Gara Poetica gratuita “Domande al silenzio”

Regolamento:

1. La Gara Poetica “Domande al silenzio” è promossa dalla web-magazine “OublietteMagazine” e dell’autore Marco Incardona.  La gara poetica è riservata ai maggiori di 16 anni. La gara poetica è gratuita. Tema libero.

 

2. Articolata in 1 sezione:

A. Poesia

 

3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.

Le poesie senza nome, cognome, sezione alla quale si partecipa, e dichiarazione di  accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate.

Ogni concorrente può partecipare con una sola poesia.

 

4. Premio:

N° 1 copia di “Domande al silenzio”, romanzo di Marco Incardona (2011, La Nuova Rosa Editrice)

Saranno premiati i primi tre classificati con l’invio del romanzo.

 

5. La scadenza per l’invio delle poesie, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 20 agosto 2012.

 

6.  Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:

Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)

Marco Incardona (Scrittore)

Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)

Pietro De Bonis (Poeta, Collaboratore Oubliette)

Carla Casu (Poeta)

Mariano Casti (Fotografo)

Luca Gamberini (Poeta)

Alessandro Bertolino (Poeta)

 

7. Il concorso non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email:concorsooubliette@hotmail.it indicando nell’oggetto “info gara poetica” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), oppure attraverso l’account Facebook:

http://www.facebook.com/profile.php?id=100002075267230

 

10. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

 

– 3 settembre 2012: online i vincitori e finalisti della gara poetica, per leggere l’articolo clicca QUI.

 

174 pensieri su “Gara Poetica gratuita “Domande al silenzio”

  1. Poesia in tre tempi

    I

    Oltre il mio dolore

    un muro di cemento e di odio.

    Una carcere senza confini

    vita

    gli abbiamo dato nome.

    II

    Oltre questo

    manca una ragione

    per vivere e vivere

    senza compassione.

    III

    L’urlo delle menti

    è la mia ragione.

    Sibari 1 luglio 2012

    Alfredo Bruni
    Sez.A
    Dichiaro di accettare le norme del concorso.
    Alfredo Bruni
    Via Antioco, 6
    87011 Sibari (CS)

    1. CUORE MIO …TI RACCONTO
      Vorrei parlarti
      scriverti , raccontarti,
      so bene che starai ad ascoltare
      senza dir parola,
      so bene che ti emozionerai,
      che piangerai perle di tristezza,
      so, che avrai pazienza
      dei miei attimi di confusione
      forse non so bene se riuscirò
      a descrivere certi momenti.
      vorrei una musica,
      le corde di un violino
      che vibrano nel silenzio
      del mio io.
      Un battito,
      un frusciar di ali
      mi soffoca la voce,
      eppur dalla mia bocca
      nessun suono,
      i miei occhi guardano nel vuoto
      e tu mi stai ascoltando,
      so che non occorre un traduttore,
      una parola semplice
      compresa in tutto il mondo
      e’ la parola amore ,
      ed io ..
      cuore mio
      te lo racconto

      SEZ,A

      DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO

    2. Daniela Sannipoli Sez. A “Da Daniela”

      Ho abbandonato le attese
      ho ingoiato uno specchio.
      Era tempo che mi fermassi
      a guardarmi
      più da vicino.
      Qui,al contrario,
      la vita è ben organizzata:
      c’è solidarietà tra le molecole
      anche tra le più lontane.
      E nello scambio discreto
      di enzimi e di notizie
      un fluire rosseggiante di memorie.
      Qui giù
      nel mio profondo
      tutto è umanamente
      intelligibile:
      le mani
      l’incrinarsi improvviso di una voce
      la radice quadrata dei pensieri.
      Sarà difficile
      che torni in superficie.

      Accetto il presente regolamento e autorizzo la redazione all’uso dei miei dati personali,ai fini del concorso.

  2. Francesca Dono – sezione A –
    Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Ricerca

    Un salto nel respiro
    su un cuore sbendato
    che palpita
    tra remoto e presente

    a scovare quel centro
    del come sono

    in un dentro e fuori

    per una certezza
    celata in una goccia

    che cambia la prospettiva

  3. Sezione A. Dichiaro di accettare il regolamento del concorso. Monia Minnucci.

    Silenziosa

    Tienimi la mano,

    nel tonfo di un pensiero

    lungo e rugginoso.

    Sorreggimi,

    quando i ricordi barcollano

    e vortica l’umore

    nella stamberga di un’utopia,

    è limaccioso questo sogno di pace.

    Il blu è intatto e penetra la stanza,

    sono un liquido riflesso

    della mia storia,

    la squama smeraldo regredita.

    Ascolto l’eco di una luce

    troppo ignorante da nominare,

    in questo caos di menti e folli regole dei tempi,

    un ritmo che compromette e incendia

    la folla di luci spente.

    Una guerra vocale umilia

    la nobile grana delle parole,

    piccole perle,

    enorme sole steso a decifrare

    nell’embrione della conoscenza.

    Amo il candore del foglio,

    adoro profanare la retta assoluta del silenzio,

    la solitudine che m’appartiene

    genera il mostro e l’incanto.

    E tu che silenziosa chini la carne delle certezze al mattatoio degli inganni,

    quando mi accorgerò che non ci sei mai stata,

    cederò la tua luce alla somma dei fuochi fatui e mi scioglierò nel ventre liquoroso e piano d’una lacrima.

    (Monia M.)

  4. Poche foglie restano silenziose tra le bottiglie vuote anche dei sogni.
    Restano solo i fogli d’un vecchio giornale
    dondolare tra un marciapiede e l’altro.
    Ho provato a ricordare
    quei pochi istanti felici con te,
    rimasti avvolti da attimi di paura e terrore.
    Ho solo ritrovato un sottile canto
    dentro una tasca della mia anima.

    Passano gli uccelli mentre chiudo gli occhi
    perché ha ripreso a nevicare nei miei sogni.
    Per fortuna esistono ancora le lucciole
    ed i loro scrocchi luminosi che aiutano
    se penso che le persone possono d’un tratto svanire
    come nuvole tra i soffi dei venti che le raccoglie geloso.
    Ora lascio asciugare il silenzio bagnato dalle lacrime
    mentre andrò lontano domani.
    La felicità è come la libertà sai,
    Aspetta sempre in un angolo canticchiando.

  5. Umiltà

    Sale sinistra in superficie

    la scossa, sussulta e, spazia intorno:

    spiazza, spezza, spazza via

    case e cose e, chiese.

    Succhia energie vitali

    di persone e animali.

    Sconvolge flora, fauna.

    Avvolge mondi paralleli.

    Strappa voli e veli

    ricordi e cimeli.

    Annulla eventi ameni e, grevi.

    Silenzio ! Vacuo, cupo, lento.

    Tormento !

    Sciame sismico, sciaborda

    da profondità abissali.

    L’angoscia devasta i sensi

    e le coscienze.

    Veste il sogno di niente.

    E tu onnipotente muori.

    Montagna, dura roccia.

    Trasfiguri impotente in

    granello di sabbia.

    In foglia al vento esposta.

    Umiltà ti accompagni.

    SEZIONE A

    DICHIARO DI ACCETTARE LE NORME CHE REGOLANO IL CONCORSO
    IL MIO INDIRIZZO:
    SERENELLA MENICHETTI VIA I.ROCCHI, 62
    56023 CASCINA (PISA)

    1. Borghesi Laura 23/7/12
      sezione A /dichiaro di accettare le norme del regolamento.
      Ho raccolto per te pietre nere di solitudine
      ho fatto collane di sogni
      ho cercato me nel fango
      ho trovato te.
      Voglio chiudere un cancello alle mie spalle
      smarrire la sua chiave tra le spine.

      Ogni giorno sono la figlia di Dionisio,
      indosso corone di rose rosse.
      Ho gioielli d’oro da regalarti lungo il mio cammino di spade,
      saprò rapire raggi di sole
      imprigionarli tra i capelli
      abbaglierò la tua notte con manciate di stelle.

    2. Nel silenzio della notte
      cerco una solitaria preghiera
      per riportarla al mattino sul mondo
      col la vaga speranza
      che la mia supplica
      restasse anche
      alla
      luce del giorno
      Vorrei che non svanisse
      che non mi tradisse
      che restassimo insieme
      come due fedeli amici
      affichè i miei desideri più grandi
      il calore del sole
      non bruci…

      Rebecca Esposito
      Accetto il regolamento

  6. L’orchestra
    La musica dell’orchestra
    arriva che sembra la coda
    tenue dei tuoi capelli, si rovescia
    a singhiozzi all’apice delle labbra
    Su questa spiaggia che ormai
    e’ solo una distesa di sabbia desertica
    la parodia della tue visioni
    alza di volume
    e uno stuolo di gabbiani
    prende il volo,
    non in una direzione ,ma qua e là,
    che sembrano pezzi di carta bianca
    che vanno e vengono
    a secondo dell’umore del vento.
    E’la fine d’un libro scritto
    Che ho trovato,
    E’la penultima pagina
    Di un capitolo dell’ onda
    Che va e viene lasciando una traccia biancastra
    Di sale sulle ultime parole
    Dal labbro inferiore.
    Così ci siamo salutati!
    Giordano luigi

    1. sezione A: dichiaro di accettare in tutte le sue parti il regolamento del concorso. 18.07.2012

      L’orchestra
      La musica dell’orchestra
      arriva che sembra la coda
      tenue dei tuoi capelli, si rovescia
      a singhiozzi all’apice delle labbra
      Su questa spiaggia che ormai
      e’ solo una distesa di sabbia desertica
      la parodia della tue visioni
      alza di volume
      e uno stuolo di gabbiani
      prende il volo,
      non in una direzione ,ma qua e là,
      che sembrano pezzi di carta bianca
      che vanno e vengono
      a secondo dell’umore del vento.
      E’la fine d’un libro scritto
      Che ho trovato,
      E’la penultima pagina
      Di un capitolo dell’ onda
      Che va e viene lasciando una traccia biancastra
      Di sale sulle ultime parole
      Dal labbro inferiore.
      Così ci siamo salutati!
      Giordano luigi

  7. Sezione A – Dichiaro di accettare il regolamento del Concorso.

    RADICI

    ” E la vita delle radici, ne hai mai sentito il passo ? Quelle radici che fremono sotto la nuda terra pervasa da attimi di bosco oscuro eppure così lucido alla tua memoria tanto da affondare mani, e ascoltare fremiti di creature spiazzare la notte, sussurrare gemiti tra grondare di stelle offrire viottoli e radure di così ampio gesto. Le radici sbocciano dalla terra con esplosione netta, quasi un boato, quasi un urlo di zolle aperte e smosse. Oh le radici che io amo. Così assolute e misteriose , ove si annidano i segreti del mio corpo-terra. Sono radici forse le mie mani nel mio gesto di annodare dita alle tue, dimmi. Sono baci-radici così radiosi questi verdeggianti baci sulle sponde del tuo corpo-terra. E’ la Natura che risponde con voce di Assoluto. E mi par di vedere dentro notte che rischiara il tuo volto innumerevoli voli d’Atmosfera. E’ la vita delle radici che aprono suoni e interrogano sospiri. E’ il Silenzio netto che ti ammanta mentre brucia lontano il giorno appena andato. E domani.”

    MARIA DANIELA DAGNINO

    1. IL PARCO DEL VENTO

      Crudele e impietosa,
      eterna assetata
      di fresche bevande,
      ti servi bendata
      al bancone degli anni.
      E siedi alle mense
      senza chieder permesso,
      ti cibi di frutti
      appena sbocciati
      dai rami più bassi
      baciati dal sole.
      Riposa stanotte
      dà tregua alla falce
      bagnata di sangue
      lavata nel latte
      di seni materni.
      Ti scrivo un biglietto
      è nero l’inchiostro
      ti spiego la vita
      gli amori ,gli affetti;
      ti parlo di lacrime
      strazi e abbandoni.
      Peccato che tu
      non lo possa capire.
      Riposa stanotte,
      canta una nenia
      e culla un momento
      i fiori rapiti
      al parco del vento.

      M.T.I.

      Accetto il regolamento

  8. Tutto il giorno ho pensato meraviglie e solo queste parole sono rimaste!

    Solitudine del diamante.

    Piccolo,
    infinito bimbo,
    dalla bellezza riversa nella solitudine.
    Nessuna risposta
    a domande non espresse.
    Il silenzio intorno trascina in sé la bellezza dell’anima.
    Gli alberi evocano improbabili sensi nascosti.
    Ti guardano,
    gli umani,
    e non ti vedono.

    Piccolo,
    infinito bimbo.
    Le terribili domande dell’innocenza
    ti hanno fatto strano
    agli occhi dei ciechi,
    incomprensibile
    alle orecchie dei sordi.

    E tutti parlavano.

    E il senso del vivere
    restava sospeso

    e la tua bellezza
    ti restava nascosta.

    Il carbone acceso
    si spegneva
    e
    diveniva
    diamante.

    Ma proprio
    lo splendore di diamante
    di quelle domande
    io vengo a cercare
    e taccio,
    anch’io senza risposte:
    soltanto
    ne vedo la luce
    e riconosco
    la tua bellezza,
    quella
    che aveva accecato
    i tuoi antenati.

    Domani
    udrò
    anche
    la tua voce.

    Sezione A

    Accetto il regolamento

  9. Se i teschi,
    innocenti e puri,
    svuotati dall’idiozia,
    di uomini senza volto,
    con cuori di denaro,
    potessero tornarvi alla mente,
    e domandare il perché,
    cosa risponderete?
    Erano intelligenti le mie armi!

    Girolamo De Fazio – accetto il regolamento

  10. Sezione A – Dichiaro di accettare il regolamento del Concorso.

    POESIA FAI DA TE

    Vorrei spingermi in alto come un uccello
    Estrarre il sole dalle viscere del cielo
    Per piantare il suo calore in eruzione
    Nella terra fredda della nostra civilizzazione

    Vorrei scrivere il linguaggio della pancia
    Ogni brivido che mi batte nel cuore
    Predicare una poesia fai da te
    Una poesia senza regola, senza scienza
    Ma con una coscienza

    Sono la voce che grida nel deserto
    Del mondo globale
    A tutte le anime in esilio
    Il ritorno nel paese natale dell’emozione

    Davanti al catechismo del progresso
    Ai preti di convenzione che sussurrano
    Un evangelo di compassione senza passione
    Io, o popoli vi proclamo il vangelo delle mie emozioni
    A tutti coloro che vivono solitari
    Con un pezzo di sole in pezzi nel cuore
    A questi che corrono tutta la vita
    Solo per esistere
    A tutti voi che scrivete nel silenzio dell’esistenza
    Le ingiustizie della vita
    A te sguardo lacerato, dignità calpestata
    Che non aspetta più della vita che la morte
    Anch’io sono venuto, ho visto
    Sono venuto, se solo avessi saputo
    Sono venuto come voi solo per soffrire
    E trascrivere ogni dolore come un segno
    Per questa storia senza sogno
    A tutte le vite indesiderate dal grande villaggio
    Storie anonime sulle pagine confuse della civiltà umana
    A te soffio che mi abbraccia
    Come il vento nel deserto
    La luce di un sorriso
    Quando si perde il mio passo
    Anch’io conosco la lingua della sofferenza
    Quella che germina in mezzo alle spine
    Come una rosa
    Mi porto questa sofferenza nello sguardo
    Come una cicatrice
    Un taglio della storia
    Porto la sofferenza come una speranza
    Per ogni esistenza, ogni resistenza
    Una notte che prelude alla luce dell’alba

  11. Grucce di cuore

    “Ragiona sui miei sensi,
    conduci il gioco.
    Libererò endorfina,
    planerò.
    Sarò il turbinio dei tuoi moti,
    sarò la quiete.”

    Accetto il regolamento – Enrica Romano

  12. note di una natura morta

    in immote corde d’archi
    alcune mute vibrazioni
    sfogliando istanti
    pagine della memoria

    traditi come petali
    – antichi lemmi –
    il tempo lento li sfiorisce
    nella luce che fessura

    sibilando una metamorfosi
    di sole come la lama che
    dalle serrande cattura e
    plasma il fumo d’una sigaretta

    nelle volute d’arabesco
    che astraggono i pensieri
    e mutano il visibile
    in una melodia silente

  13. Donna
    Fragile, delicata dal profumo di rosa antico
    dolce e sensuale te ne stai
    sul letto beata te ne stai
    e un brivido sale per tutta la schiena,
    dal cuore in silenzio parla alla mente
    e ti fa innamorar.
    Dal roseto bagnato dalla sorgente
    del amor mi fai ballar.
    E io pover uomo
    Mi pero nei tuoi occhi innamorati
    E una sola cosa ti so dir.
    Amor mio ti amo.

    Rosario Tomarchio – accetto il regolamento

  14. La mia strada

    La mia strada mi porta lontano,
    ma non dimenticherò il tuo aspetto.
    Quest’alba ha il colore del tuo volto, ti vedrò nel cielo,
    ma non piangerò per te stavolta.
    Gli anni mi stanno dietro e mi ascoltano appena.
    Non mi chiedono tesori, si discostano solamente
    e il silenzio ammette la loro presenza.
    Il mio tempo raccoglie quello che si sparge a terra
    e il vento accetta il suo tremore.
    Ciò che conosci non servirà, ma puoi curare il tuo cuore
    e percepire l’aria che ci sfiora la pelle.
    Il tempo mi sta sfuggendo e troverò i sostegni disfatti,
    perché la fatica dei miei anni mi attira e mi sommerge,
    ma tu donna dove vai? Il tuo cercare il mio tormento
    riesce appena a distogliermi dalla congiura,
    come un tronco che si muove appena,
    accennando ad un tempo trascorso,
    immobile al vento fermo di pineta,
    ma la volontà non riuscirà a ferire e dovrà colpirà altrove.
    Insegnami a soffrire, perché i miei scopi
    non hanno la angoscia che induce al canto.
    Il mio dolore non crea illusioni, mi dona la speranza,
    e il mio divenire non è il volo sbattuto di foglia caduta.
    Io non ho colpe, non ho le colpe di nessuno,
    ho solo un breve trasecolare di emozioni,
    ma non chiederò le cose che cerco e che non troverò.
    Avrò solo i miei tempi e le moleste di quei giorni.
    Voi vi siete accorti del mio dolore,
    ma lo vedete a distanza, come quell’albero
    che si sottomette alla volontà del cielo,
    lasciandosi scuotere dal vento.
    Il mio dolore procede calmo, cercando appigli inconsueti.
    Adesso non mi farò calpestare ancora da questa simbiosi di vita,
    starò così, cullato dalla mia pesantezza,
    come quando mi hai lasciato andare per crescere ai miei piedi,
    mostrando quello che ho perso. Ho visto la mia volontà di vivere
    ed ora il tuo appoggio mi è sacro, per sostenerla.
    Non chiedermi se mi fermerò a cercarti,
    ora sono lontano e non sento la tua voce
    e il tuo respiro non mi soffia accanto.
    Non riesci a fermarmi, non riesci nemmeno a farmi volgere,
    la fretta di vivere mi distoglie. Non ti chiedo di seguirmi,
    io corro lontano, dove tu non potresti stare.
    Ho i tuoi occhi su di me, ma cosa puoi fare con uno sguardo?

    di Marino Monti 2012
    Sezione A: Dichiaro di accettare in tutte le sue parti il regolamento del concorso. 18.07.2012

  15. Sezione “A”
    Francesco Troyli
    Dichiaro di accettare integralmente il regolamento del concorso e autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi di legge.

    GHOST TOWN

    Nuvole di polvere
    spinte dal vento
    finiscono contro i muri decrepiti
    di case abbandonate
    che lentamente
    si dissolvono anch’esse in polvere…..
    Anche il silenzio ha una sua voce : .
    è quella del vento incessante
    che fa sbattere le imposte schiodate
    di finestre senza più vetri..
    In fondo alla strada che nasce e muore nel deserto
    si erge ancora un campanile
    senza più campane….
    E la chiesetta non ha più il tetto….
    Non si ode alcun suono
    e anche i fantasmi
    sono ormai svaniti nelle nebbie inesorabili
    del tempo
    che tutto cancella….
    Le uniche impronte
    sono le nostre
    impresse nella polvere
    che il vento presto cancellera’….

    Francesco Troyli

  16. sezione A
    Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Ti ho amato nel proibito, e ancora t’amo.
    In punta di piedi cammini
    graffiandomi il cuore,
    lacerando le ferite
    del nostro vecchio amore.
    La voce tua ancor
    rimbomba nella mente,
    quando giuravi
    amore eternamente.
    Stanca lecco le ferite,
    che incessanti bruciano
    da non voler guarire.
    Invano attendo
    che voli via dal cuore
    liberandolo per sempre ,da quel proibito amore.
    Paola Donnarumma 10/03/2011
    @Tutti i diritti riservati all’autore.

  17. sezione A
    Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Ti ho amato nel proibito, e ancora t’amo.
    In punta di piedi cammini
    graffiandomi il cuore,
    lacerando le ferite
    del nostro vecchio amore.
    La voce tua ancor
    rimbomba nella mente,
    quando giuravi
    amore eternamente.
    Stanca lecco le ferite,
    che incessanti bruciano
    da non voler guarire.
    Invano attendo
    che voli via dal cuore
    liberandolo per sempre ,da quel proibito amore.
    Paola Donnarumma
    @Tutti i diritti riservati all’autore.

  18. Alba Saiu

    Sezione A

    Dichiaro di accettare il Regolamento del concorso

    Un bambino come tanti

    Ho fame…

    Ho fame di parole, di quelle sillabe che una dietro l’altra diventano pagine interminabili di storie che io osservo con aria stupita e assaporo attraverso gli sguardi di chi amorevolmente trasforma un insieme di scarabocchi in favole dall’animo nobile…

    I miei occhi li vedono come strani geroglifici, eppure dicono molto:
    parlano del mio futuro, di quello che potrei diventare, di quello che mi piacerebbe, un giorno, poter esprimere attraverso la mia voce e senza vergognarmi di non saperlo fare…

    Sono un bambino, uno dei tanti,
    sai uno di quelli che vedi sul giornale e che soffermandoti pensi “che pena”…
    vivo lontano dai tuoi pensieri,
    io vivo altrove,
    dove l’acqua diventa un’utopia, quel sogno da rincorrere attraverso l’indifferenza di chi non ha tempo per fermarsi e regalarmene un po’ della sua…
    ho sete, se vuoi uomo, ti do un sorriso per un sorso di vita….

    Ho fame, vorrei del cibo che mi permettesse di crescere, combatto per un piatto di riso, lavoro ore ed ore sotto un sole che non perdona e che spesso mi scalda la pelle fino a bruciarmela…

    Sono un bambino,
    ma non uno dei tanti…
    sono quello che aspetta con pazienza che il cuore si fermi e che gli occhi travolti dalla polvere ritrovino la luce persa tanto tempo fa…

    Fermati se vuoi…

    Ascoltami se puoi…

  19. Valter Urbini – sezione A –
    Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali solo per la Gara Poetica “Domande al silenzio”(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    NON SONO SOLO PAROLE

    Non sono solo parole
    che aspettano di essere raccolte
    da noi che le amiamo.
    Non diamoli un senso compiuto
    per amore che loro ci donano
    nella nostra poesia.
    Lasciamole nel posto che li dà la mente
    senza aver ragionato.
    Amare la poesia è molto più
    che leggere o scrivere versi.
    Se amate la poesia lei vi ama
    e non vi lascia mai.
    In vent’anni circa non ho scritto nulla
    pur di rinnegare gli abiti che non sono i miei,
    se tutti sanno disegnare non tutti sono pittori
    molti scrivono versi ma non tutti siamo poeti.
    Non sono poeta…
    se pur più di un tempo mi appassioni e mi coinvolgi
    dove mi porti mi lascio andare
    affondi la tua anima senza pretese,
    accogli chiunque.
    Non sono poeta …
    laceri la mia anima e la porti via
    non mi lasci scelta, ti seguo
    ad occhi nudi negli spigoli delle ombre
    mentre mi accarezzi il cuore,
    tu mi mascheri di mille volti
    e non mi lasci più,
    ma io non sono poeta.
    Come sole e terra sei acqua
    che disseta per far vivere.

    18-07-2012

  20. Partecipo alla Sezione A

    dichiaro di accettare le norme del regolamento del presente concorso.

    LE STAGIONI DELL’AMORE

    Se un pensiero d’amore
    Un giorno ti nascerà in cuor
    Sappi che io sto pensando
    al nostro passato amor.
    Nulla poteva cambiare
    Eravamo sicuri di noi
    Tutto era facile allora
    Anche dirsi ti amo.
    Ma fu l’inverno quel dì
    Che mi dicesti: amo lei.
    Furono giorni un po’ tristi
    Passati oramai senza te.
    Pur se un altro la sera
    Divide i pensieri con me
    Vorrei vederti una volta per dirti
    Amo te!

    C’eri tu solo per me
    C’ero io sola per te
    Solo l’estate esisteva
    Nel nostro amor.
    C’eri tu solo per me
    C’ero io sola per te
    Era stupenda per noi
    ogni stagion.

    Adesso é tardi non puoi
    riprendere il filo d’amore
    La nostra vita ha vissuto altre trame
    ma senza di noi.
    Vorrei saperti felice
    anche senza di me.
    Vorrei che tu qualche volta
    pensassi un po’ a me.

    Sarebbe estate per me,
    la primavera di fior,
    non c’è il gelo nel cuor
    ma autunno senza alcun fior.
    Ti avessi amato di più
    Saresti ancora con me
    Il sole degli occhi tuoi
    Rivolto a me.

  21. MI RITROVO…

    Note dolcissime…
    e assenti pause
    in questa tua presenza!
    Un pentagramma
    che si colora di luce
    tra dolcissimi canti
    che sfiorano nell’intimo
    il mio animo.
    Mi ritrovo…
    dolcemente abbandonato
    solo nella tua compagnia,
    essenza dolcissima
    che cavalca il pensiero mio
    nel ritrovarmi ancora
    in un tuo abbraccio
    che è sempre l’inizio…
    di un grande amore!

    FRANCO MACCIONI

    SEZIONE A

    DICHIARO DI ACCETTARE LE NORME CHE REGOLANO IL CONCORSO

  22. Anna Martina sezione A, dichiaro di accettare il regolamento del concorso
    Poesia: Sono nel vago del tempo,
    nell’ira del mondo,
    nel passo di un sogno.
    Sono nel sorriso
    di un bimbo,
    nel gioco di un bacio.
    Mi passa accanto
    il cuore:
    lo afferro, distratta.
    Mi pare di udire
    un dolore,
    feroce:
    è il battito strano
    dell’amore.

    Anna Martina

  23. TI SOGNO
    Il guardiano dei miei pensieri stanotte
    ha gettato le chiavi nell’inconscio del ricordo
    che indelebile sovrasta la mente.
    Drasticamente girovago nel pensier tuo
    si avvilisce il cuor’ palpitante per te.
    Navigo nell’oceano delle emozioni che fanno
    da paracadute all’anima.
    Torrenti di ricordi mi inondano
    sensazioni inebrianti adempiano il tutto.
    Annaspo esterrefatto di magia
    cavalcante le onde maghetiche dell’essere
    mi ritrovo nella surreale stupefazione
    che si crea al respirar tuo… sogno, sogno…

    Bartolomeo Capuano-sezione A-
    Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

  24. Sezione A
    Dichiaro di accettare tutte le norme del concorso.
    Mauro Romano

    BAGLIORI D’IMMENSO

    Il viaggio
    del passero
    appare proibito
    quest’anno
    – tiepida nota
    trasandata
    nel cielo d’autunno.

    Col vento
    che corre
    anche il cuore
    indugia
    un attimo
    – lontani presagi
    d’insonni
    fiabesche notti.

    Bagliori d’immenso
    catturo
    per le umide mani.

    Tace il passo!

    Ai rumori dell’anima
    vibrano
    i miei silenzi.

  25. Sezione A. Dichiaro di accettare le norme che regolano il concorso.

    AMICA TRISTE

    E mi assale quella sensazione di inutilità
    non trovo le parole
    sono tutte vane e volatili

    cosa ne fa lei delle mie parole
    che si sbriciolano nell’acqua come barchette di carta

    e resto in silenzio
    con l’impotenza e l’incapacità
    che pesano sul cuore come macigni

    cosa ne fa lei dei miei silenzi
    che si perdono nel frastuono della quotidianità

    mi manca il suo sorriso
    un’assenza incolmabile
    un vuoto assoluto

    cosa ne fa lei delle mie mancanze
    che si colmano goccia a goccia di futilità

    ma resto qui,
    in bilico sul filo come un funambolo,
    non cado
    se ha bisogno di appoggio, le tendo la mano

    …questione di equilibrio.

    Cristina Mora

  26. Orazio Claveri – Accetto il regolamento.

    IL MIO SILENZIO

    Osservo dalla finestra
    il quotidiano
    quadro della vita,
    tutto si muove,
    senza rumore,
    tacciono i muri
    in questa stanza,
    tutto tace,
    tutto, tranne
    il ticchettio perpetuo
    della sveglia,
    inesorabile
    trascorrere del tempo,
    tiene compagnia
    all’animo mio
    ed ai ricordi
    della mente,
    sempre più confusi,
    sempre più chiari,
    nel silenzio, ascolto
    il tremore delle mani,
    i piccoli dolori
    dell’età che avanza,
    solo, coi miei silenzi,
    in questa stanza.
    Tempo,
    non fermarti ancora,
    continua ad allietare
    il mio udito,
    nell’intimo silenzio,
    in attesa del risveglio
    del cuore assopito,
    che detti alla mano
    le parole, i versi,
    di una nuova poesia,
    fonte delle emozioni,
    delle gioie, dei dolori,
    dell’animo mio.

  27. PERCHE’ SCRIVERE?

    Perché scrive il poeta
    se nessuno lo legge?
    Perché scrivere
    scioglie l’anima,
    la scuce dal corpo.
    Il corpo si spegne,
    ma l’anima resta.
    E scrivere serve
    a strapparsi
    la morte di dosso.
    Vagheggiando,
    vagheggiando
    un verso più affilato,
    magari uno soltanto,
    l’affondo di un’accetta
    che scarnifica un brivido
    più forte della morte.

    Accetto il regolamento – Giovanni Tria

  28. Poche foglie restano silenziose tra le bottiglie vuote anche dei sogni.
    Restano solo i fogli d’un vecchio giornale
    dondolare tra un marciapiede e l’altro.
    Ho provato a ricordare
    quei pochi istanti felici con te,
    rimasti avvolti da attimi di paura e terrore.
    Ho solo ritrovato un sottile canto
    dentro una tasca della mia anima.
    Passano gli uccelli mentre chiudo gli occhi
    perché ha ripreso a nevicare nei miei sogni.
    Per fortuna esistono ancora le lucciole
    ed i loro scrocchi luminosi che aiutano
    se penso che le persone possono d’un tratto svanire
    come nuvole tra i soffi dei venti che le raccoglie geloso.
    Ora lascio asciugare il silenzio bagnato dalle lacrime
    mentre andrò lontano domani.
    La felicità è come la libertà sai,
    Aspetta sempre in un angolo canticchiando

    Livio Cotrozzi

    sezione A

    accetto regolamento concorso.

  29. “Rugiada”

    Nel tuo apparire
    invisibile
    come una foglia,
    vedo la tua
    essenza.

    Il tuo
    essere rugiada,
    ormeggia
    intorno
    alla chimera
    del sole.

    Pieffe-sezione A
    Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). i miei dati ve li spedirò in caso la mia opera arriva nei primi tre posti,

    ossequi.

  30. SEZIONE A – ACCETTO IL REGOLAMENTO – ANDREA BORRELLI

    Erotica

    La cosa più bella
    Che io abbia mai visto:
    Coi topi
    Nessuna
    Vaghi nel caldo.

  31. Terra Straniera
    Colori privi di sfumature,
    vivere dentro
    un muro d’omertà,
    in un silenzio che
    ti porta via
    lontano da questo
    indefinibile vuoto.

    Accetto le regole del concorso. Sezione A. Poesia

  32. Goccia di un oceano

    Guizzano
    nel mare aperto del nostro essere
    pesci colorati di ogni razza;
    a tratti restano appesi all’amo
    sottile della nostra mente
    che li porta in superficie.
    Si dibattono vivaci,
    pronti a distillare,
    un po’ per volta,
    frammenti del loro essere.
    A volte, lievi e delicati,
    accarezzano la nostra mente
    come teneri amanti;
    altre ancora mordono,
    cogliendoci alla sprovvista, impreparati.
    L’acqua e’ profonda, distinguerli un’impresa
    ma, se mi fosse concesso,
    intingerei le dita fino a bagnarmi di loro,
    fino a trovare quello che,
    mai come adesso,
    ho bisogno di vedermi nuotare accanto.
    Non lo chiamerò con il suo nome,
    perché ne ha tanti diversi,
    che lo rendono così speciale,
    come i momenti che soltanto lui riesce ad eternare.
    Tra le sue scaglie, ad uno sguardo più attento,
    scorgo due linee frastagliate che si uniscono
    a formarne una sola.
    Non ha nulla da temere
    e sono certo abbia già compreso
    che, senza altri indugi,
    vorrei essere io
    la sua prossima preda.

