Gara letteraria di poesia e racconto breve “Nessuno è al sicuro”
“La paura ancestrale di essere divorati vivi non necessita di esagerate finzioni cinematografiche. È una fobia insita nell’uomo, istintiva e per la quale si prova un’immediata empatia.”
1. La Gara Poetica Gratuita “Nessuno è al sicuro” è promossa dalla web-magazine “OublietteMagazine” e dell’autrice Cristina Biolcati. La gara poetica è riservata ai maggiori di 16 anni. La gara è gratuita. Tema: Il mare.
2. Articolata in 2 sezioni:
A. Poesia (massimo 50 versi)
B. Racconto breve (massimo 10 righe)
3. Per le sezioni A e B si partecipa inserendo la propria poesia o racconto breve sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento e sezione di partecipazione. Si può partecipare con poesie edite ed inedite, e racconti brevi editi ed inediti.
Le poesie senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.
Ogni concorrente può partecipare ad entrambe le sezioni ma con una sola poesia ed un solo racconto breve.
4. Premio:
N° 1 copia di “Nessuno è al sicuro”, saggio sugli squali di Cristina Biolcati.
Saranno premiati i primi tre classificati di entrambe le sezioni.
5. La scadenza per l’invio delle poesie, come commento sotto questo stesso, bando è fissata per il 10 maggio 2013.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)
Cristina Biolcati (Scrittrice)
Fiorella Carcereri (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)
Roberto Lirussi (Scrittore e Collaboratore Oubliette)
Rosario Tomarchio (Scrittore e Collaboratore Oubliette)
Barbara Filippone (Collaboratrice Oubliette)
Alessandro Bertolino (Scrittore)
Cristina Malvezzi (Scrittrice)
7. Il concorso non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email:concorsooubliette@hotmail.it indicando nell’oggetto “info gara poetica” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), oppure attraverso l’account Facebook:
http://www.facebook.com/profile.php?id=100002075267230
10. È possibile seguire l’andamento del concorso ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti alla Gara Letteraria; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.
11. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
ADESSO
Facciamolo adesso
prima che il dolore ci travolga
e l’amarezza uccida i ricordi.
Adesso
che la nostra rabbia
è solo un brontolio indistinto
lontano all’orizzonte.
Facciamolo adesso
dove tutto è ancora bello
nei gesti e nelle parole
Adesso
che ancora non mi manchi
e il desiderio di te
non mi travolge.
Lasciamoci adesso
che il nodo scorsoio della realtà
non ha ancora strangolato
l’ultimo dei nostri sogni.
Adesso
che ti sento ancora mia
con la tua pelle addosso
ed il tuo respiro ancora nell’anima.
Mauro Bompadre
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso. – sezione A –
SUL MARE TU SOLO E LA TUA NAVE …
Sei partito piangendo, figlio mio, su quel mare in tempesta
che avevi dentro e che ti aspettava, una nuova missione e il cuore trafitto.
Sei partito portandoti dentro un dolore troppo forte, inaspettato
e mi hai lasciata bagnandomi del tuo singhiozzante pianto a dirotto,
mentre abbracciandomi mi dicevi “ TVB mamma, mamma TVB” ,
QUANTE VOLTE L’HAI RIPETUTO , FIGLIO MIO, QUANTE VOLTE …
Te ne sei andato distrutto ,trafitto, tradito, sconfitto,
ED IO CON TE E TI accompagnava il mio pianto …
Quel mare che amavi ,che adoravi, che era tutta la tua vita , ora
ERA LA TUA MORTE: SOLO E LONTANO …
Solo ad affrontare quel dolore così grande, così forte, SOLO,
solo il mare intorno e tu su quella nave di morte!
Solo e la morte che ti distruggeva e ti toglieva il fiato,
solo a piangerti addosso un amore troppo grande che
credevi immortale,
solo ad affrontare una vita che non ti aspettavi, solo
MENTRE MORIVI E NESSUNO A CONFORTARTI!
Maria Teresa Manta
Dichiaro di accettare il regolamento
Sezione di partecipazione A
MARIA TERESA MANTA – – sezione di partecipazione: B racconto breve.
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.
NELL’ABISSO DEL PROFONDO MARE .
Stringevi forte la sua manina e le sorridevi, avevate giocato fino a poco prima , le avevi promesso di portarla a vedere i delfini che saltavano intorno alla nave, ora era il tempo di dormire ,-domattina li vedrai, piccola- le avevi rimboccato le coperte, lei ti aveva sorriso addormentandosi- notte pa’,- poi quelle urla all’improvviso- la nave affonda, alle scialuppeee- La prendesti in braccio e di corsa su. Si svegliò di soprassalto pa’ ?Un sorriso rassicurante, le stringevi la piccola mano e correvate, fu un attimo, la nave fu una piscina immensa, scivolavate verso il fondo, giù, giù, sempre più giù, sempre per mano ,sempre quella piccola mano tra le tue forti che la tenevano, che la tennero fino alla fine ,nell’abisso profondo silenzioso del mare…
…Semplicemente bella…
Amico mare
Anche la luna è triste stasera e vaga nel cielo…
e qui sul mare addolorato vaga il mio pensiero
Ti paro, o mare, e so che tu mi ascolti
Sei per me l’amico più sincero
son qui a cercare
delle risposte e un pò di quiete
in questo silenzio, compagno della sera
Quante volte ci ho provato, o mare,
a obliarmi…
qui seduta sugli scogli
a rivelare a te i miei pensieri
a confidarti della mia anima i segreti
a cercare tra le onde i tuoi sussurri!
Cerco l’oblìo qui,
anche stasera
e dal dolce suono delle onde
mi lascio trasportare…
E ancora, tendo l’orecchio ad ascoltare
tra le placide onde la tua voce
E come per incanto, qui stasera
sotto la luce argentea della luna che si riflette
e in te trova ristoro…
quel dolore, che mi lacerava il cuor, si placa!
Nella brezza leggera, qui stasera
sento toccarmi il cuore dal Signore
e finalmente mi abbandono e piango…
Lacrime cadono giù
e si disperdono tra le o de che s’infrangono
E finalmente libera e leggera
ti dico grazie amico amare…
mentre rivolgo soavemente al cielo una preghiera!
Aurora Carbone
dalla silloge di poesie “Voci del silenzio “di Aurora Carbone – Kimerik editore 2012 –
dichiaro di accettare il regolamento – sez. di partecipazione ” A “
LASCIO LA TUA ONDA DI VERTIGINE
Voglio capovolgere
il mio giorno infuocato!
Voglio spezzare le catene
che mi hanno imprigionato.
Lascio la tua onda
di vertigine …
Lascio il tuo cuore.
Questa zona della mia anima
bagnata di sangue tiepido
è uno stillicidio
si svuota, goccia a goccia.
Arrivo ad odiarti
voglio cancellarti,
le tue onde
hanno distrutto stelle,
accecato la Luna.
Sola,
preda del mare oscuro
voglio sparire
e poi, morire in te, ancora !
Dalla raccolta “Il mare nuovo” Ornella Mereghetti Baccolo , Aletti Editore – Sezione A –
Daniela Giorgini – Sezione A – Accetto il regolamento
Il mare vive
Il profumo del mare
cavalca il vento,
regalando carezze
sulla sabbia.
E ti inebria i sensi
con la sua immensità.
Ha qualcosa di magico
– il mare –
e lo senti nella vita
che pulsa
dalle sue profondità.
Rugge
possente il mare
Bianca la spuma
si frange sugli scogli
Pizzi stupendi
delicati pesanti
veli da sposa
con disegni bizzarri.
E urla il mare
il suo dolore immenso
e rode gli scogli
che limitano il suo dominio.
Accetto il regolamento – Sezione A
COME UN SALTO DAL TRAMPOLINO
Francesca aveva cercato spesso di coinvolgere Michele in qualcosa che li avvicinasse di più, che facesse finalmente decollare il loro rapporto, ma sembrava che lui la tenesse sempre ad una certa distanza: la loro storia (ma era una storia?) arrivava ad un punto di intimità dal quale lui si ritraeva, come spaventato. Quel pomeriggio stava camminando a piedi nudi in riva al mare, con un vento salato che faceva galoppare le nuvole in quella primavera bastarda. Scorse due figure in lontananza: una grande e una piccola, che si tenevano per mano. Fu il bambino a correrle incontro e a strapparla dai suoi pensieri porgendole una conchiglia. Si inginocchiò sorridendo verso quel piccolo gesto gentile che aveva qualcosa di familiare ma riconobbe Michele solo quando la sua ombra arrivò accanto al bambino. Il suo sorriso aveva qualcosa di nuovo, una timida fiducia e una lontana emozione nella voce quando le disse: “Ciao Francesca, ti presento Alessandro, mio figlio.”
Paolo Pajer
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.
Mediteraaneo
Onde cavalcanti
lungo sabbie sode
di un mare mediterraneo
in cerca di pace antica.
Occhi di persone
scrutano
granelli di esistenza
come olive umide
al frantoio della vita.
I capitani di navi
scorrono
le rotte dell’incanto,
idee sommerse
ed anticaglie sparse
sui concetti di lussuria
ricavati in ogni porto.
El li’ sedano
le proprie voglie strozzate
senza chiedersi perchè
il mare conduce
a solitudini remote.
Noi viviamo
questi episodi
come fotogrammi onirici
e siamo postriboli d’amore
dove
nessuno trova
risposte consistenti…
il sole appare
e cancella ogni cosa
persino i nostri sguardi,
rimasugli di salsedine.
Accetto il regolamento
Sezione A
Il richiamo del mare
L’aria è immobile
sopra il fiume
impetuoso
che inesorabile
e fluente
trascina emozioni
vissute sui monti
giù a valle.
A chi lo guarda
dissolve i pensieri,
rinsalda l’amor
della natura,
mentre solerte
attraversa
rigogliosi boschi
e fiorenti pianure,
per infine
serenamente
abbandonarsi
all’irresistibile
richiamo
del mare.
Livio Gec – accetto il regolamento – sezione A
LUCA MAIO – accetto il regolamento – sezione A
LA RABBIA DEL MARE
La paura mi assale
mentre la tormenta
funesta del mare
emette il suo stridore.
Iroso e pieno di
una schiuma di rabbia,
le sue onde mi accolgono
facendomi dondolare.
L’inquietudine
mi accompagna
fino al punto del silenzio
in cui la mia anima
si rasserena con
te o mare.
LUCA MAIO
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.
LA LUNA E IL MARE
” Avanti tira la reti…su Beo…su tira… ” gridò animatamente Amedeo sulla sua imbarcazione mentre stavano pescando i tonni. ” Nonno…guarda ma cosa è ? non è un tonno ? ” disse incredulo il ragazzo. ” Beo…Non è un tonno ma un enorme pesce spada..dai forza..alzalo sulla rete…” disse incitando il ragazzo. Beo entusiasta fece come disse suo nonno. Tutta la notte avevano lavorato ma non erano sempre alla ricerca di carpire i segreti piu’ nascosti del mare. ” Guarda nonno l’occhio del pesce spada è lucentissimo..perchè?” disse ammirando questo enorme animale.
Il nonno indicandogli la luna disse : ” Quando si pesca di notte, la luna e il mare diventano un unico soggetto dove il mare accoglie con le sue onde la sua amata e i pesci escono per ammirarla..e se ne innamorano per sempre…”
Il mare,
è bellissimo, misterioso.
Le sue onde attirano
ad andare sempre più in fondo,
senza pensare al pericolo che nasconde.
Al tramonto il sole
è riflesso nelle onde,
che bello ammirarlo
mentre forma un gioco di colori meravigliosi.
Ecco cos’è il mare:
un’insieme di cose bellissime e pericolose.
Alessandra Manca, da raccolte di Rosa.
