Selfie & Told: La Plomb racconta “Amami come”

“Amami come le canne, a 16 anni sotto i portici/ amami come quelle minigonne, nelle tue prime giornate/ di shopping e guardami come se avessimo 10 anni in meno,/ quando non ci importava fare tardi,/ che tanto ci alzavamo sani e salvi senza troppo stress// […].” ‒ “Amami come”

La Plomb

Ciao a tutti, siamo i La Plomb, nati da una discussione telefonica nel 2016, quando whatsapp non bastava a dirsi “quanto siamo felici” o a parlare di progetti musicali futuri.

Siamo un duo, composto per il 70% da acqua e per il 30% altro, ovvero: vino bianco di dubbia provenienza sorseggiato nelle sessioni in studio, hardware poco funzionanti dove conservare momenti e ricordi, le note arpeggianti di una chitarra con le corde in nylon, racconti di storie vissute male, ritornelli melodici e strofe sincopate, pop e non, bassi molto bassi, thc, cbd e vivin c.

In quanto duo siamo in due: Ponee e Berkana, voce e producer. Ci conosciamo da dieci anni e ci tolleriamo ancora, non sappiamo bene chi siamo e cosa saremo ma sappiamo quello che siamo stati fino a cinque minuti fa.

Quindi, cogliamo con piacere l’occasione per sederci con voi sul lettino del dr. Oubliette Magazine per indagare noi stessi ed analizzarci nelle prossime domande della nostra auto-intervista.

 

L.P.: Benvenuti a noi, ragazzi, cosa ci porta qui?

La Plomb: Buondì, siamo qui perché ci è capitato di scrivere un brano dal titolo “amami come” che non è autobiografico ma vorrebbe (o potrebbe) esserlo. Si tratta del nostro ultimo singolo, in uscita dopo un breve periodo di pausa dalle pubblicazioni, in cui ci siamo dedicati a cercare la nostra personalità. Il pezzo è, all’apparenza, una canzone d’amore che però, come una matrioska, cela al suo interno altre riflessioni.

 

L.P.: Come mai usiamo la parola “non autobiografico” per descrivere il brano? E perché lo abbiamo realizzato?

La Plomb: Non auto-biografico perché, nel brano, si racconta la storia di una coppia; nessuno di noi è però fidanzato, ammogliato, etc. In realtà si tratta quindi di un espediente narrativo per parlare di qualcos’altro, un tema che invece ci sta più a cuore. “Amami Come” vuole porre l’attenzione sulla necessità di vivere senza l’obbligo di adattarsi a schemi imposti da altri, senza il senso di colpa nel godersi i momenti con quel tocco di incoscienza. L’abbiamo voluto scrivere in un momento in cui, prima di dormire, il tema ricorrente era lo scorrere del tempo, vissuto sempre con un po’ d’ansia e dubbio. Un periodo in cui ci facevamo continue domande sulla necessità di lasciare alle spalle alcuni atteggiamenti, alcuni sogni, alcuni desideri che, per altri, potrebbero apparire infantili. Un rifiuto, quindi, di un pensiero fin troppo comune per cui, a un certo punto, fantasticare fa male, osare non va mai bene, ti viene detto che devi essere “responsabile” ma non cosa questo significhi. È un invito, invece, a prendere le cose con spensieratezza, a vivere i propri anni con la giusta maturità ma non trasformarsi in quello che hai sempre cercato di evitare; la trama di Peter Pan, in pratica, ma senza fatine.

 

L.P.: “Amami come”, nelle sonorità, sembra andare in una direzione leggermente diversa rispetto ai nostri vecchi lavori. Un mood dai colori più avvolgenti e intimi. È un modo per partire da un nuovo step?

