Contest letterario gratuito di poesia e prosa “Lo stomaco delle farfalle”

“Sai quei giorni in cui niente gira come vorresti? Che guardi da vicino quello che hai intorno e ti sembra così lontano, non tuo, perfino lo specchio ti schiva, sei in un posto in cui devi essere, devi sorridere ed essere accomodante, mentre dentro l’inferno scalcia nervosamente. Oggi era così, domani credo anche.” – “Ad una ballerina

Regolamento:

1. Il Contest letterario gratuita di prosa e poesia “Lo stomaco delle farfalle” è promosso dalla web-magazine Oubliette Magazine e dall’autore Davide Lisi. Il  Contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.

Il Contest è gratuito. Il tema è libero.

 

2. Articolato in 2 sezioni:

A. Short Story in 200 parole (un racconto breve avente come limite massimo di partecipazione 200 parole, e come limite minimo 30 parole)

B. Poesia (limite 80 versi)

 

3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria opera sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con opere edite ed inedite. Per un facile conteggio delle parole consigliamo di scrivere la short story in un documento word e cliccare in alto Revisione, e Conteggio parole in alto a sinistra.

Per la sezione B si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.

Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di  accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.

Ogni concorrente può partecipare in entrambe le sezioni e con una sola opera per sezione.

 

4. Premio:

N° 1 copia della silloge “Lo stomaco delle farfalle”, di Davide Lisi, edito dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.

Saranno premiati i primi due classificati della sezione A, ed i primi due classificati della sezione B.

 

5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il     29 dicembre 2014 a mezzanotte.

 

6.  Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:

Alessia Mocci (Dott.ssa in Lettere, redattrice e critico letterario)

Maila Daniela Tritto (Collaboratrice Oubliette e Trasfigurazioni)

Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)

Cristina Biolcati (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Bernadette Amante (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Rosario Tomarchio (Scrittore e Collaboratore Oubliette)

Daniela Schirru (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

 

7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: oubliettemagazine@hotmail.it  indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:

https://www.facebook.com/OublietteMagazin

 

10. È possibile seguire l’andamento del contest ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.

 

11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

BUONA PARTECIPAZIONE E BUONA LETTURA DELLE OPERE PARTECIPANTI!!!

77 pensieri su “Contest letterario gratuito di poesia e prosa “Lo stomaco delle farfalle”

  1. Tanto il banco vince sempre

    Si risvegliò dal torpore dei fallimenti per l’immediato bruciore di stomaco nel buttar giù una sorsata di pessimo whisky.
    Era il solstizio, tutti vi vedevano l’inizio dell’estate, ma per lui era solo il germoglio nascosto dell’inverno e del declino.
    Il suo pensiero correva allora a Bukoskwi e all’ebrezza per una volata furiosa, con desiderio si immedesimava sulle tribune nel delirio della scommessa sul vincente, nel fragore del pubblico e del galoppo furibondo dei cavalli.
    Ma lui non aveva mai scommesso, nemmeno sul piazzato, prigioniero della razionalità e del “tanto il banco vince sempre”.

    DATI E DICHIARAZIONE
    Stefano Pelleriti
    Dichiaro di accettare il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali, partecipo alla sezione A

    1. Ladro d’anima

      Raccoglievo semi rossi di magnolia
      nel giardino recintato di braccia
      e li disponevo uno dietro l’altro
      per ritrovare il sentiero che mi portasse a te.
      Presi la coppa di verde veleno
      che tu ,con occhi di cielo mi offrivi
      e ne bevvi fino all’ultimo sorso.
      Una goccia sfuggita dal mento
      bruciò sui graffi sanguinanti
      che spuntavano come fiori sul petto.

      L’ombra discese sui miei capelli
      mi fu chiara la fragile vanità del tutto.

      Provai a rialzare la testa per essere ancora
      conchiglia al profumo di mare
      fatta di schiuma e onda di luna
      ma i pensieri fuggirono…
      Nel silenzio del cuore lo sgomento
      dell’ultimo naufragio.
      la musica del vento attraversò il dolore.
      e io ancora cercavo te, ladro d’anima,
      mentre il corpo stanco si piegava
      sfinito sotto il peso della neve…

      Luciana Esposito Sez B accetto il regolamento

  2. Sezione B
    Accetto il regolamento

    Rincorrendo alee

    Mani
    Rincorrevano farfalle
    Che con ali
    Iridate tingevano
    Cieli al tramonto

    Ne ho afferrata
    Una tra le dita
    Ma già ripiegava
    Le ali e moriva

    Danila Oppio

  3. -Non mi intrappolare-

    Non puoi intrappolare
    la pioggia tra le mani
    lei segue la sua musica
    Forte o adagio
    danza le sue gocce
    piccole punte di gesso
    che bucano il suolo
    Scroscia un applauso
    e s’inchina elegante
    specchiandosi in un rivo
    Così tu
    non mi intrappolare
    come la pioggia casco
    al centro del mio universo
    E piovo
    sul ritmo della mia malinconia

    accetto il regolamento, partecipo alla sezione B

  4. Gli affacciati tramonti
    di Aldo Ardetti

    Incontro con i miei affacciati
    tramonti di ricordi e segreti
    sulla barca appesantita da rotte,
    le conchiglie vittime sulla riva
    che risacca affoga e insabbia.
    Navigo alla ricerca di versi,
    una canzone condita di sale
    che si nasconde, insinua e fugge
    verso lontani profili di vele.
    Canzoni partorite rifuggendo
    le città difficili d’inverno,
    ma sostando nelle strade marine,
    alberghi di rugosi pescatori
    con forti voci e fiato salmastro
    accomodati su rotoli di cime
    tra le bitte del rifugio marino,
    le case umide asciugate da brezze
    di libeccio o grecale carezze.

    SEZIONE B – Accetto il regolamento

  5. -accetto il regolamento, partecipo alla sezione B-

    UNICO AMORE

    Ulula alla notte senza luna
    l’ardire d’un pensiero arginato
    in recondito angolo d’anima.

    Aspetta un cuore innamorato
    che faccia breccia nelle pareti
    imprigionate da vecchia edera.

    Tempeste di nevi e tramontana
    gelano mani pieni di sentimenti
    agonie di storie non vissute mai.

    Fantasmi di stagioni ormai morte
    incatenano paure in cuori semplici
    muti lemmi, non cercano il sole.

    Speranze declinano nella mente
    pensiero ormai attende la morte
    il suo ardore rimarrà scritto li…

    … sei l’unico amore mio!

  6. Come un sogno

    Volo leggiadra
    tra candidi sentieri di ciliegio in fiore,
    tra inebrianti profumi
    e stucchevoli essenze.
    Volo tra copiosi filari di tralci di succosa vite,
    come inespressi desideri.
    Vola la mente
    tra gocce di mare,
    incastonate come piccole gemme,
    che odoran di sale,
    e freschi aghi di pino,
    che destan i miei sensi.
    Volano i confusionari pensieri,
    come perle di novella rugiada mattutina.
    Volo tra le stelle,
    che fulgide rischiarano l’oblio
    delle mie turbate notti.
    Come un sogno ad occhi aperti,
    vivo istanti di pura
    ed intensa leggerezza.

    GRAVINA ISABELLA – PARTECIPO ALLA SEZIONE B – ACCETTO IL REGOLAMENTO

  7. INES ZANOTTI 30 Novembre 2014

    FAR POSTO …

    Un eco di parole
    rimbalza dal passato,
    valori che alla prole
    mio padre aveva insegnato…
    “L’accoglienza, l’ospitalità
    son virtù da coltivare”:
    La vita educa alla generosità
    un’empatia da tramandare!
    Sinergia di spazio e cuore,
    sintonia fra seggiola e amore…
    E’ un piacere far accomodare
    di presenza, il vuoto colmare!
    Intorno alla tavola, affine ad altare,
    festosi commensali voglion saziare
    quella fame di pane e vino…
    la fede salvifica nel Divino!
    Il carisma del “far posto”
    nasce in seno alla famiglia:
    tenere il segnaposto
    per “l’altro” che arriva!

    Sezione B – Accetto il regolamento

  8. Domande Straziante

    Sai quante anime racconta
    Il paradiso tra le porte del cielo?
    Sai quanti mostri popolano
    L’ ardente, il bruciante inferno?
    Sai quante lacrime vestono
    Il giorno grigio di bianco inverno?

    Sai quanti nomi mancano
    All’ appello della festa ?
    Sai chi ha fatto la morte
    Scura, spietata, dissesta?
    Sai perché ti viene
    Buttare le chiavi in andata?

    Sai perché scrivo ululato
    Nelle armi di lutto stancato?
    Sai quante madri bestemmiano
    Gli anni rimasti in grido addolorato?
    E sai, e sai … quanti passi
    Misurano la bara di un bambino?

    Nessuno sa: né io, né tu, né il vivere
    Solo il silenzio scoppiò a ridere

    DATI E DICHIARAZIONE
    Daniela Marculet
    Dichiaro di accettare il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali, partecipo alla sezione B

  9. Non contro, ma pro.
    ————————

    Violentemente mi accingo a sorridere.
    Violentemente anticipo le avversità.
    Violentemente accetto la frenetica e violenta esigenza di pace.

    Guardando la realtà, posso solo subirla.
    Sezionando i miei turbamenti, perdo di vitalità.
    Rovistando nell’idiozia non giungo alla soluzione.

    Quanta stupidità deve ancora versare la fonte, prima di colmare la mia irriverente superiorità?
    Quante lacrime dovranno versarsi prima che il giallo degli occhi si prosciughi?
    Quanta impalpabile malinconia farà desistere il progetto iniziale?

    Domani sarà troppo tardi.
    Oggi è il giorno giusto.
    L’unione è l’unica soluzione.

    Le lacrime cambiano sguardo, le orecchie sentono il fruscio dei colori, le mani stringono mani.

    Solenne è arrivato il momento di accettare il coraggio,
    impone di evacuare le budella dalle paure,
    pensieri nuovi scollegati dal passato.

    I soldi, la moda, l’ansia, il bianco, il nero e i colori.

    Svuotando i significati, mi riconosco davvero.
    Assaggiando la carrubba, non divento un maiale.
    Odorando il profumo di una rosa, non divento.

    Violentemente mi accingo a sorridere.

    Giuseppe Carta, accetto il regolamento, sez B

  10. Toccami dentro.
    Mentre il margine del silenzio scosta l’ultimo tonfo, mentre
    le lune del tempo scacciano l’orlo del cielo
    toccami dentro! E dimmi
    dove rotolano spenti i miei sogni? Tu
    che conti, uno ad uno, non distingui, e li chiami astri
    sai? Non hanno nome, Assaggiali!
    Sanno di luce propria, come la misura
    vivono riflessi nel mare, come un controsenso
    è stupida l’avidità delle stelle -sì che lo sai!
    Muoiono, spente come i lampioni di giorno, e pallide
    d’argento negli occhi, vanitose e nude, identiche a me
    misero tratto di pelle, sangue e pelle
    stola del mondo, grembo di sole, e inguine di vita.
    Luce, vita, e controsenso
    dove nascondere le unghie strappate al mondo
    sporco e carnale, succube e bendato
    bastardo, sordo, profano e divino, l’Essere è il senso!
    Nessun dolore oserà abbastanza per dirmi donna, e voi
    abbiate cura di osservare d’obliquo il pensiero
    qual prospettiva diversa, e da là partite
    perché il nero e il bianco siano l’unica verità, la vostra.
    La mia

    Giusy Carofiglio

    Sezione B – Accetto il regolamento

  11. AMORE CHE NON SI CANCELLA

    Tacciono le cose che ti vollero qui.
    Di silenzio timido la tua faccia si fa
    matrice al bordo degli occhi.

    Vieni a dire: “amore che non si cancella, come la terra”
    e in ogni istante a scavare le mie braccia.

    Abbassando le palpebre in fondo alla curva di un gomito,
    su una montagna, dopo tante ore e dopo ancora
    ripetere: è fatto un tempo, un pezzetto di deserto,
    un fiore, un ciglio del nostro letto.
    Facciamo l’unità di un corpo?
    Un doppio nello specchio
    tra la tua e la mia forma opposto al nulla:
    la misura prima dell’occhio.

    E il mio sul tuo viso come a rompersi quando
    la spinta ci unisce: così forte come è
    abbattersi contro i muri senza mai infrangerli.

    Invece qui, l’amore, da lontano.

    Maria Stella Lo Re
    Poesia tratte dal volume ‘Come in due’, Arduino Sacco Editore, 2013

    Sezine B – Acctto il regolamento

  12. UN ANGELO ALLE SPALLE

    Una volta, quando c’era il manicomio, qui, passava un mucchio di gente, tra le muffe delle case, fiancheggiando le mura che da questo punto preciso si chiudono con la quinta porta a sud della città, Porta Romana. E, intorno, i ‘matti’ zigzagavano tra la terra e il cielo, spinti da una forza estranea che li rimbalza-va da uno spazio all’altro. Inermi a oscillare tra le pareti delle cose. Respinti e singhiozzati come corpi in mare, sputati dalla tempesta; intrusi, espulsi dall’Olimpo di Nettuno. Qualcuno ripeteva poche frasi imparate a memoria, sempre quelle, e qualcun altro vagabondava e spintonava per una sigaretta rifiutata. Pericolosi e innocui, errabondi e storditi, smarriti per le strade, senza una direzione precisa, aquiloni volteggianti e pellegrini raminghi, facevano i tuoi stessi passi, erano la tua ombra che si allungava al calare della sera sotto la luce del lampione e della luna. E quando avevi paura e percepivi i loro passi, ti rincuorava avere il loro respiro vicino, impercettibile, che si univa al tuo incalzare di falcate veloci sui lastroni di pietra serena e al tuo affanno. Angeli alle spalle a rassicurarti nel cammino, a dissolvere la loro e la tua prigione.

    Maria Stella Lo Re

    Short Story tratta dal volume ‘Come in due’, Arduino Sacco Editore, 2013
    Sezione B – Accetto il regolamento

  13. Sezione A – Accetto il regolamento

    IL CASTELLO SULL’ACQUA

    Nelle repubbliche baltiche seguendo le vie dell’ambra tra laghi, foreste, ghiacciai, nei
    terreni del cervo e dell’alce, nei cieli delle grandi cicogne, spuntano improvvisamente come macchie di colore acceso le case di legno con i camini accesi. Percorrendo le dolci vallate si sentono i profumi della natura mescolati con quelli del cibo speziato tipico di queste zone.
    Rovine medievali gelosamente e fieramente conservate vengono offerte generosamente ai nostri occhi per entrare nella storia e archeologia di questi luoghi.
    Qui nell’isola di Trakai in Lituania, si intreccia e concentra forse la storia di tutto il paese.
    Lo sguardo viene catturato dall’imponenza del castello in stile gotico con i mattoni rossi che maestoso si staglia nell’azzurro del mare e del cielo: sembra quasi sospeso nell’acqua.
    Passato il ponte levatoio e varcato l’immenso portone di legno si entra come per magia in un’altra era…..
    Eco di passi sulle scale di legno risuonano fin dentro l’anima e chiudendo gli occhi si sentono le voci, i rumori di un tempo lontano: cortili pieni di soldati con uniformi medievali che lucidano le armi e nitriti di cavalli che scalpitano in attesa nelle stalle.
    Girovagando per le stanze abitate un tempo da dame e cavalieri si immaginano saloni imbanditi per feste memorabili dove i fruscii di abiti sontuosi si confondono con le note di balli e musiche che allietavano le orecchie, gli occhi e gli animi dei convenuti.
    Le luci soffuse e tremule delle candele rischiaravano mobili di legno massiccio finemente lavorato.
    Nel grande camino acceso crepitava la legna del bosco e davanti al fuoco tappeti di lana o di pelli di animali facevano bella mostra di sé tra le poltrone imbottite.
    Grandi arazzi sulle pareti con scene di caccia circondano il nostro sguardo e di là nel lungo corridoio rischiarato da torce dorate, delle scale a chiocciola portano nella torre più alta ma,…….. improvvisamente una guida in inglese avvisa i turisti che il giro al castello è terminato e riaprendo bruscamente gli occhi, con rimpianto esco sospirando dal sogno e sorridendo al mio compagno di sempre al mio fianco, usciamo dal castello lentamente e voltandomi indietro per un ultimo sguardo scatto una foto, l’ultima consapevole che ciò che sto inquadrando è già un bellissimo e nostalgico ricordo.

  14. Sezione B – Accetto il regolamento

    VOGLIO RESTANTI ACCANTO

    La tua presenza ancora mi sconvolge,
    mi logora il cuore,
    ma voglio restarti accanto, tenerti con me.

    Sarai il vento che accarezzerà il mio volto,
    l’anima riflessa nello specchio,
    i grani immobili nella clessidra del tempo.
    Abbraccerai l’aria che respiro
    ed io ti sazierò con ogni sospiro.

    Il riflesso della luna
    rischiara il tuo viso nell’ombra
    ed io proverò a parlarti in silenzio,
    sillabando il mio dolore,
    mentre il mondo si ferma
    aspettando un gesto.

    Sarò la tua l’ombra e la luce
    e vivrò in te per non smarrirti,
    mi adagerò sul tuo cuore
    per restare con te nello spazio e nel tempo
    vagando nel giardino dei sogni.

  15. Gabriella Becherelli

    Oltre

    Così leggero

    e subito
    dimenticato

    quel volo

    lasciò onde
    di luce
    oltre il confine
    dell’ inverno

    sez. B accetto il regolamento

  16. Cristina Marras
    Poesia
    Accetto il regolamento, sezione B

    L’onda

    Ogni riccio sarà un’onda
    che cullerà i tuoi desideri.
    Silenziosamente,
    mani sapienti si perderanno,
    regalando brividi
    di ghiaccio iridescente.
    Sguardi accoglieranno sguardi,
    limpidi, intensi e bagnati di gioia.

  17. Vuoto

    E riavvolgo le parole
    fili contorti su di me,
    osservo il groviglio
    attorno al corpo
    e assorta mi appiglio
    all’ultimo istante
    ritratto nella mente,
    all’ultimo sorriso
    al cuore appeso,
    all’ultima carezza
    sul viso frusciante.
    Nel vuoto interiore
    annego il malessere,
    dal fittizio clamore
    distacco l’essere,
    senza parole resta
    l’anima mia,
    nascosta.

    Tania Scavolini
    sezione B – accetto il regolamento

  18. Pamela Gotti- sez A. accetto il regolamento.

    FARFALLE A CACCIA
    E quindi ti sei detto che le cose non stanno in questo modo. Che ogni lasciata è persa. Che per andare e tornare c’è bisogno di un mezzo. E non sai quale.
    Scompigli i capelli e imbracci il fucile. Oggi sarà una giornata da ricordare.
    Vai a caccia di quelli che ti hanno sempre fatto credere che ci sia un posto dove andare, una casa in cui tornare.
    Spari a zero addosso a coloro che continuano a ripetere la solita infantile litania sulla quale prevale un uso improprio degli aggettivi qualificativi.
    Così avanzi spedito tra i lastroni di vetro che fanno trasparire il nulla sottostante e non ti accorgi della tua fame. Non riesci a guardarti la pancia e a vedere il tuo pianto. Il volo è solo un ricordo oppure una speranza mozzata.
    Soccombi a te stesso e al tuo stomaco e il fucile sbatte contro il cemento e spara. Senza un bersaglio.

  19. Il sogno di Sofia

    Sofia si era svegliata con la luna storta anche quella mattina, ma il dovere l’aspettava: il suo posto di lavoro con tutto quello che conteneva, pro e contro, simpatie e antipatie, pettegolezzi, piccole scaramucce e maldicenze. Prima di arrivare a questo scenario un’ora di traffico lento e puntuale come un orologio. Preferiva defilarsi appena arrivata e non buttarsi subito nella mischia dei colleghi, amava ascoltare le notizie alla radio e un po’ di musica, aprire il computer e leggere la posta. Prendersi un caffè in santa pace, prima di tuffarsi nel lavoro e nel marasma. Ogni giorno succedeva qualcosa, bastava mettersi in finestra e aspettare. Una o due ore di attesa e come d’incanto la chiacchiera del giorno arrivava come una mannaia a decapitare il buonumore se lo aveva o viceversa a incrementare il malcontento. Per lo più Sofia sorrideva ed era accomodante, per non farsi sangue amaro preferiva essere serena dentro e fuori. Certo il fuori a volte mascherava il non coinvolgimento, il distacco completo da tutto quello che la circondava.
    Era su un altro pianeta e ne doveva scendere spesso a fatica. Avrebbe voluto essere altrove, essere altro, essere in un altro posto.

    Tania Scavolini
    Sezione A – accetto il regolamento

  20. A MIA FIGLIA

    Quando il pensiero del mattino
    incomincia a sognare
    vengo dolcemente a destare
    il tuo sonno per incontrarti
    …..e mi innamoro.
    L’emozione trasuda sapendo
    di incontrare quella meraviglia
    del mondo che tanta energia
    dà alla mia voglia di vita
    …..e mi innamoro di te.
    Sensazione di bellezza che
    s’accende quando incontro quegli occhi
    dal colore del cielo e del mare
    che in simbiosi disegnano l’anima mia
    …..e mi innamoro di te.
    Accarezzar quei capelli biondo castano vorrei
    per pettinarli con la dolcezza del mio amore
    e adagiarli lentamente come farfalle
    sui fiori del mondo che colorano
    questo giorno cosi immenso
    da consumare con il sorriso
    ….e mi innamoro di te.
    Nasconderò le mie paure e le mie ansie
    per regalarti la mia gioia di inventarmi
    il mondo che vorrei
    il mondo che donarti vorrei per dirti ancora una volta
    TI AMO FIGLIA MIA
    ……e mi innamoro di te.
    Ti donerò il sorriso più bello che ho
    perché del tuo non posso fare senza
    è la mia vita
    …….e mi innamoro di te.

    Accetto il regolamento sezione B

  21. Annamaria Vernuccio 4/12/2014

    E’ lui

    Lo ricordo proprio come fosse ieri, e ancora mi chiedo come fosse la nostra vita quando non c’era.
    All’inizio proprio non lo volevo… mi sentivo impreparata, inadeguata e pensavo che lui avrebbe limitato la mia libertà, quella vita che scorreva nel suo modo lento ma sicuro .
    Mia madre mi diceva sempre: “Pensaci bene”, una volta deciso non si torna indietro, non avrai più tempo per i tuoi manicaretti, le tue sedute al caffè con le amiche, ma mio marito ed io lo volevamo a tutti i costi. Ora che finalmente è qui, mi accorgo che ha veramente cambiato la nostra vita in modo totale.
    Tutto gira intorno a lui e basta un piccolo accenno a qualche cosa che non và, che subito entriamo in agitazione e iniziano allora i “Speriamo che passi da solo” oppure ci si attiva a chiedere consigli e pareri che ci possano aiutare.
    Al mattino il primo pensiero è: ” Vediamo se ci sono novità” o: “Chissà se ha scaricato bene” ! Non potremmo vivere più senza di lui: il nostro caro, amato e odiato PC!

    Accetto il regolamento per la sezione A

  22. Annamaria Vernuccio

    NOTTE IMBECILLE

    Dietro i vetri di una finestra chiusa
    guardo fuori nel buio la pioggia battente.
    I miei sensi, espansi all’ennesima potenza,
    quasi percepiscono il suono
    di ogni singola goccia d’acqua
    che cade sui ciottoli del cortile.
    Il tuo biglietto, stropicciato tra le mani,
    ancora una volta mi ricorda
    che ormai non ci sei più.
    Più niente delle nostre passeggiate al crepuscolo,
    più niente delle nostre serate accanto al camino
    a raccontarci le cose del giorno trascorso
    Una telefonata nella notte e
    tutto è cambiato in un lampo.
    Lo stridio dei freni sull’asfalto
    e la tua vita, la mia vita, hanno smesso di esistere.
    In questa notte imbecille
    che senso ha continuare a ricordare ?
    Come le gocce di pioggia
    che si dissolvono al suolo,
    così la mia vita, allo stridio di quei freni.

    Accetto il regolamento per la sezione B

  23. Nebbia

    Stamattina la nebbia non è il velo magico in cui avvolgi il tuo fantasticare bensì un sudario gelido che ti avvizzisce l’anima. Lui ti ha mollata senza nemmeno una parola: è bastato il selfie di un bacio con un’altra per distruggere un amore che ti riempiva la vita.
    I fanali gialli dell’autobus ti affascinano ipnotici come gli occhi di una vipera. Sedotta, fai per scendere dal marciapiede ma una mano ti ferma. Ti volti. Una figura di giovane in abiti che non appartengono al tuo mondo ti sorride. Un ricciolo di labbra esangui in cui leggi la tua medesima sofferenza ma anche rimpianto. Mentre il ragazzo scuote la testa, il tuo cervello si rifiuta di credere ai timpani che sentono un battere di zoccoli sull’asfalto.
    Sbatti le palpebre: sei sola sotto la palina della fermata.
    Un vorticare di goccioline e appare una cresta di capelli colorati di verde smeraldo. Occhi azzurri si sollevano dallo schermo dello smartphone e ti fissano. «Secondo me, Luca è un imbecille» sentenzia grave una voce che lotta per entrare nell’adolescenza. «Sei mille volte meglio di quella!».
    La porta a soffietto ti accoglie con il suo calore. «Posso sedermi accanto a te?».

    DATI E DICHIARAZIONE
    Marco Bertoli
    Dichiaro di accettare il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali. Partecipo alla sezione A

  24. E’ LA VITA CHE TE LO CHIEDE

    Voler chiudere gli occhi
    per non rendersi conto
    dell’immensità del vuoto che circonda
    di quanto sia grande uno spazio piccolo
    perché il vuoto che lo riempe lo moltiplica,
    costringe in un angolo.
    E tu, che non puoi far altro
    che prenderti il viso tra le mani e dire
    “basta non ce la faccio più!” ,
    Non c’è musica che puoi ascoltare
    che possa alleviare il dolore che quel vuoto,
    che ormai è dentro te,
    ti sta imprimendo nell’anima.
    Un gesto, un cenno
    che non può arrivare perché ormai
    è il vuoto che ha preso il sopravvento,
    che non l’amore, ma neanche l’affetto
    fa muovere chi potrebbe fare qualcosa,
    Perché quel che per altri è banalità
    per chi conosce il vuoto basterebbe una farfalla
    che in un tempo non suo svolazza intorno
    a riportare un senso di vita, di speranza, proprio a chi
    ormai ha perso tutto e sa di aver perso tutto…
    Costretti a tenerli aperti perché…
    E’ la vita che te lo chiede
    L.B.

    LETIZIA BETTI
    Dichiaro di accettare il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali. Partecipo alla sezione B

  25. Mirella Merino 09/12/2014

    Titolo: I Verbi della mia Vita

    Fin da piccola, c’è stato sempre qualcuno che voleva insegnarmi cosa significasse la vita e in quali modi dovevo viverla. Eppure, ho sempre visto la mia vita con lo sguardo fantastico di quando ero bambina e ho racchiuso il suo meraviglioso significato nelle parole ridere, scherzare, giocare, saltare, correre, amare, sognare, colorare, cantare, disegnare, scrivere, prendere per mano e fare un tratto di cammino insieme.
    Il tutto ascoltando semplicemente la voce del mio cuore.
    Ho liberato così la mente dagli schemi limitanti dell’apparire e ho scelto semplicemente di essere.
    Tutti i verbi che ho descritto, racchiudono per me il vero significato della parola: VITA.
    Perché limitarsi a usarne altri, se tutto questo è semplicemente perfetto?

    Autrice: Mirella Merino

    Dichiaro che l’opera presentata è frutto esclusivo del mio ingegno e inedita. Accetto il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali. Partecipo alla sezione A

  26. Mirella Merino 09/12/2014

    Titolo: Non posso innamorarmi di Te

    Non posso innamorarmi di Te,
    ho chiuso il cuore all’amore degli uomini.
    Non voglio soffrire più,
    per colpa del loro egoismo
    e non guardare nel profondo della mia anima,
    troveresti solo tanto dolore.
    Sai cogliere, ogni sfumatura
    nei miei cambiamenti d’umore.
    Sai farmi ridere e incazzare.
    Sai accettarmi per quella che sono,
    per i miei sogni e per il mio modo di essere.
    A volte bambina, ragazzina, amante, sorella e madre
    E lo fai, semplicemente, perché hai compreso…
    che in tutto questo, so essere Donna.
    Conosci il mio segreto.
    Quello che tanti uomini hanno sempre disprezzato…
    E per questo non posso innamorarmi di te.

    Autrice: Mirella Merino

    Dichiaro che l’opera presentata è frutto esclusivo del mio ingegno e inedita. Accetto il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali. Partecipo alla sezione B

  27. Accetto il regolamento, partecipo alla sezione A

    Povero bimbo

    Alberto era un padre di famiglia. Lavorava dalla mattina alla sera con una sola ora di pausa pranzo. Sua moglie, Mimì, stava in casa. Avevano “3 figli”, Igor, Luisa ed il loro gatto Miscia Ma la mattina del 24 dicembre, Alberto non andò a lavoro. Quella mattina Alberto decise di terminare la sua vita in modo prematuro. Si tagliò le vene.

  28. Partecipo alla sezione B (poesia) con “Nuvole basse”
    accetto il regolamento

    Nuvole basse

    Sul prato
    ancora delle nuvole basse.
    L’oste non guarda,
    la moglie non ha le braccia.
    Arrivano le nuvole
    e portano via
    sempre tutto.
    Le nuvole
    e gli arti umani.
    Nuvole basse.

  29. Luisa Candolfi, accetto il regolamento, partecipo alla sezione B (poesia)

    Luce

    Eravam in tre
    io, te e me
    Un’altra sfera
    Un’altra metafora
    Eravam in tre
    io, te e me
    Una luce
    sfiora le labbra
    non le mie,
    non le tue.

  30. Luisa Candolfi, partecipo alla sezione A ed accetto il regolamento del contest

    Rovine
    Luisa stava afferrando il coltello sopra il tavolo della cucina, quando ad un tratto, Ludovico entrò nella stanza. La tragedia fu immane. Ludovico vide tutto quel sangue. Luisa ne era stracolma. Per un attimo pensò che Luisa si fosse tagliata, ma poi la verità fu più tagliente di quel coltello. Aveva perso moglie e figlia in una solo colpo.

  31. Matteo Metta, accetto il regolamento, partecipo alla sezione B

    Poesia

    Per me la poesia
    è.
    Per te la poesia,
    cos’è?
    Cosa siamo?
    Parole?
    Atomi?
    Sangue.
    Poesia.

  32. Partecipo alla sezione A, accetto il regolamento

    Torto

    Lui era biondo con gli occhi scuri. Lei era bionda con gli occhi verdi. Non avevano in programma una vita assieme, ma qualcosa stava per cambiare. Loro si stavano per conoscere. Un torto accellerò il destino portandoli entrambi a chiedere lo stesso taxi.

  33. Immortalità

    Amore,
    strano sentimento
    dalle mille sfaccettature.
    Si ama un genitore
    un fratello
    un compagno
    un amico.
    Si ama il mondo,
    la vita.

    Poi prendi un figlio tra le braccia
    e capisci che l’amore non è quello.
    Riduttivo,
    quasi offensivo
    chiamare amore
    un sentimento che non può avere un nome.