Accetto il regolamento del concorso- sezione A
ASCOLTARE IL MARE
Ascoltare il mare
e fondersi nelle sue note
come naufrago alla deriva
una dolce voglia
di essere onda
e perdersi
annullarsi
nell’impetuosa vitalità
che s’infrange sullo scoglio
e in un attimo
rientrare nell’immenso
Teresa di Maria sezione A-accetto il regolamento
Il mare
Gli occhi del vecchio brillavano di una strana luce, mista di allegria e rimpianto. Ripensò ai tempi spensierati della fanciullezza e poi, al giorno in cui s’imbarcò come mozzo. Da allora il suo destino fu quello di navigare in balia di un mare mutevole ed estenuante. Davanti a lui si stendeva un’infinita massa di acqua azzurra e limpida in cui il cielo terso sembrava specchiarsi. Quando però il vento soffiava prepotente e impetuoso, il mare cambiava colore e umore fino a diventare livido e minaccioso. Onde giganti si accavallavano senza sosta, con una forza inaudita, travolgendo ogni cosa in una danza sfrenata, in un fascio di emozioni, di suoni e di rumori. La nave pareva un guscio di noce, un fuscello in balia del nero e tempestoso tiranno. Il vecchio camminava lentamente lungo il molo, respirando con gioia l’odore del mare.
Accetto il regolamento – sezione B
Lo SQUALO VEGETARIANO
Il mare blu sterminato e infinito
di sabbia e di sassi tutto condito,
pieno di pesci e di squali cattivi,
con denti aguzzi e assai combattivi.
Ma fra tutti questi uno è speciale,
buono e carino si chiama Pasquale.
Lui è diverso e pure un po’ strano,
non mangia carne, è vegetariano!
Si nutre di alghe, piante e coralli,
è molto ghiotto di anemoni gialli:
nessun pesciolino ha mai assaggiato,
da tutti lo stesso è rifiutato.
Pasquale fa sempre molta paura,
terrorizzante è la sua dentatura,
ma nuota ogni giorno vicino al molo
perché arcistufo di star da solo.
Ed ecco un bel giorno un forte rumore,
quello di una grossa barca a motore,
che subito in acqua cala un bell’amo
dal quale bisogna stare lontano.
Un piccolo pesce vede quell’esca
ignaro di esser preda della pesca
“Fai in fretta, coraggio, torna indietro
o finirai in una boccia di vetro.”
“No io non ti credo squalo cattivo
assaggio, degusto e poi torno vivo!”
Ma ecco che l’amo intrappola il pesce
che a liberarsi proprio non riesce
tanto appuntito da fare un gran male,
bando alle ciance: “Aiuto Pasquale!”
Ecco così che i cattivi dentoni,
in un solo morso diventano buoni
con uno schiocco si rompe la lenza
ed il pesciolino fa penitenza:
“Carissimo squalo ti chiedo scusa
ho avuto un po’ la mentalità chiusa
invece che i denti sul tuo bel viso,
dovevo vedere quel gran sorriso!
Ma mio salvatore sai che ti dico?
Vuoi diventare il mio migliore amico?”
“Ma certo che sì mio bel piccolino
nulla da temere con me vicino
potrai dormire sopra la mia schiena
e mai e poi mai sarai la mia cena!!”
Enrico Alpi sezione A-accetto il regolamento
Ero ferma vicino alla battigia in cerca di risposte di fronte a tale immensità. Avevo solo bisogno di un pizzico di forza, di quella forza che trova sempre il mare per sommergere tutto ciò che incontra e continuare senza tregua. Se mi avesse ceduto solo un pizzico di quella forza, forse avrei cacciato indietro queste lacrime, affrontato il mondo a testa alta, denunciato al mondo tutte le violenze subite. Invece, continuo ad osservare l’orizzonte e mi chiedo come possa esistere tanta gente così malvagia di fronte a tale meraviglia. Inseguo i miei labili sogni idealistici. Il bene non esiste. Non esisterà finché esisterà l’uomo. Una stella graffia il firmamento. Il mio sguardo da sognatore esprime sempre il solito desiderio: l’illusione di un mondo migliore. Anche se non può esistere, rendimi inconsapevole, fammi credere che possa esistere!
Marialuisa Palomba
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.
Patrizia Lombardo….Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso sez. A….
Immegersi nel mare della vita.
Guardando il mare
nella sua interiorita’
i pensieri
… respiri
della nostra mente,
diventano
parole,acquistano
valore e si
trasformano in
sentimenti
l ‘orizzonte sembra
assecondarli,
mi guardo intorno…..
c è una luce ….è
una stella
sfuggita al cielo.
E’ pazzia escluderti
dai miei pensieri
perche’ con la tua
voce intensa e profonda
la tua immagine
si è fermata
nella mia mente e
dove tu mare …bagni
il cielo..
io oltrepasso
l orizzonte per
incontrare..il mio
Amore perduto.
Intorno a noi il mare,
una distesa di sogni
dalle creste diamantine,
implorante un fresco abbraccio
di desiderio ,tra i suoi flutti.
Lisce pietre,marmoree e levigate
e il suono di conchiglie multiformi,
tra le pieghe della pelle,
accarezzano la vita.
L’odore salmastro
e’ un richiamo lontano,
un invito suadente
alla festa dei nostri pensieri.
Ed io ti vedo,lontano,
al confine del sole che muore.
Teresa Maggio (dalla raccolta “Pensieri sospesi”,Aletti editore)
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso – Sezione A
GUIDO BASILE 12 aprile 2013
CIELO E MARE ( mare nostrum )
Se questo mare
potesse parlare
solo di te
vorrebbe cantare.
Coi lucidi sassi,
le pietre bagnate
i tuoi occhi stupendi
vorrebbe imitare.
Coi grani di sabbia,
col verde smeraldo
Te, sirena lucente,
vorrebbe abbracciare.
Sussurra di te
un vento leggero,
d’amore è la voce
il suo solo pensiero.
Par t’accarezzi
con l’acqua dell’onda;
ma senza di te
il mio cuore s’affonda !
da Carta & Parole, insieme , 2012
Accetto integralmente il regolamento di questo concorso .Sezione A
Di te mare,
tappeto disteso
sul cielo infinito,
nutro il mio cuore,
estasi ultima
di un giorno vanesio…
Tu, intreccio fatato
di figure danzanti,
imprimi d’eleganti ghirigori
la mia anima
plasmata dalle mie infauste
stagioni di silenzio…
Vendi alle piogge
di un autunno già passato
queste lacrime versate
nella notte astrusa ed egoista…
E nel bagliore rubato
ad una stella caduta per caso,
sperdi per sempre
queste fiamme
che con livore
ardono dentro il corpo mio…
Ora lasciati ammirare
alla stregua di
due occhi innamorati,
avvolti con passione
nella bruma del piacere…
E’ tempo di luce
e di banchi in fiore…
di respiri nuovi
di terrazzi merlettati
E’ tempo di vita, di gioia…
di profumi mai sentiti… “Nuovi giorni” di Alessandra Corsano
Dichiaro di accettare il regolamento.
L’abbraccio del mare
Il caldo mi fa impazzire
cerco l’abbraccio del mare.
Spruzzi gelati sulla pelle
il contrasto è violento.
Gioiosa schiuma
sulle labbra.
Mi abbandono
lasciandomi cullare
dalle onde.
Torno nel ventre materno.
Vitale, gradevole, ancestrale
cerco l’abbraccio del mare.
Accetto il regolamento Sezione A
Daniela Cavazzi – Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
In riva al mare
Lo sguardo all’infinito coglie colori cangianti
di vite spensierate e sogni rimandati
La soffice carezza dell‘onda
ravviva i pensieri assopiti sotto il sole
La tua voce mi giunge confusa
tra soffocati e impavidi mormorii del mare
che scivola leggero sulla sabbia
con carichi di gioiose gocce.
Ad occhi chiusi sento il rosso del sole su di me
ed il vento mi scompone i capelli
impegnandoli in leggiadri voli di fili di ragno,
la mia ragnatela che i tuoi occhi attratti
ha intrappolato per sempre.
Il mare
È infinito,
con le sue onde
ci fa capire
se non ha problemi,
si vanta d’essere
il più grande,
ma se non fosse
per i piccoli fiumi,
lui sarebbe rimasto
soltanto e sempre
un piccolo lago.
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, poesia sezione A
Creature
di Mario Borghi
E poi c’è il mare.
Sotto di me,
delle mie creature.
Aspetto che affiorino
o che lui si ritiri.
Ma lo so, è un attimo,
poi non riesco a guardarle.
Né a ucciderle.
E c’è anche quell’ombra
Che la spazza.
Che la colora di blu.
Che mi capovolge.
Che.
Blu, mare clandestino.
Non lo so chi sei.
Mi prendi, mi usi, m’ignori.
E poi mi abbandoni,
ma torni e mi riprendi.
Quello che vuoi.
Un attimo prima della morte.
E dici cose assurde.
Cose blu.
Respiri la polvere
tra gli angoli e gli spigoli.
I miei.
C’è troppo spazio per loro.
E per te.
Ma adesso basta,
voglio respirare il silenzio.
Non ho bisogno d’altro.
Dentro e fuori.
Si gonfiano, si sfiorano.
Mi sfidano.
E sono solo lettere.
Stupidi rumori.
A forma di voci.
Ci vorrebbe uno strappo
a sfrangiare il tempo,
separarlo dal blu mare
a irrompere in tutti.
A fare musica quei rumori
e canto, quelle voci.
e armonia di quelle onde
E.
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, poesia sezione A
Rovaglioso
PIETROSA, MIA PIETROSA, TU ESISTERAI NEL TEMPO
QUANDO IO SARÒ SOLO MEMORIA
il cielo in cui cicala regna
ha palpebre chiuse
e niente nuvole.
la casa rossa delle estati bambine
sorride d’un lascito lontano
e niente chiavi.
la gente che amai e difesi a lungo
è fuggita via dai rovi stanchi
e nessuna parola.
protetto da speroni aspri di roccia
tu solo ancora mi sussurri
col fiato pastoso delle spume
i tuoi paterni moniti solenni:
ricordati di non appartenere,
increspati, per farli intimorire
incazzati e innalzati sultana
incantali e fatti anche solcare.
attenta a non svelar l’abisso.
poi calmati e goditi la quiete.
ripeti questo ad ogni passo
e io resto qui per ascoltare
ancora l’ultima tua fiaba
padre, mare.
da Il soffio delle radici, Laura Capone Editore, 2012.
Accetto il regolamento – sezione A
Marina
Con l’occhio
a qualche centimetro
dalla sabbia
spio il tremore del vento
sulle cose.
Una borsa, una busta,
gli ombrelloni in lontananza.
Dietro i miei piedi
il mare che russa.
Ci vorrebbero due mani
incantate dall’inarcarsi
delle mie spalle
per riempirmi il buco in gola
per strapparmi la nausea
dalla bocca
per fermare la fuga dei pensieri
verso quello che non sono.
Io non sono
parte di nessuno
di questi quadretti familiari da spiaggia.
Io non ho l’età
per stare in quel gruppo di ragazzi
che ancora sognano in cerchio
davanti al tramonto.
Io non ho la dignità
della figura di spalle solitaria
che cammina nell’acqua
fino a sparire insieme al sole.
Io sono
un nodo di sabbia sospeso
che un refolo subito scioglie.
(da: “Gabbiani Ipotetici”, Cicorivolta 2013)
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso – sezione A.
In sintonia col mio sentire .. a volte..
Sottovoce
Mare che sciogli tutte le catene
guardami e ridi
mentre mi cruccia il vento.
Sarà perché la vita toglie il fiato
che mi diletto il corpo
al respiro salubre del mare senz’acqua,
al grido esausto del vento
al passare del gabbiano stanco.
Ed è senza voce la mia voce,
quando solleticano le onde le altre onde
alternandosi
in un continuo desiderio inespresso.
Rifletto
come riflette l’onda
l’argenteo rimbalzare della luna
riempiendomi di te.
Respiro sottovoce.
ROSSELLA GALLUCCI – Accetto il regolamento – Sez. A
Il Vecchio e il Mare.
Un mare, sulla riva,
schiuma bianca diffonde.
Vedendo come finisce tanta purezza,
un vecchio ride.
Eugenio Minola
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
Libertà di sbagliare
Anche l’aria distrugge se lo decide.
Pure il termometro sa essere dannoso.
Il bianco si sporca quando non gradisce compagnia
Scansando il mercurio,
chiedendo tempeste,
sognando la via Lattea,
beati
soffrendo la solitudine.
Giuseppe Carta
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
Maggio al mare.
Decisi all’improvviso, mi staccai dal divano scacciando la mia pigrizia, misi il costume dell’anno scorso, arraffai due ciabatte qualsiasi e controllai che nella borsa ci fosse l’asciugamano. Via dalle case, il cielo mi avvolgeva e il caldo mi accompagnava in una spirale di emozioni. Il mare, poca gente intorno. Maggio. L’acqua, l’acqua…. finalmente mi sono alzata e mi sono avviata verso l’acqua, sono entrata, ero stordita per la sorpresa di trovarmi lì, a maggio…. Vicino alla riva l’acqua era calda. Passeggiai tra le correnti, ammiravo il monte di Gabicce, si vedevano Riccione e Cattolica, mi sembrava di poterle prendere come fossero case e grattacieli giocattolo. Sono tornata verso il bagnasciuga e ancora nell’acqua meravigliosa e pulita, mi sono immersa, il mare era stranamente caldo e il fondale così trasparente con piccole onde dipinte nella sabbia. Il giorno dopo era domenica, venne il temporale, la temperatura calò e sui monti nevicò. Il mio piccolo sogno era lì, ancora faticavo a capire come fosse successo.
Emanuela Di Caprio * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.
Mare del Salento
Mare del Salento
che imprigioni
la luce
ed il vento
e trasformi in specchi
dorati i colori
del cielo,
pezzi di nubi,
frammenti
di scogli
che ballano leggeri
nelle tue acque
disegnando mosaici
imprevisti
e incantati.
E mille favole
racconti
di antiche invasioni,
di fuggite passioni,
languido mare
nascondi per sempre
armi e remi,
barche e anime
barbare
e passati veleni.
Incastonato
tra dune e scogliere
ora offri i sogni
di vite antiche,
torri fiere
a guardare lontano
le luci nemiche.
Ci tramandi
canti lontani
quasi par di sentire
i corni
delle battaglie
e gli orrori
di remote genti.
Emanuela Di Caprio * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
Un grande mare
Un grande mare informe primordiale
ci generò alla vita
e ci richiama con le onde più grosse
ad un ritorno nel caos.
Noi nuotiamo ansimanti le correnti
del mondo
sperimentando il rischio d’annegare,
non riposiamo mai pena il dominio
delle acque e la nostra disfatta.
E c’illudiamo che il viaggio sia dolce
e che ci aspetti un premio
per la nostra bravura
ma un onda più scura sempre ci riporta
alla mercede dei flutti,
sballottati nella notte dei tempi,
che è il nostro humus naturale.
E non possiamo ammirare la bellezza
del cielo quando il sole risplende
sulla terra o il luccicare delle stelle
e il passaggio silente della luna
nella luce delle sere più chiare,
solo ci tocca remare alla ventura
negli oceani deserti per cercare
una spiaggia ove posare le nostre ginocchia.
E subito dobbiamo riandare
dove il mare ci chiama
e in questo travagliare
si compie il nostro destino
di naufraghi marinai ed irrequieti gabbiani
scampati alla falcidia.
Antonio Pelliccia
Accetto il regolamento Sezione A
Mare e Terra
Il Mare al buio non si vede,
nero il manto che lo riveste
posato tra la terra e il cielo.
Ma nel silenzio della notte
si ode quel lieve rumore
di sciabordio d’amore
come un trepido amante
che con dolcezza lambisce
la sua donna e l’accarezza.
Nell’incedere del ritmo
esplode passione vera
per la sua amata Terra
in forte turbinio di onde,
in fragore potente d’urlo,
in spinta che la possiede.
E stanchezza non conosce
nel suo moto incessante,
nello strepito assillante,
in quel tormento d’amore
che fermare non riesce.
Tania Scavolini –
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
accetto il regolamento, sez A…
nessuno è al sicuro
fino a che gli squali e i caimani saranno liberi di divorare le vite degli altri
il mare siamo noi, ogni goccia siamo noi
ma non ci rendiamo conto che siamo un oceano
pacifico
troppo
Veronica Liga.
Dichiaro di accettare il regolamento.
Sezione A.
CI SONO DEI MARI…
Camminare sull’acqua del mare
Di norma viene tanto naturale
Che neanche ci fai caso –
Passeggi o corri,
Pensando solo alla tua meta,
O al limite
a quanto è dura o morbida l’acqua…..
Ma ci sono dei mari
Che risucchiano:
Il corpo – con i vortici,
La mente – con le attrazioni
del regno nel loro profondo.
Talvolta l’uno tiene l’altro a galla,
Talvolta s’inghiottono tutti e due.
Entri accaldata
Dal sole che hai preso sulla riva
E dalla corsa che hai fatto,
impaziente di entrare…
Spargi scintille sulla superficie,
Smuovi le onde –
Chissà dove arriveranno…
A volte l’acqua si scalda un po’ tutta,
A volte bolle dove sei entrata…
Senti la freschezza
Prima piacevole,
Poi crescente
Fino a diventare un gelo
Perché nel mare
L’ospite non è come un pesce!..
Allora l’ultimo sforzo –
E via…
Ci sono dei mari
Usa e getta
Che ti usano e gettano.
Ci sono dei mari
Dove entro come aria nei polmoni
E ad ogni espirazione
So già che tornerò.
IL MARE
Un mare in tempesta
potrebbe rifletterti
le onde dei miei pensieri,
svelare diafani
arcani segreti.
Per questo lo lascio tranquillo
senza un filo di vento.
Lascio che il sole abbagli
il tuo sguardo fugace,
che l’estate consumi
le labbra salate,
perché io non sono
come tu mi vuoi.
Da Fiori dell’ essere, Aletti Editore
Dichiaro di accettare il regolamento sez. A
Andrea Pergolini
Nicoletta Mosca.
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
La sera in cui m’innamorai di te,
suonai ad un pianoforte in riva al mare.
Avresti potuto vedere
le mie mani chiare,
mescolarsi al vento che soffia da quelle acque, quand’è notte?
La nostalgia
la malinconia
la paura…
fiorirono sotto le mie dita: fu la primavera.
Fu la primavera sul molo freddo e solitario
che bisbiglia storie d’ amori distanti;
Fu la primavera tra le ali dei gabbiani in fuga
e su questo mare in tempesta che partorì stelle,
fiori di campo,violini…
l’irrequieta mia sensualità.
RITORNI
Era da troppo tempo che non tornavo su questa spiaggia e ormai non ricordavo nemmeno più com’era fatta. Mi accoglie col suo bianco sorriso di quarzo che s’inchina a ogni singola onda. Avvicinandomi ammiro ancora le basette di lava indurita che l’ornano, e dietro i verdi capelli di pino e lentischio, che la bordano verso l’entroterra. La stempiatura avanza spinta dal vento, rubando qualche metro alla chioma. Ricordo che l’ultima volta il mare era in burrasca nonostante fosse agosto. Io giocavo sul bagnasciuga con gli amici, incurante delle onde rabbiose. Poi quest’assenza di non so quanti mesi, il ritorno per non so quale motivo. Sono molto diverso da allora: non sono più il ragazzo che ero. Anche oggi ci sono le onde alte; mi stanno riportando lente su quella stessa spiaggia dalla quale mi strapparono, credo, due anni fa.
————-
Luca Fadda
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.
Sezione B
Flash malinconico.
Sì, ma non mio. E’ uno dei corpi che tornano dal mare, dopo esserci rimasti mesi… in memoria di un ragazzo che è morto due anni fa, a Pistis…
-Mi trovo su una nave della Moby Lines di ritorno dalla mia ultima vacanza. Mi sento un po’ come Jack. Se fossi davvero su una nave d’inizio secolo mi avrebbero piazzato in terza classe giù di sotto, vicino alle caldaie. Non resta che la mia vecchia Renault, ingolfata tra le lamiere di altre 800 auto nel garage, e il ricordo straziante dei miei ultimi giorni di vacanza con lei e di quell’ultima frase che mi ha ucciso: “Mi sono resa conto di essere attratta dalle donne, ti mollo”.
L’ unica consolazione è che io non morirò di qui a poco come il personaggio di Titanic, a meno che non mi venga in mente di fare un salto in questa distesa blu oceano che circonda la mia rotta verso casa. Una distesa blu tendente al nero. Un’ immensa vastità di molecole d’acqua.
… Mi fa paura il mare, col cazzo che mi tuffo.-
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.
Mi sono lasciato tutto alle spalle, amici, casa, famiglia, lavoro… e sono fuggito, mi sono lasciato tutto alle spalle come se volessi cancellare tutto… e per sempre.
Ho preso l’auto e imboccata l’autostrada mi sono fagocitato quattrocento chilometri per arrivare in quel piccolo paese di mare che mi è restato nel cuore.
In una mattina di fine maggio, sulla spiaggia solo io e la mia ombra, dopotutto sono le sei del mattino e l’unica altra compagnia è la grande palla di fuoco che sta nascendo all’orizzonte.
Mi siedo e in assoluto silenzio mi godo lo spettacolo con gli occhi socchiusi, e in un momento mi sento come rinato, come se vivessi in una dimensione che non è la mia.
Per un attimo cancello i problemi, le angosce, le arrabbiature e tutte le altre cose che mi hanno avvelenato l’anima in questo ultimo anno, a piedi nudi mi godo la carezza della sabbia e mi lascio coccolare.
Uno squillo improvviso mi riporta alla realtà: “si si, sono arrivato, tutto tranquillo, stasera sono di ritorno…”
Silvio Bonaldi *Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B
ALBA DI MARE
Sara respirò l’alba, socchiudendo gli occhi per imbrigliare l’odore del mare e trattenerlo nel cuore. Lasciò scivolare i piedi dalle scarpe da tennis e li infilò tra i grani di sabbia umida. Giocò a far nascere orme giganti affondando sempre di più.
Sollevò lo sguardo. Dinanzi a lei l’infinito blu, incollato all’azzurro del cielo. i suoi occhi spalancati nel colore burroso dei cirri, ad inseguirne le sfilacciature e le forme allungate.
Tornava sempre in quell’angolo di mare, che l’aveva vista bambina felice, quando capiva che si stava perdendo nel miasma vorticoso del vivere.
-Come son piccoli i miei piedi- pensò. -Sembro una pianta, con le radici immerse nellacqua che gorgheggia.-
E cercava un ponte tra cielo e mare per ritrovare i suoi sogni e dare un una strada al futuro.
Maria Rosaria de Simone
Sez.B. Accetto regolamento
SOGNO DI TE
Sogno di te quando
la notte gela l’aria e
la mia mente rimane
immobile, sospesa
nel silenzio del mio
letto vuoto.
Sogno di te quando
la notte ruggisce e
la paura si impossessa
dei miei ricordi.
Sogno di te quando
la notte apre i suoi
profumi che a te io
dono con un semplice
alito di vento.
Sogno di te quando
la notte racchiude i
suoi silenzi e solo un
gemito di piacere
si ode nell’aria.
Sogno di te quando
la notte ruba i colori
alle stelle che io a te
dono per adornare
i tuoi riccioli d’oro.
Sogno di te quando
la notte scompare
alle prime luci
dell’alba e gocce
salate solcano il
mio viso.
Accetto il regolamento
Sezione A
Roberto MARZANO – Poesia (dichiaro di accetare il regolamento del concorso)
MARINAI TERRESTRI
Di cappotti in panno blu
bottoni d’oro e fodera scozzese
sfiorano visi i baveri
sotto i cappelli da marinai terrestri.
Le gote rosse di vento e di sale
inspirano fumi di aringhe ed espirano nebbia
nei porti del Mare del Nord
le lugubri sirene dei traghetti lividi di freddo
vengono sconfitte dalle labbra di Ingrid
che dolci sorridono venendoti incontro.
SILVIA CALZOLARI – OLTREMARE
Cavo fondale
nei silenti rilievi d’abisso
rigetta sabbie fragili
su scogli neri lucidi
di dorata forza
d’oltremare.
Suono di conchiglia
s’infrange
come sogno
d’eco profetica
nelle onde increspate
della ma baia.
Silvia Calzolari
Dichiaro di accettare il regolamento
Sezione di partecipazione A
Come una candela
Ti viene voglia di soffiarci sopra
a vedere quella fiammella che
timidamente combatte …
La osservo oscillare in bilico
tra l’essere e non essere più …
Mi chiedo dove cadrà o dove vorrei
che cadesse …
Mi basterebbe solo un soffio e la finirebbe là
ma aspetto ancora un pò …
La guardo e ricordo , un profondo respiro
un tenero sorriso …
e non soffio più !
