“I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani” di Silvia Pareschi: alla scoperta di un’America poco nota

“Venne fuori a ritroso dal varco fra le rastrelliere, con un attaccapanni in mano. Sull’attaccapanni era appeso un paio di jeans sbiaditi. «Sono gli ultimi che mi ha portato da aggiustare, parecchio tempo fa, ma non è più venuto a riprenderli. Secondo me se li è dimenticati…» Ecco, di nuovo lo stordimento. Il mio cervello si era incantato sulla frase “i jeans di Bruce…i jeans di Bruce…”

I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani

Silvia Pareschi è un’apprezzata traduttrice di scrittori americani, del calibro di Jonathan Franzen e Don DeLillo. Profonda conoscitrice di usi e costumi degli Stati Uniti, vive fra San Francisco e il lago Maggiore, dov’è nata.

I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani” (Giunti Editore, 2016) è una raccolta di racconti, misto a testimonianze di viaggio, in cui l’autrice offre un vasto reportage di quella terra che esercita sempre molto fascino sul lettore, perché intrisa di miti, leggende e spazi sconfinati. Il titolo prende spunto da un aneddoto, verificatosi durante un viaggio “au pair” dell’autrice appena sedicenne.

Nel 1985, dopo un interminabile tragitto in autobus da San Francisco a New York, un conoscente accompagnò lei e l’amica Camilla a Freehold, nel New Jersey, una cittadina famosa perché vi è cresciuto Bruce Springsteen, all’epoca il loro idolo. Dopo aver fatto un salto nella pizzeria dov’era solito recarsi il cantante, le due ragazze raggiungono la sartoria dove il “Boss” si faceva rammendare i vestiti.

Qui, il sarto dà loro un prezioso tesoro, dal valore inestimabile. Forse davvero i jeans della star, forse no; ma comunque frutto di quel mito che, nell’immaginario collettivo, alimenta il clima di un continente sinonimo di avventura e libertà.

In questa raccolta, vengono narrate particolarità sul popolo americano poco note, ma ricche di fascino e di suggestione. Come quella “wilderness”, “area selvaggia” che sembra uscire dai libri e circondare l’autrice, con le sue terre sterminate, popolate da montagne e ruscelli, con annessi puma e serpenti a sonagli.

Per poi passare al Palazzo del Porno di San Francisco, con la sua visita guidata alquanto surreale; allo studio delle religioni: dai quaccheri allo shakerismo, passando per la Chiesa Unitariana Universalista.

L’analisi dei vari tipi di joga che è possibile praticare, così come dei commoventi cori gospel a cui si può assistere, ci presentano una popolazione variegata, che molta importanza dà allo sport e alla musica. San Francisco è un paese dove non esistono reti di sicurezza.

Silvia Pareschi

Perdere tutto è facile, e il problema dei senzatetto è dilagante. Questa è l’altra faccia della medaglia degli States, con cui bisogna fare i conti; così come se si ha bisogno di un dentista, i prezzi sono esorbitanti. Per non parlare poi delle calamità naturali che colpiscono sovente determinate parti degli Stati Uniti, con effetti devastanti.

E a tal proposito, il racconto sull’uragano Katrina, in cui rimane bloccata una coppia di New Orleans, è forse il più bello ed avvincente di tutta l’opera. In stile “minimalista”, così com’è tipico degli scrittori americani contemporanei, un po’ alla Raymond Carver, oserei dire, è davvero una piccola perla.

I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani” è una raccolta interessante, sotto molti profili. Non offre solo curiosità sull’America, ma riesce anche a divertire. Un libro avvincente, che si legge con tempistiche brevi.

Lo consiglio a chi non si accontenta d’immaginare il sogno americano, ma vuole sentirlo raccontare da chi lo ha vissuto.

 

Written by Cristina Biolcati

 

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