Gara letteraria di poesia “Ricordi di poesia”

Ricordo un uomo/ e il suo sorriso spento./ Ricordo i suoi occhi azzurri come il mar/ e il suo naufragar in un mar senza porto./ Ricordo un uomo vivo e morto,/ morto nell’anima e nel corpo,/ morto per un male senza tempo./ Ricordo una donna/ semplice e fragile./ […]” – Ricordi

 

Regolamento:

1. La Gara Poetica Gratuita “Ricordi di poesia” è promossa dalla web-magazine “OublietteMagazine”, dall’autore Rosario Tomarchio e dalla casa editrice Edizioni DrawUp nella Collana Oubliette. La gara poetica è riservata ai maggiori di 16 anni. La gara è gratuita. Il tema è libero.

 

2. Articolata in 1 sezione:

A. Poesia (massimo 50 versi)

 

3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.

 

Le poesie senza nome, cognome, e dichiarazione di  accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.

 

Ogni concorrente può partecipare con una sola poesia.

 

4. Premio:

N° 1 copia di “Ricordi di poesie”, silloge poetica di Rosario Tomarchio, edita nel maggio 2013 dalla casa editrice Edizioni DrawUp nella sottocollana “Oubliette”.

Saranno premiati i primi tre classificati.

 

5. La scadenza per l’invio delle poesie, come commento sotto questo stesso, bando è fissata per il 17 giugno 2013 a mezzanotte.

 

6.  Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:

Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)

Rosario Tomarchio (Scrittore e Collaboratore Oubliette)

Cristina Biolcati (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Fiorella Carcereri (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Daniela Schirru (Poetessa e collaboratrice Oubliette)

Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)

Cristina Malvezzi (Scrittrice)

 

7. Il concorso non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: concorsooubliette@hotmail.it indicando nell’oggetto “info gara poetica” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), oppure attraverso l’account Facebook.

 

10. È possibile seguire l’andamento del concorso ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti alla Gara Letteraria; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.

 

11. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

12. Partecipate solo se siete sportivi e pensate di poter accettare il verdetto della giuria. Se siete pesanti, pedanti, petulanti e vi ritenete il braccio destro di Leopardi, non partecipate! Il concorso non fa per voi!

 

163 pensieri su “Gara letteraria di poesia “Ricordi di poesia”

  1. Il pozzo

    Ricordo
    l’eco nel pozzo
    profondo.
    Nel puro
    scuro
    del fondo:
    gli occhi sgranati,
    la bocca spalancata.
    Hanno portato via
    a secchi a secchi
    l’acqua tutta
    e, insieme,
    quel piccolo viso.

    Accetto il regolamento, sezione A

    1. “SEI IL MIO SIGNIFICATO”
      Mi guardo intorno,
      rivolgo lo sguardo diritto al cielo,

      vedo il sole,
      quel sole che splende lo donerei a te,
      per dirti che sei importante per me,
      sei il mio cuore,
      quando penso a te,
      sono emozionata mi batte il cuore,
      nella mia vita hai un ruolo molto ma molto importante,
      sei il mio migliore amico,sei la mia felicità,
      sei l’emozione più grande della mia vita,
      sei il regalo più bello che ,
      non mi aspettavo di ricevere e amare,
      sei il mio pensiero più bello,
      sono orgogliosa di te,
      avere un migliore amico per me significa :
      il resto del mondo,come lo sogno con te,
      amico mio sono così felice,
      che ora ti direi:
      “GRAZIE PER LA TUA AMICIZIA CON LA MIA”..
      Ho gli occhi pieni di te,il mondo
      siamo noi due,
      ho pensato che se dovessi dare un titolo,
      a come esprimere quello che sei per me,
      direi che sei il mio mondo,
      semplicemente io e te per sempre…

      VIVIANA ADDOLORATA CALABRESE

      accetto il regolamento sezione A.

    2. Sono scintille
      o condanne
      quelle che scoccano
      tra la mia pelle
      e la tua carne,
      tra i miei baci
      e le tue labbra?

      O forse
      solo crude gocce di sale
      del prossimo addio.

      Accetto il regolamento,sezione A

    3. VOLA LIBERO

      Stasera mi amerò, ti amerò
      Ti porterò nella mente
      E lì ti terrò
      Immaginerò il tuo sorriso
      Lentamente
      Traccerò il contorno
      Delle labbra
      Ricorderò ogni tua parola
      La tua pelle
      Ogni respiro
      Mi darò senza riserve
      Al calore del tuo abbraccio
      Farò finta che tu stia facendo
      La stessa cosa che faccio io
      Che ci sia un posto
      Per me nel tuo mondo
      Come tu sei nel mio
      Immaginerò l’impossibile
      Quello che non sarà mai
      Stasera crederò
      Che sia tu ad avermi amato
      Come io ho amato te
      E domani
      Ti lascerò andare…

      accetto il regolamento

    4. Il tuo profumo

      Sento ancora oggi che te ne sei andata
      il tuo profumo nella stanza.

      Sento le tue mani di notte
      che mi sfiorano impalpabili
      nel sonno della nostalgia.

      Sento la tua pelle,i tuoi sguardi,
      il tuo profumo così soave…
      Ora che te
      ne sei andata.

      Accetto il regolamento, sezione A

    5. Sapori di un tempo …a mia nonna di Monica Pasero

      Sapori di un tempo
      rammento stasera.
      Sarà il profumo che vela
      il tuo scialle e riconduce a narrar ciò che era.
      Ricordo l’aroma del tuo respiro,
      assaporo la gioia nel tuo sorriso.
      Mi riscopro a pensarti con il tuo volto rigato
      da dolori e ferite che la vita ti ha dato.
      Rammento di te, la tua schiena ricurva
      le gambe pensanti che a fatica alzavi,
      affrontavi ogni passo con dignità ormai perse.
      Sapori di un tempo antico e passato
      inebrian i ricordi di ciò che è già stato
      nonna mia vita,
      oggi rammento, perché
      mi dicevi ogni cosa a suo tempo!

      Monica Pasero ( Accetto il regolamento sezione A)

    6. AUGUSTO DE PANFILIS /15/06/2013

      VERRA’ UN DIO
      Verrà con il sorriso sulle labbra
      Come una luce in una stanza vuota
      Morderà la tristezza della tua ombra
      Ed i ricordi diventeranno fossili
      Incastrati nel tempo
      Verrà e la terra ed il mare riempiranno
      Di nuovi frutti il mondo
      Nel lago nascono e muoiono riflessi luminosi
      Che da una finestra del cielo esplodono dorati
      Una vecchia brace s’è fatta cenere
      Ed una pioggia sarà l’ombra eterna
      Verrà e ti vorrà come un dio che tocchi il cielo
      Con autentiche aureole
      La stanchezza d’un giorno che se ne và
      Sarà il tepore d’una strada libera
      Il respiro dell’uomo rassegnato sarà ossigeno
      Per il giovane dio che ora avvampa il tuo nuovo volto
      Verrà un dio
      E le spiagge
      Compiranno l’apoteosi
      Legandolo ad una sirena
      Che contempla il nuovo dio.

      accetto il regolamento sezione A.

  2. Ricordi

    Una corsa nel campo,
    tra i papaveri e le spighe di grano;

    un sorriso al tuo ritorno;

    un bacio alla stella che cade nel mattino del tuo risveglio;

    dolce, caro, tenero,ricordo,
    ricordo di una casa rosa smarrita nei venti,
    scompigliata tra i capelli,
    raggomitolata in un pozzo, in fondo, là, nella spiaggia dei ricordi…

    Accetto il regolamento, sezione A

  3. A POEM 253 – MANI

    Voglio le tue mani.

    Voglio tenerle tra le mie,
    e baciare
    ad una
    ad una
    le tue lunghe dita affusolate.

    Voglio immergere il mio viso
    tra le tue mani,
    nasconderlo,
    piangere tutte le mie lacrime
    e bagnartele,
    per poi aver la scusa
    di asciugarle…

    ..le passerei sulla mia pelle,
    dov’è più morbida e calda,
    tra i mie capezzoli bruni,
    sul mio ventre morbido,
    fino al mio fiore
    più nascosto,
    dove potrei serbarle
    al sicuro,
    e non lasciarle più andare…

    Ma in questo buio
    silenzioso e solitario
    le mie mani restano vuote delle tue…

    Ahi anima mia incagliata
    in un circolo vizioso,
    il mio amore tenace e disperato
    per le tue mani.

    Per te.

    Sabina Biasuzzo.
    Accetto il regolamento

  4. Sono il vento
    che genera lamento,
    che cade e s’alza,
    che ride e canta.
    Son la voce che
    si sparpaglia,
    il tormento che
    crea scontento
    e la pioggia sono
    che porta lacrime,
    sono il tramonto
    che porta amore.
    E poi sono l’alba
    che porta il giorno,
    sono la vita:
    sono il tuo sogno.

    Accetto il regolamento. sezione a

  5. IL TUO RICORDO
    Regalero’ una zagara, un gardenia
    un fior che sia alla tua portata.
    Che potra’ ricordarti degli effimeri instanti
    vissuti al baglior del sole con me
    in un passato che oramai fugge anche al ricordo
    appeso a uno strascico di filo, visibile solo a chi l’ha vissuto.
    Ignito stato d’animo sconvolge avvolgendomi di te.
    Calore si propaga nel cuor che fonde per te o mio amor.
    Un eldorado non raggiungerebbe ciò che vorrei regalarti
    che vorrebbe regalarti la mia anima,
    Solo per poter anche per un’attimo risentir quella sensazione inebriante
    di morbida ciliegia….Che lasciavi sulle mie labbra
    dopo avermi baciato…In quel maestoso momento di vita eterna.
    Bartolomeo Capuano
    Accetto il regolamento.Sezione A

  6. accetto il regolamento sez A

    AMORE SEMPRE
    Non scriverò più vane parole
    che battono nei cuori di segreti
    che cercano le strade dei ricordi
    che impavide sussurrano di sogni

    Non scriverò più di mormorii indistinti
    di balbettar confusi e senza senso
    di tempi uccisi tra lacrime di piogge
    di ebbri desideri o di respiri lunghi di piaceri

    Non ho più voglia d’inutili pensieri

    Or nella mente
    passano sperduti, indistinti, oscuri
    a segnare il tempo
    che silenzioso scivola
    come sabbia dalle mani

    E sterile si ammucchia in giorni
    senza nessun ritorno

    Oggi, io prendo le distanze

    Oggi, scriverò soltanto una parola ben distinta
    Amore
    Amore sempre!

    Carmen Diletta

  7. MICROCOSMO METROPOLITANO

    Il metronotte vaga inerme
    nella tentacolare Mela
    il metropolita spande parole
    che si perdono nel vuoto.
    Il metrò ruota cupo e sotterraneo
    il microprocessore elabora incessante.
    Il microcefalo, microbo tagliente,
    si anima nel buio.
    La metrica armoniosa sembra esaurita.
    Ma c’è sempre un microcosmo dolce
    un padre contempla gioioso i suoi figli
    e un metraggio infinito di frizzanti murales
    gli colora i pensieri.

    Patrizia Benetti.
    Accetto il regolamento. Sezione A

  8. Isabella Verduci

    Nel volo

    Catturi la luce,
    avida falena;
    un salto
    nell’impalpabile ombra
    del vuoto.
    Il buio
    è reciso
    dalle tue rigide curve
    e voli
    sui fragili fili dell’anima.
    Domani
    ti vestirai
    di una tiepida alba
    tra voluttuosi voli
    di delicata farfalla.

    Isabella Verduci
    Accetto il regolamento A

  9. ricordi di marzo

    mi hai lasciato che era marzo..
    la primavera stava iniziando,i fiori incominciavano timidamente a sbocciare,
    tutto intorno a noi profumava d’amore,
    e io vedevo la gioia in ogni volto che incrociavo,
    perché la gioia era dentro di me,era dentro i tuoi occhi grandi,
    era nelle nostre mani che si intrecciavano,in ogni bacio che mi davi..
    tu eri proprio come adrenalina pura dentro di me..
    è stata una gran botta da affrontare,
    sopratutto perché il dolore della scomparsa era già stato mio,
    e colei che ho pianto a differenza tua non si può sostituire,ne cancellare,
    la si può solo piangere,portandola dentro come un carbone ardente…
    ma sono andata avanti,che altro potevo fare?
    ogni tanto col pensiero tornavo a te,ma i ricordi mi facevano più male che bene,
    cosi ho smesso…ho cercato di rimuovere tutto quello che c’era tra di noi dalla mia memoria e dal mio cuore..
    e ci sono riuscita,ora sei solo una parentesi della mia vita,una foto sul diario,
    pensieri inespressi e azioni non fatte,che avrei voluto dire e avrei voluto compiere,ma non me l’hai permesso.
    il nostro amore è stato come un bambino che muore prima di venire alla luce,
    era qualcosa che stavamo creando,li stavamo dando un nome,
    eravamo felici sentendo il suo cuore che batteva col nostro…
    ma forse era ancora troppo presto per lui,non è stato abbastanza forte per sopravvivere all’inverno della nostra vita.
    e ora mi ritrovo con un vuoto da riempire che si fà ogni giorno più grande,
    chiedendomi se mai qualcuno mi darà cosi tanto amore per poterlo riempire,quel dannato vuoto.
    ogni tanto rimpiango quel tuo sguardo dolce,lo sguardo più dolce che si sia mai posato su di me,
    era come i raggi caldi del mattino che ti risvegliano dopo una lunga notte,erano la pace e la serenità delle mie giornate.
    ma ormai quelle giornate sono solo un ricordo sbiadito,come un film visto tanti anni fà che ancora abita nei miei ricordi,ma di cui non ricordo il nome.

    vanessa gessi accetto il regolamento

  10. Con il fruscio della mente

    Sono le foto impresse nell’anima
    quelle che mai scolorano,
    quelle che le iridi del cuore
    ripetono nell’album dei ricordi
    lasciando un profumo,
    un’orma,
    un sorriso,
    una lacrima.
    Bronci di me bimbetta,
    primi piani seri di papà,
    mamma in eleganti vestiti
    e cappelli dalle larghe falde,
    fratello con aria sognante
    nei pensieri immerso.
    Non serve vederle per davvero,
    le ho tutte stampate
    in bianco e nero,
    le conservo intatte senza crepe
    senza che le intacchi il tempo.
    Sono lì a regalarmi crucci
    di giornate interrotte,
    emozioni di vecchi rimpianti
    sensazioni di amore lontano.
    Non le posso toccare ora
    per soffermarci il mio tempo,
    ma le accarezzo ogni sera
    con il fruscio della mente,
    le avvicino al mio cuore
    sperando in sogno di riviverle.

    Tania Scavolini – accetto il regolamento sezione A

  11. POESIA D’UN INNAMORATO

    Lacrime spensierate fecondano stupite
    la smagliante terra senza calli e nei,
    improbabile congiunzione tra speranza e possibilità,
    sognante e folle balenio.
    Una stella,
    discrepante dalla concretezza,
    imperterrita
    concede
    magie irripetibili agli occhi degli increduli.

    Dal rosso al rosa avvengono smisurate elucubrazioni,
    l’attrazione rapida mi ha sedotto
    e domani
    è fatica senza senso,
    spoglio,
    di te.

    Nel tango dell’angoscia di perderti,
    con gli occhi infranti,
    silente florido torrente dell’ardita tua leggerezza,
    affogo l’illusione di ieri
    stupito e senza responso,
    trasformando in sogno,
    sereno,
    l’affanno.

    Giuseppe Carta accetto il regolamento

  12. Abbazie

    Si stagliano, nella memoria del tempo,
    le oasi sacre degli uomini di Dio.
    Negli angoli d’universo velati di mistero,
    perduti nei meandri della meditazione,
    nei cuori intrisi di un credo indissolubile,
    dove echi di preghiere frantumano i perché
    nell’intima ricerca dei segni dell’Altissimo.
    Oltre i portoni di secolari silenzi,
    tra aliti muschiati e lodi mattutine,
    anime barocche, accendono le volte,
    raggi solitari, furtivi tra monofore,
    corteggiano affreschi d’eterna santità,
    celebrano absidi, che abbracciano cori,
    s’innalzano maestose sul cielo degli altari.
    Negli intriganti labirinti di penombre,
    richiami latini esortano penitenze,
    spiriti d’incenso aleggiano in trasparenze,
    si esaltano tra note di canti gregoriani.
    Gli umili custodi dell’essenza Divina,
    perduti nella mestizia del saio,
    in celle solitarie di francescani arredi,
    tra mormorii intrisi di preghiera
    e il soffuso sillabare di campane,
    immolano le trame dei vespri della sera.
    L’ora vigile scruta il dilagare della notte,
    i riti liturgici di compieta,
    santificano un altro giorno,
    timidi lumi accendono angoli di tenebre,
    un indice incerto segna versi su un messale,
    calano sugli occhi sipari di palpebre,
    la resa silente al richiamo del sonno.

    accetto il regolamento

  13. Lungo il porto

    Lungo il porto di cemento
    non c’è vento che tira
    la nebbia è una cornice stanca
    che copre l’acqua nera,
    la strada sul mare
    s’infila nell’ovatta
    senza far scorgere
    la fine dello scalo
    ma avanti, ancora
    senza speranza,
    senza guardare
    e l’umido attraversa
    le livide membra,
    le mani nelle tasche
    inutili e strette
    come a fermare
    qualche ricordo
    sfuggito alla bruma,
    alcune memorie
    incantevoli e statiche
    così colorate
    così persistenti
    che quasi non senti
    dove ti trovi
    se nei ricordi
    o lì in mezzo al mare
    piatto e grigio.

    Emanuela Di Caprio. Accetto il regolamento – sezione A

  14. Poesia di Luciano Tarasco

    dichiaro di accettare il regolamento

    PICCOLI RICORDI

    Di giorno i soli nascevano
    dalle chimere cullate nella notte
    e rotolavano senza precisi rantoli
    fin sui muretti dell’infanzia
    con le ginocchia sbucciate
    e gli occhi appesi ad assorte meraviglie
    nei poderi alati del ricordo
    tra le ombre allungate dei portici
    nei gradini di tufo consumato
    giovani grida incagliate nelle corse
    echi diramati in primavere
    ad annusarci dietro vecchi portoni
    ingenui sessi bambini
    con il puzzo dei gatti di quartiere
    piccole mani a toccare inesperte
    le madri a parlottare della vita
    ed a chiamarci dentro casa per la cena
    con la grossa radio sul mobile buono
    ed infine a rimboccarci le coperte.

  15. NEL RICORDO DELL’ONDA

    Con pezzetti di fantasia tra le dita
    ho piegato ventagli di sole
    e con l’essenza di zagara agli occhi
    ho rivisto quel cielo sereno
    appoggiarsi alla cresta di un onda
    per poi fondersi in un’ unica macchia
    ricamando confini a ponente

    Ho percorso gli astratti pensieri
    tra violacee ombre ovattate
    e con le unghie graffiando
    annaspando
    ho rubato conchiglie alle rocce
    per riavere quel sapore del mare
    nella bocca ormai arsa e scucita

    Ed il sale asciugava saliva
    tra il calor della sera e le stelle
    respirando la brezza sull’onde
    rincorrevo fantasmi su barche
    e affannata perdevo figure
    che confuse dal chiaror della luna
    si mischiavano a fioche lampare

    Ho raggiunto senza posa
    ricordi assopiti
    e affossando le mani alla sabbia
    ho scavato fin dove bagnava
    inzuppando quei sogni consunti
    per riaccendere alle nari e alla mente
    quell’odor della terra di casa…..

    ROSA LEONE

    Accetto il regolamento. Sezione A

  16. NOME : HELMUT – COGNOME : COSTA
    ACCETTAZIONE DEL REGOLAMENTO : ACCETTO .

    POESIA : IN MEMORIA DI DIANA

    ” DIANA
    31 AGOSTO 1997″

    Eccomi amica, se posso, a ricominciar mandarti le mie parole, anni soffocati nel cuore, per te Regina dell’amore.
    Poche dentro un dosso trovato, cominciate per una data e mai complete timorose di ricordar,
    luce propria del tuo cielo, grande perché tuo.

    Una candela al vento, parola piccola, un significato vero dentro,
    una lacrima che cade giù non chiamata eppure voluta, eppur son sincero.

    Ogni parola nulla aggiunge alla celebrazione, ogni oblio di te nel commosso cor mio
    che nulla son davanti al cielo, di cui chiedo solo voce indegno, ma suddito del tuo regno.

    onore doni sentirti sempre accanto, almeno nel rimpianto
    principessa non per nome o per celebrata finta vocazione, nell’infinito non conta;
    il vento porterà la tua luce, non vive soltanto di niente, chi ti ama.

    Solo una parola, pur sempre umile fiato all’eterno donato .
    Eppure esiste per cotal poco ch’io sia, la tua presenza nell’anima mia,
    perdona s’io mi permetto, ma coi giusti donandoti , t’amo senza difetto.

    Una sola parola
    GRAZIE
    ( Lady Diana)

    HELMUT ( POETA TENAX )

  17. BIMBO D’AUTUNNO

    Fuggiasche nuvole d’autunno
    come mare in tempesta
    nuotano nel cielo
    creando infinite parole d’amore
    che io dedico a te,
    tesoro mio,
    così lontano da non poter accarezzare,
    così vicino da non poter mai vedere.

    Tormento del cuore,
    sofferenza dell’anima,
    ingannevole pensiero,
    come vento che spazza via
    le ultime rosse foglie
    di questi alberi oramai spogli.
    Come sarebbe stata la vita con te?
    Come sarà la vita senza te?

    Un dolce pensiero ormai confuso
    e poi arriva la bella neve
    che tutto calma e scioglie.

    Accetto il regolamento. Sezione A
    Marina Lovato

  18. Antonio Petrucci
    Speranza

    Ci rivedremo un dì.
    Ci incontreremo
    fra pianeti sconosciuti.
    Vagheranno in eterno
    le nostre anime.
    Meteoriti persi nell’infinito
    i nostri pensieri.
    Sereni saranno allora
    i nostri sogni.
    Si ci ritroveremo un dì.
    Insieme a tante anime
    che la vita
    hanno lasciato prima.
    Dove il firmamento
    risplende di stelle
    Abbracciata alla notte
    sta la luna.
    Non più fuggire dobbiamo
    i nostri sogni.
    La dove tutto è luce.

    accetto il regolamento
    Antonio Petrucci

  19. Rosanna Spezzati 16/05/2013

    Accetto il regolamento sez. A

    Tienimi addosso
    Indugiare voglio sulle tue labbra
    Navigante che scorge il nuovo mondo
    lenta voglio lambirne i contorni
    Riverente adagio introdurmi
    e berne il respiro , gusto dell’anima.
    Voglio conoscere i limiti tuoi
    percorrerli in infiniti passi
    più serrati più lenti.
    Tienimi addosso
    come parole già da te udite
    da te già pronunciate.
    E’ forse farsi del male
    del bene procurarsi
    laddove è amore che vuole incarnarsi
    Ricordi ?
    Rosanna Spezzati

  20. Violenza mascherata

    Il bagaglio dei desideri cade,
    a muovermi sono le tue gambe,
    a pensare è la tua mente.
    La tua gentilezza inganna l’anima.
    Sono buona, sono tua, sono niente …
    poi, un sussulto …
    non ho più nessuno!
    Il vuoto intorno mi schiaccia,
    un vuoto che riempi con mole imponente.
    Un urlo sale colpevole
    contro la tua dedizione a te stesso
    riflesso nei miei occhi.
    Lacerante la tua incredulità
    per la mia rivendicazione all’esistenza.
    E’ violenza spegnere lo sguardo di una donna!
    La colpa che mi dai,
    è il ricatto che uccide ogni volontà,
    un verme famelico che divora il diritto di essere.
    Un’arma subdola che usi
    per trasformarmi in un clone di te,
    al servizio del tuo desiderio di controllo e affermazione.

    patrizia nizzo
    Accetto il regolamento sez.A

  21. Lorena 17-05-2013

    IDENTITÀ

    Non so più cosa sono
    se il cuore mio c’e’ ancora
    se il senno e la parola
    mi danno forza ancora,
    o se di freddo ghiaccio
    ho reso la mia aurora
    l’eta’ che sto vivendo…

    se viver posso ora.

    Lo specchio mi riflette
    immagini imperfette
    che niente sanno dirmi
    su chi io sia ora…

    Che abbia frainteso
    il cuore mio deluso
    scambiando ciò’ ch’e’ vero
    per cio’ che non esiste
    e dando a ciò’ ch’e’ falso
    lo scopo, la sostanza,
    l’ essenza della vita
    che esistere dovrebbe?

    Lorena rita perini

    Accetto il regolamento sez.A

  22. Riflesso Nell’Abisso

    Trionfo di esternazione

    solo uno specchio per le allodole

    perché abbiate a credere di sapere i miei bisogni

    perché vi gongoliate nell’illusione di saper leggere i miei sogni

    non mi interessa la comprensione

    non sprecherò le mie parole

    voglio solo me stessa a farmi da compagna

    non mi spaventa la solitudine più della vostra lagna

    cerco vie di fuga dalla confusione

    voglio liberarmi dall’abnegazione

    lotto contro i carcerieri, evito la gogna

    inutile se è il riflesso nello specchio a esser il boia.

    accetto il regolamento

  23. Signora Esistenza

    Un giorno, come dama sorridente,
    ci porgevi lusinghe
    di sogni e desideri
    di felicità e amore:
    nel tuo nome, Signora Vita,
    abbiamo camminato
    per costruire il nostro futuro

    Un altro giorno,
    (uno qualsiasi)
    precisa e inattesa
    come una condanna,
    hai iniziato a ghermirci
    nella tua danza volgare
    e disgraziata, Signora Morte

    Ipocrita e ingannatrice Dea bifronte,
    genuflessi al tuo cospetto
    ti malediciamo per avere infranto
    i nostri sogni,
    vilipeso i nostri sacrifici,
    martoriato il nostro grande amore
    cancellandone il futuro;

    ti ringraziamo, Signora Esistenza
    per i frammenti di presente
    che generosa ci concedi
    a costruire la nostra
    storia.

    Accetto il regolamento – Sez. A

  24. AL BUIO

    Guardo quel buio
    ed ho l’impressione
    d’essere guardato

    C’è silenzio nel buio
    quel nero denso
    che lascia il ricordo

    Dal precipizio del cuore
    lo osservo, meditando
    sentendomi estraneo

    Hanno un angolo buio
    i nostri occhi e l’anima
    celando desideri irrealizzati

    Temerario non ho paura
    di scorgere la luce attraverso la pece
    riconoscendomi allo specchio

    abbandonando ogni difesa
    omettendo l’amore
    mi lascio rabbuiare dal tuo sentimento.

    Matteo Crosera
    Accetto il regolamento

  25. Jessica.
    Bendami notte
    che dal tocco la vedo
    passarmi sul petto
    come stella cadente
    dal sorriso di cacao.

    In pace
    una pace non vera
    posato morivo.
    E ora
    notte bendato
    e sbendato
    ho i muscoli forti.

    Da bimbi a pensarci
    e il Canto ripete
    Sempre, Sempre, Sempre!

    Quel naso…
    E’ un gioiello!
    E il collo?!
    Fu messo da Giove in persona
    a ricordare ai passanti del Mare
    che per quanto sognino
    o sperino
    una sirena o una donna per loro
    Io la trovai.

    E tutti sperano
    e sognano da oggi
    L’Amor per loro.

    Da una piccola parte
    che mia. Tutta.
    Mia voglio baciare.

    Ora che ora
    la carne ritmata
    l’anello
    ricorda un sospiro
    o quegli occhi socchiusi
    che anche lei
    per vergogna
    ama.

    Daniele Natali
    Dichiaro di accettare il regolamento sezione A

  26. Rosa Cassese 18/05/2013
    Cammina nel sole

    Cammina nel Sole

    assapora il suo calore

    immergiti nel suo tepore

    avvolgiti dei suoi raggi…

    la vita è troppo breve

    per non godere!

    Cammina a piedi scalzi

    senti il caldo che scioglie

    il sangue nelle vene,

    pensa positivo

    abbandona la tristezza,

    le cose non cambiano

    tutto accade per un motivo

    e, finisce senza spiegazioni!

    La vita fluisce secondo

    un naturale corso

    come fiume in piena

    ti travolge di sentimenti,

    con la stessa velocità

    te li può togliere…

    la fiamma dell’Amore

    può bruciare, come si può

    attenuare…

    Cammina nel sole,

    guarda in cielo, esprimi

    un desiderio, e aspetta

    vivi intensamente

    il giorno!

    accetto il regolamento sez..A

  27. Non permetterti di credere,
    succede che perdi l’equilibrio,
    se hai un sogno,
    mettilo in un cassetto e non
    perderlo di vista,
    … se ti senti smarrito,
    guarda nelle tue rughe,
    vedi che ti ritrovi,
    se ti viene da piangere, fallo,
    ma non cercare spalle dove poggiarti,
    se hai un dolore forte,
    inutile pensare di dividerlo, è solo tuo
    tuo è ogni tuo giorno, tuo è il tempo che va,
    ricordati sempre chi sei o chi sei stato,
    il mondo gira e non si ferma,
    fai attenzione a rimanerci su,
    ricorda sempre che sei tu e tu.

    accetto regolamento

  28. Titolo
    Cadeva la pioggia

    Cadeva la pioggia,
    goccia dopo goccia,
    si poggiava sul mio volto,
    bagnava il nero giubbotto
    e lentamente
    formava le pozzanghere
    sulle strade.

    Ella sempre di più batteva,
    mentre le raffiche di vento
    distruggevano il fragile ombrello,
    ed io per non bagnarmi
    con fatica tenevo l’agitato cappello,
    lavava via le orme
    sulla strada,
    le persone che avevo amato
    ma non la tristezza
    che avevo provato.

    Il gelo soffiava tagliente
    per un disagio
    che non era solo apparente,
    mi penetrava dentro,
    quel giorno d’inverno,
    mi sentivo nuvola
    di un temporale più grande,
    una tempesta morale,
    un male ancor più grave,
    pioveva dentro
    e si formavano lentamente
    le pozzanghere sul mio cuore
    e non c’era nessun ombrello,
    nessun riparo,
    dalla pioggia del mio dolore,
    nessuna previsione,
    c’era per quel cuore,
    che era uscito di casa
    senza un’adeguata protezione.

    Coddura Rosa

    *Dichiaro di accettare il regolamento della sezione A

  29. E’ VERO

    Tra vaghe ombre
    e volti indefiniti
    vividi
    spiccavano
    i tuoi occhi di cobalto.

    E la leggiadra
    veste che t’adornava
    era come aurea cornice
    per un quadro
    di Degas.

    Il profumo
    che da te pervadeva
    mi ricordava magnolie
    e gelsomini
    nelle fresche notti estive.

    E la tua mano
    intrecciata alla mia
    era prova tangibile
    che non era sogno
    ma la lieta realtà.

    accetto il regolamento sez.A

  30. ANNARITA FURCAS
    BRUCIA 19/05/2013

    Brucia
    la mia anima
    scomoda inquilina
    nel mio petto…
    ha molti nomi
    vergogna,
    inadeguatezza,
    amore,
    malinconia.
    E’mutevole
    e ingorda
    è un giardino
    nascosto
    che non ascolto
    abbastanza.
    E’uno spazio
    invisibile
    tra le pagine
    chiuse
    del mio cuore.

    accetto il regolamento.

  31. Dentro e fuori

    Abiti in me …. ogni sera accendi le luci e ti sdrai sul mio cuore.
    Le mie palpebre, come finestre, si chiudono.
    Dormi sereno e sogni. Quanto sogni!
    Al mattino, ti svegli e vivi nei miei pensieri.
    Viaggi, lavori, mangi, ami ….
    Ogni tanto esci e in me rimane solo il tuo ricordo.

    Anna Arpinelli (dichiaro di accettare le norme del regolamento)

  32. IL SENSO DEL MIO MONDO
    Il burattino rimaneggiava sogni che prendevano vita nei cortili abbandonati della solitudine, tra una seggiola e l’altra mozziconi di bambole giacevano nel triste vuoto di una piazza.
    Ognuno ha dentro di sè la propria pazzia..

    Accetto il regolamento sezione A

  33. Coccarda nera
    Tu conosci il tarlo
    dell’amore respinto.
    Scava dentro
    come l’archetto
    di un violino impazzito.
    Il suo lamento
    è musica furibonda.
    Tingo di nero
    i miei vestiti assopiti
    su cui ritaglio
    un inutile spazio vuoto.
    La furia è ciò che resta,
    passione condivisa
    con chi sul cuore reca
    una coccarda nera.

    Adele Musso
    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.

  34. UN DOLCE RICORDO

    Un fresco alito di vento,
    all’improvviso,
    sfiora le mie labbra…
    Quanti brividi mi procura!
    Ritorna il sapore di un tuo bacio,
    sulle mie labbra assetate…
    Ma è solo un’illusione,
    un dolcissimo ricordo,
    che conservo insieme ad altri,
    gelosamente,
    come in cassaforte,
    nel mio cuore ancora innamorato.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO, SEZIONE A

  35. LAVINIA LALLE

    SENZA TITOLO

    Come un mulinello
    la tua danza attorno a me,
    hai spezzato la mia spada di cristallo.
    Una morsa mi stritola da dentro
    e mi tira giù verso il centro.
    La mia gola è arida come il deserto,
    il tuo canto lontano mi dà sollievo.
    Il serpente assonnato è uscito dalla cesta
    al suono del tuo flauto incantatore.
    I tuoi occhi come carboni ardenti
    bruciano la mia anima consumandola,
    una dolce melodia la tua voce,
    calda come miele,
    tagliente come la tua lama.
    Ecco! La luna si mostra in tutta la sua candida ed eterea bellezza
    quando la notte la tua stella l’illumina!
    Ma vedo il tuo Anello.
    Quell’Anello, che brilla prezioso sulla tua mano,
    Anello sacro, inviolabile.
    Presto allora, vai via e non voltarti,
    vai perché io possa andare avanti
    ritraggo la mia mano di spine
    leccando le ferite che hai inferto
    nel mio cuore dilaniato.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO, SEZIONE A

  36. Attente armonie,
    auliche sfere
    come gocce di sangue
    che migrano veloci
    nelle vene della terra.
    Che gli occhi
    indugiano
    a guardare.
    Per me fermo in un punto.

    Accetto il regolamento della gara/ concorso

  37. Forever

    La morte avrà i tuoi occhi
    e sarà come se non fosse.

    Un pieno di felicità
    col tuo sguardo immutato

    non quello di una foto io spero

    ipotesi struggente di presenza.

    Accetto il regolamento.

  38. IN LONTANANZA

    In lontananza odo,
    incise nei respiri del vento,
    tristi bemolle di speranze
    nell’assolo del tuo spartito.
    Nei sussurri delle foglie,
    ricordo sogni
    spezzati dalla tua partenza
    e incartati dal frastuono del silenzio.
    Solo il solfeggio invadente
    di merli stanchi e sfatti
    bistra le nubi terse
    con lune d’inchiostro nero.
    Ma dal mio cuore graffiato
    stillano gocce di sofferenza,
    perciò aiuto gli occhi a non affogare
    in fiumi di rimorsi per parole mai dette.
    In lontananza respiro
    la fragranza della tua voce
    e rimeggio folate
    della tua presenza assente.
    Mentre con dita tremule
    disegno i contorni del tempo,
    lasciati asciugare
    al sole dei miei ricordi.
    Ora procedo a rettifilo
    lungo un’ellisse di vacui pensieri
    e nel domani ripongo invano
    la speranza della dimenticanza.
    Ecco, in un gravido calice bevo
    il cianuro del tuo addio
    e il melenso fiele
    dell’ingiusto abbandono.
    In lontananza
    i miei sensi ancora ubriachi della tua luce
    ti cercheranno in ogni stella.
    Per tutta la vita. In ogni lontananza.

    Accetto il regolamento

  39. Accetto incondizionatamente il regolamento.
    IN RICORDO DEI MIEI CANI

    Dolci compagni del passato
    m’avete donato amicizia
    e siete stati a me vicini
    in gioia, tristezza e gaudio
    senza mai chieder nulla in cambio.
    Mi scrutavate nel profondo
    per leggere il mio stato d’animo
    e sempre indovinavate
    quel che sentivo e provavo.
    Condivideste i miei dolori
    come nessun altro potrebbe;
    poggiando il muso sul mio grembo
    mi dicevate: “Non sei solo”.
    So che il loro maggior dolore
    è stato il dover lasciarmi
    senza protezione in terra.
    Se un Paradiso lor esiste
    spero non siano più schiavi
    dell’affetto che han per l’uomo
    Liomax D’Arrigo

  40. M’involo

    Bruma d’intorno e d’alba chiaror s’appare
    mentr’io ,protesa e assorta, al sogno m’involo.

    So ch’ella m’attende, solima eppur desiante,
    per far d’incontro, serti d’amor gentile.

    Di poi, men che blando, l’afflato si ridesta
    e sponde più non saran di giacigli confini
    poiché, ruggenti i corpi avvinti e cari,
    come mosto a ribollir si saran posti, caldi.

    E gemiti c’hanno di sottil piacere nota
    cori saran sublimi..inno al creato tutto.

    Alberto Mantica – maggio 2011 – accetto il regolamento

  41. È TUTTA QUESTIONE D’EQUILIBRIO

    Piccolo mostro,mia tenera ninfa
    dai capelli rosso sangue,
    devi sforzarti di comprendere
    che è tutta una questione d’equilibrio.

    L’equilibrio vero,
    quello dei gabbiani di Atxaga;
    non un surrogato di quotidianità
    come qualche segretaria pensa.

    Lui è la nostra stabilità,
    la nostra fermezza d’idee,
    una morale magari malsana
    ma che resiste alla tempesta interiore.

    Esso non dondola
    tra due idee opposte,
    perché al dolore della caduta
    non può sopravvivere.

    Se pende torna in asse,
    ritrova il baricentro interiore
    e impassibile riparte
    lungo il filo dei giorni.

    Accetto il regolamento sezione A

  42. FINESTRA SUL MARE

    Vuoto lo sguardo
    che mira cornice d’acqua,
    ove un tempo anziani passati
    ascoltavano di conchiglie
    e stormivano di fievoli
    brezze eoliche.
    Vuoto lo sguardo
    ora empito da giovani presenti,
    ignari e mutevoli,
    silenziosi e sordi,
    sconoscenti di quella finestra
    che contemplava
    gli infiniti luoghi
    del mare delle mie memorie.

    Arianna Maisano
    Accetto il regolamento.

  43. DOPO LA PIOGGIA

    Primule in culle sui davanzali
    sorridono al canto del violino
    guanciali senza peso gli oleandri
    alzano il bianco volo dei pensieri.
    L’ora riflette il suo tempo nel lago
    fecondando ceneri di lampi
    nel sollievo dei ponti
    con vedove più lucenti
    che azzardano felicità.
    Corre il fiume di naturale volontà
    e di pesci s’empie
    come di giovani la porta delle mura
    solo l’erba rimane ubriaca e barcolla
    meno impavida l’ombra della torre.
    I libri si chiudono
    le mani corrono
    ogni luogo è più generoso
    e attimi non sono ancora
    stati scritti.
    La parola fulmina la bocca
    di due innamorati.

    Antonio Pierro

    accetto il regolamento alla sez A

  44. Giovanni Teti

    Nascono poesie

    Versi propagano calore,
    quelli che scaldano il cuore.
    A volte vogliono cambiare,
    insieme con te ad emanare.

    Semplici parole o melodie,
    sentimenti, amori e fantasie.
    Pensieri avvolti a magie,
    ed ecco! Nascono poesie.

    Pensale! Sono vicine a te,
    senza perdersi in alcun che.
    Non ti scordare d’amare
    quella poesia assai banale.

    Mini strofe da incatenare
    alla poetica da salvare.
    Poesia…è una musica
    di rime, unite all’antica.

    Sei qui ad approfondire
    la gioia che hai da dire.
    Nutrendoti di vibrazioni
    che sbocciano in emozioni.

    Siolòt
    Ho preso visione del vostro regolamento.
    e dò il consenso della gestione dei miei dati.

  45. “In una notte senza fine”
    In una notte senza fine,
    ho sognato
    che quelle fiamme,
    e quella luce…
    stavano consumando
    un amore
    che sapeva di vero, di eterno.
    Luci e ombre
    che si stagliavano
    sui muri di una stanza,
    che per tetto
    aveva un cielo stellato,
    per giaciglio
    una nuvola bianca,
    per coperta
    il desiderio di volerti amare
    fino all’estremo della mia follia.
    Tra le fiamme
    ardeva un amore intenso,
    che diventava luce
    attraverso
    il silenzio delle mie parole.
    Lo spirito respirava
    aliti di passione infinita,
    che mi faceva vibrare
    al ritmo di un canto antico.
    Era l’armonia
    di due anime innamorate.
    Fu cosi che al mio risveglio
    un tuffo deciso
    nei tuoi occhi infiammati d’amore.

    Accetto il regolamento

  46. [Accetto il regolamento del concorso]

    NOI

    Io e te. Lontani.
    I nostri incontri casuali,
    le nostre conversazioni banali.
    È tutto un’illusione,
    frutto della mia immaginazione.
    L’essere fugge con l’utopia,
    la quale testimonianza è solo mia.

    Profondo, azzurro. Il mare?
    No. I tuoi occhi in cui non posso nuotare.
    Quelle che sembrano spighe di grano
    sono i tuoi capelli che tocco con mano.
    Quando il tuo sorriso risplende
    un rombante fremito mi prende,
    impronta del sentimento
    che provo in ogni momento.

    La passione che ci avvolge
    è un sentimento che sconvolge.
    Il cuore acutizza la percezione,
    il sospetto avvelena una situazione
    alimentata da malintesi e pettegolezzi
    con il solo scopo di mandarci in pezzi.
    Eppur tutto torna in pace
    quando la sincerità non tace.

    È tutto roseo e cristallino,
    come una fiaba per un bambino.
    La storia di un castello,
    di un bel principe col suo mantello,
    la damigella appena salvata
    con un bacio risvegliata.
    Le favole son nei libri raccontate
    le chimere nelle menti elaborate.

  47. Un puntino,
    uno.
    Orizzonte
    infinito
    lui
    sfinito
    io
    finito
    sorriso
    finto
    tetro
    spento
    tendo
    mani
    protendo
    braccia
    alzo
    la testa
    occhi
    al sole
    vento
    contro
    non temo
    ci provo
    slancio
    corsa
    salto
    nel vuoto
    volo
    illuso
    plano
    cado
    mi schianto
    al suolo
    deluso.
    Sono
    solo
    un uomo
    solo

    Accetto il regolamento
    Michele de Stefano

  48. UN MONDO SBIADITO

    La vita non è a colori, ti riserva sempre sorprese.
    Siano guerre o siano amori, ci sono sempre contese.
    C’è chi prova a costruire un dialogo fatto di pace
    e chi invece non vuol sentire e fa esplodere i Kamikaze.
    No Signor Generale, non azionerò il detonatore.
    Lei tra i denti ha un pugnale, che non lascia più libere le parole.
    C’è chi ha fame di vittoria e c’è chi invece vince la fame,
    senza ricevere onori né gloria ogni giorno combatte e cade.
    C’è chi ogni giorno lavora, ha una famiglia da mantenere
    ed anche se piccolo non va a scuola, perchè sa fruttare bene.
    No, mio piccolo amico, dammi la mano e vieni con me.
    Questo mondo ti è nemico e tu sei l’ostaggio di mille guerre.
    Questa vita non è quella ideale, perchè ti vede sempre sofferente,
    ma sta all’Uomo portela cambiare, peccato che l’Uomo rimanga indifferente.

    accetto il regolamento

  49. E’ arrivata un’altra estate

    E’ arrivata puntuale un’altra estate

    voci di ragazzi si rincorrono nell’aria

    la palla rimbalza nei cortili assolati

    il cielo azzurro festoso di uccelli

    insieme alla Natura

    allegramente accoglie

    finalmente il sole

    che riscalda la vita.

    I rintocchi del campanile

    scandiscono le preghiere nelle chiese

    e le comunioni dentro l’anima,

    la mente si rifugia nei ricordi del passato.

