“La mano dell’acqua”: un’installazione di Enrico Marcato in mostra dal 3 giugno al 30 settembre, a Padova

Chi ama l’arte è sempre alla ricerca di oggetti particolari dagli effetti suggestivi. Per questo quando troviamo scorci inaspettati, nella nostra città, ce ne rallegriamo.

In fatto di originalità, aggirandomi per Padova, non posso fare a meno di segnalare l’installazione di un artista davvero singolare, Enrico Marcato, padovano doc, ivi nato nel 1976 che attualmente lavora fra la sua città natale e Venezia. Per installazione si intende un genere di arte visiva sviluppatosi a partire dagli anni Settanta.

Un’opera d’arte tridimensionale, oggetti o forme espressive di qualsiasi tipo installati in un determinato ambiente. È fortemente imparentata con la scultura, quindi.

Marcato si propone di portare all’esterno oggetti tipici dell’arte veneziana, come ha fatto in Piazzale Porta San Giovanni, dove dal 3 giugno al 30 settembre è esposta “La mano dell’acqua”, iniziativa promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova.

Per ricordare che Padova fosse fin dalle sue origini una città d’acqua, l’artista trasforma le tradizionali “briccole”, in oggetti d’arte, dando loro un significato sociale. Già dall’anno Mille infatti, la città di Padova era attraversata da una serie di canali di importanza strategica ed economica.

A causa delle sempre più frequenti esondazioni, nel corso del Novecento, queste vie d’acqua vennero progressivamente interrate. Una parte della storia della città quasi dimenticata, che rivive oggi attraverso la presenza di queste alte figure, solo apparentemente decontestualizzate.

Il recupero artistico di questo antico simbolo di Venezia, in realtà appartiene anche alla storia padovana. La briccola, (bricola per i veneziani), ovvero una struttura formata da due o più grossi pali di legno legati fra loro e posti in acqua, utilizzata per indicare i canali nelle lagune come Venezia, si trasforma da oggetto indispensabile, in elemento architettonico elaborato in chiave moderna.

Le città d’acqua utilizzano in pratica le briccole, così come noi ci serviamo dei segnali stradali. “L’istallazione – spiega Marcatovuole rappresentare una mano che dal sottosuolo cerca di uscire, a fatica, per riprendersi quello che le appartiene, certo non cose materiali ma sicurezze, felicità, soddisfazioni, amore, amicizia, lavoro, speranze. Il colore delle cinque briccole si ispira alla primavera, un richiamo alla vita e alla rinascita. Le unghie invece, una diversa dall’altra, rappresentano l’integrazione, la complicità, l’unione di colori diversi appartenenti alla stessa comunità, distinti ma integrati ed inseparabili”.

Laureato in pittura all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, Enrico Marcato inizia nel 2011 la sua collaborazione con un centro di arredamento di Padova, tramite il quale, espone e vende le caratteristiche sedie “Milano”, tipiche delle vecchie osterie venete, decorate con colori vivaci rigorosamente atossici.

Una sorta di “rivisitazione della tradizione”, per far conoscere il passato, ma in chiave nuova. Nel 2012 elabora un vero e proprio progetto di recupero artistico delle “Bricole della Laguna Veneta”, iniziativa che diventa opera visiva con l’installazione nel centro storico di Padova, in Borgo Altinate, di otto briccole rivisitate artisticamente con colori accesi.

Tale esposizione, durata sei mesi, ha riscosso un grande interesse. “La briccola è legata a Venezia- afferma l’artista- città che frequento e che adoro per la sua unicità, la sua storia, l’architettura, l’arte. Da qui parte il progetto del recupero di briccole che, usurate dalle maree, andrebbero distrutte e sostituite per far posto ad altre nuove. Col mio progetto ridò loro dignità, vita, allegria, mettendoci mano con i miei colori, e quindi rendendole ancora vive e uniche per poterle poi contestualizzarle in altri luoghi. Insomma fare installazioni in giro per il mondo o perché no, trovare un pazzo che magari si mette in casa uno dei simboli di Venezia”.

Arte e colore incontrano, in Enrico Marcato, l’amore per il territorio veneziano, recuperando materiali che fanno parte di una tradizione storica. Attraverso il colore, oggetti antichi trovano una nuova collocazione.Ho una grande passione per il colore- ci confessa l’artista- fosse per me colorerei tutto!”.

E a noi fa piacere che sia così, perché le sue opere sono davvero suggestive e rendono il mondo più consapevole e meno grigio.

 

Written by Cristina Biolcati

 

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