    Perché un figlio
    è scrigno magico,
    contenitore del senso della vita
    e custode del filo segreto
    dell’immortalità.

    Accetto il regolamento per la sezione B

  34. Partecipo alla sezione A e accetto il vostro regolamento.

    Momento

    Si lasciò accarezzare il capo come un gatto. Le mie dita venivano catturate e intrappolate da quei ricci imperfetti color sabbia. Non desiderai essere in nessun altro luogo, era perfetto così quel momento e avrei dato tutto ciò che possedevo per fermare il tempo. Se avessi potuto lo avrei trasformato in eternità.
    Improvvisamente non mi importò più del freddo, ero calda, piena, sazia e per la prima volta conobbi la perfezione. Era li, proprio accanto a me con la testa sulla mia spalla e le braccia che mi cingevano la vita. Avrei voluto avere mille braccia per avvolgere quel corpo, gli avrei voluto toccare l’anima e tenerla stretta a me.
    Lo strinsi. Mi strinse.

  35. Luca Argiolas accetta il regolamento e partecipa alla sezione B

    Mosche

    In un’epoca senza freno
    insetti a tutto spiano.
    L’uomo,
    vorace essere migratore,
    non stabilì mai
    le origini delle mosche.
    Celebrano il mese
    a loro devoto
    e si rilassano
    dentro il futuro.

  36. Luca Argiolas partecipa alla sezione A, accettando il regolamento

    Paure

    Zitti tutti!
    Sta entrando il Signor Capo.
    Che dobbiamo dire?!
    Nulla! il lutto è stato pochi giorni fa. Stiamo in silenzio.
    – entra il Signor Capo –
    Buona giornata, mi dispiace molto per ciò che accradrà ma non ho altre soluzioni. Addio.
    – il Signor capo si spara –
    Ed ora che facciamo?
    Niente, aspettiamo.

  37. Sono Marco Pettilo, lieto di partecipare al contest nella sezione B, accetto il regolamento.

    Albero

    Allegro,
    Ludico,
    Beato,
    Elegante,
    Ruvido,
    Oleandro,
    l’albero da me amato.

  38. Marco Pettilo, partecipo alla sezione A, accetto il regolamento

    Vento

    In inverno sono solito comprare un regalo propiziatorio per la casa, niente di che ovviamente ma qualcosa di molto semplice. Mi piace prendere ogni inverno un nuovo tappetto. Io amo i tappetti e la mia casa ne è piena. Penso che prima o poi in una giornata di vento possano viaggiare con me, portarmi in posti remoti.

  39. Sezione A

    Il lungo viaggio

    Allaccio le mie scarpe
    e volo via
    in questa notte
    che non conosce tregua,
    veloce senza mai
    voltarmi indietro
    a rivedere tutta la mia storia.
    Pensieri che s’intrecciano nel buio,
    cavalli a dondolo
    lasciati su in soffitta,
    abbracci che avrei voluto darti,
    carezze che sanno di miseria.

    Arrivo
    presso un porto sconosciuto,
    m’infilo su un piroscafo malmesso
    vendendo amore
    per non pagar la tratta e,
    mentre approdo
    su sabbie bianche
    e frastagliate onde.
    felice mi dimentico del mondo.

    Ho vinto la mia guerra
    col passato,
    adesso il mio futuro
    è dentro me.

    Accetto il regolamento

  40. Fuga

    Lasciavo che si consumasse dentro
    l’urgenza di vivere
    oppressa da un morbido soffocamento
    da un disamore sotterraneo

    in cerca di una piccola pace
    una pace senza pretese
    ho imboccato l’unica via di fuga
    con un bagaglio leggero.

    È una via parallela
    dalle nette geometrie
    la luce arriva stemperata
    e si disperdono le parole.

    Dove vado non m’aspettano
    Forse non troverò nessuno

    Finora ho corso
    ora mi fermo
    e non guardo indietro.

    Ora non serve pensare.
    Sul taccuino vuoto
    non aggiungerò più nulla.

    Sezione B- Accetto il regolamento

  41. Sirena

    Le ho ingenuamente offerto
    le braccia, le gambe e il collo.
    Adesso si nutre avida
    rubando sangue e linfa.
    Estirpa cuore e anima,
    ma non occhi
    che adesso vedono
    cosa si cela
    sotto il pelo dell’acqua
    di questa dolce sirena,
    non orecchie,
    non più offuscate
    da quel canto ammaliatore,
    che adesso ascoltano questo lento stillare.
    Sangue per veleno
    che paralizza la lingua,
    via via ogni muscolo
    e ogni residuo volere.
    É Il baratto iniquo,
    una lenta agonia.

    Stefano Pelleriti
    Dichiaro di accettare il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali, partecipo alla sezione B

  42. Di lavanda e di ricordi

    Ti riporterò,
    nell’immensità del campo
    ove soffia il vento
    e fragrante l’aria
    profuma di lavanda.

    Ne faremo mazzetti,
    tutti uguali.
    Uno o forse due fili
    li riporremo tra le
    ruvide pieghe di un libro.
    Dimenticati.

    E quando il tempo
    avrà scavato solchi
    sulle nostre mani raggrinzite
    e avrà ingiallito
    le polverose pagine,
    insieme noi le riapriremo.

    E allora, ci sembrerà di
    respirare ancora
    la nostalgia di un profumo,
    che dolce riempiva i nostri petti.

    E saremo di nuovo li,
    distesi, sulla violacea landa
    dei nostri ricordi.

    (Edita nella silloge “Le stanze vuote” Antonella Iuliano – David and Matthaus edizioni)

    DATI E DICHIARAZIONE
    Antonella Iuliano
    Dichiaro di accettare il regolamento del contest e autorizzo al trattamento dei dati personali, partecipo alla sezione B

  43. VIA DI QUI,

    Il palazzo è veramente bello. Entro attraverso l’immenso portone. Corridoi. Un brusio. L’aula a semicerchio è grandissima. Quanta bella gente! Uomini in giacca e cravatta e donne elegantissime e profumate. Ieri avevo passato la giornata nei quartieri popolari dove la gente passava il tempo bevendo birra, ruttando, puzzando di sudore e cercando di catturarmi. Il suono di una campanella fende l’aria. Mi godo l’ambiente.
    Improvvisamente il brusio si trasforma in rumore e poi in frastuono. Una parte della bella gente muove dei fogli stampati. Altri agitano i pugni verso di loro. Insulti e parolacce volano nel grande ambiente. Lo chiamano “parlamento” ma qui non si parla, si grida. Campanella ancora più forte. L’aula si svuota. Sono perplessa.
    Esco dalla grande stanza ormai vuota. Corridoi. Passo di fronte al bar. Davanti a un ricco aperitivo alcuni rappresentanti della bella gente, che poco prima stavano per venire alle mani, ridono amichevolmente.
    Forse il mio piccolo cervello da farfalla non è in grado di capire. Volo fuori da una finestra aperta.
    Penso che tornerò tra i bevitori di birra sudati.

    Accetto il regolamento

    Sezione A

    Lodovico Ferrari

  44. Vincent
    Conosceva solo girasoli
    e immensi campi di grano
    ma seppe renderli immortali.
    Girasoli gambi lunghi come gru
    e infinite corolle giallo arancio
    a rincorrere il sole.

    Patrizia Benetti sez B
    Accetto il regolamento.

  45. “Speravo che il Tempo
    riuscisse a cancellare
    la magia che avvolge il Sogno
    intriso di inebriante Poesia
    ed inafferrabile Melodia,
    invece
    ho ripreso a vivere d’inchiostro
    che sfiora la carta
    nutrendosi di emozioni
    e tormenti
    nell’illusoria speranza
    che versi e pensieri
    rendano tangibile
    l’essenza dell’Anima,
    distante.

    Tutto vive intorno a me
    in un incalzante divenire
    perdendosi tra gli attimi che fuggono
    e mi abbandonano..
    Vivo nell’immobilità
    del sospirato Sogno
    naufragando ancora
    tra le acque impetuose
    dell’agognato tormento

    ed il mio Cuore,
    non pago,
    respirerà ancora
    Profumo di Sogno,
    Profumo d’Amore,
    Profumo di Te.”