Accetto il regolamento – sezione A
AMORE INCOMPIUTO
Dardi infuocati al ventre
Mentre il desiderio si fa dolore
Petali scarlatti migrano nel tramonto
D’un orizzonte netto e insolito
Esangue il cuore rantola devoto
In abissi dove s’annega un sogno
E trionfa spietata la mente
In realtà spente senza un nome
Crudele destino d’una favola che trema
Nel cuore d’una roccia prescelta
Dove le rune han’ inciso la fine
Sabbia che acceca le ultime attese
Scivola da mani tremolanti socchiuse
Annidandosi nel tempio delle risposte
Echeggiando ode d’un incompiuto amore
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
RIFLUSSO
Trema,
l’incessante battito,
un martello
si riverbera nei suoi abissi;
Oltre lo sguardo
inonda il sentire,
scivola giù
e poi ritorna
a bagnare i tuoi capelli di sale.
Sara Pasqualin
Accetto il regolamento – sezione A
Il mare
agita i desideri
con le onde ti accarezza
con i suoi richiami
i tuoi capricci corteggia
Non è un viaggio spensierato
quanti tormenti
sopra uno scoglio abbandonato
E’ grève il peso
sulle tue ginocchia
No, non sono libero
come un uccello
Ed in me
solo con il vento vola
un solitario grido
di libertà.
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
E’ il mio tormento
che sente … questo mare.
Dei “forse” andati
e dei “perché” smarriti.
Ad ogni onda
s’infrange una promessa …
Nella risacca della schiuma
svanisce ogni ricordo.
Michela Ruggiero
(depositato con documento di data certa)
Sez. A – Accetto il regolamento
Le tre di notte. La testa appoggiata al cuscino, ascolto il mare che in lontananza ma non troppo, culla il mio disagio: fruuu… avanti, sciaff… indietro. Sento le vene che pulsano in sintonia con quel ritmo e rivedo Sara che è appena andata via, via come una barca che prende il largo e sparisce all’orizzonte. Non mi sento male, mi sento stordito, come qualcuno che ha sostenuto una lunga lotta e poi cade. E’ andata via perché me la stavo mangiando: con le mie regole, i miei pessimi umori, le mie gelosie ed ora quello che mi rimane è solo il rumore del mare. Nella penombra della porta appare la sua figura slanciata che l’età non ha rovinato. “Dio, è ancora qui, è tornata. Giuro, non ti mangerò più, ti assaggerò solo un po’ ogni giorno per tutta la bellezza che il tuo amore sa darmi”. Un’onda più forte culla un abbraccio nel buio.
Eugenio Minola
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.
Naufragio
Mentre il sole raccoglie
il corpo abbandonato
E un adagio di mare
ne accompagna
i respiri malinconici
Un veliero che trasporta
bauli di pensieri
diretti al tramonto
Naufraga tra i marosi
dell’anima
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso – sezione A
Francesca La Froscia
Pasto di strada
Eri acerba poco fa
con il domani colorato
negli occhi.
I pensieri ora
non hanno l’incanto
dell’arcobaleno
donna plasmata
troppo presto.
E di fretta non ce n’era.
Le tue belle stagioni
pasti di uomini
che ne fanno banchetti
sono da scrollare
come briciole
dispensate agli uccelli.
Sbarchi il tempo
– con ombre da sviare –
nelle strade ingorde
che succhiano il viso
e ingollano il corpo.
Non saltelli tra le nuvole
ma trascini i giorni
nei vicoli muti e ciechi
senza primavere
da attendere
né margherite
da sfogliare.
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A
Sez. A – Accetto il regolamento del presente concorso
Correnti
Vivi così questi flutti
or nell’amara marea
e gorghi e risucchi
celan la forma, l’idea.
E sull’ultimo crepuscolo
che s’increspa di tenebra
spuman pensieri al pascolo
là oltre chiuse di palpebra
mentre su rocce marine
forte s’infrange ermetico
sotto supernove d’aprile
ancor l’istante eterico
in cui i nostri respiri son uno,
stesso riverbero d’infinito
giovanni galvani
Nessuno è al sicuro: SOPRATTUTTO GLI SQUALI ! Persone azzannate dagli squali in un anno: meno di 30. Squali uccisi ogni anno per prelevargli le pinne e farne zuppa di pinna di pescecane nei ristoranti cinesi: DUECENTOMILA.
Nello stomaco di un grande squalo bianco potrebbe essere trovato il cadavere di un cinese che abbia ancora nello stomaco resti di zuppa di pinna di pescecane.
Sarebbe giustizia divina, commenterebbe uno squalo.
Erika, questo spazio è riservato alle poesie, ma abbiamo deciso di pubblicare il tuo commento per l’intensità.
questa è una recensione del libro:
http://oubliettemagazine.com/2013/04/11/nessuno-e-al-sicuro-saggio-sugli-squali-di-cristina-biolcati-recensione-di-rosario-tomarchio/
E NON ACCADE ALTRO
Si muove su scaglie di vento,
intinta la rete e la lenza,
ancora tra flutti in dormiveglia.
Beccheggia in fiacca apparenza
tradisce la nascente aurora
soltanto la lampara spenta.
Sorride, ingenuamente, il pesce luna.
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
La notte più scura
Fluttuano al ritmo della marea le ciocche scure dei miei capelli
sospese nell’acqua,
sbattute dalle onde
si incollano come alghe sugli scogli.
Sono conchiglie i miei occhi schiariti dalla luna.
Fermi e calcarei fissano l’oscurità del cielo.
Immobili si lasciano incantare dalla visione dell’ultima stella che cade.
Poco distante,
sulla spiaggia stanno sdraiati in silenzio gli ultimi amanti della notte,
nell’acqua naviga come una barca senza meta il mio corpo silenzioso.
Anna Arpinelli
(Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A)
“Disattese le promesse
del tuo paradiso…
ignobile scoprire e
scoprirsi così avida
così sola…
il mio capo chino
su di te e
lacrime folli
disciolte in inferni accesi
le tue promesse
le mie colpe
e la notte…
il mio paradiso disatteso.”
Maurizio Valdrighi ( LaLineAdelTempO ),* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
In deriva
L’iceberg si muove
in là e in qua,
il mare rumoreggiava impotente,
uccelli bianchi
sono caduti gelati
nelle reti dei pescatori!
Non potevo fare nulla:
la mia barca si sta movendo
in là e in qua,
onde nere
portandola in deriva!
Accetto il regolamento. sezione A
Luisella Grondona Accetto il regolamento- sez B
Io l’ho visto il mare di notte
E’ il vento che irrita le onde, viene da nord e porta nubi che ingoiano il sereno. Insiste e le onde s’arrabbiano. Sempre di più. Sulla groppa del cavallo impazzito teniamo duro per non cadere. La barca sale, precipita.“Nooo” urlano le voci.
L’acqua schiaffeggia le teste. Vestiti fradici, odore di vomito, urina sulla pelle. Le fauci spalancate del lupo. “Mamma, ho paura!” Un uomo non deve aver paura, mai! Mi vergogno. Chiudo gli occhi. Le labbra contro i denti…
Le luci sono un miraggio, stelle palpitanti là dove il mare finisce. “Buttatevi!” la voce è una frustata “ in acqua, tutti quanti!”
“Non voglio”. Giù, qualcuno mi spinge e il lupo chiude la bocca…
Luisella Grondona
Santina Papa 24/04/2013
“Eco d’amore”
Bianco cigno,
ritroso e adamantino
come lanterna illumina la pelle sua bella
nell’udir quel sussurro
sorgere dal seno del mare.
Oh, Amore!
Se il seno del mare mi parlasse di te
vorrei attaccarmi ai turgidi capezzoli
per assaggiar in quella schiumosa mistura
la dolcezza infinita delle tue parole…
e se fossi una creatura del mare,
un’arcana sirena,
dal dorso simil a linea di luna
come mallo da noce, silenziosa,
sguscerei dal mio involucro trasparente
dando slancio al cuore
per giunger fino a te…
Correndo con repentino furore,
fra boschi di betulle ed erbe in fiore
impomatando le mie tenere papille
con il sapore del tuo umano sbadiglio
inebrierei di te ogni mia cellula…
Cruda passione alberga in noi
è vino bollente,
gocciola ardentemente nell’intimo nascondiglio
fin ad aprir quel magico scrigno.
La tua natura di essere carnale
nell’abisso della mia anima bisbiglia
come concerto di incantevoli violini
ad ogni sbatter di ciglia;
è l’eco d’Amore che nutri per me…
Anime rare siamo noi
espandiamo l’intensità del nostro esser tutt’uno
facendoci gancio
con impeto ci incateniamo come d’ incanto.
Nessun tramonto
solo albe luminose
nello splendido cerchio dell’Amore.
-Santina Papa
Pubblicata nel sito scrivere
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso – sezione A
-Il giorno che venni divorato vivo fu quello che ricordo con maggior gioia.- disse Louis con una voce impastata e gli occhi infiammati dal ricordo.
– Era una sera come le altre.- aggiunse mentre le sue dita presero a muoversi senza senso. – Un po’ meno squallida del mattino, agitato da un fastidioso vento- sottolineò Tommy, senza essere ascoltato da Louis, ormai perso nell’ansiosa nostalgia di quel momento da rievocare, così, per sentirsi ancora vivo: – Quando la vidi guardarmi era troppo tardi. Te lo ricordi? Mi aveva scelto tra tutti e si era seduta al mio fianco. Parlammo per qualche ora, ma sembrava fossero passati pochi minuti. Dimenticai di guardare la partita in streaming, non mi accorsi neanche che voi eravate andati tutti via. -Eh eh! Sorrise il caro Tommy, felice di avvistare negli occhi dell’amico una dolce lacrima. -Non è giusto essere baciati e sbranati allo stesso momento.- disse Louis
-Non è giusto, ma non è hai più paura- aggiunse Tommy andandosene.
Giuseppe Carta
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B
Indelebile presenza
Mi manchi
come il mare alla sabbia
sei ovunque.
Cammino sull’orlo
della tua riva
in perenne silenzio.
Mai ti vedo
sempre ti parlo
costantemente sento la tua anima.
Senza fine in me
indelebile presenza.
Grisanti Maria
Sezione A
Dichiaro di accettare il regolamento
Lasciatemi stare
solo
così
muoio
Lasciatemi stare
lasciatemi urlare
dal
profondo
del cuore
Lasciatemi stare
non voglio
uscire
il sole
inasprisce il dolore
Lasciatemi stare
lasciate che
i dieci
i cento
i mille pensieri
si schiantino
come arbusti
di luce
sul ciglio del mare
Lasciatemi stare
lasciate che
il sale
guarisca il dolore
mentre il sole
s’affoga nel mare
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
Mare di notte
Nelle tiepide notti d’estate,
il soffio caldo di scirocco
sposa, al profumo dei camucioli,
aromi di lavanda e ginepro.
Dune selvagge degradano
nella spiaggia di sabbia sottile,
opalescente sotto la luna.
Amo sedermi sulla battigia,
sentire la rena bagnata
e il lento fluire della risacca
che accarezza i piedi nudi.
Assaporo gli spruzzi salmastri,
godo la brezza sulla pelle
e il vento tra i capelli.
Con occhi colmi di stelle,
contemplo l’immensa distesa
del nero velluto, ingemmato
da preziosi merletti di spuma.
I pensieri naufragano lievi
e gli affanni si stemperano,
nel dolce incresparsi delle onde.
Foschini Anna Rita.
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso- sezione A
Amo le onde del mare
Amo il naufragare lento
dei miei pensieri,
li tra le onde
che amo.
Sirena fuor d’acqua
muoio …
Manca il bagnar dei tuoi baci,
il morbido giaciglio
del tuo indescrivibile
saper amare.
Soffoco
nell’aria tersa
di malinconia
senza di te.
Amo le onde del mare,
amo te…
Paolo Lorussi
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
Agostino pertica 27/ 4/2013
Nel mare della solitudine…….
Invano ho cercato….
Siamo pesci annegati
nella tempesta
sbattuti sulla riva
un’onda troppo alta
ci ha spezzato…….
