“Il caso Notarbartolo”, testo teatrale del giornalista Filippo Arriva: l’amaro ricordo di una vedova di mafia

Il testo teatrale del giornalista Filippo Arriva, ci riporta indietro nel tempo e precisamente al primo febbraio 1893 e al primo delitto eccellente di mafia, l’omicidio del commendatore Emanuele Notabartolo e il vergognoso processo che si concluderà con l’assoluzione del mandante l’onorevole Raffaele Palizzolo  e dell’esecutore materiale dell’omicidio Fontana Giuseppe.

La conclusione del processo, avvenuta il 31 luglio del 1902, darà forza e vigore ai sostenitori dell’onorevole, che verrà dipinto come “persona proda e onesta” e la mafia come un invenzione per calunniare la Sicilia.

Il racconto di Filippo Arriva è una storia amara, fondata sul dolorante ricordo della Vedova. La storia si snoda luoghi dove si svolgono i fatti, di cui i principali sono: la Casa Notarbartolo, Il Circolo di conversazione di Palermo, l’ufficio del questore di Palermo e ben tre aule di tribunale. In ordine Corte D’Assise di Milano, Corte D’Assise di Bologna e in fine la Corte D’Assisi di Firenze, in quest’ultima aula in modo vergognoso viene ribaltata la precedente condanna nei confronti dell’imputati Palizzolo e Fontana, e metterà la parola fine un lungo processo, ricco di colpi di scena, soprattutto per il già citato finale.

Numerosi sono i personaggi del racconto. Di alcuni di loro conosciamo le generalità, di alcuni solo il cognome come ad esempio Marchesano, l’avvocato della famiglia Notarbartolo, di altri personaggi come ad esempio dell’onorevole e del mafioso Fontana, l’autore del testo ne riporta non solo il nome e cognome, anche indirizzo civico e paternità e maternità.

Forse questa maggior disponibilità di dati nei confronti dei due personaggi negativi della storia è proprio per sottolineare la loro presenza, senza alimentare dubbi. Altri personaggi compaiono indistintamente e vengono ricordati con il nome sociale o della funzione che svolgono: poliziotto, contadino, socio. Sconosciuto è anche il nome del giornalista, pur essendo presente fin dalle primissime battute e a lui sono rivolte le ultime frasi della vedova prima che si chiuda la tela.

La prego, giovanotto, ora mi lasci perché a 75 anni si può far tutto, tranne ricordare. Mi lasci alle mie lacrime, le ultime spero, perché nulla è più ridicolo di una vecchia che piange per amore.”

Da un attenta analisi del testo di Filippo Arriva si evidenzia nella storia narrata, la presenza della nebbia. Elemento naturale presente sotto due forme, la prima è quella della nebbia di Milano, successivamente si manifesta come elemento che impedisce di far giustizia.

Gli elementi di colpevolezza sono chiari per la Vedova e per l’avvocato della famiglia, gli stessi elementi avvolti della nebbia si presentano alle persone che dovevano fare giustizia e si ritrovano immobilizzati, incapaci di vedere oltre da questa misteriosa nebbia, voluta cercata dalle persone di potere.

Il caso Notarbartolo” di Filippo Arriva fa parte della collana di testi del teatro siciliano diretto da Enzo Zappulla, pubblicato nel 1984 dalla casa editrice la Cantilena.

Filippo Arriva, catanese, giornalista professionista, critico teatrale e cinematografico, sin dal 1986 collabora con il Teatro Stabile di Catania per la realizzazione e traduzione di testi. Per lo stesso teatro Arriva ha scritto Dossier droga (1990), Vita, miseria dissolutezza di Micio Tempio.

 

Written by Rosario Tomarchio

 

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