“Come eravamo” di Sydney Pollack: il maccartismo, uno spaccato della società americana
“La vita è troppo seria per prenderla seriamente…” ‒ Hubbel Gardiner
The way we were è il titolo originale del film, tradotto in italiano con il più suggestivo Come eravamo.
Ed è fin da subito, dall’appellativo attribuitogli, che si può intuire il contenuto sentimentale promesso dalla pellicola. Tratto da un romanzo di Arthur Laurents, Come eravamo non è film che tratta solo di sentimenti, ma è anche rappresentazione di un’epoca passata; o meglio, è ‘spaccato di una società’, in questo caso di quella americana.
Come eravamo raggiunge il grande pubblico nel 1973 a firma del regista Sydney Pollack, che ha realizzato altri celebri capolavori: La mia Africa, ad esempio.
Lo si può definire quasi un viaggio nel tempo quello proposto da Pollack e portato sullo schermo da due interpreti d’eccezione: Barbra Streisand nei panni di Katie Morosky, la protagonista, e Robert Redford nelle vesti di Hubbel Gardiner, nel ruolo del suo compagno. Due persone molto diverse fra loro, le cui vite s’intrecciano sentimentalmente per un lungo periodo.
A fare da corollario alle vicende amorose e professionali dei due è un lungo arco di tempo; un periodo che va dagli anni ’30 del Novecento, passando per il cosiddetto ‘maccartismo’, per arrivare poi alla soglia degli anni Sessanta.
“Lui era come la nazione in cui viveva: aveva tutto troppo facilmente…” ‒ Katie Morosky
Lei, militante comunista, crede ciecamente nelle giuste cause, che fa proprie partecipando ad esse in maniera attiva. Il suo atteggiamento è però eccessivo, tale da farne motivo di scontro dialettico con il suo compagno di vita, di cui è molto innamorata.
Lui, sentimentalmente più tiepido, è uno scrittore di talento che, almeno all’inizio della storia, non riesce a decollare. Lo farà successivamente quando, chiamato a Hollywood in veste di sceneggiatore, cederà alle lusinghe del cinema, senza però essere soddisfatto del trattamento cui vengono sottoposti i suoi lavori.
Figlio di una borghesia adagiata in una vita tranquilla e benestante, disimpegnato e amante della bella vita, che gli si confà completamente, Hubbel ha difficoltà a interpretare ciò di cui Katie è consapevole; ed ecco nascere da qui complicazioni di ordine sentimentale che vanno a intaccare il loro rapporto.
Intervallato dalla storia d’amore che si consuma fra i due, con alti e bassi, dove i bassi sono numericamente maggiori degli alti, è in un contesto di fatti realmente accaduti che si sviluppa la narrazione filmica di Come eravamo. Un contesto storico che vede l’America intervenire nel secondo conflitto mondiale.
La causa scatenante dell’intervento degli Stati Uniti è l’attacco di Pearl Harbour per mano dei giapponesi, episodio determinante che induce l’America a entrare in quella guerra che sarà devastante per l’intero pianeta.
Poi, a seguire, mentre il legame fra i due si consolida, l’epoca del ‘maccartismo’ si fa più pressante.
Il ‘maccartismo’ è un intervallo politico che si esaurisce intorno agli anni Cinquanta, in cui viene alimentata una paura diffusa ed esagerata dell’avvento del comunismo, suggestione che induce il senatore Mc Carthy a ritenere che il regime comunista avrebbe preso il potere sul territorio americano, e a subordinare la vita dei cittadini americani al comunismo. Il maccartismo è momento storico che dà vita a una ‘caccia alle streghe’ senza precedenti, e che sottopone l’America tutta a una censura politico-culturale che limita la libertà d’espressione in ogni campo.
Superato quel momento di difficile transizione politica e sociale, ben illustrato nello sviluppo filmico, la narrazione si evolve positivamente per i due, complici e intenzionati a vivere un rapporto stabile e duraturo.
