“L’orrore n° 91” di Paolo Ferrara: il senso di soffocamento, terrore e impotenza tipica del sogno

“Ci sono orrori che vagano liberi per la città. Da qualche parte una porta è stata aperta. Sottoterra scienziati lavorano e fanno ricerche su segreti indicibili. Segreti come l’orrore n° 91.”

L’orrore n° 91

Un libro, horror, come racconta già il titolo, da leggere tutto di un fiato.

Il testo risente delle passioni dell’Autore torinese che spaziano dal teatro al Cinema, al Disegno.

Come gli incubi notturni, quelli che ognuno di noi ha provato, dimenticandoli poi, con sollievo, al mattino, Paolo Ferrara descrive con il senso di soffocamento, terrore e impotenza tipica del sogno, alcune paure ancestrali dell’essere umano.

Paure chiuse dentro di noi da centinaia di migliaia di anni, ma rese ancora più letali, terrificanti, da un progresso scientifico usato senza morale.

Cinque racconti, completamente slegati tra loro, che descrivono fatti e fastidi quotidiani, situazioni che fanno parte della nostra vita quotidiana, ingigantiti fino a diventare prima incubi e poi, appunto, orrori.

Edito da La strada per Babilonia, è un libro sottile, quasi che la carta non potesse reggere più orrori di quelli descritti.

L’autore, disegnatore di fumetti, usa le parole come pennelli, per dipingere i suoi racconti usando le parole come colori, con tratto deciso.

Degno di nota il primo dei racconti, il più lungo, quello che da modo all’autore di farci capire un poco del suo modo di ragionare e molto della sua tecnica di scrittura.

L’orrore n° 91 è una cavia, un cane, usata per esperimenti medici.

Un freddo ricercatore incrocia il suo sguardo, in laboratorio e ricorda la sua umanità. Un briciolo di pietà gli illumina la mente, fino a scatenare l’incendio che, da qui farà partire la storia che porterà infiniti lutti all’umanità.

Nel secondo racconto, un piccolo fastidio diventa qualcosa di peggio, durante il viaggio del protagonista su un autobus urbano. Un fastidio, un prurito, che ognuno di noi ha provato, almeno una volta nella vita. Un incomodo che l’educazione ci proibisce di levarci, grattandoci davanti a tutti.

Ma se poi non è solo un fastidio da nulla?

Paolo Ferrara

Poi di seguito altri racconti i pensieri di un serial killer, ossessionato dall’incisione perfetta. Peccato che debba essere incisa sulla pelle delle sue vittime, la sua opera d’arte.

A seguire la leggenda metropolitana del fantasma di una giovane che fa l’autostop e cambia per sempre la vita di chi le dà un passaggio, almeno nella catena di Sant’Antonio che sono costretti a fare per non morire.

Chiaramente influenzato dai Manga giapponesi e dai films da loro tratti, si legge come un fumetto.

Alla fine, le farneticazioni di alieni, portati sulla Terra dalla macchina di un vecchio zio trovata in cantina da un giovane Millennial, che, naturalmente, accende il dispositivo in diretta su un social media.

L’alienazione di un mondo che vive on line, on line muore.

Tutto scritto con la mano nervosa del disegnatore, che bada più al tratto sulla carta, al segno che lascia, che allo strumento che usa per lasciarlo.

 

Written by Salvatore Barrocu

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *