Contest letterario gratuito di prosa e poesia “L’imperfezione dei ricordi”

Non è colpa mia se le cose finiscono. Non ci posso fare niente se alcune volte bisogna arrendersi all’evidenza. A quarantacinque anni ho capito solo poche cose nella vita, ma mi saranno indispensabili per gli anni a venire.”

Regolamento:

1. Il Contest letterario gratuita di prosa e poesia “L’imperfezione dei ricordi” è promosso dalla web-magazine Oubliette Magazine e dall’autore Francesco Borrasso. Il  Contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.

Il Contest è gratuito. Il tema è libero.

 

2. Articolato in 2 sezioni:

A. Short Story in 200 parole (un racconto breve avente come limite massimo di partecipazione 200 parole, e come limite minimo 30 parole)

B. Poesia (limite 80 versi)

 

3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria opera sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con opere edite ed inedite. Per un facile conteggio delle parole consigliamo di scrivere la short story in un documento word e cliccare in alto Revisione, e Conteggio parole in alto a sinistra.

Per la sezione B si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.

 

Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di  accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.

 

Ogni concorrente può partecipare in entrambe le sezioni e con una sola opera per sezione.

 

4. Premio:

N° 1 copia del romanzoL’imperfezione dei ricordi”, di Francesco Borrasso, edito dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.

Saranno premiati i primi due classificati della sezione A, ed i primi due classificati della sezione B.

 

5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il     25 ottobre 2014 a mezzanotte.

 

6.  Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:

Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)

Francesco Borrasso (Scrittore)

Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)

Irene Gianeselli (Collaboratrice Oubliette)

Cristina Biolcati (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Maila Daniela Tritto (Collaboratrice Oubliette)

Alberto Rossignoli (Collaboratore Oubliette)

 

7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: oubliettemagazine@hotmail.it  indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:

https://www.facebook.com/OublietteMagazin

 

10. È possibile seguire l’andamento del contest ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.

 

11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

Buona partecipazione!!!

 

88 pensieri su “Contest letterario gratuito di prosa e poesia “L’imperfezione dei ricordi”

  1. LA FORMICHINA GIRAMONDO
    Alberto Diamanti
    sezione B
    (accetto il regolamento)

    Una formichina, desiderosa di viaggiare,
    partì un bel giorno salpando in alto mare,
    portando con sé, nella sua valigina
    un pezzettino di bianca mollichina
    di pane, bianca e profumata
    che aspettava sol d’esser mangiata.
    Partì. Per giorni e giorni, in quel mare blu
    andava sopra e sotto… su e giù…
    … finché vide qualcosa all’orizzonte :
    era la terra del Sol Levante !
    Sbarcata lì in Giappone, a una zanzara
    con gli occhi a mandorla, disse : “Ciao, mia cara…
    riprenderò oggi il mare ad occidente
    perché la Russia domani là mi attende !!!
    Allor ripartì la formichina
    piano pianino, e di mattina
    arrivò , dopo tanto e tanto mar,
    nella bellissima ‘terra degli Zar”.
    Camminò tanto, dagli Urali alla Siberia
    e non gli pareva affatto cosa vera
    che in mezzo a quella terra sconfinata
    ci fosse una Mosca, lì posata !
    E continuando ancor più giù, la formichina,
    camminando, arrivò là, fino in Cina,
    dove conobbe un formichin giallino
    che stava proprio lì, sopra Pechino.
    Continuando ancora, senza fermarsi mai,
    passando dalle terre del Dalai
    camminò tanto, finche esclamò : “Ehi…!…
    son arrivata in India, qui a Mumbay!”.
    Riprendendo poi l’azzurro mar,
    passando dritta per il Madagascar,
    cominciò a risalire, per davvero,
    attraversando tutto il ‘continente nero’…
    … dal Sudafrica, fino all’equatore,
    e camminando ancor, per ore ed ore
    più su, fino al deserto assai assolato !
    E quando tutto l’ebbe attraversato,
    si ritrovò davanti ancora il mare
    che di sicuro doveva traversare…
    Così su due piedi, senza pensare a niente
    si diresse verso il ‘vecchio continente’.
    Lo vide tutto, e gli parve molto bello :
    l’Italia, la Spagna, il Portogallo,
    e poi la Francia, Germania ed Inghliterra,
    e su su su, dove poi la terra
    finisce, senza fermarsi mai,
    dove eterni, regnano i ghiacciai.
    Dal polo nord così, senza una sosta
    raggiunse dell’America la costa,
    e ritornando a sud, passò di là,
    dagli immensi parchi verdi in Canadà.
    E ancora giù, senza trovare scusa,
    traversò ‘coast to coast’ tutti gli U.S.A.
    come un pioniere, da Ovest a Est,
    passando dal Gran Canyon..,come nel “Far West” !!!
    Ritornando a sud, non gli sembrò vero,
    di veder ‘na formichina col sombrero
    che riposava, senza far nulla di male,
    laggiù nel Messico, in America Centrale.
    E ancor più giù, in Amazzonia arrivata,
    passò dalla foresta inesplorata
    fino ad arrivare (niente male !)
    a Rio, dove fanno il carnevale.
    Continuando a camminar, le sue zampine,
    la portarono fino alle ‘pampas argentine’,
    e ancora ad est, senza andar più giù,
    passando dalle Ande vide il Cile ed il Perù.

    Era arrivata alla fine del suo viaggio
    la formichina… e facendosi coraggio
    fece un ultimo sforzo ancora in più :
    gettandosi dalla cima del Perù
    finì in braccio al suo papà
    che con zampine forti la portò via di là…

    Quella formichina che da sola girò il mondo
    camminando felice … sopra un mappamondo !!!

  2. Ferrari Lodovico partecipo alla sezione A e accetto il regolamento

    Dimenticati.

    Stanotte l’Adele è morta. Sono venuti a prenderla con l’ambulanza, ma non hanno nemmeno acceso la sirena. Non la accendono mai quando vengono qui a Villa Serena. Per non disturbare, dicono. Secondo me perché dei vecchi che ci stanno qui dentro non gliene frega niente a nessuno. Siamo qui in parcheggio, in attesa della nostra ambulanza senza suono che ci venga a prendere. Sono le cinque ormai, l’ora del tè. Non mi piace il tè, ma per passare il tempo andrò nella mensa a berlo. Almeno mi tolgo da questa stanzetta che puzza di pipì vecchia e di disinfettante.

    Stanotte l’Adele è morta. Sono venuti a prenderla con l’ambulanza . Spero di seguirla presto anch’io.

    1. GEMMA PREITE

      SEZIONE A

      ACCETTO REGOLAMENTO

      La casa dello scrittore
      Ho lasciato le mie parole nella casa dello scrittore. Si sono innalzate verso la volta a stella sorrette da un intenso profumo di macchia mediterranea, dalla briosità di un vinello bianco ghiacciato e da una musica coinvolgente.
      Giunte sulla volta si sono infrante e poi ricadute in mille pezzi sui cuscini orientali, sui muri bianchi, sulle candele accese ” Tienile tu, le mie parole” – gli ho detto- ” e non buttarle via, sono figlie mie”.
      L’auto che parte, il cancello che si chiude, l’abbaiare di un cane e una luna nuova che si impone sfrontata in un cielo quasi estivo.

  3. FILAMENTI DI DOLORE

    Il vuoto che mi lasci
    una voragine
    qua nel petto
    mi lacera l’anima.

    Filamenti di dolore
    risalgono in gola
    soffocano il pianto.

    Lacrime cristallizzate
    pian piano sciogli
    salgono dal cuore
    scendono sulle gote
    calde di te
    che mi hai tenuta
    stretta
    sul cuore
    avvinghiata, infuocata
    tra le cosce.

    L’odore di te
    che mantengo addosso
    con tutta la cura che posso
    scorta
    la smisurata solitudine
    che mi consegni
    quale unica compagnia.

    Elisa Rizza
    Accetto il regolamento
    Sezione B

  4. sezione a
    (accetto il regolamento)
    Massimiliano Bartolozzi
    ‘’La notte’’
    La notte ha il tuo volto
    Lo cancello dai ricordi,
    Lo sussurra dentro al vento,
    Ma ha il tuo odore il mio cuscino,
    Non c’è luce dentro al buio,
    Non c’è voce nel silenzio,
    Ne persona che mi cerca,
    Solo ombre senza nome,
    Che mi vengono a cercare,
    Divertite a dilaniare,
    Ciò che e’ stato e non sarà,
    Ma si effonde nel dolore,
    Senza cura ne piu’ amore,
    Mi manca il tuo calore,
    Non ne avverto piu’ il sentore,
    Questo freddo malamore,
    Si arrovellano i pensieri,
    Di una notte ormai passata,
    E’ mattina rischiarata.