    Ricordi di un’altra estate

    mano nella mano, altri tempi

    altri bambini nei cortili

    nelle vie, altri giochi

    raccolte di figurine

    noccioli di albicocca sui muretti,

    l’innocenza dei primi amori

    di ragazzi che diventeranno uomini.

    Accetto il regolamento

    Cettina Lascia Cirinnà

  50. Giovanna Fracassi

    Anima mia

    Che ti inquieta
    anima mia,
    che vai
    febbricitante
    di astro in astro.

    Che ti affanna
    anima mia,
    che incauta
    t’aggiri
    di selva in selva
    e penetri
    di ombra in ombra.

    Che ti flagella
    anima mia,
    che ti esponi
    ai venti
    di tormenta
    e t’avventuri
    fra i flutti
    tumultuosi.

    Che ti scuote
    anima mia,
    che ti affacci
    sui neri dirupi
    e cerchi ristoro
    negli umidi anfratti
    del dolore.

    Dimmi,
    che ti inquieta
    anima mia?

    Accetto il regolamento

    Giovanna Fracassi

  51. La gioia del dare

    Il Sole diffonde sempre la sua luce
    e il suo calore sulla Terra,
    beneficiandone tutti gli esseri
    che hanno bisogno di quella irradiazione.
    Le acque, nel loro costante movimento,
    evaporano e costituiscono nuvole che,
    dopo essersi caricate,
    scaricano al suolo
    elementi indispensabili per la vita.
    Costatiamo la straordinaria varietà
    e la sovrabbondanza di pesci
    che popolano i mari e i fiumi
    per alimentare l’uomo,
    o la ricchezza di frutti
    che la terra gli offre durante l’anno.

    accetto il regolamento

  52. Francesco Dal Corso

    A mio padre

    Calpestava il riverbero di mezzogiorno
    a torso nudo, sfidando sassi glabri
    e antichi
    mio figlio e l’ultimo resto di un’estate
    lontana
    ora che la soglia viene, resistendo all’enigma.

    accetto il regolamento

  53. A VOLTE
    A volte mi sento scomposto
    pensando alle tue lontane parole,
    come quando vedevo
    la cenere del cielo
    farsi fusti di spine
    e la notte guaire tra tuoni maestosi
    e accenti di malinconica rabbia.
    Non riconoscevamo neanche la polvere
    levata dal vento d’opaca bufera.

    Ora neanche sappiamo spiegare
    il nostro segreto mistero,
    come la vita di tutti.
    Ci affacciamo allo stesso marciapiede,
    ma a chi la strada regala doni e incontri,
    a chi sassi come inciampo e malaugurio,
    inesaudite profezie.

    Allora tu ascoltami.
    Non lasciare un’altra impronta
    umida e mobile nella sabbia,
    ma imprimila nella creta del destino,
    senza farla sfaldare dalla pioggia
    che inonda i nostri piedi traballanti,
    nel passato tronchi robusti,
    ora candele di cera.

    Andrea Pergolini Accetto il regolamento sez. A

  54. Vittoria Carrassi 23/05/2013

    L’ultimo bacio

    Che sapore ha
    l’ultimo bacio
    non lo sai
    che è l’ultimo
    diventa più intenso
    Dopo
    quando ti accorgi
    che è l’ultimo
    gli altri non lo seguiranno
    è triste ricordarlo
    che stranezza
    un bacio dovrebbe
    donare gioia
    e invece il tuo
    è l’ultima amarezza
    che spinge a fondo
    e forse è per questo
    che ricordo il suo sapore.

    Accetto il regolamento A

  55. Sezione A

    Affiorano ricordi

    Affiorano ricordi di volti e luoghi
    attinti dalla mente nel ventre del passato.
    Suoni e voci come sussurri
    solleticano i nostri pensieri
    ci lasciano sorridenti e persi
    e restituiscono vita
    a ciò che non è più
    illudendoci di poterlo afferrare.
    Ci prendono
    e ci portano in volo
    come un vento tiepido e irrequieto
    ci trascinano indietro
    facendoci cadere
    dall’alto dei nostri desideri
    e poi ci abbandonano
    nelle braccia del nostro presente.

    Daniela Cavazzi -Accetto il regolamento

  56. Il muro

    Portava segni dei giorni
    Graffiati e senza più colori
    Dai tempi in bianco e nero
    Alla velocità dei nostri odori

    Aveva cinto un parco e se ne stava fermo
    Nel sordo mondo di pietra dura
    Dove il rumore scalfisce ma non suona

    Nomi di profumi e detersivi
    Manifesti di brillantina e vecchi miti
    Bocche mani piedi capelli al vento
    I simboli della lotta…e del tormento

    Noi passiamo sul muro mentre il muro non passa
    Resta primo nel tempo che sa di calce
    Questo cesto di vento in cui si svanisce
    lasciando tracce
    E tocco la pietra per trovare memoria
    Mi lavo palmi di mani con polvere e storia…

    Accetto il regolamento – Sezione A

  57. L’AMORE NASCOSTO

    Sciorino sentimenti,
    è sbatto le parole
    su pietre di fiume,
    pianto amaro
    s’immischia
    con acque fresche
    e trasparenti
    di un animo;
    oscurato
    da nuvole prossime
    ad un temporale.
    Come uno scialle,
    vento di Tramontana
    avvolge il mio cuore.
    Gelide vette innevate
    celano al cielo azzurro
    l’amore nascosto.

    Accetto il regolamento – Sezione A
    poesia di Filippo Salvatore Ganci

  58. DESIDERIO

    Il desiderio di te mi assale all ’improvviso
    e trovandomi impreparata
    si impadronisce totalmente di me.
    e mi rende
    tua schiava impotente.
    Non ha regole!
    Arriva mentre ,guidando
    ,il sole riscalda il mio viso;
    mentre scrivo e una parola mi riporta a te,
    annullando i confini del tempo e dello spazio;
    mentre penso e la mente fugge vagabonda
    nel nascondiglio dei miei sospiri.
    Rivivi nel ricordo
    e nel ricordo rivivo
    i trascorsi piaceri insieme
    e il solo ricordo dei piaceri con te
    mi costringe a ritornare in vita.
    Prendo fuoco
    e per non impazzire sola
    sono costretta
    a immaginare di essere
    nel nostro cerchio incantato
    l’unica fugace realtà che ci appartiene .
    Il ricordo,tuo surrogato ,
    mi regala momentaneo sollievo ,
    un breve intervallo,
    una pausa necessaria
    tra arsura e desiderio folle
    di un oggetto d’amore irraggiungibile.
    accetto il regolamento sezione a
    rosalia maria lo bue

  59. La scuola di Anna
    da “Le parole che non so dire” R.Orsatti pubblicato gennaio 2010

    La scuola di Anna non si trova in nessun posto
    Lei è scesa da una barca ed oggi sta qua
    La scuola di Anna è in un angolo nascosto
    Cambia programma ogni giorno come la realtà
    La scuola di Anna non si fa dietro un banco
    Non c’è una maestra e neanche un professore
    La scuola di Anna ti rende ogni giorno più stanco
    Stanco dell’uomo e del mondo che credevi migliore
    Anna non ha scelto di venire in questa scuola
    Una fredda mattina si è risvegliata su una spiaggia
    Guardandosi intorno non ha detto una parola
    Il silenzio e l’obbedienza è sembrata saggia
    Oggi Anna è cresciuta e parla bene l’italiano
    Ha passato però ogni genere di cosa
    La scuola della vita ha superato con il cuore in mano
    Anna è una donna vera, sana ed orgogliosa.

    Accetto il regolamento – Sezione A

  60. Complice.

    Parole nude, affiorano dal profondo,
    inutili.
    Le farfalle volano cercando cristalli
    nei sogni,
    le fiamme nella foresta bruciano ali
    e tempi.
    Barbari, mercenari, cannibali, preti
    profeti.

    Forma assente,
    vuoto, nella mente dilaga follia.
    Silenzi assordanti
    sfondano i timpani, campane
    bronzo
    fuso dal fuoco dell’inutile guerra.
    Nella mente
    specchi, pensieri brucianti di rabbie.

    Poeta, taci?
    tu non puoi! la tua è Poesia.
    Illusione
    paura, mia, riflessi muti su pareti
    di gomma.
    L’orrore invade il mondo;
    potenti, bellezze, orchi, del pudore
    divoratori.
    Striscia, tranquilla, languida.
    Parola vestita.

    Piccoli fiori senza più petali.
    Fragile gazzella,
    pelle consumata dagli sguardi assetati
    affamati leoni.
    Il mondo guarda,
    il mondo sa! È complice e tace.
    Vendute,
    le vendono morte nell’anima.
    Ed io, poeta? No,
    Complice!

    Mario Scippa

    Accetto il regolamento – Sezione A

  61. E mi perdo nei ricordi,
    immagini sbiadite di un tempo lontano;
    tempo in cui tu mi avevi per mano.

    I colori si perdono in biechi contorni
    mentre tu, nella mia mente, prepotentemente ritorni.
    Emozioni passate si perdono nel tempo,
    come al fumo succede col vento.

    Una mano raggiunge il mio viso,
    dove un tempo giaceva il sorriso.
    Un sospiro alle labbra riaffiora,
    segno di quel che provo ancora.

    Gioco meschino di questo destino
    che ancora si diverte a logorarci
    ma senza realmente riuscirci,
    non può separarci.

    Mi distendo su questo manto ghiacciato,
    ancora poco e ti avrò ritrovato.
    Neve candida, bianca e pura,
    mostra in sé la mia paura,
    cade leggera e silenziosa
    come una lacrima scende copiosa
    e mentre questa maschera di dolore abbandona il mio cuore
    sta nascendo dentro me, è nuovo amore.

    Simona Todaro
    Accetto il regolamento – Sezione A

  62. Il calamaio sorregge righe,
    l’inchiostro sputa verbi.
    Papiri incastrano lustrini
    su iridi appannati e spenti.
    Le dita intrecciano su fogli
    incubi di amanti violenti
    esposti a spergiuri che portano scontenti.
    Nascono taciturne parole
    come incubi incantati,
    come folli inalberati,
    come fanciulle assetate e di colpo avvelenate.
    Su petali scrivo ricordi
    inoltro nell’aria l’essenza,
    profumi accecano viandanti e
    mostrano ai muri effluvie speranze.

    Armentano Mariadomenica
    Accetto il regolamento – Sezione A

    1. NOSTALGIA

      che strano stare qui,
      che strano non riuscire a dormire da qui!
      cosa è stato dei nostri treni,
      dei nostri zaini,
      che fine hanno fatto quelle poesie
      che scrivevamo coi nostri sorrisi?
      tu che bruciavi,
      io che bruciavo!
      quale pioggia ha spento la fiamma?
      quale vento ci ha portati via?
      foglie ancora verdi
      portate a spasso per l’infinito!
      e penso a quei mari blu,
      a quelle notti di cristallo,
      vorrei sentirne il profumo,
      tu che bruciavi,
      io che bruciavo,
      e il tempo,
      e la vita
      hanno fatto il resto!

      Piero Capobianco

      Accetto il regolamento – Sezione A

  63. Ai ricordi

    Apro la mente ai ricordi.
    E tu sei lì,
    con i tuoi baci appassionati
    e le parole dolci.
    Con le carezze audaci
    e lo sguardo seducente
    di chi sa.
    Che t’ho amato e t’amo
    e mai potrò dimenticare.

    @ Daniela Giorgini – Accetto il regolamento – sezione A

  64. Stoltezze

    Pesano cent’anni
    gli occhi crucciati
    ieri giovani.
    L’iride ha il campo
    afflitto
    tante stoltezze
    l’hanno circondata.
    Donate un cielo
    aperto
    ai miei occhi stanchi
    ché di tinte grette
    in questa terra
    piccola
    ne rollano a iosa
    oramai.

    Accetto il regolamento sezione A

  65. “ FACCE O MASCHERE ?”

    Le facce dell’universo
    sono figure strane, estraniate
    coll’estraneità dell’estraneo.

    Il forestiero che è in me
    non ha dimora,
    nel suo peregrinare
    cerca una foresteria,
    un giaciglio, basta un giglio
    o una rosa bianca come letto.

    Il bisogno del piacere
    è tutt’uno con la generosità
    della provvidenza che
    si divide come mille atomi.

    Lasciarsi sopraffare
    non è fare ma
    subire l’evento.

    Il mio cuore provato ed assaggiato
    come fragole zuccherate
    è in balia di una bulimica
    quella sorta di classe
    di schifosi consapevoli negrieri.

    Il mio cuore si allena e
    corre quotidianamente per
    la maratona della sopravvivenza.

    martedì 30 aprile MARIO RASO

    Accetto il regolamento – Sezione A

  66. BICE SABATINI /28-05-2013

    Basta una preghiera

    Quando ti sembra che
    tutto sia perduto.
    Quando la terra infanga
    sotto i tuoi piedi e ti
    risucchia in vortice.
    Quando una forza oscura
    spegne ogni speranza e
    ti disperi invano.
    Quando non c’è umano
    che ti porga anche solo
    un pensiero,
    canta una preghiera
    a chi ti porta in mano
    e non ti accorgi.
    Si scioglierà il tuo cuore,
    riceverà la carezza di una
    madre e la tenerezza di
    un amante.
    Cadrà il sudario dalla
    tua pelle e, nascerà
    speranza da una preghiera.

    Accetto il regolamento – sez. A

  67. Passano i treni

    Passano i treni
    sferza il libeccio
    sul Tirreno.
    Aria calda
    malinconico vento
    di acque toscane,
    vento di colonie
    al mare.
    Passano i treni
    sul litorale
    torno bambina a Livorno.
    Torno a quando c’eri
    alle marine assolate
    alle dune sabbiose
    seguivo le tracce degli
    scarabei,
    odoravo il mare.
    Tornano a bruciare
    su quei treni
    le libecciate
    d’altri tempi.

    Maria Concetta Giorgi

    Accetto il regolamento – sezione A

  68. La solitudine mi rende splendidamente intensa
    viva e consapevole della mia anima.
    Godere di me allontana sciocche e inutili presenze,
    mi libera di stucchevoli e non voluti sorrisi,
    mi riempie di meravigliose assenze.
    Mentre lo sguardo si posa su un mare d’argento
    e il cuore accarezza ricordi di bimbi ridenti e felici,
    in un tempo vergine e intatto,
    timido e discreto padre di un dolcissimo fiore di primavera,
    chiuso tra le pagine di un giorno di sole.

    Sannipoli Sandra
    Accetto il regolamento – Sezione A

  69. Il vento …parla

    In questa notte fredda
    sento la pioggia battere
    nei vetri.
    Palpita forte il cuore
    in sintonia con il mio
    amore ….. fuori
    lavora nel silenzio,
    Ascolto la voce del vento,
    passa sotto le fessure,
    accarezza la pelle ….
    trasmette messaggi
    di amore.

    Giovanni Rosa
    Accetto il regolamento – Sezione A

  70. Angela Giordano 29/5/2013

    Libero canto

    Sono così come tu mi vedi
    desiderabile
    ai tuoi bramosi occhi
    ancora amabile
    dopo tutti questi anni.
    La tua passione
    il mio cuore accende
    di nuova fiamma che arde
    sull’altare dell’amore.

    Il passato si fonde con il presente.

    Il tempo non ha misura
    i ricordi son archi di luce
    che uniscono le menti.
    Sappiamo ascoltarci
    come due musiche lontane
    portate dal vento che canta…
    l’amore è più del puro piacere

    è luce che nobilita
    è sintonia d’intenti
    è il nostro ” libero canto”.

    Angela Giordano
    accetto il regolamento
    sezione A

  71. Esperienza

    Ho vissuto millenni
    nella minaccia del verbo ruggente
    precipitando nel baratro
    della parola mancata.
    Ho oscillato e sobbalzato
    lungo l’arco ambiguo del gesto
    che non smette di fendere
    il vorticoso etere del senso ancestrale.

    Sono rimasta sepolta
    sotto lastre di silenzio
    e raccontarmi pensieri
    senza parole possibili
    – il cuore convulso e assottigliato –
    – chiusa in un tempo sterile-
    come in una bara vuota.

    Mi sono ammaestrata
    all’osmosi presensoriale
    con la terra e col buio umido
    dove fermenta il senso.

    Sono sgusciata infine
    dall’epicentro fortunoso d’un sisma
    come un lemure incolore
    per suggere col corpo intorpidito
    il veleno bruciante del sole.
    Per vivere e vivermi.

    Finché avrò guizzo d’intelletto
    soffio ossigenante e cuore
    – lucida intensione-
    scaverò segni/parole –mio sangue
    già antico e captivo –
    con l’unghia della mente
    sulla silicea sordità di questa
    Babele planetaria
    che frange in pulviscolo il Presente
    e uguaglia ai suoi frammenti
    ogni germe di Futuro.

    accetto il regolamento

  72. Accetto il regolamento sezione a

    Il silenzio fa rumore

    Il silenzio fa rumore,
    mentre un grido di stella
    disegna occhi di cielo.

    E sospira nel vento
    un pensiero, un sogno,un lamento:
    è il silenzio che fa rumore
    quando le parole non bastano
    a far sorridere l’inverno.

    E scrivo farfalle senza tempo
    per riempire di arcobaleno
    l’amore di un giorno.

    Sarà il cuore a liberare
    le ali della ragione,
    mentre un’idea
    mi porterà con sé
    come una lucciola:
    fuori da questa quotidiana prigione,
    dove l’indifferenza fa troppo rumore.

    Così pregherò
    per ogni respiro di vita,
    affinché Dio faccia testamento
    della preziosa voce del silenzio.

    Francesca Ghiribelli.

  73. DALL’INIZIO ALLA FINE

    Non apparire. Esistere.
    L’acqua questo elemento naturale
    mi ha sempre affascinato.
    Vorrei essere come lei.
    Scorrere e non scegliere mai.
    Conoscere e sapere il proprio destino
    e portarlo a termine.
    Proseguire e dare il bene indistintamente.
    Avere tutte le informazioni per essere.
    Vivere da mediocre ma essere la protagonista.
    Leggera e consapevole.
    Avere la conoscenza del sé.
    Appartenere al mondo ma essere libera.

    Cristina Bargna
    Accetto il regolamento – Sezione A

  74. Carne della carne, acqua salata.
    Dolore inestinquibile, morte annunciata.
    Vortice che risucchia l’anima.
    Dove metti i tuoi passi io muoio.
    Dove conti le tue vittorie io prego.
    Dove appoggi le mani io tremo.
    Dove corri ridendo io piango.
    La strada che illumino, la spegni.
    La coscienza che allargo, la stringi.
    Ora sei sola, la vita ti darà quello che cerchi.
    Meglio non immischiarsi, si fanno danni.
    La fonte originaria scorre veloce, ma sà tutto di te.
    Scambi l’oro per latta? Ci comprerai il tuo pane.
    Amaro si, ma pane.

    Antonia Anna Pinna Accetto il regolamento – sezione A

  75. UN LAMPO NELLA NOTTE

    Dunque, la vita era questo: un lampo
    nella notte. Lo vidi, ieri, mentre
    con gli ultimi strascichi d’inverno
    si spazzava via, nel sottobosco,
    il vento e la grandine. Ma un guizzo
    nel cuore in pena, come se la morte
    viva già fosse, mi portò i ricordi
    e i dispiaceri dei lunghi vent’anni.
    Certo io non avevo mai amato.
    Certo io non ero mai stato amato.
    Dunque, la vita era questo: un flash
    di verità, in mezzo a tante menzogne.

    Accetto il regolamento

  76. Riccardo Avanzi
    accetto le regole del concorso
    SERPIANO IO E TE
    Vagano i miei pensieri su per questa stradina di montagna,
    rimbalzano qua e la tra robinie in fiore, e querce secolari,
    sento il vento che vuole spazzar via le nubi,
    il sole far capolino, ogni istante è vita!
    Viaggia veloce il mio pensiero, come le plumbee nubi di questa domenica
    mattina, ora si che posso coniugare il verbo amare.
    Penso, mentre vedendo scendere il Gaggiolo, ricerco testimonianze di
    gioventù, la mia anima che all’unisono con la tua disegna ancora la gioia di
    di questo nostro sogno.
    Ricordi ingialliti come i fiori d’acacia, nuvole nere cariche di pianto,
    soffiano sopra di noi cantando ninne nanne mai scordate.
    Poi dall’alto il Ceresio immerso nei silenzi, nuovi desideri mi salgono alla
    mente guardo te immagine sublime, in questo incantato panorama.
    Tornano lontani si perdono lavati dalla pioggia tutti i neri ricordi.
    Ora per noi solo palpiti di vita, sangue infuocato scorre nelle vene, vulcanici
    abbracci, attimi di felicità che ci tengono avvinti alla vita.
    Quale pensiero funesto potrà colpirmi ancora?
    Quale follia?
    Ora ho la felicità del mio domani.

  77. Dalla sconfitta

    Sono piccoli riflessi di luce
    quelli che, dalla guancia alla mano
    d’asciugare aspettano.
    Alzati uomo,
    la sfida non è alla fine,
    puoi ancora colpire!
    Il suolo non è ancora il tuo arrivo.
    Il battito lento e l’affannato respiro
    dicono che sei ancora vivo.
    Poggia a terra i tuoi piedi,
    se vedi un fosso,
    salta più di quanto credi.
    Pensa a chi ti ha abbracciato,
    non a chi quel calore ti ha negato.
    Alzati guarda avanti,
    tieni alta la guardia,
    è tua questa marcia!

    Egidio De Lauro

    Accetto il regolamento – Sezione A

  78. Titolo poesia: Ladri di Luce
    Pubblicata il 31.05.2013
    Autrice: Elisa Clementi
    accetto il regolamento

    Sparo in alto
    dove i fiori restano,
    tutto fermo immobile
    verso un mondo instabile.
    Trascino i ricordi
    tracimazione d’anime,
    scontri diurni di capelli
    e sguardi vuoti.

    Fragile al vetro
    sparisci appena
    rifletti la pena, la penna
    trascini su un foglio
    e caffè

    – Frantumi.

    Sì, è così semplice
    implodere e cedere
    se il fuoco si spande
    frettoloso e lento,
    lavoro docile

    – il Vento.

    Ciottoli nel piccolo
    Oceano, sparsi e tremanti
    come lucciole d’inverno
    frammentiamoci siamo,
    sì noi siamo foglie
    e ci perderemo

    – Ripetutamente.

    Ripetutamente spegniamoci
    ed esposti al mondo
    riprendiamoci la Luce,
    rubiamo al Buio
    e perdiamoci nel Vento

    – Liberi.

    Accetto il regolamento – Sezione A

  79. Maria Pina Abate 01/06/2013

    COME TELA DI RAGNO

    Con flemma,
    il ragno tesse
    la sua tela…
    vi è subdola maestria
    nel suo incessante movimento.
    Viscida,
    la sua bava
    con sapienza
    và intrecciando,
    ad ordire
    argentee e silenziose trame.

    Lavora di malizia,
    l’abile stratega
    ed al centro
    di un ricamo ingannatore
    aspetterà la preda.
    Somiglia un pò
    al tuo gioco
    quella tela…
    sottile lavorio
    a cercar di ripiegar pensieri
    come origami
    della mente.

    Nessuna preda,
    cadrà nella sua rete,
    mi terrò lontana
    dall’indissolubile presenza.
    Conosco il ragno
    che non ha sentimento
    e solo da lontano,
    ascolterò la trama
    della sua canzone.

    Accetto il regolamento. Sez.A

  80. Roberta Gelsomino 02/06/2013

    Perché? Perché?

    Se io ti chiedessi
    “Perché, perché?”
    la mia principessa direbbe certo
    Non lo so, ma non ti amo.
    Non è con te che mi compiaccio
    e fremo compulsa e rido e ho paura,
    seppur il mio amato sia solo un gioco da animare
    è questo sogno che voglio sognare.
    Immaginare possibile ed eterno
    questo irrelativo e perfetto cielo
    blu cobalto.
    Ho detto cobalto!
    Questa distesa di tulipani.
    Ho detto tanti! tulipani!
    rosso cupo!

    Invece puntuale sadico giunge
    il tuo affollato Silenzio.

    Accetto il regolamento. Sezione A

  81. IL COLTELLO È IL RICORDO.

    Ricordo l’amore,
    Con l’occhio che sbircia
    Attraverso il vetro,
    Nascosta dalla tenda dietro la finestra
    Per vedere come vive
    Senza sapere che l’osservi.
    Lecco lacrime di sangue salate
    Versate dal cuore rosso inciso:
    Ricordano il sapore del momento
    del distacco di un abbraccio,
    Degli occhi che non si incontrano,
    Di una mano non tenuta.
    L’amore è cicatrice
    Indurita e sbiadita dal tempo
    Ma mai cancellata.

    Accetto il regolamento. Sezione A.

  82. UN UOMO

    «Quanto tempo ho aspettato,
    quante volte ho pensato che toccasse a me di uscire.
    Riuscivo ad arrivare alla porta,
    mi prendevi alle spalle per impedirmi di uscire.
    Tornavo nella mia stanza a sperare,
    non potevi per sempre proibirmi di uscire.
    Ma oggi camminerò a piedi nudi,
    non mi sentirai quando starò per uscire»

    Riempì l’occhio dell’uomo
    cominciò a traboccare
    scivolò sulla guancia
    quella lacrima felice.

    [Sergio Trapanotto: accetto il regolamento sez.A]

  83. Ines Zanotti 03/06/2013

    IN PUNTA DI PENNA

    Teneramente fragile
    scorre la mia vita,
    custodita come inchiostro
    in seno ad una penna…

    Un vociare di sillabe
    sborda dalla tumida sfera:
    ritornano tracce di ricordi
    su spartiti di musica e odi!

    Dal maestro ch’era cieco
    e in braille musicava,
    ebbi l’ impegno di comporre strofe
    a misura delle sue note.

    L’ allor puerile mia persona
    depose versi che qui scrittura:
    “Verzica l’ erba del prato tutto in fiore,
    dal cielo spunta un raggio di calore!”.

    In classe intonai l’ ispirata poesia
    e all’ unanimità, fui applaudita.
    Ancor oggi scrivo rime di pensieri
    con passione, ardore e in punta di piedi…

    (Accetto il regolamento – Sezione A)

  84. Anna

    Anna.
    Tu che d’amore ti riempi.
    Tu che con gioia agisci.
    Tu che sempre a testa alta avanzi.
    Tu che d’affetto sei fatta.
    Tu che per me solo nonna non sei.
    Tu che per me in quattro ti fai.
    Tu che per me solo nonna non resterai.

    accetto il regolamento

  85. Mi manchi

    Mi manchi da morire … Amore!

    Come un’onda al suo mare,
    come all’ape l’alveare,
    come un cielo senza stelle,
    come al lupo la sua pelle.

    Come l’acqua al suo mulino,
    come l’aria del mattino,
    come un giorno senza sole,
    come ombrello quando piove.

    Come il tetto ad una casa,
    come il velo ad una sposa,
    come a un orso bruno il miele,
    come un fiore senza stele.

    Mi manchi da morire … Amore!

    Autore: Raffaele Leggerini

    Accetto il Regolamento – Sez. A

  86. L’ora del tè

    La nostra cucina
    fredda
    Pareti di nebbia
    umide
    Vapori di muffe
    caldi
    Stoviglie sbeccate
    su gialla tovaglia
    D’incanto un sapore
    nell’ora del tè
    con te
    Dolcissimo aroma
    nell’antico tepore
    e calma d’amore
    Risuona una musica
    per me
    nell’ora del tè
    Risuona una lacrima
    folata di vento
    Posate d’argento
    su tovaglia di pregio
    Sorseggio il mio tè
    Di verde chiarore
    lo spazio
    nell’ora più mesta
    in cui penso a te

    Autore: Elle Bruni
    Accetto il regolamento. Sez. A
    03/06/2013

  87. 7 Luglio 2009 (PENSIERI)

    TI HO RITROVATO FORTE,
    TI HO SENTITO GENTILE,
    SEI SEDUTO SOPRA UN RICORDO
    CON OCCHI FISSI SUL FUTURO.
    PERCHE’ CHI NON HA PRESENTE
    HA SICURAMENTE SPERANZA.
    ADESSO IL DOLORE E’ PIU’ FORTE,
    SENTI IMMENSAMENTE
    GRIDA DI BAMBINI,
    RUMORI DI ANZIANI
    ECHEGGIANO NELL’ARIA
    DELL’ESTATE
    UN PENSIERO, UNA FOTOGRAFIA CHE
    IL TEMPO RENDERA’ PREZIOSI.

    accetto il regolamento

  88. Ricordo la sabbia fine e bagnata su cui disegnavamo il nostro cammino mentre le onde si infrangevano urlando come sirene ammaliatrici. Il loro canto non ti ha portato lontano da me, i tuoi occhi scuri erano fissi su di me e le mani intrecciate come se volessero fondersi in un unico corpo. Neanche gli sguardi curiosi ed a volte truci delle altre persone facevano più male. In passato abbiamo sfidato la società e la sorte, ormai non serve più.
    Ricordo il tuo rammarico quando gli altri uomini facevano finta di non capire che stavamo insieme, il loro considerarti invisibile nonostante il tuo esistere ed essere presente, sempre.
    Ricordo la mia collera che si tramutava in vanto quando mi avvicinavo al tuo corpo scuro e mi perdevo in un dolce abbraccio.
    Ricordo la strada lunga e faticosa che abbiamo compiuto insieme in un paese che ci ha dato la vita ma aveva deciso che dovevamo viverla divisi perché di due colori diversi.
    Tu mulatto, io bianca, ambedue italiani.
    Ricordo il passato, vivo il presente e confido nel nostro futuro .
    Autrice: Fabiana Traversi
    Accetto il regolamento-sez. A

  89. Daniela Avila

    Memoria

    Mi avvolge quest’armonia che ha
    il peso della bellezza usata
    le dita faticando di tasto in
    tasto imitano sorrisi levi
    che dal ricordo mutano lacrime
    in memoria. Fragili pensieri
    legano queste dita al volto
    in un ballo che dilania il mio giorno
    nella dimenticanza colpevole
    di te.

    Accetto il regolamento, sezione A

  90. Le parole

    Di notte
    le parole si mischiano al vento
    volano basse tra i vicoli fumosi
    e i passi incerti degli avventori.

    Si fanno grammatica di osteria
    dentro i bicchieri di vino scadenti
    lasciate sulla soglia della vita.

    Dal basso ventre
    esplodono in bocca
    nelle urla ubriache.

    Smunte fino all’osso all’alba
    scendono come preghiere
    dalle bocche penitenti delle donne,
    e nelle gole roventi del mercato
    danno un alito di fresco
    alla miseria.

    Nei centri commerciali
    come cera si chiudono
    le labbra fredde degli astanti,
    mutismo d’assemblea,
    drammaturgia di giorni senz’appello.

    Autore: Domenico Setola
    Accetto il regolamento, sezione A

  91. ultimo

    Un nuovo silenzio la fa ora da padrone
    nei passi del mio vagabondare,
    quando sempre più fatue sono le parole
    e tremori sconosciuti s’accompagnano
    al corteo lamentoso dei ricordi.
    Preghiere, antiche nenie
    dovrei dedicare ad ogni dio novello che
    s’insinua nei miei vaniloqui
    per scavare quelle lontane abitudini
    di avi che ignoro, ma che certo
    devono essere stati e si saran pure chiesti
    dove sarebbe arrivato il seme del loro sangue.
    Non ho bisogno di scrutare l’orizzonte
    per cercare l’inutile fastidiosa risposta
    ed ho tagliato spietato da tempo
    la scia del mio ramo genealogico.
    Che s’indignino pure quegli avi miei:
    io sono l’ultimo, grazie a dio.

    (Accetto il regolamento, sezione A)

  92. crescono fragole nei parcheggi

    di colpo iniziaron a piantar fragole nei parcheggi
    quelle grosse rosse rosse e innaturali
    per gentil concessione subiron gl’inganni
    ai danni dei fiori annaffiati dal piscio d’un bimbo
    padre mai visto domanda se hanno bevuto scrollando
    con gli occhi lucenti che chiedono assenti
    rispetto vero quel che provano verso i papaveri
    anche loro rossi rossi ma più solitari
    sottili e trasparenti rossetto sbavato delle antenne
    che spuntano rigide un po’a casaccio
    non possono credere d’aver visto finire
    così tanti palazzi e non trovano più la poesia
    smontati i ponteggi cosa resta
    se non s’ha paura di morire?
    con la riga da una parte assomigliano ai loro padri
    non ci avevano mai pensato e stanno meglio
    seppur non sia una questione di cuore
    ma di portafoglio benché col cuore
    dicono s’arrivi ovunque
    ma sono incazzati perché la vita
    è come quel compagno di banco
    che non passa mai niente
    antenne e papaveri s’inerpicano trovano brecce
    nei parcheggi di fragole abbandonate e sulle impalcature
    dappertutto trovano spaccature
    il vino del resto se non viene bevuto abbastanza
    si fa incerto timido e tradisce le paure

    Accetto il regolamento, sezione A

  93. BUTTO’ MARIA TINDARA

    ANGELO MIO

    Una nuova stella
    rischiarerà la notte,
    o Angelo mio,
    mio bene
    grande quanto il mondo,
    tu, sangue del mio sangue
    che in me palpiti,
    in noi,
    in un tempo
    che non ha più ore…

    Si sarò luce
    e non sarete soli
    e parlerò con Dio
    e canterò con gli angeli…

    accetto il regolamento sez A

  94. Gabriella Becherelli 4/06/2013

    Dimensione intermedia

    Scrivo in orizzontale,
    riacchiappo parole inutili
    dall’ alto e le riporto a terra.

    Appena risvegliata,
    riaffiorano a pelo d’ acqua
    riflessi di un sogno lucido,
    fatto di segni e di presenze,
    toccate dall’ intuizione
    trasmessa dall’ altra sponda.

    Noli me tangere,
    dirà ogni creatura, prima
    del suo viaggio

    il sogno
    vero come la terra
    appare
    al tocco di un primo
    raggio di sole:
    L’ alba
    dimensione intermedia,
    luce fra cielo e terra
    punto di contatto

    E’ così che accade,
    dall’ aldilà all’ aldiquà
    transita
    fra terrore e bellezza

    l’ ancestrale ricerca
    diventa
    immagine già conosciuta

    A bocca aperta
    s’ accoglie il sogno

    lo stupore

    si placa nell’ amorevole
    certezza
    di un lungo respiro.

    Dimensione intermedia

    Scrivo in orizzontale,
    riacchiappo parole inutili
    dall’ alto e le riporto a terra.

    Appena risvegliata,
    riaffiorano a pelo d’ acqua
    riflessi di un sogno lucido,
    fatto di segni e di presenze,
    toccate dall’ intuizione
    trasmessa dall’ altra sponda.

    Noli me tangere,
    dirà ogni creatura, prima
    del suo viaggio

    il sogno
    vero come la terra
    appare
    al tocco di un primo
    raggio di sole:
    L’ alba
    dimensione intermedia,
    luce fra cielo e terra
    punto di contatto

    E’ così che accade,
    dall’ aldilà all’ aldiquà
    transita
    fra terrore e bellezza

    l’ ancestrale ricerca
    diventa
    immagine già conosciuta

    A bocca aperta
    s’ accoglie il sogno

    lo stupore

    si placa nell’ amorevole
    certezza
    di un lungo respiro.

    Accetto il regolamento della sez. A

  95. Domenico Alvino 7 aprile 2013

    Riscoperta dell’amico
    Rito dell’amico offeso.

    L’avevo dentro
    un attimo
    e poi
    più vano dell’acqua che scivola su un piano
    al sole
    che la suga
    e asciuga.
    Dentro ti avevo
    sguardo come un imbrunire plaga
    di cielo guasto da rovine di mondi riarsi
    ed io con la torcia lì da canto
    spenta
    che ancora fuma
    io stesso orma di cielo inclinato a cenere
    di nulla.
    Offro questo nulla
    piegata la torcia nel poco trasudo di pena.

    Accetto il regolamento sez. A

    1. La problematicità di un rapporto trova qui l’acribia delle parole che lo sostanziano con pochi – essenziali tratti e con viva partecipazione emotiva .

      leopoldo attolico –

    2. La poesia di Domenico Alvino è sempre intensa di sentimento e di pensiero.
      Complimenti
      Giuliana Lucchini

  96. Piovve così tanto al nostro tavolino,
    con un dito univi goccia con goccia
    tra i bicchieri vuoti si formò un delta
    che mi cadde sulle ginocchia.

    I sambuchi sparsero, dopo quel nostro temporale,
    un silenzio blu cobalto,
    te ne andavi senza muoverti da lì,
    celestiale.

    Accetto il regolamento. Sez. A

  97. Agostina Spagnuolo

    CENERE

    C’è ancora nella cenere spenta
    la traccia delle scintille
    che rallegravano le sere,
    e il profumo del pane
    che saliva dal forno di mattoni
    biancastri alla brace
    di sarmenti secchi.
    C’è ancora, sopito, il fuoco dell’amore
    e delle attese dei nostri verdi anni;
    e quello che sempre brucia dentro,
    il fuoco degli errori striscianti come serpi
    negli ingorghi dei limiti dell’uomo;
    e il fuoco della rabbia
    per la nostra impotenza
    di gente come topi.
    È cenere adesso. Cenere vecchia.
    Ma c’è sempre fuoco
    nel cerchio dei ritorni
    finché l’alba accende di nuovo
    il giorno.

    Accetto il regolamento sez A

  98. Enrico Danna – 6 giugno 2013

    Titolo: ci sono giorno in cui.

    Ci sono giorni

    in cui la morte fotte

    le mie lacrime.

    Ci sono giorni

    in cui la morte fotte

    le mie ceneri.

    Ci sono giorni

    ch’io vorrei fottere

    per poi morire.

    Accetto il regolamento sez A.

  99. Piove dentro te.

    Piove sull’anima stanca,
    gocce di dolore che paiono
    piombo fuso: brucia le ultime
    speranze di rinascita alla vita!
    Nessun riparo ferma il lento
    stillicidio che ti corrode dentro.
    E ti adatti all’indifferenza.
    Pian piano non riesci a provare
    sentimento alcuno, non distingui
    più l’odio dall’amore, la felicità
    dal dolore per un’esistenza
    grama, per una vita senza scopo.
    Davanti a te un deserto di voci
    assordanti; alle tue spalle
    il vuoto, quello più assoluto.
    Credi d’esser sempre vivo,
    ma non ricordi nemmeno più
    che cosa sia la vita e che voglia
    ancora da te! E vaghi, senza meta
    e senza scopo, allunghi il passo
    sperando che finalmente la terra
    si spalanchi pietosa sotto i tuoi piedi
    e un baratro accolga ciò che resta di te!

    Gavino Dettori 5 giugno 2013

    dichiaro di accettare espressamente il regolamento del concorso
    Gavino Dettori

  100. Buonanotte al gelo
    alla voce nascosta
    al rinascer già stanco,
    alla domanda mai posta.

    Buonanotte a chi è sveglio,
    che la notte è più chiara,
    e il buio sembra gli porti
    quella gioia un po’ rara.

    Ritrovarsi poi nudi,
    e non c’è senso più grande,
    che sentirsi abbracciati
    senza aver le mutande.

    Ogni gesto malposto,
    ogni urlo sprecato,
    si riducono in torto,
    in un giorno mai nato.

    Ascoltare presenti,
    giudicare le azioni,
    non pensar solo al male,
    ma gustar l’emozioni.

    Buonanotte al pensiero,
    alle frasi pensate,
    ai rimorsi scaduti
    morti la scorsa estate.

    (accetto il regolamento sezione A)

  101. Invano

    Vento copre il volto di capelli
    Mani sulle orecchie
    conchiglie socchiuse
    ad evocare l’onde
    Ricordi abrasi
    dall’arenile autunnale
    Le palpebre sipario calato
    su scene di noia

    accetto il regolamento

  102. Amore d’ amore

    Per mari oscuri ho navigato
    Privato dell’ amore bambino
    Con dolore e rabbia
    Ho superato l’ oceano
    La volta celeste
    È stata il mi tetto
    Le stelle la mia guida
    Alla ricerca dell’ amore d’ amare
    L’ infinito mare si è riempito delle mie lacrime
    Mentre sempre più lontano
    Da un rifugio sicuro
    Nel deserto sempre più solo
    Mamma quanto mi hai guidato
    Amore finalmente ti ho trovato

    Andrew

  103. Giorni diversi
    Persi
    Perversi d’amarsi
    Si ama
    tra i pensieri li sparsi
    e il trovarsi…
    Si mira e si spara
    S’ammira poi il risultato
    Lontano o nel centro voluto
    Si ama
    Come si vuole
    Come ci duole
    Dispersi nel vento
    Tra pensieri e parole
    Si ama…
    Si ama nel tempo.

    Si accetta il regolamento Sezione A

  104. FUOCHI D’ARTIFICIO

    Confuso bagliore,
    il rombo di tuono,
    un bianco raggio
    irradia il suo colore,
    e come corolla
    nel cielo si apre,
    rapido passaggio.
    Se non trovi la parola
    nella notte serena,
    cerca un bagliore,
    un fragore di tuono
    un raggio verde,
    lungo, abbagliante
    che il buio disperde,
    e uno rosso a seguire
    in fuga improvvisa,
    cascata brillante,
    meteora nel cielo,
    regnante.

    accetto il regolamento

  105. Una faccia in prestito

    Così, nella notte, ci fosse un modo
    per fermarti, per dirti che ho visto l’orizzonte
    nel lampo dei tuoi occhi, ecco,
    vincerei questa timidezza fatta di attese
    e troverei le parole una dopo l’altra
    come calci di rigore ancora da tirare.
    Saprei capire il tempo che ci vuole
    per far fuori uno ad uno i nostri passi
    guardando le stelle lontane
    e le luci delle auto che si dileguano.
    Ti direi “hai sentito quella voce” e tu,
    sorridendo, non avresti dubbio alcuno.
    Sarebbe così, in una notte lontana,
    in un tempo che ci somiglia,
    tu con un vestito a fiori, le spalle scoperte,
    un anello al dito
    e io con questa faccia, in prestito
    come la vita.

    Marco Annicchiarico.
    Dichiaro di accettare il regolamento.

  106. Vieni con me amore mio

    Fresco, il vento d’oriente
    sono sull’arenile del niente
    vedo farfalle e mare.
    Vienimi a cercare…
    Sul soffitto dipinto dal tempo
    ho raccolto il tuo esempio
    ho gridato il mio nome e il tuo
    ho parlato con Dio.
    Vienimi a toccare…
    Sul tuo ventre ho piantato il mio antico
    sull’intonaco vecchio ho scritto, col mio ombelico,
    il sogno di una notte stellata
    superata, sognata, legenda incantata!
    Vieni con me a cantare!
    Voglio continuare
    voglio rifare e dire, riparlare e superare
    vieni con me,
    vieni col mio cuore bambino, amore mio.

    Ugo Arioti.
    Dichiaro di accettare il regolamento

  107. candidi suoni
    volteggiano nei miei pensierI,
    ed io fremo annusando…
    il ricordo di quei colori.

    Dichiaro di accettare regolamento sez. A

  108. Sono nata donna
    ciò che dico
    non ha valenza
    sono nata donna
    il mio corpo
    è oggetto di violenza

    sono nata donna
    il mio pensiero
    sarà sempre l’ultimo
    a esser udito
    sono nata donna
    il mio stesso sesso
    mi punta contro il dito

    sono nata donna
    pregiudizi e falsi miti
    a volontà
    sono nata donna
    distrutta dalla società

    sono nata donna
    le mie idee
    verranno sempre ignorate
    sono nata donna
    nella pelle
    troppe sofferenze forgiate

    sono nata donna
    io col dono di dare la vita
    ma il mondo mi ha tradita

    accetto il regolamento

  109. IL TEMPO

    Il tempo osserva implacabile
    i nostri sogni distrutti,
    disegna sul viso arabeschi
    di storie finite
    e ci punta sul petto stellette
    di perdute battaglie.

    Il tempo conserva memorie
    che vorremo gettare
    e beffardo ci sfugge di mano
    veloce e mortale
    nascosto tra i mille colori
    di ogni mesto tramonto.

    ( Mauro Bompadre)

    * Accetto il regolamento

  110. AMICI

    Il mio migliore amico sei tu,
    perché ti conosco da tempo,
    perché insieme abbiamo corso
    su prati verdissimi
    e rincorso gli stessi sogni.