Incantati dal canto
di mille sirene
troppo bello
per ascoltarlo
troppo triste
per rincorrerlo…..
In una cascata
buttati figli del tempo
non intimoriti…..
Un vortice di niente
inghiotte tutto
portando
solo il silenzio……
Dichiaro di caccettare il regolamento di questo concorso,sezione A
IL MARE
(sonetto minore)
Tu, incubo da domare,
mondo agognato così,
dove il sogno compare
non posso dirti che sì.
Sì per starti a cantare,
per passare un altro dì
sul tuo grembo a guardare
chi nuota, chi corre, chi
t’abbraccia con la rete.
Fra il cielo e te il confine
è una linea che non c’è,
è una palpebra perché
non so quale sia il fine:
non sazi la mia sete.
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
L’AMORE GUARITO
Ora sono qua seduto nella sabbia
e sfioro le onde del mare.
Quanto dolore e quanta sofferenza
ho patito lontano da te.
Quanta tristezza e quanta malinconia
ho provato rinunciando a te.
Quanti errori e quante illusioni
ho vissuto senza di te.
Tu che racconti la vita dell’uomo
che per l’amore è nato.
Tu che sostieni la verità dell’uomo
che senza colpa è vivo.
Tu che inondi il mondo dell’uomo
che per la bellezza lavora.
Tu che nutri il corpo dell’uomo
che per delizia è creato.
Ora sono qua immerso nell’acqua
e abbraccio l’eternità.
Sento il calore d’un amore rinato
che per la gioia s’è unito.
Ora sono pronto a vivere liberamente
insieme a te l’amore guarito.
Marco Greco
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
Mi chiedo ancora come sia potuto succedere. Andava tutto bene. Le condizioni erano perfette. Centinaia di volte ho navigato a vela su questo specchio di mare senza avere problemi e in condizioni ben peggiori. Maledetti totani!. Ma cosa mi ha detto la testa di venire a pescare totani! L’acqua non è fredda ma sono stanco e poi… C’è qualcosa che mi gira intorno. Forse è proprio quel qualcosa che ha rovesciato la barchetta. Stupido! Stupido! Sei solo uno stupido! Non potevi rimanere sul divano a guardare la TV come le persone normali? No eh?! Nooo. Perchè sei un biologo marino e a te piace andare per mare sempre e comunque. E poi i totani, è il momento ideale per pescarli, perchè farselo sfuggire! Te lo dico io perchè brutto idiota! Perchè ora non staresti a mollo nuotando come un forsennato per cercare di raggiungere la riva nel buio più assoluto con… Con… Con qualcosa che ti nuota intorno. Cosa diavolo sei? Sposti molta acqua, sei grosso ma non riesco a capire cosa diamine sei. Se almeno fossi andato in piscina negli ultimi mesi a questo punto non saresti così stanco… Dai su manca poco. Il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli è vicino, molto vicino. Ci sono! Ci sono! Mi tiro su e mi siedo con lo sguardo perso di fronte a quel mare nero che amo ma che mi ha quasi inghiottito. Alla prossima mio caro, stavolta ho vinto io.
Daniele Rizzelli
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.
…. sei sempre un grande ache quando scrivi ! Hai vinto tu ….
Donna e mare.
Lontano, il mare ulula il suo dolore alla notte
attimi di fuoco illuminano il cielo
non si placano i tormenti che agitano il tuo cuore,
come onde che si infrangon sugli scogli delle vita.
Donna in mezzo alla tempesta,
non ti piega il vento che lacera i tuoi vestiti
non ti spezza l’uragano che fa esplodere i tuoi sensi
non ti trascina la corrente negli abissi .
Domani verrà:
accarezzerà i tuoi capelli, la brezza del mattino
lenirà le tue carni, la spumeggiante schiuma
asciugherà le tue lacrime, il primo raggio di sole.
E il mare ancora cullerà i tuoi sogni.
Rita Chinotti
( Dichiaro di accettare il regolamento del concorso sezione A)
Ore tre del mattino di sabato 6 Aprile 2013. Non riesco a dormire forse per il caffè o, forse per un pensiero che sta diventando ostinato. Il silenzio della notte lo avverto con un sottile fischio nelle orecchie. Ho l’impressione di non percepire nient’altro ma, ecco, che il sordo rumore del mare che discorre di sé impattando sulla spiaggia, emerge sul sibilo del silenzio. Borbotta e discorre, costante, senza paura, senza cedimenti, borbotta e racconta. Il pensiero ostinato diventa azione, prendo la penna e inizio a discorrere di me. Ore tre e trenta di sabato 3 Aprile 2013…
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B
L’importanza del “volo” – (dopo una forzata immobilità)
Dal silenzio della mattina, un rumore improvviso come di passi sul tetto a rimuovere le tegole, poi ancora silenzio.
Cosa poteva essere stato? Finalmente la risposta poco dopo. Il verso di un gabbiano prima forte e poi sempre più lontano a dimostrare che era stato lui a scuotere il silenzio. Aveva mosso i primi passi del mattino e poi aveva spiccato il volo verso il mare poco distante, denunciando la sua presenza con quel grido stridente. E rassicurata dissi tra me e me, è solo un gabbiano allora…
E’ ora di spiccare il volo anche per me, pensai…e mi alzai.
Tania Scavolini .
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B
Maresia
Oh! Le caldi estati di un tempo…
I gusci e le lontane onde
Col pensiero girovago ho dormito sui litorali abbandonati e aspettato il sonno incantevole.
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
Un urlo squarciò il silenzio della casa al mare. Alberto si svegliò di soprassalto, completamente sudato, e con gli occhi ancora chiusi tastò le lenzuola alla sua destra, trovando il letto vuoto e freddo, com’era sempre, da quando Nina se n’era andata. L’aveva sognata quella notte, Nina. L’aveva vista, mentre raccoglieva i sassi dalla riva del mare e poi, preparata e adornata come una sposa, si era coricata nel letto d’acqua. La corrente l’aveva abbracciata e lei aveva sorriso, serena.
Si alzò dal letto e uscì di casa, incurante della pioggia.
“Tutto comincia nell’acqua e tutto finirà nell’acqua”, pensò.
Acqua nella pancia di sua madre, quando era ancora un ammasso di cellule in fase di differenziazione. Acqua nei suoi pochi e ormai lontani ricordi felici, quando da bambino si tuffava in quelle acque cristalline, che adesso gli facevano quasi paura per quanto erano turbolente e scure.Acqua nei primi anni del suo matrimonio, trascorsi in quella casa al mare con Nina. Acqua di fronte a lui, nelle onde tormentate del mare in tempesta. Acqua su di sé, nelle lacrime salate come il mare che gli scorrevano sul viso. Acqua, acqua ovunque.
Federica Carlomagno
-Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B-
Antonio Ciavolino 30/04/2013
^
Uso del mare…
Uso del mare fare mio rifugio
ed abissando naufragarvi l’indole
o navigando in un delirio d’albatri.
Sangue salmastro a scorrere le vene
e sale e sole ad affondare rughe.
Lungo il nuraghe ai muri dell’acanto
campo celeste e limite del cielo.
Sono rinato d’acque
che schiarano lo sguardo,
son rete di tonnara
e vela senza tempo
o notte di bonaccia,
urlo di fortunale.
Cuore colmo d’oceano
che frange palpitando
tavola del mio olio
talora goccia in canto.
^
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione A
Del Mare
*
Solo sa chi è del mare,
della marea le pozze,
quando dio oceano torna
nella sua casa grande
e tracce lascia
d’acqua salmastra
dove rispecchia il cielo.
*
– dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione A –
Il mare era da sempre
e sempre stato
qualcosa per me
di buono
Guardandolo, come guardando me
e nello sguardo, rivedendomi
libera, piena, senza voce, senza più
domande
La superficie sulla quale
srotolare
le cavallette litiganti del cervello
pensieri che fanno male, lasciare
che morissero nell’ebbrezza delle realtà possibili
o di quelle dolci al ricordo
Guarire anche ciò che per natura
non può che essere dolorante e attorcigliato
complicato
Il mare
prezioso per l’uomo
perché non umano
Come una tregua da tutto, un riposo
e un’iniezione
di sensualità, lungo gli spigoli del corpo
Spiace dover tenere gli occhi aperti
non poterli chiudere ignari della verità
la verità che urla, non è vero
Il mare ora mi ributta le immagini
anche se narcotizzati i sensi, le forme tornano
hanno il colore assente dell’acqua, mute
violente come un uccello riverso in una
discarica
con le ali sporche, inutili
Come schiaffi, calci, insulti
senza una ragione
senza difese
Violente come voi
che ho timore di guardare con questi occhi abituati male
perché non siete più riconoscibili
Il mare riporta solo macchie gonfie
ha deciso per tutti, ha finito il suo lavoro
e quando sarò a corto di parole – presto – anche le più ovvie, le più banali
sarà di nuovo facile dimenticare.
Chiudere la parentesi.
Nessuna paura, è il mare.
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione A.
Il mare dei perché
Quel mare là, quello che riempie i ricordi, è vestito di un azzurro che è difficile trovare. Le sue onde, altissime, sprigionano una schiuma che frettolosamente raggiunge la riva e bagna i piedi desiderosi di rinfrescarsi, generando un tale benessere che trascina l’anima in un placido delirio. Così tanta ricchezza è difficile da descrivere, non si può toccare e nemmeno fotografare: solo l’orizzonte è in grado di percepirla, in un valzer di colori sopra quell’immensa distesa chiamata mare. Luminoso, malinconico, simbolico e reale al tempo stesso guadagni i sogni e le speranze di chi, con lo sguardo perso e il cuore in gola, cerca risposte sagge per poter ritrovar se stesso fissando un orizzonte sconfinato, tracciato da una linea immaginaria senza la quale niente avrebbe senso. Ingegnoso miracolo della natura rifletti da sempre il senso della vita e della morte, causando tante gioie e tanti dolori nella nostra esistenza che altro non è che un flebile soffio nell’infinito mare dei perché.
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B
Avevo abbandonato l’azzurro del mar Tirreno, nella mia tranquilla città laziale sede del porto più grande d’Italia, per trasferirmi in pianura padana: che delusione scoprire il grigio colore del mare Adriatico, simile al fango come il suo cielo! Sembrava quasi voler inghiottire e spegnere il mio rapporto con la forza delle onde. Ho ritrovato i miei equilibri solo a Marina di Ugento, dove il mar Ionio compare verde, cristallino ed incontaminato, popolato da pesci che lo adorano. Ma ho riscoperto me stesso nel campidanese, a est di Cagliari in sardegna, dove a Costa rei il mar Mediterraneo perde ogni colore e diventa trasparente, pulto, come acqua minerale, e dove il confronto con il mar dei Caraibi è vincente su tutta la linea.Queste sono le mie acque, questo è il mio mare dove mi rispecchio e ritrovo le mie forze.
Dichiaro di accettare il regolamento sezione B.
Al mattino presto il sole sorgeva sulla distesa d’acqua, attraverso le persiane filtrava nella stanza. Sul soffitto piccole linee di luce tremolanti rischiaravano il risveglio riflettendo il moto delle onde. Era quello il segnale che fuori il mondo aveva già ripreso il suo corso normale. Gli adulti giù in cucina all’opera da un bel pezzo, avevano preparato la colazione e si apprestavano alla discesa in spiaggia. Il caldo, l’estate e l’acqua trasparente ci reclamavano.
Noi ragazzini, con un guizzo filavamo giù dai letti e scendevamo in cortile. Dopo esserci lavati con l’acqua gelida del pozzo sgranocchiavamo qualche fetta di pane, della frutta e bevevamo un sorso di latte. Procedevamo in fila indiana sul sentiero che portava
alla scogliera ed al braccio di mare che ci ospitava. Non era una semplice vacanza. Quei giorni avevano il colore dell’avventura. Il mare ci ha visto crescere, abbiamo imparato a nuotare, a stare in barca ed a remare. Frequentando i pochi pescatori superstiti che
vivevano da generazioni in quel tratto di costa abbiamo appreso come
“ calare” e “salpare” le reti da pesca. Non solo questo, conoscevamo i venti e tanti piccoli segreti di una sapienza antica. Oggi, se passo di là quasi non riconosco i luoghi. Tanto è cambiato e non ci sono più tutti quei volti amici. A volte, anch’io mi riconosco a stento con quel ragazzetto che ero un tempo già troppo lontano.
