Selfie & Told: la band Earthset racconta l’album “Popism”

“I just wanted to feel the touch, but light could hurt this much/ Now I know, but I’ve got to say… I’d still do it again.// Oh gods… you’ve smashed me into the sea,/ For the courage that I’ve shown…it looks like a crime to your aloof eyes./ […]” – “Icaru’s flight”

Earthset

Earthset è un gruppo nato per sbaglio dall’incontro tra Luigi Varanese (basso) e Costantino Mazzoccoli (chitarra), in una serata sbagliata come tante in via del Pratello a Bologna.

Io suonavo il basso

Io suonavo la chitarra

Mettiamo su un gruppo

Un paio di annunci improbabili online e si reclutano Emanuele Orsini (batteria) ed Ezio Romano (chitarra e voce). Lineup completa nel gennaio 2012, un paio di prove e subito al lavoro su brani inediti.

Da allora un demo nel 2013, un album uscito nel 2015 (“In a State of Altered Unconsciousness”), concerti dal Veneto alla Sicilia ed un nuovo Ep di freschissima uscita per Chains.

Forse un po’ romantici, forse un po’ stralunati, un nome che rimanda allo spazio ma occhi chiusi per guardare l’universo che ci portiamo dentro, in fondo un po’ antipatici, ma perlomeno sinceri.

Non amiamo farci intervistare, ma ci piace abbastanza metterci in discussione, quindi quale migliore occasione di questa Selfie & Told?

 

E.: Cominciamo con la domanda principale, che effetto vi fa autointervistarvi… ci… mi… insomma s’è capito, no?

Earthset: È abbastanza strano perché non amiamo di base le interviste… più che altro non ci piace ricevere sempre le stesse domande di default tipo “che influenze avete”, ”come nasce la band” o quelle che trovano già risposta nelle varie biografie o comunicati stampa. Ci è capitato raramente di ricevere domande nel merito della nostra produzione artistica, che poi dovrebbe essere la cosa centrale. Farsi delle domande su se stessi e per se stessi, invece, è un gioco abbastanza schizofrenico al quale siamo più abituati, anche perché sul tema ci abbiamo fatto un disco (In a State of Altered Unconsciousness). Quindi dai, potremmo arrivare in fondo senza sclerare.

 

E.: La vostra musica è abbastanza difficile da catalogare. Pur rimanendo tra l’indie e l’alternative variate molto di stile e questa cosa è stata anche oggetto di critica da parte di alcuni, che giustamente non hanno inteso dove vogliate andare, che direzione volete darvi ed in ultima analisi cosa volete esprimere. Sentite giusta questa obiezione? cos’è che volete esprimere davvero e questa varietà di stili è forse voluta?

Popism

Earthset: Grazie per la domanda. La diversità di generi, stili o atmosfere che caratterizzano la nostra musica deriva dal fatto che sin dall’inizio del nostro percorso abbiamo voluto evitare i paletti “di genere”, per cui abbiamo un approccio abbastanza libero e casuale nello sviluppo dei singoli brani. Per quanto possa sembrare strano, questa opzione è frutto di una scelta ponderata, l’idea di creare una musica che possa risultare gradevole a prescindere dalla sua catalogazione. Non amiamo la mania di etichettare le cose, le persone… perché farlo con la musica? In questo senso quel che vogliamo esprimere è più che altro una visione della musica e dell’arte in generale come spazio di libertà e di crescita per i singoli e per la società, libertà che passa secondo noi attraverso l’abbattimento dei binari, delle scatole e dei compartimenti stagno, in un flusso continuo ed ininterrotto di emozione e ricerca. L’impressione che si può avere è effettivamente di spaesamento, ma è quel che vogliamo dare al nostro ascoltatore: non sapere cosa attendersi dai prossimi dieci secondi o dal brano successivo. D’altro canto ci piace scrivere musica che noi stessi ascolteremmo e che, in primo luogo, ci diverta suonare. I cambi di registro aiutano a tenere vivo il “gioco”.

 

E.: Parliamo del vostro nuovo disco, “Popism” e del precedente “In a state of altered unconsciousness”. Sin dall’estetica si ha l’impressione di un netto distacco tra i due, sembrano il giorno e la notte, la luce ed il buio, ed anche le atmosfere musicali sono abbastanza diverse. Quale vi rappresenta di più?

Earthset: A dirla tutta entrambi sono lavori che ci rappresentano e che vediamo in modo complementare. C’è molto di noi in tutti e due, sia a livello personale che emotivo che concettuale. Del resto è l’unità degli opposti a costituire l’intero. Ed anche nella struttura dei nostri brani c’è da sempre un gioco di opposti, atmosfere rarefatte, chitarre pulite, ma anche distorsioni pesanti, deliri psichedelici e canzoni tradizionali. È un po’ la schizofrenia con cui ci divertiamo.

 

E.: Divertimento, gioco, sono parole che iniziano a tornare… Anche la svolta più “pop” del vostro Popism è dunque un gioco? O siete seri?

Earthset: Diciamo un cinquanta e cinquanta. Quando abbiamo avuto davanti i brani che compongono “Popism” ci siamo accorti di come ci fosse una tensione naturale delle canzoni a risultare più immediatamente comprensibili rispetto a quelle del nostro primo lavoro… più “pop” in certi passaggi. A quel punto la strada era già spianata per giocare con l’idea della svolta “pop” ed abbiamo confezionato l’ep in questo senso sin dalla registrazione, passando per il mix, l’artwork ed il titolo. Si tratta di un gioco al contempo ironico verso l’esterno ed autoironico rispetto a noi stessi, ovviamente, ma che abbiamo portato avanti con convinzione e serietà.

 

E.: Previsioni su possibili sviluppi futuri ed obiettivi?

Earthset

Earthset: In realtà non siamo in grado di prevedere nulla. Come detto abbiamo un approccio molto libero in fase di scrittura ed è praticamente impossibile stabilire a priori dove andremo. Attualmente stiamo lavorando, tra una data e l’altra, ad alcuni brani nuovi. Un paio li stiamo anche inserendo nella scaletta del live, giusto per capire che reazioni suscitano. L’obiettivo principale attualmente è continuare a crescere, a scrivere ed a suonare insieme, proseguire con i concerti, anche perché la dimensione live è quella che ci piace di più vivere… quel che verrà verrà.

 

E.: A proposito di live… prossimi appuntamenti dal vivo?

Earthset: La prossima data attualmente confermata sarà a Roma, l’8 giugno al Le Mura. Stiamo lavorando sui prossimi mesi, anche se alcuni impegni personali ci forzeranno ad una breve pausa estiva… possiamo consigliarvi di seguire la pagina facebook per restare aggiornati.

 

E.: Ultima domanda libera: fatevi una domanda e datevi una risposta!

Earthset: … Ma non lo abbiamo fatto sinora?

 

E.: Appunto! Grazie

 

Written by Earthset

 

 

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