    Il mio amico migliore sei tu,
    che hai ascoltato le mie parole,
    tristi e liete, folli e sensate,
    in silenzio.

    Il mio migliore amico sei tu,
    perché mi hai rincuorato
    quando ero affranto,
    mi hai esortato
    quando ero timoroso,
    mi hai frenato
    quando ero furioso.

    Il mio amico migliore sei tu,
    che hai trascorso con me
    giorni e notti
    a ridere, a parlare, a piangere.

    Il mio migliore amico sei tu,
    ché sai parlarmi, anche quando taci,
    sai ascoltarmi, anche se non ci senti,
    sei qui con me, anche se sei lontano.

    Fiorella Fiorenzoni – Accetto il regolamento

  111. FILI ROSSI
    Fili rossi legano le cose
    a magici momenti come a un viaggio
    intorno alle vette
    della fantasia fra fantasmi scorazzanti
    o guarnigioni di fanciulle
    alla ricerca della donna amata
    per un istante, forse sognata in una notte
    di febbre delirante
    o stretta a me in un luogo altro, ovunque

    Il giorno che ti ho incontrata,
    sono certo,
    era di quelle giornate calde
    ad aprile non solite a Torino.
    Il vento di primavera muoveva i tuoi capelli
    ai quali il sole dava riflessi di fiamma

    Ti vidi, Venere di Botticelli,
    nascente
    dalla conchiglia di madreperla infinita.
    Vivente dea, m’abbagliasti
    col tuo sguardo di Gorgone

    Le viscere si fecero di pietra,
    non ebbero più le vene la forza di pulsare.
    un istante eterno, tutto è rimasto fermo,
    tutto è rimasto dentro inconsapevole
    delle mie fantasie protagonista ignota
    e nei miei sogni una fragranza agrumata
    da quel giorno immota
    immota come l’attesa delle tue labbra.
    Fili rossi legano tramonti infuocati
    e miraggi e miti e storie d’amore
    vissute, sognate, desiderate:
    fiume di luci che percorre la vita

    dichiaro di accettare il regolamento

  112. Ho bisogno di te

    Si,ho bisogno di te
    del tuo dolce sguardo,
    che regala al tempo
    una miriade di emozioni.
    Il sole guarda la rugiada
    e fa risplendere la sua luce
    nei tuoi occhi.
    Gocce trasparenti come lacrime
    forse di gioia,
    che unite al tuo pensiero,
    rendono dolce il mio mattino.
    Nello spazio
    selvatico e immenso,
    le tue parole
    e le tue risa,
    fanno da eco
    alla nostra felicità …
    Guardando la vita dai suoi bordi,
    si può scoprire
    che è qualcosa
    che va oltre le immagini.
    La vita,
    la mia è fatta dei tuoi sguardi.

    Raffaele Manieri-Accetto il regolamento

  113. Ho voglia di te,
    dei tuoi sorrisi
    che destano gioia,
    delle tue parole
    che emozionano,
    del tuo profumo
    che addolcisce l’aria.
    Ho voglia delle tue carezze
    che lasciano sognare.
    Ho voglia di te
    della tua compagnia
    per vedere il domani
    come un giorno di primavera.

    dichiaro di accettare il regolamento

  114. ABISSO

    Non conosco il mio volto
    potrei essere chiunque.

    Il tè stamani
    è più amaro del solito..

    Fuori dalla stanza
    si rincorrono le solite voci,
    eterno corridoio senza arrivo.

    I biscotti questa volta
    non hanno la granella colorata..

    I giorni intanto si sommano
    eterni..uguali.

    La spremuta oggi non c’è..

    Le luci e le ombre
    si alternano
    senza differenza.

    C’è una signora
    i suoi occhi sono buoni,
    le sue mani che mi lavano
    non conoscono impazienza
    e quando sto in silenzio
    per tanto..troppo tempo
    la sua voce diventa la mia e
    allora lei canta per me..
    sorride per me e
    quando si nasconde
    piange anche per me.
    Vorrei darle carezze
    ne ho memoria nelle mani
    ma non è sempre così.
    La mente vaga
    risucchiata in un abisso,
    tremolanti immagini risalgono a galla..
    ne ho conosciuto la gioia
    ne conosco lo strazio.
    C’è un Cristo alla parete
    ha le braccia aperte
    di questo sono sicura,
    ogni giorno che passa
    è un pò più vicino.

    Si..decisamente
    questo tè oggi
    è più amaro del solito…

    Dichiaro di accettare il regolamento.

  115. Ricorderò i tuoi occhi inondati di grazia
    E la tua disumana bellezza
    Oh se potessi ancora vederti
    Annegherei nelle membra
    Il tuo giovane splendore
    Sfuggito all’arte e alla morte
    Venuta a me da cieli ignoti
    Notte di plenilunio che sfolgora il viso
    E consuma il mio nella gelida penombra
    Dopo un addio senza un gesto
    Quando il mondo non ha più nulla da dire
    E rimane immobile ed io ancora a capire
    Se c’è stato qualcosa tra noi

    Accetto il regolamento

  116. Nel parco

    Ogni mattina,
    quando attraversavo il vecchio parco,
    vedevo un spazzino, pensieroso,
    che puliva le strade.

    Si dondolava, colpito dal vento,
    come un ramo d’ulivo,
    aveva occhi blu, come il cielo sereno
    e un sorriso fragile di bambino.

    I suoi sguardi parlano vivace
    e mi ricordava di un antico saggio,
    una luce calda si vedeva riscaldare
    tutto intorno e la sua facia!

    Sembrava un’ombra, in movimento,
    che ballava un rituale
    in un giardino di cristallo
    con uccelli viaggiatori.

    Adesso, quando io sono l’ombra
    e ritorno nel vecchio parco,
    sono lo spazzino pensieroso
    che ha lasciato qua, solo, l’orma.

    Accetto il regolamento.

  117. Contavi gli anni tuoi ” CONTAVI GLI ANNI TUOI ”
    e sorridevi al vento dei tuoi sogni
    di musiche e colori di tramonti,
    occhi socchiusi a bagnarsi di note
    immersa nella luce delle stelle,
    fremente di voglie
    inconfessate e trepide,
    e con mille perché!
    E pensasti l’Amore, il primo tuo,
    quello già tante volte sognato
    come dolci carezze,
    come teneri baci,
    come ardite attrazioni
    di fiori non colti,
    e parole di miele
    misteriose e tremanti,
    scambiate in penombra
    a sognare l’eterno di un attimo,
    per mai risvegliare l’incanto più bello.
    E così che ti apparve quel sorriso infantile
    portatore di strane promesse,
    e fu tardi ma tu non credevi,
    non potevi capire lo sguardo sospetto,
    né l’amore accecato da luce sfregiante,
    quel toccare, frugare, quella mano rapace,
    quei sconvolti appetiti, a strappare, violare,
    quel far male, così tanto da urlare,
    e piangendo pregare, quanto male, ma tanto,
    che succede… quel sangue, le grida sbavate,
    quei grugniti da bestia affamata…
    No, non era più quel ragazzo del sogno,
    era male… sporcizia…
    era sangue… era caldo orrore paura
    con i sensi che poi ti lasciavano,
    ferita stranita stupita tremante,
    per assurdo vissuto e dolcezze crollate…
    illusioni deluse!
    E da allora capisti,
    e i colori divennero neri alla mente,
    che sfuggiva al ricordo, ma invano.
    E non più avresti amato, innocente creatura,
    mentre il buio portava soltanto terrore
    e gli sguardi ripulsa, e sentivi te sporca!
    A te piccola donna io chiedo perdono
    in nome di un mondo lontano da me,
    ma piangendo dispero un qualunque riparo,
    e il mio cuore è sconfitto, la mente impietrita,
    mentre l’Anima piange e il dolore si spande!
    Nicola Andreassi 10 gennaio 2013
    Copyright 2012 Nicola
    tutti i diritti riservati

    accetto il regolamento

  118. Graziano Gismondi

    Il mare tranquillo

    Il mare tranquillo, il sole cocente
    la brezza rinforza una nube cangiante.
    La spuma si alza dall’onda irrompente
    che ora diviene un’acqua furente.
    Il cielo s’adombra, si chiude, si tende,
    il lampo compare nell’ombra invadente.
    La pioggia cade scrosciante, incidente,
    l’aria frizzante diventa opprimente.
    D’un tratto la quiete, dapprima silente,
    diventa un urlo dal tono stridente.
    Poi tutto s’acquieta, lo scroscio dirada,
    la nube si apre, il vento si placa.
    Il sole ritorna a far capolino
    nella frescura del primo mattino.
    Il mare riprende il moto andante
    di acqua tranquilla, indolente, invitante.
    Così la vita inizia pacata, cresce irruente,
    diventa sfacciata, urlante, imponente,
    poi torna posata, svogliata, invitante
    come l’acqua cheta di un mare morente.

    Accetto il regolamento del concorso

  119. LIVIDI ANFRATTI INTERNI
    © by Daniele Cavalera

    Oggi non ho
    che gocce di dolore…
    come mestruazioni
    dagli iridi scorrono
    a marchiare
    i vacui tumidi cipigli
    del cuore…

    Lividi anfratti
    interni…
    e qui la mente indaga
    Lamento, Verità, Inganno…
    e s’allaga e s’asciuga
    ad allargar
    dolore…

    E li senti?
    Giù pei ruvidi pensieri
    si srotolano sentieri
    nel crudo
    della mia Anima…
    Quanto mi circonda dentro
    opprime!…

    Accetto integralmente il regolamento del concorso

  120. LA TUA VOCE

    La rena scivola tra le dita
    mentre lo sguardo triste
    rincorre festoni d’albatros,
    un gabbiano solitario
    insegue del sole l’ultimo sorriso
    disperdendo in caldi colori violacei
    la sua damascata scia.
    Come appassionati amanti,
    le onde melodiose del mare
    si rincorrono in armoniosi abbracci,
    le verdi fronde dei tamerici,
    dolcemente svegliati dalla brezza,
    si sfiorano e s’accarezzano
    sigillando promesse d’eternità,
    sotto una luna che va danzando
    felice d’incrociare la prima stella.
    La speranza d’un abituale sogno
    veste la mia fragile nudità,
    è tepore che quieta il batter dei denti.
    Raggomitolata in questa materna conchiglia
    m’affido al cullare dei moti del cuore.
    Da lontano la tua voce irrompe correndo,
    mi sgancia e mi riporta indietro nel tempo.
    Fortemente stringo le braccia al petto,
    piange il pensiero al ricordo perfetto.
    Vorrei poter amare questo presente,
    ma ancora un giorno passa amaro
    lasciando indietro l’ambito momento
    mentre manda avanti il fedele tormento.

    Grazia Tagliente

    (Accetto le norme del regolamento Sezione A)

  121. Murri Fabiola

    “Di vino e rose…”

    Di vino e rose
    profuma il corpo
    vestito d’attesa,
    la bocca
    coppa dell’anima
    tacerà esausta
    dopo te,
    sarà la rossa coltre dei ricordi
    che ci nasconderà al tempo
    che invecchia in fretta
    ma il cuore,
    il cuore muore prima.

    Accetto integralmente il regolamento del concorso

  122. Deja’-vu

    Un passo indietro
    e si ritrova il senso,
    un deja’-vu di cio’ che siamo.
    Un incontro inatteso,
    improvviso ma cercato,
    quando i colori
    cominciano a sbiadire
    nei tuoi vuoti pensieri.
    Ed eccoci qui,
    finalmente a casa,
    con la stessa canzone
    antica e solo nostra,
    che un tempo rallegrava
    la mente ed il cuore.
    E ci parla di noi,
    mentre insegue ancora
    la melodia infinita
    sugli accordi della nostra vita.

    Teresa Maggio

    Accetto il regolamento del concorso

  123. L’ASTRO GENTILE IN CIELO

    Nel buio totale della stanza
    seguo con il dito il ricordo
    dei tuoi dolci lineamenti.

    Sento sulla mia pelle le emozioni
    scorrere come piume leggere
    che sanno far rabbrividire
    ogni fibra del mio essere.

    Le timide guance si colorano
    al pensiero dei nostri intensi baci,
    abbracciati ad osservare la luna piena
    che ancora una volta
    illumina sorridente la notte
    dei dolci pensieri.

    Gli occhi si perdono all’orizzonte,
    scintillante di stelle
    che si rincorrono felici
    di essere testimoni dell’Amore paziente
    che sa trovar vita nel cuore
    di chi si ama.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

    ANTONELLA DADONE

  124. OCCHI COLOR MARE

    Quegli occhi che sanno di mare limpido e sereno
    ora sta affrontando la tempesta con onde gigantesche.
    Occhi che sapevano d’immenso ora
    sono celati dalle nubi piu’ minacciose
    ma la tempesta passera’ se ci credi e
    vedrai che quegli occhi che sanno di mare ritorneranno
    a regalar felicita’.
    Il cuor tuo cosi ermeticamente chiuso al futuro
    mi spaventa per la totale negazione a cio che è futuro.
    Specchia il tuo cuore sul volto dei tuoi figli
    rifletti quel mare che porti dentro
    fa che sia il loro porto sicuro
    col sorriso che la brezza regala all’acqua.
    Guarda il riflesso dei tuoi occhi
    fa che quella folta chioma si nutra del sole
    accogli il tepore sul tuo seno
    tepore che solo quegli occhi che sanno di mare
    sa donare
    rivivi la vita con la sapienza di aprirti all’amore
    verso la vita che ci regala emozioni.

    ACCETTO il regolamento

  125. Tunnel di luce

    Ascoltavo il rumore del dolore,
    temendo la tua dipartita.
    Agile come lepre,
    si insinuava in me il tramonto
    dei giorni felici.
    Fievole diveniva il sogno di famiglia,
    come luce in un giorno uggioso.
    La speranza, ormai vana,
    è tornata dal mondo del buio.
    Come scheggia di luce
    Il tuo abbraccio mi ha ridestato,
    segno divino
    della favola della nostra Storia.

    Accetto il regolamento del presente concorso

  126. Quando divenni ricordo
    Tutto sembrò d’altri tempi
    Ogni cosa, ogni oggetto
    Smetteva di essere
    Per diventare museo
    Nessun bicchiere vide più il vino
    Che smise di essere
    Per diventare aceto
    E come il cucchiaio non incontrava più
    Lo zucchero da girare
    Tutta la dolcezza
    Diventava pasto da formiche

    Quando divenni ricordo
    Smisi di parlare
    Ed ogni movimento divenne soltanto
    Una traccia sul campo
    Impronte nel fango
    Passi fossilizzati
    Che non sanno più andare

    Quando divenni ricordo
    Anche noi scomparimmo
    Ogni passo, ogni dolcezza
    Lasciò il posto
    A pensieri fossili
    Che non sanno più dire

    Quando divenni ricordo
    Ogni nave era già salpata
    E ogni aereo atterrato altrove
    Dove avresti esitato a trovarmi
    Perché in ogni altrove
    Io non c’ero già più.

