“Niente è come te” di Sara Rattaro: i figli non devono essere privati del diritto di essere figli di entrambi i genitori

Niente è come te: questo è il titolo del nuovo romanzo di Sara Rattaro, uscito in edizione Garzanti, nel mese di settembre del 2014. La giovane scrittrice nasce e cresce a Genova, dove si laurea in biologia. Nel 2010 ha pubblicato il suo primo romanzo Sulla sedia sbagliata.

Nel 2011 scrive e pubblica il suo secondo romanzo Un uso qualunque di te, che arriva subito in cima alle classifiche di vendita, grazie al fenomeno del passaparola. Quindi il terzo Non volare via, edito da Garzanti con il quale Sara Rattaro conquista tutta l’editoria europea.

In questo suo nuovo romanzo, in copertina c’è il volto di una ragazzina bionda con gli occhi azzurri, come Margherita, una delle due voci narranti di questa storia. Sembra avere quindici anni e la sua espressione denota una fragilità e una paura di non essere accettata dagli altri.

Proprio come Margherita, che, dopo la morte della mamma Angelika, danese, non riesce più a sapere chi è. Non si ricorda niente del suo padre biologico, Francesco, l’altra voce narrante del romanzo, perché la madre ha fatto di tutto per allontanarla da lui non permettendo ai due di rivedersi o di contattarsi.

Sara Rattaro tratta in questo romanzo di un caso di sottrazione internazionale di minore, come se ne leggono tanti sparsi tra i vari capitoli della storia, o come se ne ascoltano di tanto in tanto in televisione o ce ne informano i giornali. Alla fine del romanzo, l’autrice, infatti, racconta che questo libro è nato dall’incontro con un padre che non vede le sue figlie, nate in Italia, da molti anni.

Una storia che doveva essere raccontata. Perché il fenomeno di sottrazione internazione di minori è in notevole aumento, grazie ai matrimoni di persone appartenenti a nazioni o culture diverse. Storie in cui la figura del coniuge e il rancore verso l’ex coniuge, in caso di separazione o di divorzio, dominano l’amore e il rispetto verso i sentimenti dei figli, spesso vittime di tutta la rabbia di uno o di entrambi i genitori. Perché ai figli in questo modo è negato il diritto di essere figli, ai genitori di essere genitori. E il dolore dell’adulto sarà molto forte e difficile da sopportare, ma quello del minore sarà un vuoto di affetto e di amore che sarà difficile colmare.

Margherita e Francesco, sono entrambi vittime del rancore della madre Angelika verso il marito, che sembra dimenticare che Francesco è anche il padre di sua figlia. Questo rende Margherita fragile e insicura, tanto che finché non si renderà conto della verità: cioè che non è stato Francesco ad abbandonarla  e non recupererà i pochi ricordi impressi nella sua memoria del padre, soffrirà di problemi di accettazione di sé e dell’altro, sentendosi inadeguata in ogni situazione. Anche nell’amicizia con un compagno di classe: Mattia. Si sentirà bene solo con Ingrid, la sua tata, figura che fa da ponte tra il passato, quello in cui ha vissuto solo con la madre e il presente, l’accettazione della figura paterna di Francesco. O quando suona il suo violino, oggetto che ricorda inconsciamente la figura del padre e che la porterà inevitabilmente ad accettarlo.

Inimmaginabile il vuoto e il dolore di Francesco, che dovrà recuperare il rapporto con la figlia, attraverso il racconto della sua storia con Angelika, portando la ragazza nei luoghi che hanno fatto da sfondo a questa storia d’amore. Sacrificando anche il suo nuovo rapporto d’amore con Enrica, una donna che ha saputo ascoltarlo e accettarlo pur con questo vuoto incolmabile. Enrica è infatti il contrario di Angelika, generosa, onesta e sempre pronta ad aiutare padre e figlia a ritrovarsi. Fino a che riceverà un’ offerta di lavoro in un laboratorio chimico in un altro paese, riproducendo poi in padre e figlia il dolore di una perdita. Né FrancescoEnrica vogliono costringere o forzare i sentimenti di Margherita. Perché lei stessa dovrà rendersi conto del bene che il padre gli ha voluto, salvando il suo inviolabile diritto ad averlo come padre.

Altri protagonisti della storia sono le notizie, sparse qua e là , per tutto il romanzo, dei casi di sottrazione internazionale di minori. Padri o madri che per un motivo o per l’altro non vedono i propri figli da molti anni. Notizie crude, senza commento, che lasciano vari interrogativi al lettore. Come quello se questo sia amore di una madre o di un padre verso i propri figli. O sia piuttosto egoismo. O rabbia e rancore. O superficialità. Oppure come quello della comprensione dei figli verso il genitore mancante. O la domanda più profonda.

Saranno in grado questi figli sottratti da un genitore e trascinati a forza in altri paesi o luoghi, un giorno di riuscire di nuovo a fidarsi di qualcuno, di amarsi e di amare? Oppure si sentiranno inadeguati?

La risposta di Sara Rattaro è che i figli non devono essere privati del loro diritto di essere figli di entrambi i genitori, anche se questi si sono allontanati l’uno dall’altra.

 

Written by Maria Romagnoli Polidori

 

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