“La famiglia Aubrey” di Rebecca West: un’indimenticabile saga familiare pregna di colori, emozioni e cultura

“Noi tre scendemmo in cucina e io mi misi in piedi sulla sedia per accendere il gas. Era più poetico della luce elettrica e mi dispiace che moltissimi bambini di oggi non lo vedranno mai. Sopra il beccuccio del gas, dentro alla campana di vetro rovesciata, c’era una cosa chiamata reticella che, quando si apriva leggermente il rubinetto nel braccio della lampada e si accostava un fiammifero, brillava di un bianco pallido e tremolante, come un uomo resuscitato dall’aldilà le cui bende cerate conservino ancora un po’ della luce dell’immortalità.”

La famiglia Aubrey

George Bernard Shaw paragonava la scrittura di Rebecca West alla sua trovandola però più selvaggia; Alessandro Baricco lo definisce uno dei migliori libri scritti nel Novecento; la scrittrice Eleonora Marangon l’ha confrontata con Louisa May Alcott e il suo “Piccole donne”.

La famiglia Aubrey”, il cui primo volume, di tre, è stato pubblicato nel mese di luglio dalla Fazi Editore, è una saga familiare tra le più coinvolgenti e ben riuscite della letteratura inglese e mondiale. L’autrice londinese, Rebecca West (1892 – 1983), pseudonimo di Cicily Isabel Fairfield (preso in prestito dall’omonimo personaggio di Ibsen, un’eroina ribelle) fu scrittrice, giornalista, critica letteraria, viaggiatrice femminista ante litteram e politicamente impegnata.

È dalla sua vita piuttosto travagliata che prese spunto per la scrittura de “La famiglia Aubrey”, una famiglia molto particolare composta da artisti.

La madre, Clare, di origini scozzesi, è una pianista dotata ma che ha dovuto rinunciare alla carriera per dedicarsi alla famiglia; il padre, Piers, di origini irlandesi, giornalista e scrittore è dedito al gioco d’azzardo sperperando i già pochi soldi che girano in casa; ci sono poi le tre figlie, Rose, Mary e Cordelia, le prime due con le stesse doti della madre al piano, la terza molto bella ma non dotata musicalmente e nonostante ciò convinta di essere un talento col violino; e infine il figlio maschio, Richard Quin, il piccolo di casa, il più amato e coccolato tra tutti.

La cultura è sempre presente nelle loro vite e se di tanto in tanto il cibo scarseggia i libri non mancano invece mai: dai classici per ragazzi a quelli storico – filosofici. E poi ci sono le vicissitudini quotidiane, insieme alla scuola, al lavoro del padre, le lezioni di musica e le festività celebrate sempre con gioia e affetto familiare.

La famiglia Aubrey” è sorprendente nella sua semplicità: quella di Rebecca West è una scrittura scorrevole e affascinante, capace di mostrare le sfaccettature di un’epoca in bilico tra bellezze e brutture dell’esistenza.

Ogni personaggio è ben delineato, basta una parola per riconoscere la persona alla quale si sta facendo riferimento e se inizialmente il lettore è spettatore silente, con il proseguire delle pagine diventa parte integrante della famiglia.

Poco importa che la loro casa non sia tra le più sfarzose e che i loro abiti risultino passati di moda, ciò che importa sono le dinamiche interne, i pensieri di ognuno dei protagonisti, le difficoltà di fronte ad un padre che periodicamente si aliena e non si preoccupa come dovrebbe essere di moglie e figli.

Rebecca West – London 1960

Tra le figlie l’unica a patire la povertà e l’eccentricità dei familiari è Cordelia, il cui desiderio più grande sarebbe quello di essere più simile alle altre persone.

Quella Aubrey non è la classica famiglia di fine Ottocento – primi del Novecento, i figli non sono relegati nelle loro stanze e non si annoiano ma vivono tutto ciò che riguarda la famiglia a trecentosessanta gradi e benché si accenni alla preoccupazione dei genitori riguardo i futuri matrimoni delle figlie, esse imparano a fare tutto e conservano una forza ed un orgoglio propri.

Eravamo ancora piccole, ma già furbe come volpi. Dovevamo esserlo. Dovevamo essere in grado di fiutare il vento e capire da quale parte sarebbe giunta la prossima sventura e prendere le nostre precauzioni, che spesso non erano esattamente del genere che i nostri genitori avrebbero approvato.”

La famiglia Aubrey” è un capolavoro da riscoprire, una storia appassionata non priva del giusto tocco di ironia, la lettura ideale per questa estate, in spiaggia sotto l’ombrellone o nella propria casa comodamente seduti sul divano.

 

Written by Rebecca Mais

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *