Contest Letterario di Poesia “I Canti” – partecipazione gratuita

“La sera sul sagrato con le ombre/ portò i fiori, la cifra/ disselciata dell’enigma. Interrogata/ soffia sul mondo il refolo del vento. Si accomiata/ l’atleta dalla pista, ora corre nel cielo/ da agonista in un plumbeo sentiero/ un sole verticale. D’incanto la natura/ è uno strumento del pensiero, tormento/ nei gemiti legnosi della pianta, canta” – “I Canti

Contest I Canti

Regolamento:
1. Il Contest letterario gratuito di poesiaI Canti è promosso dalla web-magazine Oubliette Magazine e dall’autore Paolo Maria Rocco. Il Contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.

Il Contest è gratuito. Il tema è libero.

 

2. Articolato in 1 sezione:
A. Poesia (limite 60 versi)

 

3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.
Ogni concorrente può partecipare con una sola opera per sezione.

 

4. Premio:
N° 1 copia della silloge “I Canti”, di Paolo Maria Rocco, edito dalla casa editrice Bastogi Libri nel 2015.
Saranno premiati i primi tre classificati della sezione A.

 

5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 24 ottobre 2016 a mezzanotte.

 

I Canti

6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Editor in Chief)

Paolo Maria Rocco (Poeta)

Cristina Biolcati (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)

Elisa Longo (Collaboratrice Oubliette)

Katia Debora Melis (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Emma Fenu (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

 

7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook: https://www.facebook.com/OublietteMagazin

 

10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.

 

11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

Buona partecipazione ed “in bocca alla giuria… sperando che non morda!”

 

98 pensieri su “Contest Letterario di Poesia “I Canti” – partecipazione gratuita

  1. Sezione A – Accetto il regolamento

    E come una foglia

    E come una foglia
    alla prima brezza d’autunno
    arrossisco
    al pensiero di te…
    Poi mi lascio afferrare
    dal girotondo del vento,
    cercando di raggiungerti…
    ma cado a terra
    e mi confondo tra mille altre.
    Non mi troverai mai…

  2. COL VERSO DI MUSICA

    Ti vorrei tanto
    qua …
    col mare sulle braccia
    e sole del mattino,
    gentile fiore che fa fiorire
    la nostra geometria
    in segreto
    qualche bacio di stella
    dolce come il tuo cuore,
    cantare insieme
    sol mi fa …
    bene ci farà
    col verso di musica.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  3. Fabio D’Alessio – Accetto il regolamento del contest.

    Titolo: Destino

    L’auto corre come se sapesse
    su quale strada è diretta.
    Come vorrei che anche la mia mente
    fosse certa di quel percorso,
    sapesse con certezza a quale luogo
    arriverò dopo questo viaggio.
    Improvviso.
    Ingiustificato.
    Quasi una fuga.
    Una fuga da quella realtà
    che io stesso ho creato,
    con le mie decisioni.
    Tutta la mia vita mi ha portato fin qui.
    Poteva esser diversa?
    Ho forse sbagliato a qualche bivio importante
    dando al destino l’opportunità di questa beffa?
    E poi mi ritrovo ad un incrocio,
    un cartello scolorito mi ricorda che
    andando a sinistra
    mi ritroverei in poco tempo a Roma.
    D’improvviso la mia mente si apre.
    Non so nemmeno io come sono arrivato qui,
    ma non importa la strada,
    dovrei saperlo che tutte le strade portano a Roma.

  4. Scacciapensieri

    Il fruscio del vento
    accarezza
    spighe di grano
    dalle radici salde e forti.
    Le tue mani
    ruvide e rugose
    raccontavano fatiche
    disegnavano emozioni
    tracciavano confini
    reggevano steli di margherite
    e pesanti vanghe.
    Riecheggiano
    le note dell’armonica,
    sei vento
    tra spighe di grano,
    sei radice
    scolpisci la terra,
    come il sole
    irradiavi
    di polvere d’oro i campi,
    sei musica
    dolce e grave
    musica armonica
    scacciapensieri.
    Giuseppina Carta- accetto il regolamento

  5. INES ZANOTTI 5-9-2016

    IL PASSEGGINO

    “Pure tu
    crepuscolo della sera,
    lo vedesti avanzare
    oscillante e smarrito
    a spinger se stesso…”
    Con movenza tremolante
    il passeggino blu
    penetrò la folta bruma
    miratamente a mostrar la via
    allo strascicante suo giovine.
    Profonda mi dolea in core
    quell’andatura cenciosa e china:
    al suolo lo sguardo prodigo.
    Sfuggir ormai non potevo,
    l’umanità derelitta stava innanzi
    sciorinando l’amaro vivere!
    Piagnucolìo d’infante non s’elevava,
    bensì cibarie
    celate da un paltò lurido e contuso.
    L’errabondo e il passeggino
    passaron oltre in sinergia,
    elemosinando agape
    a dolci animi in cammino…

    Accetto il Regolamento – Sezione A

  6. accetto il regolamento- sezione A-

    -canto al Centauro-

    lunghissime dita nel vuoto.
    Plessi stellari per miglia e miglia.
    Non mi somiglia l’ultima piega
    che spalanca solo un soffio sul vetro.
    Dimmi che volerai _o Centauro _sopra
    queste pupille?
    _______Acquistando una linea di spazio
    ti vengo a salire debole e
    con un chicco di avena che qui non abita
    se non tra le ganasce di un sciarpa serpiginosa.
    _Erodere i metalli.
    Cominciare calzante uno stacco oltre il lenzuolo dell’aria.
    _____Guardo lontano.
    Nulla.
    Non è acre questo nulla?
    Freddo di cianuro e nel bacio della buonanotte.
    Così concluso il cerchio
    che grida e non ci trova. Tu un cavallo di fiamme
    al traino di questo fiordaliso che
    stilla remoto al suo pistillo.
    ____E scelgo un petalo. Svolazza ad arte__ o Centauro_
    sfregando miriadi di tessere e pavimenti.
    Mi rivedo quaggiù __ erbacea consistenza
    di un agglomerato al minimo delle sue forze.
    _ E’ triste il dispiacere . Tocco la coda
    scendendo illegale.

  7. DIEGO GIANVINCENZO CIVITA 06/09/2016.

    “Catartica”

    Se una penna bastasse
    a divorar
    come una fauce il male,…
    sarei disposto
    a piangere ancora
    sotto la mia e l’ombra del tempo,
    e aspetterei l’alba/per ascoltar del silenzio/l’inizio e la fine,
    sì ch’io capirei allor
    che vivo sarà colui
    che allo scontro offrirà amor;
    e poi solo resterò tra i fanciulli del mondo
    perchè è :”la culla” l’eterno afflato
    senza cui nessun uomo
    può rimaner se stesso
    nè rendersi veramente spirituale!.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO-
    -Sezione A

  8. Accetto il Regolamento

    BOUQUINISTES

    Si vendono libri
    e vecchie curiosità
    nel cielo di Parigi.
    Ne sfogli le pagine
    scegliendo il vento adatto.
    a scoperchiare il tempo
    Profumano di viole.
    Escono sortilegi
    e salgono a fior d’acqua
    che scorre in lingua dolce
    verso la cattedrale.
    Parlano di follia,
    pensose primavere
    e disperati amori
    in vicoli odorosi
    là dove attende il mondo
    pronto da raccontare.

    Amo le storie appese
    ai rimbalzi del cielo.

  9. Voglia di volare

    Come un uccello migratore
    seguo la rotta della mia vita.
    Sorvolo luoghi d’incantevole bellezza,
    città antiche e moderne,
    valli silenti e immobili pianure,
    fieri monti e colline sorridenti.
    Sotto di me, il mondo è uno specchio d’acqua
    dove si riflettono
    imponenti fortezze senza più cavalieri.
    Seguo il lento scorrere dei fiumi
    che mi portano al mare,
    che orientano il mio volo
    verso la mia dimora.
    Respiro il dolce profumo dei fiori,
    portato in alto dal vento
    che, mai stanco, sibila
    fra le guglie delle monumentali Cattedrali
    e i merli delle torri toscane.
    Da quassù vedo un mondo migliore:
    ci sono cascaste impetuose
    che si gettano nei docili laghi
    dove io, a sera stanco, posso abbeverarmi,
    per riprendere poi il volo
    e ripartire, sulla scia della mia meta.
    In alto, sempre di più,
    da dove la terra appare solo un punto
    nello spazio sconfinato,
    per poi scendere giù, in picchiata,
    attraversando i vasti altipiani,
    volando e planando lentamente,
    con il fiato sospeso, gli occhi chiusi.
    Mi chiedo allora
    come vedano gli uomini
    il cielo da laggiù,
    dal loro paradiso terrestre.
    Loro che, convulsi e incuranti,
    mai si fermano,
    mai si guardano attorno,
    mai pensano a ciò che li circonda,
    a quello che ammiro io da quassù,
    sulla rotta del ritorno.
    Una tepida brezza,
    culla l’ora della sera
    e il mio cuore batte forte
    per l’emozione
    mentre volo verso la mia antica dimora
    sopra un mondo meraviglioso,
    come quello tratteggiato
    dalla mano di un pittore,
    come quello declamato
    dalle parole di un poeta,
    come quello musicato,
    dagli accordi di un compositore.
    Proseguo il viaggio,
    mentre spira una dolce,
    fresca aria di primavera.
    Sono prossimo all’arrivo
    e felice mi sento, di essere quassù
    volando da te,
    come in un sogno.

    Fiorella Fiorenzoni – poesia edita tratta da “Aria Fuoco Terra Acqua”

    Accetto il regolamento – sezione A – poesia

  10. passi nella notte

    Accade a volte d’udire
    passi furtivi nella notte
    echi soffocati di mistero:
    ha un suo modo allora
    di tremare il cuore
    palpitando voci ch’evocano
    morte e vita, ciclo perenne
    della ruota che mai stanca
    rincorre giri senza spiegazione.
    La notte eterna spalancata
    rotta a volte dal sole
    è il vero non senso
    di tempi unici e diversi.
    Respirarti accanto ora,
    mentre i grilli scavano nel buio
    e la luna quietamente s’adagia
    lanciando sbadati bagliori
    nell’onde d’un timido ruscello,
    averti accanto ora
    è la mia pietra di paragone
    dell’ignoto divenire.

    Sezione A – Accetto il regolamento

  11. Accetto il regolamento
    SEDUTA
    Seduta sotto la volta celeste
    momenti di vita passano negli occhi.
    Guardo ponente
    immobile attendo l’accadere,
    mente roteante
    miriade di pensieri, domande, dubbi.
    Mani frementi in grembo delicatamente posano
    desiderose di accarezzare il viso noto, amato, atteso.
    Raggiungo la quiete interiore vivendo
    nella consapevolezza di essere.