Solo il mare pare sempre lo stesso. Le sue onde non hanno dimenticato nulla dei sogni dell’infanzia ignara di quel tempo che resta fatale e ricco di ogni bene.
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B
21/04/2013
LO STRETTO INDISPENSABILE
Ondate di paura
nella schiuma della rabbia,
correnti fredde si mischiano
in calde risacche sorrette
dall’umido Libeccio.
Barriere calcaree scalzano
i rossi coralli del cuore.
Fari sull’opposta sponda
limitano l’infinita visione,
immaginando orizzonti fiabeschi
al calar della sera.
Ed è il tramonto,
con i suoi riflessi purpurei
sullo specchio dell’anima.
La brezza da est
porta con se carichi
di pensieri e fantasie
che non vanno oltre
le dune sabbiose
della mente assolata.
Nella notte scura
seguendo rotte mai solcate
vago solitario in balia dei marosi.
Tra Scilla e Cariddi
il mio sguardo si perde
nella ricerca di te.
Albeggia, prime luci
rischiarano il quadro
sulla tela dell’esistenza,
barche che navigano
venti che le deviano
scie biancastre che si perdono
nel blu profondo
del mare della vita.
*Dichiaro di accettare in toto il regolamento del concorso per la partecipazione alla SEZIONE A.
FRANCESCA GHIRIBELLI – – sezione di partecipazione: B racconto breve.
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.
UN CASTELLO SUL MARE
Una farfalla sfiora una duna di sabbia e nessuno saprà mai il suo segreto. Da terre sconosciute sentirai melodiose arpe riscuoter la giovane voce dell’esistenza,ma soltanto per un attimo vedrai comparire sulla via smarrita un paesaggio lontano.
Sembrerà il misterioso e sottile bacio di un sogno: avrai una spiaggia per mondo e per lunghi capelli le bagnate schiume del mare.
Le conchiglie saranno orecchie in ascolto di ciò che non è stato detto,mentre la mente danzerà fra gli scogli che sorrideranno di sale.
Vivrò l’infinito amore per stazioni mai conosciute e in ognuna di esse avrò un castello sul mare.Un maniero di sogni per un mare di fantasia.
Mi ritrovo ladra del tempo per poter sognare in eterno.
Poesia “Voglia di mare”
Vincono i sentimenti liberi, migrano.
Onde s’infrangono
gridando alle coste
le esasperate tempeste a cui sono esposte
Isola bella, lascio alla tua terra ogni mia lacrima
ancora levati, voglio navigare,
diretta dal vento,
Inseguita solo dal tempo,
miro ad uno sfuggente orizzonte,
accarezzando l’aria salata e la fatica sulla fronte,
remo contro le insidiose onde,
ergendo le vele dell’anima.
* Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione A.
SOGNI
Danzano i sogni
sulle corde pizzicate
di un antico violino.
Note armoniose,
melodia di stelle,
pulviscolo dorato
veleggia
nel mare sconfinato
delle mere illusioni.
Sogni senza tempo
s’infrangono,
graffiano gli scogli
rattrappiti dell’anima.
Lieve sciabordio
d’onde mosse dal vento,
s’inchinano
alla rinnovata Luna.
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione A
ABISSI
Scendo verso il fondo
per scoprire
se stelle abitano
la tua notte.
Dentro di me desidero
che il buio
protegga il tuo mistero.
L’eco del mondo
è ormai così lontano,
sondo le mie emozioni
nel silenzio
e finalmente trovo
le risposte
distese chiaramente
sulla sabbia.
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
IL CANTO DEL MARE
Cantava il mare. Ha cominciato piano, ma non si è mai fermato e adesso urla coprendo ogni rumore. Forse sono tutti i pensieri che hanno agitato la mia notte, finiti in mezzo ai flutti. Cerco il blu con gli occhi, lasciando che mi riempia, diventando quella tempesta che mi cresce dentro. Sono sotto le onde che si rivoltano. Rabbia e dolore si scontrano fino a perdere forza e significato e limpida ritorna la mia acqua. Torna la luce come tenue alba che promette di diventare giorno. Cerco la pace e il mare mi risponde.
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.
MEZZANOTTE STELLATA
Il flusso impetuoso che errava randagio dai cosmi più alieni
ti sospinse paziente nelle mie viscere.
Accarezzati da onde vezzeggiate dal fato,
sento il tuo respiro accelerato entrare dentro di me
sotto gli occhi complici di una mezzanotte stellata.
Il magnanimo mare che fluttuò la tua anima nella mia
ti volle ancora tra le sue braccia inappellabili.
Trainato da un destino labile e incontrastato
oscillasti via,
avvolto da onde ineluttabili.
ADDIO gridai rassegnata
ma di nascosto rubai all’acqua il tuo respiro
Clorinda Iovenitti
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.Sezione A
MEZZANOTTE STELLATA
Il flusso impetuoso che errava randagio dai cosmi più alieni ti sospinse paziente nelle mie viscere .Accarezzati da onde vezzeggiate dal fato, sento il tuo respiro accelerato entrare dentro di me sotto gli occhi complici di una mezzanotte stellata.
Il mare magnanimo che fluttuò la tua anima nella mia,ti volle ancora tra le sue braccia inappellabili.Trainato da un destino labile e incontrastato oscillasti via, avvolto da onde ineluttabili .ADDIO gridai rassegnata, ma di nascosto rubai all’acqua il tuo sorriso.
Clorinda Iovenitti
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.Sezione B
Il mare dei ricordi
Seduto su uno scoglio della barriera frangi flutti, la canna da pesca stretta tra me mani ossute, il vecchio respira il mare, a occhi chiusi. Gli spruzzi d’acqua leniscono la pelle, consunta dal sole e dalle stagioni della vita, e un lieve refolo di vento danza tra i radi capelli incanutiti. I pensieri galleggiano lievi, come le bianche vele all’orizzonte; si librano fino a perdersi tra gli stormi garruli dei gabbiani, nel cielo vermiglio del tramonto. Gli sembra di vederli, quei due giovani che corrono sulla riva tenendosi per mano, con i piedi nudi lambiti dalla risacca. Lei è bella, e bionda, e ride felice: lei, il suo unico amore, la compagna della vita, la madre dei suoi figli. Lei, che riposa nel piccolo cimitero del paese, nella tomba bianca che ogni giorno ricopre di fiori. È stanco: sa che presto potrà raggiungerla, e non desidera altro, ormai…
Il tocco di una mano di bambino lo riscuote: -Ehi, nonno, guarda: ha abboccato un pesce!-
Apre gli occhi, guarda il suo nipotino: ha gli stessi occhi azzurri, gli identici riccioli d’oro. Le somiglia così tanto… gli sorride, gli fa una carezza leggera sul visetto arrossato dall’eccitazione. Non è ancora il suo momento: lei lo aspetterà, come ha fatto tutta la vita.
Accetto il regolamento. sezione B
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso partecipando alla sezione A.
AI CONFINI DELL’INFINITO
(Tratto dal mio libro L’Impronta del Pensiero)
VINCENZO LUBRANO
“La spuma del mare
descriveva la mia anima…
L’impatto delle rocce
la mia determinazione…
Il mio sguardo cavalcò le onde
fino ad arrivare all’orizzonte…
Un unica speranza superò la capacità del mio senso…
Battiti e sogni …
Posati sulle ali di un gabbiano che
Oltrepassò l’ orizzonte…”
Vincenzo Lubrano
PASOLINI TRAGHETTATO DA OSTIA AL PARADISO DEI POETI
Piena la luna
dentro il gelido tirreno,
oltre la duna
si consuma il fatto osceno.
Il rumore di un’onda e
l’aria di sale,
il sangue che gronda
gli dan del maiale.
Lontana è l’estate
e i bagni nel mare,
suonan sorde, le catenate,
giace qui il corpo da abbandonare.
Il Re dei Poeti convoca Ulisse:
“prendi la barca, non lontano da Circe
afferra l’anima dolce di chi del popolo scrisse”.
Maurizio Perelli
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso. – sezione A –
La vita del mare
Una goccia è caduta nel mare,
una goccia speciale
a cui vengono concesse le onde solo
per dondolare.
La goccia che arrancherà un giorno alla vita,
rende adesso la custode del mare
sensibile ad ogni respiro,
in attesa che lei le afferri le dita
e la chiami: “Mamma.”
La culla che dondola,
di nuovo l’immagine del mare,
sarà che è lì che sei nata,
è lì che tua madre l’ho amata
e forse ancora prima sognata.
Lei ora ti tiene stretta,
t’invidio per quella pace d’abbraccio
che non ritrovo più,
ma tu piccola goditelo ancora
che per camminare hai ancora un pò di tempo.
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso. – sezione A –
Mar vivo
Onda linda che la riva
Accarezzi si’fugace,
Lustri l’ anima mia schiva
E le doni la sua pace.
E quell’umida carezza
Che dal piede scalzo sale,
Mi regala la dolcezza
Di un abbraccio surreale.
Forse complice tuo il vento
O le note nella mente,
Ti ridono quel che sento
Sempre silenziosamente.
Scende lento dalle gote
Quel mio umido frammento,
Cade dritto nel tuo abbraccio,
Ne diviene un complemento.
Savina Del Giudice
6-05-13
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.Sezione A
AMARE IL MARE
La musicalità degli eventi
Si fonde in un pensiero visibile
Un miraggio scivola nei miei occhi
Le onde!
Vorrei annegare
Uno sguardo ancora per carezzarle
E lasciarmi trasportare
Flavio Failla
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso. – sezione A –
LONTANA CAREZZA
Da un pensiero,invisibili fili
ti volano al cuore e qui mi ritornano,
tessendo tele aperte su vascelli
che in seno al nostro mare spadroneggiano,
quel perpetuo viaggio pronti a compiere
e che nessuno mai osi interrompere
tra te e me. Resto sulla prua ad ammirare
l’acqua, fino a che ti veda passare
per attimi di sguardi non smarriti
e carnalità dei corpi non mancare
quasi, sporgendo il braccio per rubarti
lontana carezza,lieve e cosciente,
sul volto, commossa, per salutarti,
con musica e silenzio nella mente.
Accetto il regolamento. sezione a
LO SQUALO
Apparve all’improvviso, fendeva l’acqua con la potenza della prua di una corazzata, era la pinna dorsale di un grande squalo bianco. Immediato voltai lo sguardo verso la barriera corallina ma troppo lontana, ero spacciato, completamente privo di reazioni mi chiedevo dove aspettarmi il primo morso. Immaginavo le mie carni dilaniate, il dolore atroce, il sangue e stavo tremando. Mi voltai per capire da che parte aspettarmi l’attacco. Lo squalo si stava avvicinando a velocità folle è la fine. Eccolo a pochi metri, mi è addosso, le mascelle spalancate, i denti, il morso e la mia gamba tranciata in due parti e poi il secondo decisivo attacco e poi la sveglia che mette fine al mio incubo.
Walter Fabbri
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B
Sei molto bravo. Stilisticamente impeccabile, bella, divertente…complimenti. la mia è più avanti, ma vale poco
Grazie per le belle parole. Non ho capito bene dove si vedono i commenti e poi non ho trovato il tuo. Comunque grazie. Eu.
Mare Eterno.
Vorrei esser pietra,
più duro nella la vita,
ma non lo sono,
son nato piuma,
riesco solo a sfiorare ciò che amo,
divenire acqua per scivolare
su ogni cosa e non pensare,
invece sono inchiostro
ovunque vado macchio,
a volte esser cielo
mi piacerebbe tanto,
sarebbe bello
poter guardare dal cielo il mondo intero,
il Sole…
la luce,
poter vedere te brillare
o Luna,
per rischiarare il cuore tuo,
ma esser scoglio sarebbe meglio,
attenderei te,
quell’onda che aspetto da tanto tempo,
la piu bella,
venirmi incontro partendo da lontano,
attraversare l’oceano tutto,
le sue tempeste,
il mare,
infine,
giungere innanzi a me come una ballerina,
dolcemente ti sollevi,
per avvolgermi e non lasciarmi più,
in questo mare eterno.