    Enrico Arlandini

    Accetto il presente regolamento e autorizzo al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003

  33. SEZIONE A
    DICHIARO DI ACCETTARE LE NORME CHE REGOLANO IL CONCORSO

    Sensazioni di pioggia

    Lacrime di pioggia scendono,
    lente, incontrandosi e attraversandosi
    sui vetri scuri della mia stanza.

    Osservo la loro traccia,
    seguo il loro cammino,
    disorientato dal tuo corpo silenzioso.

    Quante domande di uomo
    avvolgono la mia mente,
    ma nel beato chiarore del tuo corpo
    trovo le risposte
    che mi portano sempre a te.

    Nella penombra, tu.. ti avvicini a me!

    Fievoli sussurri di donna
    escono dalle tue labbra,
    a ribadirmi il tuo amore,
    e le mie mani accarezzano
    la delizia della tua pelle, morbida,
    profumata da accendere i sensi.

    In te trovo la mia imponenza d’ uomo..
    Nel tuo caldo amplesso scopro la mia forza,
    nell’ accoglienza della tua pelle
    denudo la mia dolcezza…

    I tuoi baci percorrono e conturbano il mio corpo
    come la pioggia il vetro!

    Io e te, con le bocche che si fondono in una,
    senza respiro,
    rimaniamo stretti, sospesi
    nell’aria del silenzio,
    in questa notte di pioggia!

    Sensazioni di pioggia

  34. Sezione A
    Autorizzo alla pubblicazione dell’opera ai soli fini del concorso di Poesia denominato ” Domande al silenzio” relativo all’anno 2012, e acconsento alle norme del regolamento ed al trattamento dei dati personali secondo le leggi vigenti.

    DAGHERROTIPO

    E’ una scrittura torcia, è fiamma disperata, autodispaccio
    immune di serpe attorcigliata,è messaggero implume ma alato di diniego.

    Cancella meraviglia, e lascia scolorito,
    dissolve abdicandosi in ombra ormai scordata, rapace di remoto artiglia nel passato.

    Rovine svirgolate, lucciole a seminario nel solco di libraccio
    ebbro a parole sdrucciole, eco da quel crepaccio, recita un passo alticcio.

    Bruchi nel muto effimero livrea, mancata profezia, ora cunei appuntiti punti e
    accenti grevi, stalattiti.

    Piovono in rivolo ghiacciato d’inchiostro infreddolito,
    ultimi sussulti, eredi postumi capitolo finito.

    Scrivono orme esangui pallide, epilogo crepe apolidi a letto d’ acquitrino. Ultimi fiumicelli
    furtivi e disattesi,sedimenti d’amore, saette di capelli lasciati sul cuscino.

  35. Questo è il mio temp(i)o

    Voi dovreste vederla,
    la pergola che ospito
    qui – in giardino da me!

    Ma vedere, non basta;
    dico: viverla, perdervi
    sotto a quest’orgia verde!

    Ci ha messo qualche anno –
    ma alla fine è un rigoglio
    di rami, frutti e fiori!

    C’è il caprifoglio e il glicine
    e un sacco d’uva fragola –
    già stracolma di grappoli!

    Lascio crescere tutto
    grossomodo spontaneo:
    somiglia ai miei capelli!

    I profumi, i colori,
    i sapori – la quiete
    dell’ombra naturale!

    Forse tre metri quadri:
    ma che angolo di pace,
    tra ‘i fasti del cemento’!

    Ci sono bestie varie:
    biscette, rospi, grilli,
    api, farfalle, uccelli!

    Cantano intorno, saltano,
    ronzano, si nascondono:
    si sa che non si è soli!

    (11/06/2012 – inedito)

    Ulisse Fiolo: accetto il regolamento del presente bando.

  36. Treccia degli specchi nei fiumi e nei cieli
    II

    Seduto sulla riva, nel silenzio dell’acqua
    che scorre vana e scorre, come assorto nell’acqua
    l’uomoperla lambiva diroccata una torre
    luminosa di nuvole nel fluir delle nuvole,

    tra onde e gorghi rincorre lo sciamare verdastro
    del cielo, pescatori curvi intenti a quel nastro
    d’acqua e nembi, rincorre la fuga dei castori
    che salpano sui rami, sui fluviatili rami…

    Ma in quale riflesso
    d’acqua, in quale cielo?
    Quale chiaro amplesso
    oltre specchio e velo?

    Da quale incrinatura soffia compatto il vuoto
    che tutti ci divide con affannato moto?
    Perché scema a orlatura la luce che recide
    l’oro e l’ombra del piano danzando insieme al grano?

    Dove si fende l’aria dentro il concorde azzurro
    per frantumare il mondo con un cenno o un sussurro?
    La forma statutaria del gran cogitabondo
    universo vivente va nel soffio del niente?

    S’inerpica vita
    tra specchi e riflessi
    buia s’infinita
    fulgendo in recessi.

    Accetto il regolamento

  37. Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Vaganti, noi e loro

    Stanno tutti lì,
    uniti a noi
    e distanti quanto una vita.
    E spesso non si comprende
    se siamo ancora insieme
    in una fioca luce del giorno
    o separati per sempre
    e vaganti, noi e loro,
    nelle fitte ombre del mondo.
    Ci accompagnano certo
    legati a noi,
    in modo indissolubile,
    nel respiro del tempo,
    che è come una voce
    che ci accomuna
    nel brillio dei ricordi
    quando infuria la sera.
    E noi vorremmo,
    che ci chiamassero ancora,
    come un giorno,
    perchè il nostro resistere nel tempo
    fosse la loro fiamma
    di speranza,
    e ci prendessero per mano
    nel buio della distanza
    che ci vorrebbe tenere lontani.

  38. bevo vertigini
    nel nulla rinvengo dolcezze
    nel nulla sempre
    sostengo il mio orgasmo
    infantile
    e nel tuo pugno d’estate
    tremori di neonato

    il giorno che avanza
    scandisce noncuranze
    giù
    nel tempo
    succhiando dai tuoi seni
    minuti e secondi

    (riempio la noia di ieri
    con sogni di cristallo
    un esercito di vetro
    a presidiare il mio sonno)

    così esce la vita
    il suo scandalo liquido
    quando
    trattieni un mio germoglio
    dentro te

    ——————————————
    Gianfranco Bussalai
    Sez.A
    Dichiaro di accettare le norme del concorso.

  39. Avrei voluto una vita diversa
    con quei colori pastello della televisione,
    dove non avrei saputo, non avrei avuto tempo
    di scrivere una poesia.

    Sarebbe dovuto accadere altro,
    sarebbe dovuto venire ciò che doveva avvenire,
    una normale vita di plastica
    in un normale mondo di plastica.

    La ragione sarebbe dovuta succedere alla morte,
    il giorno al buio, il sonno al lavoro,
    la serenità al pianto.
    Ordinato calore.

    Ma questo giardino di melograno
    non è mai fiorito,
    la fontana nel mezzo
    mai disegnata.

    Abbiate pazienza con me,
    orfano di questi miraggi,
    lontano da questi fiori,
    dalla fragranza di questo pane appena caldo.

    Abbiate pazienza mentre scrivo queste righe
    pesanti come bretoni al traino, farfalle di pietra,
    così lontane dalla levità dei vostri sogni,
    così troppo vicine a me.

    Accetto il regolamento

  40. Scusate, dimenticanza grave!!!
    Riposto la poesia ed aggiungo:
    – SEZIONE A
    – ACCETTO IL REGOLAMENTO
    – ANDREA BARBAZZA
    PS(ho preferito partecipare con una poesia nuovissima, che non ha vinto nulla nè è mai stata pubblicata: quindi, se desiderate pubblicarla da qualche parte, fate pure.)

    Avrei voluto una vita diversa
    con quei colori pastello della televisione,
    dove non avrei saputo, non avrei avuto tempo
    di scrivere una poesia.

    Sarebbe dovuto accadere altro,
    sarebbe dovuto venire ciò che doveva avvenire,
    una normale vita di plastica
    in un normale mondo di plastica.

    La ragione sarebbe dovuta succedere alla morte,
    il giorno al buio, il sonno al lavoro,
    la serenità al pianto.
    Ordinato calore.

    Ma questo giardino di melograno
    non è mai fiorito,
    la fontana nel mezzo
    mai disegnata.

    Abbiate pazienza con me,
    orfano di questi miraggi,
    lontano da questi fiori,
    dalla fragranza di questo pane appena caldo.

    Abbiate pazienza mentre scrivo queste righe
    pesanti come bretoni al traino, farfalle di pietra,
    così lontane dalla levità dei vostri sogni,
    così troppo vicine a me.

  41. E’ dolce e lieve

    E’ dolce e lieve
    raccontare
    il silenzio dei monti.
    Quando pare che
    le cime tocchino il cielo,
    quando si forma su loro
    un cappello
    di bianche nuvole.
    Quando si imbiancano
    di candida neve.
    Si lasciano tracimare
    da abbondanti piogge
    che scendono dal cielo
    come copiose lacrime.
    Ed ancora quando gli alberi
    fanno loro dei verdi vestiti
    come per adornarli
    per una festa.
    E’ dolce e lieve raccontare
    il silenzio dei monti
    che si vedono sfiorare
    da grandi uccelli.
    Aquile che dominano dall’alto
    per scendere a catturare
    qualche preda
    o quando l’uomo li solletica
    con picchi e puntelli
    per guadagnar la loro vetta.

    Accetto il regolamento del concorso.
    L’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
    Esclusivamente per questo concorso.

  42. SEZIONE A

    DICHIARO DI ACCETTARE LE NORME CHE REGOLANO IL CONCORSO

    Viviana Marranci
    Scandicci (Firenze)

    Quando la notte apre la porta

    Mi dischiudo e prendo a braccetto la Luna.
    Fra brividi di “non posso” e risate di ricordi.
    Affioro fra i tuoi passi.
    Cascate di stelle nei tuoi occhi.
    Rifletto il blu del cielo e come diamanti gli astri dorati
    spezzano l’infinito brulicare della notte.
    Riposa dolce creatura che dalla vita il meglio non hai preso. Prendilo adesso.
    In questo sogno. Che più tuo di così non potrà mai essere.

  43. Gara poetica “Domande al silenzio” – Sezione A
    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso in tutte le sue parti e autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Serena M. Barbacetto

    “Il nostro silenzio”

    Quanto è vasto
    il nostro silenzio?

    Così vasto
    che muove pianeti
    nel buio
    Spira lamenti
    col vento
    Gorgoglia segreti
    nella terra
    Anima fiamme
    al tramonto

    Quanto è vasto
    il nostro silenzio?

    Serpeggia fra i vivi,
    ed è bruma
    nelle valli antiche
    dei morti.

  44. Il coraggio dell’essere

    Alcuni non hanno il coraggio dell’essere vivono in ombra una vita parallela,
    sempre in bilico tra ciò che vogliono dimostrarsi e ciò che realmente sono.
    Calcano la vita come teatranti in un palcoscenico,
    ma a sipario calato danno sfogo alla loro vera natura,
    lo fanno nei bassifondi del mondo,
    nei peccati più profondi dello spirito e della carne.
    Adattano la loro vita ad un copione e di conseguenza la riproducono agli occhi del mondo.

    Altri invece trovano la forza proprio dal loro essere,
    dalle proprie radici prendono linfa vitale,
    e vivono la loro vita nel mondo senza copioni secondo la propria morale.

    Ho imparato che vi è più pudore in una gamba scoperta che in due aperte,
    ma ho imparato anche che io comunque non sono nessuno
    ne tantomeno sono nella posizione di poter giudicare simili scelte.
    Ognuno deve indossare sulla sua pelle e portarli sotto una qualsiasi veste i propri valori e la propria persona, a rigore o dispetto di tutto il resto.
    A tal proposito continuerò a vestire me stessa di me soltanto e a sfoggiare con sfrontatezza e fierezza me stessa in ogni mia veste, sono una donna Camaleontica.

    (Da Vuoto d’amore…scritto tra le righe del tempo di Rosa Maria)

    Nome: Rosa
    Cognome: Maria
    sezione: A accetto le regole del concorso

  45. Poesia di marina sirolla
    <>
    Giornate volate
    porzine di vita ,
    mai restituite.
    Pasti fugaci e solitari
    orari sofferti,
    angosce continue ,
    cento caffè e mille sigarette
    ti stanchi senza far nulla.
    L’unico sfogo e parlare
    di programmi di vita fittizia,
    mentre un altra giornata
    e appena nata e finita.
    Lascio sciovolare i giorni
    tutti uguali di niente,
    le parole mi inseguono,
    ogni una con il suo motto
    rivoltate girate travisate.
    Le parole parlano tra loro!!
    Qualcuna dice poco
    o addirittura niente,
    le cose tanno come stanno.
    Amiche mie parole
    provate a fare qualcosa in mia difesa,
    perchè io possa essere un raggio di sole,
    perchè io possa avere un mio significato.
    Non essere ricordata
    come un influenza non curata,
    io sono una buona medicina
    non una parola vuota!!!!!

    Accetto il regolamento

  46. Natura amata
    —————————————
    Racchiuso tra sogno e realtá,
    Risalgo il tuo corpo
    Perlacea cascata d’azzurro.

    Si frantumano su me
    Piccole gocce di nuvole,
    Respiri che scivolano a valle
    Con echi ancestrali a ricoprir il tuono.

    Mi abbandono e mi lascio travolgere,
    Mi trascini indifeso
    Lungo le rive del tuo fiume,
    In balia delle correnti fisiche
    Incotrollabili e meravigliose,
    merletti danzanti
    Sul pelo dell’acqua tumultuosa.

    Osservo muri verdi
    Seguire il nostro scorrere
    Con i loro rami a cupola,
    Quasi a coprire e proteggere
    quest’onirico amplesso naturale.

    S’ode un rumore lontano
    Ritmico ed ossessivo,
    E tra le pieghe di te
    Percepisco il mare.

    Scivoliamo ormai esausti
    Lungo l’estuario
    Di un piacere sconosciuto.

    Nel silenzio della sera
    Osservo la bianca spuma
    Orlare i nostri corpi,
    Cristalli di sabbia
    Adornare il nostro sudore,
    Ed il mare gentile
    Ci intona un canto
    Affinché non si frantumi
    Quest’incanto.
    —————————
    R.Corti 20 Luglio 2012- Bergamo

    SEZIONE A

    DICHIARO DI ACCETTARE LE NORME CHE REGOLANO IL CONCORSO

  47. (accetto il regolamento del concorso)

    (senza titolo)

    Incontrerò nel silenzio
    l’eco delle tue parole
    e nel cuore della notte insonne
    sarai l’abbraccio
    che il cielo riserva alle stelle

  48. Sezione A

    Accetto regolamento concorso

    Il mio cielo

    Il mio cielo sta nella curva dei miei pensieri,
    lungo le rotte che mi seguono.
    Resto assente al raggio della collera,
    ma nemmeno posso gioire di un momento.
    Il mio cielo mi attacca
    e la catena che mi cinge non ha il tremore delle mie fronti
    e la mia speranza rimane nascosta.
    E’ il desiderio di quello che mi sfugge
    che non so trovare, che percepisco lontano da me,
    ora seguo soltanto la volontà di esistere,
    ma non per questo rimango a mendicare un abbraccio.
    Ora il silenzio ingrandisce il mio spirito e le mie colpe,
    ma non mi volgerò indietro.
    Davanti ho il senso del mio destino
    e il mio sorriso mi rende simile agli altri
    e il mio tentativo di gloria supera
    la tentazione del mio cielo supremo.
    Sono le gocce che scendono dai miei occhi
    che mi danno quel tenue ornamento.
    Oltre a questo non ho nulla per scongiurare
    questa abbondante follia passeggera.

  49. Gara poetica “Domande al silenzio” – Sezione A
    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso in tutte le sue parti e autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    WEB CAFE’
    ——————–

    IL PRIMO INCONTRO DI NOI,TREPIDAZIONE
    DEL SUDORE INOPPORTUNO DELLE MANI
    SCATTANO ECCITATI I BATTITI DI CIGLIA
    SOLO IL CUORE VEDE E NE CELA IL PUDORE.