  12. LUI TORNA
    Musica suscita profumi,
    al tramonto lieti suoni
    arrivano e, brucia il cuore;
    Allegria arriva per chi attende.
    Ora è lieta, sussurra alla luna;
    cammina incontro alla quiete,
    guarda le stelle con chiari occhi;
    poi, sorriso la soffoca nella visione,
    chiare gocce accarezzano guance rosate:
    li asciuga l’amato da lontano tornato.
    Antonio Da Campo 2016
    Ok Accetto il regolamento
    Saluti

  13. MI TROVERAI

    Domani
    se vorrai sentirmi
    cercami nel vento,
    nelle onde d’acqua,
    nella luce,nei suoni.
    Sarò nel cielo sereno,
    nella lieve brezza,
    nelle nuvole,
    in ogni goccia di pioggia.
    Cercami
    nei frutti e nelle spighe,
    nei fili d’erba…nei fiori,
    negli occhi delle gazzelle,
    nei colori delle farfalle.
    Mi troverai
    nello sguardo dei bambini,
    delle donne, degli uomini,
    lungo la tua via.
    Mi siederò vicino a te
    all’ombra dell’arbusto
    e ti abbraccerò
    quando alzerai lo sguardo
    cercandomi nei ricordi.

    Sezione A Poesia,accetto il regolamento.

  14. Giostre

    Altri ricordi sul ciglio sono scivolati
    tu li hai travolti e li hai bruciati,
    quel ch’era il mio credo ora non è più
    da ogni parte del mio cosmo rotoli,
    come in quelle orrende giostre di cavalli
    e gnomi che ruotano veloci, incuranti e stolti
    -ferma voglio scendere!- sento le vertigini,
    e risa di mostri e di streghe stupide con capelli di carta
    che mi solleticano ridendo sguaiate, ma ti vedo ancora
    nei bui cunicoli di cartapesta dove sbando cieca,
    ora ti ho perso nei caroselli, nelle sarabande,
    nelle volute di fumo colorate, tra stregoni e fate,
    tra bocche che sputan fuoco e manichini di pezza lordi.
    Poi riappari splendido come un totem custode di tribù
    sai concedere regali scempi, tra i giocolieri riappari,
    ovunque guardo ti ritrovo, mellifluo uomo,
    non giocare a nascondino nei meandri
    del mio pensiero, mi graffi con i tuoi occhi pungenti
    lasciami stare nelle mie palafitte
    come cavernicola, non volevo un futuro
    dove esisti! Avrei cambiato strada,
    bello e sporco adorante traditore,
    ferma i tornei dove nessuno vince,
    lasciami nuda e sudicia nelle viscere della terra
    dove nessuno può arrivare e prendi la strada
    del ritorno, là dove io non ti possa più vedere.

    Emanuela Di Caprio sez. A accetto il regolamento

  15. GIULIA LA FACE
    (accetto il regolamento -Sezione A)

    ECO DI UN AMORE(requiem in morte di)

    Ore di verità
    arrestano il tempo quieto
    del mio respiro docile
    Disarcionata da me stessa
    mi sorprendo abbacinata
    stesa di sale colata
    Dispersione assoluta il tuo viso
    Sei dove
    Sola mi solca l’acqua
    e sogno , deliro
    che asciugherai il mio miele
    assaporerai il mio suono
    E resti ancora dentro
    perturbazione mitica
    che tempestò il mio mare
    sollevandomi fondali
    di troppe vite
    di te in attesa
    E ora follia
    è questa attesa viva
    di ciò che so Natura
    non consente mai ritorno

  16. MARILENA VIOLA
    (accetto ill regolamento)

    TAUTOGRAMMA IN “R”

    Regolarmente
    riavvio remoti ricordi,
    rostro rampante
    rosso rompighiaccio,
    restaurando rosee ragnatele
    romite reminiscenze.
    Reali rumori riemergono
    rocamboleschi reinvenimenti
    rullano ruotano rimbalzano
    rispuntano risorgono rombano
    rievocano ridestando recuperano,
    ritroso ritratto,
    reverenziale riverbero,
    ristabilito riflesso rive retrostanti.

    Ricche risonanze riscaldano.
    Riposti ritmi ripropongono
    ruscelli roboanti rifluiscono,
    romiti rilievi rinverdiscono.
    Rimpianti rugginosi rimuovono.
    Rendono reale reversibile.
    Renitenti remake riaccendono!
    Repressi refrain regalano.

    Ricordi
    ritrovati respiri
    revocate “ratio” riaccese!
    Rinnovata ricchezza!

  17. Sezione A

    Accetto il regolamento

    Cometa

    Frammenti di tenebre
    disciolti
    scordati
    sgranati
    sulla scia di una cometa

    sono un fiotto
    un rivo
    quasi un singulto
    perverso
    del tempo

    che trascina
    travolge
    dimentica
    riverbera
    nel cielo di ogni
    umana esistenza

    passi
    trascolori
    nulla lasci
    se non la scia
    del tuo esserci

    ancora
    per ora
    per poco
    un frammento

    appunto

    che trasmigra
    da te
    da me
    da loro
    nel vento rabbioso

    così come
    la brama
    il desio
    il nulla
    o l’incompiuto

    restano
    attesi
    appesi
    i frammenti di tenebre
    sulla scia di una cometa.

  18. (accetto il regolamento)
    __________________________________

    IL P.C. E LA MACCHINA DA SCRIVERE
    ———————————
    la macchina da scrivere, stava da sé
    nel piccolo angoletto dell’ufficio.

    Era l’agosto del ’93
    e l’impiegato, per trarre beneficio
    dal lavoro sempre più in aumento
    pensò di portar lí
    un nuovo strumento
    facendosi installare un bel P.C.

    la macchinetta, coi suoi neri tasti
    vedendosi arrivar vicino a lei
    la strana macchina, con toni nefasti
    gli disse: “Oh, ma che strana sei,
    piena di fili e di spinotti accesi
    con tanti accessori lì attaccati !!!”

    Invudia gli faceva… senza quei pesi
    dei martelletti ogni giorno sollevati …

    Il computer , altezzoso, sospirò :
    “… Come sei vecchia… sei proprio demodé!”

    Ma a un tratto la luce se ne andò
    e il pc morì senza saper perché…

  19. La stella
    Sopra i campi infangati di dolore
    Riflette il cielo rosso
    E si amalgama con il sangue di anime innocenti
    Ritti tra le spine, stanno fra le mani di uomini senza Dio
    Che esercitano gratuita violenza
    Fragili come ramoscelli si piegano al vento della crudeltà.
    Galleggiando sopra un mare d’impunità
    Non comprendono il perché di questa inciviltà.
    Sperano che il tempo non cancelli mai
    Nei cuori degli uomini l’illogica fine
    Spezzati derisi come futili cose
    Aspettano impazienti che giunga
    Anche per loro l’immortalità
    Seduti col capo chino, affrontano il viaggio.
    Diventato infinito
    Hanno sopra il cuore cucita una stella
    Ma non brilla
    E anche se la vita è un incubo, presto si risveglieranno
    Consapevoli di poter alzare di nuovo la testa e respirare
    Ancora il profumo leggero della libertà
    Superare nel ritorno la sofferenza.
    Accorgersi di non essere più soli
    Perché ora
    Nella mia coscienza
    Vorrei portare cucita sul petto una stella.
    Se un giorno riusciranno a dimenticare, ritornare alla vita,
    la loro terra non avrà confini:
    sempre libera, sconfinata nel ricordo di essere liberi
    come il sole e l’aria.

    Anno 1971

    Ai piccoli “Hurbinek, Hurbinek, Henek, Kleine Kiepura e Pavel”
    Trassi ispirazione per questa poesia dopo aver letto il libro di Primo levi: “la tregua”

  20. sezione A

    La stella
    Sopra i campi infangati di dolore
    Riflette il cielo rosso
    E si amalgama con il sangue di anime innocenti
    Ritti tra le spine, stanno fra le mani di uomini senza Dio
    Che esercitano gratuita violenza
    Fragili come ramoscelli si piegano al vento della crudeltà.
    Galleggiando sopra un mare d’impunità
    Non comprendono il perché di questa inciviltà.
    Sperano che il tempo non cancelli mai
    Nei cuori degli uomini l’illogica fine
    Spezzati derisi come futili cose
    Aspettano impazienti che giunga
    Anche per loro l’immortalità
    Seduti col capo chino, affrontano il viaggio.
    Diventato infinito
    Hanno sopra il cuore cucita una stella
    Ma non brilla
    E anche se la vita è un incubo, presto si risveglieranno
    Consapevoli di poter alzare di nuovo la testa e respirare
    Ancora il profumo leggero della libertà
    Superare nel ritorno la sofferenza.
    Accorgersi di non essere più soli
    Perché ora
    Nella mia coscienza
    Vorrei portare cucita sul petto una stella.
    Se un giorno riusciranno a dimenticare, ritornare alla vita,
    la loro terra non avrà confini:
    sempre libera, sconfinata nel ricordo di essere liberi
    come il sole e l’aria.

    Anno 1971

    Ai piccoli “Hurbinek, Hurbinek, Henek, Kleine Kiepura e Pavel”
    Trassi ispirazione per questa poesia dopo aver letto il libro di Primo levi: “la tregua”

  21. Partecipo per la sezione A
    Accetto il regolamento

    FRAGILE FOGLIA

    e nel momento del distacco
    l’io si farà fragile foglia
    appoggiata ad una spalliera di vento

  22. Marina Marini Danzi

    ATTESA

    Soffice luna
    tra noi sospesa
    Succosa essenza
    di tesi sensi attesi.
    Raggio soffuso
    tesse la tela
    di sogni proibiti
    Miraggio di umida notte
    sudario di amanti senza respiro
    Attesa infinita di te
    Mi sorprese il giorno
    tra una goccia e l’altra
    di odorosa e sacra rugiada.

    Sezione A Poesia.Accetto il regolamento

  23. Sezione A
    Accetto il regolamento

    Filo rosso
    Hai strappato tele del mio esistere
    tessitore di inutili trama e ordito.
    Vaghi in un labirinto di menzogne,
    impotente assisti al corso delle tue stagioni
    e ne aspetti la fine, come terra bruciata
    buona solo a seppellire.

    Hai mai alzato lo sguardo al cielo?
    Ti sei chiesto da dove viene il fuoco
    che accende le stelle e le fa brillare?
    E quella sete che prende all’improvviso
    e conduce verso altre fonti,
    da dove arriva?

    Vorrei essere il solco profondo
    di una terra buona, umida
    che si apre al seme che cade
    per farlo germogliare.

  24. Viola Marilena sezione A
    accetto il regolamento

    TRACCE

    Ti voglio raccontare
    a tratti
    la mia vita.
    Ogni respiro voglio dirti
    come diversi gli attimi
    diverso.
    Spiegati come vivo adesso,
    come il tempo attraverso
    con la mia vela a favore e controvento.
    Come negli anni coltivo i semi
    che altri hanno piantato
    come vive una foglia
    finché non è ingiallita.
    Della pioggia voglio parlarti,
    dei mille soli che ho visto nascere
    all’alba di ogni giorno
    e delle lune,si,delle lune
    che hanno vegliato il mio sonno ed i sogni.
    Mettermi a nudo ed esternare,
    scoprire l’anima e mostrare,
    senza più reticenza,
    i vari colori che l’hanno dipinta.

    Perché di me orma lieve rimanga.

  25. Altea Alaryssa Gardini
    Accetto le Condizioni

    Biancaneve

    ero lì, Biancaneve in un mare di spine
    inondata dal sorgere del tramonto
    ed illusa dal morire dell’alba
    il mio unico tesoro sepolto da una cascata
    di scintillanti tenebre
    abbracciate al sorgere di stelle d’argento
    non lasciarmi sola,
    ora

  26. Piangere oggi

    E mentre scendono
    le tue lacrime
    il mondo va avanti,
    non si ferma.
    Guardo il cane
    abbandonato,i bambini
    nati e affogati.
    E le tue lacrime
    scendono senza
    che tu abbia un solo
    fazzoletto.
    I pederasti diventano
    omosessuali,
    le prostitute diventano
    donatrici di piacere.
    Tutti rubano perché
    più non esiste
    la parola rubare.
    Il poliziotto per
    guadagnarsi il pane
    deve accettare le ingiurie
    di chi non ha pronto
    il volo per le vacanze.
    E le tue lacrime continuano
    a scendere.
    Perché piangi?
    Chi piangi?
    Nessuno le vede,
    nessuno lo sa.

    Accetto il regolamento
    poesia estratta dall’ultimo lavoro
    edito da Campanotto Editore Pasian di Prato Udine dal titolo:

    “Qualcosa d’Altro”

  27. Partecipo alla sezione A
    Accetto il regolamento
    Poesia pubblicata sul sito “Gli Scrittori della Porta Accanto”

    “Tea”

    Si vestono di trine
    le tue palpebre
    Madre
    gocciole di glicine
    sulle mie scapole di gesso e ruggine.
    Il tuo respiro
    – carezza incipriata –
    teso a ricucire l’istruzione attonita
    di un cuore di luna
    che riscatta l’attesa
    spaurita
    di eresie senza stelle

  28. Sez A Accetto il regolamento

    Fra noi e il mare

    È quando l’attesa si fa lunga
    Che mi connetto al silenzio
    Come rimboccarsi negli occhi la luna
    In verità ingoio di tutti gli orizzonti
    Il fragore del mare
    E della vita solo la sua luce
    Nella trasfigurazione le parole
    Abitano il mondo
    In una lingua che il mondo non conosce
    Eppure è la voce stessa la risposta
    Attraversata dalla follia lungo il cammino
    Pietrificarsi è l’ultima barriera
    Fra noi e il mare
    A dieci passi di distanza quando avanza
    Un cerchio che non conosce aurora
    Ognuno scopre le forme del vuoto
    Mentre l’oggi si sfalda tra le vene
    In cerca dell’alba
    per coprire la sua carne nuda
    In balìa dei venti
    Ma forse è il tempo che separa
    A confonderci tutti
    In cui ogni cosa a partire della notte
    Si ostina a ritornare luce

    © Maria Allo

  29. sezione A poesaia. accetto regolamento

    Piccola elegia delle Vite.
    di Giovanni Albano
    La prima luna
    La prima luna porge una domanda agli astri della notte,
    che cantano nel freddo dell’azzurro mattino.
    Mille domande ardono dal sottosuolo,
    fremono e scuotono la natura incerta.

    Già trovano sbocchi di fuoco e cenere,
    tra gente perduta nei latrati dei cani.
    Sorgono lanciando domande quasi divine,
    adagiandosi ad anime insepolte e bianche.

    Nessuno ama nessuno ed aleggia il nulla,
    si scorgono incertezze che rincorrono aquiloni.
    Appaiono nuvole come un tempo lontano,
    vengono accarezzate le anime nude.

    Riflessi azzurri come opale del cuore,
    accolgono carezze addormentando i seni.
    I fiori sinistri somigliano a religioni ignote,
    dove la luna emana colori informi e gravi.

    Depone languidamente una scala di nuvole dense,
    e la nasconde al suo cuore e agli sguardi del sole.

    La seconda luna.
    La seconda luna sembra il viso di una donna,
    che ha una margherita tra i capelli.
    Gli occhi sono ancora del mare di maestro,
    la bocca è una ferita sanguinante.

    Il cuore suo è stanco di sentire voci all’imbrunire
    e si nasconde al confine della luna.
    La donna non trattiene un sogno che la prende,
    lo lascia vibrare così, in libertà perduta.

    Nella notte più buia il grembo di madre,
    si domandò se il vento non porti dolore.
    Un lamento nella notte chiusa ad oriente,
    cerca spazio tra i vetri già oscurati.

    Acuto uno stridore del cielo annuvolato e triste,
    in una volta di musicale ebbrezza.
    Quel vento ha compreso la donna che sembra un fiore,
    e lascia che il gelo dei venti regoli la vita.
    1
    Anche gli umani comprenderanno gli astri,
    in questo tempo di atroce sentire.
    I giorni scorrono veloci che sembrano brevi,
    questo è il tempo del sapere crudo e grave.

    Il vento caldo porta con se l’alito della gente,
    è una forte cenere di miele e angoscia.

    La terza luna.
    La terza luna è una bambina nuda e triste,
    così misera che ha dolore e vergogna.
    Non si mostra alla luce del giorno nuovo,
    inizia il suo canto nella notte quando pochi si accorgono.

    La sua voce è un fruscio tra le stelle del mattino,
    e su tra gli astri è un infinito cercare.
    Così si tramuta il canto in uno stormire di foglie d’argento,
    inizia il profilo del giorno, dopo quella luce magistrale.

    Qualcuno ascolta il canto, forse è una giovane donna,
    si sente però il respiro prepotente di un uomo senza cuore.
    La morte è ingiusta quando non è stabilità,
    il sipario è nero quando cala alla fine dell’atto.

    È un incantesimo o forse un’illusione,
    la vita scivola piano ed il suo lamento è come l’inverno.
    Il sipario è chiuso ed il cielo è già lacero,
    il silenzio che viene è atroce e perverso.

    La vita allora è come follia del sonno,
    dove profumi e colori rispondono ad un destino cieco.
    La bambina si rivolge alla donna, ha ancora margherita tra i capelli,
    è stanca di questo morire e rinascere infinto.

    Appare stanca dell’acqua che non ha potuto bere,
    della fame del ventre suo di gloria.
    Rinasce intanto ad ogni alba come dal seno di madre nuova,
    e i fratelli pronti a partire con l’anima bianca.

    Questa notte il vento caldo del sud è entrato nel suo letto,
    ha portato alla donna voci calde e pietre.
    Un canto lieve, un mormorio silente,
    come una pausa del respiro leggero.

    Si ricomincia a cantare alla luna,
    e si nasce come anima in fiore che s’invola.

    Giovanni Albano

  30. Hai offuscato
    il sole
    e ti ho amato
    lo stesso.
    Hai infranto
    ogni regola
    e ti ho amato
    comunque
    mi hai rubato
    luna e stelle
    e non sogno più.
    Ho versato
    tutte le lacrime.
    Ora rincorro
    arcobaleni da sola.

    Accetto il regolamento

  31. Andrea Cipriano
    Accetto il regolamento

    Ti penso
    Ed è inutile dirlo
    Rammentarlo
    Ogni fibra ti ricorda
    Ogni giorno tu rivivi
    Riemergi
    Come un letargo intermittente
    Mai totale.

    Ti sento
    Ad ogni mio crollo
    Come fossi
    Tuo bimbo per sempre.

  32. Poesia
    Titolo
    “I Passi di un Tramonto”

    Piangono le donne morenti
    al flebile chiarore di un lume.
    Farfalle in volo
    ritraggono stralci di Poesia
    per adornare gli alberi in giardino.
    Al tremolio dell’acqua
    si specchia il cielo,
    la giostra delle nubi,
    le Anime danzanti nell’aria settembrina.
    Sull’onda degli asfodeli
    abbandono i ricordi,
    gli amori finiti,
    la mia immagine invecchiata
    lasciata sui gradini.
    Cantano gli usignoli
    una filastrocca d’altri tempi.
    Una nenia che ancora
    addolcisce il cuore.
    Dondolando all’ombra di un dolore
    getto al vento
    i passi di un tramonto.

    Accetto il Regolamento del Concorso.

  33. © Così la rosa

    alla fine del dì di festa
    si accartoccia l’esplosione dei sensi
    nel suo simbolo rosso e profumato

    e l’aroma ormai dolciastro e farinoso
    va via così

    lasciando un sentore

    di ultima brace .

    Accetto il regolamento

  34. Il viaggio

    La tempesta ha forgiato
    il mio cuore.
    La morte silenziosamente
    mi ha accarezzato
    ma l’amore ha cambiato
    la mia esistenza.
    Due piedi che si incrociano
    nello stesso cammino.
    Il tuo sorriso ha illuminato
    I miei occhi spenti
    sino a penetrare nel buio dell’anima.
    Nell’ incoscienza dei miei anni
    ho intrapreso
    un nuovo viaggio,
    Il viaggio della vita.

    Accetto il regolamento.

    Laura Gismondi

  35. ANDREA POLO
    SEZIONE A
    ACCETTO IL REGOLAMENTO

    INCANTO DI PRIMAVERA

    Sfiorano le acacie
    con il cielo aranciato

    i canti degli usignoli
    posano veli di petali

    è una pioggia lieve

    dopo i turbamenti
    del passar lieto
    della vita

    viene una calma

    che venti odorosi
    già portano via.

  36. Hebe Munoz

    Sezione A

    Accetto il Regolamento

    SPETTINIAMOCI

    Non ci possiamo distrarre
    dall’essenziale
    dobbiamo salvaguardare
    la lucidità dei sogni

    C’é urgente bisogno
    di custodire
    gli abbracci ossigeno
    i baci trascendoilcielo
    le carezze tatuaggisullapelle

    Imperativo é
    guardarsi negli occhi
    in mezzo ai silenzi

    Fondamentale
    non sostituire
    il limitato con l’infinito

    Indispensabile
    rimanere aggrappati

    controvento
    oltrevento
    ovunquevento
    comunquevento

    Doverosa necessità
    di toccarsi con l’anima
    e con i polpastrelli
    per disegnare fili di gioia
    sino alle impronte digitali

    Concentriamoci
    nel seminarci a vicenda
    semi dell’albero dell’amare
    sarà ombra
    e sarà frutto
    eredità

    Tutto il resto é
    superfluo
    bugia
    volgare
    ingannevole miraggio

    Nulla di questo
    ha a che fare
    con la bellezza

    Teniamoci

    amore

    per mano

    Spettiniamoci

    hebemunoz©

  37. Sezione A

    Accetto il regolamento

    Jack c’est moi( in viaggio con Kerouac)

    Viaggiai per lungo tempo
    per le strade polverose dell’America
    col mio pick-up
    arrugginito e sbullonato
    per ritrovar la quiete
    nei corridoi obliqui della mia infelicità.
    Bevvi moltissimo,
    ettolitri di alcol putrefatto
    per arginar la sete mia d’amore e d’amicizia,
    che non bastava mai.
    Ero curioso,
    guerriero e religioso,
    totem selvaggio e senza pace
    per approdar, da solo,
    in letti solitari e senza affetto,
    avvolto da coperte lise e fumi artificiali.
    Il mio destino
    segnato già da tempo
    decise che fossi simbolo irrequieto
    per generazioni postume
    cresciute a sesso e libertà.
    .
    Ma io non l’ho saputo mai,
    ero già morto!

  38. Il corpo …

    Il corpo non è
    un ammasso di membra,
    ma un insieme articolato.
    Ogni parte svolge
    un’attività specifica
    in vista del bene comune.
    Le gambe non esistono
    per loro stesse,
    ma affinché tutto il corpo
    possa camminare.
    Gli occhi non esistono
    per loro stessi,
    ma affinché il corpo
    possa vedere.
    Tra le varie parti del corpo
    esiste una mutua dipendenza,
    in modo che tutte sono importanti.
    Le mani non posso dire alle gambe:
    non abbiamo bisogno di voi.
    Le gambe, non possono dire alla testa:
    non abbiamo bisogno di te.
    Quando una parte del corpo sta male,
    la sofferenza si ripercuote
    in tutte le altre parti del corpo.
    Quando si sta bene in tutto il corpo,
    anche la sua anima
    o la sua vitalità sta bene…

    Sezione A

    Accetto il regolamento

  39. Accetto regolamento sezione A

    ANIMA EMIGRANTE

    In questa città che lentamente muore
    regalo il mio dolore.
    In questa città che nasce dentro me
    ogni volta dopo un arrivederci
    lascio il mio amore.
    In questa città che piange lacrime
    coperte da morte bianca e nera
    trovo la forza di rialzare il mio sconforto
    per rinascere in amore che nel petto chiudo.
    E quelle lacrime di città
    lentamente diventano pensieri ossessivi
    in cerca dello spazio
    per far rivivere l’amore natio
    che solo chi vive lontano
    sa trasformarlo in adorazione.
    Lentamente la città muore
    sofferente di quella emozione che fa vibrare i cuori
    coperta da questa insofferente incuranza
    verso quelle bellezze di colori
    che non prendono forma.
    Lentamente questa città muore
    tra lotte di potere che stracciano la vita
    di chi non sa reagire alle tempeste
    e naufraga tra mille paura
    tramandandole a quel futuro
    che non riconosce più i colori dell’amore.
    Tra questo forte dolore e l’emozione che spinge forte sull’anima
    cerco nel ricordo di bambino
    quella felicità di vivere la mia città.
    Città che lentamente muore
    tra morti bianche e nere
    negando il futuro di un cielo azzurro
    alla nuova stirpe di spartani che nasceranno.
    La mia città che lentamente muore
    vive la bellezza dei suoi tesori
    nello scrigno della mia anima
    anima di emigrante.

  40. ALTROVE

    La mia vita è
    altrove
    nella periferia dolente
    dove tutto è più duro
    e più intenso e odoroso
    dove tutto è più ardente
    È oltre il cavalcavia
    che da piccolo ho temuto
    come le colonne d’Ercole
    È nel ricordo di mio padre
    che aleggia come una tenda bianca
    esposta ai venti di terra
    dei nostri pomeriggi estivi
    che ci sfiora il capo
    mentre dormiamo sul divano
    È forse nella penna
    che tratteggia nuovi spazi
    e inesistenti dimore
    dove vorrei abitare
    se solo le parole potessero
    vivere
    perché scrivere
    è un po’ come progettare
    la casa che esiste
    oltre le nostre vite
    Frequento le strade dei miei quartieri
    ma sono altre vie
    quelle che percorro
    perché appena ritrovo la strada di casa
    mi sento sempre
    perduto
    I nostri discorsi al ristorante
    presto diventano
    labbra spoglie
    che boccheggiano vacue
    davanti a piatti imploranti
    Il mio sguardo vaga per i tavoli
    a scrutare le vite altrui
    e coglierne i flussi sotterranei
    sorrisi e sguardi
    che si incrociano fugaci
    e provare a essere trascinati
    dalla corrente fresca dei loro discorsi
    indecifrabili
    Cerco vie d’uscita
    tunnel spazio temporali
    Forse il mio Aleph
    è nel menù del giorno
    in quelle ‘Linguine allo Scoglio’
    che fisso con insistenza
    a sfidare ogni possibile convenzione umana
    Ma la porta è chiusa
    come i tuoi occhi piatti
    privi del dono del dubbio
    che mi guardano
    come se oltre
    non ci fosse
    nulla

    alessandro chessa (accetto il regolamento)

  41. Sezione A (ACCETTO IL REGOLAMENTO)

    Foglie d’autunno

    Foglie di un autunno appassionato,
    che vi colora di un intenso ambrato,
    vi staccate piovendo all’infinito,
    su ogni marciapiede, su ogni prato!

    Foglie d’autunno, avete preso fuoco
    cadendo perpetrate eterno gioco,
    di vivere e morire sempre in loco,
    sposando quel terreno vostro amico.

    Foglie d’autunno, vi adagiate piano,
    leggere coltri per un freddo inverno,
    con un gesto dolce e assai materno,
    voi scaldate germogli in pieno sonno.

    Rossana Emaldi

  42. Accetto il regolamento, partecipo alla sezione A con la poesia Magnifico

    Magnifico

    Sotto terra le pietre parlano
    di noi
    e della nostra illusione
    di partecipare alla vita.
    Magnifico Signore
    noi che balliamo
    negli anni del Sole
    richiamaci
    ripensa alla creazione
    e conforta
    il cuore della madre.
    Magnifico Signore
    noi adoriamo la tua essenza.
    Noi siamo la tua essenza.
    Sotto la terra
    custodiamo
    il segreto.

  43. “Pensiero del mondo”

    La luce improvvisa passi.

    Lei guarda fuori dall’oblò
    ricerca una fanatica visione
    di se stessa e del suo passato.

    Ma la luce diventa scura.

    Lei è seduta. Osserva placida
    quel futuro precluso.

    L’indomani, fu l’eclissi.
    Dopo tre giorni, lei morì.

    Non ci fu più luce,
    ed il mondo collassò.

    – accetto il seguente regolamento del Contest I Canti.
    Grazie. Bell’idea. Bel concorso!

  44. Mio amore

    Ieri mi sono innamorato
    Lei è bella
    e molto sinuosa.
    Ed io scrivo canti per lei
    perché non posso dimenticare
    i suoi fianchi.
    Ieri mi sono davvero innamorato
    e non potrò più scordare
    la bellezza della mia donna.
    Nel sogno è un sogno.
    Nel mare penso a lei
    e rivedo la macchia
    della sua pelle.
    Ma forse non è una macchia.
    Il suo cuore non mi appartiene.
    Ma io sono innamorato.
    Forse scrivendo una poesia.
    E la scrivo.
    Ti amo.

    Io Luca accetto il regolamento.

  45. ASCOLTA IL PASSO BREVE DEL MATTINO

    Ascolta il passo breve del mattino
    La notte è stata lunga e insonne
    e viene l’alba dalla veranda spoglia
    E’ un giorno fatto di crepe e di gelo
    di rugoso fogliame che marcisce a terra
    Eppure la luce scende tra le viole
    che brillano nell’agonia del bosco
    Sta passando lo spargisale
    e la strada è lenta e insicura
    come il tremito del tuo corpo
    C’è un sentiero tortuoso
    lontano dal mare, dove non arrivano
    né scirocco né libeccio
    Fermati lì a guardare le pietre del fiume
    dove l’acqua scorre in rivoli e cascate
    E’ tutto un saliscendi, un oscillare
    di tiepidi attimi di vita
    Non pensare alla foglia che muore
    o al ramo che si spezza
    ma al pesce che guizza
    e ai germogli che nascono
    nella tua anima schiacciata dal freddo
    che riesce a volare anche d’inverno
    e a seminare speranze nuove
    come il prossimo mattino d’aria limpida

    Sezione A Accetto il regolamento

  46. Accetto il regolamento, partecipo alla sezione A con la poesia
    Sassi

    sassi sassi solo sassi
    sulla strada sulla scarpata
    sassi fermi ammassati
    un sasso per ogni volto scomparso
    una piccola mansarda scomposta
    atterrata tra un secchio e un giubbino
    la macchinetta rossa di un bambino
    una sedia vuota capovolta
    una tenda ancora scossa
    su una finestra sventrata
    una vetrata aperta sul bosco
    un termosifone che pende da un asse
    come panno steso che attende
    uomini e donne accasciati
    ai piedi di case inesistenti
    fissano sguardi ammutoliti
    su blocchi accatastati
    in cerca di voci affetti oggetti
    inghiottiti dal fondo della notte
    lacrime d’impotenza raggelano
    le ultime briciole di speranza
    che rotolano tra polvere e pietre
    insieme a lettighe che portano in salvo
    non c’è più nessuno
    sussurra sconsolata una nonna
    ho perso tutti abbiamo perso tutto
    un campanile ha sfondato un tetto
    e la campana a terra non può suonare a morto
    non c’è più nessuno a portare il lutto.

  47. Per il Contest “I Canti” partecipo accettando il regolamento con la poesia “In ricordo”

    In ricordo

    Giravano le foglie
    incastonate nella spiaggia.
    Lì, davanti a noi,
    – nessun altro era visibile –
    pietre di antichi sapori
    ed una marea persistente
    che inneggiava al passato.
    Le foglie gialle e rosse
    vagavano disposte dal vento.
    La casualità del messaggio.
    Non ti arrivò il mio calore.
    Ed in ricordo della stagione
    – qualcuno ora passava svelto –
    l’immagine incrollabile
    della luce salmastra.
    Rivivi ogni istante.
    La morte fu una benedizione.
    Ed in ricordo
    fummo coperti da rami.

  48. Inutile risveglio

    Siamo fermi ad aspettare le sei del pomeriggio.
    Ti guardo mentre assorta sfogli le foto
    ed il pensiero sfugge alla logica.
    Dovremo sceglierne una bella,
    una recente,
    una nella quale sorridi.
    Ma nella mente non abbiamo immagini adatte.
    Quasi non afferro i momenti.
    Solo tanta nebbia.
    Solo tanta nebbia.
    Sono le sei.
    Ti alzi, perché suonano alla porta.
    Sono arrivati.
    Ed ancora non abbiamo scelto.
    Ancora non capisco il perché.

    Le sei e sei.
    Dobbiamo andare. Ormai è tardi.
    Ti alzi, ne prendi una a caso.
    E senza proferir parola
    pensi ad un inutile risveglio.

    – accetto il regolamento

  49. Sezione A – accetto il regolamento

    LINEA DI FUGA

    In fuga da rifugi insicuri
    e da parole fitte d’inganni,
    in fuga dal consapevole io
    per approdare sulla linea
    del giorno che si rinnova,
    su bocche aperte di stupore
    alla meraviglia del vivere…

    In fuga da canali d’illusione
    e da gesti di circostanza
    In fuga da me, da te, dagli altri
    per riprogrammare il verso
    della corrente del tempo…

    Qui sulla linea di fuga si respira
    scrutando un nuovo orizzonte.

    Si può vivere a lungo
    corrugando la fronte
    su sogni densi di silenzio,
    che persistono
    fino al confine con l’infinito.

  50. Sezione A accetto il regolamento

    Non è che se chiudi gli occhi tutto passa,la realtà non si trasforma puoi tentare di infrangere il muro di solitudine.
    Eppure vorrei fosse il mio respiro a spezzare il ritmo a colmare il mare; raggiungere l’infinito non serve a nulla quando tutto è finito dentro te.
    Ecco la trasformazione occhi chiusi si scioglie il corpo non è più
    materia, in torno scopro il mondo dove tutto si materializza come voglio si illumina …mi sfioro esisto!
    Ancora! Sono i pensieri a cambiare ciò che sfiorano; pensieri minuziosa carichi di aspettative, lontano che solo loro possono raggiungere.
    Ormai sei l’ombra di una persona che non esiste più,anche i pensieri sono morti nel pozzo della solitudine, delle incomprensioni. Nessuno che ti chiama, rimane solo la rabbia di non saper usare le parole di pronunciare solo quelle sbagliate, di barcollare anche aprendo gli occhi per guardare le vie lontano brullo e desolato senza più punti di riferimento…mi sfioro esisto.

  51. Partecipo al Contest “I canti”
    Accetto il seguente regolamento.
    E mi complimento per l’iniziativa.

    “Estate”

    Il mare luccica di speranza,
    tra le rocce un granchio
    simpatico che mi guarda.
    Il mio amore è svanito
    fra quelle onde.

    Il mare non ne ha alcuna colpa.
    Quando il turbine si esalta
    dovremo solo mirarlo,
    accettare la sua forza.

    Il mare ora è nero.
    Il mio animo è simile.
    Come quel pendente
    che avevi lasciato nell’asciugamano.

    Lo tengo ora in mano.

    Lo darò al mare
    perché possa incontrarti
    un giorno,
    mio dolce amore.

  52. LA SERA

    La sera quando torni a casa
    e un’imprigionata cappa di silenzio
    un accumulo d’assenze t’investe
    e ricordi di non essere un eroe
    accendi la televisione, la lasci
    – purché parli – parlare, ravvivi
    le pareti con la consueta lampada
    ti siedi sul divano, riconosci le foto
    i quadri, le piante, gli swarovski
    un poco più impolverati, lo sguardo
    miseramente ieratico dei peluche
    e l’ordine pazientemente custodito,
    ti chiedi se sia consuetudine
    questa estraneità a sé stessi
    il sentirsi altri da sé e il non poterlo
    il non volerlo essere
    perché è questo vuoto
    più cercato che fuggito
    a renderti chi sei.

    Fabrizio BREGOLI
    Accetto il regolamento

  53. Il mondo è bello
    il mondo è flessibile;
    non vi sono altre ragioni
    perché il trauma abbia inizio.
    Mi seguono gli agnelli,
    mi ascoltano gli agnelli:
    ho tutta l’ erba per soddisfare
    le loro esigenze.
    Il piccolo cigno aereo della luna!
    Abbiamo aria circostanziata,
    abbiamo acqua canalizzata.
    Vorrei avere l’ eterna
    malattia del sonno.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO SEZIONE A

  54. Accetto il regolamento. Partecipo con al poesia “Nero”

    Nero

    Un giorno,
    da qualche parte
    ho notato un armadio.
    Non ho potuto sbirciarci.
    Non ne ho avuto il coraggio.
    Ma non ho mai scordato
    – mai –
    quel colore nero.
    Le ante ricamate
    le sognavo la notte,
    spalle di uno scrigno tozzo.
    E quel nero sfavillante
    nel quale annegava
    il mio sguardo,
    il mio sogno.
    Quel nero
    nero
    che dovevo sfiorare.
    Un giorno
    mi pentirò di non averlo
    annusato.
    Forse è oggi,
    quel giorno.

  55. -Solo ma vivo.-

    Solo una cosa importante,
    è il respiro affannoso
    di un corpo stretto in sé,
    cogl’occhi bagnati e spenti

    inadeguati al futuro.

    Lontano da vigliaccherie quotidiane,
    sbadigliando il rimorso d’un’arroganza senza pari
    incatenato all’invincibile paura,
    infinito travaglio.

    Ma sbagliare
    è anche dimostrazione di vitalità.

    1. Sezione A poesia
      Accetto il regolamento

      Assenze.

      Sei venuta a trovarmi dentro un sogno
      quando il mattino dormicchiava ancora
      e pur se sei svanita con l’aurora
      io sorridevo, perché sembravi vera.

      Vera mi è parsa quella tua carezza,
      vere le tue rughe alle mie dita
      ed ai miei occhi
      famelici, da tempo, del tuo volto,
      e dimentichi del tempo del dolore.

      Ma ora si allunga l’ombra della sera,
      e ancor di più mi duole la tua assenza,
      mi duole il vuoto nel cerchio delle braccia
      e quel sorriso, ormai, si è fatto pianto.

      V. Arangini

  56. Regale trama d’acque
    (Alla Cascata delle Marmore)

    La vedo l’acqua nei tuoi sorrisi permeabili innocenti
    zampilla dietro la luce che mi passi e ruota e gioca
    dall’abbrivio d’un biancore allegro,
    strusciante trillo che ci zittisce.
    E’ caldo lento questo, astuto maggio,
    non risparmia vette di paradiso
    il tuo attimo adorno di gote stupite
    a spasso sul letto candido che è il tuo bel viso.
    Un controcanto l’acqua che rinforza
    avvolge le aspre fronde, le ammansisce,
    signoreggiando salta la cascata imprendibile
    che avvince bocche e mani
    e col suo canto vorticoso ruggisce.
    Corpo e ambrosia questa perla innamorante
    e spruzzi primordiali, tuffi d’autore,
    furie che s’avventano sul nostro spartito
    scolpito col rapido avanzare del tuo cuore .
    Estatici accenti di cielo si accompagnano al profilo
    ancestrale che questa vergine corona d’acque vanta,
    eterno e imperioso verbo sinuoso
    nel volto disuguale che è il nostro respiro.
    Mentre si affaccia dal monte la cruna della sera
    delle tue labbra mi resta la festa
    e solingo è soltanto il solco metallico di un’eco industriale
    che allaccia le braccia dell’ultima goccia.

    Giuseppe Mandia
    Accetto il regolamento

  57. LA PELLE NON DIMENTICA

    Fra le tremule pieghe della carne
    incide il sole profonde
    le sue impronte di luce,
    dalle ali del vento
    schiaffi e carezze sul viso

    La pelle non dimentica

    Non dimentica
    le voci del buio
    né i silenzi del giorno
    mentre ancora ascolta
    i rumori graffianti del tempo

    La pelle non dimentica

    Stringe a sé
    sguardi e promesse d’amore
    tepori d’intrecci soffusi
    memorie malinconiche
    di stagioni sfumate

    La pelle non dimentica

    Assapora
    profumi e colori lontani
    baci rimasti sospesi
    l’abbraccio salato
    di mari mai attraversati

    La pelle non dimentica

    Le ferite di ieri
    sono le cicatrici di oggi
    già orme appassite su sentieri futuri,
    tutto scivola via
    ma tutto resta

    Perché lei, la pelle
    non dimentica.

    Laura Vargiu

    Sez. A – Accetto il regolamento.

  58. accetto il regolamento

    Poesia

    Che tutto sia poesia
    la tua
    la mia
    Che l anima sia immortale
    e l amore possa giovare
    Le stelle stanno a guardare
    il corpo
    il nostro corpo
    e il danzare.
    Che tutto sia poesia
    la sua
    la meraviglia
    dell infinito.
    E la musica di Dio
    che vibra
    che anima
    le nostre menti
    ed i versi
    seguono
    senza freno.

  59. partecipo con la poesia “Miranda”

    Miranda

    Il lago era denso
    Miranda all’ingresso.
    Il lago si increspava
    Miranda sulla sponda.
    Ero un eccello
    che volteggiava
    sulle nuvole scure.
    Vidi ogni suo movimento.
    I passi
    Le mani
    Il suo corpo suadente.
    Nessun pegno
    Nessuna esitazione
    Miranda andò.
    In un mondo perfetto
    è l’amore che governa
    Miranda affogò nella sua mente
    Il lago denso ed increspato.
    La musica dolce
    Le onde
    E la voce che dettava.
    Miranda
    ora ti vedo
    alta in cielo
    con le tue sorelle
    celebri la vita.

  60. Universo

    Azzurro cielo
    lo sguardo si posa
    Pianeti stelle satelliti
    La mia mente
    costruisce
    nell’immenso spazio
    uomini nuotano
    A grandi tubi legati
    esplorano
    nuovi sconosciuti mondi
    Reticoli di scie
    disegnano l’azzurro
    Ancora una volta
    l’Uomo
    ha violato l’immenso

    M.B. 2016
    Marina Bergamo
    Accetto il regolamento,

  61. I bimbi di Aleppo

    Con un Dio fin troppo indaffarato,
    gli aerei volano incombenti
    nel cielo spento di Aleppo
    seminando un infinità di bombe
    che sembrano uova di latta.
    Ma non sono pulcini
    che brillano al sole,
    quelle schegge taglienti
    in grado di spezzarti un braccio,
    una gamba. La vita stessa!
    Un terribile schianto e via!
    e dopo, silenzio e pianto.
    Polvere bianchiccia e sangue.
    Agglomeri di detriti e di corpi laceri
    dove i bimbi di Aleppo giocano sereni
    sotto un fuoco di ferro e fuoco
    come se fosse l’ultimo gioco
    di un gioco più grande di loro.
    Nei fossi ingannevoli di fango
    i salti e gli strepiti e le urla
    pieni di gioia infinita
    dà la sensazione di una pace
    che qua non c’è mai stata e mai ci sarà.
    Possono perire in un refolo di vento,
    ridotti in parti smembrate.
    Possono perire per bocche di cani famelici,
    ma loro insistono a divertirsi e a saltare
    con la morte stampata negli occhi.
    Per i bimbi di Aleppo,
    un gioco è sempre un gioco:
    “Come sono contento!” gridava uno di loro,
    dentro il fosso cavo, trasformando
    il destino per un gioco di nulla,
    per morire ancor prima di morire,
    o per giocarsi l’anima sotto una pioggia
    di spari feroci, nella cupola plumbea
    priva di ogni possibile certezza.

    José Russotti – Accetto il regolamento

  62. Accetto il regolamento
    Sezione A – poesia

    – In perenne equilibrio –

    In perenne equilibrio
    sul promontorio
    dei pensieri
    osservi il mondo
    sempre in movimento
    in cerca
    di ogni dove,
    di ogni motivo
    per vivere
    in qualunque stabilità,
    qualunque identità.

    Perso nei tuoi pensieri
    rimani,
    quelli istanti
    di rabbia
    che annaspano
    dentro te
    ti portano via,
    correndo confuso
    oltre ogni limite,
    voli
    più in alto che puoi,
    fino a toccare
    la vetta del sole
    che sorge.

    Daniela, 04 Ottobre 2016

  63. HO SCELTO TE. Accetto il regolamento, partecipo alla sezione A
    HO SCELTO TE IN UNA  DOPPIA MATTINATA ESTIVA,NELL’AZZURRO MAGICO DEL TEMPO E IL VENTO DIVENTO’ BREZZA SOPRA DI NOI,UN SORRISO D’APPAUSI NEL VISO E NELL’ANIMA SIA IO CHE TE… HO SCELTO TE LUNGO PARETI DI ROCCIA E DI MUSCHIO,LE TUE LABBRA DI FUOCO,I TUOI OCCHI DI SETA E IL TUO CUORE DI BIMBA,CON BATTITI D’ENTUSIASMO  TANTO E PIU DEL MIO RACCONTAVA DI SE… HO SCELTO TE,TRA TUTTE LE STELLE DEL CIELO,TRA TUTTE LE CRISTALLINE GOCCE DEGLI OCEANI,PERCHE’ SEI TU CHE HO  CHIESTO ALLA VITA PERCHE’  TU,  COME  NENIE CONOSCIUTE,RIUNISCI FARFALLE E LIBELLULE SULLA PUNTA DELLE DITA…. HO SCELTO TE ,DA SEMPRE TRA LE NICCHIE DEL CUORETRA RAGGI DI LUNA HAI SEMINATO IN SILENZIO L’AURORA,COME SE NIENTE FOSSE,COME UN USIGNOLO SUL RAMO PIU ALTO,COME UNA MAGICA PRIMAVERA… HO SCELTO TEIN UN ANDIRIVIENI GALOPPANTE DI ONDE DEL MAREE DI SPICCHI D’INFINITO,TUTTO E’ INIZIATO SENZA MAI FINIRE,COME UN BIMBO CHE GIOCA COL SUO MIGLIOR AQUILONE,OLTRE LE CHIOME  DI GINESTRE IN FIOREE OLTRE LA MAGICA DANZA DEI SENSI… HO SCELTO TE,CHE SEI LA PIU BELLA,CHE FAI DEL SOLE IL TUO COMPAGNO DI VIAGGIO,CHE ACCOGLI SUL PALMO DELLA MANOALTRE MANI INSICURE,OLTRE LA RESISTENZA DELLA NOTTE,OLTRE ETERNE MAREE IN CHIAROSCURO… HO SCELTO TE,ADESSO E PIU CHE MAI,PERCHE SO BENE DEI TUOI SORRISIE DELLE AGITATE SERATE DELLE NUVOLE D’AUTUNNOOLTRE MAESTOSE CATTEDRALI DI GRANITO,HO SCELTO TE  CHE COME UN URAGANOHAI FATTO DI ME UN GUERRIERO INCURANTEDELLE SPALANCATE FINESTRE DEL BUIO…

  64. Partecipo al contest accettando il regolamento.

    Eravam distesi sulla riva
    le stelle pian pian
    cadevano giù
    e la luce custodiva
    ognuno di loro.
    Il lago avvolto in
    grida di cristallo
    dondolava
    estatico.
    Entrai nelle acque
    i polmoni aperti
    il respiro leggero.
    La riva era nello stesso lago,
    il lago nella stessa riva.
    Tu mi guardavi
    ed io di spalle ricambiavo.
    Arrivarono, erano in molti
    la luce ci avvolgeva
    di lucidità.
    Era ora, era ieri. Sarà.

  65. Accetto il regolamento sezione A-Poesia
    “Il per sempre”
    -Quando ti marchi la pelle
    imprimi e assorbi una parte di te
    che non potrai più dimenticare
    un passato, trasformato in presente, rimanendo nel futuro
    nel suo odore e colore sospiri il:PER SEMPRE.
    Un nome, un atto, un’inguaribile voglia
    incastonata fra le fessure del cervello
    asseconda ogni passo, portandoti nell’oltre
    e non esiste nessuna via d’uscita
    non puoi e non vuoi competere con l’eternità.
    Preludi in segreto la scelta esaudita
    fortificando l’animo ad ogni contrasto
    custodendo ancora il sapore iniziale
    e aspirandolo ogni qual volta possa servire.
    Tu e il mondo una cosa sola, ma in sfida,
    cadendo sanguina quel PER SEMPRE
    ricordando il dolore subìto
    ma che diventa piacevole al tuo rialzo
    per aver tolto un’altra cicatrice.

  66. Senza Corpo

    Il sole brucia la terra
    e rinnova ogni giorno la sua opera.
    Ci guarda col suo fare paterno nella pienezza della maturità.
    Compagno sovrano di calore, lealtà, coraggio
    Guarda gli uomini e scende una lacrima
    per un amore senza abbraccio
    una parola senza empatia
    una carezza senza mani.
    Lui distrugge se stesso per rilasciare vita
    Noi viviamo in un magazzino di suicidi.
    Siamo un cimitero di fosse vuote da riempire con l’indifferenza
    L’infanzia negata
    Il rancore pulsante
    L’odio accecante
    E non gettiamo mai
    la prima manciata di terra.
    Non la sotterriamo la morte
    Gli portiamo fiori.
    Che ottusi.

    – accetto il regolamento

  67. SENZA FIATO

    Brezza

    Dal mare

    All’alba

    Abbracciati

    -Mare e cielo

    Senza fiato-

    Nel bacio

    -Dell’eterno

    Fuoco nella

    Fontana

    Dell’amore

    Senza fiato-

    Solo ardore

    E sognare

    All’alba

    O navigare…

    Bogdana Trivak – poesia edita tratta da “Dal nulla”

    Accetto il regolamento – sezione A – poesia

  68. Partecipo al contest accettando il regolamento
    Grazie per la possibilità. Ho letto anche le altre poesie, sono molto interessanti ma spero comunque di vincere! In bocca alla giuria!!!

    Saldi nel pensiero
    linee che si avvicinano
    e non si spezzano.
    Non lo si può chiamare destino
    se siamo noi a volerlo,
    se siamo noi a crearlo.
    Storie che inventiamo noi.
    O è la follia che mi guida?
    Un’immeritata follia
    che devasta ogni realtà.
    Son parole in prosa
    e non versi.
    Arriveranno e saremo disarmati.
    Complicato liberarsi
    Nessun dato è contenuto.
    Continue illusioni
    una mente persa nell’oblio
    una candela che brucia.

  69. “SI”

    Galassie di note sopra la testa
    la giacca aperta
    il cuore scucito e le mani vuote
    colpisci sole
    le ombre ti aspettano per correrti dietro
    per disegnare nuove vie
    per confondere i confini
    guardaci in faccia sole
    fino a farci scivolare una lacrima
    scioglici l’anima
    perchè ce lo stiamo dimenticando
    quanto brucia l’ardore dell’esser vivi

    Vestiti bene dentro le nostre solitudini
    ci perdiamo nell’oblio
    del fare fare fare
    dentro questa corsa sfrenata del mondo
    che calpestiamo senza più guardare

    E’ urgente l’Amore
    negli occhi della gente
    nei gesti delicati
    nei sorrisi appena nati

    E’ urgente la Poesia

    Anna Pieramico 2016
    Sezione A – Accetto il regolamento

  70. RINCHIUSO IN UNA GABBIA
    Ti osservo grande, figlio mio…

    La memoria mi conduce nel passato
    a quando,
    trottolino,

    inseguivi un punto fermo
    immaginario
    Il tuo divenire tardava ad arrivare ,
    con compiacimento soppesavo
    che eri immerso nel pensare
    Mentivo al mi accettare
    “ in fondo,ogni essere non è a tutti eguale! “…
    …ed inghiottivo,
    quell’ingannevole boccone a digerire…

    Intanto il tempo rendeva grandi i tuoi occhi patinati e assenti,
    assorti nel tuo mondo da seguire
    Un mondo di colori confinati,
    senza sfumature
    rifugio indispensabile da una realtà invisibile
    e per il male lì non c’è dimora
    e per l’oscurità non vi è paura
    Mi chiamano i tuoi occhi,
    ma non mi tocchi
    Parole silenziose senza toni
    ma che a una mamma non sfugge il lor sentire
    e ti rimando ciò che vuoi sapere
    che vuoi carpire…
    Imprigionato,
    in una bolla confinato
    Escluso dalla disabile cecità del “ normale “
    avida di raccogliere
    arida nel donare.
    ( Paola Mastandrea )
    Copyright 2016
    accetto il regolamento

  71. Sezione A Poesia: accetto il regolamento.
    Canteremo
    Si, canteremo un giorno finalmente,
    le canzoni chiuse dentro il cuore.
    Oltre il cielo, i mari e i monti;
    saran le prime col vento a volare
    e, vedere la vita che non c’è.
    Ora è tempo di credere in Te,
    seppur da noi il peggio hai avuto.
    E, le navi salperanno ancora alla ricerca della rosea aurora.
    Là troveremo prati verdi in fiore;
    non sotterrati da veleni atroci che ci fan sentire del dolor le voci.
    Saran gli uccellini a coprire i lamenti ma saranno però solo momenti……
    Nel dormiveglia farem le capriole
    e dall’occaso passeremo al sole.
    Credere, credere, credere ancora.
    Andremo così oltre il muro del pianto
    e, con le pezze asciugherem le gote che hanno scavato il tuo viso di grotte…
    A Te che sei nell’alto e attendi:
    facci la grazia di venirti accanto.
    Questa poesia non è il mio pianto che,
    sgorgherà quando si spegne il sole.
    E’ una preghiera, un lamento, intanto che questa vita torna a vibrare.
    Come un’arpa al vento marino,
    come un battito d’ali o il riso di un bambino;
    che ritrovi innanzi il suo destino.
    Basta soffrire, basta dolore; d’ora in avanti trionferà l’Amore.
    Faremo in tempo a vederlo tornare?
    Basta soltanto volersi amare !

  72. Parole

    Esprimevo parole senza senso
    in quell’angolo di cielo
    chiamato IO.

    Esprimevo rimedi all’angoscia
    diatriba inconsolabile
    paure incontrollate.

    Rimossi il panico dalle ombre
    Non fui mai più la stessa
    e le ombre mi colsero
    insoddisfatta.

    Le parole sgorgavano senza sosta
    le mie pene gareggiavano
    La vita era scomparsa
    ed il cuore timbrava cartellini
    scaduti.

    Le parole si spensero
    non IO con loro.

    – accetto il regolamento

  73. Dolce sera

    Non avevo pensieri quella sera.
    Inverno.
    primavera
    estate
    Autunno.
    E la mente volava da lei
    ancora immersa negli studi
    Non le interessavo
    Lo capisco.
    Solo ora.
    energia di una notte.
    E quella sera non avevo pensieri.

    Ma lei s’intenerì di uno straniero
    smise di studiare.
    Volò via, partì.

    Svrissi sino a perder la ragione
    mentre il sangue ribolliva
    e marciava.
    Sono loro i miei amici
    Sono loro gli ostacoli.

    Partecipo alla sezione A, accetto il regolamento del bando

  74. Sezione A (accetto ogni punto del regolamento)
    Erika Cecina .

    Papillon.
    In un prato ricco di fiori,
    Dove il Sole riscalda i corpi, le piante e l’aria stessa.
    Due candide Farfalle
    Leggere
    Sfidano la Natura
    Volteggiando nel cielo limpido, ignorando il caldo e i fiori.
    Esse sono singole nel Loro genere
    E niente le distrae
    Dall’incanto l’una dell’altra
    Insieme vogliono sfiorare le lontane nuvole,
    Non temono tempesta e nemici .
    Coraggio è racchiuso nel Loro volo .
    È una scelta
    La Vita
    È viverla in Due è Amore,
    Avventura
    Paura
    Parità
    Rispetto
    Lealtà
    Ma soprattutto destino meraviglioso
    Che ogni Bacio diventi alba e tramonto
    Che ogni carezza muti in Passione .
    Volteggerete come Farfalle
    Vicine
    In questo Mondo immenso.
    Insieme sarete
    Unicità d’Amore .

  75. Vita

    Per questo mare mosso da tempesta
    passa la nave mia sfidando i venti
    tra i flutti del viaggio che s’appresta.
    Lungo la strada degli incantamenti

    alla deriva vado come legno
    abbandonato in facili illusioni
    chè della meta più non trova segno,
    ma cicatrici e rughe di passioni.

    Come fuscello mi sommerge l’onda,
    ma più bruciante è il sale dei miei occhi
    quando perduta credo l’altra sponda

    e da lontano sento già i rintocchi
    di una campana dalla voce tonda
    che mi consoli e come manna fiocchi.

    Marisa Cossu
    Accetto il regolamento

  76. Partecipo al contest I Canti con la poesia del 2013: Io senza te
    Accetto il regolamento

    “IO senza te”

    Pioveva nella città dell’assoluto
    Pioveva da ore senza cedere
    il passo.
    Io senza te raccontavo
    alla pioggia degli istanti
    della nostra storia.
    La pioggia scivolava
    sulla finestra incurante
    dei ricordi.
    Io senza te maneggiavo immagini
    che rendevo reali per follia.
    Ma ancora nulla era stato scritto
    ed ancora nulla svelato.
    La pioggia lo sapeva
    e continuava a cadere,
    a lavare il passato .
    Non eravam forse i migliori?

  77. Rosa

    Rosa, rosetta
    sei la mia diletta.
    Ogni primavera
    profumi di chimera.
    D’inverno poi
    hai l’incanto del noi.
    Rosa, rosetta
    sei la mia protetta.
    L’autunno ti ama
    come la lama.
    Ogni estate s’incanta
    di mirarti sacrosanta.

    Ludovico Carmelo Bossi
    – accetto il regolamento del contest, partecipo alla sezione A

  78. RETRO’

    Uso parole antiche per cantare,
    senza le note e accordi musicali,
    le mie emozioni,
    le mie ispirazioni,
    ciò che nutro nel cuore e nella mente,
    ciò che m’incanta,
    che mi da sollievo
    o di tristezza ammanta:
    sono retrò?

    Mi fermo ad ammirare i fili d’erba
    che dolcemente s’alzano da terra,
    i fiori appena nati,
    gli insetti indaffarati,
    i cani addormentati sul selciato
    sazi di noia,
    senza più padrone
    e d’affetto privati:
    sono retrò?

    Un soldo e una carezza al bimbo sporco
    che chiede l’elemosina per strada
    con tenerezza porgo
    e uno sguardo pietoso
    alla donna che penso sia sua madre,
    a chi strimpella
    la fisarmonica
    all’angolo di strada:
    sono retrò?

    Sono retrò se mi fa rallegrare
    la vista dei ragazzi che amoreggiano,
    le coppie che passeggiano,
    i bimbi che van dietro ad una palla
    ed urlano,
    e ridono,
    e cadono,
    ma si rialzan subito,
    le mamme che allattano,
    i vecchi che sospirano?
    Sono retrò se resto ad ammirare
    il sole che tramonta sopra il mare,
    un geco sopra un muro,
    il volo d’un gabbiano,
    una falena che cerca la luce?
    Se resto ad ascoltare
    rapito ed incantato
    la nenia di un anziano accatarrato?
    Se mi emoziona il pianto di quel padre
    che accompagna la figlia sull’altare
    e il pianto della madre
    che vede il figlio andare
    in cerca di lavoro chissà dove?

    Sì, forse son retrò,
    ma tale voglio stare,
    perché altro modo d’essere e pensare
    non mi sta bene;
    e se a qualcuno piace dissentire,
    da buon retrò lo lascio contestare. **

    Lillo Taibi accetto il regolamento

  79. Sezione A, accetto integralmente il regolamento

    Ricerca

    Chi può riuscire a rappresentare
    usando il racconto
    la storia di un popolo

    Quando è possibile arrivare a manifestare
    il senso di una storia umana

    Poche parole scelte
    tra la moltitudine delle disponibili
    si dispongono in fila
    a formare una composizione
    che mette i cardini al tempo

    A chi il frutto della riuscita?
    Allo storico? Al poeta?
    Allo scienziato? Al saltimbanco?
    A una donna? A un ragazzo?

    Il Tevere scorre lento sotto gli argini
    dopo i giorni di piena
    con le sue acque grigioverdi,
    i pensieri sembra amino la sua immagine
    e di nuovo il tempo aggredisce la fantasia
    e ne diventa padrone,
    così riesco a dire una cosa,
    serve almeno tutto il coraggio
    per sopportare il dolore della perdita
    di quel conio puro che sa non cedere
    al vino e all’irrisione.

    Se non basta
    servirà comunque un giorno
    per raccontare il senso della propria storia
    vi potranno riuscire altri
    giungendo a rubare il segreto
    a quell’evento.

  80. Maksim Baluganti
    sezione A – accetto il regolamento

    Vorrei…

    Cos’è che posso fare?
    Il sogno mio più grande liberare.
    Vorrei poter volare,
    per cogliere il mio spirito selvaggio
    e un pizzico di polvere stellare.
    Facendoti risplendere.
    Facendoti brillare.
    Così che tutto il mondo sappia come dentro sei.
    Vorrei…
    Vorrei…
    Vorrei essere per te l’uomo ideale.
    Quel qualcosa di speciale,
    quel qualcosa di essenziale
    per curare ogni tuo male.
    Litigi, malintesi, problemi da sanare.
    Questo vorrei fare.
    È questo che mi basta.
    Conoscere l’essenza della vita,
    provando a rinunciare
    ad ogni suo piacere materiale.
    Vorrei poter conoscere me stesso
    e a quale scopo dover qui restare.
    E se un giorno sarò amato,
    vorrei saper amare.
    Amato ed accettato per chi sono
    e amarti come veramente sei.
    Vorrei…
    Vorrei…

  81. Sezione A, accetto integralmente il regolamento

    -L’anima al guado-

    Iperbole emotiva
    lasciata macerare
    all’ombra del ricordo.

    Assaggio il futuro.

    Retrogusto di passato.

    Un lancio di sasso.

    Nello stagno
    onde concentriche
    in moto contrario
    si ripiegano verso il centro
    sprofondando in loro stesse.

    Una lama di luce.

    Il sole
    basso sull’orizzonte
    divide le acque
    per l’anima al guado.

  82. DETTORI MARIA CARMELA
    sezione A-accetto il regolamento-

    SOTTO LA GRANDE QUERCIA

    Accarezzo i tuoi occhi,
    ragazzo mio,
    come brezza cui non fai caso,
    perché le ombre della vita
    non oscurino il tuo sguardo,
    quando la nebbia
    si opporrà ai tuoi passi
    e barcollerai
    sanguinando tra i rovi,
    ti confonderà i pensieri
    arrivato al bivio,
    cadrai affranto
    e ti mancherà il coraggio,
    bagnerò la tua fronte
    con acqua di sorgente
    e laverò dal cuore le ferite.
    Siedi, intanto,
    sotto la grande quercia,
    ascolta soltanto
    il silenzio ambrato dell’aurora,
    mentre le dita sfiorano
    le corde della chitarra amata
    nel sussurro della tua voce roca.
    E’ troppo presto, sai,
    per lasciare la dimora,
    quel sorriso,
    che d’istinto regalavi a tutti,
    tornerà presto sul tuo viso,
    s’allarga al sole
    già lo squarcio della nebbia,
    e già la luce torna,
    e torni tu sulla via smarrita,
    camminerai dominando la paura,
    con sulle spalle la forza della vita,
    e il manto caldo
    nel mio infinito amore.

