Gara letteraria di poesia e racconto breve “Nessuno è al sicuro”

La paura ancestrale di essere divorati vivi non necessita di esagerate finzioni cinematografiche. È una fobia insita nell’uomo, istintiva e  per la quale si prova un’immediata empatia.”

 

Regolamento:

1. La Gara Poetica Gratuita “Nessuno è al sicuro” è promossa dalla web-magazine “OublietteMagazine” e dell’autrice Cristina Biolcati.  La gara poetica è riservata ai maggiori di 16 anni. La gara è gratuita. Tema: Il mare.

 

2. Articolata in 2 sezioni:

A. Poesia (massimo 50 versi)

B. Racconto breve (massimo 10 righe)

 

3. Per le sezioni A e B si partecipa inserendo la propria poesia o racconto breve sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento e sezione di partecipazione. Si può partecipare con poesie edite ed inedite, e racconti brevi editi ed inediti.

 

Le poesie senza nome, cognome, e dichiarazione di  accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.

 

Ogni concorrente può partecipare ad entrambe le sezioni ma con una sola poesia ed un solo racconto breve.

 

4. Premio:

N° 1 copia di “Nessuno è al sicuro”, saggio sugli squali di Cristina Biolcati.

Saranno premiati i primi tre classificati di entrambe le sezioni.

 

5. La scadenza per l’invio delle poesie, come commento sotto questo stesso, bando è fissata per il 10 maggio 2013.

 

6.  Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:

Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)

Cristina Biolcati (Scrittrice)

Fiorella Carcereri (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)

Roberto Lirussi (Scrittore e Collaboratore Oubliette)

Rosario Tomarchio (Scrittore e Collaboratore Oubliette)

Barbara Filippone (Collaboratrice Oubliette)

Alessandro Bertolino (Scrittore)

Cristina Malvezzi (Scrittrice)

 

7. Il concorso non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email:concorsooubliette@hotmail.it indicando nell’oggetto “info gara poetica” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), oppure attraverso l’account Facebook:

http://www.facebook.com/profile.php?id=100002075267230

 

10. È possibile seguire l’andamento del concorso ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti alla Gara Letteraria; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.

 

11. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

143 pensieri su “Gara letteraria di poesia e racconto breve “Nessuno è al sicuro”

  1. ADESSO

    Facciamolo adesso
    prima che il dolore ci travolga
    e l’amarezza uccida i ricordi.

    Adesso
    che la nostra rabbia
    è solo un brontolio indistinto
    lontano all’orizzonte.

    Facciamolo adesso
    dove tutto è ancora bello
    nei gesti e nelle parole

    Adesso
    che ancora non mi manchi
    e il desiderio di te
    non mi travolge.

    Lasciamoci adesso
    che il nodo scorsoio della realtà
    non ha ancora strangolato
    l’ultimo dei nostri sogni.

    Adesso
    che ti sento ancora mia
    con la tua pelle addosso
    ed il tuo respiro ancora nell’anima.

    Mauro Bompadre

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso. – sezione A –

    1. SUL MARE TU SOLO E LA TUA NAVE …
      Sei partito piangendo, figlio mio, su quel mare in tempesta
      che avevi dentro e che ti aspettava, una nuova missione e il cuore trafitto.
      Sei partito portandoti dentro un dolore troppo forte, inaspettato
      e mi hai lasciata bagnandomi del tuo singhiozzante pianto a dirotto,
      mentre abbracciandomi mi dicevi “ TVB mamma, mamma TVB” ,
      QUANTE VOLTE L’HAI RIPETUTO , FIGLIO MIO, QUANTE VOLTE …
      Te ne sei andato distrutto ,trafitto, tradito, sconfitto,
      ED IO CON TE E TI accompagnava il mio pianto …
      Quel mare che amavi ,che adoravi, che era tutta la tua vita , ora
      ERA LA TUA MORTE: SOLO E LONTANO …
      Solo ad affrontare quel dolore così grande, così forte, SOLO,
      solo il mare intorno e tu su quella nave di morte!
      Solo e la morte che ti distruggeva e ti toglieva il fiato,
      solo a piangerti addosso un amore troppo grande che
      credevi immortale,
      solo ad affrontare una vita che non ti aspettavi, solo
      MENTRE MORIVI E NESSUNO A CONFORTARTI!

      Maria Teresa Manta
      Dichiaro di accettare il regolamento
      Sezione di partecipazione A

      1. MARIA TERESA MANTA – – sezione di partecipazione: B racconto breve.
        Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.

        NELL’ABISSO DEL PROFONDO MARE .

        Stringevi forte la sua manina e le sorridevi, avevate giocato fino a poco prima , le avevi promesso di portarla a vedere i delfini che saltavano intorno alla nave, ora era il tempo di dormire ,-domattina li vedrai, piccola- le avevi rimboccato le coperte, lei ti aveva sorriso addormentandosi- notte pa’,- poi quelle urla all’improvviso- la nave affonda, alle scialuppeee- La prendesti in braccio e di corsa su. Si svegliò di soprassalto pa’ ?Un sorriso rassicurante, le stringevi la piccola mano e correvate, fu un attimo, la nave fu una piscina immensa, scivolavate verso il fondo, giù, giù, sempre più giù, sempre per mano ,sempre quella piccola mano tra le tue forti che la tenevano, che la tennero fino alla fine ,nell’abisso profondo silenzioso del mare…

    2. Amico mare

      Anche la luna è triste stasera e vaga nel cielo…
      e qui sul mare addolorato vaga il mio pensiero
      Ti paro, o mare, e so che tu mi ascolti
      Sei per me l’amico più sincero
      son qui a cercare
      delle risposte e un pò di quiete
      in questo silenzio, compagno della sera
      Quante volte ci ho provato, o mare,
      a obliarmi…
      qui seduta sugli scogli
      a rivelare a te i miei pensieri
      a confidarti della mia anima i segreti
      a cercare tra le onde i tuoi sussurri!
      Cerco l’oblìo qui,
      anche stasera
      e dal dolce suono delle onde
      mi lascio trasportare…
      E ancora, tendo l’orecchio ad ascoltare
      tra le placide onde la tua voce
      E come per incanto, qui stasera
      sotto la luce argentea della luna che si riflette
      e in te trova ristoro…
      quel dolore, che mi lacerava il cuor, si placa!
      Nella brezza leggera, qui stasera
      sento toccarmi il cuore dal Signore
      e finalmente mi abbandono e piango…
      Lacrime cadono giù
      e si disperdono tra le o de che s’infrangono
      E finalmente libera e leggera
      ti dico grazie amico amare…
      mentre rivolgo soavemente al cielo una preghiera!

      Aurora Carbone

      dalla silloge di poesie “Voci del silenzio “di Aurora Carbone – Kimerik editore 2012 –

      dichiaro di accettare il regolamento – sez. di partecipazione ” A “

  2. LASCIO LA TUA ONDA DI VERTIGINE

    Voglio capovolgere
    il mio giorno infuocato!
    Voglio spezzare le catene
    che mi hanno imprigionato.
    Lascio la tua onda
    di vertigine …
    Lascio il tuo cuore.

    Questa zona della mia anima
    bagnata di sangue tiepido
    è uno stillicidio
    si svuota, goccia a goccia.

    Arrivo ad odiarti
    voglio cancellarti,
    le tue onde
    hanno distrutto stelle,
    accecato la Luna.

    Sola,
    preda del mare oscuro
    voglio sparire
    e poi, morire in te, ancora !

    Dalla raccolta “Il mare nuovo” Ornella Mereghetti Baccolo , Aletti Editore – Sezione A –

  3. Daniela Giorgini – Sezione A – Accetto il regolamento

    Il mare vive

    Il profumo del mare
    cavalca il vento,
    regalando carezze
    sulla sabbia.
    E ti inebria i sensi
    con la sua immensità.

    Ha qualcosa di magico
    – il mare –
    e lo senti nella vita
    che pulsa
    dalle sue profondità.

  4. Rugge

    possente il mare

    Bianca la spuma

    si frange sugli scogli

    Pizzi stupendi

    delicati pesanti

    veli da sposa

    con disegni bizzarri.

    E urla il mare

    il suo dolore immenso

    e rode gli scogli

    che limitano il suo dominio.

    Accetto il regolamento – Sezione A

  5. COME UN SALTO DAL TRAMPOLINO

    Francesca aveva cercato spesso di coinvolgere Michele in qualcosa che li avvicinasse di più, che facesse finalmente decollare il loro rapporto, ma sembrava che lui la tenesse sempre ad una certa distanza: la loro storia (ma era una storia?) arrivava ad un punto di intimità dal quale lui si ritraeva, come spaventato. Quel pomeriggio stava camminando a piedi nudi in riva al mare, con un vento salato che faceva galoppare le nuvole in quella primavera bastarda. Scorse due figure in lontananza: una grande e una piccola, che si tenevano per mano. Fu il bambino a correrle incontro e a strapparla dai suoi pensieri porgendole una conchiglia. Si inginocchiò sorridendo verso quel piccolo gesto gentile che aveva qualcosa di familiare ma riconobbe Michele solo quando la sua ombra arrivò accanto al bambino. Il suo sorriso aveva qualcosa di nuovo, una timida fiducia e una lontana emozione nella voce quando le disse: “Ciao Francesca, ti presento Alessandro, mio figlio.”

    Paolo Pajer
    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.

  6. Mediteraaneo

    Onde cavalcanti

    lungo sabbie sode

    di un mare mediterraneo

    in cerca di pace antica.

    Occhi di persone

    scrutano

    granelli di esistenza

    come olive umide

    al frantoio della vita.

    I capitani di navi

    scorrono

    le rotte dell’incanto,

    idee sommerse

    ed anticaglie sparse

    sui concetti di lussuria

    ricavati in ogni porto.

    El li’ sedano

    le proprie voglie strozzate

    senza chiedersi perchè

    il mare conduce

    a solitudini remote.

    Noi viviamo

    questi episodi

    come fotogrammi onirici

    e siamo postriboli d’amore

    dove

    nessuno trova

    risposte consistenti…

    il sole appare

    e cancella ogni cosa

    persino i nostri sguardi,

    rimasugli di salsedine.

    Accetto il regolamento
    Sezione A

  7. Il richiamo del mare

    L’aria è immobile 
    sopra il fiume 
    impetuoso
    che inesorabile 
    e fluente 
    trascina emozioni 
    vissute sui monti
    giù a valle.

    A chi lo guarda
    dissolve i pensieri,
    rinsalda l’amor
    della natura,
    mentre solerte
    attraversa 
    rigogliosi boschi 
    e fiorenti pianure, 
    per infine 
    serenamente
    abbandonarsi 
    all’irresistibile
    richiamo 
    del mare.

    Livio Gec – accetto il regolamento – sezione A

  8. LUCA MAIO – accetto il regolamento – sezione A

    LA RABBIA DEL MARE

    La paura mi assale
    mentre la tormenta
    funesta del mare
    emette il suo stridore.

    Iroso e pieno di
    una schiuma di rabbia,
    le sue onde mi accolgono
    facendomi dondolare.

    L’inquietudine
    mi accompagna
    fino al punto del silenzio
    in cui la mia anima
    si rasserena con
    te o mare.

  9. LUCA MAIO
    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.

    LA LUNA E IL MARE

    ” Avanti tira la reti…su Beo…su tira… ” gridò animatamente Amedeo sulla sua imbarcazione mentre stavano pescando i tonni. ” Nonno…guarda ma cosa è ? non è un tonno ? ” disse incredulo il ragazzo. ” Beo…Non è un tonno ma un enorme pesce spada..dai forza..alzalo sulla rete…” disse incitando il ragazzo. Beo entusiasta fece come disse suo nonno. Tutta la notte avevano lavorato ma non erano sempre alla ricerca di carpire i segreti piu’ nascosti del mare. ” Guarda nonno l’occhio del pesce spada è lucentissimo..perchè?” disse ammirando questo enorme animale.
    Il nonno indicandogli la luna disse : ” Quando si pesca di notte, la luna e il mare diventano un unico soggetto dove il mare accoglie con le sue onde la sua amata e i pesci escono per ammirarla..e se ne innamorano per sempre…”

  10. Il mare,
    è bellissimo, misterioso.
    Le sue onde attirano
    ad andare sempre più in fondo,
    senza pensare al pericolo che nasconde.
    Al tramonto il sole
    è riflesso nelle onde,
    che bello ammirarlo
    mentre forma un gioco di colori meravigliosi.
    Ecco cos’è il mare:
    un’insieme di cose bellissime e pericolose.

    Alessandra Manca, da raccolte di Rosa.