    LA CAREZZA SEGUE IN FRETTA L’ALTRA
    LE FRASI INCALZANO , VANNO IN PROCESSIONE
    LE MISURE PRESE E SEGUITE DELLA LINGUA
    DESCRIVONO LE ONDE, LA MAREA ,L’ARDORE.

    POI OLTRE,NECESSITA SPAIATO IL RESPIRO
    SALTA ALLO SCOPERTO LA TUA TENUA VOCE
    M’AVVOLGE DI SOSPIRI E SCOMPIGLIA
    MENTRE IO INABISSO…SENZA PIU’ DOLORE.

    S’APPRESTA E APPRODA LA CRUDA SERA
    SOLO,CON LE MANI FREDDE SULLA TASTIERA
    INTRECCIO ANCORA VERBI NATI PER INVENTARE
    UN SOGNO,UN INCANTO E LO CHIAMERO’ AMORE .

  50. QUANDO PENSO ALLA POESIA

    Quando penso alla poesia,
    penso ad un’auto spenta e sola
    abbandonata in un deserto,
    che pochi vanno a cercare
    perché si ha troppa paura
    di rischiare l’alienamento.
    Penso ad una casa antica, non ancora demolita,
    affiancata a mille palazzi di nuova costruzione
    che sono sull’orlo di cadere,
    mentre quella casa rimane lì
    e osserva gli anni che passano,
    senza avvertire nessun tipo di crepa.
    Quando penso all’amore,
    penso ad un unico granello d’oro in un giardino di petrolio,
    penso al residuo di un fiume d’acqua siderea
    in mezzo ad un oceano prosciugato.
    Quando penso all’amore
    penso a quanto piccolo sia il suo spazio
    in questo mondo di false bellezze,
    queste bellezze che durano una lacrima,
    mentre l’amore s’unisce all’eterno.
    Quando penso a questo,
    penso che sto diventando matto
    e che tutto intorno a me
    sta ammattendo,
    e io sono qui in una stanza
    fumando una sigaretta,
    mentre un sole tramonta
    e un altro sta per nascere.

    Luigi Marzano
    Sez.A
    Dichiaro di accettare le norme del concorso.

  51. Spinta
    Partorita
    Sputata
    ma chi lo chiese?
    Cattiveria!
    Vita non desiderata.
    Non giorni
    ma notti senza stelle
    non brezza
    ma furia gelida
    terremoto dei pensieri.
    Soffi di parole
    e uragani di ricordi.
    Non sorrisi
    ma lacrime.
    Una notte infinita
    vento di melodia eterna
    sonno per sempre
    unico.
    Dov’è che si arriva
    se non c’è partenza?
    Dov’è la fine
    senza inizio?
    Vita a cui non chiedo
    vita che non dà.

    Alice, 31/01/2012

    Sezione A: Dichiaro di accettare in tutte le sue parti il regolamento del concorso.

  52. Daniela Giorgini – Sezione A – accetto il regolamento

    “E ORA SEI QUI”

    Credevo di averti perduto
    – o forse dimenticato –
    in una curva del cuore.
    Ma all’Amore, a volte,
    basta solo girare l’angolo.

    E ora sei qui.

  53. Sez. A Cettina Lascia Cirinnà- accetto il regolamento del Concorso –

    (un soffio di vita)

    e se la pioggia

    rimane appesa

    e non piove

    d’estate

    è funesta

    l’aria

    inventare un lembo di terra nuovo

    prima nella mente e subito dopo nel cuore

    stringerlo con occhi amorevoli

    riempirlo di strani segni

    di una lingua nuova

    (deterso confine disabitato

    terra straniera di facile conquista)

    determinante in sé la volontà dell’abbandono

    in circostanze ben definite in linee marcate

    da sigilli incontaminati e mani sconosciute

    oltre la siepe dei pensieri

    piccoli e fragili momenti

    suoni e parole incomprensibili

    attirano al di là di ogni convenevole ragione

    pronti per l’avventura

    allenati a superare il limite imposto

    porto con me un retino per farfalle stanche di volare

    nella quiete assoluta le piccole larve si riproducono in fretta

    un soffio di vita mi riscalda

  54. ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO

    PROSCENIO
    Avido il mio desiderio
    di voglie celate…
    Imprecisi momenti in cui
    il confuso tumulto del cuore
    soave mi confonde…
    Sfuggente sei
    come un pensiero ambiguo…
    Inafferrabile essenza
    di uno stringato atto teatrale,
    che mi lascia tesa su di una poltrona
    ad aspettare e sperare…
    primo attore della mia vita
    sarò per te comparsa
    o anima infinita
    apparirò brevemente
    senza proferir parola
    salirò su quel palco
    e agiremo per il tempo
    delle esistenze nostre
    sarò proscenio e tu ribalta
    me se vorrai
    diverrò protagonista
    de’ giorni tuoi
    e di me farai grande artista!

  55. “Io amo”
    Questi sono i miei sogni,
    i miei pensieri,
    le mie sensazioni.
    Amo l’universo,
    il sole,
    la luna,
    le stelle,
    le fantasie d’amore
    radicate nel cuore
    perché io amo te.
    Nessuno ostacolo,
    nessun vizio,
    nessun muro,
    potrà impedirmi
    di vivere l’amore,
    perché per amare te..
    non avrò pietà del mio cuore.
    Questa
    è la mia realtà
    questa è la mia vita,
    queste sono
    le mie vere emozioni.
    L’amore è vita
    perché
    la vita è amore,
    ed io vivo per amare
    perché anch’io..
    ho bisogno di essere amato.
    Questi sono
    I miei sogni,
    le mie fantasie,
    le mie sensazioni.
    Navigo con la mente
    oltre il mio essere,
    oltre le necessità del cuore,
    oltre i brividi
    delle mie membra.
    Io sogno te
    perché e bello
    sognarti con la mente,
    perché e bello
    amarti con il cuore,
    perché il mio sogno è tuo,
    perché sognando te io amo.©
    (S. Coppola – Autore)

    Accetto il regolamento

  56. Persona forza dell’Amore
    Senza silenzi come fai
    a capire il tuo cuore
    che parla al tuo vissuto ?
    Fai deserto e incontrati,
    ascolta la tua voce che ti
    traccia il sentiero della vita.
    Senza idee come fai a capire
    il bello e il brutto ? Tutto
    viaggerà in un’unica direzione
    che non ha rotta.
    Senza qualcuno a cui dare
    il tuo amore ? Saresti una barca
    vuota spinta in alto mare
    dalle forze della natura senza
    trovare porto sicuro come rifugio.
    Senza la forza di te stesso ? Lotteresti
    contro mulini a vento e vano sarebbe
    lo sforzo per ritrovare la tua capacità.
    Usa il tuo cuore,la tua intelligenza,
    la tua forza , il tuo amore e scoprirai
    te stesso persona forza dell’Amore.

    accetto il regolamento

  57. Vorrei gridare al mondo
    Ciò che sento pèr te.
    Ma la gente mi guarda ostile,
    Non capisce,
    Non è più capace
    Di ascoltare il cuore.
    Vorrei cantare del tuo sorriso,
    Vorrei parlare
    Del tuo essere donna
    Senza far male,
    Come tante sanno fare
    Vorrei far capire al mondo
    Che volerti
    E’ un sogno ad occhi aperti,
    Che vorrei stringerti a me
    E’ non lasciarti andar via
    Rimanendo stretti
    Fino al primo sole del mattino.
    Ma resto qui,
    Disteso al ricordo dei tuoi occhi
    Finchè madama Selene
    Porterà in me quel torpore
    Per addormentarmi pensando a te.

    accetto il regolamento

  58. Mani vergini
    Carezzano pensieri
    Strappano ombre
    Seguono avide solchi dell’anima
    Bacio violento
    Asciuga il gelo
    Nascondi il cuore
    Che batte lento
    Nella fredda terra senza sole.
    Neanche un fiore
    Portasti alla mia anima
    Che nuda attraversa il deserto
    Lei si nutre di ciò
    Che nessuno sa regalare
    Sabbia fredda
    Scivola sul viso bianco
    Inutile cerca un riparo
    Labbra serrate
    Come scrigni preziosi
    Racchiudono caldi petali lontani.
    Nelle tue mani vergini
    Neanche un’impronta d’amore
    Lasciasti solo un pallido e freddo raggio
    Svanito al ricordo di mani antiche e calde
    Vestite di rossa passione.

    Dichiaro di accettare tutte le norme del presente concorso.

  59. Eclissi

    Il sole si spogliò
    della veste dorata,
    quel giorno aveva appuntamento
    con la luna.
    Come due amanti
    fusero le loro bocche,
    un bacio infuocato apparve nel cielo
    era l’eclissi.

    Sezione A
    Dichiaro di accettare le norme che regolano il concorso.

  60. CALCO D’ARGENTO

    ***************

    No…
    non mi vergogno delle lacrime,
    loro raccontano
    di un calco d’argento
    che ghermisce la notte…
    la mia notte…

    Sezione A: Dichiaro di accettare in tutte le sue parti il regolamento del concorso.

  61. MAMMA
    (Dedicata a mia mamma che ora non c’è più)

    Ho di mia madre un ricordo lontano
    ma l’amore che ha avuto per me
    non si può dimenticare
    nel mio cuore l’ho voluto conservare!
    Era una donna forte e coraggiosa
    da madre e da padre, fungeva
    tanti sacrifici, ha fatto mentre mi cresceva!
    Era una donna che le cose brutte copriva
    ma l’amore per me non lo nascondeva!
    Quei pochi momenti insieme passati
    erano belli e cantati.
    M’insegnò a camminare
    a parlare e anche a pregare!
    Quando dolore io, sentivo
    ella correva verso di me
    e con le sue mani caldi e fini
    quando mi toccava
    tanto conforto mi dava!
    Mentre ero fra le sue braccia
    e nel suo petto mi allattava
    con una copertina di lana, mi riscaldava!
    Con la sua voce angelica
    la ninna nanna mi cantava
    in questo modo, ella, mi addormentava!
    I suoi capelli erano ricci e ingarbugliati
    ma era bello lo stesso anche li avesse rovinati!
    Mai di essere stanca si lamentava
    nonostante notte e giorno, lavorava.
    Con i pezzi di stoffa, che riciclava
    i vestitini mi rammentava
    ed in me una regina creava!
    Mi son fatta grande
    altre cose io pensavo
    ma il suo calore, non dimenticavo!
    Prima a tutti questi ricordi, caso non facevo
    ma ora che lei non c’è più
    non sapevo che la vita mia perdevo!

    Lucia Cannata
    (Diritti d’autore)
    accetto il regolamento

  62. Squarcio

    Uno squarcio nell’anima
    d’improvviso,
    frammenti nell’aria.
    Li lascerò librarsi
    in questa danza
    caotica e lenta
    aspettando che ritrovino
    i caldi colori
    del tramonto.

    Sezione A dichiaro di accettare le norme del concorso

  63. IL PUNTO MORTO

    Memoria di naufragi e non di mare
    a inabissarsi cose, volti, luoghi
    in un silenzio ostile che frastorna.

    C’è un punto morto dove l’illusione
    D’eternità s’infrange sopra scogli
    E si disperde dentro gorghi d’acque
    Nel rosso d’azalee ch’è dei tramonti
    Uguale al sangue che trascina palpiti
    E sventra dighe, libera emozioni.

    Si spalma lungo gli anni come burro
    il conto delle perdite , s’espande:
    sopra l’argine del fiume disseccato
    che raccoglie le macerie del passato
    ogni tanto ripesco qualche goccia
    che riduce l’arsura, il groppo in gola.

    Accetto il regolamento

  64. Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Eliana Stendardo – Sezione A

    Domande al silenzio

    Labbra incollate
    parole scritte nel vento
    silenzio soffocato
    rabbia, sonno,
    dolore che si risveglia

    dolore, rabbia, silenzio, parole, labbra

    Cinque centesimi
    di vita e passi svelti
    sull’asfalto,
    miseria e cattivo odore,
    sorrisi e attesa.

    Sonno-veglia-sonno

    Incubi, sangue, mal di testa.

    Corro.
    Non vedo, non sento, non parlo.
    Non sento. Urlo.

    Silenzio… E’ tutto inutile.

  65. SABBIA

    Spinta
    Partorita
    Sputata
    ma chi lo chiese?
    Cattiveria!
    Vita non desiderata.
    Non giorni
    ma notti senza stelle
    non brezza
    ma furia gelida
    terremoto dei pensieri.
    Soffi di parole
    e uragani di ricordi.
    Non sorrisi
    ma lacrime.
    Una notte infinita
    vento di melodia eterna
    sonno per sempre
    unico.
    Dov’è che si arriva
    se non c’è partenza?
    Dov’è la fine
    senza inizio?
    Vita a cui non chiedo
    vita che non dà.

    Alice 31/01/2012

    accetto regolamento concorso

  66. ECHI D’ANTICHE GOCCE

    esplodono le gocce in freschi spilli

    a bagnarci il viso

    e se pur risuonano echi

    d’altre antiche piogge

    noi a queste nuove

    volgiamo gli occhi

    ansiosi di felicità

    Laura E.Privitera

    accetto il regolamento

  67. Fuga verso il centro

    Infelice è il cuore
    Nell’insensibile Metropoli
    Rumorosa
    Assordante
    Parata d’indifferenza!

    Sofia si sente sperduta
    E sogna di fuggire
    Lontano nella Natura
    Per risorgere
    E ritrovare il suo centro.

    Per congiurare la sorte
    Essa cambia nome
    Emma
    Ormai si chiamerà
    E null’altro ch’Emma.

    Senza rimpianti
    In un freddo mattino
    Carica i suoi beni su un camioncino
    E se ne va ad abitare nella Patria
    Un villaggio sperduto nei boschi
    In fondo all’Estria

    In mezzo a un prato
    Sul bordo della strada
    La sua nuova spaziosa casa
    L’accoglie con le sue bimbe,
    I suoi uccellini ed i suoi gatti.

    Emma dipinge immense murali
    Con agile pennello
    Lasciando libero corso alla fantasia
    E crea un universo ferico
    Scolpisce il legno con dita magiche.

    A causa di un forte campo magnetico
    Gli orologi non funzionano più
    La radio e la televisione si chetano
    Ma si può viaggiare su internet.

    Insegnare vuole essa stessa alle figlie
    Perché diffida del lavaggio di cervello
    Delle lacune di un insegnamento stereotipato
    Di una cultura senza valori e senza spiritualità.

    La sua casa diventa il suo rifugio
    Un’oasi di pace
    Un’atmosfera magica
    Incenso e candele
    Musica e meditazione
    Una lunghissima preghiera…

    Isolata dalla neve
    Senza auto e senza euro
    Emma sopravvive per miracolo
    Vivendo fuori dal tempo
    Persa nei suoi sogni.

    Prende dei corsi di Reiki
    Si crea un circolo di amici
    Fa parte di una corale
    Decide di mettere le sue bimbe
    Alla scuola del villaggio.

    Un canino bianco
    Viene per tenerle compagnia
    La richiama al presente
    E la fà ridere
    Giocando con i gattini.

    Poco a poco
    Giorno dopo giorno
    Arrivata al centro di se stessa
    Essendosi ritrovata
    Essa apre infine le braccia alla Vita!

    Benedetta I. Pignataro
    Accetto il regolamento

  68. Benedetta I. Pignataro sezione A –
    Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Fuga verso il centro

    Infelice è il cuore
    Nell’insensibile Metropoli
    Rumorosa
    Assordante
    Parata d’indifferenza!

    Sofia si sente sperduta
    E sogna di fuggire
    Lontano nella Natura
    Per risorgere
    E ritrovare il suo centro.

    Per congiurare la sorte
    Essa cambia nome
    Emma
    Ormai si chiamerà
    E null’altro ch’Emma.

    Senza rimpianti
    In un freddo mattino
    Carica i suoi beni su un camioncino
    E se ne va ad abitare nella Patria
    Un villaggio perduto nei boschi
    In fondo all’Estria

    In mezzo a un prato
    Sul bordo della strada
    La sua nuova spaziosa casa
    L’accoglie con le sue bimbe,
    I suoi uccellini ed i suoi gatti.

    Emma dipinge immense murali
    Con agile pennello
    Lasciando libero corso alla fantasia
    E crea un universo ferico
    Scolpisce il legno con dita magiche.

    A causa di un forte campo magnetico
    Gli orologi non funzionano più
    La radio e la televisione si zittano
    Ma si può viaggiare su internet.

    Insegnare vuole essa stessa alle figlie
    Perché diffida del lavaggio di cervello
    Delle lacune di un insegnamento stereotipato
    Di una cultura senza valori e senza spiritualità.