  5. Massimiliano bartolozzi
    sezione B
    (accetto il regolamento)
    Buonanotte alle dame nei castelli,
    Ai cavalieri con i suoi destrieri,
    Ai principi in rovina,
    Ad una ballerina,
    Ai bimbi accoccolati,
    Ai padri preoccupati,
    Alle mamme assonnate,
    Ai nonni stanchi ed affannati,
    Ai ladri e lestofanti,
    Ai fanti e gli ignoranti ,
    Ai santi ed agli amanti,
    Ai politici non più onesti agli uomini anche se tristi,
    A chi vende la propria nudità ricavandone solo atrocità,
    A chi ama, a chi odia, a chi vive,
    A chi si augura la morte,
    A chi è ormai e ‘già morto dentro,
    A chi nasce,
    A chi è già sveglio ma vuol dormir un altro po’,
    A chi si addormenterà nella sua sola povertà’,
    Al mio bambino che presto nascerà’,
    A mio padre nella sua eternità,
    A chi non ha mai dormito con regolarità e a chi l’ha sempre fatto e a chi forse un giorno lo farà’.buonanotte…

  6. Poesia d’un innamorato
    ——————————-

    Lacrime spensierate fecondano stupite
    la smagliante terra senza calli e nei,
    improbabile congiunzione tra speranza e possibilità,
    sognante folle balenio.

    Una stella,
    discrepante dalla concretezza,
    imperterrita
    concede magie irripetibili
    agli occhi degli increduli.

    Dal rosso al rosa avvengono smisurate elucubrazioni,
    l’attrazione rapida mi ha sedotto
    e domani
    è fatica senza senso,
    spoglio
    di te.

    Nel tango dell’angoscia di perderti,
    con gli occhi infranti,
    silente florido torrente dell’ardita tua leggerezza,
    affogo l’illusione di ieri
    stupito e senza responso,
    trasformando in sogno
    sereno,

    l’affanno.

    Giuseppe Carta
    Accetto il regolamento
    Sezione B

  7. Gli OCCHI AL DI FUORI DEL MONDO”

    Mi trovo in viaggio seduta in treno,
    il mio sguardo si perde come sempre…
    si perde al di fuori di quel finestrino,
    al di fuori del mondo,
    al di fuori dei miei occhi, dei miei sogni.
    Ed eccomi qui, questo sono io;
    rinchiusa in un mondo dove c’è posto per i ricordi.
    Ma mi chiedo: esistono i “ricordi”? e perché delle volte si
    presentano imperfetti?
    credo che siano imperfetti perché sono belli, ci emozionano,
    ci fanno sorridere, anche quando un motivo non c’è.
    In quel momento ti senti viva, viva dentro, spensierata con la
    consapevolezza di avere due ali in cui senti il bisogno di volare.
    Ora, seduta qui, chiudo gli occhi e inizio a volare nell’imperfezione dei
    ricordi. L’imperfezione che per un gesto astratto ti porta a quella persona
    che hai tanto amato, anche per poco tempo e non c’è cosa più bella di vivere attraverso quest’alibi riacquistando in sé la gioia di vivere, di andare avanti,
    di battere un muro nonostante delle volte faccia male.
    Ma nello stesso tempo trasmette l’emozione di un ricordo che rappresenta
    l’imperfezione di quella persona, di quell’amore perduto di cui porti nel cuore.
    Perché l’essere imperfetti rende una persona migliore, una su mille.

    MAISTO VALENTINA GELSOMINA

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

    SEZIONE A

  8. Sezione A. Un inizio.

    Il flacone era sul tavolo con a fianco il bicchiere d’acqua. Due o cinque gocce sarebbero bastate a farti dimenticare quel senso d vuoto.
    E se non fossero bastate? Ne avresti aggiunte altre?
    Eri sola in casa, e ti tormentavi con l’altalena dei ricordi. Ricordi felici e brutti che forse non avresti rivissuto, ma che ti hanno lasciato un qualcosa di strano. Anche se poi eri finita in quel buio, da cui volevi uscire.
    Prendesti il flacone, agitandolo, pronta a versarlo nel bicchiere. Improvvisamente, ti alzasti, andasti in bagno con il flacone in mano. Lo svuotasti versandolo nel wc. Non hai voluto andare oltre, perché niente poteva cancellare ciò che è stato. Prendesti un quaderno e una penna e iniziasti a scrivere ogni cosa.
    E fu l’inizio di tutto.

    Accetto il regolamento del concorso.

  9. Patrizia Benetti sezione B

    Papà

    Mi portavi al bar la domenica mattina.
    Io bevevo il crodino e mi sentivo grande.
    Frizzava forte nel naso e nella gola.
    “Eccolo qui il mio capitale senza valore”
    dicevi scompigliandomi i capelli.
    E io ridevo felice.
    Dicono che ti assomiglio.
    Sì, sono io la figlia di Toni.

    Patrizia Benetti
    Accetto il regolamento.

  10. Katiuscia Girolametti

    Voglio sapere…
    Adesso dimmelo tu cosa si prova
    Stare senza di me da molto più di un ora
    Dimmi cosa senti
    Non mi vedi e non ti pentì
    Dimmi i tuoi pensieri
    In quelle stanze che riflettono i tuoi occhi neri
    Il tuo sguardo vuoto e assente
    Il mio cuore lo ricorda sempre
    Quello che non ci siamo detti
    I tuoi abbracci troppo stretti
    Voglio sapere e dimmelo ora
    “Amore mio ti amo ancora”

    Accetto il regolamento, sez B

  11. Ines Zanotti
    26-09-2014

    ABBRACCIO…

    Non “voce del verbo”
    né solco di china sul rigo
    ma palpiti in sincronia.
    Per nulla gesto impulsivo
    o spento apparire d’enfasi,
    bensì spirali di libertà.
    E’ una stretta di calore,
    quale poetica consolazione!
    La bellezza dell’incontro
    si fonde tra le pieghe,
    dove umiltà si curva
    e rende singolare:
    l’umanità…
    Nell’abbracciare
    un albero o un figlio,
    elevo difesa per madre terra
    che amor in seno
    sempre rigenera!

    Accetto il regolamento – Sezione B

  12. Ricordi di sale

    Sa di mare quest’odore
    nelle radici dell’infanzia,
    intenso nelle narici penetra.
    Sa di conchiglie e di alghe
    intrappolate tra le reti,
    nei ricordi di sale,
    nelle pieghe della pelle.
    Restituisce sempre il mare
    quel che pensi andato perso,
    la gioia e la malinconia
    di spruzzi teneri di vita.

    Tania Scavolini
    Sezione B accetto il regolamento

  13. E’ tardi papà

    Padre “piance”, diceva la badante polacca raccontandoci di come mio padre piangesse di fronte a una fiction in televisione. Pareva che fosse per lui un appuntamento irrinunciabile, posizionandosi sul letto con le orecchie ben tese.
    Così lo lasciammo vedere la sua fiction dopo aver terminato il pranzo.
    Fino a quel momento lo avevo visto ancora più distante, lontano dai discorsi, dal capire e dal partecipare. Io non compresi bene se apparve così per colpa della sua malattia, oppure per aver deciso di proposito di non parlare quasi per niente.
    Di fronte alla fiction piangeva di lacrime indotte, non prodotte da sentimenti suoi, da ricordi suoi, come di solito accadeva, ma da qualcosa di fittizio.
    Fu tutto un po’ surreale, trovarsi poi a conversare con la badante e la compagna, essersi fatti tutti quei chilometri per andarlo a trovare, riandare via con la sensazione che qualcosa fosse andato storto.
    Come quegli esperimenti non riusciti, in cui l’impegno era stato messo da parte di tutti ma senza tanta convinzione.
    Un presagio già avvertito prima di partire, un dolore sordo al bordo del cuore, tra nuvole gonfie di pioggia e la distanza da colmare di anni di assenza.
    Ma ormai è tardi papà..

    Tania Scavolini
    sezione A – accetto il regolamento

  14. Patrizia Benetti sezione A racconti
    Accetto il regolamento

    AMARCORD
    Ricordo le domeniche di quando ero ragazzina.
    Vestiti buoni, passeggio, chiacchiere e profumo di caffè
    lungo il viale baciato dal sole in attesa dell’ora di pranzo.

  15. Serena Maria Carlucci
    Sezione A
    Accetto il regolamento

    Giorgia non è una pessimista, né tanto meno un’ottimista, e professa il realismo come fosse una religione. La verità per lei è la base portante di tutta la sua vita, è il credo su cui si fondano le sue scelte e per questo nella sua vita ha buttato fuori più persone di quante ne abbia fatte mai realmente entrare.
    Leonardo è l’amore della sua vita. Quattro anni più grande di lei, quaranta centimetri in più di altezza e un cuore puro, come mai ne aveva incontrati. La loro storia, una come tante altre, tra alti e bassi, era stata un bel percorso.
    Un giorno il sentimento di Leonardo finì, come finiscono le giornate al calar del sole.
    Dire la verità per lui, non era per niente facile. Sembra così semplice quando si ha qualcosa in mano, quando si ha una certezza, ma se conosci realmente qualcuno, se l’ hai visto piangere fra le tue braccia, la leggerezza della consapevolezza, diventa un grosso macigno da portarsi dentro. Come parlare ad un cuore aperto, quando hai la consapevolezza che si spezzerà appena aprirai bocca? Dove lo trovi il coraggio di togliere l’amore a qualcuno?

