizzati, spesso la grossa mole di scrittori e poeti nasconde la “genialità”. Peccato!
A.M.: Marzia Carocci non è solo una scrittrice e poetessa ma anche un personaggio attivo nel campo letterario, ci racconti qualcosa?
Marzia Carocci: Esordirò con il dire che amo questo mio interessarmi alla cultura.
Recensire e fare prefazioni, presentare libri, essere membro e presidente di giurie letterarie, andare a fare vari recital poetici, è per me vitale.
Questo mi da la possibilità di “tuffarmi” nel mare della poesia, dello scrivere, dell’aprirsi del prossimo, sentire sulla pelle la loro introspezione, sapere che non c’è finzione, falsità, retorica quando un autore apre il suo cuore, è pura anima.
È come avere tanti amici che danno il meglio di loro. I comportamenti umani, nella vita reale di tutti i giorni, sono spesso dettati dai vari stati d’animo, dall’istinto, dalla difensiva, il poeta o lo scrittore, non può frenare o fingere la propria interiorità, fingerebbe a se stesso e questo, durante la lettura si capisce dalla forzatura, dalla sensazione di non aver avuto emozioni.
L’arte in genere è un creare emozioni, la pittura, la scultura, la musica, la poesia, tutto ciò si trasforma come un parto interiore, ciò che non c’era, l’artista crea.
A.M.: Che cosa ne pensi dei nuovi metodi di marketing pubblicitario quali i social network e i book trailer?
Marzia Carocci: Penso che tutti i modi leciti che servano a pubblicizzare in modo pulito e positivo un buon prodotto siano utili. Non sopporto dove c’è chi vuol guadagnare con l’arte altrui. Gli sciacalli sono ovunque…guardiamoci alla spalle!
A.M.: Hai qualche consiglio di lettura per un giovane poeta?
Marzia Carocci: A un giovane poeta direi: leggi ciò che ti emoziona di più, ognuno di noi ha alcuni tasti emotivi diversi da altri, a me può piacere il pessimismo storico di Leopardi, a un altro l’ironia del meraviglioso Trilussa. La poesia, mi rivolgo a tutti i giovani poeti, è quella parte di noi che spesso non tiriamo fuori per paura di farci vedere fragili, impotenti, e nostalgici, non abbiate timore di leggere poesie, piangete, emozionatevi, sognate, esaltatevi dai versi che l’anima regala.
Diventerete adulti, ma nel cuore non avrete un macigno duro, ma un mondo privo di rabbie ed egoismi.
Il sogno e l’evasione della parola, riusciranno ad elevarvi e vedere il mondo in policromia.
Buona vita e sorrisi a tutti!
A.M.: Ci vuoi lasciare con una poesia?
Marzia Carocci: Sì, la dedico a tutti gli artisti:
“Artisti”
“A voi che ci credete/ artisti del mio tempo,/ pittori consumati/ di notti mai concluse,/ e a quei poeti stanchi/ di carte spesso bianche/ per chi non sa vedere/ quei sogni dentro al cuore.// Scultori che plasmate/ con mani di velluto/ quei volti o corpi freddi/ e vita gli donate…./ Urliamo quel silenzio,/ quel mondo chiuso dentro/ e poi imbrattiamo i muri/ con l’anima che sorge.// Fra le parole scarne,/
mettiamoci quei graffi,/ che scuotano la gente/ inesistente e sorda/ che chiusa ha ormai la mente/ in scrigni senza perle,/ e nei profondi abissi,/ consumeranno il tempo/ che impavido li attende!”
Dopo questa dedica vi lascio i link del contatto facebook e del blog di Marzi Coracci:
http://www.facebook.com/?sk=messages&tid=1362584541007#!/marzia.carocci
http://marzia-dipoesiahovissuto.blogspot.com/2010/07/di-poesia-ho-vissuto-di-marzia-carocci.html
ahahahahahahah, ma queste sarebbero poesie??? hahahhahahahahaha