    La sua casa diventa il suo rifugio
    Un’oasi di pace
    Un’atmosfera magica
    Incenso e candele
    Musica e meditazione
    Una lunghissima preghiera …

    Isolata dalla neve
    Senza auto e senza euro
    Emma sopravvive per miracolo
    Vivendo fuori dal tempo
    Persa nei suoi sogni.

    Prende dei corsi di Reiki
    Si crea un circolo di amici
    Fa parte di una corale
    Decide di mettere le sue bimbe
    Alla scuola del villaggio.

    Un canino bianco
    Viene per tenerle compagnia
    La richiama al presente
    E la fà ridere
    Giocando con i gattini.

    Poco a poco
    Giorno dopo giorno
    Arrivata al centro di se stessa
    Essendosi ritrovata
    Essa apre infine le braccia alla Vita!

    Benedetta I. Pignataro

  69. Motolese Ciro sezione A

    Dichiaro di accettare tutto il regolamento.

    IL CONTRARIO DI DUE

    Ancora tu
    nei rintocchi
    di sandalo
    delle meretrici,
    nell’afa
    che sfiata
    dalle mie narici.

    E poi
    ancora
    tu,
    nelle ossa spezzate
    delle mie giornate
    e nell’ingombro
    di vie affollate
    si compie
    la tua venuta,
    apparizione muta,
    agli altri invisibile
    e sconosciuta.

    Ancora tu
    nell’eccidio
    di un tramonto spietato,
    che affonda
    le sue impronte
    e piano
    la tua mancanza
    strangola
    con la sua linea
    d’orizzonte.

    Ancora tu ad insegnarmi
    che nella vita
    conta solo
    cio’ che rende,
    che la felicita’
    non arriva
    ma si prende.

    Ancora tu
    a togliere
    ogni più piccola forza
    ad ambedue.
    Solo tu,
    a rendermi,
    per quanto tempo e ancora,
    il contrario
    di due.

  70. Esitando

    Esitando
    le parole
    si fermano
    li dove abita
    il tuo silenzio
    Contemplo
    un tramonto
    che indugia
    nel ceder
    la sua luce
    alla notte
    Esalterà stelle
    brilleranno
    ai tuoi occhi
    chiedendo
    perdono
    per l’amore
    taciuto
    R.D.

    Poesia inedita e di esclusiva proprietà dell’autrice:
    D’Alba Rossella
    Accetto il regolamento del bando di concorso

  71. Allegoria
    ____________
    Non capirete mai quel che scrivo,
    vanno le parole spesso traslate,
    farle rotolare dentro un rivo,
    nell’acqua d’un ruscello saran lavate.

    E le parole escon sempre sporche,
    cariche di unto malodorante,
    e gemon soffocate dalle forche
    se escon dalla bocca d’un barante.

    Se dico “amore mio” con un fiore,
    ammira, sì, il simbolo gentile,
    annusa poi del verbo anche l’odore.

    Si parla e si trasmette senso ostile
    se zitto me ne sto e con rigore,
    truci ti mostro gli occhi ed un fucile.

    Accetto il regolamento

  72. LA GAMBA RIMASTA PER TERRA

    ho un calcagno pesante
    e uno vuoto
    uno incide
    l’altro plana

    sono il fenicottero rosa
    la ballerina del carillon
    una lampada a stelo
    una manica di cielo

    Di Caro Valentina
    dichiaro di accettare il regolamento
    partecipazione alla sezione A

  73. A Pino che se ne va

    Così sei morto. Sul pavimento il cacciavite
    aspetta le tue mani sporche di grasso e i colpi di tosse
    del motore.

    E’ nella stanza accanto, dice qualcuno.

    Se fosse vero ci daresti un segno: una pinza
    che cade, uno sportello che si chiude, una valvola
    col minimo rotolio che l’accompagna.
    Un colpo sulla scocca.

    Ma tu sei morto e tutti ti voltano le spalle, anche i tuoi figli
    non ti riconoscono, non riconoscono il tuo silenzio.

    Tu continui a guardarli rigirando un sorriso
    stranito tra le mani, impacciato
    davanti a tanta incomprensione.

    La vita ti ha condotto fin qui e adesso
    non sta bene che continuiamo a parlarti

    sei sceso senza domandare
    sei sceso con la faccia buona
    quasi chiedendo scusa

    e non c’è niente da ridere
    niente da ridere.

    sezione a – accetto le norme che regolano il presente concorso

  74. ATTRICE DELLA VITA

    Rimani ferma come il tuo coraggio

    attrice di questa vita reciti la dolce attesa

    io mi vergogno di non esserti abbastanza

    io sono così e la mia ignoranza me lo impone

    ti ho tradito e tu hai ingoiato il mio passato

    non sono riuscito a regalarti il colore di una gioia

    hai atteso che finissero le mie cieche illusioni

    ferma con il tuo sguardo rivolto ai miei confini

    non hai lasciato al caso un minimo gesto

    molta gente è quasi scocciata del nostro destino

    ma ciò che vedono è una miseria

    io so che Dio si specchia su di noi

    ci ascolta ed è contento di averci creato

    ho preferito l’inganno ma non quello volgare

    la magia della vita è solo un punto di partenza

    Dichiaro di accettare le norme del concorso.
    Cristian Andreatini

  75. PASSI

    Odo dei passi
    Risonanze lontane di una notte qualunque
    E lasciano impronte in fila all’orizzonte
    Sotto il cielo stellato
    arrivano a me lungo il tracciato
    che mi porta a scoprire
    le ragioni del mio tempo
    Ed io respiro felice
    liberandomi dell’ansia
    Accarezzo i ricordi
    della mia perduta infanzia

    Accetto il regolamento.

  76. Continua a saltare il mio amico grillo

    Non c’è ieri
    per il mio amico grillo,
    continua a saltare
    e non ricorda
    il raggio di sole che lo riscaldò,
    né il timore del predatore
    che lo rincorse sul prato.
    Non c’è domani
    per il mio amico grillo,
    continua a saltare
    e non pensa alla sera
    che lo avvolgerà nel suo manto,
    né al momento dell’ultimo respiro
    che arresterà il suo volo.
    Non c’è felicità
    per il mio amico grillo,
    continua a saltare
    e non avverte
    un battito più rapido del cuore
    quando un petalo l’accarezza,
    né una alito di vento leggero
    che lo porta più in alto.
    Non c’è dolore
    per il mio amico grillo,
    continua a saltare
    e non sa,
    né riconosce l’ombra che arriva
    e spezzerà il suo piccolo cuore.
    Continua a saltare nel prato
    amico grillo,
    sarà quel che sarà,
    un giorno sarà il sole a scaldarti,
    un altro la morte a ghermirti,
    non chiedere ciò che non ti appartiene,
    solo questo momento è tuo
    mentre spicchi il tuo salto
    senza ieri e domani,
    senza amore e neanche… dolore.

    Dichiaro di accettare il regolamento.

  77. IL RUMORE DEL PENSIERO

    E poi silenzio fu…
    …e il silenzio crebbe…
    …e di silenzio…
    visse nel silenzio…
    per parlare del silenzio…
    al silenzio…
    sua fonte di vita.
    Ma diventò più rumoroso del rumore,
    perchè il pensiero, nel silenzio è una tempesta,
    che in spazi sconfinati può viaggiare,
    raggiungendo la fonte del pensare.
    I pensieri la’…si confrontano tra loro…
    e si scontrano per trovare una ragione,
    e la ragione che ha ragione….
    più forte spinge a confrontarsi ancora,
    con nuovi stimoli di forme di pensiero,
    anelando a crescere e ad arrivare..
    alla fonte del sapere….
    per scoprire che gli può… “Dare”.

    di ANTONELLA PINO
    accetto il regolamento

    1. Un silenzio rumoroso che viaggia in spazi sconfinati accompagnato dalla fantasia della dolce Antonella. Brava meriti una segnalazione poetessa dei silenzi.

  78. Biancamaria Folino – sezione A –
    Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/200

    Sovrani desideri

    Dove finisce l’interesse
    quel filo sottile
    che tiene in piedi
    l’arazzo multicolore
    inizia l’era del vacuo
    L’oscillare stanco
    di un pendolo fermo
    che vorrebbe ma non può
    segnare i tempi
    Fuggono le mani
    da quello che cercavano
    rifugiandosi nel buio
    in un silenzio caldo
    La notte stellata
    è il regno dei sogni
    dove emozioni e sensi
    sono sovrani desideri
    di incontrastate terre

  79. Dichiaro di accettare le norme del concorso.

    Sez. A

    Oliviero Angelo Fuina

    “I giorni del vetro opaco”

    Ci sono i giorni del vetro opaco
    dove le carezze sono ombre
    e i nomi sono ipotesi astratte
    formula ghiaccia di sguardi scritti

    e fuggi da scomode finestre
    dove il panorama è immaginato
    anelando un liquido respiro
    in lente scie sul cristallo inverso;

    la coperta di parole è corta
    in certe notti fredde d’inverno
    dove è solo pelle la poesia
    che manca tra le rime dei sogni.

    Volute di fumo ad abbracciarmi
    in tossiche nebbie di conforto
    e avrei voluto, senza l’inchiostro,
    scrivere respiri nel presente.

    Oliviero Angelo Fuina

  80. voce silenziosa

    Ascolto il silenzio
    Non capisco cosa dice ma so
    Che c’è,
    che esiste
    Esso mi parla
    Vorrebbe che capissi
    Che gli chiedessi
    Ma io non ho più
    Domande ormai
    Il silenzio avvolge la mia mente
    Ma nasconde il mio cuore
    Senza più emozioni
    Senza sorrisi
    Ma solo con la voglia di parlare
    Con me
    Invece io
    Non sento più niente ormai
    E vorrei che il silenzio mi parlasse
    ancora
    Come faceva un tempo
    Questo silenzio
    Che fa male più delle parole
    Come armi chhe tagliano
    La mente e
    Sovrastano il cuore
    Io ti sto parlando
    e attendo una risposta
    che solo tu mi puoi dare.

    Accetto il regolamento

  81. E se il silenzio fosse…….

    Se fosse acqua lo cercherei come nel deserto
    Se fosse fuoco mi farei cullare dalle sue spire
    Se fosse mare esplorerei i suoi fondali
    Se fosse cielo prenderei subito il volo

    Se fosse un letto mi ci abbandonerei
    Se fosse un uomo lo amerei
    Se fosse un gioco forse blefferei
    Se fosse un hobbie mi ci appassionerei

    Se fosse morte non l’anticiperei
    Se fosse vita l’affronterei
    Se fosse amico mi confiderei
    Se fosse amore nella sua rete cadrei

    Se fosse mamma tra le sue braccia andrei
    Se fosse babbo al suo collo mi butterei
    Se fosse parente lo difenderei
    Se fosse un fratello con lui strei

    Se fossi io stessa dentro di me cercherei
    e fiumi d’acqua viva dal mio cuore estrarrei
    e il fuoco dell’amore che in me sarà penetrato
    espargerò a larghe mani a tutto il Creato

    Silenzio è silenzio ed è utile per capire
    quante e quali parole puoi o non puoi dire

    accetto il regolamento

  82. Crisi

    Città assolata,
    Città assonnata.
    Cammino
    Per quelle strade minori
    Che le persone evitano
    Anche di giorno.
    Negozi abbandonati,
    Grigie serrande abbassate.
    Vetri sporchi filtrano la luce del sole
    Mostrando
    Spazi desolati,
    Sbiaditi menù con i prezzi ancora in lire
    E posacenere dimenticati.
    Tane di topo nei forni della pizza.
    Librerie senza più libri:
    Niente di più triste.
    Città assonnata,
    Città svuotata.

    Dichiaro di accettare le norme del concorso
    Sezione A
    Lorenzo Davia

  83. MARE DENTRO

    riverberi maja di luce
    rosso schermo dietro
    gli occhi (te supino) in
    barbagli a lenti
    tratti
    le vene del mare coniughi
    con geometrie
    di gabbiani sul filo arcuato
    d’orizzonte
    questa vastità
    di cielo e mare
    dentro – le
    anime del mare –

    … come perdersi

    Sez. A – Dichiaro di accettare le norme del Concorso.

  84. Dalla finestra…. (di Bruna Mencaglia)
    Dalla finestra della tua camera, mamma,
    vedo
    sempre lo stesso spicchio di cielo
    con le cime dei pioppi
    che svettano
    cercando di raggiungerlo.
    Li vedo ogni domenica
    sempre uguali, sempre diversi,
    a volte sono immobili,
    a volte agitati dal vento,
    prima spogli, poi rigogliosi.
    Anche tu sei ogni volta diversa.
    Taciturna e distratta
    cerchi di capire
    le mie parole,
    di riconoscere il mio viso
    rimasto sepolto
    sotto le macerie della memoria.
    Quella memoria
    che ti ha lasciato per sempre
    mentre i pioppi
    sono ancora là,
    ma sempre più lontani…

    Accetto il regolamento

  85. voce silenziosa

    Ascolto il silenzio
    Non capisco cosa dice ma so
    Che c’è,
    che esiste
    Esso mi parla
    Vorrebbe che capissi
    Che gli chiedessi
    Ma io non ho più
    Domande ormai
    Il silenzio avvolge la mia mente
    Ma nasconde il mio cuore
    Senza più emozioni
    Senza sorrisi
    Ma solo con la voglia di parlare
    Con me
    Invece io
    Non sento più niente ormai
    E vorrei che il silenzio mi parlasse
    ancora
    Come faceva un tempo
    Questo silenzio
    Che fa male più delle parole
    Come armi chhe tagliano
    La mente e
    Sovrastano il cuore
    Io ti sto parlando
    e attendo una risposta
    che solo tu mi puoi dare.

    sezione A –
    Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/200

  86. Dichiaro di partecipare alla sez. A)della Gara poetica “Domande al silenzio” e di accettare il relativo regolamento. Dichiaro inoltre che la poesia dal titolo “Rabbia” è di mia creazione. In fede, Cristina Codazza (26/07/2012)

    RABBIA

    Ho camminato
    accanto a te,
    ad un passo soltanto,
    estranea al tuo
    affanno,

    rinchiusa-perduta
    nelle scarpe che guardo
    per non vedere il dolore
    al di sopra
    della terra che schiaccio

    (dove la rabbia forse
    echeggia, evapora perché
    non la si vuole guardare).

    Tu, immobile,
    con gli occhi nervosi
    al di là di quel ponte
    non urli,
    non agiti braccia
    perché io ti veda

    resti piegato
    nella tua follia.

    Scavalchi la ringhiera.

    Siamo in tanti
    alla fermata del tram:
    c’è frastuono, movimento,

    stavo guardando verso
    il ponte, poi è arrivato
    un autobus della linea Z,
    ho preso quello,

    ha svoltato al primo angolo
    veloce come sempre,

    ho chiuso gli occhi
    per un attimo,

    non so perché.

  87. Alessandro Puglisi – sezione A – Accetto il presente regolamento.

    Potrà l’ultimo bicchiere ambrato

    Potrà l’ultimo bicchiere ambrato
    far sì ch’io mi dimentichi di me
    bruciare porte e finestre di questo bar alla fine di tutto
    far trascolorare la pelle chiara della vicina di tavolo
    potrà definire fermamente un confine tra le pelli
    avvertire quelli che ridono in bilico
    e farmi alzare dalla sedia di legno e
    guardando in cielo gridare piano:
    potrà questo ultimo bicchiere ambrato?

  88. Questa è la vita.

    E’ notte, seguo un sentiero
    disseminato di piccole luci.
    Stranamente mi sento sereno!
    Una pista mai percorsa,
    ma non ho paura di perdermi
    anche se son solo a a camminare.
    Man mano il sentiero s’allarga,
    diventa una strada, un viale
    e infine un’immensa piazza
    illuminata a giorno, già colma
    di volti sorridenti che aspettano
    me! Cerco un volto familiare,
    non lo trovo, ma all’improvviso
    m’accorgo di conoscerli tutti,
    tutti e nassuno! Ora sò dove
    sono! Cittadino del mondo
    tra cittadini del mondo,
    sconosciuto tra sconosciuti
    eppur fratelli! E’ la vita
    che ci fa incontrare, quando
    meno te lo aspetti e solo
    se li saprai riconoscere, anche
    tu sarai cittadino del mondo.

