Concorso Nazionale Letterario "Anche tu su Oubliette" – mese di Ottobre 2011

Regolamento:

 1.          Il Concorso Nazionale Letterario “Anche tu su Oubliette” è promosso dalla web-magazine “OublietteMagazine”. Il concorso è riservato ai maggiori di 18 anni. Il tema è libero. Il concorso è gratuito.

 

2.   Articolato in 2 sezioni:

A. Poesia Inedita

B. Poesia Edita

 

 3.        Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando      nome, cognome, sezione alla quale si partecipa, dichiarazione di accettazione del regolamento.

Per la sezione B si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome,    cognome, sezione alla quale si partecipa, titolo del libro dal quale è stata presa la poesia ed anno di pubblicazione, dichiarazione di accettazione del regolamento.

Ogni concorrente può partecipare alle due sezioni ma con una sola poesia per sezione.

 

 4.       Per ogni sezione ci sarà un unico vincitore.

Le due poesie vincenti saranno pubblicate su OublietteMagazine nella categoria “Poesia” e saranno gli autori vincenti del mese di Ottobre 2011.  A dicembre 2011 uscirà l’ebook “Anche tu su Oubliette” per i mesi di settembre-ottobre- novembre nel quale saranno inseriti i vincitori ed i finalisti dei tre mesi di concorso. L’ebook sarà scaricabile gratuitamente sul sito OublietteMagazine.

 

5.      La scadenza per l’invio come commento delle poesie è fissato per il 31 ottobre 2011.

 

 6.       Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da

Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)

Giuseppe Giulio (Recensionista Oubliette)

Claudia Aru (Cantante)

Carla Casu (Poeta)

 

7.         Il concorso non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

 8.         Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

 9.          La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: concorsooubliette@hotmail.it indicando nell’oggetto “info concorso settembre”, oppure attraverso l’account Facebook:

http://www.facebook.com/profile.php?id=100002075267230

 

 10.        La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

Vincitori “Anche tu su oubliette” mese di Settembre 2011:

Siddharta-Asia Lomartire, sezione A:

http://oubliettemagazine.com/2011/10/06/siddharta-asia-lomartire-vincitrice-della-sezione-a-de-%e2%80%9canche-tu-su-oubliette%e2%80%9d-%e2%80%93-mese-di-settembre-2011/

Carla Casu, sezione B:

http://oubliettemagazine.com/2011/10/07/carla-casu-vincitrice-della-sezione-b-de-%e2%80%9canche-tu-su-oubliette%e2%80%9d-%e2%80%93-mese-di-settembre-2011/

239 pensieri su “Concorso Nazionale Letterario "Anche tu su Oubliette" – mese di Ottobre 2011

  1. Non saranno lancette a scandire il mio tempo, non sarà il fluire della sabbia in un vetro a misurarmi il respiro… Non saranno i compromessi a rendermi meno libera, non saranno i viscidi a sporcarmi le mani, non saranno le lacrime a prosciugarmi i pensieri. Sarò una ruga che nasconde il sorriso, sarò una rondine che attende il suo volo. Il mio compleanno.

    1. Mi attrasse
      come una salamandra nella tana
      stordita dal vento impietoso
      di un inverno mai finito.
      Trascinavo a stento
      le mie quattro dita
      – incenerite da un lampo
      in uno squarcio di cielo –
      ripartendo in quattro la fatica.
      Le rughe un giorno
      erano state impronte lievi
      dei passi incerti
      lasciati in pegno dai minuti.
      Diventano solchi pesanti
      ora che i cento pendoli
      scandiscono il tempo
      ed il silenzio è una cesura
      tra gli ultimi rintocchi.
      Dicevo, mi attrasse,
      e mi raccolse con sussiego
      su un rametto robusto
      di un vecchio albero di ciliegio.
      Mi esaminò per ore
      come una cavia compiacente
      – dal basso verso l’alto –
      e con l’aiuto di una lente
      riuscì a soffiare piano sulla pancia
      per ritrovare antiche morbidezze
      e rilevare nuove trasparenze.
      E poi fu tutto un gioco
      di suoni e sguardi
      bisbigli e ammiccamenti
      e un poco mi sorprese
      il senso vago di piacere
      che mi accalorò la schiena.
      Presto ne riconobbi la ragione
      in un frammento di specchio
      e la metafora del tempo
      perse la coda per sempre
      per acquisire un nuovo aspetto.

      MAURA POTI’ SEZIONE A
      ACCETTO IL REGOLAMENTO

    2. Un letto di briciole ( il tempo non è un aspirapolvere)

      Spilucco sempre
      assaggi di fortuna
      tra le lenzuola
      al profumo di lavanda.
      Ed il talento vero
      è non indulgere
      a sbirciare sotto il letto
      o ispezionare frange
      e ricami di un cuscino
      nato gemello
      ma cresciuto singolo
      – al riparo di passioni –
      Così, le briciole del pane
      si accumulano per giorni
      tra le pieghe di un giaciglio
      svogliato e abulico
      come un figlio inappetente
      che rifiuta dedizione.
      Di tanto in tanto
      allungo il braccio
      ma ritraggo la mano
      per non sentire il fresco
      di un riposo inerte
      – il gelo di un’assenza –
      Le mie preghiere
      si trasformano in pruriti
      e l’appetito torna
      – torna sempre –
      pur non mangiando.

      MAURA POTI’ SEZIONE B
      ACCETTO IL REGOLAMENTO

      1. scusate tanto, redazione
        dove devo cliccare per nn farmi giungere più in posta aggiornamenti sui testi pubblicati?
        grazie!!!

    3. Sono Michela Serra,partecipo con la poesia “Qui” per la sez.A.Accetto il regolamento.

      Qui

      Qualche singhiozzo di vento
      A rammentare i racconti del fiume.
      I suoi piedi immersi
      Nella morbida terra,
      Le mani a sfiorare le nubi
      Dipinte d’ambra e d’avorio
      Il cuore che bussa
      insistente
      È una verità che spaventa
      E può apparire menzogna,
      Mentre solo risuona nell’aria
      ineffabile e senza tempo
      il silenzio.

      1. scusatemi.ma ho pubblicato l’amore che non vive ..per errore ho mandato la bozza come faccio a correggerla ?potete aiutarmi voi?

      2. YARA
        TU, INNOCENTE FIGLIA DELLA TERRA,
        STRITOLATA ,DA MALEFICI ARTIGLI,
        CHE OLTRAGGIANO ANIME E CORPI
        NELL’ATROCE MANIACALE,
        SI CONSUMA LA TRAGEDIA
        BRUCIANDO LA TUA ESISTENZA.
        SATANICAMENTE SPRIGIONA IL SUO ODIO.
        CON OCCHI INFERNALI , INFIERISCE
        SFOGANDO IL SUO MALESSERE
        SU DI TE !INERME GIGLIO IN FIORE.
        TESTIMONE UN LUOGO ISOLATO,
        TRA TERRE E STERPI OCCULTANTI.
        UNICA TUA COPERTA, LA RUGIADA,
        CHE MUTA VEGLIA LE TUE CARNI,
        MENTRE LA TUA ANIMA è VOLATA
        LA NOSTRA PACE SE NE ANDATA
        SENZA MAI DIMENTICARE
        L’EFFERATA CRUDELTA’
        CHE HA UCCISO UN ANGELO
        NELLA SUA ACERBA ETA’!

      3. SEZIONE A ..ACCETTO IL REGOLAMENTO
        L’AMORE CHE NON VIVE
        Dove sei amore?
        Ti celi nel mistero
        nell’incanto dei tuoi pensieri
        Mistero è la tua parola
        non parli d’amore
        lasci le illusioni
        senza parole
        Volando tra onde e pescate
        non trovi il tempo per amare
        parli al vento senza orecchie
        Navigando tra terra e mare
        non ascolti la mia voce.
        Forse vuoi volare,
        Allora, va’ va ‘per la tua via
        Non voglio un uomo muto
        che osserva il vuoto
        ma un cuore per essere amata
        una voce da ascoltare
        un sorriso da regalare
        e tante carezze per sognare.

      4. sezione A ACCETTO IL REGOLAMENTO
        YARA
        TU, INNOCENTE FIGLIA DELLA TERRA,
        STRITOLATA ,DA MALEFICI ARTIGLI,
        CHE OLTRAGGIANO ANIME E CORPI
        NELL’ATROCE MANIACALE,
        SI CONSUMA LA TRAGEDIA
        BRUCIANDO LA TUA ESISTENZA.
        SATANICAMENTE SPRIGIONA IL SUO ODIO.
        CON OCCHI INFERNALI , INFIERISCE
        SFOGANDO IL SUO MALESSERE
        SU DI TE !INERME GIGLIO IN FIORE.
        TESTIMONE UN LUOGO ISOLATO,
        TRA TERRE E STERPI OCCULTANTI.
        UNICA TUA COPERTA, LA RUGIADA,
        CHE MUTA VEGLIA LE TUE CARNI,
        MENTRE LA TUA ANIMA è VOLATA
        LA NOSTRA PACE SE NE ANDATA
        SENZA MAI DIMENTICARE
        L’EFFERATA CRUDELTA’
        CHE HA UCCISO UN ANGELO
        NELLA SUA ACERBA ETA’!

      5. Mondo in rovina

        Piange il cielo,trema la terra
        Montagne eruttanti aprono le bocche
        Vomitando dalle sue viscere fiumi di lave.
        Fango e detriti sovrastano inermi umani.
        Gli indifesi fanno eco su pietre affogate
        E terreni roventi, la vita cammina
        Senza il fervore dei tempi andati
        Le anime tremano per il domani
        Si resta in piedi per campare
        Si spera nell’indomani
        Che per mare si possa navigare
        Senza la visione di anime galleggianti,
        Che un mare pietoso vomita ogni di’
        Accarezziamo la nostra terra
        Chiediamo ad essa perdono
        Accarezziamo il nostro cielo
        Facendo la spia alla luna
        Che tenera e triste si affaccia
        Sul mondo da noi dimenticato

      6. ma anche le squalificate restano qui’ visto che ho messa la stessa con quanto da voi richiesto trattasi della poesia Yara

  2. Petali bianchi nel vento
    (a Federica Monteleone)

    .

    Avverto brividi che mi parlano

    echi rumorosi e silenzi distanti

    frastuono lento di candele accese

    incensi che nei vapori danzano.

    Freddo che gelasti incauto

    l’oscuro vespero inarcasti sulla rosa

    lo hai fatto senza nunzio

    logoro ne hai reciso il gambo.

    Sento il vento urlare sangue

    lamento cauto che si sparge

    nell’aria ancora incredula.

    Rosa bianca e anima di seta

    velluto di una vita in luce

    tenera acqua di fiume tersa.

    E ascolto lontano il grembo

    eterna ghirba colma d’amore

    di una madre innamorata

    e che senza parlare al tempo

    raccoglie fiori d’alba scura.

    Squarciati cielo che spargi luce!

    Mentre nel vento muti se ne vanno

    petali e lembi d’anima perduti

    di quella candida rosa bianca.

    Ascolto questo tempo raffermo

    ed angeli come pastori erranti

    mani dorate e orizzonti di pianti

    svolazzare lievi come fiori di luce.

    Geralda Antonella Quattrone

    1. 31 GENNAIO 2008
      Dalla grata di cemento
      osservo ombre
      sull’asfalto asciutto

      Sono le fronde degli alberi
      mosse dal vento

      Illuminate dall’ultimo sole
      del pomeriggio.

      Anche i camion passano silenziosi
      non fanno rumore
      in questa giornata ovattata

      dal sole nascosto
      che sbuca a tratti,leggero

      Ma sono soltanto
      i fari delle auto,
      già accesi:

      TRATTA DAL LIBRO BIOGRAFICI-SEGNI DI VITA- ARDUINO SACCO EDITORE- PUBBLICAZIONE 2011.
      EMANUELA GUTTORIELLO SEZ. B ACCETTO REGOLAMENTO CONCORSO

    2. Sezione B (edita)
      Senza giustizia
      Tragedie immani
      Rompono la quiete
      I cuori affranti
      Piangono I loro morti
      Non ci sarà giustizia.
      Nell’immane mattatoio
      la storia scriverà
      Ma voi resterete nel vento
      Gridando tra le tempeste
      Molti udiranno le vostre grida
      Ricorderanno il vostro martirio
      Al di fuori della giustizia
      Persa per sempre vi ricorderanno
      Di Anna Alfano

  3. ATTESA

    Un onda s’infrange sulla spiaggia
    cancella quell’orma lasciata….
    bianca è la luna che illumina il mare.
    Una brezza increspa il piatto
    e mi carezza la pelle, un sussurro
    mi desta la mente, guardo lontano
    all’orizzonte dove il cielo bacia il mare.
    Onde si rincorrono sulla sabbia,
    s’infrangono sugli scogli , un grido
    di un gabbiano manda alla sua compagna
    il richiamo , un pescatore paziente aspetta
    che la preda abbocchi , ed io aspetto
    che torni da quel giorno che ricevetti
    quel messaggio in una bottiglia .
    Mi scrivevi amore aspetta
    tornerò da te con l’onda mentre il sole
    dietro il monte tramonta ed il cielo
    si fa rosa , io scriverò per te una strofa….
    Mentre attendo
    il cielo si fa cupo , s’alza forte il vento
    il mare si fa mosso ed io aspettare più
    non posso….amore mio ….mi lasciasti
    solo nell’oblio.

    francox62@hotmail.it

    DE ANGELIS FRANCO
    SEZIONE B

  4. DIALOGO D’AMORE

    Fede come segno di due unioni
    di due cuori innamorati
    che si cercano e si frequentano
    un sentimento lega quei due giovani
    sperano, amano e soffrono.

    Quel giorno
    quello del si
    saranno lì dinanzi all’altare
    indossano la veste nuziale.

    Una vita da condividere insieme
    in salute e in malattia
    si scambiano tutte le promesse
    di Dio.

    Una promessa d’amore
    che riceverai stasera
    tu non ci crederai
    ma io verrò solo per te
    e vivremo nella nostra casa
    di fedeltà
    di unione.

    Saremo una cosa sola
    e vivremo per ciò
    che proviamo di persona
    da stasera.

    E in una serata d’inverno
    saremo lì dinanzi al camino
    con un fuoco che scalda
    i nostri cuori.

    Vivremo come hai sempre
    desiderato
    avrai un lavoro
    una casa da accudire
    un giardino
    e diventerai una scrittrice
    e scriverai tanti libri
    non saremo qui
    o forse non so
    non si sa.

    Vorrei solo regalarti
    un oceano di serenità
    perché ti guardo soffrire
    e mi stringe il cuore
    e non posso fare nulla
    ma da stasera
    potrò stare sempre
    al tuo fianco
    di persona
    te lo prometto.

    Nessuno si ama
    tanto quanto noi due
    nessuno si scambia
    un dialogo
    come noi due
    e il nostro mondo
    sarà solo nostro
    senza nessuno che guarda
    dentro alla nostra finestra.

    (Lei)

    Quella speciale
    del nostro amore
    nato dalla tua voce gentile
    gentile.

    Due cuori in un anima sola
    che battono all’unisono.

    Sul terreno insieme seminano
    polvere di stelle
    lasciando dietro di se
    una scia di colori luminosi.

    Hanno tra le mani un vaso da riempire
    di un acqua assai speciale.

    Le attenzioni per ogni piccola goccia
    caduta nell’oceano.

    Eppure c’è un Dio amore
    che li unisce
    con un filo
    quello della matassa
    che va sempre ingrandendosi.

    In un tempo che inganna
    e i giorni che si rincorrono
    e giocano nella fanciullezza
    dei bambini.

    Una famiglia
    due vite legate
    dal simbolo della
    fede nuziale.
    DIALOGO D’AMORE

    Fede come segno di due unioni
    di due cuori innamorati
    che si cercano e si frequentano
    un sentimento lega quei due giovani
    sperano, amano e soffrono.

    Quel giorno
    quello del si
    saranno lì dinanzi all’altare
    indossano la veste nuziale.

    Una vita da condividere insieme
    in salute e in malattia
    si scambiano tutte le promesse
    di Dio.

    Una promessa d’amore
    che riceverai stasera
    tu non ci crederai
    ma io verrò solo per te
    e vivremo nella nostra casa
    di fedeltà
    di unione.

    Saremo una cosa sola
    e vivremo per ciò
    che proviamo di persona
    da stasera.

    E in una serata d’inverno
    saremo lì dinanzi al camino
    con un fuoco che scalda
    i nostri cuori.

    Vivremo come hai sempre
    desiderato
    avrai un lavoro
    una casa da accudire
    un giardino
    e diventerai una scrittrice
    e scriverai tanti libri
    non saremo qui
    o forse non so
    non si sa.

    Vorrei solo regalarti
    un oceano di serenità
    perché ti guardo soffrire
    e mi stringe il cuore
    e non posso fare nulla
    ma da stasera
    potrò stare sempre
    al tuo fianco
    di persona
    te lo prometto.

    Nessuno si ama
    tanto quanto noi due
    nessuno si scambia
    un dialogo
    come noi due
    e il nostro mondo
    sarà solo nostro
    senza nessuno che guarda
    dentro alla nostra finestra.

    (Lei)

    Quella speciale
    del nostro amore
    nato dalla tua voce gentile
    gentile.

    Due cuori in un anima sola
    che battono all’unisono.

    Sul terreno insieme seminano
    polvere di stelle
    lasciando dietro di se
    una scia di colori luminosi.

    Hanno tra le mani un vaso da riempire
    di un acqua assai speciale.

    Le attenzioni per ogni piccola goccia
    caduta nell’oceano.

    Eppure c’è un Dio amore
    che li unisce
    con un filo
    quello della matassa
    che va sempre ingrandendosi.

    In un tempo che inganna
    e i giorni che si rincorrono
    e giocano nella fanciullezza
    dei bambini.

    Una famiglia
    due vite legate
    dal simbolo della
    fede nuziale.

  5. INTERMEZZI DI LUCE FRA BUIO E BUIO.

    E quando le parole
    non più cristallo
    un tintinnio nascosto
    un’eco di conchiglia,
    ma appena un toc di nocche
    battute contro il legno,
    un vuoto di rimando
    per quanto vuoto dentro,

    e quando già ti sembra
    che sia degli altri il vivere
    e non più tuo
    e senti che la la vita
    si fa tempo che fugge
    e solo un levare e battere
    il tempo che si è vivi,

    e se l’amore è il passo
    di una ragazza estiva
    che riempie immenso il mondo
    e poi se ne va via
    (e ti ha sfiorato dio
    con quei suoi occhi grigi
    il sole nei capelli),

    cosa ti resta ancora
    se non durare in giorni
    sperando sia l’imprevisto
    a scuoterti le spalle,
    a dirti vieni giù
    che oggi si va al mare…

    FRANCESCO PALMIERI
    SEZIONE A

    ACCETTO REGOLAMENTO

    1. Mondo in rovina

      Piange il cielo,trema la terra
      Montagne eruttanti aprono le bocche
      Vomitando dalle sue viscere fiumi di lave.
      Fango e detriti sovrastano inermi umani.
      Gli indifesi fanno eco su pietre affogate
      E terreni roventi, la vita cammina
      Senza il fervore dei tempi andati
      Le anime tremano per il domani
      Si resta in piedi per campare
      Si spera nell’indomani
      Che per mare si possa navigare
      Senza la visione di anime galleggianti,
      Che un mare pietoso vomita ogni di’
      Accarezziamo la nostra terra
      Chiediamo ad essa perdono
      Accarezziamo il nostro cielo
      Facendo la spia alla luna
      Che tenera e triste si affaccia
      Sul mondo da noi dimenticato

      DI Anna Alfano

      SEZIONE– A -ACCETTO IL REGOLAMENTO

  6. Memorie migranti
    Grigia la strada
    che si stende davanti a me,
    in questa terra sconosciuta
    la notte avvolge ogni rumore,
    è il silenzio la mia musica,
    richiamo di casa,
    ricordo di fragranze lontane.
    Socchiudo gli occhi
    nell’oscurità di questa stazione,
    apro le narici alla memoria,
    l’anima alle immagini.
    E lì ti rivedo, amore mio,
    i tuoi occhi posati nelle mie mani,
    come perle nere in controluce,
    il profilo del tuo corpo
    avvolto in sete multicolori,
    ogni piega un’emozione,
    ogni colore, un attimo d’amore.

    Risuona nell’aria,
    la candida voce di primavera
    di nostro figlia,
    genesi di un sentimento
    che ha radici nel tempo,
    lei, la nostra storia,
    depositaria futura
    della nostra memoria.

    E d’intorno il sole,
    brezze profumate di mare,
    sabbie calde
    su cui si posarono i nostri corpi,
    e che conservano ora
    i nostri lontani ricordi.

    Costruirò un ponte di sogni
    per annullare la distanza che ci separa,
    e lo percorrerò un mattino d’estate
    a piedi nudi,
    percependo sulla pelle la mia terra,
    inseguendo l’ombra tua
    che il sole evidenzierà sul mio cammino.
    Un giorno ritornerò
    amore mio, terra mia,
    senza voi, sono polvere
    in balia dei venti dell’esistenza,
    e come frammento di vita
    tornerò a posarmi sulle antiche note,
    scritte per noi sullo spartito del tempo.
    Siamo radici, e dalla nuda madre
    rinasceranno uniti, nuovi fiori
    e nuovi profumi.
    Raffaello Corti – Sez A – Poesia inedita
    Accetto il regolamento del concorso ed ogni sua clausola

  7. Sono Io

    Sono un soffio di vento
    sono un rivolo di acqua gelida
    sono una foglia che muore
    sono un uomo che sogna
    sono una pietra ferma nel tempo
    sono l’udito dei passi altrui
    sono il sonno del pazzo
    sono il risveglio del giusto
    sono ciò che vorrei
    sono ciò che gli altri non vorrebbero
    sono io con le mie parole.

    Raffaello Corti – Sez B – Poesia edita – tratta da “Disegnando sull’acqua” – Arduino Sacco Editore

    Accetto il regolamento ed ogni sua clausola

  8. FEDERICO PETRICCIUOLO
    SEZIONE A
    DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO

    PRIMA CHE…

    PRIMA CHE IL SENSO
    SQUARCI IL VENTO,
    PRIMA CHE UNA LACRIMA
    LASCI SPAZIO AL TORMENTO,
    PRIMA CHE I RAMI
    SI SPEZZINO DAL NOSTRO ALBERO,
    DAMMI UN BACIO.
    COME FOSSE L’ULTIMO BALUARDO
    PRIMA DI MORIRE,
    IL PIU’ SENTITO,
    L’UNICO.
    PRIMA DI TE L’AMARO,
    INSIEME A TE IL SAPORE.
    PRIMA DEL TUO SOFFIO,
    VORREI DIVENTARE FOGLIA
    CHE VOLA AL TUO CUORE.
    TI PREGO DAMMI UN BACIO!
    MUOIO DALLA VOGLIA.
    NON LASCIARMI PIU’ SOLO

  9. Michele Massa
    sezione A
    massa.michele@gmail.com

    Perché l’amore…

    Perché se dovessi cercare l’amore
    non mi sveglierei all’alba;
    aspetterei il tramonto,
    quando il sole è basso e non disturba
    e non ti costringe a chiudere gli occhi,
    ma si lascia ammirare.
    Perché quel sole ha avuto la forza di bruciare tutto il giorno
    e la sera è ancora caldo.

    Perché se dovessi cercare l’amore
    non andrei a cercarlo tra i germogli
    o tra i mandorli in fiore,
    perché quel profumo è inebriante,
    ma dura un attimo, un giorno, un mese.

    Perché se dovessi cercare l’amore
    non andrei alla sorgente,
    ma mi spingerei oltre,
    perché l’acqua è fresca ma non ha conosciuto il mondo.
    Non ha percorso sentieri, valli, boschi e prati.
    Perché non ha incontrato strapiombi
    e non si è gettata nel vuoto,
    per poi schiantarsi con forza
    e continuare la sua corsa.

    Perché se dovessi cercare l’amore
    non lo cercherei nella giovinezza,
    perché essa è fuoco che brucia,
    è ardore, ma si consuma.
    È passione, forza e delirio.
    È tempesta di tuoni; è solo possibilità.

    Perché se dovessi cercare l’amore
    aspetterei la vecchiaia,
    perché sarebbe un gesto,
    una spalla su cui appoggiarsi
    quando la schiena non regge.
    Perché esso sarebbe conoscenza e mare:
    di quegli oceani profondi
    e contenitori di ogni specie.
    Perché se anche il tempo è stato in grado di invecchiare,
    l’amore è rimasto giovane.

  10. Lieve

    Lieve è la mia tristezza,
    lieve è ogni mia carezza.
    Lievi sono le parole
    che libero nell’aria.
    Lievi sono i miei sospiri..
    lieve è il mio amore per te,
    che come la candida neve
    ammanta la nuda terra.
    Lieve è anche la mia vita,
    che, come un alito di vento,
    passa e se ne và….

  11. DANCE

    Stanotte ti ho sognata
    e nel mio sogno ballavi.
    Ti libravi nello spazio leggera.
    Immersa nel tuo mondo nulla poteva
    disturbarti, nulla poteva penetrarti.
    Io ti guardavo danzare come mai avevi fatto prima
    ed una luce azzurra dall’alto ti avvolgeva.
    Così vicina ma così distante, con le tue
    movenze estremamente naturali
    mi hai conquistato, stregato.
    Desideroso di te, ti chiamavo prima piano, con un alito di voce
    poi sempre più forte nella speranza che tu venissi da me.
    Non dicevi nulla, tacevi mentre io ero esausto, consumato.
    Poi d’improvviso sei sparita ed il mondo, di nuovo, è tornato a girare.

    Franco Giovanelli – Sez A – Accetto il regolamento ed ogni sua clausola

  12. ARRIVEDERCI

    troppo presto
    per aiutarci,
    troppo presto
    per lasciarci,
    uno scorcio alla tua anima,
    e distese d’acqua irrigidiscono
    monti e pini secolari,
    e tutto di bianco pervade,
    anche il mio cuore,
    che grondava sangue,
    d’improvviso impallidisce,
    è triste e solo,
    ma aspetta un tuo raggio, sole,
    sa che ritornerai,
    e presto la calura
    scioglierà quel ghiaccio nei tuoi occhi,
    quando capirai i torti,
    e avrai le tue ragioni,
    conoscerai per sempre l’oblio caldo
    della sera,
    che t’accompagna sotto casa,
    e ti dà il bacio,
    della buonanotte,
    e tu, sole, sorriderai,
    e sarà un arrivederci il tuo,
    al giorno che seguirà,
    e sarai felice di risplendere per me,
    di nuovo,
    ogni sera, per sempre,
    e quando mi coricherai
    con la tua amata madre, la luna,
    prima di uscire dalla mia stanza,
    mi dirai ancora,
    ARRIVEDERCI,
    a domani,
    che sarà di certo migliore di oggi…

    ROCCO DIEGO BRUNO
    ACCETTO IL REGOLAMENTO
    SEZIONE A

  13. Concorso Oubliette di ottobre 2011.
    Partecipo alla sez.A con la poesia ” ACERBO” ed accetto il regolamento.
    Angelo Cosentino

    ACERBO

    Disponibilità
    accesa e furba
    sui palmi delle mani,
    senza bramosia di labbra
    ormai appaiate e chiuse,
    vuole fermare
    il tempo il corpo
    e ricordare al cielo
    il colore inatteso
    del silenzio.
    Ludico spasso
    della voce amara
    scrollatasi
    dei grani della sabbia.
    L’amore mi restò
    acerbo in gola…
    Se avessi rubato
    il resto delle frasi
    non più segrete.

  14. Vivere

    Vivere,
    vedere,
    osservare,
    sentire,
    solitudine nella coscienza dell’amore.

    Emozioni,
    sorridere al cielo,
    fremito di parole date al vento;
    mare,
    onde
    dolcezza sinuosa nella sabbia,
    gioventù tra spiagge e cemento.

    Io,
    tu,
    baciati dall’amore;
    incontro tra muti consensi,
    tenere effusioni,
    sguardi d’amore,
    passioni che viaggiano su binari verso stazioni lontane;
    parole che entrano nel muro del desiderio.

    Affettuosi dolcetti
    immersi nel mio cuore,
    babà di sentimenti
    occhi immersi nella felicità universale;
    luccichii di sapori nascosti,
    fusione di corpi
    limpido velo tra me e te;
    manufatti di membra
    nell’unione di vibranti emozioni
    alla conquista del tempo
    che passa.

    Piero Polidori
    Poesia inedita – sezione A
    Accetto il regolamento ed ogni sua clausola

  15. Oblio e memoria.

    Afferrando nell’insolito
    l’ignoto
    profondo dell’essere
    corrisposto da visioni emblematiche
    nella memoria scossa…
    intrinseco
    aspro e crudo
    da senso ad una vita
    che non è…
    delineando una ipotetica
    linea
    di demarcazione tra memoria e oblio…
    Ho il senso perso nel nulla
    e ora riaffiora
    dall’incanto della vita
    perdendosi nel non pensare
    e nel non dimenticare.
    Spreco le mie visioni
    confondendo l’immagine delle stesse
    in una sorta di marasma
    confuso
    prossimo alla non vita.
    “l’oblio”…
    …dove tutto gira velocemente
    fuori dal concetto
    senza sentimento
    in un inganno
    del nostro gioire nel non gioire.
    Tutto resta vago
    in un ignoto cercato
    quasi crudelmente
    e perso
    nell’oblio dei sensi.
    Poi…recuperato
    dall’equilibrio della memoria.

    Giovanni De Gattis
    Accetto il regolamento.
    Partecipo alla sezione A.

    1. Tradimento.

      Come l’ombra di un incubo
      scende sopra le nostre teste.
      Le parole
      non contano più
      rimane il coraggio
      esaltato dalla voglia di libertà
      per affrontare il furore della notte.
      Siamo soli!
      Tradimento!
      Qualcuno ha tradito
      l’onestà di un sogno
      ed ora
      l’incubo ci assale.
      Non possiamo muoverci…
      come una pressa
      martella i cervelli
      troppo forte l’impatto
      ma il sogno resiste!
      Tradimento!
      Qualcuno ha tradito l’onestà delle idee
      ed ora
      usa le stesse parole
      per affogarci
      nel mare dell’incomprensione.
      Oh!incubo notturno
      che pervadi la sapienza
      delle nostre riflessioni
      perchè tradisci il sogno?
      Ma il coraggio delle proprie azioni
      equilibria il senso della verità.
      Qualcosa appare nel buio della notte.
      E’un punto luminoso
      intensamente ci avvolge nella passione.
      Crolla incubo!
      Ora!
      Lascia decidere a noi
      alla luce del sole.

      Giovanni De Gattis
      Accetto il regolamento.
      Partecipo alla sezioneB
      Toffia riviviamo il centro storico
      poesie in libertà.anno 2008

  16. Con il presente invio la mia opera per il concorso in oggetto per la Sez. A.
    Dichiaro di essere il titolare dell’opera e di accettare le regole e norme del concorso.
    cordiali saluti

    QUELLI COME ME…. (Di Raffaele Bassano)

    Quelli come me
    sorridono
    anche con un cumulo di pensieri
    aggrovigliati nel cuore.

    Quelli come me
    se ci parli
    hanno le parole incerte,

    Quelli come me sorridono
    e arrossiscono
    se le chiami
    e dici il loro nome.

    Quelli come me
    si arrabbiano, urlano,
    non si convincono
    quando li sfiori
    con il fiore
    dell’ingiustizia.

    Quelli come me
    hanno le mani
    che vogliono comunicare

    ciò che si agita
    tra i pensieri e l’anima

    … e creano, costruiscono,
    dipingono e comunicano

    in un linguaggio
    spesso non comprensibile
    nemmeno a loro.

    Quelli come me
    stanno in silenzio

    ma pensano sempre
    i discorsi più impensati
    le immagini della vita

    Quelli come me
    se ti fai spazio
    tra la fiducia
    e il cuore

    ti donano…
    tutto l’amore.

  17. gianfranco proietti,partecipo alla sezione A,poesia inedita,dichiaro di accettare il regolamento.

    LIBERAMI
    Scuotimi
    dalla tua ragnatela,
    fammi uscire,
    lasciami cadere,
    liberami.
    Sarà forse meglio
    sprofondare
    in un cratere marino,
    e se sarò capace
    riemergerò.risalirò
    a scoprire
    l’agiatezza inutile
    del sughero sull’acqua,
    la stupida certezza
    di superare l’onda
    che ricerca se stessa;
    non mi accorgerò di perire
    naufrago sulla spiaggia,
    inerte
    nel flusso leggero
    tra riflessi policromatici
    dell’acqua chiara
    e gusci vuoti
    di conchiglie.

  18. Gianfranco proietti,partecipo alla sezione B,poesia edita,dichiaro di accettare il regolamento.

    RESURREZIONE
    Prendono posto.
    Caproni incravattati
    vacche in zibellino,
    gregge domenicale
    convenuto alla fede
    in Mercedes-Benz
    con autista- cameriere.
    (Parcheggia bene in vista!
    Spolvera,contegno,giudizio!!)
    Servi di dio? Macchè!!!!

    Li lascio a te,papà.
    voglio scendere da qui.
    facci venire un’altro,
    non posso guardare rassegnato.
    mettiti un associato
    assistente su questa croce,
    me ne vado! Me ne vado!
    Vado
    a farmi un bicchiere
    coi compagni all’osteria;
    torneranno dai campi
    dalle bestie,dalle conce
    dalle cave di tufo e pozzolana,
    pensaci tu a questa bella gente,
    dagli la benedizione:
    Se torno ubriaco,
    sarò ancora più incazzato,
    padre mio celeste.

  19. Essa…viene

    Ho ricevuto visita,stamani…
    era l’alba,mi pare.
    Una di quelle
    che trasporta vento.

    Ero seduto,
    accanto al canterano,
    ed Essa è entrata,
    senza avvertimento.

    Ero girato,
    con lo sguardo al monte,
    con gli occhi,
    abbacinati dalla luce,
    col volto piaghettato
    dal tormento…

    Ero seduto,
    accanto al canterano,
    ed Essa è entrata
    senza avvertimento.

    Più che vederla,
    io,l’indovinavo;
    scarna,ossuta,schifosa,
    macilenta;
    vestita di pezzacce millenarie,
    coperta di bubboni
    e di cangrena…

    Solo la falce,tutta scintillante,
    parea sentisse,
    la mia stessa pena.

  20. Il profumo delle nuvole

    Voglio vivere
    l’ora del mio cielo
    sognare il profumo
    delle nuvole
    forzare la voce
    dell’alba.
    Perchè l’anima
    la gola e gli occhi
    pretendono l’orizzonte,
    il prima e il dopo
    dell’universo
    la storia e la strada
    del destino.
    Come una catena
    che si snoda
    il tempo s’incontra
    con le mie rondini,
    in volo tra i segreti
    del Paradiso.
    Voglio vivere
    l’istante del mio sempre,
    cercando Dio
    dentro una bolla di sapone
    in una sfera di luce
    tra altalene di scogli.
    All’ombra di un confine
    il mio respiro nascosto,
    un cuore che ama
    il deserto
    gli oceani
    il fuoco dei papaveri.
    E a terra la mia resina.

    Michela Zanarella, sez B, dal libro “Vita, infinito, paradisi”, ed. Stravagario, 2009,
    Dichiaro di essere il titolare dell’opera e di accettare le regole e norme del concorso.
    Michela Zanarella

  21. L’amore così lontano

    Non si traduce in passi
    questo mio tornare indietro.

    L’alba è una benevola coincidenza
    quando le braccia si allungano, spariscono
    obiettano contro un relativo contrario

    nato a fronte

    come una carta dei tarocchi
    la veste magica indossata dal matto

    ripetizione sillabata lenta, ossessiva.

    Oppure.

    L’amore è una fotografia
    perisce d’acqua e poi si macchia di colori
    ora che autunno.

    Ora che è autunno
    l’amore corre, oltrepassa
    perché è vecchio, perché è stanco
    e si riposa sui braccioli di un divano antico
    sotto la luce di Versailles.

    L’amore, così lontano, moltiplica.

    Inutile chiamarlo
    il vento lo riduce a un sussulto di fiato
    è dietro l’angolo, sverna
    cucina molliche tonde di pane
    nella cambusa dondolante

    apparecchia i tavoli
    si copre perché ha vergogna
    di tutto questo andare e venire.

    L’amore, sotterrato e rimosso.

    Lui sa, mi torna accanto la notte
    nella polvere del mio rifugio lui torna
    assale il sogno
    lo muove con le sue mani morbide di miele.

    Lui sa, non ferisce, non addolora
    non soffre quando è aperto come un libro
    quando è bianco, lucido di volo.

    L’amore, così lontano
    conosce la mia casa
    il mio verbo esitante
    e tutte le canzoni versate

    conosce e non si aggiorna, lui è.

    Quando lo cerco e non si fa trovare
    quando lo voglio e non si fa toccare.

    Lui è, così lontano

    e mi discende, dolce.

    Iole Troccoli, 3 ottobre 2011

    Sezione A
    Accetto il regolamento e ogni sua clausola

  22. NINNA NANNA PER L’ITALIA #626

    Piangi pure , bambina.
    Il mio tempo te l’ho già dato.
    di quello buono
    tagliato bene di spalle aperte e sicure,
    di fronte imperlata,sudori gibbosi.
    E’ il mio di tempo
    che se n’è andato
    passato direttamente dalle Marlboro
    al drogarsi pesante del cambiare canale.

    …’fanculo bambina
    ’fanculo a te ed al tuo pianto.
    Alle borse svuotate alle falde degli occhi
    per un terzo turno
    che assapora polvere ed amianto.
    Almeno tre figli al giorno
    impolverano un’alba già nera
    ….e non piangi per loro?
    Caduti in battaglia per difendere te.

    ….e allora piangi bambina
    quando sarai madre, t’abbraccerò.

    ED WARNER-SEZIONE B-Accetto il regolamento e ogni sua clausola

  23. Maree

    Le scale ad ansa per risalir
    la foce dei tuoi sciami verbali.
    Tenteranno di torcerne i rami
    nel loro giorno di conquista.

    Di legno fradicio e sprangato il panorama
    e al di qua gentile il vetro che riflette
    la coagula pensosa rintanatasi tra i denti.
    Frapponi le ore alle pieghe della veste,

    siedi tranquilla e sorseggia
    il blando gorgoglio dell’orologio
    che semina i suoi passi
    lungo il tempo che esplori.

    Saprai ridere quando il caso lo vorrà,
    tacere i giorni esplosi di frastuono
    che spigoli abnegante per trovar risposte
    insite e semplificate nel silenzio.

    La tolda cui risali
    l’acqua che abbandoni
    Gli ultimi rapiti sguardi
    semichiusi per un mai sapersi.

    Mi dimetto dal mio seggio di profumi,
    scendo i pochi abbracci che mi attendono
    appostati su l’andito. Può non essere impossibile?
    Un rancore d’ora innanzi, dai riflessi a perla.

    Christian Iacomucci
    Sezione B
    Lo spreco dei vent’anni, 2009
    Accetto il regolamento in ogni sua parte.

  24. ARABESCHI

    Ricamare arabeschi con le parole,
    orizzonti infiniti di cieli azzurri,
    rondini di mare si tuffano in onde,
    oceani di silenzi parlanti,
    profondità d’incontri segreti,
    creature dallo sguardo incantato
    fra coralli graffianti.

    Occhi specchi di un anima,
    che ricerca il suo io
    fra le pieghe del tempo.
    Goccia di lacrima,
    increspa il lago silente,
    mentre il cigno morente
    dolce nirvana,
    spalanca un ultima volta le ali.

    Frugare fra antichi ricordi,
    il dolce avanzare dell’oggi
    di un domani incerto,
    speranza dell’attimo d’amore,
    nella nascita di un fiore
    sbocciato in quel breve sospiro.

    Gli arabeschi disegno parole
    incise sui cuori feriti
    nei desideri sognati
    e mai realizzati.
    Camminare fra di essi,
    sentire il respiro sulla pelle
    di chi soavemente s’illude
    in un canto d’amore.

    L’anima posseduta,
    ultimo ma non ultimo arabesco
    che l’essere ha di vero
    di suo.
    MARZIA ORNOFOLI
    29/09/11

  25. Antonella Troisi
    Sezione B
    AAVV – Poetarum Silva -Samiszdat N°27, 2010

    Accetto incondizionatamente il presente regolamento e l’autorizzo al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Titolo: Dov’eri

    Dov’eri
    quando la lama infuocata
    mi colpiva la faccia
    – dov’eri? –
    Un nodo scorsoio
    stringeva stretto
    stretto
    il cuore
    Dov’eri padre?

    Ora come allora
    intorno a me
    sabbie mobili

  26. Antonella Troisi
    Sezione A

    Accetto incondizionatamente il presente regolamento e l’autorizzo al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Titolo: Madre

    Amore
    Odio

    Amica univoca
    Un segno
    Trascinata a fondo dai rimorsi
    Affogo in acque gelate
    Strati di ghiaccio si richiudono su di me

    Un segno
    Nulla più…

  27. Fabiola Farina, sezione B, “L’UNCINO CHE TRAFIGGE L’ANIMA” edito nel 2009,dichiaro di accettare il regolamento del concorso in ogni suo punto.

    ANORESSIA

    Non mangio
    e rimango muta nel letto,
    non bevo
    e ascolto il mio corpo…
    dissolvenza…
    leggerezza…
    Non mangio
    e rimango muta nel letto,
    non bevo
    e ascolto il mio corpo…
    dissolvenza…
    leggerezza…
    trascorrono i giorni
    poi i mesi,
    e pezzi del mio corpo si disciolgono
    come per una magia che non comprendo.
    Accarezzo le mie dita,
    sento le piccole ossa e la pelle morbida e sottile ricoprirle.
    Ho freddo.
    Ricaccio la testa sotto le coperte col minimo movimento.
    Più leggera sono
    Più riesco a toccare il mio scheletro,
    più leggera sono
    più la realtà si allontana da me.
    Non odio il mondo
    Non voglio apparire,
    mi voglio “sentire”,
    mi voglio percepire”,
    mi voglio abbandonare …
    e chiudo gli occhi
    sono sola.
    Dormo
    Mi sveglio
    Dormo
    La stanchezza mi aiuta a percepire la presenza dei piedi
    Delle gambe
    Del bacino…
    Solo la testa mi crea fastidio…
    Non riesce ad essere leggera
    Lei!
    Il collo sottile non riesce più a reggerla dritta
    Non vuole reggerla più…
    Se solo smettesse di farmi male!
    Sono le immagini che la percuotono,
    Ma come le getto via le immagini?
    Si auto alimentano loro!
    Mangiare,
    saziarsi di cosa?
    Non trovo che buio,
    e
    consigli,
    buio
    e
    consigli…
    ma l’affetto dov’è?
    Ne ho bisogno..
    L’unico cibo…
    Non mi viene dato…
    Pretese di un fragile animo…
    Mangerò,
    forse,
    domani….

  28. Fabiola Farina, sezione A, dichiaro di accettare i termini del regolamento del concorso.
    AL MARE

    Protetta
    da un inverno di lana,
    odo gli umori
    del mare in burrasca.
    La risacca
    violentemente rapisce
    i segreti del mio spirito
    mentre
    la spuma bianca
    esplodendo in uno sghignazzo,
    mi riporta
    l’infranto cuore.
    Nell’azzurro di un bacio silenzioso
    i nostri sogni
    si fusero
    per poi
    schiantarsi,
    all’improvviso,
    sullo scoglio
    che
    in lontananza
    spruzza ora scintille.
    Rotolandosi sulla sabbia
    le onde si accavallano,
    mordendosi l’un l’altra
    mentre io
    affogo,
    silente
    nella solitudine
    di un roboante immenso.

  29. Daniela Ferraro. Sez.B. Poesia edita sull’antologia “Se sbaglio, mi corrigerete..” Ursini Edizioni, luglio 2011. Accetto i termini del regolamento del concorso.

    FERMENTI.

    I fermenti del cuore
    non hanno voce,
    però fanno rumore…

    Ed è sibilo d’ombra,
    frullio d’ale,
    fruscio dell’onda
    sull’immota battigia,
    sussurro d’erba
    e crepitio di lave,
    echi di vento
    in levigate strozze.

    Raccoglie il marinaio,
    tra incerte trame,
    un brivido di nembi.
    Ed ammaina la vela,
    di essiccato sudore
    irrora il petto,
    frementi i piedi
    sull’indurito legno.

    Daniela Ferraro (16/10/2011)

    Daniela Ferraro. Sez.A. Poesia inedita. Accetto i termini del regolamento del concorso.

    SIGILLI D’AMORE.

    Rimbalzano le nuvole…
    Le vedi?
    Srotola il cielo
    le sue turrite vette.
    Immacolati varchi,
    sprazzi d’azzurro
    su spauriti sigilli
    di un amore
    che in sé si strugge
    e in sé non trova scampo.
    Barcollanti pensieri,
    ombre di dubbi,
    reami sconcertati
    in cauti slanci…
    Vola l’amore
    su ondulati timori
    e il cuore affligge
    d’ombre di sole
    troppo accecante al guardo.

    Daniela Ferraro (16/10/2011)

  30. Grisanti Maria, Sezione A,dichiaro di accettare i termini di regolamento del concorso.

    Croce

    Mi pesa sul capo
    ma sono forte.
    Le mie spalle la reggeranno
    anche questa volta
    come sempre.
    A volte il peso e’ sbilanciato
    quasi camminando mi fa cadere,
    alzo un braccio e la centro
    ora vado dritta.
    Nemmeno se inciampo finisco a terra
    nemmeno se la notte giunge dopo l’alba.
    Non vedo piu’ nulla
    ma continuo ad avanzare.
    L’importante e’ rimanere in piedi
    come ora sono.

  31. Donna non vestita di colori ma di un colore,
    l’azzurro non del cielo, il nero non di lutto ma
    nero o azzurro è il tuo burqa.

    cammini piano e vedi poco
    da la sotto come fai,
    nel tuo burqa puoi inciampare
    e i bambini puoi far male

    zitta, zitta te ne stai
    e dal tuo burqa capirai
    il tuo colore prefereti è il rosso
    giallo e blu
    proprio quello che vuoi tu.
    luigina de simone
    31 03 1980
    sant’agata de goti
    sezione A ho letto il regolamento

  32. annamaria milazzo. sezione A. accetto il regolamento

    … ma come non hai mani (?!)

    tu hai mani
    braccia per scaldare
    gambe per correre lontano

    tu, io tutti
    abbiamo catene e lacci slegati
    il tepore di un petto
    spalle forti e larghe come un letto
    avvezzo al pianto ed al riposo

    abbiamo qualcuno che ci ama
    e qualcun altro che ci usa

    abbiamo un dito al culo per fottere l’occorrenza
    ma siamo quattro fessi vigliacchi senza morso e senza versi

    abbiamo il dolore del ricordo
    di genitori bianchi come letti stanchi
    di anni e sofferenza nel vederli
    – resta viva, nei lati oscuri, la voglia di ucciderli –

    perché le loro mani
    le braccia e i petti
    non trovano la forza

    ho strade parallele alcolizzate
    e boccioli drogati

    ho tanto male nel vedere sofferenza

    ho nelle orecchie il respiro di un bambino
    legato da tubi come cappi
    ed aghi conficcati al cuore

    ho che ho pochi soldi ma non c’è paragone
    tra la moneta e la vita
    l’ultima non rinasce
    e mai rivedrà il futuro

    ho che ho schifo del baratto
    degli ipocriti e degli opportunisti

    ho
    sotto le costole
    qualcosa che batte lentamente
    – strano dolce amaro intriso d’indolenza –
    dove gli spazi si camuffano d’infinito
    e l’eterno non è altro che un limite
    abusato ed illuso fino al midollo
    che si crepa di bugia in bugia
    per tornare all’origine
    alla cellula madre
    al petto
    all’abbraccio

    impietrito

    mancato

    sfranto

    1. mi scuso per l’orribile errore ma in quel momento pensavo ad una donna! ops… pardon!!! :)

      1. sì, magari!!! c’è quell’apostrofo nella terza strofa che mi sta facendo venire l’orticaria? :)
        Se poteste farlo voi ve ne sarei grata! grazie :)
        … e buona serata…

      2. Sistemato senza problemi! Tranquilla, i refusi per velocità di battitura capitano a tutti, anche ai più esperti scrittori web! :D

      3. Per cortesia, potreste togliere i miei due testi dal momento che li stanno plagiando? grazie!

  33. annamaria milazzo. sezione B. accetto il regolamento. testo pubblicato in Equi-Libri, vol. I

    Se… d’Improvviso

    Se… d’Improvviso…

    il temporale inumidisse il bosco
    e le radici infittissero gli sguardi
    fin dove un briciolo di luce
    rigeneri il calore

    forse lì

    vorrei trovarti
    tra le foglie bagnate
    a dare vita alla vita
    e umido alle mani

    Attendo il crollo degli sguardi
    fino alle nudità del cuore
    dove scoperto si mostra il tuo respiro
    a sussurrami dietro i lobi

    di quanto Amore c’è nell’aria pregna in vibrazioni

    Nell’ascoltarti piango meraviglia e grido
    che il Tempo non si fermi mai
    per rimarcare passi antichi sulla roccia
    finché si levighi il dolore

    e tutto taccia

    e… d’Improvviso…

    ha un taglio triste ai bordi
    la bocca del ricordo
    che sembra stia ridendo

    Non smette mai di bere e gocciolare sangue
    e si nasconde al crepuscolo di un sogno

    Non è la negazione il solco
    che traccia i limiti del vuoto
    ma l’inesistenza a rendere il vuoto
    un solco senza più confini

    Tutto ciò che era sarà per sempre
    e il resto è una danza sospesa
    tra la volontà e un’ipotesi

    Immaginando

    d’Amore
    il Respiro
    l’Appartenenza

    La tristezza è solo un taglio

    Uno dei tanti

    1. potreste togliere i miei due testi dal momento che me li stanno plagiando? grazie!

  34. “L’interna fiamma …
    la febbre di andare…”

    Supera le citta
    di cemento e asfalto
    supera le autostrade
    sempre più congestionate
    supera i cieli così affollati
    da non far volare più gli uccelli
    supera i mari dove mercurio, piombo
    e cromo e petrolio hanno distrutto la vita
    Parti per le steppe, i deserti,
    le grandi montagne, dove il vento
    sarà l’unico compagno
    al tuo viaggio
    e l’urlo della poiana
    l’unica voce che sentirai,
    nessun luogo ti basterà
    per più di un giorno,
    incontrerai i pastori erranti
    dell’Altai che ti offriranno
    latte cagliato col miele
    Incontrerai una antica città
    dalle mura di pietre
    rosse al tramonto
    ma non ti fermerai
    perchè in te brucia
    l’ interna fiamma….
    la febbre di andare…

    sezione A poesia inedidita Accetto il regolamento del concor

  35. Michele Massa
    sezione A
    accetto il regolamento
    massa.michele@gmail.com

    Perché l’amore…

    Perché se dovessi cercare l’amore,
    non mi sveglierei all’alba;
    aspetterei il tramonto.
    Quando il sole è basso e non disturba
    e non ti costringe a chiudere gli occhi,
    ma si lascia ammirare
    perché quel sole ha avuto la forza di bruciare tutto il giorno
    e la sera è ancora caldo.

    Perché se dovessi cercare l’amore
    non andrei a cercarlo tra i germogli
    o tra i mandorli in fiore,
    perché quel profumo è inebriante,
    ma dura un attimo, un giorno, un mese.

    Perché se dovessi cercare l’amore
    non andrei alla sorgente,
    ma mi spingerei oltre
    perché l’acqua è fresca ma non ha conosciuto il mondo.
    Non ha percorso sentieri, valli, boschi e prati.
    Perché non ha incontrato strapiombi
    e non si è gettata nel vuoto,
    per poi schiantarsi con forza
    e continuare la sua corsa.

    Perché se dovessi cercare l’amore
    non lo cercherei nella giovinezza
    perché essa è fuoco che brucia,
    è ardore, ma si consuma.
    È passione, forza e delirio.
    È tempesta di tuoni, è solo possibilità.

    Perché se dovessi cercare l’amore
    aspetterei la vecchiaia,
    perché sarebbe un gesto,
    una spalla su cui appoggiarsi
    quando la schiena non regge.
    Perché esso sarebbe conoscenza e mare:
    di quegli oceani profondi
    e contenitori di ogni specie.
    Perché se anche il tempo è stato in grado di invecchiare,
    l’amore è rimasto giovane.

  36. La luna ornata.-
    Come ornato di orecchini
    appare il tuo volto
    sospeso su un tralcio sottile
    e tremolante tra trasparenze
    di pizzi antichi.
    Ora ogni soffio attende il sogno.
    L’aurora non può entrare perché
    impedisci l’ardor del sole
    nei profumi che invaghiscono nel tuo notturno.

    Francesco Paolo Percoco 3/3/11

  37. sezione B

    Raccontarsi

    raccontarsi di un viaggio, dalla pianta del piede
    alla ciocca bruna attorciagliata sui seni
    perdonarsi lo sguardo, sciolto,
    come mascara dopo la pioggia

    ci guardiamo lentamente, nella corporatura
    del pensiero esiliato, sul fondo del mare che

    [dispera]

    e scomparire, nella pelle incerta per chiedere
    alla bocca questo inverno che mi devi.

    Antonella Taravella

  38. Edera

    Abbarbicati alla speranza
    della minor rinuncia,
    conservo nel cuore lo
    scrigno di gemme mai fiorite,
    impollinate
    dal vapore del mondo,
    dall’ombra di volti amati.
    dalle voragini negli occhi
    dagli abissi dell’io.
    Si distilla la notte
    nel plenilunio,
    nel gorgoglio dei suoi mari,
    canto senz’aria
    le verità dei sogni.

    sez.A Cervellera Michelangelo- accetto il regolamento

  39. Piera Anna Masia
    sezione A
    accetto il regolamento

    Ottobre -acrostico-

    Ogni lineamento di questa sera
    torna come un’eco, affonda e poi
    traspare sotto forma di densa ruga
    offre allo specchio altri imprevisti,
    bocca di grano e labbra sottili
    riflessi nel prodigioso oggetto.
    Ecco, mi scrutano, le nudità che non so dire..

  40. Ci sono giorni

    Ci sono giorni
    che vorrei non finissero mai.
    Giorni nell’armonia
    di mare e cielo fusi all’orizzonte,
    che sanno di spuma di mare
    alzata dal vento.
    Giorni che al mattino
    sanno solo di noi,
    arrendevole io
    e tu acqua per la mia sete.

    Chiesi Elena Sezione A Accetto il regolamento.

  41. Laura Mercorillo
    sezione A
    accetto il regolamento e ringrazio la redazione della possibilità di partecipare al concorso

    La speranza è un’imbarcazione di fortuna,
    di carta la geometria
    Gli uomini di coraggio ne caricano la conchiglia del peso della vita
    e remano
    a bracciate leste,a vento contrario
    Altri, che cedono alla furia del mare
    ne abbandonando i remi
    e affondano nell’oblio l’evanescenza di sogni e desideri

    1. *chiedo scusa dell’errore sul finale

      La speranza è un’imbarcazione di fortuna,
      di carta la geometria
      Gli uomini di coraggio ne caricano la conchiglia del peso della vita
      e remano
      a bracciate leste,a vento contrario
      Altri, che cedono alla furia del mare
      ne abbandonano i remi
      e affondano nell’oblio l’evanescenza di sogni e desideri

  42. Cinzia Pallucchini -sezione B dichiaro di accettare i termini di regolamento del concorso

    Titolo: Sotto il peso del giudizio mio – pubblicata sull’antologia poetica “Adamo ed Eva” S.D. Collezioni Editoriali finito di stampare nel mese di settembre 2011

    Sotto il peso del giudizio mio

    Si confonde nella mente
    il senso di ogni cosa.
    ci vuole tempo
    per imparare dagli sbagli
    e dagli sbagli altri se ne faranno.
    La consapevolezza sta nel sapere ciò che si fa
    ma non si sa il perchè accada ciò.
    Sapere ma continuare a percorrere
    quel filo, appeso nel vuoto,
    in punta di piedi, con i pensieri miei.
    Dov’è il senso della noia che ci attanaglia,
    del voler ciò che non è per noi,
    abbracciare l’immensità
    e perdersi nella banalità
    di un giorno, o di riempire le ore di respiri.
    Eppure niente è uguale a ieri
    e oggi non sarà domani.
    Cosa sarà mai poi sbagliare
    se a piegarsi saranno le mie spalle
    sotto il peso del giudizio mio.
    – non bisogna mai sputar per aria –

    Cinzia Pallucchini – sezione A dichiaro di accettare i termini di regolamento del concorso

    Titolo : Sospetti

    Sventolano senza vento
    in attimi di paura
    tra le pieghe del tempo
    si insinuano , sviscerando
    ansie profonde
    in pensieri composti
    filtrano sogni
    inzuppandoli di fiele
    e cadono nella realtà
    con un tonfo
    dominando il silenzio

    1. A POEM 194 – NON UNA SERATA QUALSIASI

      C’è un piccolo bar
      a Rialto
      dove chi passa
      può lasciare
      una scritta sul muro.

      Ma nessuna delle migliaia
      di frasi
      è bella quanto
      la nostra.

      Ripassarci stasera
      senza di te
      è stata una daga nel cuore.

      Era davvero, la nostra,
      “non una serata qualsiasi”.

      Sabina Biasuzzo SEZIONE A POESIA INEDITA. Accetto il regolamento.

  43. A POEM 132 – AVEVO LE MANI

    Avevo la mani piene d’amore.
    Scalpitava, traboccava,
    esondava nella strade,
    riempiva i mari,
    i cieli…

    Avevo la mani piene
    dei tuoi occhi, del tuo sorriso,
    delle tue parole…

    Ma come la neve al sole si scioglie
    tra le mani e diventa acqua,
    che scivola tra le dita,
    così le mie mani sono rimaste vuote
    d’amore
    di sorrisi
    dei tuoi occhi…

    23.03.2011

    Sabina Biasuzzo SEZIONE B POESIA EDITA. Sarà pubblicata sulla raccolta VERRA’ IL MATTINO E AVRA’ UN TUO VERSO 2011, in uscita a dicembre 2011. Accetto i termini del regolamento.

  44. VOLO
    Mai potro’sfuggir alla tua bocca,
    al tuo dolce respiro,
    né mai negar alla
    mia mano accarezzar la pelle.
    Berro’di te gocce di liquore
    ad ingannar oblio.
    Per ogni petalo un bacio.
    Toccami ancora,
    affonda le tue mani,
    abbracciami come la notte,
    abbracciami come il giorno,
    svegliami se dormo,
    che amor e fuoco mi esuli.

    Della mia anima faro’segreti.
    Scritte le note si ad accordar
    musica e suono si tanto in alto.
    E…..
    Risveglierà natura e fiori e stelle.
    Luna e sole impareranno a far l’amore
    e giu’ dal cielo sulla terra pioggia di gioia
    legheran per sempre carne e anima,
    in un vibrar perpetuo
    di bianchi amplessi.
    E sia vita!!
    Che la giovinezza brilli per sempre,
    che la speranza viva l’azzurro del mare.
    Verde la foglia, buia la notte,luce al giorno
    e sia male e bene senza mai ferire questa infinita fortuna
    FRANCESCA SANTANGELO
    SEZ A
    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  45. Ti voglio bere.

    Assuefatto di te
    voglio iniettare nelle mie vene
    il tuo sorriso,
    sentire caldo scorrere nelle vene il tuo riso,
    perdermi nella tua essenza
    crogiolarmi al calore del tuo corpo
    sentire vivo il tuo piacere
    piangere al tuo godere
    saziarmi della tua saliva
    risucchiarti via l’anima viva,
    ti voglio bere
    come bevo vino
    come bevo birra
    come bevo te
    voglio affogare in te
    voglio ubriacarmi di te
    voglio dimenticarmi tutto
    tranne di te.

    Karl Munch
    Sez A
    accetto il regolamento in ogni sua parte.
    karlmunch.blogspot.com
    karlmunch@email.it

  46. TERRA DI FUOCO

    La mia terra è terra
    che al mattino segue l’alba
    e la sera torna nel ricordo.
    Profuma di piccole mele acerbe cotte al sole
    e di mare che non piange sale.
    La mia terra è un grido che passa sui giornali
    come allarme per un giorno.
    È infinita –
    un cielo che non conosce toni grigi.
    È terra che inghiotte il fuoco
    dentro e fuori dalle bande.

    (Arturo Montieri)

    Sez A
    accetto il regolamento in ogni sua parte.
    montieri@gmail.com

  47. IL GENIO DI ALADINO

    Oggi, in un giorno, puoi fare breakfast
    a Roma e poi volare per un work
    a Londra, o a Parigi, o a New York,
    per poi cenare a Tokyo o a Belfast.

    Io preferisco Quark e SuperQuark,
    stando seduto, per scoprire il mondo,
    e un bacio cibernetico e giocondo
    mandare ai figli spersi, a sera, in Skype.

    Se penso a quelle povere scoperte
    del nonno, che partiva a mattutino
    col mulo, per le grave del Gargano…

    un grazie mando a Internet che in rete,
    come se fosse il Genio di Aladino,
    mi scopre il mondo e tutto il cosmo arcano.

    Filippo Pirro f
    pirro@email.it
    Sez. A
    Accetto il regolamento in ogni sua parte

  48. Concorso Oubliette ottobre 2011
    Partecipo alla sez. A con la poesia “A passi lenti” ed accetto il regolamento.
    Grazia Genovese

    A passi lenti

    A passi lenti
    percorro strade desolate,
    rivivo le tue gioie,
    gli affanni, le angosce,
    le speranze perdute.

    A passi lenti
    cammino nella nebbia,
    folate di vento
    m’inseguono,
    gufi notturni
    mi investono,
    a mani vuote,
    odorose d’incenso.

    A passi lenti
    cammino nella notte,
    seguo la scia
    del tuo nome,
    fiore smarrito di zagara
    intravedo le orme lievi,
    polvere d’oro,
    le pagine della vita.

    A passi lenti
    mi sveglio, i tuoi sorrisi
    impressi nei miei occhi
    ricordi di vissute primavere.

  49. Con il presente invio la mia opera per il concorso in oggetto per la Sez. A. Dichiaro di essere il titolare dell’opera e di accettare le regole e norme del concorso.
    Cordiali saluti.
    Gabriella Afa
    email: penelope_2000@hotmail.it

    QUESTA NOTTE

    Questa notte
    la mia anima
    raccoglie i pezzi……

    Dipingo la neve
    e mi innamoro di immagini
    che avevo smesso di disegnare…..

    Questa notte
    finalmente mi sorride
    e mentre il giorno dorme ancora
    lune e stelle pungenti
    mi mandano in fili d’argento
    gli odori dell’infinito.
    Ed io volo
    viaggiando con i desideri
    sapendo che a te si arriva
    solo dormendo.

    Questa notte
    le strade sono deserte
    come pagine bianche
    di un testo mai scritto
    ma il suono delle parole
    non pronunciate
    è un fuoco che mi divora l’anima…..
    e al confine
    tra illusione e follia
    finalmente
    un’aurora calda e lucente
    dimora nei miei occhi stanchi.

    Fremiti e ronzii
    rimbalzano nel vuoto
    la notte ha chiuso finalmente gli occhi
    e nell’alba ovattata
    che mi corre incontro
    la mia vita si invola
    come vento d’amore svestito
    e nell’angoscia
    di un’assenza presente
    muoio tutte le mattine.

  50. Con il presente invio la mia opera al concorso in oggetto per la Sez. B. Dichiaro di essere il titolare dell’opera e di accettare le regole e norme del concorso.
    Cordiali saluti.
    Gabriella Afa
    email: penelope_2000@hotmail.it

    I SOGNI E LE STELLE

    Ecco
    scende sul mondo la sera.

    Un’altra sera fatta delle ultime grida delle rondini
    e del soffio del vento tiepido di sole dorato,
    di colori caldi che feriscono gli occhi di lacrime
    per la loro bellezza…….

    Ed io
    anche solo per una sola notte
    vorrei essere la signora delle stelle,
    per raccogliere tra le mie braccia
    i sogni di tutti
    portarli in alto nell’infinito
    e accendere ad una ad una le stelle,
    perché ogni stella che brilla nella notte
    è un sogno che vola nel cielo……

    E tutta la notte,
    notte infinita, profumata di silenzi
    volare così da un sogno ad un altro
    da una stella ad un’altra
    fino a che……

    Il sole si accende piano piano
    di viola, di azzurro, di arancio, di rosa
    ed esplode in un miracolo continuo
    che è l’alba di un nuovo giorno.

    Ed io con gli occhi pieni di stelle e di sogni
    torno da me, alla mia vita
    portando sogni e stelle per colmare la mia anima di infinito.

    Dal Libro D’Arte ” I Sogni e le stelle” della EGS Edizioni di Lendinara (Ro) – Anno 2011

  51. UNA SERA COME ALTRE

    Serata accartocciata e clima accanto
    lo scricchiolio di oggetti come su navi in sosta
    a bordo nessuna presenza.
    Movimenti nella stanza
    uno sguardo dalla finestra
    l’attesa della mano incavata nell’altra mano
    il buio sul soffitto attento
    il sangue di oggi e quello che verrà
    note a margine e cartoline da
    il volume che occupo ristretto a

    poi la caduta pesante del buio

    dal soffitto

    sopra il letto

    sul corpo
    Mauro Barbetti sez. B da “Primizie ed altro” ed. La Scuola di Pitagora
    Regolamento letto ed accettato

  52. SUL PALCO DELLE ILLUSIONI

    Anche questa sera, io,
    la Lolita vestita di sogni e speranze,
    danzo su questo palco delle illusioni
    di fronte a indiscreti sguardi
    che si posano languidi sul mio corpo
    scrutando ogni mio gesto e movimento.

    Io, la Lolita di questi uomini,
    di queste sagome appena visibili
    nell’impercettibile buio di un locale
    sperduto nelle ansie di una vita…
    Loro … che si avvicinano avidi di potere,
    che si sentono i padroni della mia notte.

    Loro, che domani al risveglio
    abbracceranno la triste realtà
    di una fiaba che avrebbero
    voluto vivere ma che invece
    hanno solo per un istante sognato.

    Io.
    Io che questa notte mi vestirò di niente
    per dare passione e inquietudine,
    io con il volto di bambina
    costretta ad essere donna,
    a dimostrare una femminilità
    che ancora si nasconde
    dietro bambole che riempiono
    gli armadi della mia esistenza,
    di un’infanzia che mi è stata strappata
    senza chiedermi il permesso.

    Uomini.
    Seduti sulle loro illusioni,
    sulle mille convinzioni
    che una banconota sventolata
    possa riempire di amore
    le tante situazioni mancate
    e un’esistenza che ha il sapore del nulla.

    E domani sarò di nuovo qui,
    a ballare e ad ascoltare il mio cuore
    che velocemente aumenterà i battiti
    e picchierà sul tempo di questa malinconica follia,
    che ancora una volta mi vestirà
    di ingombranti respiri
    di inutili corpi maschili.

    Alba Saiu – sezione B- poesia edita – tratta da “Bolle di vetro” Rupe Mutevole – 2011- accetto il Regolamento ed ogni sua clausola

  53. 15 ottobre

    Dopo tutto eccoli,
    gruppi di persone,
    unite,
    in un grande movimento,
    fluido.
    Procedono a braccetto,
    si scambiano sguardi,
    gridano all’unisono,
    vogliono scrivere il domani.
    Sono ragazzi, ragazze,
    uomini e donne,
    lavoratori fissi e precari,
    comunque uniti.
    Sventolano bandiere,
    reggono striscioni,
    vogliono sorridere al futuro.
    La condivisione del momento,
    il confronto,
    l’attesa,
    l’intruso.
    Qualcuno grida,
    altri scappano,
    sale del fumo.
    Il cielo si scurisce
    mentre la terra si sgretola,
    le vetrine si incrinano
    alla violenza del sasso.
    Braccia che si ergono,
    urla, fumo,
    ancora sassi,
    bastoni,
    un bagliore.

    Il calore aumenta,
    la fiamma si espande,
    il carabiniere scappa,
    si sopravvive.
    Stupore,
    disperazione,
    delusione.
    Il più forte
    si impone
    ancora una volta,
    con violenza.
    Il terrore,
    lo spavento,
    soffocano gli animi.
    Volevano esprimersi,
    mostrarsi uniti,
    pacifici,
    non violenti.
    Appare un’ombra,
    un’immagine scura,
    non definita,
    un persona nascosta,
    scappa.
    Parole che sfumano,
    carcasse metalliche,
    frammenti di vetro,
    di carta,
    di pietra.
    L’aria gelida,
    il dolore,
    la tristezza,
    dominano lo spazio.
    Non la violenza
    spegnerà i nostri animi.

    Enrico Bocciolesi, sezione A,
    Dichiaro di accettare il regolamento.

  54. Concorso Oubliette ottobre 2011
    Partecipo alla sez. A ed accetto il regolamento.

    “ E ritorno in ginocchio,
    fradicio di desideri e pensieri,
    schiaffeggiato dalle mie stesse passioni
    mischiate in questa nebbia
    che riconosco ancora in questo verde fittizio
    che urla disperato un’anima più libera
    che ancora non conosce
    ma che forse ha già visto nei sogni già passati
    mascherati di qualcosa
    che forse è ancora irraggiungibile.

    E forse ancora vestito con abiti di pregiudizi,
    ho abbracciato i vostri sguardi persi
    che ancora il mio non riconosce
    e sapere che ancora vivo in un mare sconosciuto
    prendo a schiaffi quelle onde
    che a volte, mi passano davanti.

    E mi chiedo se questo può essere freddo!
    Questo che mi raschia la gola.
    Questo che mi lascia spaesato,
    che ancora mi gela le mani e mi fa chiudere gli occhi.”

  55. Concorso Oubliette ottobre 2011
    Partecipo alla sez. A con la poesia “PORTAMI VIA…” ed accetto il regolamento..
    ALTANI Maria Angela

    PORTAMI VIA…

    Portami via
    nel tuo mondo speciale
    vicino ai sogni
    e lontano dal male.

    Portami dove
    vola la fantasia
    in quel mondo sereno
    e pieno di poesia.

    Portami verso
    quel sole cocente
    che sciolga quel ghiaccio
    che mi blocca la mente.

    Portami dove
    l’eterno è infinito
    e colora il mio mondo
    da troppo tempo sbiadito.

    Portami via…
    ora voglio volare!
    Stringimi forte
    e fammi sognare…

  56. ALTANI Maria Angela – sezione B- poesia edita – tratta da libro“FRAMMENTI DELL’ANIMA” – accetto il Regolamento ed ogni sua clausola.

    PIERROT
    (anno1992)

    Sorridi ma il tuo cuore piange
    perché lui non sa mentire
    osservi i tuoi occhi stanchi
    del tuo lento patire.

    E provi a recitare
    il film della tua vita
    nascondendo il dolore
    dietro una maschera sbiadita.

    Chi sa, chi vuole e sente
    può leggere il tuo sguardo
    mentre un sorriso mente
    ad un destino cieco e bastardo.

  57. Chiara Orefice
    Sezione A, poesia inedita
    Dichiaro di accettare il regolamento

    IL TUO VIGILE E NOTTURNO SGUARDO QUIETO

    Le tempie tese stringono un segreto:
    non è vacuo e da sempre sa vedere
    il vigile e notturno sguardo quieto
    che seppe, e so che scelse di tacere.

    Mi chiedo se il dovere che mi assegni
    sia l’ombra ricercare, star celata,
    scordare per tacere, come insegni,
    il sogno che a te nacqui destinata.

    Non posso sfiorar te ma a te ritorno.
    Non posso, se di sete mi consumo
    in atroci e grigi albori senza giorno,
    riuscire a dissetarmi di profumo.

  58. Mariella Mulas
    Sezione A, poesia inedita
    Dichiaro di accettare il regolamento

    Tempo sfiorato d’amore

    Lieve orizzonte
    d’amabile percorso
    fu averti sfiorato il tempo..
    Tu, che sei insondabile
    avventura d’ogni tempo
    in rivoli di allegri sguardi…
    Tu, che consegnasti
    panorami di intrecci d’amore
    nelle pergole ombreggianti
    i miei passi…
    Adoro sempre il ricordo
    di quel sorriso fugace,
    simbolo della tua timidezza,
    cerco ancora l’alba
    nei colori di occhi
    che sollevavano giorni
    dalle nubi e, ricamo vesti
    per ogni ora di giubilo donato…
    Resta impalpabile quel profumo
    di gote che incontravano
    le labbra, ora che
    sei nel fiato del vento
    che va oltre le mie mani vuote.

  59. Mariella Mulas
    Sezione B, poesia edita 2010
    Tratta dal libro ” Al rumore di risacca l’onda della vita” Ed. Akkuaria
    Dichiaro di accettare il regolamento

    Monotonia vitale

    E lento sembra scorrere
    in parvenze
    di luci e ombre
    il fiume.
    Gonfio di gocce
    respira
    calmo e definito
    come biscia sinuosa
    in un letto di ciottoli,
    e avanza per il mare.
    Ondeggia il fianco
    sul verde di arbusti
    e invita,
    prono a dissetare,
    la vita che guarda.
    Continua, instancabile,
    l’infinito passaggio
    attraversando
    la monotonia del tempo
    poi si getta in rivoli
    nel profondo grembo immenso
    e, vitale, ancora di luce di sole
    rinasce a monte.

  60. Paolo Francesco Angelo Pintor (PabloRamiro)

    Ho scelto una delle mie poesie inedite, con la quale intendo partecipare a questo Concorso, evidentemente per la Sez. A, accettandone a pieno il Regolamento.:

    Il Vecchio e il Mare (a Mio Padre)

    Se ne stava ore ed ore
    seduto sullo scoglio alto
    ai margini della secca,
    con la lenza in mano,
    a contemplare la calma del Mare.
    Si lasciava cullare
    dal dolce incedere delle onde…
    fino alla battigia della vicina spiaggia.
    Poi si assopiva piano piano
    con l’ennesima cicca appiccicata alle labbra.
    Mi portava spesso con Lui, in quel posto…
    la Domenica mattina presto…
    fin da quando ero bambino!
    A me piaceva tanto vederlo così,…
    immerso nella sua quiete.
    Talvolta mi divertivo di nascosto
    ad aggrovigliare quel filo trasparente
    che Lui tirava lentamente a riva,
    per fargli capire che era ora di tornare a casa.
    Così raccoglieva mestamente
    le poche cose rimaste intorno a Lui;
    e come un rito propiziatorio
    rendeva al Mare le esche avanzate….
    e sorrideva…sorrideva,,,
    come fosse sicuro di tornare lì,
    ogni domenica mattina presto…
    a contemplare la calma del Mare.
    PabloRamiro

  61. Sandro Medei SEZIONE A Accetto il regolamento

    Autunno ‘80

    Foglie arrugginite di un’estate che muore
    Malinconia che nasce con un nuovo autunno
    E il cassetto divora fotografie e lettere
    Immagini e parole di un passato
    Contorni ormai sfuocati e frasi quasi impercettibili
    Brandelli di un’anima frustata dal vento dell’amore
    Note di una canzone che canti ma non senti
    E la rabbia che hai dentro si nutre d’impotenza
    Annega la tua mente in fondo al cassetto
    Dove restano solo fantasmi
    E gli occhi cercano stanchi quegli occhi di cielo
    E quel viso trasparente
    Ma è qualcuno che non c’è
    E d’un tratto è dolore e voglia di gridare
    Hai bisogno di scappare ma il mondo che ti ha voluto
    Ti lega con corde di rose intrecciate
    E non ti lascia andare via.

  62. Sandro Medei SEZIONE B Accetto il regolamento

    SAN LORENZO (Dal romanzo “La stella nel pozzo” di Sandro Medei)
    Questa notte la luna non abita il cielo
    l’afoso giorno ha steso il suo umido velo
    sui prati, sulle cascine, sulle foglie
    e nella stanza della madre straziata dalle doglie.

    È una notte magica, ma l’incanto
    ella spezza col lamento e con il pianto
    stremata, al mondo grida il suo dolore
    il corpo esangue e madido di sudore.

    Volge lo sguardo alla finestra e tende le sue mani
    al cielo infinito e agli astri più lontani
    con gli occhi e le dita rincorre le scie lucenti
    è la notte delle stelle cadenti.

    Lei ancora non sa che di quelle stelle la più luminosa
    in questa calda notte, nel freddo pozzo ormai riposa.

  63. COLORE
    E’ veloce lo schiocco di dita
    Lo facevi con tutte e due le mani
    Mi guardavi, sorridevi, battevi il piede
    scalzo sul prato…
    Quello giallo del nostro giardino.
    L’altalena scriveva dondolii fantastici,
    Parlavi, inventavi, coloravi quel gatto
    immaginario che, con l’azzurro del pelo
    e gli occhi amaranto abitava nella casa rosa.
    Coloravi con i tuoi riccioli quasi rossi la vita.
    Un anno in più scrivi le tue parole sul foglio
    del tuo pensiero. Mi guardi stupita… sei bella,
    mi dici. E’ un colore,,, anche questo. E’ uno
    schiocco di abbraccio fucsia.
    Carmen Biella
    Sezione A
    Accetto il regolamento

  64. Leda

    Eterea e lontana,
    la dama bianca
    seduta nel palchetto.
    Pizzica le corde,
    Elias l’arpista
    in danza segreta.
    Fremono le piume
    di seducente ventaglio
    rapite da sinfonia.
    Iridescenti suoni
    effusi sul nudo collo,
    come fili di perle.
    Languide toccate
    spezzano la distanza,
    adagiate sul seno.
    In fuga di cristallo 
    termina la sonata 
    tra labbra dischiuse.
    Altera musa s’alza,
    della lirica ignara
    profanata per lei.
    Tra guizzi di candele,
    occhi d’artista tracciano
    arabeschi sulle spalle.
    Desolato il cuore,
    quando il cigno
    nel buio scompare.

    Sezione A
    Mercatali Stefania
    Accetto il regolamento

  65. Ricerche

    1.
    Si cerca il motivo
    si scava a fondo
    l’occhio ingabbiato
    le mani nude
    cortei di luci
    aldilà dei vetri
    piccole variazioni
    in partenza dalla tastiera
    bianco e nero lo schermo
    freddo violento taciturno
    pallore mutante implode
    in clonazione di accenti
    mentre l’aria evapora.

    2.
    Si cerca la felicità
    sagome a brandelli
    file interminabili lungo
    le autostrade dei soli
    cataste sacre e profane
    accomunate dal prezzo
    per ogni forma di godimento
    c’è un codice a barre
    per ogni gioia condivisa
    una fila da rispettare.
    Ma torna presto l’ansia,
    bisogna andare per primi
    verso l’inaugurazione
    del nuovo centro commerciale.

    3.
    Si cerca l’amore,
    le labbra si spezzano
    a furia di chiamarlo
    e soavemente declamarlo
    amore amore amore amore
    come un mantra disperato
    grido di sangue e fiato
    fra luce e tenebra.
    Oltre i campi gialli
    il volo senza meta
    la carcassa svanisce
    tra rocce di cartone.

    Enea Roversi
    (Sezione A – Accetto il regolamento del concorso.)