  16. SOSTA IMMAGINARIA IN SPIAGGIA GRIGIO CEMENTO SULLA RIVA DEL FIUME PO’

    Il fiume scorre immobile,
    la riva è cemento che si secca e ferma le impronte nel tempo stampando su di sé le sagome di cose portate a caso dal vento.
    Aspetto l’odore di lavanda e di spazio aperto restando in attesa di partire da questo eremo per andare a passare l’estate in fuga dall’anno di scuola fatto di mensa e di voci piccole spacca-timpani.
    Un alone grigio ci culla fino a casa.
    Solo cielo e qualche autoarticolato che schizza sull’asfalto,
    la sensazione di essere sempre più stretti in questo nastro artificiale fatto di petrolio, di polvere e di caldo

    Qui nell’abitacolo tutto si muove eppure pare fermo.

    Il tempo è una culla calda di coperte di lana infeltrita da un lavaggio violento,
    è un fiore secco di lavanda da bruciare per camuffare lo spazio chiuso da campo aperto,
    è un vecchio che ti incrocia lo sguardo mentre seduto al parco trafigge chiunque con un sorriso beffardo che racconta il passato in silenzio e lascia al passante il compito di immaginare tutto il contenuto del suo sguardo stanco.

    I cani liberi la fanno da padrone
    e nel fiume
    galleggiano anatre e lattine a contendersi spietate la mia attenzione.

    Vincenzo Gramegna

    (Sez.A)
    (Accetto il regolamento)

  17. NUVOLE B/N
    (#Nessunosaperché #Cosechefannomale #Robacoolrobachesmuove #Fine)

    Non avere la minima idea di cosa significhi stare coi piedi per terra certo non aiuta a finire le cose da lungo tempo iniziate e mai finite come accade di solito dove fa molto caldo: #nessunosaperché.

    Non avere la minima percezione di cosa sia davanti e dietro
    e nemmeno sotto.

    Continua pure a camminare col naso per aria che sbatterai faccia al muro
    altro che muro del pianto.

    Parola di vecchio signore barbuto
    seduto avvinazzato vino bianco all’osteria del nonno
    con un tono da proverbio massima epocale incisa con lo scalpello su una roccia in riva al mare
    più probabilmente su un tronco di un albero arrostito dagli incendi estivi che attanagliano la zona quasi quanto gli stormi di mozziconi gettati barbaramente per strada.
    #cosechefannomale

    Con la testa fra le nuvole, leggere ad alta voce il verbale:
    “Seguiva in motorino con lo sguardo la ragazza sul marciapiede al suo fianco prima di finire in ospedale con la testa filata,
    scheggiata, con la garanzia scaduta da un anno e nessuno che voleva riparargliela gratis o a poco prezzo”
    verbale di molto, molto dolore e poi molta, molta violenza verbale

    il sorriso immobile da coccodrillo al sole voleva dire tante cose buone,
    un ringhio primitivo antisociale nei confronti di chi suona la batteria in piedi non per scelta ma perché non sa usare il piede come una mano e non ha i soldi per il sintetizzatore
    inoltre stare in piedi a battere un tamburo fa sempre scena.
    #Robacoolrobachesmuove.

    Guardare il cielo spuntare fra le nuvole non ha prezzo
    e sbanca il botteghino di un estate stesa ad asciugarsi le lacrime di un anno a lavorare per uno che nemmeno conosce l’aderenza della tua faccia col tuo nome.
    #Fine.

    Nuvole appassionate estive
    restie a restare a galla su questo azzurro mare.

    Vincenzo Gramegna
    Sez.B
    (accetto il regolamento)

  18. Daniela Giorgini – Sezione B – Accetto il regolamento

    In un soffio

    Cosa fare di questa vita
    che brucia
    nell’attesa del niente,
    che se ne va
    in un soffio di vento
    – spezzando sogni e desideri –
    che soffre
    in anima e corpo?

    Cosa farne,
    se non trasformare
    ogni millesimo di secondo
    in Amore?

  19. Luisa Recco, accetto il regolamento.
    Partecipo alla sezione B

    E le nuvole

    E le nuvole
    non erano mai
    state rivoltate
    Noi
    uomini di ieri
    non abbiamo luce
    E le nuvole
    non si erano mai
    separate dall’aria

  20. Luca Sillo, partecipa alla sezione B

    MANTOVA

    Città perduta
    di cui celebri
    poeti
    narrano
    La Mantova
    nostra,
    la Mantova vostra.
    Generosa
    nelle strade per l’amore.

  21. Matteo Orti
    partecipa alla sezione B del contest

    Povero vento

    Noi in questa epoca
    noi in questo mondo
    la cultura del progresso
    la nascita della tragedia
    imperano
    imperiamo
    Noi in questa epoca
    compromessa da ieri.

  22. Mattia Calone

    sezione B
    accetto il regolamento

    LUCE

    Noi di Luce
    contornati
    e beati.
    Noi di luce del cielo
    siamo cosparsi
    Io mi giro
    Tu mi guardi
    Sei la mia?
    Fiori di rosa, fiori di pesco
    sì eri tu.

  23. Battiti

    E’ andata via. Così com’era arrivata, poi se n’è andata. E’ scivolata come un’ombra piatta che passa sotto una porta lasciata socchiusa. La distrazione di un attimo e lei si è rifugiata lì, nello spazio buio che riluceva fra spasmi d’amore e attimi di piacere. Un’esplosione e si è annidata laggiù, dove nessuno l’ha sentita, nessuna ha osato pensarla. Un piccolo germoglio che pian piano ha schiuso invisibili petali. Pochi attimi, poi il bocciolo si è richiuso ed è rimasto a fluttuare in silenzio, avvizzendo nei giorni a seguire. Mentre tutti si affrettavano nelle loro esistenze fuori di lei, lei è andata via, esalando flebili respiri, sussultando attraverso impercettibili palpiti di vita.

    Domizia Moramarco
    Sezione A Short Story 200 parole
    Dichiaro di accettare il Regolamento e di accettarne le condizioni

  24. NON ANDARTENE

    Non mi abbandonare
    essenza eterea di un amore
    Non andartene
    anche se sei diventato solo un‘immagine
    che mi guarda con un dolce sorriso.
    Restami accanto,
    regalami … nella luce di ogni giorno
    la speranza di ritrovarti
    musica che vibra nel mio cuore
    come corda di violino
    per continuare a vivere,
    ricordare, raccontare,
    con parole silenziose
    quei momenti felici.
    Lasciami ascoltare nel silenzio
    le tue parole
    per trovare risposte al mio dolore
    dimmi … che almeno tu sei felice.

    Partecipo al concorso B ed accetto il regolamento

  25. Luisa Ralli accetta il seguente regolamento e partecipa alla sezione B

    Maldicenza

    La Luna rispetto
    al mare
    ha un solo riflesso.
    La Luna spalmata sul cielo
    impera sulla terra.
    Niente è più rotondo
    della Luna.

  26. Sono Marta Intimista, complimenti per queste iniziative ottime sia per il libro come premio sia per la lettura di tantissime belle poesie!
    Partecipo alla sezione B con “Pantere”

    Pantere

    Occhi neri
    nella foresta
    son le pantere
    con le loro fauci.
    Veloci e graziose
    non sanno il male
    che l’artiglio dona
    al povero
    malcapitato.
    Occhi neri,
    manto nero,
    la pantera assale.

  27. Vernuccio Annamaria 2/10/2014
    Vernuccio Annamaria accetto il regolamento e partecipo alla sezione A

    E COSI’ VORRESTI FARE LO SCRITTORE?

    – Pronto, parlo con la signora Loredana Pizzini? Una voce estranea mi apostrofa al telefono ed io, temendo una delle solite proposte di vendite, mi metto subito sulla difensiva. – Abbiamo letto qualcuna delle poesie che lei ha pubblicato in rete e le abbiamo trovate particolarmente belle. Il mio Ego si eleva all’ennesima potenza mentre ascolto quanto mi viene detto e: – bla bla bla… la voce continua chiedendomi informazioni circa la mia occupazione, la mia età, i miei interessi. Che bello! Novella Alda Merini, mi sento più alta di una spanna, ma torno miseramente alla realtà quando mi viene fatta la solita proposta di pubblicare a mie spese per la modica cifra di…- Alla faccia! Cosa credono che metterò in tavola se darò a loro una cifra così? Mi sento allora dire, il più cortesemente possibile, che sono lusingata del loro apprezzamento, ma scrivo per hobby, senza alcuna velleità artistica. – Grazie lo stesso, certo che continuerò a scrivere, arrivederci.