    Gavino Dettori 27 luglio 2012
    Accetto il regolamento

  89. IL MIO DOLORE.

    Il mio dolore è un pasto povero, non ride
    né singhiozza quando è in una chiesa senza gente.
    Il mio dolore è fra i comuni non i lussuosi,
    sembra oro ma è argento.
    Ti consola ma non fa piangere, solo sentire.
    Il mio dolore è una valigia mai aperta.
    E’ l’aver scavato a fondo in ogni millimetro della vita
    con precisione.
    È l’aver pianto in un cielo in balia di solitudine.
    È l’aver pietrificato il male da ogni sua tentazione.

    Rosa Santoro
    Accetto il regolamento

  90. Silenzio.
    Ho perso il filo dei pensieri…
    Non lo inseguo
    nel fremito del vento.
    Un momento
    intriso di nulla.
    Questa grazia
    che si pone sopra le parole.
    Coppa vuota.
    Soavità insperata.

    (Valentina Meloni )

    SEZIONE A

    DICHIARO CHE LA POESIA INDEDITA DI CUI SORPA DAL TITOLO “SILENZIO” è FRUTTO DI MIO ESCLUSIVO E PERSONALE INGEGNO DICHIARO INOLTRE DI ACCETTARE LE NORME CHE REGOLANO IL CONCORSO
    VALENTINA MELONI
    INDIRIZZO WEB
    http://poesiesullalbero.blogspot.it/

  91. rita Stanzione sezione A
    Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003)

    SE NON PUOI

    Se non puoi farne a meno
    divento cera e marmo
    dietro un cristallo
    Escogito un filo di dolore
    sullo zigomo, per farti felice

    Potrei…

    fissando la neve
    scendere

    Nell’altare
    la vergine sbiadita a macchie
    ha lo sguardo fermo
    e la rosa s’è incenerita
    nel tramonto

    L’ultima scia di fiamma
    va disperdendosi:
    non sento più il profumo

    Potrei…

    Rita Stanzione ©2011

  92. SOGNO DI MEZZA SERA

    Nell’intima solitudine della sera
    sgrano ad uno ad uno
    pensieri che minano
    conquistata serenità .

    Testimoni della giostra della vita
    li relego in ermetica scatola
    nella soffitta dell’anima.

    Respiro profondo..

    Le difese si annullano
    e la fantasia va d’incanto
    a fioriti sentieri
    odorosi di fiori di campo,
    colorati da papaveri
    danzanti al vento mattutino,
    aspettando il saluto del gallo canterino.

    Ad attendere
    in fondo al viattolo
    tu, Eterno Amore,
    con in un mano un fiore,
    mi accogli col tuo inconfondibile sorriso
    e mi porti in Paradiso..

    Sento sfiorarmi il viso…

    Non sogno,
    son desta…

    Sei arrivato
    ed incomincia la festa…

    Antonella Stelitano

    Accetto regolamento

  93. Vittoria Bartolucci 01/08/2012
    Sezione A.Dichiaro di accettare il regolamento del concorso

    GIA’ QUASI L’ALBA

    Svegliarsi
    – è già quasi l’alba –
    sentendo
    giù nella strada
    le solite auto
    e accanto
    una radio
    rimasta accesa
    per tutta la notte
    e restare
    con gli occhi chiusi
    (lento il respiro)
    sotto il lenzuolo
    per sentire
    come sarà
    – dopo –
    la vita

  94. Massimiliano Toretti
    Sezione A

    Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Ceneri

    Ci specchiavamo nei nostri sguardi, nei nostri dolori. Ridevamo e il tempo scorreva trovandoci uniti. Sentivamo un’energia tremenda, vibrante, in quelle occhiate: promesse di sesso furibondo.
    Ma il veleno dentro te è forse più forte del mio. Corrompe. Illusione, volubilità, follia.
    L’amore immaginario incrinandosi si sbriciola, cadendo in un lago oscuro di disprezzo, le cui fosche acque a
    ffogano i bei tempi.
    I miei occhi: due pozzi neri senza fine.
    La tua anima un baratro colmo di finte sicurezze. Infine cosa rimase dei nostri fremiti? Ceneri nell’anima.

  95. PERDEREMO

    Meditando scalzo al centro del tornado,
    mentre il sole affonda lento e non curante
    nel suo harem di nuvole e rottami,
    un pensiero equilibrista mi ha sfiorato:
    perderemo. Tre volte perderemo.

    Zanzare eroiche e pazze di natura,
    poeti fragili si schiantano sul lume
    del quotidiano, ardente e indifferente.
    E’ un fioccare di sogni atomizzati,
    stillicidio di voglie e di canzoni.
    E’ il non-senso bruciato sull’altare
    di un dio pigro, un dio senza colori.
    E’ il silenzio di spade impolverate,
    è la ruggine che ci mangia il cuore,
    è la noia scacciata in malo modo
    come un grasso tafano di smeraldo.

    Cerco il sole, con gli occhi d’un randagio,
    cigolante e solitario come un treno.
    Un foglia zigana, tinta a fuoco,
    mi ricorda che in fondo è solo un gioco.

    Sezione A
    Dichiaro di accettare tutte le norme del concorso.
    Arturo Caissut

  96. VESPRO DELLA SERA

    Cantava il vespro della sera
    un vecchio prete,pastore d’anime
    dal naso lungo e corpo secco,
    dalla passione di chi crede
    e non si cura di diventare vecchio.
    Colpito
    mi posi all’ascolto della preghiera
    commosso e fragile per l’amore di una vergine
    inerme e scosso da non aprire becco
    invidioso quasi di chi non deve
    cercare lune in qualsivoglia secchio.
    Poi mi voltai che scendeva il sole
    accesi calmo una sigaretta
    aspirai fumo,lo rigettai
    posi dei passi ma senza fretta.
    Ormai sapevo che alle mie spalle
    un vecchio prete,pastore d’anime
    rapito cantava il vespro della sera.
    In fronte a me moriva Dio
    ….non me ne fossi andato,sarei morto anch’io.

    da Un giorno Perfetto (ED.SMASHER, 2010)
    ED WARNER
    (Marco Degli Agosti)
    Sez.A
    Dichiaro di accettare le norme del concorso.

  97. Un aquilone
    vi prego
    mi basta quello
    a volare!

    Finiti tutti?

    Allora una foglia
    anche secca
    che prenda vento
    per il cielo.

    Cadrò?

    Non importa
    se lieve
    mi libererò
    della terra.

    Titolo: Voglia di cielo
    Autore: Michele Prenna
    Accetto il regolamento

  98. *
    *
    ti verrò incontro
    come piuma di luce acerba
    con passo lieve
    senza lasciare traccia nella tua anima
    e ti sorprenderò ancora
    falda di un addio remoto
    palmeto adusto
    di un pianto mai pronunciato

    Antonio Ciminiera

    Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

  99. Sezione A- Accetto il regolamento

    La neve racchiusa nella coppa
    del bosco folto
    era verginale.
    Bambina, la spartivo
    con i cuccioli di cervo.
    Di notte la poiana
    spiccava il balzo sui castagni
    e segnava il confine del possibile.
    Le case erano quiete come i sassi
    e non facevano rumore,
    santuari domestici
    a ridosso del bosco.
    Che fratellanza veniva dagli alberi!
    Poveri cristi, anche loro adesso
    tremano di paura.

  100. Poesia è Vita

    Poesia è il caldo schiudersi di labbra
    nell’amoroso afflato degli amanti,
    Poesia è il tenero lembo di luce
    in una stilla di pianto,
    Poesia è l’urlo al Cielo
    di chi pretende un responso
    alle domande del cuore,
    Poesia è dolore di genitori,
    di figli incompresi
    ma anche il sorriso
    di famiglie felici,
    Poesia è una nuova vita,
    sorta per illuminare il creato,
    Poesia è il glorioso sangue di martiri,
    d’infanti ancor profumati di Paradiso,
    di soldati pagati un nulla
    per veder affiochire
    la fiamma della loro esistenza,
    in pulviscoli di polvere e sudore.
    Poesia son io, lo è ciascuno di voi,
    perché in tutti noi
    vibra una scintilla d’Amore.
    Lei, la Poesia, è Vita.

    Paolo Annibali

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso

  101. Il velo dell’anima.
    Mi vedo e sento solo,
    m’ immagino il tuo volto,
    con un nodo alla gola
    e l’animo stravolto.
    Raffiguro il tuo viso
    con tanta sofferenza,
    priva di ogni sorriso
    per la mia inesistenza.
    Tu che mi hai allevato
    da pargolo a bambino,
    come viene annaffiato
    un tenero fiorellino.
    Nei ripetuti pianti
    al primo mio dentino,
    ti rivolgevi ai santi
    baciando il mio faccino.
    E dandomi calore
    stretto a te vicino,
    io, usavo il tuo cuore
    come un soffice cuscino.
    Anche nei miei capricci
    mi accarezzavi le manine,
    non ti ero mai d’impiccio
    a cambiar le mie tutine.
    Ad ogni mia richiesta
    per strada, in carrozzino,
    tu mi dicevi: è questo?
    E compravi palloncini.
    Oggi che è la tua festa
    Io sarò al tuo fianco,
    per far si, che resta in desta
    un’addolorata e stanca.
    Ti asciugherò una lacrima
    che solcherà le guance,
    con il velo dell’anima
    che in questo giorno piange.
    Vorrei tanto parlarti
    Seduto a te vicino,
    mamma: non serve a tormentarti,
    per questo tuo bambino.

    Accetto il regolamento

  102. Tic tac…

    Ore, a voi chiedo
    se mi avete rubato qualcosa
    perchè così sembra a me
    che vi guardo passare
    e fermarvi non so
    o non oso.
    A voi che giocate col mio corpo
    e ve la ridete dei miei sforzi
    domando una tregua
    seppur minima
    per raccattare una palla lanciata
    oltre il muro degli eventi.
    Così mi lascio in corsa
    e rotolando soffro
    di una sordità ostinata
    e nel mentre aspetto
    un tempo che non scada.
    Voi, intanto, divertitevi.

    Sez. A, dichiaro di accettare il regolamento.

    Vanessa Solimando

  103. “La disperata” dell’incomunicabile

    “Ecco splagiami, ch’è il solo
    Amor che riconosco
    e in me sta docile, consueto:
    e parla, parla non vociando!
    Com’è il senso al divenire
    dove udir chi t’ha parlato
    se non vivere è almen te”.

    Descritti all’ode eterna
    della favola muta,
    i segni in divenire
    con minuzia dovuta
    s’alternano al suono
    per dir ciò ch’è no.
    Com’idra indocile a teste
    sferme ruotano
    e sparse s’adoprano
    su mignottiche farse:
    suppliche inedie
    di chi dir no non può.
    O fregola!
    Vedere in massa punti
    senza suoni, che almen
    si salvi l’uditivo forno
    dov’entra ogni giorno
    l’indicibile detto!
    Ma in questo teatretto
    chi è nulla allor è.
    Posso, dal vuoto sacro
    d’intorno,
    tracciare un contorno
    di quel che non s’ha:
    non atto, non gesto,
    non luce, mai forza
    sol l’io e l’ahimè.

    – Incomunicabilità poetica in divenire –
    Tristano Tonnerre

  104. Accetto integralmente il regolamento del concorso.

    Sezione A

    LONTANI DAL DOLORE

    Ripercorrendo i tuoi passi
    ascolto il tuo dolore
    e furtiva lo raccolgo per portarlo via da te lontano.
    Raggomitolo il cuore
    cercando oasi di pace dove portarti
    ma le tue lacrime mai piante
    bagnano i miei occhi.

    Lascio che il vento
    le porti via in eco
    lontane da te dai tuoi lamenti…
    la mia mente si svuota per raccogliere
    le scintille di vita
    che dovranno far luce sulle pietre
    del tuo lungo cammino.

    Ai lati di sentieri polverosi
    corrono file di alberi spogli
    in attesa del risveglio
    mentre l’imbrunire si insinua
    tra le ultime ore del giorno.

    Tristezza mi assale per te figlia cara
    e la notte sopraggiunta troppo in fretta
    respira con me
    togliendo i battiti al tempo.

    Improvviso un dolore lacerante mi soffoca
    ma tu grande e unica parte di me
    dormi alfine chiudi gli occhi
    cattura i sogni tra le piume argentee
    dell’angelo che ti è sempre accanto
    e mentre il riposo da tregua al tuo tormento
    lascia che io voli in alto lontano
    per scorgere le strade che tu percorrerai domani
    dove le orme dei tuoi passi
    correranno veloci lontani dal dolore di oggi.

  105. SEZIONE A -MAURIZIO SPREGHINI – ACCETTO IL REGOLAMENTO

    SOFFITTA

    Eterna soffitta ,
    pose prese per gioco
    accarezzando con i pensieri i ricordi ,
    sovrastati dalla polvere che regna sovrana …

    Sedersi per poi planar ,
    con le dita su quelle note
    che soavi ancora echeggiano nella mente ,
    lasciando chiari oscuri momenti che dimenticar non e’ facile …

    Luci flebili all’angolo remoto
    che lo fanno apparir come un altare ,
    eretto per rimembrar ogni qualvolta
    passi felpati vagano increduli in quel luogo ….

    Luci superflue ,
    regna l’essenza che libera echeggia
    trasportando pensieri laddove ,
    vive solo per non dimenticar cosa e’ stato …

    Lasciando sempre un angolo assolato , per il domani ….

  106. Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Vieni con me!

    Vieni con me
    contempleremo insieme l’alba al mattino
    c’incanteremo a mirare le stelle alla notte

    Vieni con me
    ti racconterò storie fantastiche
    per farti sorridere

    cercherò sentieri impervi
    e fiumi da guadare
    per prenderti in braccio.

    Vieni con me
    ti premierò con mille baci
    e carezze infinite

    ammireremo i prati in fiore
    e non troverò neppure uno
    che sia bello come te.

    Nei tuoi occhi io rifletto la mia vita
    rispecchio ciò che è stato il mio passato
    e intravedo in lontananza il mio destino
    accorgendomi in questo modo
    che ogni istante della mia vita
    è vissuto assieme a te.
    Tu sei la mia droga più pesante
    la mia sorgente di vita

    Mentre rifletto su cosa dirti domani
    trovo ciò che avrei potuto dirti ieri
    mentre cercavo di cogliere al volo
    un’ennesima occasione persa.
    Non faccio altro che cercare parole
    parole che non capirai mai

    Non ho tempo di pensare…
    Non ho tempo di cambiare questa vita che da solo dispiaceri.
    Ho solo il tempo di vivere
    e di amare

  107. La notte è il momento della giornata in cui penso a te.
    Anzi c’è un momento nella notte
    in cui non posso non pensarti.
    L’attimo prima di abbandonare questa realtà
    quando di prender sonno non se ne parla,
    quando mi giro e mi rigiro nel letto inquieta
    e l’unica forma di vita a farmi compagnia sono le luci della notte
    che filtrano nella camera dai mille occhi curiosi delle tapparelle.
    È il momento in cui il silenzio avvolge i miei pensieri
    e nel suo caldo abbraccio ritrovo te.
    Sono passati anni da quella sera,
    quell’unica nostra sera.
    Le nostre anime si erano date appuntamento
    per volere del destino.
    Troppo bello, troppo grande il nostro amore.
    Troppo anche per noi.
    Così oggi non mi resta che ritrovarti in un angolo della mia mente
    dove tu vivrai per sempre,
    rapito in quell’attimo
    cristallizzato dalla forza del nostro amore
    e dalla brama di un futuro
    dove NOI non potremo scriverlo mai.

    Accetto il regolamento!

  108. Corpi silenziosi
    nel lungo istante
    dell’abbandono
    il vento sfiora
    Illude stingersi
    cercando asilo nei sogni
    far svanire il tempo
    dei risvegli
    Si è intimi
    due amanti
    dagli incerti confini
    sconosciuti
    prima di stendermi
    al tuo fianco.
    Accetto il regolamento

  109. Alessandro Coricello 11 agosto 2012.

    Dolcezza D’autunno

    Nessun’ altra dolcezza
    mi porterà questa sera.
    Nessun’ altra brezza
    sino all’arrivo dell’attesa primavera.

    Passeranno le stagioni,
    come il vento sul mare,
    e di tutte le ragioni
    ricorderemo solo, la dolcezza di amare.

    Sorridi, dolce amore mio,
    al sol che ti saluta.
    Sorridi, lieto fiore mio,
    a questa luna ancor tristemente malata.

    Ama la dolcezza dell’autunno
    e spera che la tua breve vita,
    che corre veloce di anno in anno,
    ti sia sempre dolce e felicemente gradita.

    – Accetto il regolamento

  110. PENSIERI NEL SILENZIO

    Un immenso silenzio mi circonda
    sulle colline ombrose che con verdi
    declivi scendono e si protendono
    verso l’azzurro cristallino mare.

    Un immenso silenzio rotto a tratti
    dallo scampanellìo di belanti
    greggi, da rassegnate ed erbivore
    pecore che lente vanno e vengono,
    salgono e scendono per prati verdi,
    aspettando di poter soddisfare
    con le loro carni uomini voraci,
    in attesa di poter riscaldare
    con la loro lana freddezze umane.

    Un immenso silenzio rotto a tratti,
    senza vergogna, dal vento scortese
    che con il suo ululato di rabbia
    porta i miei pensieri tristi ed allegri
    a perdersi lontano, oltre l’orizzonte,
    che ogni giorno dalle colline vedo
    e quando il colore azzurro del cielo
    si confonde con quello blu del mare
    anche il lontano orizzonte scompare
    e i disorientati confusi pensieri
    non sanno cosa fare, dove andare,
    e ritornano da me, mogi e lenti,
    sui selvaggi e verdi declivi ombrosi.

    Nel silenzio immenso un gabbiano bianco
    rallenta il battere delle sue ali
    per timore di poter disturbare
    il volo dei pensieri e s’allontana,
    con pudore, in silenzio verso il mare,
    basso segue la rotta di altri gabbiani,
    va con il vento e all’orizzonte scompare.

    – Dichiaro di accettare le condizioni del presente regolamento

  111. RICORDO, RIMPIANTO e POI… (di Bruna Mencaglia)
    pubblicata da Mencaglia Bruna il giorno Sabato 28 aprile 2012 alle ore 10.13 ·
    Com’è leggero il ricordo
    quando affiora
    e si affaccia
    alla tua mente.
    Lo accarezzi e pensi
    ad un istante particolare
    ad un avvenimento irripetibile.
    Lo ringrazi: è rimasto, qui, con te,
    ha resistito alle insidie del tempo.
    Com’è pesante il rimpianto,
    forte, tenace e implacabile
    non ti lascia mai,
    non accetta
    scuse e giustificazioni.
    E poi…
    e poi ci sono quei momenti
    che si caricano di tristezza,
    quando, tolta la corazza,
    ti mostri nuda
    con le tue emozioni
    a chi inconsapevole e ignaro
    non riesce a coglierle,
    mentre tu, ancora una volta,
    ti ritrovi, lì, sola,
    a mettere ordine
    nella tua vita.

    Accetto il regolamento

  112. Accetto il regolamento

    Gli occhi del silenzio

    Gli occhi del silenzio
    scrutano i tratti di due corpi
    stesi nell’oasi del riposo
    lì dove un’onda ne ha travolto i sensi.

    Gli occhi del silenzio
    hanno lo sguardo della pace
    e l’iride trattiene il racconto
    d’una passione appena consumata.

  113. SEZIONE A- Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    QUESTA VOLTA NON RIDO

    ho avuto paura dei tuoi sogni

    e brividi lungo le braccia e nello stomaco

    d’amore si muore anche

    perché è l’unica ragione

    la causa prima

    l’iniziazione

    il principio

    e la fine

    è il senso

    da cui va l’azione

    è l’intenzione…

    ed io ho avuto paura

    delle lacrime che ho già pianto

    delle notti che non ho dormito

    del cibo che non ho mangiato

    nuvole di fumo

    silenzio dentro al cuore

    e se sapessi di morire domani

    avrei tante cose da dire

    e domani le dirò

    l’ultimo tiro

    per non vedere più

    gocce d’acqua scivolare

    su questa lastra gelata

    tu giochi

    ed io ti guardo

    in tutta la tua solitudine

    ma questa volta

    non rido.

  114. L’eco

    ho voluto la fine del nostro silenzio
    perche’ credevo
    che gridare al mondo
    che ti amo
    ci avrebbe portato lontano

    ma le parole mi hanno lasciato
    e un vuoto m’invade quanto ti avvicini
    e cerco di ritrovarti
    mentre il cuore non ti riconosce

    si e’ perso il tuo profumo,
    la voglia dei tuoi brividi giace
    sotto una coltre impolverata
    ora che l’eco dei tuoi passi
    rimbomba
    tra le pareti del cuore

    sezione A
    accetto il regolamento

  115. DUE ROSE INVERNALI
    Figura amorevole la sua compagna
    lui le dedica moltitudine di parole e fiori
    sì, è lei forte e delicata compagna
    nella piccola casa di campagna.
    Contatto caldo è donargli l’amore,
    esistenza terrena, storie e baci.
    Inverno, pioggia e grandine rumoreggiano
    e nel chiuso della casa due rose sono arrivate:
    è la gioia di entrambi coniugati e innamorati;
    felicità avvolge la famiglia nella gioia per i nati,
    così il tempo passa nella casa della poesia
    e nulla scalfirà l’allegria e il loro amore.
    Antonio Da Campo 19/08/2012

    accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

  116. TORMENTATA DISSOCIAZIONE

    Pleonastico distacco
    La vita mi convoca e
    Al suo cospetto
    Chino il capo.
    Insostenibile leggerezza umana
    Sopraffatta da sterili sentimenti.
    Diaforesi eccessiva
    Sul tuo percorso disseminato
    Da sensazioni asettici.
    Mi congedo da te
    Con patimento e afflizione.
    Ti lascio nell’oblio delle tue crudeli bugie!
    Non agognare la mia clemenza
    Alla ricerca di un dramma consumato!

    Accetto il regolamento

  117. Accetto il regolamento.

    L’ELLISSE

    TI AVREI IMMAGINATA

    DIVERSA

    IN QUESTE ELLISSI

    DI ESISTENZA,

    NELLA LUNGA CORSA

    DI SOLIDI GEOMETRICI

    IN CERCA DI FIGURE PIANE.

    ED INVECE

    TI HO TROVATA COSI’

    COME UN CONO

    CHE ROTEA SULLA PUNTA

    FINO A QUANDO L’INERZIA

    NON LO BLOCCA.

    MA, TI AMO

    ANCOR DI PIU’

    PERCHE’ HO SCOPERTO

    L’ESSENZA FULMINANTE

    DI UNO SGUARDO INCROCIATO

    NELLO SPAZIO INFINITO

    DEI MIEI NUMERI.

  118. Possibile armonia

    Ali infuocate dal sole
    ma aperte con dignità da vendere
    e vincono contro ogni previsione
    con la forza dell’amarezza
    con la tenacia nel dolore
    con la semplicità della dolcezza.

    Sorrisi aperti
    non più tristi solfeggi di note
    ripetuti troppo all’infinito…
    Ma stese di girasoli rivolti verso il sole
    a tingere d’arancio un cielo possibile
    al quale guardo con devozione
    come a questa mia esistenza
    che ha ritrovato un senso.

    Possibile armonia

    nelle sillabe del cuore
    nell’intreccio di vocali acute
    che non si perdono più se non nell’anima,
    gravida di certezze, inondata d’amore.

    @Patrizia Portoghese alias Pattyrose
    Tutti i diritti riservati

    Sez. A
    ACCETTO LE NORME DI REGOLAMENTO
    Patrizia Portoghese

  119. Disperdimi…

    Disperdimi tra collane di perle e pieghe di velluto
    baveri alzati e luci intermittenti…
    Nascondimi tra i se del giorno dopo e i forse del tramonto:
    chiudi le tende e spengi la candela,
    chè di modesta luce ormai brilla il mio volto!

    Ignorami tra scìe di buon profumo e riccioli arruffati…
    Allontanami,ultima ombra,di quel lenzuolo smosso,
    di quell’impronta sul guanciale…
    Annullami tra dolci trasparenze e morbide sottane
    onde del sensuale gesto dell’Intesa!

    Dissolvimi nella fragranza del tuo vino,
    nell’intensità del suo riflesso tra bordi di cristallo…
    ignora il mio sapore e il gusto dolciastro delle labbra…
    Cancellami in quel sorso…
    Dimenticami.

    Almeno tu,che puoi,
    tralascia ogni dettaglio
    ed ogni ispirazione,
    chè io da stolta vivo
    e giaccio persa
    abbandonata dall’Amore !

    Daniela Sommella
    Sez.A
    Dichiaro di accettare le norme del concorso.

  120. accettoo il regolamento gianfranco proietti

    LA LUCE

    La luce dell’amore
    Che irradia
    Il volto di una donna
    È assai
    Più rispendente
    Del chiarore
    Che si affacciò
    Sulla terra
    Il giorno
    Della creazione.

  121. SILENZIO NELLA NOTTE

    Ho paura del silensio
    Solo il battito del mio cuore,
    alti cipressi circondano le mura,
    una luce fioca nella notte,
    tutt’intorno è silensio.
    Penso, sono solo
    nell’oblio del ricordo;
    solo il calpestio e lo scricchiolare
    delle foglie ormai morte,
    cadute dagl’alberi ormai spogli
    è silensio.
    E’ ormai notte è giunto
    Il momento di dormire,
    di un dolce sentire
    il battito del mio cuore.

    opera esclusiva dell’autore

    accetto regolamento
    partecipo per la sezione A

  122. Sarah

    La poesia
    ha spezzato le sue ali
    ha inchiodato
    con fildiferro l’anima
    che in gocce di ruggine lacrima
    per avere perso
    te piccola martire
    dai capelli d’oro
    e dal sorriso
    di un angelo in volo
    anche quando
    il tuo cuore
    celava dolore
    finché quella mano
    che ha osato violenza
    ti ha strappato
    alla vita
    miserabile è quell’uomo
    che indossò
    l’abito del mostro
    per svuotare il tuo corpo
    da ogni tua forza
    rubandosi la tua purezza
    mentre ancora
    in posizione fetale
    ti trova la morte
    in cerca
    di quell’utero d’amore
    che ti aveva donato la vita
    inconsapevole
    che dal suo stesso sangue
    avrebbe ricevuto
    il taglio di lama rovente
    per il suo
    più grande dolore

    Accetto il regolamento

  123. Maria Savasta
    Sezione A
    Accetto il regolamento del concorso.

    Al Silenzio

    Oh silenzio
    che devoto mi guardi
    più che eunuco alla sua regina
    lasciami
    scarmigliare parole, e sguardi e volti
    impigliati
    nei bassi rami
    de l’orme mie
    perch’io trovi
    parvenze d’amori
    e baci a campi tristi..
    E,
    in quest’ infinita attesa
    sol’una, sol’una
    ombra
    nel ritroso vagabondare
    almeno dica:
    “mia gioia sei”

    – Maria Savasta

  124. Stillano i giorni

    Stillano i giorni il loro avaro miele
    e lo mescolano all’amaro quotidiano
    per tentarmi alla vita, nonostante.
    E i nodi dell’ansia che arrochiscono
    la voce e la baldanza
    profumano di nardo tuttavia.
    Arpeggia lieve la mia malinconia
    e le sue note si perdono nel vento
    non fa più male, ormai, è solo compagnia.
    Avvolgo alla mia rocca il filo del passato
    [sguardi, sussurri e lame di parole
    sorrisi, pianti e grumi di dolore
    perle di gioia e grandine di rabbia]
    e ne alimento il fuso del presente
    pungendomi le dita, non di rado.
    Non ho un principe azzurro al mio risveglio
    né fatine gentili a trepidare
    ma guardo incantata i petali dell’alba
    riempio d’acqua sorgiva le mie brocche
    aspetto il sole, che sciolga questa brina.

    Accetto il regolamento

  125. Amore intrappolato!!
    pubblicata da Poetessa Dell’amore il giorno Martedì 14 agosto 2012 alle ore 12.16 ·
    Scrivo di me, come non ho mai fatto,
    ..di un amore intrappolato,
    ..che si è infilato nel profondo,..di un anfratto del mio cuore,è li si è insediato.———- ..Un amore che ha risvegliato ,—-..un mondo ormai pianificato,—.. di giornate vissute senza emozione,—..senza una vera ragione per vivere.–
    ..Lui con il suo sguardo enigmatico,.. mi fa battere forte il cuore,—–
    .. come un pazzo, e non sente ragioni !—
    ..Ma epslòde in mille emozioni,—
    .. fa parlare d’ amore tutto il mio essere ,—..desiderando d’ essere dentro di lui,—-.. come una conchiglia che protegge la sua perla ,—..in quell abbraccio dove ce tutto il suo amore .—-
    ..Mi perdo nelle fantasie del cuore,—
    .. la luna e le stelle rifllettono due corpi,.. che si danno appuntamento in un sogno infinito,..dove lui abbraccia il mio corpo che si amalgama col suo,..e nel nostro bisbigliare d’ amore,—..nel dolce dondolio che sa di canzone d’ amore .—–
    Una lacrima scende dal cuore,—-
    .. quella che sa accarezzare il solo è vero amore .—Questo amore intrappolato nel mio cuore,—-
    .. si libera come per incanto,—-..e mi bacia dolcemente con parole vellutate,———-
    ..lui si è liberato dal suo dolore —–,..di non essere amato.——..Ora due cuori si sono trovati e intrecciati ,——
    ..in un gioco d’ amore senza fine. ——

    Accetto il regolamento

  126. Dichiaro di accettare il regolamento del concorso in tutte le sue parti.

    A CAROLINA

    Piccola, te ne stai tranquilla nel tuo mondo di attesa
    e sogni già ( lo vedo ) tutte le cose belle che avrai.
    Te ne stai tranquilla aspettando che i tuoi petali fioriscano
    e intanto dormi
    e sbadigli
    e i tuoi passi risuonano silenziosi
    nel ventre di tua madre.

    Ti ho sussurrato piano
    parole antiche all’orecchio
    e le hai sentite, dondolandoti appena
    nella tua liquida culla.
    Ho avvicinato il mio viso al tuo dolce profilo
    e ti ho consegnato felice ciò che siamo stati
    affidandoti insieme il nostro futuro.

    Vedremo con i tuoi occhi
    sentiremo con le tue orecchie
    e il mondo sarà giovane ancora per noi
    come quando eravamo bambini
    e i fiori ci sbocciavano tiepidi sulle labbra di corallo.
    Come le tue…..
    Come le tue….

    Le nostre braccia si aprono
    quasi senza volere
    aspettando di sentire il tuo calore.
    Ma finché il momento non verrà
    riposa tranquilla sul cuore della mamma
    e cullati
    e sogna,
    ché il nostro amore è paziente.

  127. IN SILENZIO

    Nel silenzio ricuciamo le ferite,
    attimi rubati
    da un passare incessante.

    Corse tra attese e risalite.

    Ricostruire il cielo,
    mettendo a posto ,
    stella dopo stella.

    In ascolto di un lento battito di ali,
    che si posa instancabile,
    donando la sua luce nel buio seppia.

    Restare,
    andare,
    voltare,
    girare.

    Passi in punta di piedi.

    Tesori che son nella
    profondità dell’ Anima

    e

    il sol cuore,
    ha la chiave!

    Sez.A

    Dulcinea
    Annamaria Pecoraro

    Dichiaro di accettare tutte le norme del concorso.

  128. Silenzio

    M’inciampo in te silenzio

    Di tanto in tanto

    E stai lì fra le labbra

    Quando prende peso il tempo.

    Luciano Poli (inedita)

    Accetto il regolamento

  129. Sono al tuo fianco adesso.

    Tu mi chiedi:
    perchè hai i pensieri imbrattati di sangue?

    Ascolta:
    La notte era dolce di macabre reminiscenze
    e ciò che fui venne e mi chiese di te.
    Gli narrai dei profumi e della luce
    che hai donato al mio deserto
    della bianca schiena
    in cui perdo ogni riparo
    e del battito che ho smarrito
    dove il tuo riflesso vive.

    “Non devi dirmi altro?” egli mi chiese.
    Al che io titubai e non risposi.
    “Non devi dirmi altro? Sappi che io so” disse
    Così, fiducioso gli confidai: “Per il suo pensiero
    il mio amore usa un cammino
    così sconosciuto, Dio mio, a me così oscuro,
    che dovrei vivere e morire ogni vita dell’uomo
    prima di poterlo soltanto scorgere”

    Sorrise e mi carezzò il capo
    e non ebbi conforto
    ma solo un brivido di morte.
    Parlò senza guardarmi: “Sei ancora minuscolo uomo
    e non hai nulla da darle, stolto!,
    niente che lei non abbia già posseduto e dimenticato mille volte
    e dunque porta il tuo cuore corrotto lontano da lei
    e fa che il tuo fiore diventi cadavere
    stanotte stessa!”

    Disperato, prosciugai il giardino
    cancellai la curva della mia follia
    e cercai il battito per metterlo al suo posto
    Lo trovai insieme alle tue mani di statua
    e al nostro amato alfabeto dei baci.
    Il battito mi incitò: “Lasciami qui
    e uccidi il tuo antico io!
    posso farmi pugnale,
    posso farmi ogni cosa,
    sono materia del tuo amore. Uccidilo!”

    Tornai da ciò che fui
    e gli dissi: “Ecco, il mio fiore adesso è morto, va’ via adesso”
    sorrise il suo disprezzo e quando si voltò
    affondai il mio battito nel suo cuore e gli urlai
    “Come hai potuto, cane?
    Come?
    Come puoi non capire
    che del mio amore non posso perdermi
    ne un istante
    ne un respiro
    ne una cellula?”

    Ecco, amore mio, ciò che vedi in forma di sangue
    non è che questo:
    è tutto il tempo che ho trascorso amando senza amare.
    Nulla rimane di quel tempo amaro
    sono pronto per mettermi in cammino
    placa con la tua acqua la mia sete delirante,
    e indicami la via.
    Sono al tuo fianco adesso.

    I. Rasi
    Accetto i termini del regolamento.

  130. Nunzio Buono
    Sezione A
    Accetto il regolamento del concorso

    Titolo: La tua voce è qui

    Quando
    i colori erano solo occhi
    nei rifugi a disegnarsi la vita

    erano
    sul volto dei giorni al fiume
    in quel rumore di noi
    e del tempo a muoversi

    nei percorsi
    di nebbie a diradarsi
    come ombre sull’asfalto, poi
    le luci e la luna
    in un cielo di neve

    e gli anfratti
    dove la brina imperlava la tela
    di un disamore

    quando, c’eri
    nel bianco e nero parlato
    nel sorriso del tempo animato
    che come polvere
    donava il volto
    al quotidiano delle cose

    qui torno ancora
    sul tacere delle tue mani
    il graffiare del vento
    arcigno sulla pelle
    nei deserti composti
    che lascia tracciati di onde impenitenti
    sulle volte al rientro del mare

    il tuo sole è qui
    in un rimasto senza luce
    nella mia mano che scrive

    che scrive il buio
    al silenzio di un pensiero

    la tua voce.

  131. GITA

    Disperdersi di monti
    e cielo che si tocca
    e rocce e prati e neve.
    E sole che si specchia
    e abbaglia e poi si perde.
    E noi – soli – in questa quiete
    tra rocce e prati e neve.

    Perché tanta bellezza?

    sezione A
    Dichiaro di accettare il regolamento in ogni sua parte.
    Ylenia Bagato

  132. Senza Titolo

    Di luce e d’ombra
    La città sul mare
    Si affaccia al giorno
    Vestita
    Di mille colori.
    Vento
    Sul nostro amore
    Che, come piuma,
    Passa, 
    Senza rumore
    E lascia il ricordo
    A chi Amore
    Non ricorda più.

    Giusy Moro

    Dichiaro di accettare il presente regolamento e di dare l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (D.lgs 196/03)

    1. SEI IL VERBO INCARNATO TU

      Invece che nell’indistinta acqua
      nel mio cuore potresti seminare le tue ceneri
      e rinascere in me nuova Venere,
      sorgente, splendida più di sempre,
      dalla vorticosa schiuma
      dei lidi aspri e inesplorati della mia anima,
      errabonda come l’impavido Enea da te, un dì, generato.

      Perché sperdere per mare o nella rapinosa aria
      petali di rose dal colore così raro,
      dall’aroma sottile e delicato
      più della frescura dell’incipiente Aurora?

      Quale insano desiderio il tuo
      di mescolarti agli umori fatui
      della finitezza del tempo
      se il destino che ti attende
      è il tuo perpetuo volteggiare
      nello sterminato circolo di Parole alate?

      Compagna delle stelle sei,
      della luna, del sole e del firmamento intero,
      amica e conforto dei poeti,
      persi in un mondo che non li comprende,
      protetti solo dalle pareti inespugnabili dell’anima;
      sei la loro speranza, la loro unica meta,
      il porto della loro quiete,
      sei il verbo tu, il verbo incarnato,
      il principio ispiratore di tutto quanto è.

      Da qualche tempo esule dal mio spirito,
      di nuovo ti attendo,
      attendo che mi risorga dentro,
      fresca come acqua di sorgente,
      algida e vibrante di versi lanciati nel tempo,
      a mo’ di sonde esploratrici di cuori vaganti,
      di cuori persi, alla deriva.

      Dichiaro di accettare il presente regolamento e di dare l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (D.lgs 196/03)

  133. SEI IL VERBO INCANATO TU

    Invece che nell’indistinta acqua
    nel mio cuore potresti seminare le tue ceneri
    e rinascere in me nuova Venere,
    sorgente, splendida più di sempre,
    dalla vorticosa schiuma
    dei lidi aspri e inesplorati della mia anima,
    errabonda come l’impavido Enea da te, un dì, generato.

    Perché sperdere per mare o nella rapinosa aria
    petali di rose dal colore così raro,
    dall’aroma sottile e delicato
    più della frescura dell’incipiente Aurora?

    Quale insano desiderio il tuo
    di mescolarti agli umori fatui
    della finitezza del tempo
    se il destino che ti attende
    è il tuo perpetuo volteggiare
    nello sterminato circolo di Parole alate?

    Compagna delle stelle sei,
    della luna, del sole e del firmamento intero,
    amica e conforto dei poeti,
    persi in un mondo che non li comprende,
    protetti solo dalle pareti inespugnabili dell’anima;
    sei la loro speranza, la loro unica meta,
    il porto della loro quiete,
    sei il verbo tu, il verbo incarnato,
    il principio ispiratore di tutto quanto è.

    Da qualche tempo esule dal mio spirito,
    di nuovo ti attendo,
    attendo che mi risorga dentro,
    fresca come acqua di sorgente,
    algida e vibrante di versi lanciati nel tempo,
    a mo’ di sonde esploratrici di cuori vaganti,
    di cuori persi, alla deriva.

    Accetto il regolamento

  134. Vivo come e viva l’acqua che c’e nel deserto.
    Viva come gli alberi in autunno senza foglie.
    Vivo con il vento che soffia sulle mie ali e la luna amica resta a guardare.
    Siamo vivi come quando l’isteria ci viene incontro,
    la pozione spettrale di uno stato tra perdita di coscienza
    e di pazienza. Buio totale.
    Nero, unico vero colore al sapore di vita,
    che di rosso ha solo sangue che scorre
    come un fiume in piena
    rivela la sua strada senza annegare.
    Si vive come vivono queste quattro mura che mi circondano. Mute
    Vivo come il male che decolla sempre puntuale.
    Il bersaglio? Io.
    Vivo come quando mi addormento sul mio letto,
    sotto le coperte senza sonno e queste ragnatele appogiate agli angoli del muro scivolano sempre piu verso la terra,
    verso il ventre congelato dal freddo.
    Io sono il ragno.

  135. Senza Titolo

    Di luce e d’ombra
    La città sul mare
    Si affaccia al giorno
    Vestita
    Di mille colori.
    Vento
    Sul nostro amore
    Che, come piuma,
    Passa, 
    Senza rumore
    E lascia il ricordo
    A chi Amore
    Non ricorda più.

    Giusy moro
    Sezione A
    Dichiaro di accettare il presente regolamento e di dare l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (D.lgs 196/03)

  136. Vivo come e viva l’acqua che c’e nel deserto.
    Viva come gli alberi in autunno senza foglie.
    Vivo con il vento che soffia sulle mie ali e la luna amica resta a guardare.
    Siamo vivi come quando l’isteria ci viene incontro,
    la pozione spettrale di uno stato tra perdita di coscienza
    e di pazienza. Buio totale.
    Nero, unico vero colore al sapore di vita,
    che di rosso ha solo sangue che scorre
    come un fiume in piena rivela la sua strada senza annegare.
    Si vive come vivono queste quattro mura che mi circondano. Mute
    Vivo come il male che decolla sempre puntuale.
    Il bersaglio? Io.
    vivo come quando mi addormento sul mio letto,
    sotto le coperte senza sonno e queste ragnatele appogiate agli angoli del muro scivolano sempre piu verso la terra,
    verso il ventre congelato da freddo.
    Io sono il ragno.

    Accetto le condizioni del regolamento

  137. CHIESI AL SILENZIO DI DONARMI UN VOLTO,
    MA MUTO MI GUARDO’SENZA FIATARE,
    GLI CHIESI ALLOR DI SCRIVER LA SUA STORIA,
    E MUTO LA GRAFFIO’ DENTRO IL MIO CUORE!
    CON LE MIE MANI VOLLI ACCREZZARLO,
    FINCHE’ IL SUO VISO SI STRISCIO’ DI GOCCE,
    CALDE D’AMORE, FREDDE DI DOLORE!
    RICAMBIO L’AMOR MIO,MA CON ROSSORE,
    E MI GUARDO’ CON EMOZIONE NUOVA,
    RICAMANDO CAREZZE SENZA DIRE,
    QUEL SILENZIO MI AMO’, SENZA SAPERE,
    AVEA RISPOSTO ALLE DOMANDE MIE!

    Nicola Andreassi, sezione A, accetto il regolamento e tutte le condizioni.

  138. Vivo come e viva l’acqua che c’e nel deserto.
    Viva come gli alberi in autunno senza foglie.
    Vivo con il vento che soffia sulle mie ali e la luna amica resta a guardare.
    Siamo vivi come quando l’isteria ci viene incontro,
    la pozione spettrale di uno stato tra perdita di coscienza
    e di pazienza. Buio totale. Nero, unico vero colore al sapore di vita che di rosso ha solo sangue che scorre come un fiume in piena rivela la sua strada. Senza annegare.
    Si vive come vivono queste quattro mura che mi circondano. Mute
    Vivo come il male che decolla sempre puntuale.
    Il bersaglio? Io.
    Vivo come quando mi addormento sul mio letto sotto le coperte senza sonno,e queste ragnatele appogiate agli angoli del muro scivolano sempre piu verso la terra,
    verso il ventre congelato dal freddo.
    Io sono il ragno.

    Accetto i termini del regolamento

  139. VAJONT

    Il silenzio del vento
    non uccide la memoria dell’anima.

    La forza dell’acqua
    non spezza i ricordi del cuore.

    Solo la colpa dell’uomo
    infanga il silenzio del vento
    devasta la memoria dell’anima
    raddoppia la forza dell’acqua
    distrugge i ricordi del cuore
    e l’anima non trova pace.

    Sez.A
    Dichiaro di accettare le norme del concorso.
    Chiara Cappellotto

  140. Sez. A dichiaro di accettare il regolamento

    OLTRE

    Inginocchiata
    a capo chino
    ripiegata su me stessa

    dopo aver pregato
    con il cuore rivolto al cielo
    mi alzo
    mi incammino
    non mi volto.

    Vado oltre.

  141. Sospesa

    Pane fragrante
    con quell’odore che arriva da lontano
    come i ricordi.
    E poi sapore di mela acerba
    che increspa il sorriso.
    Tutto questo sei
    tra la dolcezza che fu
    ed il dubbio su ciò che ancora non è.

    Accetto il regolamento

  142. Anche se freddo
    è bello
    ugualmente il paesaggio

    Dio quanto grande
    il tuo splendore
    sotto questo
    sole mattutino

    e il biancore deciso
    della neve

    Canta
    canta il mio cuore

    e alzo la voce
    bambina
    felice
    signora
    di croce e delizia
    di sangue
    visioni e premura
    verso
    coloro che ama

    Miriam Bruni. Sezione A. Accetto il regolamento e tutte le sue condizioni.

  143. ‎**Esplodo**

    Eclissi e spavento,
    tempesta e ghiacciai,
    foreste e mari sconfinati
    pargono sottrarci quel
    che noi conquistammo
    con tanto ardore,
    con la brama di
    viverci in una sfera
    di cristallo, adornata
    da chicchi che son
    comuni a fuochi
    che scoppiano l’ultimo dell’anno,
    e che ci ricordano quanto
    siamo vivi solo se
    soli non stiamo.

    SEZIONE A- Accetto il presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

  144. Il silenzio m’e caro,
    lo cedo come bene prezioso,
    non lo confondo con l’indifferenza,
    con l’ipocrisia o con la superbia.
    Il silenzio mi segue e la sua compagnia non infastidisce.
    Lo perdo, lo cerco e quando non lo trovo “Urlo, per poi tacere”,
    ritrovando, immancabilmente, la serenità perduta;
    Lo so! mancano le parole,
    ma il silenzio supporta ed aiuta a stare zitti. ….. Zitti!!!!!!!!

    Accetto il regolamento

  145. accetto il regolamento del concorso

    E SIA!
    Mentre ch’io vagheggio
    egli mi viene incontro…

    E mi par d’esser foglia al vento
    che tremula ad ogni di lui sospiro …

    Lo sguardo suo lascivo
    somiglia ad un vampiro,
    che ebbro del mio sangue
    si mescola al deliquio…

    Di forte sudditanza,
    non posso farne a meno
    e mi par d’esser prigioniera
    di tal disio d’amore…

    Ma fuggire io non voglio,
    e sia!
    Che mi rapisca il cuore!

  146. SILENZI

    Con cosa ascolti il silenzio?

    C’è forse silenzio tra noi?
    Pensieri, pensieri, pensieri
    nel muto e infinito colloquio.
    Il pensiero non fa forse rumore?
    Senti? La mente geme
    e urla il cuore
    nel caos quotidiano
    soffocando gli accordi.
    E la tempesta dell’anima
    ti pare silenzio?
    E il dolore,
    l’amore,
    il ruggito degli anni passati?
    E l’ansia
    della crisi alle porte
    ti sembra silenzio?
    E il sibilo angoscioso
    della solitudine?
    E il solfeggio
    armonioso della pace?
    Lo squittire dei dubbi,
    il brusio delle incerttezze,
    la cantilena della noia?
    È silenziosa l’attesa
    negli ambulatori oncologici?

    Con cosa ascolti il silenzio?

    Filippo De Angelis (filiberto)

    Accetto le norme che regolano il presente concorso.

    SEZIONE A.

  147. SILENZI DI BIMBA

    I tuoi silenzi,
    miele amaro
    in cui ti abbandoni.
    Luoghi ovattati
    addobbati
    da principi sbiaditi.

    I tuoi silenzi,
    come luminescenze
    di insegne al neon
    vanno e vengono
    in un continuo ritoccare cose
    che danno sofferenza
    a intermittenza
    in un blu serale
    d’occorrenza.

    Nei silenzi,
    piovono
    su te
    le tue mancanze,
    come ghiaccio,
    affondano
    dentro,
    solo sfiorando,
    attraversando,
    come un via vai di
    ultime macchine
    a notte fonda,
    nell’ora che più
    non conta.

    Padre di te stessa
    ti addentri
    in quei silenzi
    cercando un volto,
    da usare a pretesto
    e domandarsi poi:
    perché mi faccio questo?
    Distensioni malinconiche
    che celebrano un rito,
    quello dei vent’anni
    e di un principe sbiadito.
    Solo allora comprendi,
    con la stessa certezza
    provvisoria
    delle cose intraviste,
    che di quel volto
    è meglio esserne sprovvisti.

    Chiudi gli occhi,
    cade il suo ricordo,
    e ancora esisti.

    Silenzi di bimba
    che fanno male.
    Suonano quasi come offese.
    Ci speravi,
    ma questo sono i tuoi silenzi,
    una sorprendente assenza
    di sorprese.

    Sezione A
    Dichiaro di accettare tutte le norme del concorso.
    Motolese Ciro

  148. Sera…

    ..e’ una strana sera stasera ….
    la musica accesa rende i pensieri ancora + nostalgici……
    sul divano aspetti che passi …..
    e lotti contro le lacrime che vorrebbero uscire
    …….ed infiammare il tuo volto
    ………il sonno arriva prima ……
    e scivoli lenta dentro le sue braccia senza sogni……
    domani ……
    la nostalgia scivolerà via…………….

    1. Ciao, si partecipava, come da regola di bando, con UNA SOLA POESIA.
      Sei sicuro di aver partecipato a questo concorso e non ad un altro?

      ne abbiamo tre attivi in questo momento, te li passo:

      http://oubliettemagazine.com/2012/07/24/proroga-terza-edizione-del-concorso-letterario-nazionale-oubliette-03/

      http://oubliettemagazine.com/2012/09/01/gara-poetica-gratuita-il-signore-della-pioggia/

      http://oubliettemagazine.com/2012/08/23/gara-poetica-gratuita-storia-damore/

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