"[cinque passi nel delirio di mario pischedda + uno]", di Eugenio Alberti Schatz

Pischedda spesso scatta in auto. Sono tre le direzioni possibili: verso il guidatore, verso il finestrino di lato e in avanti, oltre il cofano anteriore, a frugare nel buio squarciato dai fari, o sulla superficie di una nebbia liquida che si appresta a ingoiare il veicolo.

Ogni tanto sento Mario Pischedda via facebook, qualche  breve messaggio privato, più che una conversazione tra semi sconosciuti ci si aggiorna su frammenti di argomenti.

Mario Pischedda ha ricevuto due spillette create per OublietteMagazine ed, io, ho ricevuto “[cinque passi nel delirio di mario pischedda + uno]”.

Un tipico pacco bomba. Alla Pischedda.

32 pagine, 6 parti, 6  titoli esplicativi degli argomenti trattati: “Collyer, una sindrome contemporanea”, “Morselli, il giorno dopo”, “Herzog, il canto di vetro”, “Lussu, a caccia sull’altipiano”, “Kish, la lista della spesa”, “Pischedda, dalla Sardegna con fur/am/ore”, copertina di Roberto Clemente.

Un pamphlet di Eugenio Alberti Schatz. Su Google, alla voce “Eugenio Alberti Schatz”, l’autore è definito da nonletture.blogspot.com come “un umanista e un pioniere, un gordo ingordo di curiosità. Dandy generoso ai confini della perdizione, amante smisurato e totale della vita, cui suole tributare ogni passion, Eugenio Alberti Schatz è un locomotore lanciato imbelle contro la stultizia, lui che la diagnostica e la patisce come un morbo autoimmunizzante. Nel grande e nel piccolo, versa il suo diuturno obolo in non-opere: ognuna è un piccolo canto sciolto all’intelligenza. Eugenio Alberti Schatz è tutto questo e molte altre cose.[…].”. Esattamente.

Le sei parti del pamphlet nascono nel 2010 e 2011, uscite a puntate su www.ladomir.com, sito nel quale si concretizza lo studio professionale di Eugenio Alberti Schatz. Nel dicembre 2011 Editrice Taphros di Olbia ne ha curato la stampa.

Il narrare dell’altro per raccontare un Mario Pischedda produttore di immagini.

E, così, dalla sindrome dei fratelli Collyer si giunge alla diatriba tra quantità e qualità nel prodotto artistico; da Morselli e Roland Fagel, entrambi scrittori, si giunge all’evasione dal luogo d’origine; dal film ipnotico di Werner Herzog alla capacità di posare gli occhi su un punto definito; dallo scrittore Emilio Lussu alla capacità di essere cacciatore e guida; dagli elenchi di Danilo Kish ai ritmi di immagini; dall’artista come strumento di ricognizione sociale ad una pira di compleanno sul cranio.

Le immagini di Pischedda sono una collana-alfabeto le cui oscillazioni seguono un ritmo ben scandito e per nulla casuale. C’è in esse spalmata una forza imponente e al contempo ingenua, un desiderio di mostrare tutto il mondo interessante.

In chiusura, ora, vi ricordo – o vi presento – un “librottino” dal titolo “Cafè Bizarre”, clicca QUI.

 

 

Written by Alessia Mocci

 P.s. Mario volevo ringraziarti: Eugenio Alberti Schatz MI PIACE.

 

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Blog Mario Pischedda

 

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