  28. Vernuccio Annamaria
    Vernuccio Annamaria accetto il regolamento e partecipo alla Sez. B con una poesia.

    Ora che ancora posso

    Regalami un po’ del tuo tempo,
    ora che ancora posso,
    cammina accanto a me,
    tienimi sotto il braccio e
    complici, raccontiamoci
    l’accaduto giornaliero.
    Non aspettare
    che il mio passo vacilli,
    che il mio corpo s’incurvi
    per dirmi che mi vuoi bene!
    Verrà prima o poi
    il momento del distacco
    e sarà tardi ormai.
    Avrò invano aspettato quel momento,
    e quando tu lo vorrai,
    non potrai più
    bisbigliarmi all’orecchio
    quanto bene mi vuoi!

  29. Endri Vela
    Accetto il regolamento
    Sezione B

    Ambra
    Arcobalenizzazione dell’Anagalisse,
    i ricordi cascavano come petali.
    Ambra pleocroistica.

  30. Sezione B- accetto il regolamento- Max Ruvini

    I veloci passi di turchese

    Preparati a partire
    nel fruscio della seta.

    Ti appartiene.

    Nel frastuono dei sensi.

    Ti sconvolgono.

    Io seguo con le nari
    la scia del tuo profumo.

    La rubo all’aria sognante.

    Appartengo ai tuoi passi.

    Non dimenticarmi
    ora che hai tacchi alti.

    Ora che vesti di turchese
    i fianchi e le gambe.

    Non un lamento
    nello spazio innocente
    della nudità.

    Occupo la magia dell’oro
    che si adagia al petto.

    Preparati a partire
    nel tormento delle mani
    che non sai domare.

    Io seguo ad occhi chiusi,
    soffio dolcezza, innamorato.

  31. Sezione A- accetto il regolamento- Max Ruvini

    Il saltello dei passi

    La corsa è finita sulla sporgenza di uno sperone roccioso appeso nel vuoto che separa la vita dalla morte. Un passo mimato a ritmo di danza mi solleticava per provare un’ebbrezza di cui avrei voluto godere almeno per una volta. E non c’erano limiti alla paura camuffata dalla stoltezza.
    Il saltello dei passi, uno dopo l’altro in triste andirivieni, era scanzonato e infondeva coraggio. Mi facevo forza, canticchiando un motivetto e aspettavo di volare preda di ali immaginarie che mi crescessero forti e lunghe. Aprivo le braccia e respiravo aria e profumi che arrivavano dal precipizio, un miscuglio di rosmarino, di salvia e di mirto per dare aroma alla mia incoscienza che negava il pericolo. Una folata di vento m’istruiva nel chiedere perdono dei miei peccati, era benevola nell’assoluzione che non sapevo di chiedere, mi prometteva una risata che cavalcava in corsa su prati e dossi verso l’inverosimile caparbio, affascinante.
    Prima del grande passo mi voltavo a scoprire se alle mie spalle ci fossero angeli ad abbracciarmi in volo. C’erano i rami degli ulivi che provavano dolore nel torcersi ed io mi scoprivo lieve con gli occhi chiusi annusando la paura degli uccelli, rossa come la corteccia denudata del sughero.

  32. Ludovica Mannes, partecipo alla sezione A. Accetto il regolamento

    Alba

    Non avevo mai visto l’alba sporgersi dall’orizzonte del mare. Sono nata nella parte ovest dell’Isola Blue, e godo di mirabili tramonti sulle acque, sono miracoli naturali di incommensurabile bellezza.
    Ieri, per la prima volta, ho deciso di intraprendere il viaggio verso la costa est, verso l’alba. Ho scoperto di aver un cancro, ho scoperto che la mia vita terminerà a breve. Ho un unico desiderio: veder le tenebre sparire all’arrivo del Sole. Mi piace pensare che, poi, anche per me sarà così.

  33. Mario Antiochi, accetta il regolamento
    Partecipa alla sezione A

    “Lucia”

    Mi viene in mente Lucia nel mentre della sera. Rivedo i suoi occhi lucenti davanti al camino. Mi viene in mente il suo odore, caratteristico dalla Puglia. Ci sono donne che nascono con una profumazione speciale, una scia di peperoncino le invade. Penso a lei quasi ogni sera, un ricordo vivo e incancellabile.

  34. Accetto il regolamento, partecipo alla sezione A con la poesia Graffio

    Graffio

    Miao
    Che graffio
    Ma che fai?
    Oh mio bel gattino?!
    Miao
    che unghie
    affilate più di lame
    Miao
    che adorabile musetto
    Un graffio che sparirà
    con un tuo sguardo
    amichevole.

  35. Accetto il regolamento del concorso.
    Ludovico Bianchi
    sez B poesia

    partecipo con “Erba”

    Piango.
    Rido.
    Sorrido.
    L’erba era onnipresente.
    Un verde che
    mi ricordava
    l’occhio tuo,
    ingenuo, mite,
    vitale.

  36. Libertà.
    ———-

    Nulla di ciò che profetizzavo mi dovesse seppellire, è riuscito nel suo intento. Guardandole in faccia, le paure si sono dileguate per la loro prossima strada.
    Anche lei se ne andata.
    Ha trovato una strada in discesa.
    Io invece ho continuato la mia interessante salita e sperando di poter godere di un meraviglioso panorama.
    Nessun castello costruito in aria mi ha offerto riparo, ma ansioso e preoccupato che gli stessi potessero precipitare sui miei sogni, mi sono spostato dal pericolo, iniziando ad annusare la miriade di fiori multicolore che avevo di fronte.
    Attorniato da variopinte ed apparentemente inconcludenti farfalle svolazzanti, subito sono stato meglio.
    L’altro giorno, mentre giocavo a vivere, dall’alto qualcosa è ruzzolato al mio fianco.
    Mi è venuto in mente che qualche calcinaccio delle mie costruzioni mentali mi stesse per seppellire, ma dopo aver alzato gli occhi verso il cielo e verificato che fosse azzurro più del solito, di sfuggita ho notato una gazza ladra che spariva dal mio orizzonte.
    Non so se l’uccello abbia perso l’anello in volo o me l’abbia gettato quasi addosso di proposito. E’ una fede da donna, la regalerò alla prima ragazza che mi farà un sorriso.

    Giuseppe Carta
    Accetto il regolamento
    Sezione A

  37. La presente Amanda Fau, accetta il regolamento e partecipa alla sezione A

    “Il passero”

    Matilde era solita giocare sul giardinetto dietro la cucina. Stava ore a parlare con i fiori, con gli alberi e con i loro frutti. Matilde è sempre stata una bambina speciale. Ricordo che quando aveva tre anni, trovò sugli scalini del giardino, un piccolo passero con l’ala spezzata. Ebbene lo prese e portò dentro chiamandomi. Oggi quel passero ha deciso di fare casa sull’albero di limone.

  38. Amanda Fau, sezione B, accetto il regolamento

    Matilde

    Occhioni dolci
    riccioli d’oro
    e mani da fata.
    Matilde
    la figlia
    speciale.
    Matilde
    la bambina
    speciale.

  39. Giuseppe Calo
    sezione B

    accetto il regolamento

    Evoluzione

    Musei
    stracolmi
    di documentazione fossile.
    Gli unici resti,
    prove coinvincenti,
    sono gli anfibi
    sono i rettili,
    nulla convince.
    Nessuna evoluzione.
    Nessun anello terminare,
    l’uomo.

  40. Marta Ellinca, partecipo con piacere al contest, e vi anticipo che parteciperò anche agli altri presenti. Grazie.

    Sezione B, poesia. Accetto ovviamente il regolamento.

    Falso

    Semplicemente falso.
    Mutazioni nei rapporti.
    Generici rapporti
    privi di senso logico.
    Siringhe di lacrime
    animali privi
    di curiosità.
    Gli anni
    rovinano l’essenza
    dell’istante.

  41. Luca Fix, accetto il regolamento, partecipo alla sezione B

    Poesia

    Fresca
    come una rosa
    colta
    dal giardino.
    Lei,
    percorreva la via.
    Io,
    la osservavo da anni.
    La poesia
    dello sguardo
    e della rosa colta.

  42. Bernarda Olla, accetto il seguente regolamento
    Partecipo alla sezione B, poesia

    Rispetto

    Lei,
    bianca,
    rossa,
    verde.
    Non dimentica
    il rispetto.
    Lei,
    ricorda l’Italia
    e le sue coste
    amichevoli,
    ciarlatane.
    Il rispetto
    del colore sacro.

