“Riccardo Cuor di Leone. La maschera e il volto”, di Roberto Romano: tra cronache, leggende, cantàri

L’autore, Roberto Romano, classe 1949, ha dato prova di grande amore per le ricostruzioni storiche e letterarie, col supporto delle discipline filologiche di cui è profondo e stimato conoscitore. Una lunga carriera di docenza universitaria in vari Atenei, tra Università di Napoli, Università della Calabria, Università di Salerno e Università Federico II di Napoli. Numerose le sue pubblicazioni scientifiche, sia sul versante filologico, con importanti edizioni critiche, e che su quello delle traduzioni.

Riccardo Cuor di Leone

A Ottobre del 2016 è uscito, per Graphe.it Edizioni, inserito nella collana I Condottieri (diretta da Gaetano Passarelli), un libro nuovo dal sapore antico, Riccardo Cuor di Leone. La maschera e il volto.

Davvero affascinante e avventuroso viaggia tra le pagine di questo libro scritto con perizia, concretezza, lucidità storica e con quella misura che lo rende fruibile alla vasta platea dei lettori e non solo agli storici. Roberto Romano ha attinto con sapiente oculatezza dalle fonti più varie, antiche, e dagli studi moderni e contemporanei, materiale che ha, poi, debitamente vagliato e sfrondato, selezionato e ricucito, ripensando la figura di Riccardo re normanno d’Inghilterra, rimeditandola e cercando di restituircela più umana, certo, ma non per questo meno carismatica.

Un lungo lavoro che solo la pazienza di uno studioso, storico e filologo, ha potuto poi rendere di agevole lettura per chi fosse digiuno di pregresse conoscenze storiche.

L’opera di Romano si presenta, pur snella e agile, ampiamente articolata al suo interno, partendo da una breve premessa che offre spazio a citazioni di varia epoca e provenienza circa Riccardo, figlio di Enrico II Plantageneto e di Eleonora d’Aquitania. Nello snodarsi delle principali vicende storiche europee e mediterranee, sulle quali vengono aperti ampi squarci e doverose parentesi, tra le intricate vicende familiari e dinastiche, viene a delinearsi il profilo di un giovane uomo, di un sovrano, di un crociato, di un condottiero e, perché no, di un colto poeta.

Enrico II, padre in eterno conflitto coi figli, ma capace di perdono, ottimo sovrano, marito fedifrago, da un lato; Eleonora, donna colta, ambiziosa, intelligente e caparbia, instancabile nel realizzare le sue strategie politiche, in favore dei figli, in primis di Riccardo, contro il marito, cui lei stessa non risultava punto essere fedele.

A corredo della sua ricostruzione L’Autore fa seguire interessanti Annotazioni in cui sono trattate in sintesi le fonti utilizzate col richiamo ai fatti e/o personaggi direttamente, di volta in volta collegati, seguendo l’ordine dei capitoli. Seguono, poi, un essenziale, ma ricco e puntuale apparato bibliografico e una interessantissima Appendice di documenti che fanno conoscere in maniera diretta il Riccardo poeta, attraverso due liriche attribuite al sovrano: Ja nuns hons pris (Mai nessuno prigioniero), giunta in due versioni, lingua d’oil e lingua d’oc, con musiche dell’autore stesso, e Daufin, je’us voill deresnier (Dalfi, vorrei confrontarmi con voi), risalente al 1194.

Roberto Romano

Ulteriore spazio, entro l’Appendice, a chiudere il contributo direttamente acquisito dalle fonti, prima della Cronologia, è dedicato al tema, ancora aperto, della sessualità di Riccardo. In questo caso è lo stesso Roberto Romano a tradurre i passi di specifico interesse, tratti dalle Gesta Henrici Secundi, II, 146-147; II, 7 e dalla Cronica di Ruggiero di Hoveden, III, 288-289.

Non tanto e non soltanto sul punto inconcluso, forse, della sua omosessualità, verte lo squarcio che l’autore cerca di aprire sul ritratto circonfuso dall’alone mitico di eroe senza macchia, ma sulla doppiezza della sua personalità, dovuta all’indole indomabile della stirpe normanna, violenta, barbara e selvaggia da un lato, comunque ingentilita dall’adesione al Cristianesimo, e l’uomo-ruolo: re coraggioso e pio difensore della Fede, sino alla partecipazione alla Terza crociata.

Condottiero dalle incredibili doti militari di combattente e di stratega lo fu sicuramente, ma la sua indole lo faceva ricadere spesso, fuori dal ruolo, nei peccati di superbia, cupidigia e lussuria. Spesso inaffidabile e volubile, bramoso di ricchezze sino al rischio della propria vita, decisamente meno dotato di lucidità  e strategia politica rispetto ai genitori, dai quali ereditò la passione, ma non il buon senso.

Quale dei due Riccardo prevalse? L’eroico Cuor di Leone o l’uomo eccessivo e contraddittorio?

Ce lo scrive abilmente Roberto Romano in un libro dedicato a un intramontabile condottiero che ancora una volta saprà avvincerci con le sue gesta.

Buona lettura.

 

Written by Katia Debora Melis

 

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