Amami come – La Plomb

La Plomb: Grazie della domanda, non ce l’aspettavamo. In un certo senso si, si tratta di una sorta di nuovo inizio. Non che siamo resuscitati eh, ma in qualche modo è come se avessimo capito meglio cosa ci soddisfi dal punto di vista artistico, cosa volere dare al progetto e in che modo. Da un lato Ponee ha sviluppato un modo di cantare, o canticchiare, più personale, cercando di dare più spazio alle immagini e meno ai tecnicismi, più alla semplificazione e meno agli incastri fatti per puro diletto personale. Berkana ha sviluppato quella sua naturale indole malinconica, che tanto gli piace trovare anche nella musica, e l’ha utilizzata per creare paesaggi sonori a disposizione dei temi affrontati. Si è cercato di introdurre elementi di generi diversi in un unico contenitore, La Plomb, che possa amalgamarli con coerenza. Diciamo che rimane l’idea che la sperimentazione e la continua ricerca di qualcosa di nuovo sia alla base di un progetto musicale (altrimenti si muore) ma abbiamo individuato il punto di partenza.

 

L.P.: Ci dobbiamo quindi aspettare tanta tristezza e malinconia nei prossimi brani?

La Plomb: Diremmo di no, dai. Anche perché in ogni canzone ci piace mettere un po’ di ironia dove possibile. È vero che la capacità di dilaniarci dentro è, forse, una delle nostre migliori doti, ma non abbiamo neanche voglia di trasmettere una costante sofferenza all’ascoltatore, ce n’è già abbastanza! Sicuramente però siamo andati in una direzione più introspettiva come filo conduttore di questo nuovo percorso; abbiamo cercato di parlare di noi, anche di cose comuni, di piccoli avvenimenti. È venuto tutto in modo abbastanza istintivo; una serie di situazioni ha fatto sì che entrambi avessimo quel tipo di esigenza in quel determinato momento.

 

L.P.: Una cosa sulla quale abbiamo spesso messo l’accento, è il tentativo di proporre qualcosa di originale. In che modo pensiamo che La Plomb abbia quel qualcosa di diverso ma al contempo caratterizzante?

La Plomb: Mah, partiamo del presupposto che fare qualcosa di diverso non coincide con il fare qualcosa di bello. Noi ci proviamo ma, come sempre, è l’ascoltatore che dà il suo giudizio finale. Ed è pazzesco come spesso accada che la percezione che hai di un brano, nella sua stesura, nelle sue sonorità e costruzione, sia molto diversa dalla percezione di chi quel brano lo ascolta. Diciamo che la voglia di originalità è più un augurio che un obbiettivo da seguire a tavolino; soprattutto quando non vuoi porre limiti al tuo lavoro o schemi pre-impostati. Nel nostro caso, il fatto di arrivare da panorami musicali diversi, fa si che il risultato finale, quello dettato dagli input artistici di entrambi, sia un mix di tante cose, di tanti modi di vivere la musica; l’augurio è che tale mix suoni bene a chi ascolta così come suona bene a noi che lo creiamo. Si tratta di salvaguardare i gusti di entrambi e di farli convivere in uno stesso progetto.

 

L.P.: Se dovessimo farci un augurio per congedarci, quale sarebbe?

La Plomb

La Plomb: Sicuramente la speranza di arrivare con i nostri pezzi a più persone o, meglio, alle persone cui vorremmo rivolgerci. Non tanto per un fatto di ego personale ma perché, quando scrivi, componi, registri, sei davvero felice se quello che fai in studio arriva agli altri. Alla fine sta tutto in quello, non c’è da girarci troppo attorno: quando qualcuno cita una tua frase o ascolta un tuo pezzo a sottolineare un momento della propria vita, è lì che ti viene voglia di continuare a farlo. Non siamo per l’arte fine a se stessa insomma.

 

[…] I tempi dei limoni e balli imbarazzati/ saliscendi degli ormoni tipo yo yo/ i pomeriggi sul divano, i dischi piratati,/ ricordi di seconda-mano ma per noi no.// […]‒ “Amami come”

 

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