  43. MESSA IN CENA DOMINI

    Quale banchetto mai potrà servirsi
    senza irrorare con il proprio vino
    i fasti di una tavola imbandita?
    Dono per il quale siamo assai grati
    a tutte le divine fantasie,
    Dioniso, Bacco e, infine, il Cristo,
    celebratori dello stesso culto
    che offre il vino-sangue il pane-carne,
    da bere e da mangiare su un altare,
    un’ara sacra, un letto aggrovigliato.
    La Via.. la Verità… e la Vita,
    interpretate al canto ed alla gioia,
    e non al giogo-brama di potere,
    le trovi tra le pieghe maculate
    dei paramenti fatti di passione,
    di filigrane umide di baci;
    tra le colonne della grande sala,
    che reggono la gotica magia
    del Paradiso dalle labbra schiuse,
    là dove, in cena domini, si muore.

    Accetto il regolamento, sez B

  44. X SINFONIA

    Il sangue della vita primordiale!
    Il sangue che rinnova la promessa
    sul filo rosso del mio calendario.
    Lo avevo letto sull’abecedario,
    l’unico libro che so decifrare,
    e l’ho trovato impresso come un tuono
    nel vento che impetuoso ti ha trafitta,
    Culla e Sepolcro d’ogni desiderio.
    La Quinta sinfonia di Ludovico,
    quando finisce il terzo movimento,
    che sembra inarrestabile il tramonto
    d’ogni destino e d’ogni firmamento…
    scoppia il fragore e l’emozione esplode,
    prorompono le lacrime e la gioia:
    eterna sinfonia della passione,
    la decima, e sgorga nelle vene.

    Accetto il regolamento, sez B

  45. Vanessa Squintu 11/10/2014 (Sez.A : Short story). Accetto il regolamento.

    “Il Letargo”
    Ero diventata un vuoto a perdere, come si usava un tempo per le bottiglie in vetro, il mio corpo dopo anni di coma si era risvegliato, le persone intorno al mio letto sorridevano e mi toccavano. A nessuno di essi importava ciò che avevo provato in quel profondo e interminabile letargo…rumori assordanti mettallici, odore e sapore di sangue, avevo perduto anche l’anima e tutto mi era indifferente, chissà dove si era nascosta e perché era così impertinente e dispettosa? Non trovando risposta richiusi gli occhi e mi lasciai trasportare nell’oblio più profondo, per sempre.

  46. Sezione B-poesia- Vanessa Squintu ( Accetto il regolamento)

    “Anima e Corpo”

    Fui rapita anima e corpo da un carnefice
    mio marito
    era quasi riuscito nel suo intento, uccidermi…
    per anni strisciai sul pavimento, come un bambino che gattona
    vedevo la vita dal basso verso l’alto, completamente priva di forze
    Ma, un giorno, strisciai più a lungo…tanto da usare le mie ultime forze per scappare.
    Gridai al mondo intero di aiutarmi a salvare il mio corpo,
    perché la mia anima era già morta
    Guarita nel corpo andai in cerca della mia anima
    non era morta, si era solo nascosta.

  47. Antonia Casagrande
    Sezione B Accetto il regolamento

    Fratello lontano

    Bimbo sei nato
    dove c’è il niente
    dove di fame
    muore la gente.
    Non hai playstations
    né merendine
    i soli giochi
    son rovi e spine.
    Vedo i tuoi occhi
    sbarrati e tristi
    dell’innocenza
    resta soltanto
    pianto e tristezza.
    Ti penso spesso
    andando a scuola
    col cellulare
    ultima moda.
    Vorrei raggiungerti
    con un messaggio,
    parlarti al cuore
    farti coraggio.
    Al folle vento
    un sogno affido
    per realizzarlo
    di voi mi fido
    trionfi il bene
    in questo mondo
    mai più distanze
    fra il nero e il biondo.

  48. Giuseppe Zanzarelli

    Sezione B (Poesia)

    Accetto il regolamento

    ——————————–

    Gli effetti della luna

    Le luci intermittenti ad est
    riscoprono colori e alluvioni,
    nascondono gli errori,
    rigenerano le ombre.

    Le luci intermittenti ad ovest
    annebbiano la vista,
    celano gli odori in filtri
    senza nome, senz’anima.

    Le luci intermittenti disegnano
    spazi scuri, clessidre vuote,
    bonificano la coscienza e
    d’incanto la inondano.

  49. Nel mandarino v’è il suo profumo
    di MICHELE DELPIANO

    E mi vedo bambino
    innamorato dell’odore
    della buccia di mandarino
    innamorato del rumore
    della buccia di un mandarino
    che brucia nel carbone
    e man mano cambia colore.
    E mi vedo intorno alla brace
    e vi vedo ad uno ad uno
    in un ricordo fugace
    in un ricordo ormai bruno.
    E ricordo pianti di strage
    quando ci lasciò qualcuno
    ed una stretta mordace
    al petto ci lasciò a digiuno.
    Nel petto v’è l’amore di ognuno
    perché in ognuno lui ancora giace
    e nel mandarino v’è il suo profumo.

    Accetto il presente regolamento e l’autorizzo al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). DELPIANO MICHELE

  50. ILLUMINAMI SEMPRE
    Rifletti luna emozioni
    che tu leggi nel mio cuore
    lasciar schiarir
    al tuo raggio
    l’ombra che oscura
    l’anima mia.

    Chiedi la compagnia
    di una notte silente
    a portar
    con il suo frastuono
    sibillino consiglio,
    cerca nel vento amico
    l’aiuto di un leggero soffio
    a sollevar il velo del tempo
    a far riviver in cuore
    una passione d’amante.

    Illuminami il viso
    dietro questa finestra
    che da sul mondo
    fammi capire
    che luce di luna
    è riflesso
    di un raggio di sole
    e di vita d’amor
    che vive in ogni uomo.

    Grazie, mia compagna
    della tua amicizia
    soave e leggera
    non mi lasciare
    in questa mia notte
    insonne…

    Illuminami sempre!

    Sezione B Accetto il regolamento
    Filippo Salvatore Ganci

  51. Imperfetto

    … aveva gli occhi grigio azzurro
    del cielo che promette acqua…

    Aveva custodito, in essi
    tutti gli arcobaleni
    ed il dolore della terra… ma

    pur camminando fianco a fianco
    pur essendo dello stesso sangue
    quel colore non s’era posato
    sugli iridi che lo guardavano

    – come una distrazione o una dimenticanza –

    Sez B. Accetto il presente regolamento e l’autorizzo al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003) – alessia malatesta

  52. Luca Mellico, accetto il regolamento e partecipo alla sezione B, poesia.
    Bellissimi contest, complimenti :)

    “Immobile”

    Fissava,
    per ore,
    pavimenti ornati.
    Immobile.
    Giudicava
    belli e brutti
    dietro una scrivania
    blindata.
    Immobile.
    Moriva solo
    su un tappeto
    di carta pesta.
    Immobile.

  53. Piccoli gesti

    La mia esile mano di bambina
    nella tua,
    forte che sa di fatica.
    Mi aggrappo a te
    e mi sento al sicuro.
    Il mio volto giulivo
    che ti sorride
    e sul tuo viso una ruga di felicità
    risponde al mio richiamo.
    Piccoli gesti di un tempo passato
    fanno eco al mio cuore.
    Preziosi ricordi che mi aiutano
    a cancellare
    un presente dove il fumo,
    acre e denso,
    offusca un’ostentata gioia.

    Domizia Moramarco – Sezione B – Dichiaro di aver letto il regolamento e di accettarne le condizioni

  54. Enrico James Scano

    Sezione A – Accetto il Regolamento

    Titolo: Sguardi incrociati

    Mi guarda come se ci stessimo vedendo per la prima volta. Scruta ogni angolo del mio viso. Le sue dita percorrono lentamente le linee della mia bocca, risalgono sul naso, accarezzano i solchi della fronte e si muovono lascive fra i capelli, facendomi provare dei piccoli brividi in fondo alla schiena. Quella mano poi ridiscende veloce verso il collo, passando per le orecchie e affondando i polpastrelli sulla barba delle guance. Lì per un momento si ferma. Quegli occhi si perdono dentro ai miei, scuri come l’acqua del fondo di un pozzo. Scuri come non lo sono stati mai. Mi fa paura. Mi guarda curioso e quasi stupito, di nuovo come se ci stessimo vedendo solamente adesso per la prima volta. Ma so benissimo che invece questa è veramente l’ultima. Il tagliente rasoio da barbiere che l’uomo tiene come un’arma minacciosa nell’altra mano sta per affondare nella mia carne. Ne sono certo. Conosco quegli occhi. Sono proprio i miei. Non incrocerò mai più l’inquietante sguardo di quest’uomo che si riflette da ormai troppo tempo nel mio specchio.

