“Cronache di un gatto viaggiatore” di Hiro Arikawa: una metafora sul profondo senso della vita

Ogni romanzo è un viaggio, in “Cronache di un gatto viaggiatore” di Hiro Arikawa edito da Garzanti a settembre 2017, ce ne sono due: il viaggio di Satoru insieme al suo gatto Nana attraverso il Giappone e il viaggio nel suo passato alla ricerca del vero motivo per il quale non può più tenere il suo gatto.

Cronache di un gatto viaggiatore

Nana è un gatto randagio fino a quando la station wagon di Satoru non diventa il suo rifugio ideale.

Col tempo l’uno diventa l’unico appoggio per l’altro, Nana riesce a mettere da parte la sua sfiducia nel genere umano e Satoru mette da parte la sua ritrosia ad avere un nuovo gatto, dopo la perdita del precedente che ha vissuto con molto dispiacere.

Non è una semplice storia di amicizia tra un umano e un gatto, è la storia di un incontro e di come nel tempo riesce a diventare un legame saldo che va al di là di semplici stereotipi già letti e raccontati.

La novità sta nella narrazione: i pensieri di Nana vengono svelati al lettore in modo quasi ironico e semplice; ci fa capire come legga veramente nella mente di Satoru e come gli cambi la vita in meglio senza che lui se ne renda conto, proprio come fa chi ti vuole bene.

Dopo cinque anni con il suo gatto, Satoru non può più tenerlo con sé ed è costretto a trovare un nuovo padrone ed è a questo punto, nel secondo capitolo, che inizia l’avventura dei due.

Attraversano il Giappone, dalle grandi città al piccolo paese dove Satoru è cresciuto con i genitori, poi il monte Fuji e le distese di fiori dell’Hokkaido.

Le descrizioni non sono molte, ma sembra di vedere quelle grandi distese di fiori gialli e viola e il cielo limpido dove insieme vedono un grande arcobaleno.

Entrambi riescono a percepire nelle novità e nei cambiamenti, piccole felicità momentanee e proseguono con speranza nel loro viaggio senza fare troppi programmi, un po’ come nell’affrontare la vita.

C’è la natura e ci sono gli amici di un tempo di Satoru che lo accolgono a braccia aperte, ma nessuno di loro sembra il candidato ideale per essere il nuovo padrone di Nana.

A tratti divertente, l’incontro con altri gatti e le loro chiacchierate durante il viaggio in traghetto, ad esempio, a tratti malinconico quando si ritorna indietro nel tempo e si racconta la tragedia che ha attraversato l’infanzia di Satoru, il romanzo emoziona e coinvolge diversamente da molti autori giapponesi.

Hiro Arikawa

In ogni capitolo si ripercorre la storia del protagonista e il modo in cui ha aiutato i suoi amici durante la sua vita: tutti conservano un ricordo positivo di lui e cercano di aiutarlo pur non sapendo il perché della scelta di lasciare il gatto.

Il vero motivo si scoprirà quasi alla fine del romanzo e lascerà un po’ di tristezza (mi dispiace, ma devo anticiparlo).

La vita di Satoru, infatti, non è stata semplice e rispecchia in quella del suo gatto Nana: hanno molte cose in comune, la solitudine fra tutte le altre.

Il viaggio è una metafora sul profondo senso della vita e di come sia bello viverla insieme ad altri ed in modo partecipato.

È molto lineare come narrazione e si può leggere senza troppo impegno, ma riesce ad emozionare in modo inaspettato.

Se si amano i gatti, come me, è un’ulteriore motivo per leggerlo.

 

Written by Gloria Rubino

 

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