    Filomena Innone
    Sezione B – Accetto il regolamento

  46. Smarrito

    Incertezza,insicurezza: è questo quello che io provo
    cerco me stesso, lo cerco dentro, ma purtroppo non lo trovo.
    La vita, non so, può assumere un significato
    errato, corretto, giusto o sbagliato?

    Ma che senso ha porsi tutte queste domande
    che ogni giorno, ogni notte, mi mandano in panne.
    Fidarsi di un altro, del prossimo, di una persona
    non ne ho più voglia, preferisco restar una persona sola.

    Basta domande, basta dubbi e punti interrogativi:
    che esistenza sarebbe? Non saremmo più vivi.

    Riccardo Anedda
    Sezione B
    Accetto il regolamento

  47. Sezione ‘B’
    “accetto il Regolamento”

    IL PRIMO MIRACOLO

    “Ma dobbiamo camminare ancora molto?”
    disse la bambina al suo papá, rivolto
    con il viso in alto, sorridente
    verso una stella fulgida e splendente…
    “Stai tranquilla, bimba mia adorata..
    dobbiamo far questa passeggiata
    per fare visita a una famiglia speciale”.
    “Ma proprio oggi che è il giorno di Natale ?”
    esclamò la piccola agitando le sue mani…
    “Non potevamo andarci piú tardi… oppur domani?
    “No mia cara”, rispose il suo papá…
    “dobbiamo arrivare fino lá
    dove vedi, luminosa e bella,
    splendente su nel cielo quella stella !”

    Dopo tanto e tanto camminare
    si fermarono un pò per riposare;
    ma ad un tratto la bimba cadde giù,
    in terra… e al suo papá non rispondeva più…
    Allor la prese in braccio e con spavento
    cominció a correr come il vento
    perché la sua piccin voleva salvare
    portandola di fretta in ospedale.
    Ma ad un tratto quell’unica strada
    davanti agli occhi suoi si biforcava…
    a sinistra c’era la via per l’ospedale;
    ma sulla destra, quella luce speciale,
    quella luce cosí bella e luminosa
    che faceva brillar proprio ogni cosa!

    Il papá, timoroso e incerto, guardò a sinistra
    poi guardó la stella e si diresse a destra
    guidato dal baglior della stellina
    ma non capiva perché per la piccina
    avesse preso decisione tale
    da non andar diretto all’ospedale!
    Lui non lo sapeva, ma un angel del Signore,
    l’aveva indirizzato col suo cuore
    verso quella luce fervida e splendente
    che risplendeva in alto, sí lucente !
    L’uomo era stanco, aveva male a un piede,
    però non perdeva mai la fede
    di salvar la sua adorata pargoletta
    e dolorante camminava in fretta,
    mentre gli teneva la sua mano.

    Improvvisamente, vide da lontano
    una grotta, con dentro un Bambinello
    in un giaciglio di paglia ; un asinello
    e un bue, dietro di lui, per riscaldarlo,
    e i suoi genitori accanto, ad accudirlo.
    Il papá, esausto, posò la sua fanciulla
    accanto al giaciglio, vicino a quella culla ;
    il Bambinello la guardò… ed un sorriso
    uscì delicato dal suo viso.
    E cosí la bimba, improvvisamente
    cominciò a risvegliarsi, dolcemente…

    Era la notte di Natale.
    Era nato un Bambino speciale.
    Quel papá ringraziò Dio, con lo sguardo volto in su.

    Non lo sapeva… ma era il primo miracolo di Gesù.

  48. Nicoletta Ceci
    Sezione B
    Accetto il regolamento e il trattamento dei dati

    Vocali ruggenti

    “Appendo l’ardore dei baci tuoi nel cielo che disegna soavi rosse lanterne
    e lascio che sia il vento a portarti quel suono di fuoco
    e di velluto che i tuoi passi fanno per arrivare al mio corpo
    aperto, vinto, liquido
    preso nell’attimo perfetto che sa di spuma e seme
    Fiore che sul tuo vulcano esplode di bramoso miele e di dardi accesi
    senza fine
    rincorrendo il bacio dei venti
    Da te e in te respirare stelle e poi sabbia e ancora vocali ruggenti
    nel deserto dei mille e una notte piaceri
    Sussurrando i nostri amorosi gemiti
    Parola di pelle
    Che arriva al mare di dentro
    e vive”

  49. Sezione B: Poesia. Accetto il regolamento

    E’ inverno

    E’ inverno, sui tetti,
    sui rami, nel mio cuore.
    Scende la neve, biancastra;
    fili di pioggia addormentano
    l’aria, uccisa dalla malinconia.
    Il freddo taglia la notte,
    dove giaccio sveglio
    a guardare un fiore ancora vivo.
    E’ inverno, senza tempo,
    infinito tempo, senza calore;
    è inverno, un pallore leggero
    urla parole nel vento.

  50. Lucia Mancosa, accetto il regolamento, partecipo alla sezione B

    Vichinghi

    Noi,
    esuli, marinai
    antichi.
    Noi,
    vittoriosi conquistatori.
    L’America
    era vicina,
    la riva mai scontata.
    Onde su noi,
    marinai islandesi.
    Onde sulle nostre barche,
    possenti e impareggiabili.
    Noi, esuli
    popolammo nuove terre.

  51. Lucia Mancosa, partecipo alla sezione A, accetto il regolamento

    Isole

    Ci sono isole ancora nascoste all’uomo. Centinai di animali popolano queste terre dimenticate. Ci sono testi che raccontano di civiltà perdute, e di isole nelle quali la vita continua senza aver ricordo alcuno dell’uomo. Una notte, tanta la mia voglia di conoscere, ebbi la possibilità di trascendere il tempo per visitare una di queste isole.
    Decisi di vivere in questo ambiente, decisi di non tornare mai.

  52. M. Jole Serreli
    Sezione B
    Accetto il regolamento e il trattamento dei dati.

    CI SONO ANGELI

    Ci sono angeli
    Spezzati;
    Ci sono angeli che non amano,
    Ci sono angeli schiacciati, oppressi e sporchi;
    Ci sono angeli violati …
    Trucidati!
    Ci sono angeli che non puoi non amare,
    Ci sono angeli che non puoi non cercare,
    Ma ci sono angeli da odiare … disprezzare e violentare!
    Ci sono attimi infiniti di angeli leggeri!
    E di lunghe morti rumorose.
    Ci sono angeli nell’acqua, li vedi?
    Si fanno cullare!
    Immobili di morte;
    Angeli senza casa e senza colpe.
    Angeli maledetti di troppe voglie d’infinito!
    Angeli d’acqua,
    Ora!
    La casa d’oceano
    riposano in pace!
    Ci sono angeli che puoi solo aspettare!

    (8 ottobre 2014)

  53. Manuela Piga.
    Accetto il seguente regolamento e partecipo alla sezione B, poesia.
    Grazie e buon lavoro alla giuria.

    Farfalle

    Avevo.
    Avevi.
    Le ali vicine,
    colorate,
    vivaci.
    Tre giorni
    e la morte.
    Avevo
    una farfalla bianca,
    tu invece una nera.
    Il bene ed il male
    in un’emozione forte.

  54. LA LUCE

    La luce dell’amore
    Che irradia
    Il volto di una donna
    È assai
    Più rispendente
    Del chiarore
    Che si affacciò
    Sulla terra
    Il giorno
    Della creazione.

    Gianfranco Proietti,accetto il regolamento e il trattamento dei dati,Sezione B

  55. Partecipo alla sezione B, accetto il regolamento.

    Inverno

    Sempre,
    solingo
    e teatro,
    osservo
    la stagione bianca.
    L’inverno e le sue vette,
    il Sole
    che scompare.
    Le tenebre
    ci allungano
    la mano.
    “Prendila, prendila”
    urla la Luna.
    Ed il viandante
    in inverno
    pensa.