Per arrivare quindi agli anni Sessanta, momento in cui il legame fra Katie e Hubbel non regge all’usura del tempo e delle incomprensioni, da sempre latenti fra i due, per risolversi quindi in maniera definitiva.
“Sei proprio certa delle cose di cui sei certa?” ‒ Hubbel Gardiner
Nonostante sia stato inserito a giusto titolo nel cinema romantico Come eravamo è film che dà lo spunto per più di una riflessione. La più evidente e importante delle quali si riferisce alle dinamiche di coppia, e all’incomunicabilità esistenziale che spesso consegue dal rapporto a due.
Problematica che nella pellicola attraversa due universi diametralmente opposti, da un punto di vista emotivo. Ovvero quelli che appartengono ai protagonisti, abitanti di due mondi lontani che si sfiorano senza arrivare mai a toccarsi per davvero, e senza arrivare a raggiungere la profondità delle loro anime.
Perché il loro modo di essere e di intendere la vita, distante anni luce, non si trasforma neppure dopo un lungo periodo di convivenza. Semplicemente, i due personaggi sono agli antipodi, e non sanno cogliere, nella narrazione filmica, un tempo d’amore regalato loro da un benevolo destino.
Quindi, incomunicabilità di coppia, che porta Katie ed Hubbel a vivere attimi frammentati, dove ogni incontro potrebbe essere l’ultimo e decisivo. È una distanza siderale quella che s’insinua nel loro rapporto, nonostante l’unione appaia, a un certo punto della narrazione, come cristallizzata in un legame dalle sembianze durevoli.
Invece, Come eravamo è una storia che narra di un amore tormentato e non vissuto nella sua completezza. Un amore che si dissolve fra le molte sfumature caratteriali dei due, e che si lascia dietro rimpianto e nostalgia per ciò che poteva essere e non è stato. Aspetto questo ben sottolineato anche dall’eccellente colonna sonora che accompagna i momenti cinematografici più salienti, oltre che i dialoghi, intensi, che colpiscono lo spettatore direttamente al cuore.
“Tu non parli, tu dai lezioni…” ‒ Hubbel Gardiner
Come eravamo è pellicola che va oltre il tempo e lo spazio in cui è stata realizzata, anche perché storia d’amore raccontata in maniera attraente, oltre che moderna ed attuale, nonostante sia parte della cinematografia degli anni Settanta del Novecento.
Perché in fondo le storie d’amore, per certi aspetti, si somigliano un po’ tutte, a prescindere dal periodo storico in cui si consumano.
Ottimo il tratteggio psicologico dei personaggi, tutti; in particolare quello di Katie Morosky, che risulta essere l’interprete di maggior spicco all’interno della narrazione. E i cui aspetti caratteriali sono delineati con abilità, e risaltano nel confronto con quelli degli altri personaggi, i quali rimangono in secondo piano rispetto alla figura della donna. La cui vivida umanità è messa in luce dal suo comportamento, che la spinge a cercare di fare del mondo un posto migliore.
Nonostante si sia aggiudicata ben 2 premi Oscar e 1 David di Donatello, la pellicola non sempre ha avuto giudizi favorevoli dalla critica.
Del regista si è detto che si sarebbe fatto scudo di fatti storici reali per politicizzare una love story dai tratti banalmente comuni. Giudizio non corrispondente al vero, a parer mio, perché Come eravamo è film sì d’amore ma che offre una visione di eventi sociali e storici, seppur accennati brevemente, alquanto esaustiva.
Si dice inoltre, che la trama di Come eravamo sia stata ispirata, forse in parte, a vicende autobiografiche dello sceneggiatore; il regista però, almeno in un primo momento, pare non volesse realizzare la pellicola, diventata poi un caposaldo del cinema sentimentale.
“Non ho abbastanza stile per te…” ‒ Katie Morosky
Written by Carolina Colombi