Di Giuseppe Morelli
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso. – sezione A –
Guardo le stelle e mi sento più piccola che mai. Ora, forse, non vorrei trovarmi qui, da sola. Ho remato nella notte, ho preso il largo. Dopo avere abbandonato i remi mi sono gettata in mare. Immersa in un limbo liquido e scuro senza riferimento alcuno, ho guardato la barca allontanarsi alla deriva. Misuro il tempo trascorso nell’acqua gelida dalle fitte acute che mi attanagliano le membra, sempre più rigide. Credo che tra un po’ non sentirò più il corpo. Per ora resto ancora a galla ma presto andrò giù, lentamente, e tutto finirà. Strano, non ho paura. Forse perché l’acqua è l’elemento primordiale e all’acqua sto ritornando. Solo che il mare di notte è una culla fredda e nera. Accidenti, che strattone! La superficie piatta del mare all’improvviso ribolle di schiuma e spruzzi che violano il silenzio del buio mentre un tepore inatteso mi avvolge. Sagome enormi saltano e coprono la vista delle stelle. Sono più piccola che mai.
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso, sez. B.
Una storia senza capo né coda
di Mario borghi
Questa è la storia, senza capo né coda, di un mare. Anche se, detto tra noi, la coda c’è, eccome, e ogni giorno si allunga. Una coda di persone, cosa avevi capito; di gente che pensa ancora alle code di scampi, che ieri mangiava, anche un po’ annoiata, o che non ha mai assaggiato.
Questa è la storia senza capo né coda di un mare ingombrante e scomodo, di code e di disperazione; di un mare che basta poco e diventa rema. Rema, sì, per non affogare, anche contro corrente.
Questa è la storia di un nuovo mare, anzi di una nuova marea, anche di capi, e anche in giacca e cravatta, tutti in coda; la storia di chi scopre che “Caritas” è l’anagramma di “Carta Si”, che solo ieri usava anche per andare al mare; la storia di un mare, di un capo e di una coda, che ci vuole poco e diventa corda, che ci vuole poco e va attorno al capo, che adesso c’è, scende fino al collo, stringe, e poi dritta giù, in chissà quale mare, speranza d’oblio, di capi e di code.
* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, poesia sezione B
proprio carina!
Mi piace l’estroso e improbabile gioco di parole che tutto pare ingarbugliare e invece rivela una visione della vita.
Tornavamo sulla spiaggia.
Passavano i pescherecci quel giorno, mentre osservavamo il mare attraverso i vetri opachi di quel ristorante. Pescherecci soli, lontani, piccoli punti bianchi in quella cornice di mare che tutti i giorni sembrava essere li ad aspettarci. I gabbiani volavano, riuscivo ad ascoltare le loro grida tra le pause della macchina per il caffè. Ricordi, era il giorno in cui mi dicesti che stavi per partire. Eri stanco di respirare la solita aria che sapeva di sale, ma forse eri semplicemente stanco di guardarti allo specchio. Io ti risposi che era la scelta più giusta, ma dentro morivo.
Da anni ti aspettavo fuori casa ogni giorno. Nell’attesa contavo i mattoni, mi fermavo ad ascoltare le urla che continuamente rimbombavano dietro la porta di casa tua, tuo padre che urlava più forte mentre tua sorella Giulia non piangeva più, non aveva più lacrime. Scappavamo in fretta io e te, in sella al marciapiede, costretti a camminare perché troppo giovani per avere un “motore”, o forse troppo poveri per potercelo permettere. Tornavamo sulla spiaggia.
Ecco, ora abbiamo dieci anni, e le tue scarpe verdi sono rotte.
Ora ne abbiamo venti e le tue scarpe blu non sono meglio di quelle verdi.
Parlavamo di tutto ma non di noi, avrei passato delle ore ad ascoltarti, non avevo mai paura di quello che usciva dalle tue labbra.
Si, eravamo in quel ristorante, mi dicesti che era arrivato il momento, dovevi partire. Osservavo le tue lacrime nascondersi attraverso i tuoi occhi scuri, non volevano farsi vedere, perché un uomo che se ne va lontano non può mostrare la sua natura debole. Io piangevo e non parlavo. Sentivo stringersi gli occhi sempre di più. Dicevi che non era più il tempo per te, non era più il posto per te, forse nel posto dove stavi andando avresti trovato delle nuove possibilità, forse avresti semplicemente fatto riposare i tuoi timpani, i tuoi nervi.
Mi alzai in piedi e guardai verso l’orizzonte, i pescherecci erano spariti ormai, ma quel pesce sulla nostra tavola sapeva solo di malinconia. Iniziai ad urlare che non era quella la soluzione a tutti i tuoi problemi, che si arriva al mondo per sopravvivere e non per fuggire. Ormai le urla sormontavano le tue inutili scuse, non riuscivo più a capire nulla in quel caos, la rabbia mi fece cadere a terra e continuai a piangere mentre sentivo che ti stavi allontanando.
Ora dove sei? Ora non ci sei.
Me ne sono andato anche io sai? Sono scappato, proprio come te. Non capivo perché alla mia festa di addio, mia madre, vestita di nero, continuava a piangere.
Me ne sono andato anche io sai? Ma non ritornerò.
Andrea Barboni
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B
Quieto il mare s’allarga
A lambire le rive dove tu o luna
Scavi orme di luce
Sulla sabbia rugosa
Orme di piedi e solitudine
Illumini nel silenzio delle maree
E salsedine è il vento
Della notte
Che respiro con tutta l’orgia
Del mistero che mi offri
Senza pagarlo
Oh finalmente c’è una cosa
Che vivo in questo mondo
Senza pagarlo
Vivrò di te luna, di mare
E di mistero così alto
Che il selciato del cielo
Così adorno di luci
Dovrà respirare.
Accetto il regolamento, sezione A
QUEL TUO NOME CHE NON VERRA’ GRIDATO INVANO (Lirica di Raimondo Loriga)
Divorami nell’Onda
prima che sia troppo tardi per tornare
prima che i flutti ci dovranno separare
lasciami scarna
giacente sullo scoglio
sono la tua Siren morente
ho perso anche l’orgoglio
sono la Tua schiava
mio Nobile Squalo dai denti grandi e aguzzi
voglio che mi spruzzi
la Tua bava sul mio petto
voglio esser vestita
del mio stesso sangue
strappami il seno
te lo lascio esangue
mordimi le labbra
ed ingoia tutte le parole
che stanotte per Te ho sognato
poi dammi un bacio
tra le cosce
e con la lingua
insinuati nella Via piu’ Oscura
si,divorami anche quella
plagiala
addentala rendila insicura
e prima che io muoia
fammi forte urlare
quel Tuo nome
che non verra’ gridato invano.
LIrica Di Raimondo Loriga,che dichiara di aver letto e accettato i termini del regolamento,appartenente alla Sez. ” A ”(Poesia)
ALLE MIE SPALLE
Mi capitava sempre da piccolo. Ogni volta che entravo li cominciava a battermi forte il cuore, la mia bocca iniziava a seccarsi, sentivo la sua presenza che incombeva, lo sentivo sogghignare e ridere di me, non volevo si avvicinasse, avevo troppa paura. Partiva la sfida, dovevo prepararmi ad affrontare quella “cosa” che pian piano si avvicinava, ma che ancora non rappresentava per me un pericolo. Salivo le scale con cautela, con la coda dell’occhio mi guardavo le spalle, ma non volevo che si accorgesse che avevo una paura tremenda di lui, che mi agguantasse con i suoi artigli malvagi. Dopo qualche gradino, succedeva la cosa peggiore che potesse capitarmi in quel frangente; il BUIO, quel maledetto buio che mi incuteva un terrore profondo che mi raggelava il sangue, che mi confondeva, mi rendeva impotente. Allora ansimando ed in preda al panico, facevo le scale a due alla volta, a volte inciampavo maldestramente, rischiando di farmi davvero male, la paura era troppo presente, ma non mollavo, ci stavo quasi, la salvezza era vicina, finalmente ecco la mia meta, schiacciai tremando l’interruttore della luce e finalmente infilai dopo vari tentativi maldestri la chiave nella toppa di casa. Tirai un forte sospiro di sollievo. Ancora una volta ero riuscito a sfuggire al DIAVOLO!
Daniele Spizzico
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B
L’ONDA
Avevo un anno. Mia sorella decise di portarmi sul materassino con lei. Non voleva rinunciare al suo bagno, forse perchè faceva davvero caldo. Ella mi considerava come se fossi suo il suo “giocattolo preferito” e forse la sua giovane età non le permetteva di conoscere davvero i rischi del mare; infatti allontanatasi parecchio dalla riva, un’onda tremenda fece sobbalzare il materassino che si ribaltò facendoci cadere in acqua, mia sorella era ovviamente riuscita ad aggrapparsi al materassino mentre vedeva il fratellino annegare. In preda al panico, cercava di focalizzare la figura del bambino e si sforzava di capire come potesse recuperarmi, poi come per magia intravide confusamente tra le increspature del mare i miei ricci biondi, calò la mano e mi tirò dai capelli. Ogni volta che mi racconta questa storia, intravedo la paura, ancora presente.
Daniele Spizzico
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B
Le basta toccare la foto per sentirsi come vent’anni prima, in vacanza sabbatica post laurea. Naxos, Cicladi. Case e vicoli bianchi, mare blu cristallino e cielo azzurro: sembrano toccarsi fino a sfumare in un unico colore. E il tramonto, col sole che non muore mai, là sulla Portara. Le spiagge solitarie, le taverne, un bicchiere di ouzo, mezédes e insalata greca, respirando l’odore dei polipi da buttare sopra la brace. Le corse tra le viuzze fino al Kastro, le cartoline… allora si usava mandarle. E Markos. Il tempo non le ha fatto dimenticare le sensazioni provate con lui, da far mancare l’aria nell’assenza per ritornare a respirare solo nell’incontro. Le lacrime scorrono sul suo bel viso segnato dal tempo, e il cuore le si stringe in petto. Sorride, triste, ai due ragazzi che hanno avuto paura di buttarsi senza paracadute per inseguire i propri sogni.
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B
luca pottini
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.
“L’amore, come il mare,
è incredibile nella sua
capacità di mostrarti i suoi lati migliori
quando ha già deciso il tuo
Destino.”
Salvataggio come esse;
L’aria è calma,
le onde discorrono eterne con gli scogli,
una mano gentile accarezza il mare.
Poi la vasta distesa s’increspa
fino a diventare un vociare
enorme e preoccupante…
Un relitto col mio nome inciso
rischia di cozzare contro le rocce,
ma una rondine, sbatte le ali con tanta pazienza,
fino a farmi arenare dolcemente sulla sabbia.
Accetto il regolamento—sezione A
… Mare al Tramonto …
Mare al tramonto,
cielo arso,
arancio come pesca,
violini emozionali,
evasioni bianche
di gabbiani liberi,
richiamo di un blu
pitturato da
un’incandescente elettricità.
DAniela, 09.05.2013
Accetto il regolamento del concorso, sezione a
Antoine guardò fuori, a tribordo. La fila dei vascelli si avvicinava con lentezza esasperante, su un mare piatto come il coperchio di una bara. Sembravano giganteschi animali spinti al pascolo da un pastore, invisibile e pigro. Nel caldo soffocante si udivano solo il cigolio del fasciame e le note lontane di “Rule Brittania”. Nessuno l’ordinò. Si trovò a far fuoco semplicemente perché nella nave tutto divenne rombo e fumo. Non vide nemmeno la Victory infilarsi di poppa alla Bucentaure. In mezzo a quella nebbia acre all’immprovviso la voce del suo capopezzo. “Cristo abbi pietà”. Qualcosa lo sollevò in aria in una nuvola di schegge, si disse: “Che strano volare come un gabbiano”.
dichiaro di accettare il regolamento del concorso, sezione B
VORREI ESSERE MARE
Vorrei essere mare
per venirti a cercare
in ogni angolo del mondo.
Vorrei cullarti
con la dolcezza delle mie onde
e imprigionarti al centro delle mie tempeste
per proteggerti .
Mi nasconderei come fa la marea ,
perché tu viva la mia assenza
e aspetti che un nuovo reflusso mi riposti da te.
Vorrei abbracciarti di schiuma ,
che lenta scivoli sulla tua pelle ,
lasciandoti il mio profumo di salsedine
e quel sapore dolce amaro di alghe .
Vorrei essere mare
per cantarti con la voce di una sirena
e farti danzare al ritmo del mio movimento infinito,
e come mare
vorrei essere la tua terra,
per far navigare i tuoi desideri,
il tuo orizzonte senza fine ,
il tuo scrigno prezioso
a cui affidare il tuo messaggio
nascosto dentro una bottiglia.
Dani Pi
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso , sez. A
Il mare in concerto
Con lo sguardo silenzioso
mi aggrappo al color turchino
alla melodia delle onde
che, lievi segnano la voce.
E ubriacandomi di tal visione
respiro la tua aria
mentre il tempo implacabile
non muta il desiderio
di abbracciare il tuo concerto.
La paura
è di smarrirmi nella tua forza
perdere la mente
cullando fanciulli ricordi
solcando le onde.
Quando il cielo chiude il sipario
diamanti tremolanti
sotto lo sguardo della luna
attendono l’inizio di un nuovo viaggio.
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso , sez. A
Una che si chiamava Amore
Seduta sullo scoglio, i capelli ondeggianti nel vento,
gli occhi sembravano riflettere il mare,
che ti scuoteva tutta, impaziente com’eri di vivere.
Ecco, ti volti verso di me, ti sto di fronte,
mi guardi e mi dici: “Che hai? Perché non ti siedi accanto?
Guarda com’è immenso!”, e porti il tuo sguardo lontano, da lui.
Il mare t’invade, onda dopo onda, in un freddo abbraccio.
Meriti un bacio. Ti do un bacio e ti abbandoni,
come se non esistessi, come se fossi mia e non lo sei
e ti aggrappi a me, ma sono io che cerco un appoggio.
Non ti avessi rivisto! La tua voce non ha suoni!
Non ha più suoni! Se non un intenso muggito.
Eri mia di nuovo, dopo tanto tempo,
dopo quel giorno in cui ti avevo lasciato,
in cui ti avevo detto che l’amore era finito,
che avevo trovato la mia strada senza di te.
Eri bella. Sei bella, tu sei il mare.
Ti ho cercato, amore, ma senza dire nulla te n’eri andata.
Ah, ero contento perché sapevo che soffrivi: io ero contento!
La sera mi divertivo a giocare, il sesso è sempre il mio forte.
Eppure quando con rabbia facevo l’amore,
mi ricomparivi, bella e selvaggia, del dolore si aprivano porte.
Eri tu che possedevi il mio corpo e ti chiamavo.
Volevo solo te: Amore, ondeggiavo nell’amore.
Senza di te non ci sarebbe stato null’altro.
E sono venuto da te, ora sono qui e sto correndo da te.
Un uomo si è gettato in mare!
Una donna piange, dice che un uomo è caduto in mare!
Sulla diga, scossa dal vento e dalle onde,
si rincorrevano grida infrante.
Intorno a una giovane donna un assembramento.
“Signorina, signorina, come sta?”
“Sto bene, lo conoscevo da poco.
A un certo punto si è messo a correre.
Ha detto ti amo e si è gettato in mare.
Mi stava raccontando che aveva amato qualcuno:
Una che si chiamava Amore”
Giulia Penzo
Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso , sez. A
Biancoceano.
Bianco,
come questo foglio,
dove vecchie, pesanti lacrime
si ostinano
a morire.
Limpido
come l’immenso Oceano
Che si proietta vivo
Negli occhi
Di una bambina testarda
E nessuno, nessuno sa
Quanto sia difficile
Camminare
Sul margine ingiallito
Dal tempo che passa.
Scritta da Maria Giuseppina Moro
Partecipante al Concorso “Nessuno è al sicuro” – Sezione A. Poesia
Io Sottoscritta dichiaro di accettare incondizionatamente il Regolamento e autorizzo al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali, ai sensi del D.Lgs. 196/2003
LORELEI D’AVALON
Mare d’Amore
Parve breve
come il flash di una foto
frugalità d’un bacio rubato
il lampo d’un tempo andato
A velocità dell’onde
a mille a mille
la mia paura e il tuo maestrale
il tuo maestrale e la mia paura
Parve eterno
come la dolce morte
come la morte e il miele
il momento in cui l’acqua
si schiuse alla notte
A velocità dell’onde
a mille a mille
la mia paura tra le conchiglie
le funi la prua i fremiti le chiglie
Parve il mare
ubriaco di mal d’amore
tempesta di fiele
che mi crepò le vele al cuore
Dichiaro di accettare le regole di questo concorso – sezione A
Frank
Se ne stava così, con le gambe a penzoloni sul molo, devastato dall’immensità del mare di notte. Guardava con l’oblio nel cuore la distesa di nero petrolio, sotto cui c’era una vita che gli apparteneva, da sempre. Le luci al di là del porto sapevano di rancido e malto, di birra e poca parsimoniosa speranza. Era un esploratore di tempeste, afflitto dal segno della morte, che gli aveva strappato l’amore dalle braccia.
Se ne stava così, a pregare l’onde d’essere divorato, finalmente, dal sonno santo che avrebbe guarito l’insonnia e il senso di colpa. Ogni notte, fino alle cinque, quando le reti lo richiamavano al giorno e al duro lavoro di spaccarsi la schiena per non pensare. Si chiamava Frank. Ed era sopravvissuto al Mare.
Accetto le regole di questo concorso – sezione B
Questo è un racconto! Che dire…guardo distese di catrame e riflessi ondeggianti di lampioni e mi beo del tuo talento. ho concorso con una poesia…la ritrovi da qualche se parte se vuoi. ma stasera mi hai fregato ogni speranza di vittoria, e te lo meriti. brava, hai il talento di chi scava la notte alla ricerca di polvere di comete danzanti.
Maurizio Perelli
OVUNQUE IO VADA
Ovunque io vada cerco il mare
la sua rassicurante turbolenza di quiete
il suo fiato aspro di sudore e di scommessa
quel sottile bruciore di ariosa lucentezza
che erode le scorie che incrostano l’anima.
Ovunque io vada cerco il mare
non c’è altro luogo negli infiniti recessi
di cui si compone il fragile universo
che plachi con tanto impetuoso candore
le onde esasperate dei miei tormentati pensieri.
Ovunque io vada cerco il mare
per divenire schiuma fumante di quel desiderio
che si infrange vaporoso tra scogli di sole.
Lia Giribone
Accetto le regole di questo concorso – Sezione A
Sezione di partecipazione: B racconto breve.
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.
Amore a prima svista
Non riesco a toglierli gli occhi di dosso da quanto è bello. Mio Dio, deve essere mio! Mi avvicino e lo sfioro, e lì scatta la scintilla. Passano poche ore e mi ritrovo in macchina con lui, direzione casa mia. L’adrenalina è alle stelle e comincio a pensare a cosa diranno le mie amiche quando lo vedranno. Durante il tragitto lui è dolcissimo e mi guida verso casa con la sua bellissima voce. Ma il sogno dura solo pochi giorni e inizio a vedere tutti i suoi difetti: freddo, distante e spesso é come se fosse spento. La sera quando siamo a letto la tentazione di toccarlo è troppo forte, ma ora le mie carezze non gli fanno quasi nessun effetto. Basta che lo ignori per 5 minuti che si rabbuia, mette su il muso e diventa molto difficile riuscire a comunicare.
Basta, ho deciso mi devo liberare di lui. E dire che ne parlavano tutti così bene dell’i-pad!
“Ooo o! Forza nennella! Stò qua, so’ Peppino, girati che mi vedi!”. Antonio si gira e Peppino lo saluta con un largo gesto del braccio. Antonio ha moglie e nove figli, nel 1941 si usava così. La sua rete stamane porta poche cose. La luna lascia il posto al sole e alle ragioni del nuovo giorno. Il mare, di notte, è la sua speranza, il suo rifugio, il suo canto. Maria fa il bucato con la cenere mentre il suo uomo canta la fatica al mare. Depone con sapienza antica i panni, e li chiama ad uno ad uno: “Ecco qua Mimino ceralacca, Mario naso all’aria, Giovanni buco al ginocchio …” Dormono, hanno tirato giù i letti dai chiodi, appese al muro le sedie. C’è spazio per tutti nella piccola stanza. Una tenda nasconde il letto di Maria e Antonio. Spesso una candela ne traccia i contorni e Giovanni finalmente …vede suo padre: La forza del mare.
Accetto il regolamento, sezione B
Riflette di colore blu notte
sulla quiete di un mare dormiente
una piccola nuvola panna…
inpaurita copre una pallida luna…
e le stelle si fanno belle
al pescatore che le osserva…
La mano ancora possente
stringe la fronte rugosa
quasi a voler catturare
tutti i pensieri della notte
poi… poi scivola dolce
come lieve carezza sul viso
e lascia a riflettere
accarezzando più volte il mento
e la luna se la ride nascosta…
è felice… è in compagnia
E’ la mia prima notte d’estate
tra cielo e mare
e confondo il blu notte del mare
a nuvola panna nel cielo.
Ah questa testa che va a destra
mentre il cuore batte a sinistra.
dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso. Sezione A
7 Maggio
Assordante rumore sei
mare senza fine…
Megattera muta derisa e uccisa
suoni stridenti chiedono note
a cetre di Dei addormentati su scogli
senza vita.
Bellezza effimera resti sirena
del profondo cobalto ove
fantasmi in doppio petto blu
cercano casa.
Continui a parlare
Mare senza fine
Mare di assoluto silenzio
Mare del non ritorno.
(Stefania Colasanti)
dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso per la sezione A
ottimo
La divina
E’ bello sapere di vivere in questo posto. Pervasivamente nutro ogni frutto di questa terra. Con l’etica di chi non vuol fare distinzioni di genere, di classe e d’età, democraticamente ne ho per tutti. Cerco di non farmi sfuggire neppure i prodotti dell’azzurro mare. Perché è anche lì che vivo.
A nere cozze o a pesci di ogni stazza, non lesino attenzioni e presenza. Il potere è nell’essere presenti. E io ci sono. Poco me ne importa se non raccolgo simpatie.
Va bene uguale. In fondo che mi cambia.Non è romantico questo mare che amoreggia con sbuffanti ciminiere, disegnate all’orizzonte?!
Che bella Taranto. Che bello il suo mare. Che bello esserne padrona divina. Il mio nome?… DIO(ssina).
Anna Paola Lacatena, Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso sezione B
Mi chiamo Marina e il mare ce l’ho connaturato. Da piccola mio padre mi portò in una spiaggia di scogli taglienti e mi buttò in mare, dall’alto dello scoglio, a dibattermi urlante: galleggiavo e l’acqua mi era amica. Appena finivano le scuole andavo tra quegli scogli, mi tuffavo alle dieci del mattino e uscivo dall’acqua alle sei di sera, con le dita raggrinzite, gli occhi rossi, le orecchie che ronzavano e una grande pace interiore..Un giorno cominciai a fare un bel gioco: lasciavo cadere al largo un grosso sasso, scendevo a prenderlo, risalivo portandomelo dietro, per poi ricominciare, per molte volte, fino a chè il mio cervello non riuscì più a riconoscere da che parte era la superfice e invece di risalire..discesi. Mi salvai per un pelo e in seguito divenni anche azzurra di nuoto, ma quella sensazione di ignoto sogno non l’ho scordata.
dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso per la sezione B
Scusate la curiosità ma … a quando il verdetto?
Ciao Eugenio, proprio oggi su facebook abbiamo annunciato l’imminenza del verdetto, sarà questione di pochi giorni.
CONCORSO CHIUSO CON 137 PARTECIPANTI.
FRA POCHE ORE USCIRANNO I VINCITORI E FINALISTI DELLA GARA. RESTATE CONNESSI AD OUBLIETTE! BUONA SERATA!
ED ECCOVI I VINCITORI E FINALISTI DELLA GARA LETTERARIA:
http://oubliettemagazine.com/2013/05/22/vincitori-e-finalisti-della-gara-letteraria-nessuno-e-al-sicuro/
COMPLIMENTI AI PARTECIPANTI.
grazie… ero a Genova.. e vivevo il dolore…
ancora grazie di cuore a tutti … da
Stefania Colasanti e tutta Genova.