  56. NOTA..Nota dolente
    Ho frequentato prima e seconda elementare dalle moniche, prima del finire del secondo anno, una suora (madre?) mi ruppe il mio astuccio di legno a due livelli, traslava dabbasso e potevi mettere matite colori e altro in due piani; all’epoca credo si trattasse di una primizia di accessori scolastici. Mio padre era operaio, mia madre casalinga, credente, religiosa, non so se aveva finito la seconda ele
    mentare, di sicuro l’aveva frequentata, all’epoca aveva ventisette anni, mi tolse dalle suore e finii le elementari al convitto.Quando sento dire i pregi delle scuole gestite dalla chiesa, mi torna prepotente questo ricordo, e soprattutto ricordo che il maestro che sostituì le moniche fu così bravo che ancora ricordo i suoi sistemi d’insegnare le materie, ancora oggi posso enunciare le provincie delle regioni in ordine alfabetico. Quello che non ho detto è che sicuramente quell’astuccio doppio ai miei genitori costò grandi sacrifici, ma la suora non aveva figli e certe cose non le capiva…Ah! dimenticavo, l’astuccio me lo ruppe sulla testa.

    Gianfranco Proietti,accetto il regolamento e il trattamento dei dati,Sezione A

  57. Mattia Biagi, partecipo alla sezione A, prosa.
    Accetto il regolamento.

    Palazzo

    C’era in quel paesotto siculo un bel palazzo che si ergeva sopra il colle. Era la dimora del signorotto paesano, un nobile decaduto con un possedimento terriero abbastanza proficuo. Una sera, il signorotto girava nelle sue terre con il suo cavallo e caddé per un colpo di fucile. Il suo cavallo era stato ferito, ed egli vagava solo al buio.
    Nel palazzo, a tarda ora, fu dato l’allarme. Il signorotto fu ritrovato senza il cavallo con un colpo di fucile sul petto.

  58. Fabian Von der Nebel
    Sezione B – poesia
    Accetto il regolamento

    – Anegada Passage –

    I giochi serali
    ed il condividere l’anima riarsa
    dopo ore di sole e sabbia.

    Il rumore del mare
    continuo come una cascata.
    Ed il ridere nello scoprirsi così piccoli,
    girandosi d’ intorno e vedendo solo blu.

    Godersi la tua vicinanza
    non potendo fare null’altro,
    se non desiderare d’essere noi due soli
    ogni minuto di più.
    Assaggiare la tua pelle con la punta della lingua.
    Ogni giorno più salata, ogni ora più scura.

    Dov’e’ casa ?
    Qui. O dove ti dovrò condividere
    con 100 impegni e persone ?
    Forse una sera a settimana,forse.
    Forse non saremo più noi, forse.
    Dopodomani.

    A volte il Paradiso
    ti si svela d’improvviso,
    e lascia la gola secca.
    Fotografie sovraesposte,
    ed infinita nostalgia.

    “Dopodomani”,
    pronuncio tra me e me.
    Dopodomani,
    non sarà più lo stesso.

  59. Nunzio Industria, sezione B (poesia), accettazione integrale del bando di concorso

    ANIME

    Vagano,
    uccelli senza nido.
    Bolle di vuoto.

    Ali,
    intinte di piacere
    sbiadiscono al mattino.

    Implorano chimere,
    sognando stelle
    miele d’api e farfalle in danza.

    Lucciole spente, all’alba.

  60. Rita Romano – sez.B Accetto il regolamento

    Ero la, e non sapevo.
    Non sapevo fosse la fine del mondo.
    Sapevo solo che ero arrivata
    chissà come
    chissà con chi.
    Non ero io,
    ma una maschera di me stessa.
    Ti ho sentito attraversarmi da parte a parte,
    come freccia.
    Ti ho trovato nell’angolo remoto della mia anima
    e tutto ha avuto senso
    per un attimo
    anche perdersi,
    nell’infinito abbraccio di una spiaggia,
    di un mare,
    che non mi appartiene.

  61. Puoi essere feroce animale o farfalla
    mangiare in un piatto o in una stalla
    ogni cosa che entra poi si trasforma
    e dall’odore se ne dimentica la forma!

    La differenza tra la mia a la tua cacca
    non sta nel profumo o nella puzza
    profumata può farla anche la vacca
    è la quantità che l’odore rintuzza!

    Silvia Sly Borghi
    Dichiaro di accettare il regolamento

  62. grazia Elettra Cormaci. 27/12/2014 partecipo sezione “A” . accetto il regolamento.

    Pensando a te.
    Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita. Non ho una risposta ai tuoi dubbi o timori. Ma io ci sono e posso condividere con te.
    Non riesco a cambiare il tuo passato o il futuro, ma quando hai bisogno sai che ti sarò accanto. Non riesco a evitare di farti cadere, posso solo offrirti la mia mano di supporto per farti rialzare. Le tue gioie, i tuoi trionfi, e successi, come le tue delusioni, paure, non sono mie ma il mio cuore gioisce quando ti vede felice. Non giudico le decisioni che prendi nella vita, mi limito a sostenerti e incoraggiarti se me lo chiedi. Non c’è possibile tracciare confini in cui operiamo, ma ti offro uno spazio necessario per crescere. Non posso evitare la tua sofferenza quando viene, mi dispiace e mi si spezza il cuore, ma posso piangere con te e raccogliere le tue lacrime in un vaso e amalgamarle con il mare. Non posso dirti come sei e come devi essere, ma dirti che ti voglio bene … sì. Io sarò sempre con te. Non ti abbandonerò. In questi giorni ho pensato a te e guardando tra i ricordi, sei tra i miei più cari. Dormi sereno, emanando vibrazioni d’amore. Sapere che siamo qui di passaggio, miglioriamo la nostra esistenza. Godiamoci ciò che la vita ci offre. Ascoltiamo la voce del cuore. Crediamo nella vita e negli altri e così a poco a poco, ogni cosa acquisterà più valore, un colore, un profumo migliore.
    Grazie di essere con me … grazie di esistere.

    Anno 1971

  63. Spiratos Katapotis

    SEI DITA, BLUES
    Uomo con sei dita, costretto a giocare
    a pari e dispari. È difficile gabbarla,
    colpo su colpo, la vita e la puglia è persa.
    Non so se il sigillo fosse il settimo,
    era domenica, settimo giorno, di sicuro.
    E tu, con lucida armonia delle armi
    ormai scariche, eri all’ultima fiammata.
    Ultima cartuccia, silenzioso colpo in canna.
    No, niente sciabola, se non nel cuore,
    nella schiena a pezzi, nel ventre ricucito.
    No, niente criniere, agitate e odorose,
    di cavalli e zoccoli. A parte un lungo fiato
    di lucida paura, sibilo di non ritorno,
    nelle orecchie. Brividi di freddo al rasoio.
    Sono io tradito, forse avrai detto,
    da una vita neppure bagascia, ma ladra
    delle ore che chiamano il tramonto.
    Allora? Scelta minima, piatto del giorno,
    menu fisso. Quindi, nastrini sul petto,
    ordine, branda rifatta. Non c’era altro verso.
    Era come guardare l’orizzonte in un culo
    di bottiglia nera. Il sole porco d’agosto
    gridava d’Indocina e di vuoti a perdere.
    E Barbara sotto la pioggia, su Brest? Già.
    Ognuno ha la sua Barbara a Brest,
    sotto la pioggia. Già. Come i seni che gemmano
    e la luna che s’incendia. Pensieri buoni, forse,
    ma non abbastanza. Eppoi, così lontani,
    praticamente figli del tutto smemorati.
    Il piombo rovente precipita nel mare,
    sempre, cesura netta, tropicale.
    Ho già conosciuto un uomo con sei dita,
    all’Isola di Wight, molto prima del rock.
    Lui giocava con una slot machine,
    ma non ha vinto un penny, quelli di rame.
    Ne servivano dodici per fare uno scellino.
    Era un blues, armonica intorno al Sol.
    Odore di pioggia, torba, sale e fango, lento.
    Il cielo della Manica si sfogava nei tre fiumi,
    che pompavano grigio inglese sulle sogliole.
    Sono certo che ci sei stato e che sai, lì, com’è.
    Se ora avessi modo di ricordare, ti prego,
    non farlo con rabbia. E non chiedere scusa.