    Accetto il regolamento del concorso- sezione A

  11. ASCOLTARE IL MARE
    Ascoltare il mare
    e fondersi nelle sue note
    come naufrago alla deriva
    una dolce voglia
    di essere onda
    e perdersi
    annullarsi
    nell’impetuosa vitalità
    che s’infrange sullo scoglio
    e in un attimo
    rientrare nell’immenso
    Teresa di Maria sezione A-accetto il regolamento

  12. Il mare

    Gli occhi del vecchio brillavano di una strana luce, mista di allegria e rimpianto. Ripensò ai tempi spensierati della fanciullezza e poi, al giorno in cui s’imbarcò come mozzo. Da allora il suo destino fu quello di navigare in balia di un mare mutevole ed estenuante. Davanti a lui si stendeva un’infinita massa di acqua azzurra e limpida in cui il cielo terso sembrava specchiarsi. Quando però il vento soffiava prepotente e impetuoso, il mare cambiava colore e umore fino a diventare livido e minaccioso. Onde giganti si accavallavano senza sosta, con una forza inaudita, travolgendo ogni cosa in una danza sfrenata, in un fascio di emozioni, di suoni e di rumori. La nave pareva un guscio di noce, un fuscello in balia del nero e tempestoso tiranno. Il vecchio camminava lentamente lungo il molo, respirando con gioia l’odore del mare.

    Accetto il regolamento – sezione B

  13. Lo SQUALO VEGETARIANO

    Il mare blu sterminato e infinito
    di sabbia e di sassi tutto condito,
    pieno di pesci e di squali cattivi,
    con denti aguzzi e assai combattivi.
    Ma fra tutti questi uno è speciale,
    buono e carino si chiama Pasquale.
    Lui è diverso e pure un po’ strano,
    non mangia carne, è vegetariano!

    Si nutre di alghe, piante e coralli,
    è molto ghiotto di anemoni gialli:
    nessun pesciolino ha mai assaggiato,
    da tutti lo stesso è rifiutato.
    Pasquale fa sempre molta paura,
    terrorizzante è la sua dentatura,
    ma nuota ogni giorno vicino al molo
    perché arcistufo di star da solo.
    Ed ecco un bel giorno un forte rumore,
    quello di una grossa barca a motore,
    che subito in acqua cala un bell’amo
    dal quale bisogna stare lontano.
    Un piccolo pesce vede quell’esca
    ignaro di esser preda della pesca

    “Fai in fretta, coraggio, torna indietro
    o finirai in una boccia di vetro.”

    “No io non ti credo squalo cattivo
    assaggio, degusto e poi torno vivo!”

    Ma ecco che l’amo intrappola il pesce
    che a liberarsi proprio non riesce
    tanto appuntito da fare un gran male,
    bando alle ciance: “Aiuto Pasquale!”
    Ecco così che i cattivi dentoni,
    in un solo morso diventano buoni
    con uno schiocco si rompe la lenza
    ed il pesciolino fa penitenza:

    “Carissimo squalo ti chiedo scusa
    ho avuto un po’ la mentalità chiusa
    invece che i denti sul tuo bel viso,
    dovevo vedere quel gran sorriso!
    Ma mio salvatore sai che ti dico?
    Vuoi diventare il mio migliore amico?”

    “Ma certo che sì mio bel piccolino
    nulla da temere con me vicino
    potrai dormire sopra la mia schiena
    e mai e poi mai sarai la mia cena!!”

    Enrico Alpi sezione A-accetto il regolamento

  14. Ero ferma vicino alla battigia in cerca di risposte di fronte a tale immensità. Avevo solo bisogno di un pizzico di forza, di quella forza che trova sempre il mare per sommergere tutto ciò che incontra e continuare senza tregua. Se mi avesse ceduto solo un pizzico di quella forza, forse avrei cacciato indietro queste lacrime, affrontato il mondo a testa alta, denunciato al mondo tutte le violenze subite. Invece, continuo ad osservare l’orizzonte e mi chiedo come possa esistere tanta gente così malvagia di fronte a tale meraviglia. Inseguo i miei labili sogni idealistici. Il bene non esiste. Non esisterà finché esisterà l’uomo. Una stella graffia il firmamento. Il mio sguardo da sognatore esprime sempre il solito desiderio: l’illusione di un mondo migliore. Anche se non può esistere, rendimi inconsapevole, fammi credere che possa esistere!

    Marialuisa Palomba

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.

  15. Patrizia Lombardo….Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso sez. A….

    Immegersi nel mare della vita.

    Guardando il mare

    nella sua interiorita’

    i pensieri

    … respiri

    della nostra mente,

    diventano

    parole,acquistano

    valore e si

    trasformano in

    sentimenti

    l ‘orizzonte sembra

    assecondarli,

    mi guardo intorno…..

    c è una luce ….è

    una stella

    sfuggita al cielo.

    E’ pazzia escluderti

    dai miei pensieri

    perche’ con la tua

    voce intensa e profonda

    la tua immagine

    si è fermata

    nella mia mente e

    dove tu mare …bagni

    il cielo..

    io oltrepasso

    l orizzonte per

    incontrare..il mio

    Amore perduto.

  16. Intorno  a noi il mare,
    una distesa di sogni
    dalle creste diamantine,
    implorante un fresco abbraccio
    di desiderio ,tra i suoi flutti.
    Lisce pietre,marmoree e levigate
    e il suono di conchiglie multiformi,
    tra le pieghe della pelle,
    accarezzano la vita.
    L’odore salmastro
    e’ un richiamo lontano,
    un invito suadente
    alla festa dei nostri pensieri.
    Ed io ti vedo,lontano,
    al confine del sole che muore.

    Teresa Maggio (dalla raccolta “Pensieri sospesi”,Aletti editore)

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso – Sezione A

  17. GUIDO BASILE 12 aprile 2013

    CIELO E MARE ( mare nostrum )

    Se questo mare
    potesse parlare
    solo di te
    vorrebbe cantare.

    Coi lucidi sassi,
    le pietre bagnate
    i tuoi occhi stupendi
    vorrebbe imitare.

    Coi grani di sabbia,
    col verde smeraldo
    Te, sirena lucente,
    vorrebbe abbracciare.

    Sussurra di te
    un vento leggero,
    d’amore è la voce
    il suo solo pensiero.

    Par t’accarezzi
    con l’acqua dell’onda;
    ma senza di te
    il mio cuore s’affonda !

    da Carta & Parole, insieme , 2012

    Accetto integralmente il regolamento di questo concorso .Sezione A

  18. Di te mare,
    tappeto disteso
    sul cielo infinito,
    nutro il mio cuore,
    estasi ultima
    di un giorno vanesio…
    Tu, intreccio fatato
    di figure danzanti,
    imprimi d’eleganti ghirigori
    la mia anima
    plasmata dalle mie infauste
    stagioni di silenzio…
    Vendi alle piogge
    di un autunno già passato
    queste lacrime versate
    nella notte astrusa ed egoista…
    E nel bagliore rubato
    ad una stella caduta per caso,
    sperdi per sempre
    queste fiamme
    che con livore
    ardono dentro il corpo mio…
    Ora lasciati ammirare
    alla stregua di
    due occhi innamorati,
    avvolti con passione
    nella bruma del piacere…
    E’ tempo di luce
    e di banchi in fiore…
    di respiri nuovi
    di terrazzi merlettati
    E’ tempo di vita, di gioia…
    di profumi mai sentiti… “Nuovi giorni” di Alessandra Corsano

    Dichiaro di accettare il regolamento.

  19. L’abbraccio del mare

    Il caldo mi fa impazzire
    cerco l’abbraccio del mare.
    Spruzzi gelati sulla pelle
    il contrasto è violento.
    Gioiosa schiuma
    sulle labbra.
    Mi abbandono
    lasciandomi cullare
    dalle onde.
    Torno nel ventre materno.
    Vitale, gradevole, ancestrale
    cerco l’abbraccio del mare.

    Accetto il regolamento Sezione A

  20. Daniela Cavazzi – Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

    In riva al mare

    Lo sguardo all’infinito coglie colori cangianti
    di vite spensierate e sogni rimandati
    La soffice carezza dell‘onda
    ravviva i pensieri assopiti sotto il sole
    La tua voce mi giunge confusa
    tra soffocati e impavidi mormorii del mare
    che scivola leggero sulla sabbia
    con carichi di gioiose gocce.
    Ad occhi chiusi sento il rosso del sole su di me
    ed il vento mi scompone i capelli
    impegnandoli in leggiadri voli di fili di ragno,
    la mia ragnatela che i tuoi occhi attratti
    ha intrappolato per sempre.

  21. Il mare

    È infinito,
    con le sue onde
    ci fa capire
    se non ha problemi,
    si vanta d’essere
    il più grande,
    ma se non fosse
    per i piccoli fiumi,
    lui sarebbe rimasto
    soltanto e sempre
    un piccolo lago.

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, poesia sezione A

  22. Creature
    di Mario Borghi

    E poi c’è il mare.
    Sotto di me,
    delle mie creature.
    Aspetto che affiorino
    o che lui si ritiri.
    Ma lo so, è un attimo,
    poi non riesco a guardarle.
    Né a ucciderle.
    E c’è anche quell’ombra
    Che la spazza.
    Che la colora di blu.
    Che mi capovolge.
    Che.
    Blu, mare clandestino.
    Non lo so chi sei.
    Mi prendi, mi usi, m’ignori.
    E poi mi abbandoni,
    ma torni e mi riprendi.
    Quello che vuoi.
    Un attimo prima della morte.
    E dici cose assurde.
    Cose blu.
    Respiri la polvere
    tra gli angoli e gli spigoli.
    I miei.
    C’è troppo spazio per loro.
    E per te.
    Ma adesso basta,
    voglio respirare il silenzio.
    Non ho bisogno d’altro.
    Dentro e fuori.
    Si gonfiano, si sfiorano.
    Mi sfidano.
    E sono solo lettere.
    Stupidi rumori.
    A forma di voci.
    Ci vorrebbe uno strappo
    a sfrangiare il tempo,
    separarlo dal blu mare
    a irrompere in tutti.
    A fare musica quei rumori
    e canto, quelle voci.
    e armonia di quelle onde
    E.

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, poesia sezione A

  23. Rovaglioso

    PIETROSA, MIA PIETROSA, TU ESISTERAI NEL TEMPO
    QUANDO IO SARÒ SOLO MEMORIA

    il cielo in cui cicala regna
    ha palpebre chiuse
    e niente nuvole.
    la casa rossa delle estati bambine
    sorride d’un lascito lontano
    e niente chiavi.
    la gente che amai e difesi a lungo
    è fuggita via dai rovi stanchi
    e nessuna parola.
    protetto da speroni aspri di roccia
    tu solo ancora mi sussurri
    col fiato pastoso delle spume
    i tuoi paterni moniti solenni:
    ricordati di non appartenere,
    increspati, per farli intimorire
    incazzati e innalzati sultana
    incantali e fatti anche solcare.
    attenta a non svelar l’abisso.
    poi calmati e goditi la quiete.
    ripeti questo ad ogni passo
    e io resto qui per ascoltare
    ancora l’ultima tua fiaba
    padre, mare.

    da Il soffio delle radici, Laura Capone Editore, 2012.
    Accetto il regolamento – sezione A

  24. Marina

    Con l’occhio
    a qualche centimetro
    dalla sabbia
    spio il tremore del vento
    sulle cose.
    Una borsa, una busta,
    gli ombrelloni in lontananza.
    Dietro i miei piedi
    il mare che russa.
    Ci vorrebbero due mani
    incantate dall’inarcarsi
    delle mie spalle
    per riempirmi il buco in gola
    per strapparmi la nausea
    dalla bocca
    per fermare la fuga dei pensieri
    verso quello che non sono.
    Io non sono
    parte di nessuno
    di questi quadretti familiari da spiaggia.
    Io non ho l’età
    per stare in quel gruppo di ragazzi
    che ancora sognano in cerchio
    davanti al tramonto.
    Io non ho la dignità
    della figura di spalle solitaria
    che cammina nell’acqua
    fino a sparire insieme al sole.
    Io sono
    un nodo di sabbia sospeso
    che un refolo subito scioglie.

    (da: “Gabbiani Ipotetici”, Cicorivolta 2013)

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso – sezione A.

  25. Sottovoce

    Mare che sciogli tutte le catene
    guardami e ridi
    mentre mi cruccia il vento.

    Sarà perché la vita toglie il fiato
    che mi diletto il corpo
    al respiro salubre del mare senz’acqua,
    al grido esausto del vento
    al passare del gabbiano stanco.

    Ed è senza voce la mia voce,
    quando solleticano le onde le altre onde
    alternandosi
    in un continuo desiderio inespresso.

    Rifletto
    come riflette l’onda
    l’argenteo rimbalzare della luna
    riempiendomi di te.

    Respiro sottovoce.