  83. Accetto il regolamento del contest I Canti. Partecipo alla sezione A, poesia.

    Buio

    Dinnanzi solo la notte
    a portarci in valli oscure.
    La luna, ferita,
    nascondeva la sua luce
    fra la coltre nuvolosa.
    Il mio fedele destriero,
    ruvido manto,
    costeggiava pianure da ore.
    Nessun rigagnolo.
    Nessun sostegno.
    Il buio assaliva
    la mente
    e l’ambiente
    e noi diventammo incubi.
    Psiche gemella.
    Psiche oscura.
    Invocai le stelle.
    Ma ancor più buio apparve.
    Il mio destriero perì.

  84. L’altro vento

    Tirava un vento impossibile
    che non si sapeva
    da dove nasceva
    e se scendeva
    o saliva.
    Ci buttava addosso il mare
    e una marea di memorie.
    E quella si
    quella saliva
    a ricordare che ancora eravamo fatti
    di pelle, ossa,
    e carne.
    Che potevamo ancora andare
    a nasconderci negli oliveti
    e a morire nelle vigne.
    Tirava un vento impossibile
    e ci lanciava nei volti
    tutti i brividi
    i sussulti
    le voci delle notti candide
    e tutti i “ciao” gli “arrivederci”
    non erano altro che…
    Addii.

    Antonello M. – Accetto il regolamento – Sez.A

  85. Accetto il regolamento sez. A

    Titolo: Il pane e le viole

    I pensieri cercano la quiete del respiro

    là dove il grido dell’ultima rondine

    si perde nell’eco della valle solitaria.

    L’incanto del giorno muore.

    Intense emozioni sovrastano

    il perimetro del mio cuore.

    Bagliori di luci

    dipingono le corolle dei monti,

    e tutto sembra una collana di perle

    incastonate nell’immenso cielo.

    Ascolto la voce del lago

    ed osservo il vertiginoso moto

    dei mulinelli d’acqua.

    Sulle sponde in fiore

    assaporo la fragranza di questo pane

    ed annuso il mistico profumo delle viole.

    Tutt’attorno si trascina lentamente

    dentro ricordi che vivono nel pianto,

    e tu dolcemente sorridi e rincorri

    l’ultimo abbraccio come un sottile

    petalo di paradiso…

  86. Fortuna

    Deplorevole vivere
    senza sognare
    ma anche viverla
    solo nei sogni.
    La fortuna ci accompagna.
    Le anime ci avvolgono.
    La Luna splende
    ma il cuore sanguina.
    Percezioni.
    Nulla più.
    Di esistenze altre
    che ci inondano.
    Le loro prossime vittime.
    Inconsapevoli anime
    si stringono al male
    chiamandolo speranza.
    Ma è solo un demone
    che succhia la fortuna.
    La luna splende
    ogni giorno ci scruta.
    L’astro rinnova la sapienza
    L’uomo rivive la sua ricerca.
    Il sogno si inceppa
    in un circolo di bugie.
    La fortuna si nasconde.
    Io resto immobile.
    Il tempo scorre con le stelle.
    Io resto immobile.
    Tra le parole del passato.
    La fortuna mi cela il presente.
    La ricerca dell’oblio.
    Sto bramando l’oblio.

    – Accetto il regolamento.

  87. Accetto il regolamento. Sezione A.

    Titolo: ARMONIA DELLE LACRIME

    Aspre note suonanti
    tra pascoli erbosi,
    bei alberi salienti
    con chiome ombrosi.

    La triste armonia
    di culture legate
    al sudore ignominia
    di persone piegate

    al duro, umile lavoro
    in campi come servi,
    con poco soldo danno oro
    a chi li usa per costringerli

    a obbedire e faticare
    senza poter protestare.
    Dio c’è anche per essi
    che patiscono tra le messi

    senza mai alzare la testa
    che perciò è molto mesta.
    Basterebbe un po’ di cuore
    per dar loro una vita migliore.

  88. Accetto regolamento sez.A

    La passeggiata di un folle poeta

    Se ne andava
    dove moriva il giorno
    con  il capo appena  chino,
    il tramonto sulle spalle
    lasciando orme
    sulla  sabbia bagnata.

    Passo lento e delicato
    di chi non solo pensa
    ma ascolta,
    con molta attenzione
    ogni fruscio ,ogni piccolo rumore
    per farla divenire parola.

    Quella parola 
    che l’avrebbe dedicata
    al mare  quieto
    lo stesso mare
                                                    di ieri
    che si mescola
    con  il crepuscolo del cielo 
    lo stesso                                    
                                                     di ieri.

    Di quelle anime sparse nel cielo,
    piccoli e grandi emisferi
    ove tutti  le vedono
    ma che pochi sanno ascoltare.

    Sfiora appena il sospetto
    d’essere stato lui il prediletto.

    Si ferma
    con  mezzo respiro
    ad un passo dalla riva
    raccoglie con mano 
    una conchiglia ,
                                                  un sorriso  e torna indietro.

  89. Rockford

    L’odore di un dopobarba economico
    sfiora la memoria.
    Rivedo mio padre la mattina
    lo specchio, la schiuma, il rasoio.
    L’immagine svanisce
    schiacciata dal peso dei ricordi
    Resta solo l’odore
    di te.
    Accetto il regolamento sezione A

  90. Giacomo Jako Orrù Melis 24/10/2016
    Accetto il regolamento
    Sezione A

    Sono

    Ancora una volta sotto delle calde coperte…
    l’unica illusione di una protezione totale…
    tutto ciò ch’è reale resta fuori,
    c’è solo lo spazio per un sogno,
    un solo sogno alla volta.

    Bello, brutto, lungo, immediato…
    solo uno alla volta!
    Chiudo gli occhi, apro la fantasia.
    Una realtà parallela, una realtà orizzontale.
    E via…partenza, solo andata…
    la bellezza che mi si para davanti
    non conosce le parole adatte per poterla descrivere,
    non ha nulla che le possa rendere merito
    in nessuna lingua…

    solo il silenzio e l’estasi della mia espressione
    possono dare una lontana idea
    di quanto sia perfettamente bella!
    Ecco perché si sogna:
    perché è l’unica maniera per vedere ciò che nessuno potrà mai guardare.
    Urlo di gioia nel provare la paura e la consapevolezza
    che nessuno mi può sentire urlare.

    Urlo!
    Più forte!
    E chiudo ancora gli occhi.
    Sono un sogno anch’io.
    Sono dunque indescrivibile.
    Sono sveglio.
    E continuo a essere indescrivibile.
    Non sono reale.
    Sono una fantasticheria.
    Sono carne, ossa e pensiero.
    Sono pensiero.
    Sono!

  91. Accetto regolamento sez.A

    Bancarotta

    Branchi di iene assetate di sangue
    circondan la preda, la cui dignità langue
    furenti e distorte le voci ruggiscono
    circondano l’uomo, mentre i suoi sogni svaniscono

    un errore commise, nella sua vita
    grazie al quale perdette la totale partita
    fu aggredito da feroci e famelici esattori
    un branco spietato di cinici predatori

    i suoi figli lamentano un roseo futuro
    nonostante il suo lavoro sfiancante, lavoro da mulo
    un investimento sbagliato sgretolo’ tutto quanto
    nella mente di sua moglie rimbombava il suo pianto

    lezzo di sangue della vittima avvilita
    stimolaron le belve ad accanirsi sull’anima ferita
    sconquasso interiore e pulsante rancore
    si inabisso’ nel più immane dolore

    nonostante il calore della sua amata famiglia
    una sera d’inverno stappo’ una bottiglia
    la prima di molte, di tante, di troppe
    lo condussero inesorabilmente verso l’agognata morte.

  92. IL RICHIAMO DI UN AMORE PERDUTO
    Lungi tutti questi anni, ho vissuto nelle tenebre.
    Ho assaporato finte gioie, ingoiato bocconi amari.
    Ho creduto di essere felice ma solo in apparenza.
    Ho conosciuto pene e finti amori.
    Con il naso all’insù attendevo un miracolo.
    Il cielo è infinito, le vie del Signore sono infinite.
    L’empireo mi ha accarezzato.
    Contemplando le nuvole camminare,
    ogni singola nuvoletta aveva un messaggio.
    Fulmineo, vidi scorrere un volto nascosto tra quei dipinti bianche che vagavano nel cielo.
    Il tuo volto.
    Il mio cuore balzò dalla gaiezza di rivedere quel viso.
    Quella tua immagine che avevo ormai seppellito,
    messo nel dimenticatoio.
    Soltanto attraverso quelle nubi bianchi, appariva la tua sembianza,
    i battiti del mio cuore si erano risvegliati dalla voglia di…
    riabbracciarti, di stringerti forte al mio essere.
    Guardarti profondamente negli occhi e dirti:
    che sei l’essere più bello di questo pianeta,
    che il mio amore che sta nascendo tra le tue braccia,
    è il richiamo del nostro amore che…..
    era smarrito per tutti questi lunghi anni.
    Che la tua reale patria risiede qui dentro.
    Nel mio cuore, nella mia anima, nelle mie braccia.
    e.. che da qui non entra alcuna intrusione,
    al fine di farci del male.
    Le mie braccia sono il tuo rifugio.
    il mio cuore è il tuo conforto.

    accetto il regolamento

  93. “Infiniti bagliori squarciano la tua consapevolezza,
    ora, non pensi più a quel misterioso arcano,
    ti avvolge una coltre densa d’insicurezza,
    proiettandoti in un sogno malsano.

    Pensi mai a come potrebbe essere la tua realtà,
    balzana entità dalle movenze distratte?
    Potrebbe essere spensieratezza, dinamicità
    se solo tu esplorassi recondite scene scarlatte.

    Attraverso un tunnel onirico
    riscopriresti quel che della vita è bellezza,
    creeresti finalmente il tuo panegirico,
    proietteresti nuova consapevolezza.

    Le soluzioni potrebbero essere infinite,
    se solo tu decidessi di agire,
    ma non pensarle svanite:
    ti lasceresti solo appassire.

    Consigli tanto utili quanto vani, questi,
    fan parte di una rosa dalle mille possibilità,
    ma prima di ricomporre i tuoi vani resti
    scoppia di fulgore, ritrova la tua realtà.”

    Accetto il regolamento-Sezione A
    Mura Maria Francesca

  94. Ci sono giorni di superficie
    sottili
    dove tutto è perdita
    e il tempo è distanza
    mentre l’ombra
    si fa margine
    e la solitudine rimane
    speranza.
    Da queste parti controvento
    sorridono amaramente
    i vecchi ciliegi

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