    Accetto il regolamento e acconsento al trattamento dei mie dati

  64. Valerio Nasetti – Sezione A – Accetto il regolamento

    LO SPECCHIO

    La prima volta ti ho visto riflessa nello specchio.

    Mi hai sorriso, preso in giro. Hai detto tutto quello che non ti piaceva di me. Non per umiliarmi. Ma per farmi capire quanto potessi valere di più.

    Mi sono lasciato cadere tra le tue braccia. Sono entrato nello specchio, ti sei presa cura di me.

    Protetto e non per questo fragile. Anzi giorno dopo giorno mi hai reso più forte e, perché no, pure più bello.

    Ma il tuo cuore apparteneva ad un altro. Quello non potevi concedermelo.

    Proprio quando sei entrata nel mio, ti sei spaventata. Mi hai allontanato e sono tornato dall’altra parte.

    Ma sei sempre lì, davanti lo specchio.

    Ti vedo.

    Mi immergo nei tuoi occhi e ne traggo forza. Immagino di sentire il tuo profumo, la tua pelle vellutata.

    Tiro un sasso. Uno, due, tre volte. Ma lo specchio resta intatto. Sei lì ora, ma non posso toccarti.

    Ti vedo ancora.

    A volte più vicina, altre più lontana, non importa: so che ci sei.

    Chiudo gli occhi. Sorrido, forse mi prendo in giro. Lo specchio non c’è più e posso tornare finalmente a riabbracciarti.

  65. Paolo Bau’ Sezione A Accetto il regolamento
    questa mia poesia parla della malattia dell’alzheimer

    IL MURO

    Lei si è nascosta, si è solo nascosta
    io la scorgo ogni tanto apparire
    dietro la soglia dei suoi occhi chiari,
    sporgersi un po’ da quel muro
    a dirmi qualcosa che non sento

    Lei si è nascosta, si è solo nascosta
    dietro un muro troppo alto
    dov’è tornata bambina ,
    dove non ha piu’ il suo passato
    e il futuro non ha piu’ il suo prima

    Lei si è nascosta, si è solo nascosta
    in un posto dove i gesti
    sanno sempre piu’ di ingenuita’,
    dove gli sguardi sono fumi
    che respirano solitudine ,
    dove le parole
    sanno sempre piu’ di silenzio

    scusami
    se non riesco a rompere le catene
    per superare io quel muro
    e venire io nel tuo mondo,
    per togliere quel fumo
    per parlarti ancora davvero
    per sentirci ancora una volta il cuore

    Scusami
    se non riesco a spezzare le catene
    se non riesco a venire
    se non mi riesco a superare,
    ma è un dialogo tra muti
    è uno sguardo tra ciechi
    io e te
    un figlio diventato uomo
    e una madre tornata bambina
    mano nella mano
    al di la’ di quel maledetto muro
    a cercare il tempo di prima.

    Paolo Bau’

  66. Sezione B

    Accetto regolamento

    Paese
    Sei sempre lì
    Sulla collina vicino
    Al mare.
    Di bello hai il borgo,
    la cattedrale
    Ie cui campane
    Scandiscono i giorni di festa
    E monotone riempiono
    certi pomeriggi
    D’inverno. 
    Sei sempre lì
    In una immobilità 
    Eterna,
    hai catturato la mia
    Giovinezza,
    Hai ucciso le mie speranze.
    Di bello e di sano hai il mare, 
    la campagna con la sua
    Terra rossa, terra di pianto,
    Con la sua macchia profumata.
    Ritorno a vederti solo
    Per ricordarmi chi sono.

  67. Natale per tutti

    Gente distratta
    dalle vetrine
    nemmeno il tempo
    di regalarti
    una canzone.
    Cammini assorto
    nei tuoi pensieri
    con nostalgia
    ritorni all’ieri
    quando parlavi
    con il tuo cane
    fedele amico
    che un fato avverso
    con sé ha portato.
    Ti guardi intorno
    trovi soltanto
    l’indifferenza
    in questa festa
    in cui si parla
    di accoglienza.
    Ma il Natale
    sorge per tutti
    giovani e vecchi
    poveri e ricchi.

    Antonia Casagrande
    Partecipo alla sez. B e accetto il regolamento

  68. Nadia Pistaro / sez B

    Un perché

    Ho uno stomaco io?
    Un cuore, un fegato,
    due braccia, due gambe?
    Non ho neanche uno specchio
    che mi dica chi sono.
    L’altro giorno mi è’ sembrato
    di vedere il mio riflesso
    in una lacrima perduta sul foglio,
    ma è’ stato solo un attimo.
    Chiedo in giro alle mosche, alle rose,
    chi sono dunque,
    se mi sento spezzata
    se neanche il muro rimanda
    l’eco dell’orologio.
    C’è un perché che mi balla nel cuore
    una domanda mai fatta
    alle stelle, alla vita.
    Una risposta mai avuta
    rimane sospesa nel bozzolo
    come un feto mai nato.
    Eppure son sicura di avere le ali
    anche se il mio volo spezzato
    S’infrange sul muro del suono.
    Ascolto il fruscio delle vene
    le musiche del cuore nascoste
    in un sospiro del fato.

    Accetto il regolamento e autorizzo il trattamento dei miei dati personali

  69. Il volo

    Dolce farfalla tu,
    che sbocci dall’azzurro cielo
    tu che germogli in attesa
    delle ali…

    Le ali spiccate e leggere nel vento
    son soavi senza alcun turbamento
    l’appoggiarsi su di un fiore

    evolve liberi pensieri rendendo l’idea
    di essere accompagnata dall’amore
    contemplato di un fiore attraverso
    una carezza.

    sezione B accetto il regolamento

  70. Voglie

    Voglie,
    di terra e d’amore,
    il desco pronto
    in casa dell’anima.
    Sete di pioggia
    e fame di sole
    nutrono un cuore rotto.
    Tra i ciottoli del cielo,
    un soffione di vento
    semina la vita.
    Meraviglie di pietra
    risalgono abissi neri,
    in urlio di piume sparse.
    Un diluvio di parole
    irrora le grigie promesse
    e l’aria di roccia.
    Battiti balzani d’eternità
    ritrovano echi di fiamma,
    un supplizio di speranza.
    Si scioglie l’ardore del tempo,
    nello slancio dei giorni
    la mente vola libera.

    Sandra Ludovici – Sezione B – accetto il regolamento

  71. Giorgio Del Frate
    accetto il regolamento. Sez B

    O uomo,
    il cui pensier ti fece grande
    e al qual,
    ponesti l’onere,
    d’essere te stesso,
    dimmi……….

  72. Sez. B
    Accetto il regolamento.

    Vomiteranno le farfalle
    a sentir tutta la retorica
    grigia aureola della loro bellezza,
    ricordando quando
    da vermi strisciavano
    per evitare
    piedi disgustati
    e becchi di uccelli?
    Sdegnose vadano
    e irridenti
    degli occhi incantati
    di anime immemori del loro passato,
    almeno grate
    si spera
    soltanto un pochino.

  73. Caterina Muccitelli
    Accetto il regolamento sezione B
    Baratro
    Ricordo ogni parola,
    la sensazione provata,
    l’ansia dell’attesa,
    la frustrazione dell’abbandono
    e il dolore lancinante
    mentre il cuore veniva trascinato
    nel baratro.

  74. CONTEST SCADUTO LUNEDì 29 DICEMBRE 2014

    FRA UNA SETTIMANA CIRCA SARANNO PUBBLICATI I FINALISTI SUL NOSTRO CANALE FACEBOOK.
    SUCCESSIVAMENTE I VINCITORI SARANNO PUBBLICATI SUL MAGAZINE CON UN ARTICOLO SUI VINCITORI.

    BUON 2015

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *