“Il quadro mai dipinto”, libro di Massimo Bisotti: vietato andare controcuore

“Capì allora che Raquel era scappata da lui, non dal quadro, e il non averla più vista non era altro che una sua proiezione, il riflesso di ciò che aveva dentro, del suo senso d’inadeguatezza, delle sue inquietudini e fissazioni. Proiettiamo sugli altri quello che abbiamo dentro”.

Dopo “La luna blu”, uno dei casi editoriali del 2012, torna Massimo Bisotti, lo scrittore romano appassionato di psicologia, con “Il quadro mai dipinto” edito da Mondadori nell’aprile 2014. Patrick è un insegnante e un pittore, ossessionato dall’idea della perfezione.

Una sorta di sindrome del “quadro mai dipinto” che lo tormenta, impedendogli di terminare le sue opere e di godere del suo operato. Egli immagina sempre di dover dipingere un’ipotetica “scena successiva”, e quest’ansia gli toglie serenità. Prende la decisione di lasciare Roma, la sua città, per andare a Venezia, e da lì riorganizzare la sua vita.

Poco prima della partenza si reca in soffitta per dare un’ultima occhiata al quadro che ritrae una donna che ha molto amato. Quando scopre la tela, si accorge che è vuota. La donna sembra avere abbandonato il dipinto, così come tempo prima aveva fatto con lui. Durante il volo che lo porta nella città lagunare, Patrick sbatte violentemente la testa e da qui hanno origine dei vuoti di memoria che gli creano non poco disagio.

L’unico punto di riferimento è un biglietto che si ritrova in tasca, con un indirizzo e un nome: Residenza Punto Feliz. È là quindi che si dirige. Farà così la conoscenza di una singolare famiglia che lo accoglie con generosità. Miguel, il proprietario della pensione, un uomo molto saggio; Vince, un gondoliere con una storia d’amore fallita alle spalle; il piccolo Enrique, un bambino vivace e curioso. Patrick si rifà così una nuova esistenza, consapevole però di essere sempre alla continua ricerca di qualcosa.

Ad una festa conosce Raquel e capisce che è lei la donna che è fuggita dal suo quadro. Ovviamente, a legare questi eventi, vi sono tanti piccoli colpi di scena di cui non posso assolutamente parlarvi. Il messaggio di fondo dell’opera è che l’ossessione che abbiamo spesso della perfezione ci allontana dall’autenticità; mentre il mostrarci genuini agli occhi degli altri ci permette di essere amati per quello che realmente siamo.

E soprattutto di riuscire ad accettare noi stessi, primo passo per farci ben volere dagli altri. Fondamentale diventa nella lettura comprendere le motivazioni che hanno spinto Patrick a cambiare città. Il fulcro è questa donna, Raquel, desiderata e mai dimenticata, sempre presente nella sua vita, alla quale egli avverte la necessità di chiedere: “E dimmi se anche tu non vorresti questo, avere un posto nella vita di qualcuno dove sei imbattibile”.

Ho trovato la seconda parte più avvincente, rispetto alla prima, dove tutti i tasselli sono tornati nella loro giusta collocazione e hanno ricomposto il puzzle. Condivido l’idea che l’autore abbia creato un’atmosfera magica all’interno del libro, tramite una prosa simile al linguaggio poetico. Tuttavia ho riscontrato aspetti negativi e aspetti positivi in questa lettura, che non sarebbe stato serio da parte mia omettere. Per mio gusto personale, avrei preferito qualche luogo comune in meno, e qualche descrizione in più.

Per una volta, i dialoghi, che apprezzo sempre molto in un romanzo, li ho trovati eccessivi, anche perché tutti i personaggi sembrano voler elargire lezioni sull’amore, mantenendo un unico registro di espressione. Come se l’autore avesse un messaggio da comunicare, e non gli importasse a chi affidare il compito di esternarlo.

Forse avrei caratterizzato maggiormente i vari soggetti, dando loro delle peculiarità anche espressive. Possibile che fossero tutti, in egual misura, dei forbiti insegnanti, dotati di una così fluente dialettica? Mi sono piaciute invece molto le descrizioni delle città, soprattutto di Venezia e dei suoi monumenti.

Parole evocative, che hanno restituito subito la giusta atmosfera. Suggestiva l’interpretazione dell’arte di Frida Kahlo, artista molto amata ed apprezzata nella società odierna. Un romanzo che segue uno sviluppo inaspettato, spesso spiazzante, che parla di un uomo che perde e ritrova se stesso. Una storia originale che Massimo Bisotti dedica “a chi va controcorrente ma mai controcuore”.

 

Written by Cristina Biolcati

 

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