    Quando divenni ricordo
    Io non lo so
    Perché me ne ero già andato
    Da tempo.

    E il futuro scomparve con me

    (Daniele Casolino – accetto il regolamento)

  127. Dolce notte.

    Dolce notte,
    tu mi lasci ogni dì
    quel sapore
    tra le labbra,
    come un bacio
    che non scordi
    e lo attendi
    già al mattino,
    si mi manchi
    quando l’alba
    fa i suoi passi,
    come un bimbo
    che rinasce ogni di,
    io ti seguo
    e ti lascio quando i raggi
    hanno invaso tutto il cielo,
    già mi manchi,
    conterò queste ore
    che mi restano,
    fino a quando
    questo sole
    si avvicina
    lentamente al mio mare,
    mentre cala,
    se lo guarda
    con dolcezza
    e s’immerge
    con un bacio
    all’orizzonte,
    solo allora sentirò
    il tuo abbraccio,
    quando il buio
    avrà coperto questo corpo,
    mentre tu,
    resterai accanto a me
    dividendo ogni cosa,
    passeggiando insieme a me
    sulla spiaggia dei miei sogni,
    tra uno sguardo,
    un abbraccio
    e un dolce bacio,
    nella notte senza fine.
    Giù 14/06/201306.30
    Di Giuseppe Morelli.(siae)
    Copyright registrato.
    (Tutti i diritti riservati ®©)

    Accetto il regolamento

  128. Lollo Gianni 17/06/2013

    INDIMENTICABILE

    Indimenticabile il tuo sorriso,

    che splendeva raggiante

    nel cuore delle persone.

    Ricordo il tuo sguardo

    che infondeva un mare di gioia.

    La tua vita,

    una pagina di storia indelebile

    nell’ anima di coloro

    che hanno incrociato il tuo cammino.

    Accetto il regolamento del seguente concorso

  129. Tristezza
    Schizofrenico il vento
    batte sul viso
    l’ eco della solitudine
    sfogliando la maschera velata
    d’ un malinconico orizzonte.
    Batuffoli di pioggia
    baciano esausti
    la fronte imbronciata.
    Cunicoli di pensieri sospesi
    schiaffeggiano la triste anima,
    togliendole il sorriso..
    Inquieto e buio lo sguardo
    segue l’ ego smarrito
    smaniosi respiri
    affrontano sconosciuti silenzi
    riportando l’ equilibrio del sistema
    alla normalità della conoscenza acquisita.

    AR.C

    Accetto il regolamento del seguente concorso

  130. Autrice : BIBA DELLA MURA – 18/06/2013

    Tit.”MOON DANCE”

    Luna di pietra si frantuma
    nella regia di mille coriandoli di luce
    come una pioggia vetrificata
    di gocce d’ambra,
    mentre la notte col suo oscuro sipario
    copre il severo palco di una strada,
    l’eco tiepida di note lontane
    si sparge per aria
    in coriandoli di note
    sulla scena di una orchestra d’archi,
    vedi un uomo e la sua donna
    come due sagome d’ombra
    danzare un facile tango,
    sono corpi evanescenti
    di talco in movimento,fusi
    in una unica forma carnosa
    a modellarsi nella alchimia del ritmo che li conduce:
    e’ il mantra del loro amore a dirigerli,
    un amplesso di sensazioni in tasselli di musica
    e passi d’estasi
    Palpito di muscoli e sudore di menti,
    e’ melodia e decadimento di un sogno,stupore
    di magiche coordinazioni,
    e’ croce e delizia:simbiosi in un istante fra due identita’
    di irripetibile seduzione,due corpi amalgamati,
    ballando sotto la luna!

    ACCETTO IL REGOLAMENTO
    firmato:me medesima

  131. Il tempo di Hanami

    C’erano i sakura in fiore
    E c’eravamo noi
    Sotto l’arco sospeso sul ponte
    Un bacio al sakè per i giorni di Hanami

    C’erano i sakura in fiore
    E c’eravamo noi
    Riflessi di giada nell’acqua di fonte
    Nessun pensiero per l’incertezza di domani

    C’erano i fiori d’Aprile
    E c’eravamo noi
    Con tutto il tempo del mondo
    E stretti al sempre per non morire

    Di mattoni è l’orizzonte di adesso
    Fa freddo di gelo
    Oramai troppo spesso
    C’erano i fiori e c’eravamo noi…

    Accetto il regolamento

  132. IL CASTELLO IN RIVA AL MARE

    Come un castello di sabbia
    Abbandonato in riva al mare
    Mi sento sola,
    In mezzo al vociare frenetico
    Mi sento estranea in mezzo alla gente
    La sera cala sulla sabbia rovente
    Il mare perde il suo azzurro color cobalto
    Il rosso del tramonto incendia le sue onde
    La marea avanza e mi corrode lentamente l’anima
    Ad un tratto il silenzio cala attorno a me
    Un senso di vuoto mi assale con i suoi artigli
    Il buio cala sul mio corpo quasi disciolto
    Solo la luna piena a farmi compagnia
    Solo il rumore delle onde
    A ricordarmi che sono ancora viva

    Faby.D

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  133. SEI TU IL MIO URANO?

    Prendimi in costanza
    d’un sogno.
    Come riflesso che albeggia
    tra la fuligine
    di pensieri dormienti.
    Tra le mani dimenticate,
    in un mese di caldo mai giunto.
    Solstizio d’estate.
    Blocco d’aria
    in un respiro di te.
    Fluttuante su immagini
    ancora accese.
    Crono padrone di sè stesso
    che d’Urano il progetto sabotò e,
    dal ventre di Gaia,
    visse Futuro
    lasciando altra progenie
    a morir d’amore rinnegato.
    Ecco ilo nostro sentimento.
    Frutto che mai luce vide,
    ma sempre fu generato!

    accetto il regolamento

  134. Si accetta il regolamento.

    TI CERCHERO’ MIO DIO
    (di Duilio MARTINO)

    Ti cercherò
    nell’aspro talamo di Maja
    dentro le lacrime del volgo montano
    dove pallide aurore
    si confondono a tramonti
    in guardo opaco d’un vecchio frentano.

    Io ti cercherò
    sulle lapidi anonime
    tra fiori secchi sotto croci ossidate
    nel nome strano
    – ingombrante pastoia –
    che strozza i sogni di genti migrate.

    Ti cercherò
    nell’aura armonica al vespro
    che urla silenzio a scuotere memoria
    nei migranti perduti
    e in chi – detto brigante –
    morì vessato senza Patria e gloria.

    Ti cercherò Signore…

    nel pietrame di borghi diroccati
    sotto il velo ch’ammanta un bianco crine
    nel raspare di passi trascinati
    e in chi ogni notte annusa la sua fine.

    T’ascolterò Signore quand’è sera
    nel crepitar del ciocco in un camino
    e bisbigliando l’ultima preghiera
    berrò la feccia ch’ è rimasta in tino.

  135. © by Franco Maccioni

    CIAO, LUNA

    Sul tardi, quella sera…
    attraversando il monte
    una grande luna
    mi veniva incontro.
    Stupenda…
    pareva di ritorno
    da una festa tra amici
    talmente era bella
    addobbata come non mai
    nel suo elegante abito.
    S’avvertiva nell’aria
    tra l’odore di resina
    e menta selvatica
    un profumo inebriante
    che affascinava l’animo.
    Estasiato l’ammiravo…
    luccicava tra gli alberi
    e temendo di perderla
    nel mio andare…
    riuscii a salutarla
    sollevando la mano al cielo
    …ciao, luna!

    FRANCO MACCIONI – SI DICHIARA DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO
    SCANO MONTIFERRO LUNEDI’ 17 GIUGNO 2013

  136. -Profumo di lavanda-

    Ne avrei fatto un mazzo
    di quel profumo di lavanda
    colto delicatamente
    per non sgualcirlo
    Di te
    conteneva l’essenza
    di cui mi sarei vestita i polsi
    legati come corde strette
    dalla forza delle tue mani
    E in quei prati azzurri
    conservati in un cassetto
    mi sarei nascosta
    annusando te
    nei ricordi
    che piano stingono

    -Profumo di lavanda-

    Ne avrei fatto un mazzo
    di quel profumo di lavanda
    colto delicatamente
    per non sgualcirlo
    Di te
    conteneva l’essenza
    di cui mi sarei vestita i polsi
    legati come corde strette
    dalla forza delle tue mani
    E in quei prati azzurri
    conservati in un cassetto
    mi sarei nascosta
    annusando te
    nei ricordi
    che piano stingono

    -Profumo di lavanda-

    Ne avrei fatto un mazzo
    di quel profumo di lavanda
    colto delicatamente
    per non sgualcirlo
    Di te
    conteneva l’essenza
    di cui mi sarei vestita i polsi
    legati come corde strette
    dalla forza delle tue mani
    E in quei prati azzurri
    conservati in un cassetto
    mi sarei nascosta
    annusando te
    nei ricordi
    che piano stingono

    -Profumo di lavanda-

    Ne avrei fatto un mazzo
    di quel profumo di lavanda
    colto delicatamente
    per non sgualcirlo
    Di te
    conteneva l’essenza
    di cui mi sarei vestita i polsi
    legati come corde strette
    dalla forza delle tue mani
    E in quei prati azzurri
    conservati in un cassetto
    mi sarei nascosta
    annusando te
    nei ricordi
    che piano stingono

    Si, accetto il regolamento

  137. “ Risveglio “, di Claudia Magnasco

    Assaporo questo
    mio imprevisto risveglio,
    che mi espande
    nella fluida assenza
    di turbamento.

    Voglio immergervi ora,
    la mia essenza insonnolita,
    per timida annodarmi,
    a fronde di quiete
    golose di me.

    (Dal libro SensibilMente, R.M. Editore)

    Si, accetto il regolamento

  138. Un paese
    Strade bianche,
    case calcinate dal sole ….
    Canto di grilli, stridio di cicale,
    polvere impalpabile come talco.
    Vecchi seduti all’osteria,
    callose le mani che stringono il bicchiere.
    Vecchie incastonate sugli usci,
    macchie nere ad interrompere
    la monotonia degli ocra.
    Nell’aria immobile il sole,
    il sole che trionfa! brucia,
    imperlate di sudore le fronti,
    occhi che sbirciano oltre le case,
    oltre i pioppi dello stradone,
    nell’attesa della sera.
    Paese mio, paese della mia gente,
    ricordo perduto,ritrovato ….
    e.. di nuovo perduto,
    come onda che si frange, e rifrange sulla riva.
    Sepolto nella tomba dell’oblio,
    risorto, ogni volta che qualcuno
    parlando mi ha detto: Ti ricordi?

    Si, accetto il regolamento

  139. APOCRIFO

    Solo quando il bambù sospirerà alla luna
    e gli spiriti torneranno quieti
    nell’imbuto delle foreste,
    gli uomini saliranno per la caccia
    ai preziosi frutti dei nidi di rondine.

    Apocrifo
    non ufficiale al canto,
    vivido e rupestre
    dove si arrende il verso,
    dove arretra e rincasa la lumaca.

    Apocrifo
    poeta che si pronuncia,
    che sta sulla bocca
    e dimentica di rubare
    qualsiasi fuoco.

    Io non so dove giacciono gli Dèi.

    Apocrifo
    presunto e colpevole,
    sul precipizio dell’introspezione,
    dove la parola si fa corpo tattile
    e sottile dono della preveggenza.

    Vivo,
    in un cielo che non conosce
    il sollievo delle stelle;
    nell’acqua che scava,
    dimora
    e mulina al contrario;
    nel ventre di un mosaico
    dall’inviolabile mancanza.

    Autore: Alberto Barina
    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso in ogni sua parte qui sopra esposto.

  140. Annalisa Civitelli

    Leggere è la cura dell‘Anima
    Mentre amoreggio con il libro
    distraendomi
    spennellando lungo i perimetri di legno
    anche
    sento che
    appena sparirai dai miei pensieri
    non valicherai spazi
    allora si
    che
    la tua voce risuonerà
    come forte eco
    e la tua Anima
    si lascerà incantare.

    Nuovamente.

    Ne rimarrò distante per un pò.

    Accetto il regolamento

  141. Non ti scorderò  

    Hai reso vuoti
    i giorni della mia via
    ora, domina mestizia.  

    Non ti scorderò
    scolpirò il tuo nome
    sulla pelle.  

    Ora  che il mondo
    hai spogliato
    di tutti i tuoi colori
    vestirò la mia poesia
    d’opaco grigiore.  

    Vivrò del tuo ricordo
    e del  rosso sole
    sentiero d’oro disteso
    sul blu del mare.   

    Salvatore Orefice

    Dichiaro di accettare il regolamento – Sezione A

  142. Cuore

    Cuore parlami ho bisogno dei tuoi sussurri,
    il tuo battere nel mio petto, mi aiuta a conoscermi,
    mi sento serena, divento sicura
    quando il tuo battito è preciso.
    Se… solo ti sento insicuro
    sono già debole, inanimata,
    cerco nel dubbio che mi assale.
    Dubbio fatto di tutto e niente,
    ma più che altro di niente.
    La mente diventa padrona,
    di questo povero cuore
    tanto sollecitato.

    dichiaro di accettare incondizionatamente il Regolamento

  143. Di te e di me
    Mentre
    fra la realtà
    delle mie mura
    e il sogno
    del cielo infinito
    ti guardo,
    tu mi leggi dentro
    attraverso delle frasi
    scritte su un taccuino
    in cui ho riposto
    tutta me stessa.
    E quel lampo
    che brillava
    negli occhi miei
    era il riflesso dei tuoi

    Maria Giuseppina Moro

    Io Sottoscritta dichiaro di accettare incondizionatamente il Regolamento del Concorso “Ricordi di poesia”

  144. Infanzia

    Mi sei passata addosso come pioggia
    leggera e persistente a rabbrividire quei giorni
    Non c’era posto per quei giorni lieti
    che passandomi accanto mi hanno sorriso
    e poi sono scappati via

    Mi sei passata addosso imprimendo su di me
    quella traccia che il tempo non cancella
    Non c’era posto per quei giorni lieti
    che passandomi accanto mi hanno accarezzato
    e poi sono scappati via
    Mi sei passata addosso lasciando il tuo peso sulle mie spalle
    che cercano di fare spazio a quei giorni lieti
    che ogni tanto passano di quà!

    Genesia Vincis

    Io Sottoscritta dichiaro di accettare il Regolamento del Concorso

  145. Gaia Maria Fermanelli

    Accetto il regolamento

    Il mio Alcol

    L’oceano dell’ amore mi parla di te,
    delle notti insonni e stancanti
    passate a riempire la cistifellea…
    (digerire bile non è mai stato così faticoso).
    Allergico ai ricordi è ormai il mio fegato.
    Il passato porta ad una birra,
    ad un bicchiere di vino sul davanzale
    e fa si che ogni speranza nella trachea si lasci affogare.

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