“Elmet” di Fiona Mozley: quando il silenzio avvolge piano amore, speranza e sofferenza

“I binari mi conducono tra le colline. I treni scorrono sotto le cime circondate dalle valli. Passo una serata sdraiato su una brughiera a guardare il vento, i corvi, i veicoli lontani; perso nei ricordi di questa stessa terra, più a sud; del passato, di un altro tempo; e poi della mia casa, della mia famiglia, dei mutamenti e dei rovesci della sorte, di inizi e di finali, di cause e di conseguente. Il mattino dopo proseguo per la mia strada. Sotto i miei piedi giacciono i resti di Elmet.”

Elmet di Fiona Mozley

Avete mai sentito parlare di Elmet? Il suono di questo nome rievoca luoghi mitici e in effetti è dell’ultimo regno celtico, indipendente dall’Inghilterra, che parlo.

È la terra, umida e spietata nello Yorkshire nella quale vivono Danny e Cathy, fratello e sorella adolescenti, insieme al padre. La madre non c’è più e il padre fa quello che può per preparare i figli ai pericoli del mondo.

John, il padre, ci prova a mostrare il suo amore per i figli ma nella vita ha sempre conosciuto violenza e solitudine.

Insieme costruiscono un piccolo paradiso, una casa con animali, mobili costruiti da loro, archi per cacciare e quella che per loro è serenità. Fino a quando non bussa alla loro porta il signor Price, riccone presuntuoso e sfruttatore che rivendica la proprietà di quella casa.

Da quel momento sarà una lotta continua ed un crescendo di difficoltà fino a quel finale crudo e potente.

Elmet” (Fazi Editore, 2018, traduzione di Silvia Castoldi) è il romanzo di esordio della giovane e talentuosa scrittrice inglese, classe 1988, Fiona Mozley.

Un romanzo che parte in sordina, in un mondo quasi idilliaco, che mostra ben presto ciò che di negativo può esserci nella vita di ogni essere umano, i pericoli, le difficoltà, i fatti omessi.

Cresciamo tutti nelle nostre bare, Danny. E io mi sono vista crescere nella mia.”

Paradossalmente il silenzio è il principale mezzo di comunicazione dei protagonisti, tramite questo vengono raccontati i mondi diversi dei tre: il padre che sa difendersi solamente con i pugni, Daniel che guarda il mondo con curiosità, Cathy che scopre fin troppo presto i pericoli e le minacce per una donna.

Voglio dire, non ha importanza, vero? Voglio dire che le cose saranno sempre come sono adesso. Ci saranno sempre degli altri da combattere, e diventerà sempre più difficile. Mi sembra che non mi lasceranno mai in pace.

Fiona Mozley

Il lettore viene veicolato dalla narrazione di Daniel, vediamo e sentiamo con i suoi occhi di giovane ragazzo concentrato sul suo dover essere uomo. E d’improvviso si troverà adulto, nonostante desiderasse solamente continuare a sognare e vivere sentendosi se stesso.

Duecentottanta pagine intense, una scrittura notevole accompagnata da una storia davvero forte, cruda, toccante.

È necessario dotarsi di coraggio per tenere gli occhi aperti in alcuni momenti: le parole si tingono di nero, poi di rosso, e tornare indietro diventa improvvisamente impossibile.

L’alba spuntò da un bocciolo di penombra color malva e fiorì insanguinata quando mi svegliai.

 

Written by Rebecca Mais

 

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