“Appunti di un giovane medico”: Daniel Radcliffe incontra Bulgakov – recensione di Giulia Sola

Oh, stia tranquillo. Io ho ucciso. Creda alla mia esperienza di chirurgo” è una delle frasi che ben rappresenta lo spirito della raccolta I racconti di un giovane medico dell’autore russo Michael Bulgakov, in cui vengono narrate le esperienze autobiografiche dell’appena laureato medico Vladimir Bomgard in terra russa.

Ispirato all’opera, “Appunti di un giovane medico” è l’adattamento realizzato per la Sky Arts inglese in quattro puntate, che vede protagonisti Jon Hamm e Daniel Radcliffe. È andato in onda in Italia sulla corrispettiva emittente il 21 maggio 2013.

Daniel Radcliff, uscito di fresco dall’esperienza cinematografica pluriennale che lo ha visto vestire i panni del giovane mago Harry Potter, partecipa ora ad una produzione televisiva britannica, firmata Sky Arts, ispirata a I racconti di un giovane medico, di Michael Bulgakov.

Ad affiancarlo c’è l’ottimo Jon Hamm, già star di Mad Man (serie statunitense, successo di  pubblico e di critica), con il quale Radcliff per altro condivide il personaggio stesso da interpretare.

Il protagonista infatti, il medico russo Vladimir Bomgard, ci viene presentato in un duplice aspetto: giovane appena laureato, mandato a dirigere un ambulatorio in un paesino sperduto e isolato dalla neve nella desolazione invernale, e adulto medico della capitale.

Il pretesto per questa sovrapposizione di sguardi sulla vita del protagonista nasce dall’occasione dell’adulto Bomgard di leggere un suo vecchio taccuino, nel quale annotava i casi e le vicende mediche e personali che caratterizzarono  quella sua prima esperienza medica.

Da questo punto di partenza, le due facce del personaggio non si limiteranno solo a dividersi momenti separati della narrazione, ma in un paradosso temporale e fantastico, si incontreranno e potranno interagire. L’adulto Bomgard infatti, si ritroverà in prima persona, sfogliando i suoi ricordi, a osservare il giovane se stesso alle prese con le prime operazioni chirurgiche.

Grazie a questo originale approccio narrativo risulta interessante e maggiormente coinvolgente l’evoluzione del personaggio stesso, da novello ed entusiasta medico, ad adulto e maturo uomo logorato dalla professione e dalla solitudine in un progressivo declino nella dipendenza da morfina. Con questo racconto-incontro delle due versioni del personaggio, risalta il progressivo avvicinamento delle due realtà psicologiche, fino a combaciare perfettamente nella conclusione.

Ma non si pensi che la serie sia dominata da tragedia e disperazione: per quanto la tematica della dipendenza da morfina e la difficoltà del protagonista di sopportare la sua identità di giovane medico progressista e l’impotenza materiale davanti ai casi più difficili, le quattro puntate di questa miniserie sono pervase da ironia e umorismo, dato che si concilia perfettamente con il taglio realistico dei casi medici che si propongono al protagonista.

Il dato che probabilmente stupisce di più è l’interpretazione del giovane Radcliffe. Laddove Jon Hamm, affermato e stimato attore cinematografico, ma soprattutto televisivo, interpreta alla perfezione il suo personaggio esattamente come ci si aspetterebbe, l’ex Harry Potter stupisce nel connubio tra potenza drammatica e spirito comico.

Non è un mistero che del cast della celebre saga cinematografica non fosse uno degli attori più brillanti, ma vedendo quello che mi permetto di definire un piccolo gioiello televisivo, ci si rende conto di quanto Radcliff sia cresciuto come attore in questi anni, e di come probabilmente in questo più ristretto (quattro puntate da 20 minuti ciascuna, contro gli otto film dedicati ad Harry Potter) ma allo stesso tempo più libero momento recitativo sia riuscito a dare prova della sua capacità.

Il risultato, completato da ottimi attori comprimari e comparse, è un prodotto convincente, pienamente riuscito, ottimo connubio di serio e faceto, di sguardo morale e sarcastico, in un adattamento che riporta alla memoria ormai passate simili produzioni televisive italiane che ci si augura sempre di poter rivedere.

 

Written by Giulia Sola

 

 

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