“Il colore del sole” di Andrea Camilleri: un antico manoscritto di Caravaggio

Capire l’arte è spesso un dilemma arduo da risolvere. Dietro una singola opera, infatti, si possono celare chiavi di lettura e significati impercettibili, nascosti all’interno di minuscoli dettagli. Se poi è da decifrare uno stile vero e proprio lungo una vita di un artista, come un certo Caravaggio, allora ci troviamo difronte alla tredicesima fatica d’Ercole.

Ma dove non arrivano le lezioni di Storia dell’arte, apprese spesso con molto poco entusiasmo dagli studenti fin dalle scuole elementari alle superiori, arriva la magia della narrativa. Ossia Andrea Camilleri, professione “padre” di Montalbano, e il suo “Il colore del sole” (Mondadori, 2007), dove protagonista è proprio il grande artista lombardo e la sua vita tormentata.

L’incipit è molto manzoniano: lo scrittore, tornato in Sicilia per qualche giorno, sarebbe stato contattato da un misterioso individuo per prendere visione di… un antico manoscritto di Caravaggio in persona! Praticamente questa prima parte, assolutamente fittizia, occupa le prime trenta pagine e serve a giustificare il “vero” cuore del libro: le parole di Michelangelo Merisi, trascritte dal celebre giallista nel corso della lettura delle carte originali.

Le incredibili testimonianze incominciano, con grandissima bravura nel calarsi letteralmente nel personaggio da parte di Camilleri, dalla fuga di Caravaggio dall’Italia dopo la condanna a morte (emessa dal papato) verso Malta nel 1607. Sull’isola, il pittore voleva diventare Cavaliere, per sfuggire alla fine certa che l’aspettava a Roma, riuscendo in poco tempo ad entrare nelle grazie dell’Ordine di Malta.

Ma il suo carattere iroso lo porterà presto a scappare anche da laggiù, inseguito da un’altra condanna per omicidio. In una rocambolesca fuga, Camilleri-Caravaggio racconta del soggiorno in Sicilia (diviso tra Agrigento, Licata, Siracusa, Messina e Palermo) e del proprio tormento psicologico che si riflette sulle celebre tele.

Come la luce protagonista indiscussa dell’arte caravaggesca, in un contrasto che riempie tutta la superficie dei dipinti con estrema intensità. É frutto del “sole nero”, il “maleficio” che tormenta il pittore da anni e gli impedisce di avere una vista (e vita) normale. Sarà questo, insieme all’enorme stress fisico causato dalla continua fuga, a portare Caravaggio sull’orlo del tracollo nervoso.

Camilleri si spoglia, in questo “diario” estratto dalle pieghe del tempo e della fantasia, del suo impermeabile da commissario di polizia per vestire i panni di “detective della storia”.

Non avrà lo charme di Manzoni, ma l’autore siciliano riesce a calarsi nel tempo, nella sua isola di oltre tre secoli prima, per raccontare l’uomo oltre al semplice pittore ritratto sui libri di scuola. Magari non si potranno raccontare così tutti gli artisti, ma Caravaggio assume una dimensione reale, come la sua luce.

 

Written by Timothy Dissegna

 

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