    EJS

  55. Gianfranco Corona

    ATTRAVERSO UN NITIDO VETRO

    Sanno solo di tempo
    le immagini inquiete
    sovrapposte
    ad un sentiero nebbioso,
    ugualmente lucenti
    a respirare l’alba
    dolcemente attesa.
    Ma il giorno
    rivuole allegria,
    come un gioco
    ribalza sulla finestra
    offrendo nuovi pezzi di sole.
    Non cercavo soluzioni assolute
    ad un passo dal traguardo.
    Fosse questo giorno
    a ravvivare
    l’ansiosa voglia
    che a volte mi opprime
    divorando un infernale ricordo.
    Avrei travolto l’arcobaleno
    coi colori d’un lampo,
    accarezzato scomposto
    un cuore spezzato
    da un misero abbraccio.
    Non è questo vuoto
    che mi spaventa,
    è la maschera
    che nella luce mi attende.
    Appartengo ai tuoi occhi
    alla libertà della notte
    guardo
    attraverso un nitido vetro,
    lontano
    c’è ancora mare aperto.

    sez. B accetto il regolamento

  56. Andrea Moleta, accetto il regolamento, partecipo alla sezione B

    “Io e te”

    Nel Cielo
    io e te
    urliamo forte
    ci sentiamo liberi.
    Nel cielo io e te
    ci baciamo all’infinito
    cercando anime
    da salvare.

  57. Ribalta

    Alla ribalta
    noi tutti.
    Alla ribalta
    belli e brutti.
    Nessuno
    necessita di denaro
    la vita scorre
    noi siamo immortali
    nel cielo

    accetto il regolamento, sez. B

  58. Ribalta (prosa)

    Siamo nascosti da ore, non mangiamo da tre giorni. Come possiamo sopravvivere? Noi che siamo angeli caduti dal cielo. Noi che ci animiamo di felicità in ogni istante. No, non è corretto amare due oggetti. Alla ribalta, chiede l’amore.

    sez. A, accetto il regolamento

  59. Antonella Catti accetta il regolamento, sez B

    Luci

    Luci
    per le vamp
    della sera.
    La notte le
    imprigiona
    in manti
    di sangue
    e nero
    vampiro.
    Luci
    e le vamp
    con il rossetto rosso
    compaiono leggere.

  60. Marina Frongia, accetto il regolamento, sez B

    Poesia

    Che cosa mi è più cara,
    se non la poesia?
    Versi, merletti e stoffe
    della mia fantasia.
    Celebre la noia
    del sabato sera
    io con la poesia
    mi ripiego.
    Ah la poesia,
    sei la più bella che ci sia.

  61. Lucia Cecere
    sez. B
    Accetto il regolamento

    Forbici, centimetri, curvilinee…
    guarda me, mio bel sarto!
    Sono nell’aria che ti avvolge,
    nella luce che caccia le ombre dal tuo volto
    ma confonde i pensieri.
    Squadre, cartamodelli, bozzetti…
    osservo le tue mani
    il gesso tra le dita
    la linea del mio corpo tracciata sul tessuto

    stai attento, sii preciso …
    hai tutto il mio cuore
    in punta d’ago.

  62. AFA GABRIELLA

    NON DORMO QUESTA NOTTE

    Vibra il respiro mio
    e non dormo questa notte,
    quieta nel buio,
    aspetto…..
    Passano immagini di vita,
    come pagine di un libro letto troppo in fretta.
    Nostalgia si appresta nel cuore,
    per tempi perduti di giovinezza,
    che giammai ritorneranno,
    sui miei passi di oggi.
    Per ogni dì che scema,
    si muore un po’
    e muta l’alma mia resta,
    tra le parche riserve del cuore.
    Sembran onde spumeggianti,
    in un mar che anela tempesta i miei pensieri,
    mentre sulla spiaggia, un vento sferzante
    sfoglia muovendo le dune sabbiose,
    colorate dal crepuscolo vermiglio.
    E voi, spiriti tormentati
    ch’ancor giacete in fondo alle mie iridi cupe,
    in fila come fieri soldati
    aspettate l’attimo per tornare alla luce, come spettri dannati.
    Solo il vento è compagno del mio sguardo,
    la mente si piega e si perde nel nulla dolcemente,
    mentre un rintocco lento e lontano di campana,
    ferma i miei passi.

    Accetto il regolamento – Sez. B

  63. INCUBO
    Se potessi ti strascinerei insieme a me,
    dentro il mio incubo,
    ti farei gelar le membra,
    ti farei serpeggiare,tra i lembi del mio sudario,
    e i tuoi silenzi trafiggerei
    con le mie sottile lame
    per poter spaccare in due
    l’angoscia che mi prende e mi assale.
    Ti contagerei del male più profondo
    dall’eco delle voci distorte,che parlano di morte,
    ti farei urlare di voler scappare,
    ma il tuo urlo rimane muto,
    senza alito di vita,
    ma nel mio incubo devi stare
    e lì ti lascio soffocare.

    sez b accetto il regolamento

  64. L’ATTESA
    Attendo lì ferma conto le ore chi mi separano da quel incontro, frammento i minuti, osservo la gente i bambini, i suoi sorrisi i suoi schiamazzi, in questo giorno di sole che mi conforta e mi scalda il cuore. I binari lì tutti allineati per un attimo sono pervasa da lunghi brividi perché mi sembra di scorgere dei soldati i caduti di guerra, tutti lì distesi con la faccia in giù. Strana è la mente umana guardi e non vedi, ciò che è la realtà, ma soltanto con gli occhi della mente, intanto il tempo passa inesorabilmente. Uno sguardo sfuggente guardo l’ora, adesso mi rendo conto che sono lì già da un’ora. Cos’ è stato? Perché non è arrivato? che stupida, soltanto adesso mi rendo conto di aver atteso nel binario sbagliato.

    sez a accetto il regolamento

  65. IL MIO CIELO

    Quando la tristezza
    quando la malinconia
    quando la solitudine
    attanagliano il tuo cuore
    di una morsa stretta che arrecano dolore
    allora cerchi nel cielo
    quella serenità che ti dia la forza
    di guardare il futuro.
    Tanti amori guardano il cielo
    tanti amori volano nel cielo
    tante emozioni che non sai trattenere
    vedono il cielo.

    Sognatori e poeti si rivolgono al cielo
    sperando che il colore limpido resti nel cuore
    ma il cielo si conquista
    a fatica ,poco alla volta,
    solo se la tua anima aprirà a questo mondo
    un cuore d’amore.

    Allora avrai il cielo
    il tuo cielo
    dove il sorriso spalancherà l’essenza
    del tuo amare da regalare al giorno.

    Il cielo ti accompagnerà
    se nella tua mano stringerai
    quella di chi ti chiede aiuto.

    Mano sconosciuta o amori da inventare
    stringile sempre più forte
    perchè cosi avrai
    il tuo cielo.

    Io continuerò a sognare il mio cielo
    sempre cercando le mie emozioni
    e se sarà sempre blu il mio cielo
    non smetterò di alzare gli occhi
    per cercarlo.

    Aprirò gli occhi al cielo
    per vivere ancora.

    sezione B accetto il regolamento

  66. Sezione B: To an old friend

    ,,, To an old friend …
    E poi, e poi
    parole si perdono
    nel silenzio
    di quei ricordi
    metafora di giorni felici,
    melodia di stelle
    immerse
    in una danza di luci,
    nell’infinito crocevia
    di unioni del cuore,
    intreccio emozionale
    nella notte infinita.

    Daniela, 01.12.2013

    Accetto il regolamento del concorso.

  67. Riempite ciò che c’è da riempire / Svuotate ciò che c’è da svuotare

    Macina il tempo.
    Reazioni
    Attimi
    e queste mani
    scrivono
    Fare durare un quarto d’ora
    un secolo
    con tutti voi
    che danzate
    condividete
    vi scambiate vi Scombinate
    galassie
    con gli sguardi
    OCCHI_
    che si dilatano nel buio
    e vorrei stringervi tutti
    voi che festeggiate3
    Riempite ciò che è da riempire
    svuotate ciò che è da svuotare.

    Tomaso Matta

    Accetto il regolamento

    Sezione B

  68. Ramo di neve di Sandra Ludovici

    Aromi, nel tramonto.
    La lacrima muore
    cercando il suo sole,
    la pelle di luce,
    un pizzico di brace
    sulla pira fumante.
    Tu,
    respiro di paglia,
    marcisci nell’aria ferma,
    sul silenzio duro,
    uno stupore sgomento
    d’ignara fortuna.
    Le ceneri al vento
    prendono forma e sostanza,
    sulla metafora d’amore,
    i frammenti della memoria
    nella nostalgia della vita.
    Tu,
    secca foglia morta,
    crepiti sul ramo di neve,
    sull’estasi del cuore,
    una libertà di pietra
    nell’ombra torta e dissolta.
    Volute, nel fumo.

    Sezione B – Accetto il regolamento

  69. “Leggerezza portami via
    verso l’altrove.
    Rendimi tratto leggero di matita
    che colora un fumetto,
    Rendimi acquerello
    che si spande su carta velina,
    Rendimi bambina che corre dietro l’aquilone
    portato lontano dal vento, verso il mare,
    Rendimi capace di amare
    e cogliere ogni momento,
    Rendimi capace di conciliare
    concentrazione e melodia,
    scienza e poesia.
    Leggerezza non andare via.”

    Filomena Innone

    Sezione B – Accetto il regolamento

  70. I BAMBINI DI GAZA

    Il dolore dei bambini
    strappato a tradimento
    da immagini rubate
    e divulgate come scalpi
    e le lacrime, lacrime vere
    su visini attoniti,
    mostrate impudiche al mondo,
    parlano di guerre brutali
    dove all’improvviso
    l’arma toglie la vita
    e chi resta
    vede l’orrore.
    I bambini di Gaza
    sono piccoli fiori,
    donati dal cielo,
    quel cielo che ora
    distribuisce la morte.
    Anime candide
    sprovviste e indifese
    piangono i compagni
    stranite e vuote,
    gli occhi vagano
    senza risposte,
    piccoli respiri sbigottiti
    abituati alle sicurezze
    della vita normale
    improvvisamente
    bersagli dell’orrore.
    Chi ha ragione o chi ha torto
    questo non è il loro mondo,
    vorrebbero solo correre sui prati,
    e ridere di essere nati,
    cos’è quel pauroso rombo…
    che copre il cielo di fuoco?
    Gridano le anime atterrite,
    ma nulla ferma il ribrezzo,
    quello che era nato
    semplice bambino
    bisognoso di amore,
    non v’è più.
    Per sempre saranno segnate
    le loro menti, il terrore
    sarà loro compagno
    per lunghi anni,
    anche nel silenzio.

    Sezione B – Accetto il regolamento

  71. “Cronaca di un suicidio (A Veronika)”

    Che cos’è la vita
    se non il passaggio di uno stormo di sogni
    che rigano d’imbrunire
    il nostro volto?

    A volte è doloroso arrampicarsi per il cielo
    ed afferrare quella nuvola che ci spetta

    sentiamo l’acido sapore dello zucchero
    che ricopre un’emozione dopo che si è sciolto
    ed è marmo

    a volte è doloroso respirare la solitudine della notte
    quando il cuore è pronto a scoppiare
    in comete

    mille che s’impigliano tra le mani di nessuno

    nemmeno un Dio a cui inchiodare le nostre preghiere
    una ad una oppure, oppure tutte assieme.

    È come sopravvivere in un’attesa
    che muore lentamente

    è come un’eco che non risponde

    il mio corpo è un osso di farfalla
    le mie ossa sono polvere di addii
    la mia carne è una lacrima di assenza

    ed io, io ho insudiciato col mio sangue la pioggia

    che piove in ginocchio a mani giunte
    e come una sterile madre chiede in carità per me
    un cielo.

    Davide Rocco Colacrai
    Poesia edita nella silloge “SoundtrackS”
    Sezione B
    Accetto il regolamento.

  72. Paolo Bamundo
    Accetto il regolamento.
    Sezione B

    NON PER SESSO, MA PER AMORE

    “La famiglia è tradizione,
    non si accetta l’eccezione!”
    Fino a quando è conveniente
    di avviar separazione.

    Mentre lì, in orfanotrofio
    un bambino attende, invano
    che sol uno dei due stronzi
    torni a prenderlo per mano.

    Tu che vesti da crociato
    contro gli omosessuali
    Il bambin non l’hai notato,
    messo lì da due “normali”?

    Tanto affetto, tanto atteso!
    Con due mamme gioca, adesso.
    E non esser così offeso
    se il suo amore ha uguale sesso.

  73. I tramonti della vita

    Erano i tempi in cui,
    lasciavamo
    che il sole infuocato
    scomparisse all’orizzonte,
    sul lento scorrere di un fiume esotico .
    Poi furono gli anni in cui
    il tempo divorava i minuti, le ore.
    Tramontavano
    i giorni,i mesi,gli anni ,
    mentre noi,
    inabissati dentro un asfalto nero,
    scoprivamo d’ un tratto
    che il sole moriva all’orizzonte.
    Sono ora i tempi in cui
    il lento trascorrere del tempo
    fa eco
    all’ eclisse quotidiana di un sole
    che non scalda più
    i sogni della nostra vita.

    sezione B
    accetto il regolamento

  74. Non sono un ladra

    E’ malinconico ricordare i tempi passati, segno di inevitabile decadenza. Vuol dire che sei vecchio, che il nuovo giorno ti può portare solo delusioni. Gli amici rimasti vivi sono invecchiati con te, così pure i familiari. Anche quelli più giovani che sono qui a tenermi a “bada”, perché non mi faccia male, stanno invecchiando velocemente. Del resto non è colpa mia se rubo il loro tempo. Le giornate passano tra un dolore e l’altro. A volte li vedo stanchi, ma non ci posso fare nulla. Al mattino arrivano presto a dare il cambio a chi va a lavorare. Si occupano di me: l’alzata dal letto, la colazione. Restano lunghe ore davanti alla tv a vedere il nulla. E’ tutto già visto e noioso. Non è colpa di nessuno. E’ come se leggessi i loro pensieri. Sono io che glieli rubo? A volte, forse, li soffoco ricordando i miei anni. Mi rendo conto che parlo, parlo dei sacrifici, del lavoro duro e non so se mi capiscono. Anzi a volte penso proprio di no. Vedo che i miei ricordi risvegliano i loro, che so per certo non mi appartengono. Ed è come se li rubassi quei ricordi, ma non sono una ladra.

    Sezione A
    accetto il regolamento

  75. Partecipo per a sezione B, accetto il regolamento

    Terra e sangue

    E’ nel buio
    che sento il ripercorrere
    dei tuoi passi verso di me.
    Mi raggiungi, ogni notte,
    nei sogni che mutano in incubi.

    Vorrei bloccare il passato nel fango
    e vederlo rapprendere
    assieme al tuo volto.
    Ma tutto quello che riesco a vedere
    sono le tue mani e i tuoi pugni.

    Ho giusto il tempo per urlare un suono,
    lugubre, gutturale e spaventato,
    incomprensibile come i tuoi pugni
    e sbarrare gli occhi a guardare il niente.

    Eppure mi amavi.
    Questo continuavi a ripetermi,
    come una litania
    ad accompagnare i tuoi schiaffi.

    Mi sveglio nel silenzio,
    rotto dalle mie stesse urla,
    brividi di sudore
    percorrono la schiena.

    Mi sveglio nel terrore,
    ogni giorno.
    Mi addormento nell’orrido,
    ogni notte.

    E tutto quello che riesco a vedere
    sono le tue mani, strette a pugno.
    E poi sul collo
    e la tua bocca che mi sputa addosso.

    Ripercorro il passato, quel giorno.
    Urlo nel parco,
    e le mie grida si confondono
    a quelle giocose di tanti altri,
    dei miei amici.
    Sono tutti lì, che giocano,
    forse mi sentono.
    Ma non fanno nulla.

    La tua mano è sollevata,
    riesco a vedere solo quella
    e poi il suono,
    mentre la sbatti sul mio viso.
    E anche le mie grida si spengono.
    E il terrore della voce scompare.
    E io sono niente.

    Sputo terra e sangue,
    ma sono niente.

  76. Rosa Bizzintino. Poesia.
    La nonna.
    Ti ricordo,
    con le bianche trecce
    seduta su una seggiola
    davanti alla finestra e
    i tuoi pensieri
    correvano
    alla tua vita
    da giovinetta
    quando con la
    cesta in testa
    vendevi la ricotta e
    alla tua casa
    da bambina
    dove sorgeva un biancospino e
    al profumo
    delle spighe dorate
    appena abbrustolite e
    con un sorriso
    finivi di sognare e
    tra le tue mani
    il rosario che
    pazientemente recitavi.

    Rosa Bizzintino

    Sez: B accetto il regolamento

  77. Franco Frasca
    Partecipo alla sez.A e accetto il regolamento.
    Meo era un…grande nano. Aveva un grande bacino, delle spalle possenti e un paio di braccia lunghe e ossute. Le gambe anzi una gamba era tozza e corta, l’altra era molliccia e senza vita. All’età di cinque anni per colpa di una poliomelite gli si era accartocciata come lo stelo di una pianta che non si annaffia più. Per tenerla tesa e reggersi in piedi l’avevano ingabbiata con stecche di legno dolce e cinghie di cuoio ma per camminare, Meo aveva bisogno sempre di una stampella per mantenere l’equilibrio. Era cresciuto in un basso maleodorante dietro una grande chiesa dove il padre lavorava come sagrestano. Aveva cinque fratelli , diciamo normali, che si divertivano a martirizzarlo con sgarbi, dispetti e quando capitava anche con calci e pugni. Non trovava quiete neanche a scuola dove i suoi compagni di classe continuavano ancora con più accanimento a farne oggetto di sberleffi e prepotenze. Non gli piaceva studiare, non gli piaceva leggere, non gli piaceva giocare, amava solo guardare il mondo che gli scorreva intorno. Guardava la natura, le case, la gente, le statue delle chiese, le illustrazioni dei libri e delle riviste, era attratto dai particolari, dai dettagli, dai colori. Sapeva solo disegnare e poi quando il parroco gli regalò una cassetta di colori a tempera, iniziò a dipingere sui muri, sulla carta, sul legno insomma su qualunque superficie piana, bianca e liscia. Figure di santi, madonne, paesaggi, animali e di volti di persone che gli chiedevano di farsi ritrarre. Questo divenne il suo lavoro anche da grande. Per poco denaro o almeno per quello necessario a comprare colori, tele, pennelli e per vivere modestamente, sempre in quel basso, che tutta la sua famiglia aveva ormai abbandonato o per morte o per lavoro, riprendeva i fregi dei soffitti dei palazzi barocchi della città, affrescava botteghe di nuova apertura, cappelle mortuarie, ritratti di mariti, di mogli, di figli, insomma era diventato il pittore di tutti, dei ricchi, della chiesa, del popolo, l’unico disponibile nella zona e anche quello a più buon mercato. Almeno fino a quel momento. Qualcosa o meglio una richiesta particolare gli cambiò la vita. Il Cav. Moncada aveva fatto la sua fortuna in Germania, era partito quasi adolescente in cerca di lavoro, aveva fatto tutti i mestieri e poi non si sa come ne si sa quando, era diventato ricco e potente. Ora tornava forse perché aveva nostalgia del suo paese o forse perché ormai vecchio e malato voleva morire lì dove era nato. Venne a cercare Meo direttamente nella macelleria che stava affrescando con le figure di tutti gli animali da carne e gli fece una proposta a cui non si poteva dire di no. Gli offriva una cifra importante di quelle che lui non aveva mai pensato che si potesse chiedere per un opera di pittura. Voleva tutt’intorno una scena della nostra campagna, muri a secco, carrubi, ulivi, distese di frumento, fiori colorati e per tetto un cielo azzurro con uno splendido sole di piena estate. Non si trattava delle pareti o del soffitto di una stanza della sua villa ma dell’interno della sua bara di legno pregiato che aveva già previdentemente acquistato. L’opera venne realizzata e ammirata non solo dal committente che lì a poco ebbe l’opportunità di godersela di persona ma anche da tutti quelli che nel tempo strettamente necessario per questo tipo di visite ebbero l’opportunità di apprezzarne la peculiare originalità. Il contagio fu inevitabile e irresistibile. Tutti i facoltosi possidenti, i temuti politicanti , gli irreprensibili monsignori della città e del circondario pensarono bene di personalizzare la propria navicella destinata ad effettuare l’ultimo viaggio della loro vita . Chi voleva l’abbraccio del mare tempestoso, chi riposare tra un cespuglio di rose, chi addirittura tra le cime inviolate di una catena di montagne innevate. Meo divenne una celebrità, ricco, conteso da clienti e anche da donne in cerca di una dignitosa sistemazione. Si costruì una bella casa alla fine del paese , sposò una pittrice spagnola che era venuta appositamente dal suo paese per vedere le opere d’arte di questo artista ormai divenuto famoso in tutto il mondo che affrescava le bare degli uomini prossimi alla morte. Lavorò fino alla fine , senza sosta, senza dire mai di no alle richieste più curiose e più imprevedibili di chi voleva sistemarsi nel suo ultimo giaciglio, circondato dalla bellezza colorata di un qualsiasi pezzo di mondo . Aveva preparato in tempo anche quello suo. Lui disteso all’ombra di un grande albero, con gli occhi chiusi, con un leggero sorriso e con un corpo robusto e armonioso , due braccia da atleta e due gambe slanciate e muscolose così come lui avrebbe voluto essere e come avrebbe voluto che tutti gli altri lo avessero visto o immaginato.

    1. Rita Romano, sez. B e accetto il regolamento.

      Vieni, pallida notte.
      Immergimi nel tuo calmo oblìo dei sensi,
      seduci quest’anima carica di affanni
      donale pace, come quei fili sospesi nell’eterno
      mantello vellutato del cielo.
      Diapositive di emozioni,
      sguardi,
      un pierrot triste
      che graffia il cuore
      come una malìa,
      ora,
      divengono maschere con cui dipingere
      il tempo.
      Nient’altro che sogni a cui aggrapparmi
      scivolando senza difese sul fondo del mare.
      Vieni Notte.
      Vestimi di te.

  78. sezione B, accetto il regolamento

    Vivi…

    Vivi, il tuo spettacolo….
    sul palco solo la tua luce
    nel buio .

    Vivi, senza copione,
    con quella intensità
    che hanno le
    persone arrabbiate.

    Stringi il microfono
    nella mano, e canta
    con la potenza della
    tua ribellione…

    @Caterina Targa

  79. Sez B

    Accetto il regolamento

    Ha passi brevi il domani

    Come onde che s’arricciano sulla rena
    sono le ore dei miei giorni e il tempo
    sgomitola i suoi istanti e scandisce
    con inclemente ed impietoso ritmo
    le stagioni che ormai son sempre uguali
    Il sole disegna triangoli di luce
    e concentriche ombre s’alternano a spigoli
    di silenzi e solitudini, mentre il tempo
    scorre nella clessidra come il fiume alla foce
    Mi bagna il pianto delle stelle a sera
    ed io non ho il coraggio di sognare
    perché so che il domani ha passi brevi
    ed io non ho più la forza di raggiungerlo
    Mi avanzano gli spazi bianchi sul foglio
    e non ho parole per riempire l’attesa,
    per cercare risposte ai mille dubbi
    che mi accompagnano in silenzio
    mentre la notte satura d’ombre la malinconia.

    @Marisa provenzano

  80. Claudia Mameli, sezione A, accetto il regolamento

    Solo e per sempre

    Solo un attimo era bastato, per innamorarsi. Non si erano mai conosciuti realmente, mai una parola, un gesto o un incontro casuale che li avesse potuti mettere finalmente a confronto. O, forse, avevano deciso consapevolmente che sarebbe stato meglio che nulla di tutto ciò potesse accadere, per non rovinare la magia di uno sguardo che s’incrocia quasi per caso e che per chissà quale motivo fa battere in maniera estenuante il cuore.
    Solo uno sguardo era bastato, per legarli nell’eternità di un universo nel quale ridevano felici, vivevano una storia da favola e si scoprivano sempre più innamorati. Poi, le loro strade si erano definitivamente divise, senza che avessero potuto assaporare il dolce nettare dell’amore.
    Solo di fantasie avevano vissuto quel loro incanto, non desiderando altro al mondo, se non chiudere gli occhi per ritrovarsi l’una fra le braccia dell’altro e non lasciarsi mai più, superando ogni incertezza e viversi ogni istante, certi che l’eterno esistesse per durare.
    Era ormai passata una vita da quando si erano lasciati, e il ricordo di sé lontano nel tempo e nello spazio stava andando affievolendosi. Poi accadde che il destino li riportò a camminare nuovamente sullo stesso percorso, senza averlo premeditato, ignari di ciò che era stato vissuto dall’altra parte in oltre vent’anni.
    E nuovamente il cuore riprese a battere, e ancora una volta la mente li riportò lontani dal mondo reale, e lì ancora a sognarsi insieme. Ma non un gesto o una parola nuovamente riuscì ad unirli, non un contatto od un sotterfugio.
    Solo un attimo in sospeso tra passato e presente, solo un soffio d’aria calda che riempe l’anima e non la fa più riposare.
    Solo uno sguardo per amare, solo un attimo per sognare e tutta la vita per continuare a ricordare.

  81. FINALISTI CONTEST L’IMPERFEZIONE DEI RICORDI

    Sez A
    Enrico James Scano con “Sguardi incrociati”
    Vincenzo Gramegna con “Sosta immaginaria in spiaggia grigio cemento sulla riva del fiume Po’”
    Lodovico Ferrari con “Dimenticati”
    Gemma Preite con “La casa dello scrittore”
    Annamaria Veruccio con “È così che vorresti fare lo scrittore?”
    Serena Maria Carlucci con No title
    Anna Catanzaro con “L’attesa”
    Sez B
    Gabriella Afa con “Non dormo questa notte”
    Marinella Rosin Beltramini con “I tramonti della vita”
    Tania Scavolini con “Ricordi di sale”
    Patrizia Benetti con “Papà”
    Daniela Schirru con “To an old friend…”
    Sandra Ludovici con “Ramo di neve”
    Rita Romano con “Vieni, pallida notte”

    Fra qualche giorno saranno dichiarati i vincitori :)

    Grazie per la partecipazione e buona lettura!

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