    ROSSELLA GALLUCCI – Accetto il regolamento – Sez. A

  26. Il Vecchio e il Mare.

    Un mare, sulla riva,
    schiuma bianca diffonde.
    Vedendo come finisce tanta purezza,
    un vecchio ride.

    Eugenio Minola

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  27. Libertà di sbagliare

    Anche l’aria distrugge se lo decide.

    Pure il termometro sa essere dannoso.

    Il bianco si sporca quando non gradisce compagnia

    Scansando il mercurio,
    chiedendo tempeste,
    sognando la via Lattea,
    beati
    soffrendo la solitudine.

    Giuseppe Carta

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  28. Maggio al mare.

    Decisi all’improvviso, mi staccai dal divano scacciando la mia pigrizia, misi il costume dell’anno scorso, arraffai due ciabatte qualsiasi e controllai che nella borsa ci fosse l’asciugamano. Via dalle case, il cielo mi avvolgeva e il caldo mi accompagnava in una spirale di emozioni. Il mare, poca gente intorno. Maggio. L’acqua, l’acqua…. finalmente mi sono alzata e mi sono avviata verso l’acqua, sono entrata, ero stordita per la sorpresa di trovarmi lì, a maggio…. Vicino alla riva l’acqua era calda. Passeggiai tra le correnti, ammiravo il monte di Gabicce, si vedevano Riccione e Cattolica, mi sembrava di poterle prendere come fossero case e grattacieli giocattolo. Sono tornata verso il bagnasciuga e ancora nell’acqua meravigliosa e pulita, mi sono immersa, il mare era stranamente caldo e il fondale così trasparente con piccole onde dipinte nella sabbia. Il giorno dopo era domenica, venne il temporale, la temperatura calò e sui monti nevicò. Il mio piccolo sogno era lì, ancora faticavo a capire come fosse successo.

    Emanuela Di Caprio * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.

  29. Mare del Salento

    Mare del Salento
    che imprigioni
    la luce
    ed il vento
    e trasformi in specchi
    dorati i colori
    del cielo,
    pezzi di nubi,
    frammenti
    di scogli
    che ballano leggeri
    nelle tue acque
    disegnando mosaici
    imprevisti
    e incantati.
    E mille favole
    racconti
    di antiche invasioni,
    di fuggite passioni,
    languido mare
    nascondi per sempre
    armi e remi,
    barche e anime
    barbare
    e passati veleni.
    Incastonato
    tra dune e scogliere
    ora offri i sogni
    di vite antiche,
    torri fiere
    a guardare lontano
    le luci nemiche.
    Ci tramandi
    canti lontani
    quasi par di sentire
    i corni
    delle battaglie
    e gli orrori
    di remote genti.

    Emanuela Di Caprio * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  30. Un grande mare

    Un grande mare informe primordiale
    ci generò alla vita
    e ci richiama con le onde più grosse
    ad un ritorno nel caos.
    Noi nuotiamo ansimanti le correnti
    del mondo
    sperimentando il rischio d’annegare,
    non riposiamo mai pena il dominio
    delle acque e la nostra disfatta.
    E c’illudiamo che il viaggio sia dolce
    e che ci aspetti un premio
    per la nostra bravura
    ma un onda più scura sempre ci riporta
    alla mercede dei flutti,
    sballottati nella notte dei tempi,
    che è il nostro humus naturale.
    E non possiamo ammirare la bellezza
    del cielo quando il sole risplende
    sulla terra o il luccicare delle stelle
    e il passaggio silente della luna
    nella luce delle sere più chiare,
    solo ci tocca remare alla ventura
    negli oceani deserti per cercare
    una spiaggia ove posare le nostre ginocchia.
    E subito dobbiamo riandare
    dove il mare ci chiama
    e in questo travagliare
    si compie il nostro destino
    di naufraghi marinai ed irrequieti gabbiani
    scampati alla falcidia.

    Antonio Pelliccia

    Accetto il regolamento Sezione A

  31. Mare e Terra

    Il Mare al buio non si vede,
    nero il manto che lo riveste
    posato tra la terra e il cielo.
    Ma nel silenzio della notte
    si ode quel lieve rumore
    di sciabordio d’amore
    come un trepido amante
    che con dolcezza lambisce
    la sua donna e l’accarezza.
    Nell’incedere del ritmo
    esplode passione vera
    per la sua amata Terra
    in forte turbinio di onde,
    in fragore potente d’urlo,
    in spinta che la possiede.
    E stanchezza non conosce
    nel suo moto incessante,
    nello strepito assillante,
    in quel tormento d’amore
    che fermare non riesce.

    Tania Scavolini –

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  32. accetto il regolamento, sez A…

    nessuno è al sicuro
    fino a che gli squali e i caimani saranno liberi di divorare le vite degli altri
    il mare siamo noi, ogni goccia siamo noi
    ma non ci rendiamo conto che siamo un oceano
    pacifico
    troppo

  33. Veronica Liga.
    Dichiaro di accettare il regolamento.
    Sezione A.

    CI SONO DEI MARI…

    Camminare sull’acqua del mare
    Di norma viene tanto naturale
    Che neanche ci fai caso –
    Passeggi o corri,
    Pensando solo alla tua meta,
    O al limite
    a quanto è dura o morbida l’acqua…..

    Ma ci sono dei mari
    Che risucchiano:
    Il corpo – con i vortici,
    La mente – con le attrazioni
    del regno nel loro profondo.
    Talvolta l’uno tiene l’altro a galla,
    Talvolta s’inghiottono tutti e due.

    Entri accaldata
    Dal sole che hai preso sulla riva
    E dalla corsa che hai fatto,
    impaziente di entrare…

    Spargi scintille sulla superficie,
    Smuovi le onde –
    Chissà dove arriveranno…
    A volte l’acqua si scalda un po’ tutta,
    A volte bolle dove sei entrata…

    Senti la freschezza
    Prima piacevole,
    Poi crescente
    Fino a diventare un gelo
    Perché nel mare
    L’ospite non è come un pesce!..

    Allora l’ultimo sforzo –
    E via…

    Ci sono dei mari
    Usa e getta
    Che ti usano e gettano.

    Ci sono dei mari
    Dove entro come aria nei polmoni
    E ad ogni espirazione
    So già che tornerò.

  34. IL MARE

    Un mare in tempesta
    potrebbe rifletterti
    le onde dei miei pensieri,
    svelare diafani
    arcani segreti.
    Per questo lo lascio tranquillo
    senza un filo di vento.
    Lascio che il sole abbagli
    il tuo sguardo fugace,
    che l’estate consumi
    le labbra salate,
    perché io non sono
    come tu mi vuoi.

    Da Fiori dell’ essere, Aletti Editore

    Dichiaro di accettare il regolamento sez. A

    Andrea Pergolini

  35. Nicoletta Mosca.
    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

    La sera in cui m’innamorai di te,
    suonai ad un pianoforte in riva al mare.

    Avresti potuto vedere
    le mie mani chiare,
    mescolarsi al vento che soffia da quelle acque, quand’è notte?

    La nostalgia
    la malinconia
    la paura…
    fiorirono sotto le mie dita: fu la primavera.

    Fu la primavera sul molo freddo e solitario
    che bisbiglia storie d’ amori distanti;
    Fu la primavera tra le ali dei gabbiani in fuga
    e su questo mare in tempesta che partorì stelle,
    fiori di campo,violini…

    l’irrequieta mia sensualità.

  36. RITORNI

    Era da troppo tempo che non tornavo su questa spiaggia e ormai non ricordavo nemmeno più com’era fatta. Mi accoglie col suo bianco sorriso di quarzo che s’inchina a ogni singola onda. Avvicinandomi ammiro ancora le basette di lava indurita che l’ornano, e dietro i verdi capelli di pino e lentischio, che la bordano verso l’entroterra. La stempiatura avanza spinta dal vento, rubando qualche metro alla chioma. Ricordo che l’ultima volta il mare era in burrasca nonostante fosse agosto. Io giocavo sul bagnasciuga con gli amici, incurante delle onde rabbiose. Poi quest’assenza di non so quanti mesi, il ritorno per non so quale motivo. Sono molto diverso da allora: non sono più il ragazzo che ero. Anche oggi ci sono le onde alte; mi stanno riportando lente su quella stessa spiaggia dalla quale mi strapparono, credo, due anni fa.

    ————-

    Luca Fadda
    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.
    Sezione B

      1. Sì, ma non mio. E’ uno dei corpi che tornano dal mare, dopo esserci rimasti mesi… in memoria di un ragazzo che è morto due anni fa, a Pistis…

  37. -Mi trovo su una nave della Moby Lines di ritorno dalla mia ultima vacanza. Mi sento un po’ come Jack. Se fossi davvero su una nave d’inizio secolo mi avrebbero piazzato in terza classe giù di sotto, vicino alle caldaie. Non resta che la mia vecchia Renault, ingolfata tra le lamiere di altre 800 auto nel garage, e il ricordo straziante dei miei ultimi giorni di vacanza con lei e di quell’ultima frase che mi ha ucciso: “Mi sono resa conto di essere attratta dalle donne, ti mollo”.
    L’ unica consolazione è che io non morirò di qui a poco come il personaggio di Titanic, a meno che non mi venga in mente di fare un salto in questa distesa blu oceano che circonda la mia rotta verso casa. Una distesa blu tendente al nero. Un’ immensa vastità di molecole d’acqua.
    … Mi fa paura il mare, col cazzo che mi tuffo.-

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.

  38. Mi sono lasciato tutto alle spalle, amici, casa, famiglia, lavoro… e sono fuggito, mi sono lasciato tutto alle spalle come se volessi cancellare tutto… e per sempre.
    Ho preso l’auto e imboccata l’autostrada mi sono fagocitato quattrocento chilometri per arrivare in quel piccolo paese di mare che mi è restato nel cuore.
    In una mattina di fine maggio, sulla spiaggia solo io e la mia ombra, dopotutto sono le sei del mattino e l’unica altra compagnia è la grande palla di fuoco che sta nascendo all’orizzonte.
    Mi siedo e in assoluto silenzio mi godo lo spettacolo con gli occhi socchiusi, e in un momento mi sento come rinato, come se vivessi in una dimensione che non è la mia.
    Per un attimo cancello i problemi, le angosce, le arrabbiature e tutte le altre cose che mi hanno avvelenato l’anima in questo ultimo anno, a piedi nudi mi godo la carezza della sabbia e mi lascio coccolare.
    Uno squillo improvviso mi riporta alla realtà: “si si, sono arrivato, tutto tranquillo, stasera sono di ritorno…”

    Silvio Bonaldi *Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B

  39. ALBA DI MARE
    Sara respirò l’alba, socchiudendo gli occhi per imbrigliare l’odore del mare e trattenerlo nel cuore. Lasciò scivolare i piedi dalle scarpe da tennis e li infilò tra i grani di sabbia umida. Giocò a far nascere orme giganti affondando sempre di più.
    Sollevò lo sguardo. Dinanzi a lei l’infinito blu, incollato all’azzurro del cielo. i suoi occhi spalancati nel colore burroso dei cirri, ad inseguirne le sfilacciature e le forme allungate.
    Tornava sempre in quell’angolo di mare, che l’aveva vista bambina felice, quando capiva che si stava perdendo nel miasma vorticoso del vivere.
    -Come son piccoli i miei piedi- pensò. -Sembro una pianta, con le radici immerse nellacqua che gorgheggia.-
    E cercava un ponte tra cielo e mare per ritrovare i suoi sogni e dare un una strada al futuro.

    Maria Rosaria de Simone
    Sez.B. Accetto regolamento

  40. SOGNO DI TE

    Sogno di te quando
    la notte gela l’aria e
    la mia mente rimane
    immobile, sospesa
    nel silenzio del mio
    letto vuoto.

    Sogno di te quando
    la notte ruggisce e
    la paura si impossessa
    dei miei ricordi.

    Sogno di te quando
    la notte apre i suoi
    profumi che a te io
    dono con un semplice
    alito di vento.

    Sogno di te quando
    la notte racchiude i
    suoi silenzi e solo un
    gemito di piacere
    si ode nell’aria.

    Sogno di te quando
    la notte ruba i colori
    alle stelle che io a te
    dono per adornare
    i tuoi riccioli d’oro.

    Sogno di te quando
    la notte scompare
    alle prime luci
    dell’alba e gocce
    salate solcano il
    mio viso.

    Accetto il regolamento
    Sezione A

  41. Roberto MARZANO – Poesia (dichiaro di accetare il regolamento del concorso)

    MARINAI TERRESTRI

    Di cappotti in panno blu
    bottoni d’oro e fodera scozzese
    sfiorano visi i baveri
    sotto i cappelli da marinai terrestri.
    Le gote rosse di vento e di sale
    inspirano fumi di aringhe ed espirano nebbia
    nei porti del Mare del Nord
    le lugubri sirene dei traghetti lividi di freddo
    vengono sconfitte dalle labbra di Ingrid
    che dolci sorridono venendoti incontro.

  42. SILVIA CALZOLARI – OLTREMARE

    Cavo fondale
    nei silenti rilievi d’abisso
    rigetta sabbie fragili
    su scogli neri lucidi
    di dorata forza
    d’oltremare.
    Suono di conchiglia
    s’infrange
    come sogno
    d’eco profetica
    nelle onde increspate
    della ma baia.

    Silvia Calzolari

    Dichiaro di accettare il regolamento
    Sezione di partecipazione A

  43. Come una candela

    Ti viene voglia di soffiarci sopra
    a vedere quella fiammella che
    timidamente combatte …

    La osservo oscillare in bilico
    tra l’essere e non essere più …
    Mi chiedo dove cadrà o dove vorrei
    che cadesse …

    Mi basterebbe solo un soffio e la finirebbe là
    ma aspetto ancora un pò …

    La guardo e ricordo , un profondo respiro
    un tenero sorriso …
    e non soffio più !

    Accetto il regolamento – sezione A

  44. AMORE INCOMPIUTO

    Dardi infuocati al ventre
    Mentre il desiderio si fa dolore
    Petali scarlatti migrano nel tramonto
    D’un orizzonte netto e insolito

    Esangue il cuore rantola devoto
    In abissi dove s’annega un sogno
    E trionfa spietata la mente
    In realtà spente senza un nome

    Crudele destino d’una favola che trema
    Nel cuore d’una roccia prescelta
    Dove le rune han’ inciso la fine

    Sabbia che acceca le ultime attese
    Scivola da mani tremolanti socchiuse
    Annidandosi nel tempio delle risposte
    Echeggiando ode d’un incompiuto amore

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  45. RIFLUSSO

    Trema,
    l’incessante battito,
    un martello
    si riverbera nei suoi abissi;

    Oltre lo sguardo
    inonda il sentire,
    scivola giù
    e poi ritorna
    a bagnare i tuoi capelli di sale.

    Sara Pasqualin
    Accetto il regolamento – sezione A

  46. Il mare
    agita i desideri
    con le onde ti accarezza
    con i suoi richiami
    i tuoi capricci corteggia
    Non è un viaggio spensierato
    quanti tormenti
    sopra uno scoglio abbandonato
    E’ grève il peso
    sulle tue ginocchia
    No, non sono libero
    come un uccello
    Ed in me
    solo con il vento vola
    un solitario grido
    di libertà.

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  47. E’ il mio tormento
    che sente … questo mare.

    Dei “forse” andati
    e dei “perché” smarriti.

    Ad ogni onda
    s’infrange una promessa …

    Nella risacca della schiuma
    svanisce ogni ricordo.

    Michela Ruggiero
    (depositato con documento di data certa)

    Sez. A – Accetto il regolamento

  48. Le tre di notte. La testa appoggiata al cuscino, ascolto il mare che in lontananza ma non troppo, culla il mio disagio: fruuu… avanti, sciaff… indietro. Sento le vene che pulsano in sintonia con quel ritmo e rivedo Sara che è appena andata via, via come una barca che prende il largo e sparisce all’orizzonte. Non mi sento male, mi sento stordito, come qualcuno che ha sostenuto una lunga lotta e poi cade. E’ andata via perché me la stavo mangiando: con le mie regole, i miei pessimi umori, le mie gelosie ed ora quello che mi rimane è solo il rumore del mare. Nella penombra della porta appare la sua figura slanciata che l’età non ha rovinato. “Dio, è ancora qui, è tornata. Giuro, non ti mangerò più, ti assaggerò solo un po’ ogni giorno per tutta la bellezza che il tuo amore sa darmi”. Un’onda più forte culla un abbraccio nel buio.

    Eugenio Minola

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.

  49. Naufragio

    Mentre il sole raccoglie
    il corpo abbandonato
    E un adagio di mare
    ne accompagna
    i respiri malinconici

    Un veliero che trasporta
    bauli di pensieri
    diretti al tramonto
    Naufraga tra i marosi
    dell’anima

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso – sezione A

  50. Francesca La Froscia

    Pasto di strada

    Eri acerba poco fa
    con il domani colorato
    negli occhi.
    I pensieri ora
    non hanno l’incanto
    dell’arcobaleno
    donna plasmata
    troppo presto.
    E di fretta non ce n’era.
    Le tue belle stagioni
    pasti di uomini
    che ne fanno banchetti
    sono da scrollare
    come briciole
    dispensate agli uccelli.
    Sbarchi il tempo
    – con ombre da sviare –
    nelle strade ingorde
    che succhiano il viso
    e ingollano il corpo.
    Non saltelli tra le nuvole
    ma trascini i giorni
    nei vicoli muti e ciechi
    senza primavere
    da attendere
    né margherite
    da sfogliare.

    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A

  51. Sez. A – Accetto il regolamento del presente concorso

    Correnti

    Vivi così questi flutti
    or nell’amara marea
    e gorghi e risucchi
    celan la forma, l’idea.

    E sull’ultimo crepuscolo
    che s’increspa di tenebra
    spuman pensieri al pascolo
    là oltre chiuse di palpebra

    mentre su rocce marine
    forte s’infrange ermetico
    sotto supernove d’aprile
    ancor l’istante eterico

    in cui i nostri respiri son uno,
    stesso riverbero d’infinito

    giovanni galvani

  52. Nessuno è al sicuro: SOPRATTUTTO GLI SQUALI ! Persone azzannate dagli squali in un anno: meno di 30. Squali uccisi ogni anno per prelevargli le pinne e farne zuppa di pinna di pescecane nei ristoranti cinesi: DUECENTOMILA.
    Nello stomaco di un grande squalo bianco potrebbe essere trovato il cadavere di un cinese che abbia ancora nello stomaco resti di zuppa di pinna di pescecane.
    Sarebbe giustizia divina, commenterebbe uno squalo.

  53. E NON ACCADE ALTRO

    Si muove su scaglie di vento,
    intinta la rete e la lenza,
    ancora tra flutti in dormiveglia.

    Beccheggia in fiacca apparenza
    tradisce la nascente aurora
    soltanto la lampara spenta.

    Sorride, ingenuamente, il pesce luna.

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  54. La notte più scura

    Fluttuano al ritmo della marea le ciocche scure dei miei capelli
    sospese nell’acqua,
    sbattute dalle onde
    si incollano come alghe sugli scogli.

    Sono conchiglie i miei occhi schiariti dalla luna.
    Fermi e calcarei fissano l’oscurità del cielo.
    Immobili si lasciano incantare dalla visione dell’ultima stella che cade.

    Poco distante,
    sulla spiaggia stanno sdraiati in silenzio gli ultimi amanti della notte,
    nell’acqua naviga come una barca senza meta il mio corpo silenzioso.

    Anna Arpinelli

    (Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A)

  55. “Disattese le promesse
    del tuo paradiso…
    ignobile scoprire e
    scoprirsi così avida
    così sola…
    il mio capo chino
    su di te e
    lacrime folli
    disciolte in inferni accesi
    le tue promesse
    le mie colpe
    e la notte…
    il mio paradiso disatteso.”

    Maurizio Valdrighi ( LaLineAdelTempO ),* Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  56. In deriva

    L’iceberg si muove
    in là e in qua,
    il mare rumoreggiava impotente,
    uccelli bianchi
    sono caduti gelati
    nelle reti dei pescatori!

    Non potevo fare nulla:
    la mia barca si sta movendo
    in là e in qua,
    onde nere
    portandola in deriva!

    Accetto il regolamento. sezione A

  57. Luisella Grondona Accetto il regolamento- sez B

    Io l’ho visto il mare di notte

    E’ il vento che irrita le onde, viene da nord e porta nubi che ingoiano il sereno. Insiste e le onde s’arrabbiano. Sempre di più. Sulla groppa del cavallo impazzito teniamo duro per non cadere. La barca sale, precipita.“Nooo” urlano le voci.
    L’acqua schiaffeggia le teste. Vestiti fradici, odore di vomito, urina sulla pelle. Le fauci spalancate del lupo. “Mamma, ho paura!” Un uomo non deve aver paura, mai! Mi vergogno. Chiudo gli occhi. Le labbra contro i denti…
    Le luci sono un miraggio, stelle palpitanti là dove il mare finisce. “Buttatevi!” la voce è una frustata “ in acqua, tutti quanti!”
    “Non voglio”. Giù, qualcuno mi spinge e il lupo chiude la bocca…

    Luisella Grondona

  58. Santina Papa 24/04/2013

    “Eco d’amore”

    Bianco cigno,
    ritroso e adamantino
    come lanterna illumina la pelle sua bella
    nell’udir quel sussurro
    sorgere dal seno del mare.

    Oh, Amore!
    Se il seno del mare mi parlasse di te
    vorrei attaccarmi ai turgidi capezzoli
    per assaggiar in quella schiumosa mistura
    la dolcezza infinita delle tue parole…

    e se fossi una creatura del mare,
    un’arcana sirena,
    dal dorso simil a linea di luna
    come mallo da noce, silenziosa,
    sguscerei dal mio involucro trasparente
    dando slancio al cuore
    per giunger fino a te…

    Correndo con repentino furore,
    fra boschi di betulle ed erbe in fiore
    impomatando le mie tenere papille
    con il sapore del tuo umano sbadiglio
    inebrierei di te ogni mia cellula…

    Cruda passione alberga in noi
    è vino bollente,
    gocciola ardentemente nell’intimo nascondiglio
    fin ad aprir quel magico scrigno.
    La tua natura di essere carnale
    nell’abisso della mia anima bisbiglia
    come concerto di incantevoli violini
    ad ogni sbatter di ciglia;
    è l’eco d’Amore che nutri per me…

    Anime rare siamo noi
    espandiamo l’intensità del nostro esser tutt’uno
    facendoci gancio
    con impeto ci incateniamo come d’ incanto.
    Nessun tramonto
    solo albe luminose
    nello splendido cerchio dell’Amore.

    -Santina Papa
    Pubblicata nel sito scrivere
    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso – sezione A

  59. -Il giorno che venni divorato vivo fu quello che ricordo con maggior gioia.- disse Louis con una voce impastata e gli occhi infiammati dal ricordo.
    – Era una sera come le altre.- aggiunse mentre le sue dita presero a muoversi senza senso. – Un po’ meno squallida del mattino, agitato da un fastidioso vento- sottolineò Tommy, senza essere ascoltato da Louis, ormai perso nell’ansiosa nostalgia di quel momento da rievocare, così, per sentirsi ancora vivo: – Quando la vidi guardarmi era troppo tardi. Te lo ricordi? Mi aveva scelto tra tutti e si era seduta al mio fianco. Parlammo per qualche ora, ma sembrava fossero passati pochi minuti. Dimenticai di guardare la partita in streaming, non mi accorsi neanche che voi eravate andati tutti via. -Eh eh! Sorrise il caro Tommy, felice di avvistare negli occhi dell’amico una dolce lacrima. -Non è giusto essere baciati e sbranati allo stesso momento.- disse Louis
    -Non è giusto, ma non è hai più paura- aggiunse Tommy andandosene.

    Giuseppe Carta

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B

  60. Indelebile presenza

    Mi manchi
    come il mare alla sabbia
    sei ovunque.
    Cammino sull’orlo
    della tua riva
    in perenne silenzio.
    Mai ti vedo
    sempre ti parlo
    costantemente sento la tua anima.
    Senza fine in me
    indelebile presenza.

    Grisanti Maria
    Sezione A
    Dichiaro di accettare il regolamento

  61. Lasciatemi stare
    solo
    così
    muoio

    Lasciatemi stare
    lasciatemi urlare
    dal
    profondo
    del cuore

    Lasciatemi stare
    non voglio
    uscire
    il sole
    inasprisce il dolore

    Lasciatemi stare
    lasciate che
    i dieci
    i cento
    i mille pensieri
    si schiantino
    come arbusti
    di luce
    sul ciglio del mare

    Lasciatemi stare
    lasciate che
    il sale
    guarisca il dolore
    mentre il sole
    s’affoga nel mare

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  62. Mare di notte

    Nelle tiepide notti d’estate,

    il soffio caldo di scirocco

    sposa, al profumo dei camucioli,

    aromi di lavanda e ginepro.

    Dune selvagge degradano

    nella spiaggia di sabbia sottile,

    opalescente sotto la luna.

    Amo sedermi sulla battigia,

    sentire la rena bagnata

    e il lento fluire della risacca

    che accarezza i piedi nudi.

    Assaporo gli spruzzi salmastri,

    godo la brezza sulla pelle

    e il vento tra i capelli.

    Con occhi colmi di stelle,

    contemplo l’immensa distesa

    del nero velluto, ingemmato

    da preziosi merletti di spuma.

    I pensieri naufragano lievi

    e gli affanni si stemperano,

    nel dolce incresparsi delle onde.

    Foschini Anna Rita.

    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso- sezione A

  63. Amo le onde del mare

    Amo il naufragare lento
    dei miei pensieri,
    li tra le onde
    che amo.
    Sirena fuor d’acqua
    muoio …
    Manca il bagnar dei tuoi baci,
    il morbido giaciglio
    del tuo indescrivibile
    saper amare.
    Soffoco
    nell’aria tersa
    di malinconia
    senza di te.
    Amo le onde del mare,
    amo te…

    Paolo Lorussi
    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  64. Agostino pertica 27/ 4/2013

    Nel mare della solitudine…….

    Invano ho cercato….

    Siamo pesci annegati

    nella tempesta

    sbattuti sulla riva

    un’onda troppo alta

    ci ha spezzato…….

    Incantati dal canto

    di mille sirene

    troppo bello

    per ascoltarlo

    troppo triste

    per rincorrerlo…..

    In una cascata

    buttati figli del tempo

    non intimoriti…..

    Un vortice di niente

    inghiotte tutto

    portando

    solo il silenzio……

    Dichiaro di caccettare il regolamento di questo concorso,sezione A

  65. IL MARE
    (sonetto minore)

    Tu, incubo da domare,
    mondo agognato così,
    dove il sogno compare
    non posso dirti che sì.

    Sì per starti a cantare,
    per passare un altro dì
    sul tuo grembo a guardare
    chi nuota, chi corre, chi

    t’abbraccia con la rete.
    Fra il cielo e te il confine
    è una linea che non c’è,

    è una palpebra perché
    non so quale sia il fine:
    non sazi la mia sete.

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  66. L’AMORE GUARITO

    Ora sono qua seduto nella sabbia
    e sfioro le onde del mare.

    Quanto dolore e quanta sofferenza
    ho patito lontano da te.

    Quanta tristezza e quanta malinconia
    ho provato rinunciando a te.

    Quanti errori e quante illusioni
    ho vissuto senza di te.

    Tu che racconti la vita dell’uomo
    che per l’amore è nato.

    Tu che sostieni la verità dell’uomo
    che senza colpa è vivo.

    Tu che inondi il mondo dell’uomo
    che per la bellezza lavora.

    Tu che nutri il corpo dell’uomo
    che per delizia è creato.

    Ora sono qua immerso nell’acqua
    e abbraccio l’eternità.

    Sento il calore d’un amore rinato
    che per la gioia s’è unito.

    Ora sono pronto a vivere liberamente
    insieme a te l’amore guarito.

    Marco Greco

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  67. Mi chiedo ancora come sia potuto succedere. Andava tutto bene. Le condizioni erano perfette. Centinaia di volte ho navigato a vela su questo specchio di mare senza avere problemi e in condizioni ben peggiori. Maledetti totani!. Ma cosa mi ha detto la testa di venire a pescare totani! L’acqua non è fredda ma sono stanco e poi… C’è qualcosa che mi gira intorno. Forse è proprio quel qualcosa che ha rovesciato la barchetta. Stupido! Stupido! Sei solo uno stupido! Non potevi rimanere sul divano a guardare la TV come le persone normali? No eh?! Nooo. Perchè sei un biologo marino e a te piace andare per mare sempre e comunque. E poi i totani, è il momento ideale per pescarli, perchè farselo sfuggire! Te lo dico io perchè brutto idiota! Perchè ora non staresti a mollo nuotando come un forsennato per cercare di raggiungere la riva nel buio più assoluto con… Con… Con qualcosa che ti nuota intorno. Cosa diavolo sei? Sposti molta acqua, sei grosso ma non riesco a capire cosa diamine sei. Se almeno fossi andato in piscina negli ultimi mesi a questo punto non saresti così stanco… Dai su manca poco. Il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli è vicino, molto vicino. Ci sono! Ci sono! Mi tiro su e mi siedo con lo sguardo perso di fronte a quel mare nero che amo ma che mi ha quasi inghiottito. Alla prossima mio caro, stavolta ho vinto io.

    Daniele Rizzelli

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.

  68. Donna e mare.

    Lontano, il mare ulula il suo dolore alla notte
    attimi di fuoco illuminano il cielo
    non si placano i tormenti che agitano il tuo cuore,
    come onde che si infrangon sugli scogli delle vita.

    Donna in mezzo alla tempesta,
    non ti piega il vento che lacera i tuoi vestiti
    non ti spezza l’uragano che fa esplodere i tuoi sensi
    non ti trascina la corrente negli abissi .

    Domani verrà:
    accarezzerà i tuoi capelli, la brezza del mattino
    lenirà le tue carni, la spumeggiante schiuma
    asciugherà le tue lacrime, il primo raggio di sole.

    E il mare ancora cullerà i tuoi sogni.

    Rita Chinotti
    ( Dichiaro di accettare il regolamento del concorso sezione A)

  69. Ore tre del mattino di sabato 6 Aprile 2013. Non riesco a dormire forse per il caffè o, forse per un pensiero che sta diventando ostinato. Il silenzio della notte lo avverto con un sottile fischio nelle orecchie. Ho l’impressione di non percepire nient’altro ma, ecco, che il sordo rumore del mare che discorre di sé impattando sulla spiaggia, emerge sul sibilo del silenzio. Borbotta e discorre, costante, senza paura, senza cedimenti, borbotta e racconta. Il pensiero ostinato diventa azione, prendo la penna e inizio a discorrere di me. Ore tre e trenta di sabato 3 Aprile 2013…

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B

  70. L’importanza del “volo” – (dopo una forzata immobilità)

    Dal silenzio della mattina, un rumore improvviso come di passi sul tetto a rimuovere le tegole, poi ancora silenzio.
    Cosa poteva essere stato? Finalmente la risposta poco dopo. Il verso di un gabbiano prima forte e poi sempre più lontano a dimostrare che era stato lui a scuotere il silenzio. Aveva mosso i primi passi del mattino e poi aveva spiccato il volo verso il mare poco distante, denunciando la sua presenza con quel grido stridente. E rassicurata dissi tra me e me, è solo un gabbiano allora…
    E’ ora di spiccare il volo anche per me, pensai…e mi alzai.

    Tania Scavolini .
    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B

  71. Maresia

    Oh! Le caldi estati di un tempo…
    I gusci e le lontane onde
    Col pensiero girovago ho dormito sui litorali abbandonati e aspettato il sonno incantevole.

    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  72. Un urlo squarciò il silenzio della casa al mare. Alberto si svegliò di soprassalto, completamente sudato, e con gli occhi ancora chiusi tastò le lenzuola alla sua destra, trovando il letto vuoto e freddo, com’era sempre, da quando Nina se n’era andata. L’aveva sognata quella notte, Nina. L’aveva vista, mentre raccoglieva i sassi dalla riva del mare e poi, preparata e adornata come una sposa, si era coricata nel letto d’acqua. La corrente l’aveva abbracciata e lei aveva sorriso, serena.
    Si alzò dal letto e uscì di casa, incurante della pioggia.
    “Tutto comincia nell’acqua e tutto finirà nell’acqua”, pensò.
    Acqua nella pancia di sua madre, quando era ancora un ammasso di cellule in fase di differenziazione. Acqua nei suoi pochi e ormai lontani ricordi felici, quando da bambino si tuffava in quelle acque cristalline, che adesso gli facevano quasi paura per quanto erano turbolente e scure.Acqua nei primi anni del suo matrimonio, trascorsi in quella casa al mare con Nina. Acqua di fronte a lui, nelle onde tormentate del mare in tempesta. Acqua su di sé, nelle lacrime salate come il mare che gli scorrevano sul viso. Acqua, acqua ovunque.

    Federica Carlomagno

    -Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B-

  73. Antonio Ciavolino 30/04/2013

    ^
    Uso del mare…

    Uso del mare fare mio rifugio
    ed abissando naufragarvi l’indole
    o navigando in un delirio d’albatri.
    Sangue salmastro a scorrere le vene
    e sale e sole ad affondare rughe.

    Lungo il nuraghe ai muri dell’acanto
    campo celeste e limite del cielo.
    Sono rinato d’acque
    che schiarano lo sguardo,
    son rete di tonnara
    e vela senza tempo
    o notte di bonaccia,
    urlo di fortunale.

    Cuore colmo d’oceano
    che frange palpitando
    tavola del mio olio
    talora goccia in canto.

    ^

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione A

  74. Del Mare

    *

    Solo sa chi è del mare,
    della marea le pozze,
    quando dio oceano torna
    nella sua casa grande
    e tracce lascia
    d’acqua salmastra
    dove rispecchia il cielo.

    *

    – dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione A –

  75. Il mare era da sempre
    e sempre stato
    qualcosa per me
    di buono

    Guardandolo, come guardando me
    e nello sguardo, rivedendomi
    libera, piena, senza voce, senza più
    domande

    La superficie sulla quale
    srotolare
    le cavallette litiganti del cervello
    pensieri che fanno male, lasciare
    che morissero nell’ebbrezza delle realtà possibili
    o di quelle dolci al ricordo

    Guarire anche ciò che per natura
    non può che essere dolorante e attorcigliato
    complicato

    Il mare
    prezioso per l’uomo
    perché non umano
    Come una tregua da tutto, un riposo
    e un’iniezione
    di sensualità, lungo gli spigoli del corpo

    Spiace dover tenere gli occhi aperti
    non poterli chiudere ignari della verità
    la verità che urla, non è vero

    Il mare ora mi ributta le immagini
    anche se narcotizzati i sensi, le forme tornano
    hanno il colore assente dell’acqua, mute
    violente come un uccello riverso in una
    discarica
    con le ali sporche, inutili
    Come schiaffi, calci, insulti
    senza una ragione
    senza difese

    Violente come voi
    che ho timore di guardare con questi occhi abituati male
    perché non siete più riconoscibili

    Il mare riporta solo macchie gonfie
    ha deciso per tutti, ha finito il suo lavoro
    e quando sarò a corto di parole – presto – anche le più ovvie, le più banali
    sarà di nuovo facile dimenticare.
    Chiudere la parentesi.

    Nessuna paura, è il mare.

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione A.

  76. Il mare dei perché

    Quel mare là, quello che riempie i ricordi, è vestito di un azzurro che è difficile trovare. Le sue onde, altissime, sprigionano una schiuma che frettolosamente raggiunge la riva e bagna i piedi desiderosi di rinfrescarsi, generando un tale benessere che trascina l’anima in un placido delirio. Così tanta ricchezza è difficile da descrivere, non si può toccare e nemmeno fotografare: solo l’orizzonte è in grado di percepirla, in un valzer di colori sopra quell’immensa distesa chiamata mare. Luminoso, malinconico, simbolico e reale al tempo stesso guadagni i sogni e le speranze di chi, con lo sguardo perso e il cuore in gola, cerca risposte sagge per poter ritrovar se stesso fissando un orizzonte sconfinato, tracciato da una linea immaginaria senza la quale niente avrebbe senso. Ingegnoso miracolo della natura rifletti da sempre il senso della vita e della morte, causando tante gioie e tanti dolori nella nostra esistenza che altro non è che un flebile soffio nell’infinito mare dei perché.

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B

  77. Avevo abbandonato l’azzurro del mar Tirreno, nella mia tranquilla città laziale sede del porto più grande d’Italia, per trasferirmi in pianura padana: che delusione scoprire il grigio colore del mare Adriatico, simile al fango come il suo cielo! Sembrava quasi voler inghiottire e spegnere il mio rapporto con la forza delle onde. Ho ritrovato i miei equilibri solo a Marina di Ugento, dove il mar Ionio compare verde, cristallino ed incontaminato, popolato da pesci che lo adorano. Ma ho riscoperto me stesso nel campidanese, a est di Cagliari in sardegna, dove a Costa rei il mar Mediterraneo perde ogni colore e diventa trasparente, pulto, come acqua minerale, e dove il confronto con il mar dei Caraibi è vincente su tutta la linea.Queste sono le mie acque, questo è il mio mare dove mi rispecchio e ritrovo le mie forze.
    Dichiaro di accettare il regolamento sezione B.

  78. Al mattino presto il sole sorgeva sulla distesa d’acqua, attraverso le persiane filtrava nella stanza. Sul soffitto piccole linee di luce tremolanti rischiaravano il risveglio riflettendo il moto delle onde. Era quello il segnale che fuori il mondo aveva già ripreso il suo corso normale. Gli adulti giù in cucina all’opera da un bel pezzo, avevano preparato la colazione e si apprestavano alla discesa in spiaggia. Il caldo, l’estate e l’acqua trasparente ci reclamavano.
    Noi ragazzini, con un guizzo filavamo giù dai letti e scendevamo in cortile. Dopo esserci lavati con l’acqua gelida del pozzo sgranocchiavamo qualche fetta di pane, della frutta e bevevamo un sorso di latte. Procedevamo in fila indiana sul sentiero che portava
    alla scogliera ed al braccio di mare che ci ospitava. Non era una semplice vacanza. Quei giorni avevano il colore dell’avventura. Il mare ci ha visto crescere, abbiamo imparato a nuotare, a stare in barca ed a remare. Frequentando i pochi pescatori superstiti che
    vivevano da generazioni in quel tratto di costa abbiamo appreso come
    “ calare” e “salpare” le reti da pesca. Non solo questo, conoscevamo i venti e tanti piccoli segreti di una sapienza antica. Oggi, se passo di là quasi non riconosco i luoghi. Tanto è cambiato e non ci sono più tutti quei volti amici. A volte, anch’io mi riconosco a stento con quel ragazzetto che ero un tempo già troppo lontano.
    Solo il mare pare sempre lo stesso. Le sue onde non hanno dimenticato nulla dei sogni dell’infanzia ignara di quel tempo che resta fatale e ricco di ogni bene.

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B

  79. 21/04/2013
    LO STRETTO INDISPENSABILE
    Ondate di paura
    nella schiuma della rabbia,
    correnti fredde si mischiano
    in calde risacche sorrette
    dall’umido Libeccio.
    Barriere calcaree scalzano
    i rossi coralli del cuore.
    Fari sull’opposta sponda
    limitano l’infinita visione,
    immaginando orizzonti fiabeschi
    al calar della sera.
    Ed è il tramonto,
    con i suoi riflessi purpurei
    sullo specchio dell’anima.
    La brezza da est
    porta con se carichi
    di pensieri e fantasie
    che non vanno oltre
    le dune sabbiose
    della mente assolata.
    Nella notte scura
    seguendo rotte mai solcate
    vago solitario in balia dei marosi.
    Tra Scilla e Cariddi
    il mio sguardo si perde
    nella ricerca di te.
    Albeggia, prime luci
    rischiarano il quadro
    sulla tela dell’esistenza,
    barche che navigano
    venti che le deviano
    scie biancastre che si perdono
    nel blu profondo
    del mare della vita.

    *Dichiaro di accettare in toto il regolamento del concorso per la partecipazione alla SEZIONE A.

  80. FRANCESCA GHIRIBELLI – – sezione di partecipazione: B racconto breve.
    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.

    UN CASTELLO SUL MARE

    Una farfalla sfiora una duna di sabbia e nessuno saprà mai il suo segreto. Da terre sconosciute sentirai melodiose arpe riscuoter la giovane voce dell’esistenza,ma soltanto per un attimo vedrai comparire sulla via smarrita un paesaggio lontano.
    Sembrerà il misterioso e sottile bacio di un sogno: avrai una spiaggia per mondo e per lunghi capelli le bagnate schiume del mare.
    Le conchiglie saranno orecchie in ascolto di ciò che non è stato detto,mentre la mente danzerà fra gli scogli che sorrideranno di sale.
    Vivrò l’infinito amore per stazioni mai conosciute e in ognuna di esse avrò un castello sul mare.Un maniero di sogni per un mare di fantasia.
    Mi ritrovo ladra del tempo per poter sognare in eterno.

  81. Poesia “Voglia di mare”

    Vincono i sentimenti liberi, migrano.
    Onde s’infrangono
    gridando alle coste
    le esasperate tempeste a cui sono esposte
    Isola bella, lascio alla tua terra ogni mia lacrima
    ancora levati, voglio navigare,
    diretta dal vento,
    Inseguita solo dal tempo,
    miro ad uno sfuggente orizzonte,
    accarezzando l’aria salata e la fatica sulla fronte,
    remo contro le insidiose onde,
    ergendo le vele dell’anima.

    * Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione A.

  82. SOGNI
    Danzano i sogni
    sulle corde pizzicate
    di un antico violino.
    Note armoniose,
    melodia di stelle,
    pulviscolo dorato
    veleggia
    nel mare sconfinato
    delle mere illusioni.
    Sogni senza tempo
    s’infrangono,
    graffiano gli scogli
    rattrappiti dell’anima.
    Lieve sciabordio
    d’onde mosse dal vento,
    s’inchinano
    alla rinnovata Luna.

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione A

  83. ABISSI
    Scendo verso il fondo
    per scoprire
    se stelle abitano
    la tua notte.
    Dentro di me desidero
    che il buio
    protegga il tuo mistero.
    L’eco del mondo
    è ormai così lontano,
    sondo le mie emozioni
    nel silenzio
    e finalmente trovo
    le risposte
    distese chiaramente
    sulla sabbia.

    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

  84. IL CANTO DEL MARE
    Cantava il mare. Ha cominciato piano, ma non si è mai fermato e adesso urla coprendo ogni rumore. Forse sono tutti i pensieri che hanno agitato la mia notte, finiti in mezzo ai flutti. Cerco il blu con gli occhi, lasciando che mi riempia, diventando quella tempesta che mi cresce dentro. Sono sotto le onde che si rivoltano. Rabbia e dolore si scontrano fino a perdere forza e significato e limpida ritorna la mia acqua. Torna la luce come tenue alba che promette di diventare giorno. Cerco la pace e il mare mi risponde.

    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione B.

  85. MEZZANOTTE STELLATA

    Il flusso impetuoso che errava randagio dai cosmi più alieni
    ti sospinse paziente nelle mie viscere.
    Accarezzati da onde vezzeggiate dal fato,
    sento il tuo respiro accelerato entrare dentro di me
    sotto gli occhi complici di una mezzanotte stellata.
    Il magnanimo mare che fluttuò la tua anima nella mia
    ti volle ancora tra le sue braccia inappellabili.
    Trainato da un destino labile e incontrastato
    oscillasti via,
    avvolto da onde ineluttabili.
    ADDIO gridai rassegnata
    ma di nascosto rubai all’acqua il tuo respiro
    Clorinda Iovenitti
    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.Sezione A

  86. MEZZANOTTE STELLATA

    Il flusso impetuoso che errava randagio dai cosmi più alieni ti sospinse paziente nelle mie viscere .Accarezzati da onde vezzeggiate dal fato, sento il tuo respiro accelerato entrare dentro di me sotto gli occhi complici di una mezzanotte stellata.
    Il mare magnanimo che fluttuò la tua anima nella mia,ti volle ancora tra le sue braccia inappellabili.Trainato da un destino labile e incontrastato oscillasti via, avvolto da onde ineluttabili .ADDIO gridai rassegnata, ma di nascosto rubai all’acqua il tuo sorriso.

    Clorinda Iovenitti
    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.Sezione B

  87. Il mare dei ricordi

    Seduto su uno scoglio della barriera frangi flutti, la canna da pesca stretta tra me mani ossute, il vecchio respira il mare, a occhi chiusi. Gli spruzzi d’acqua leniscono la pelle, consunta dal sole e dalle stagioni della vita, e un lieve refolo di vento danza tra i radi capelli incanutiti. I pensieri galleggiano lievi, come le bianche vele all’orizzonte; si librano fino a perdersi tra gli stormi garruli dei gabbiani, nel cielo vermiglio del tramonto. Gli sembra di vederli, quei due giovani che corrono sulla riva tenendosi per mano, con i piedi nudi lambiti dalla risacca. Lei è bella, e bionda, e ride felice: lei, il suo unico amore, la compagna della vita, la madre dei suoi figli. Lei, che riposa nel piccolo cimitero del paese, nella tomba bianca che ogni giorno ricopre di fiori. È stanco: sa che presto potrà raggiungerla, e non desidera altro, ormai…
    Il tocco di una mano di bambino lo riscuote: -Ehi, nonno, guarda: ha abboccato un pesce!-
    Apre gli occhi, guarda il suo nipotino: ha gli stessi occhi azzurri, gli identici riccioli d’oro. Le somiglia così tanto… gli sorride, gli fa una carezza leggera sul visetto arrossato dall’eccitazione. Non è ancora il suo momento: lei lo aspetterà, come ha fatto tutta la vita.

    Accetto il regolamento. sezione B

  88. Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso partecipando alla sezione A.

    AI CONFINI DELL’INFINITO
    (Tratto dal mio libro L’Impronta del Pensiero)
    VINCENZO LUBRANO

    “La spuma del mare
    descriveva la mia anima…
    L’impatto delle rocce
    la mia determinazione…

    Il mio sguardo cavalcò le onde
    fino ad arrivare all’orizzonte…
    Un unica speranza superò la capacità del mio senso…

    Battiti e sogni …
    Posati sulle ali di un gabbiano che
    Oltrepassò l’ orizzonte…”

    Vincenzo Lubrano

  89. PASOLINI TRAGHETTATO DA OSTIA AL PARADISO DEI POETI

    Piena la luna
    dentro il gelido tirreno,
    oltre la duna
    si consuma il fatto osceno.

    Il rumore di un’onda e
    l’aria di sale,
    il sangue che gronda
    gli dan del maiale.

    Lontana è l’estate
    e i bagni nel mare,
    suonan sorde, le catenate,
    giace qui il corpo da abbandonare.

    Il Re dei Poeti convoca Ulisse:
    “prendi la barca, non lontano da Circe
    afferra l’anima dolce di chi del popolo scrisse”.

    Maurizio Perelli
    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso. – sezione A –

  90. La vita del mare

    Una goccia è caduta nel mare,
    una goccia speciale
    a cui vengono concesse le onde solo
    per dondolare.

    La goccia che arrancherà un giorno alla vita,
    rende adesso la custode del mare
    sensibile ad ogni respiro,
    in attesa che lei le afferri le dita
    e la chiami: “Mamma.”

    La culla che dondola,
    di nuovo l’immagine del mare,
    sarà che è lì che sei nata,
    è lì che tua madre l’ho amata
    e forse ancora prima sognata.
    Lei ora ti tiene stretta,
    t’invidio per quella pace d’abbraccio
    che non ritrovo più,
    ma tu piccola goditelo ancora
    che per camminare hai ancora un pò di tempo.

    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso. – sezione A –

  91. Mar vivo

    Onda linda che la riva
    Accarezzi si’fugace,
    Lustri l’ anima mia schiva
    E le doni la sua pace.
    E quell’umida carezza
    Che dal piede scalzo sale,
    Mi regala la dolcezza
    Di un abbraccio surreale.
    Forse complice tuo il vento
    O le note nella mente,
    Ti ridono quel che sento
    Sempre silenziosamente.
    Scende lento dalle gote
    Quel mio umido frammento,
    Cade dritto nel tuo abbraccio,
    Ne diviene un complemento.

    Savina Del Giudice
    6-05-13

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.Sezione A

  92. AMARE IL MARE

    La musicalità degli eventi

    Si fonde in un pensiero visibile

    Un miraggio scivola nei miei occhi

    Le onde!

    Vorrei annegare

    Uno sguardo ancora per carezzarle

    E lasciarmi trasportare

    Flavio Failla
    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso. – sezione A –

  93. LONTANA CAREZZA

    Da un pensiero,invisibili fili
    ti volano al cuore e qui mi ritornano,
    tessendo tele aperte su vascelli
    che in seno al nostro mare spadroneggiano,

    quel perpetuo viaggio pronti a compiere
    e che nessuno mai osi interrompere
    tra te e me. Resto sulla prua ad ammirare
    l’acqua, fino a che ti veda passare

    per attimi di sguardi non smarriti
    e carnalità dei corpi non mancare
    quasi, sporgendo il braccio per rubarti

    lontana carezza,lieve e cosciente,
    sul volto, commossa, per salutarti,
    con musica e silenzio nella mente.

    Accetto il regolamento. sezione a

  94. LO SQUALO

    Apparve all’improvviso, fendeva l’acqua con la potenza della prua di una corazzata, era la pinna dorsale di un grande squalo bianco. Immediato voltai lo sguardo verso la barriera corallina ma troppo lontana, ero spacciato, completamente privo di reazioni mi chiedevo dove aspettarmi il primo morso. Immaginavo le mie carni dilaniate, il dolore atroce, il sangue e stavo tremando. Mi voltai per capire da che parte aspettarmi l’attacco. Lo squalo si stava avvicinando a velocità folle è la fine. Eccolo a pochi metri, mi è addosso, le mascelle spalancate, i denti, il morso e la mia gamba tranciata in due parti e poi il secondo decisivo attacco e poi la sveglia che mette fine al mio incubo.

    Walter Fabbri

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B

  95. Sei molto bravo. Stilisticamente impeccabile, bella, divertente…complimenti. la mia è più avanti, ma vale poco

    1. Grazie per le belle parole. Non ho capito bene dove si vedono i commenti e poi non ho trovato il tuo. Comunque grazie. Eu.

  96. Mare Eterno.

    Vorrei esser pietra,

    più duro nella la vita,

    ma non lo sono,

    son nato piuma,

    riesco solo a sfiorare ciò che amo,

    divenire acqua per scivolare

    su ogni cosa e non pensare,

    invece sono inchiostro

    ovunque vado macchio,

    a volte esser cielo

    mi piacerebbe tanto,

    sarebbe bello

    poter guardare dal cielo il mondo intero,

    il Sole…

    la luce,

    poter vedere te brillare

    o Luna,

    per rischiarare il cuore tuo,

    ma esser scoglio sarebbe meglio,

    attenderei te,

    quell’onda che aspetto da tanto tempo,

    la piu bella,

    venirmi incontro partendo da lontano,

    attraversare l’oceano tutto,

    le sue tempeste,

    il mare,

    infine,

    giungere innanzi a me come una ballerina,

    dolcemente ti sollevi,

    per avvolgermi e non lasciarmi più,

    in questo mare eterno.

    Di Giuseppe Morelli

    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso. – sezione A –

  97. Guardo le stelle e mi sento più piccola che mai. Ora, forse, non vorrei trovarmi qui, da sola. Ho remato nella notte, ho preso il largo. Dopo avere abbandonato i remi mi sono gettata in mare. Immersa in un limbo liquido e scuro senza riferimento alcuno, ho guardato la barca allontanarsi alla deriva. Misuro il tempo trascorso nell’acqua gelida dalle fitte acute che mi attanagliano le membra, sempre più rigide. Credo che tra un po’ non sentirò più il corpo. Per ora resto ancora a galla ma presto andrò giù, lentamente, e tutto finirà. Strano, non ho paura. Forse perché l’acqua è l’elemento primordiale e all’acqua sto ritornando. Solo che il mare di notte è una culla fredda e nera. Accidenti, che strattone! La superficie piatta del mare all’improvviso ribolle di schiuma e spruzzi che violano il silenzio del buio mentre un tepore inatteso mi avvolge. Sagome enormi saltano e coprono la vista delle stelle. Sono più piccola che mai.

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso, sez. B.

  98. Una storia senza capo né coda
    di Mario borghi
    Questa è la storia, senza capo né coda, di un mare. Anche se, detto tra noi, la coda c’è, eccome, e ogni giorno si allunga. Una coda di persone, cosa avevi capito; di gente che pensa ancora alle code di scampi, che ieri mangiava, anche un po’ annoiata, o che non ha mai assaggiato.
    Questa è la storia senza capo né coda di un mare ingombrante e scomodo, di code e di disperazione; di un mare che basta poco e diventa rema. Rema, sì, per non affogare, anche contro corrente.
    Questa è la storia di un nuovo mare, anzi di una nuova marea, anche di capi, e anche in giacca e cravatta, tutti in coda; la storia di chi scopre che “Caritas” è l’anagramma di “Carta Si”, che solo ieri usava anche per andare al mare; la storia di un mare, di un capo e di una coda, che ci vuole poco e diventa corda, che ci vuole poco e va attorno al capo, che adesso c’è, scende fino al collo, stringe, e poi dritta giù, in chissà quale mare, speranza d’oblio, di capi e di code.
    * Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, poesia sezione B

    1. Mi piace l’estroso e improbabile gioco di parole che tutto pare ingarbugliare e invece rivela una visione della vita.

  99. Tornavamo sulla spiaggia.

    Passavano i pescherecci quel giorno, mentre osservavamo il mare attraverso i vetri opachi di quel ristorante. Pescherecci soli, lontani, piccoli punti bianchi in quella cornice di mare che tutti i giorni sembrava essere li ad aspettarci. I gabbiani volavano, riuscivo ad ascoltare le loro grida tra le pause della macchina per il caffè. Ricordi, era il giorno in cui mi dicesti che stavi per partire. Eri stanco di respirare la solita aria che sapeva di sale, ma forse eri semplicemente stanco di guardarti allo specchio. Io ti risposi che era la scelta più giusta, ma dentro morivo.

    Da anni ti aspettavo fuori casa ogni giorno. Nell’attesa contavo i mattoni, mi fermavo ad ascoltare le urla che continuamente rimbombavano dietro la porta di casa tua, tuo padre che urlava più forte mentre tua sorella Giulia non piangeva più, non aveva più lacrime. Scappavamo in fretta io e te, in sella al marciapiede, costretti a camminare perché troppo giovani per avere un “motore”, o forse troppo poveri per potercelo permettere. Tornavamo sulla spiaggia.
    Ecco, ora abbiamo dieci anni, e le tue scarpe verdi sono rotte.
    Ora ne abbiamo venti e le tue scarpe blu non sono meglio di quelle verdi.
    Parlavamo di tutto ma non di noi, avrei passato delle ore ad ascoltarti, non avevo mai paura di quello che usciva dalle tue labbra.

    Si, eravamo in quel ristorante, mi dicesti che era arrivato il momento, dovevi partire. Osservavo le tue lacrime nascondersi attraverso i tuoi occhi scuri, non volevano farsi vedere, perché un uomo che se ne va lontano non può mostrare la sua natura debole. Io piangevo e non parlavo. Sentivo stringersi gli occhi sempre di più. Dicevi che non era più il tempo per te, non era più il posto per te, forse nel posto dove stavi andando avresti trovato delle nuove possibilità, forse avresti semplicemente fatto riposare i tuoi timpani, i tuoi nervi.
    Mi alzai in piedi e guardai verso l’orizzonte, i pescherecci erano spariti ormai, ma quel pesce sulla nostra tavola sapeva solo di malinconia. Iniziai ad urlare che non era quella la soluzione a tutti i tuoi problemi, che si arriva al mondo per sopravvivere e non per fuggire. Ormai le urla sormontavano le tue inutili scuse, non riuscivo più a capire nulla in quel caos, la rabbia mi fece cadere a terra e continuai a piangere mentre sentivo che ti stavi allontanando.

    Ora dove sei? Ora non ci sei.

    Me ne sono andato anche io sai? Sono scappato, proprio come te. Non capivo perché alla mia festa di addio, mia madre, vestita di nero, continuava a piangere.

    Me ne sono andato anche io sai? Ma non ritornerò.

    Andrea Barboni

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B

  100. Quieto il mare s’allarga
    A lambire le rive dove tu o luna
    Scavi orme di luce
    Sulla sabbia rugosa
    Orme di piedi e solitudine
    Illumini nel silenzio delle maree
    E salsedine è il vento
    Della notte
    Che respiro con tutta l’orgia
    Del mistero che mi offri
    Senza pagarlo
    Oh finalmente c’è una cosa
    Che vivo in questo mondo
    Senza pagarlo
    Vivrò di te luna, di mare
    E di mistero così alto
    Che il selciato del cielo
    Così adorno di luci
    Dovrà respirare.

    Accetto il regolamento, sezione A

  101. QUEL TUO NOME CHE NON VERRA’ GRIDATO INVANO (Lirica di Raimondo Loriga)
    Divorami nell’Onda
    prima che sia troppo tardi per tornare
    prima che i flutti ci dovranno separare
    lasciami scarna
    giacente sullo scoglio
    sono la tua Siren morente
    ho perso anche l’orgoglio
    sono la Tua schiava
    mio Nobile Squalo dai denti grandi e aguzzi
    voglio che mi spruzzi
    la Tua bava sul mio petto
    voglio esser vestita
    del mio stesso sangue
    strappami il seno
    te lo lascio esangue
    mordimi le labbra
    ed ingoia tutte le parole
    che stanotte per Te ho sognato
    poi dammi un bacio
    tra le cosce
    e con la lingua
    insinuati nella Via piu’ Oscura
    si,divorami anche quella
    plagiala
    addentala rendila insicura
    e prima che io muoia
    fammi forte urlare
    quel Tuo nome
    che non verra’ gridato invano.
    LIrica Di Raimondo Loriga,che dichiara di aver letto e accettato i termini del regolamento,appartenente alla Sez. ” A ”(Poesia)

  102. ALLE MIE SPALLE

    Mi capitava sempre da piccolo. Ogni volta che entravo li cominciava a battermi forte il cuore, la mia bocca iniziava a seccarsi, sentivo la sua presenza che incombeva, lo sentivo sogghignare e ridere di me, non volevo si avvicinasse, avevo troppa paura. Partiva la sfida, dovevo prepararmi ad affrontare quella “cosa” che pian piano si avvicinava, ma che ancora non rappresentava per me un pericolo. Salivo le scale con cautela, con la coda dell’occhio mi guardavo le spalle, ma non volevo che si accorgesse che avevo una paura tremenda di lui, che mi agguantasse con i suoi artigli malvagi. Dopo qualche gradino, succedeva la cosa peggiore che potesse capitarmi in quel frangente; il BUIO, quel maledetto buio che mi incuteva un terrore profondo che mi raggelava il sangue, che mi confondeva, mi rendeva impotente. Allora ansimando ed in preda al panico, facevo le scale a due alla volta, a volte inciampavo maldestramente, rischiando di farmi davvero male, la paura era troppo presente, ma non mollavo, ci stavo quasi, la salvezza era vicina, finalmente ecco la mia meta, schiacciai tremando l’interruttore della luce e finalmente infilai dopo vari tentativi maldestri la chiave nella toppa di casa. Tirai un forte sospiro di sollievo. Ancora una volta ero riuscito a sfuggire al DIAVOLO!

    Daniele Spizzico

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B

  103. L’ONDA

    Avevo un anno. Mia sorella decise di portarmi sul materassino con lei. Non voleva rinunciare al suo bagno, forse perchè faceva davvero caldo. Ella mi considerava come se fossi suo il suo “giocattolo preferito” e forse la sua giovane età non le permetteva di conoscere davvero i rischi del mare; infatti allontanatasi parecchio dalla riva, un’onda tremenda fece sobbalzare il materassino che si ribaltò facendoci cadere in acqua, mia sorella era ovviamente riuscita ad aggrapparsi al materassino mentre vedeva il fratellino annegare. In preda al panico, cercava di focalizzare la figura del bambino e si sforzava di capire come potesse recuperarmi, poi come per magia intravide confusamente tra le increspature del mare i miei ricci biondi, calò la mano e mi tirò dai capelli. Ogni volta che mi racconta questa storia, intravedo la paura, ancora presente.

    Daniele Spizzico

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B

  104. Le basta toccare la foto per sentirsi come vent’anni prima, in vacanza sabbatica post laurea. Naxos, Cicladi. Case e vicoli bianchi, mare blu cristallino e cielo azzurro: sembrano toccarsi fino a sfumare in un unico colore. E il tramonto, col sole che non muore mai, là sulla Portara. Le spiagge solitarie, le taverne, un bicchiere di ouzo, mezédes e insalata greca, respirando l’odore dei polipi da buttare sopra la brace. Le corse tra le viuzze fino al Kastro, le cartoline… allora si usava mandarle. E Markos. Il tempo non le ha fatto dimenticare le sensazioni provate con lui, da far mancare l’aria nell’assenza per ritornare a respirare solo nell’incontro. Le lacrime scorrono sul suo bel viso segnato dal tempo, e il cuore le si stringe in petto. Sorride, triste, ai due ragazzi che hanno avuto paura di buttarsi senza paracadute per inseguire i propri sogni.
    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Sezione B

  105. luca pottini
    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso, sezione A.

    “L’amore, come il mare,
    è incredibile nella sua
    capacità di mostrarti i suoi lati migliori
    quando ha già deciso il tuo
    Destino.”

  106. Salvataggio come esse;

    L’aria è calma,

    le onde discorrono eterne con gli scogli,

    una mano gentile accarezza il mare.

    Poi la vasta distesa s’increspa

    fino a diventare un vociare

    enorme e preoccupante…

    Un relitto col mio nome inciso

    rischia di cozzare contro le rocce,

    ma una rondine, sbatte le ali con tanta pazienza,

    fino a farmi arenare dolcemente sulla sabbia.

    Accetto il regolamento—sezione A

  107. … Mare al Tramonto …

    Mare al tramonto,
    cielo arso,
    arancio come pesca,
    violini emozionali,
    evasioni bianche
    di gabbiani liberi,
    richiamo di un blu
    pitturato da
    un’incandescente elettricità.

    DAniela, 09.05.2013

    Accetto il regolamento del concorso, sezione a

  108. Antoine guardò fuori, a tribordo. La fila dei vascelli si avvicinava con lentezza esasperante, su un mare piatto come il coperchio di una bara. Sembravano giganteschi animali spinti al pascolo da un pastore, invisibile e pigro. Nel caldo soffocante si udivano solo il cigolio del fasciame e le note lontane di “Rule Brittania”. Nessuno l’ordinò. Si trovò a far fuoco semplicemente perché nella nave tutto divenne rombo e fumo. Non vide nemmeno la Victory infilarsi di poppa alla Bucentaure. In mezzo a quella nebbia acre all’immprovviso la voce del suo capopezzo. “Cristo abbi pietà”. Qualcosa lo sollevò in aria in una nuvola di schegge, si disse: “Che strano volare come un gabbiano”.

    dichiaro di accettare il regolamento del concorso, sezione B

  109. VORREI ESSERE MARE
    Vorrei essere mare
    per venirti a cercare
    in ogni angolo del mondo.
    Vorrei cullarti
    con la dolcezza delle mie onde
    e imprigionarti al centro delle mie tempeste
    per proteggerti .
    Mi nasconderei come fa la marea ,
    perché tu viva la mia assenza
    e aspetti che un nuovo reflusso mi riposti da te.
    Vorrei abbracciarti di schiuma ,
    che lenta scivoli sulla tua pelle ,
    lasciandoti il mio profumo di salsedine
    e quel sapore dolce amaro di alghe .
    Vorrei essere mare
    per cantarti con la voce di una sirena
    e farti danzare al ritmo del mio movimento infinito,
    e come mare
    vorrei essere la tua terra,
    per far navigare i tuoi desideri,
    il tuo orizzonte senza fine ,
    il tuo scrigno prezioso
    a cui affidare il tuo messaggio
    nascosto dentro una bottiglia.
    Dani Pi
    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso , sez. A

  110. Il mare in concerto

    Con lo sguardo silenzioso
    mi aggrappo al color turchino
    alla melodia delle onde
    che, lievi segnano la voce.
    E ubriacandomi di tal visione
    respiro la tua aria
    mentre il tempo implacabile
    non muta il desiderio
    di abbracciare il tuo concerto.
    La paura
    è di smarrirmi nella tua forza
    perdere la mente
    cullando fanciulli ricordi
    solcando le onde.
    Quando il cielo chiude il sipario
    diamanti tremolanti
    sotto lo sguardo della luna
    attendono l’inizio di un nuovo viaggio.

    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso , sez. A

  111. Una che si chiamava Amore

    Seduta sullo scoglio, i capelli ondeggianti nel vento,
    gli occhi sembravano riflettere il mare,
    che ti scuoteva tutta, impaziente com’eri di vivere.

    Ecco, ti volti verso di me, ti sto di fronte,
    mi guardi e mi dici: “Che hai? Perché non ti siedi accanto?
    Guarda com’è immenso!”, e porti il tuo sguardo lontano, da lui.

    Il mare t’invade, onda dopo onda, in un freddo abbraccio.
    Meriti un bacio. Ti do un bacio e ti abbandoni,
    come se non esistessi, come se fossi mia e non lo sei
    e ti aggrappi a me, ma sono io che cerco un appoggio.
    Non ti avessi rivisto! La tua voce non ha suoni!
    Non ha più suoni! Se non un intenso muggito.
    Eri mia di nuovo, dopo tanto tempo,
    dopo quel giorno in cui ti avevo lasciato,
    in cui ti avevo detto che l’amore era finito,
    che avevo trovato la mia strada senza di te.

    Eri bella. Sei bella, tu sei il mare.
    Ti ho cercato, amore, ma senza dire nulla te n’eri andata.
    Ah, ero contento perché sapevo che soffrivi: io ero contento!
    La sera mi divertivo a giocare, il sesso è sempre il mio forte.
    Eppure quando con rabbia facevo l’amore,
    mi ricomparivi, bella e selvaggia, del dolore si aprivano porte.
    Eri tu che possedevi il mio corpo e ti chiamavo.
    Volevo solo te: Amore, ondeggiavo nell’amore.
    Senza di te non ci sarebbe stato null’altro.
    E sono venuto da te, ora sono qui e sto correndo da te.

    Un uomo si è gettato in mare!
    Una donna piange, dice che un uomo è caduto in mare!
    Sulla diga, scossa dal vento e dalle onde,
    si rincorrevano grida infrante.
    Intorno a una giovane donna un assembramento.
    “Signorina, signorina, come sta?”
    “Sto bene, lo conoscevo da poco.
    A un certo punto si è messo a correre.
    Ha detto ti amo e si è gettato in mare.
    Mi stava raccontando che aveva amato qualcuno:
    Una che si chiamava Amore”

    Giulia Penzo
    Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso , sez. A

  112. Biancoceano.

    Bianco,
    come questo foglio,
    dove vecchie, pesanti lacrime
    si ostinano
    a morire.
    Limpido
    come l’immenso Oceano
    Che si proietta vivo
    Negli occhi
    Di una bambina testarda
    E nessuno, nessuno sa
    Quanto sia difficile
    Camminare
    Sul margine ingiallito
    Dal tempo che passa.

    Scritta da Maria Giuseppina Moro
    Partecipante al Concorso “Nessuno è al sicuro” – Sezione A. Poesia
    Io Sottoscritta dichiaro di accettare incondizionatamente il Regolamento e autorizzo al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali, ai sensi del D.Lgs. 196/2003

  113. LORELEI D’AVALON

    Mare d’Amore

    Parve breve
    come il flash di una foto
    frugalità d’un bacio rubato
    il lampo d’un tempo andato

    A velocità dell’onde
    a mille a mille
    la mia paura e il tuo maestrale
    il tuo maestrale e la mia paura

    Parve eterno
    come la dolce morte
    come la morte e il miele
    il momento in cui l’acqua
    si schiuse alla notte

    A velocità dell’onde
    a mille a mille
    la mia paura tra le conchiglie
    le funi la prua i fremiti le chiglie

    Parve il mare
    ubriaco di mal d’amore
    tempesta di fiele
    che mi crepò le vele al cuore

    Dichiaro di accettare le regole di questo concorso – sezione A

  114. Frank

    Se ne stava così, con le gambe a penzoloni sul molo, devastato dall’immensità del mare di notte. Guardava con l’oblio nel cuore la distesa di nero petrolio, sotto cui c’era una vita che gli apparteneva, da sempre. Le luci al di là del porto sapevano di rancido e malto, di birra e poca parsimoniosa speranza. Era un esploratore di tempeste, afflitto dal segno della morte, che gli aveva strappato l’amore dalle braccia.
    Se ne stava così, a pregare l’onde d’essere divorato, finalmente, dal sonno santo che avrebbe guarito l’insonnia e il senso di colpa. Ogni notte, fino alle cinque, quando le reti lo richiamavano al giorno e al duro lavoro di spaccarsi la schiena per non pensare. Si chiamava Frank. Ed era sopravvissuto al Mare.

    Accetto le regole di questo concorso – sezione B

    1. Questo è un racconto! Che dire…guardo distese di catrame e riflessi ondeggianti di lampioni e mi beo del tuo talento. ho concorso con una poesia…la ritrovi da qualche se parte se vuoi. ma stasera mi hai fregato ogni speranza di vittoria, e te lo meriti. brava, hai il talento di chi scava la notte alla ricerca di polvere di comete danzanti.
      Maurizio Perelli

  115. OVUNQUE IO VADA

    Ovunque io vada cerco il mare
    la sua rassicurante turbolenza di quiete
    il suo fiato aspro di sudore e di scommessa
    quel sottile bruciore di ariosa lucentezza
    che erode le scorie che incrostano l’anima.

    Ovunque io vada cerco il mare
    non c’è altro luogo negli infiniti recessi
    di cui si compone il fragile universo
    che plachi con tanto impetuoso candore
    le onde esasperate dei miei tormentati pensieri.

    Ovunque io vada cerco il mare
    per divenire schiuma fumante di quel desiderio
    che si infrange vaporoso tra scogli di sole.

    Lia Giribone

    Accetto le regole di questo concorso – Sezione A

  116. Sezione di partecipazione: B racconto breve.
    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.

    Amore a prima svista

    Non riesco a toglierli gli occhi di dosso da quanto è bello. Mio Dio, deve essere mio! Mi avvicino e lo sfioro, e lì scatta la scintilla. Passano poche ore e mi ritrovo in macchina con lui, direzione casa mia. L’adrenalina è alle stelle e comincio a pensare a cosa diranno le mie amiche quando lo vedranno. Durante il tragitto lui è dolcissimo e mi guida verso casa con la sua bellissima voce. Ma il sogno dura solo pochi giorni e inizio a vedere tutti i suoi difetti: freddo, distante e spesso é come se fosse spento. La sera quando siamo a letto la tentazione di toccarlo è troppo forte, ma ora le mie carezze non gli fanno quasi nessun effetto. Basta che lo ignori per 5 minuti che si rabbuia, mette su il muso e diventa molto difficile riuscire a comunicare.
    Basta, ho deciso mi devo liberare di lui. E dire che ne parlavano tutti così bene dell’i-pad!

  117. “Ooo o! Forza nennella! Stò qua, so’ Peppino, girati che mi vedi!”. Antonio si gira e Peppino lo saluta con un largo gesto del braccio. Antonio ha moglie e nove figli, nel 1941 si usava così. La sua rete stamane porta poche cose. La luna lascia il posto al sole e alle ragioni del nuovo giorno. Il mare, di notte, è la sua speranza, il suo rifugio, il suo canto. Maria fa il bucato con la cenere mentre il suo uomo canta la fatica al mare. Depone con sapienza antica i panni, e li chiama ad uno ad uno: “Ecco qua Mimino ceralacca, Mario naso all’aria, Giovanni buco al ginocchio …” Dormono, hanno tirato giù i letti dai chiodi, appese al muro le sedie. C’è spazio per tutti nella piccola stanza. Una tenda nasconde il letto di Maria e Antonio. Spesso una candela ne traccia i contorni e Giovanni finalmente …vede suo padre: La forza del mare.

    Accetto il regolamento, sezione B

  118. Riflette di colore blu notte
    sulla quiete di un mare dormiente
    una piccola nuvola panna…
    inpaurita copre una pallida luna…

    e le stelle si fanno belle
    al pescatore che le osserva…

    La mano ancora possente
    stringe la fronte rugosa
    quasi a voler catturare
    tutti i pensieri della notte

    poi… poi scivola dolce
    come lieve carezza sul viso
    e lascia a riflettere
    accarezzando più volte il mento

    e la luna se la ride nascosta…
    è felice… è in compagnia

    E’ la mia prima notte d’estate
    tra cielo e mare
    e confondo il blu notte del mare
    a nuvola panna nel cielo.

    Ah questa testa che va a destra
    mentre il cuore batte a sinistra.

    dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso. Sezione A

  119. 7 Maggio

    Assordante rumore sei
    mare senza fine…
    Megattera muta derisa e uccisa
    suoni stridenti chiedono note
    a cetre di Dei addormentati su scogli
    senza vita.
    Bellezza effimera resti sirena
    del profondo cobalto ove
    fantasmi in doppio petto blu
    cercano casa.
    Continui a parlare
    Mare senza fine
    Mare di assoluto silenzio
    Mare del non ritorno.

    (Stefania Colasanti)

    dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso per la sezione A

  120. La divina

    E’ bello sapere di vivere in questo posto. Pervasivamente nutro ogni frutto di questa terra. Con l’etica di chi non vuol fare distinzioni di genere, di classe e d’età, democraticamente ne ho per tutti. Cerco di non farmi sfuggire neppure i prodotti dell’azzurro mare. Perché è anche lì che vivo.
    A nere cozze o a pesci di ogni stazza, non lesino attenzioni e presenza. Il potere è nell’essere presenti. E io ci sono. Poco me ne importa se non raccolgo simpatie.
    Va bene uguale. In fondo che mi cambia.Non è romantico questo mare che amoreggia con sbuffanti ciminiere, disegnate all’orizzonte?!
    Che bella Taranto. Che bello il suo mare. Che bello esserne padrona divina. Il mio nome?… DIO(ssina).

    Anna Paola Lacatena, Dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso sezione B

  121. Mi chiamo Marina e il mare ce l’ho connaturato. Da piccola mio padre mi portò in una spiaggia di scogli taglienti e mi buttò in mare, dall’alto dello scoglio, a dibattermi urlante: galleggiavo e l’acqua mi era amica. Appena finivano le scuole andavo tra quegli scogli, mi tuffavo alle dieci del mattino e uscivo dall’acqua alle sei di sera, con le dita raggrinzite, gli occhi rossi, le orecchie che ronzavano e una grande pace interiore..Un giorno cominciai a fare un bel gioco: lasciavo cadere al largo un grosso sasso, scendevo a prenderlo, risalivo portandomelo dietro, per poi ricominciare, per molte volte, fino a chè il mio cervello non riuscì più a riconoscere da che parte era la superfice e invece di risalire..discesi. Mi salvai per un pelo e in seguito divenni anche azzurra di nuoto, ma quella sensazione di ignoto sogno non l’ho scordata.
    dichiaro di accettare il regolamento di questo concorso per la sezione B

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