  66. Arianna Zerillo
    Sezione A
    Dichiaro di accettare i termini del regolamento

    Rovistare tra le insensatezze della vita…
    sembra questo il mio scopo,
    e prendere atto che l’accettazione è l’unica via d’uscita.
    Già…uscirne…conquista di un animo rinnovato,
    o vigliacco abbandono del mondo da parte di un pensiero devastato?
    Qual è il vero valore di quest’esistenza?
    Recitare a memoria i versi di un’opera avversa
    o rinfrancarsi all’ombra di un’inarrivabile incoscienza?
    Quando chiedi alla notte un po’ di pace come unico desiderio,
    e lei ti risponde con un NO, di tormentosi sogni foriero
    le domandi perplesso: perché ti sei alleata col giorno,
    già pervaso di un detestabile uguale ritorno?
    Ma al pervenir di nessuna risposta,
    confortevole sopraggiunge il pensiero di un’inevitabile arma deposta;
    Non combattere più, dice la testa…
    Apri quella porta e va via da quest’incomprensibile festa…

  67. Lele Mastroleo
    Sezione A, poesia inedita
    Dichiaro di accettare il regolamento

    …il bambino ha richiuso gli occhi…

    …rimuovi il velo che copre le mille notti e prendi il sentiero che porta all’aurora;
    raduna le fascine che ho raccolto,chiudi a chiave la luna,e copri il pane e il sale,
    ho da attraversare il mondo ancora una volta,questa sera.

    ha chiamato l’anima in disparte.devo raccogliere le parole di una antica preghiera,
    devo raccontare alla mia vita tutte le vite,devo riunire le strofe perdute
    e recitare il mio rosario per ripagare il sangue che ho consumato.

    parto ora con in braccio le mie sole ossa,con in grembo il mio destino,
    sulla spalla i miei capelli e sulle ciglia un disegno antico di cervi e scudi,
    e tra le labbra quel mezzo solito sorriso.

    non mi aspettare luce,mentre chiudi il cancello della nostra casa.
    non mettere a contare i giorni,non girarti neanche a salutarmi
    e se dovessi farlo fallo in silenzio per non svegliare i tuoi figli.

    non riconoscerò la strada che mi hanno insegnato gli anziani
    e non saprò combattere il drago e i leoni,non porterò nemmeno il coltello
    che mi fa paura.non saprò nemmero sellare il mio cavallo.
    avrò mani nude e piedi scalzi.

    prenderò da mangiare le cose che han lasciato sulla strada.
    prenderò da bere solo dai fiumi correnti e dormirò sull’erba,
    e mi racconterò le storie della terra dove sono nato
    per fare compagnia ai miei passi.

    solleverò la polvere dalle dita e ne farò cuscino
    e ruberò le foglie della palma e dell’ulivo per farne giaciglio
    e se avrò freddo sfregherò le mani per tutta la notte
    e il pensiero che avrò di te mi terrà calmo.

    parto ora anche se sto tremando,anche se il fiato mi si spezza in gola,
    parto ora prima che si alzi quel vento tragico di tramontana,
    prima che arrivi l’odore del mare dagli scogli
    e diventi subito mattino.

    vado sulla strada dei miei racconti,vado nudo come quando son nato,
    vado dove l’anima ha chiamato,vado prima che sia tardi.
    prima di trovare tutto già scritto,
    prima che mi abbandoni l’incanto…

  68. Cianfrusaglie abbracciate

    Negli abissi di questa mia casa
    scendo
    incontro cianfrusaglie
    un po’ ovunque riposte.
    Eppure sono pronte
    a riprendere forza
    a riempire la mente con propria strafottenza.

    Sono pensieri
    o emozioni:
    li osservo
    ma non riesco a distaccarmene
    non sono oggetti da distanza scientifica.

    Ma a tratti
    una luce
    un lampo
    rinnova lo sguardo
    e la mente si pacifica..
    Con tenerezza
    come di madre
    abbraccio cianfrusaglie
    e il cuore si quieta.

    NUNZIO MAROTTI
    SEZIONE A

    ACCETTO REGOLAMENTO

  69. Cari saluti

    Al mio via
    comincia a ricordare

    nel discendere la scala
    cheti riportava al lago
    si ruppero le acque

    e il lago cominciava a tracimare

    accorsero i fantasmi
    latrando come fanno sempre
    uno in battere e l’altro in levare

    due gemelli imperfetti

    e aveano la pretesa di trascinarti via
    infino allo spedale i folli!

    ma tu hai comandato
    e sei rimasta lì
    a partorire sulla riva
    tra le alghe dai capelli verdi

    così io sono nato
    ai margini di un mondo

    tra tutti i tuoi difetti madre
    quello più crudele

    ed è per questo che tu
    m’hai sempre amato

    * * *
    Sezione B, accetto i termini del regolamento

  70. E adesso come faccio

    E adesso come faccio
    A guardarti negli occhi
    Quando vorrei scappare e gridare la mia ossessione
    Le mie mani ti afferrano i polsi
    Mentre i miei tremano senza controllo
    Nel tentativo di fermare le tue mani
    Che cercano il modo per non farmi
    Andare via
    E adesso come farò
    A vivere dentro i tuoi occhi
    Quando niente, niente ha più senso
    Ogni certezza crolla dalle fondamenta
    Ogni respiro è privo d’aria
    Ogni battito sono mille battiti
    Ogni secondo diventa eterno
    Vorrei da te risposte che non conosco
    E adesso
    Adesso che guardo i tuoi occhi
    Così identici ai miei
    Scrivo la fine della mia felicità

    Daniele Trombetta
    Sezione A
    Accetto il regolamento

  71. Un urlo nella notte
    squarcia la tela del silenzio
    e dalle pieghe del tempo
    sgorga il sangue dell’anima.
    Il respiro del tuo futuro
    s’increspa sul piano rialzato
    di un tempo che è piegato su sé stesso.
    Ricami nello spazio
    rantoli di sapere inespresso.
    Il libro della conoscenza
    è ancora scevro di nozioni.
    Pattinare sull’immaginazione,
    tuffarsi nel seno della terra madre
    unica e definitiva,
    nuotare nelle verità relative.
    Sui tetti che brillano vedo riflessi i volti
    che mi hanno accompagnato sempre.
    Qualcuno arriva, sorride
    e allunga la sua mano.
    Mi sporgo e attendo di toccare
    mentre un’aquila nel cielo
    effettua traiettorie concentriche.
    Il buio della notte,
    le fiaccole della vita,
    gli spasmi del dolore collettivo.
    Punti d’arrivo diversi
    che attraverso la porta del tempo
    coincidono in un abbraccio siderale.

  72. URAGANO
    Solo un lampo a ferire il buio
    in questo lento fluire di cielo nero
    che soffia tempesta nel cuore
    e rosse ire tenute al laccio
    da mani nervose e stanche.

    Ma non lascerò cantare l’inverno
    come ramo nudo mi farò
    scaldare da sole, da vento
    con veli di sogni asciugherò
    l’uragano nei tuoi occhi.

  73. La sottoscritta Dora Millaci
    Partecipa alla sez. A del presente concorso
    Dichiaro di accettare il regolamento

    Miracolo d’amore

    Ti starò accanto
    anche quando non mi vedrai.
    Nel silenzio della notte
    nelle giornate di pioggia
    nella solitudine della tua stanza.

    L’amore non conosce barriere
    ostacoli
    distanze.

    Quando si vuol bene a qualcuno
    si riesce a volare.
    Il cuore diventa messaggero
    di dolci parole.
    Sentirai una carezza
    un piccolo soffio
    sarà la mia anima
    che ti è accanto
    e non ti lascerà
    fino a quando un sorriso
    nascere non vedrà.

  74. SILENZIO STELLARE

    Malessere incognito
    dettato dalla follia lunare,
    nel sobborgo impietrito
    s’accendono lingue di candele.

    Arancio sprizza attraverso il buio:
    si rompe l’armonia e il colore
    di una notte vuota,
    colma di silenzio stellare.

    Stefano Milighetti
    SEZ. A

  75. Il sottoscritto Stefano Pelloni dichiare di accettare il regolamento e partecipa alla sezione b.
    La poesia è tratta da “Inkubi Kemioterapici” Lulu press anno 2007

    L’ago nella vena
    spara veleno.
    Merda con merda
    sofferenza con sofferenza.
    Questo combattere
    la malattia
    mi ricorda i generali alla guerra.
    Violenza genera violenza
    veleno genera veleno.
    E qui
    il nemico è nel tuo corpo
    e lo senti
    si nasconde
    e le gocce maledette
    scendono dalla flebo
    e
    cercano
    frugano
    attanagliano
    distruggono

    Ma io
    alla fine
    ci sarò ancora?

  76. Sonia Consolo Giaccotto sezione A in accettazione del regolamento di tale concorso

    Se non posso averti

    Se non posso averti,
    devo arrendermi,
    come l’onda che impetuosa
    indietreggia, di fronte
    ad un inespugnabile roccia.

    Ostinata, si scaglia
    imponente sui massi,
    la sua spuma si insinua
    tra le pietre pungenti,
    ma il sentiero non trova
    solo graffi nel cuore
    e ancora riprova,
    nel suo slancio d’amore.

    Se non posso averti,
    il mio cuore, piano
    troverà rassegnazione,
    il tuo sguardo cercherà
    tra le facce del mondo,
    il tuo tocco troverà
    tra le braccia di un cuore.

    Silenziosa,
    troppo spesso
    ho aspettato
    le tue desiate parole;
    silenziosa,
    ho sperato
    che leggessi il mio cuore,
    il mio sguardo confuso,
    la richiesta, del tuo aiuto
    che io fragile roccia
    non ho mai saputo urlare,
    al tuo orecchio già sordo
    del tuo cieco amare.

    Se non posso averti,
    chiuderò nel mio cuore,
    tra la polvere del tempo
    quelle lacrime tristi
    e attenderò, che il mio sole,
    lo riscaldi, ancora d’amore.

    di Sonia Consolo Giaccotto
    – Tutti i diritti riservati –
    06.09.2011

  77. NON SERVONO LE PAROLE
    (LORUSSI PAOLO, sezione A.)

    Non servono le parole
    se tra le mie mani
    ho le tue
    che mi stringono …
    Forte.
    Non serve gridarlo
    questo amore,
    perché è già nostro.
    E’ impresso in un ti amo
    già gridato,
    da quel momento
    in cui …
    Tu hai sorriso
    al mio sguardo.
    Quel giorno
    il cielo era chiaro
    le rondini volavano piano,
    e il tuo arrivo
    mi ha stretto il cuore,
    era già amore
    lo sentivo
    lo provavo
    e adesso …
    Lo sto vivendo
    con te
    che sei
    qui con me.

  78. Il sottoscritto LORUSSI PAOLO dichiare di accettare il regolamento e partecipa alla sezione b.
    La poesia è tratta dal libro , le parole del cuore Lulu.com

    HAI UN CUORE

    Cuore che vorresti rinnegare
    perché sa amare
    soffrire
    perdonare.
    Approfittano di te
    per il tuo bel cuore,
    donato tante volte,
    tornato malandato.
    Vorresti non averlo,
    ti dico non farlo,
    io di te compreso il cuore,
    mi sono innamorato.

  79. IL VOLTO DELLA MAFIA

    La mafia
    colpisce al cuore,
    abolisce la speranza
    e instaura
    la prepotenza,

    è il male in persona,
    decide
    della nostra sorte,

    ha il deserto nell’anima
    e sul volto
    il ghigno della morte.

    (18-agosto-2010)

  80. La lettera che non riceverai
    La lettera che non riceverai mai parla d’amore: quell’ amore che non ho saputo darti. Quell’amore che era in me sconosciuto, nascosto, soffocato.
    Io mi chiedo come possa un sentimento riaffiorare proprio quando il fango dei rimorsi e dei ricordi ribolle.
    E ti amo… mentre quel fango mi sporca la pelle, mi riempie la bocca, mi toglie il respiro, mi acceca gli occhi.
    E’ una palude nella quale sprofondo e, sprofondando sempre più, ti vedo.
    Si, tu vorresti salvarmi e tendermi una mano nonostante tutto: ma io non devo trascinarti con me nel fango.
    Resta lì, nel dolore del tuo cielo terso, nel dolore che si affievolirà sempre più, fino a scomparire… vedrai! E lascia che io affoghi nella melma dei ricordi.
    Questa lettera che non riceverai mai parla d’amore: l’ amore che non ho saputo darti ma che è dentro di me.

    1. Lungo il filo dei pensieri

      Lungo il filo dei pensieri, stasera, il mio sguardo si perde nell’immensità.
      Colori, bagliori, vapori, riflessi, si mescolano pacatamente.
      E’ un miscuglio di immagini, di sensazioni vibranti, di lontane realtà, di effimeri ricordi, di struggenti emozioni.
      La voce della notte è sempre uguale stasera: ripete una dolce melodia che ipnotizza il mio essere e lo porta in quelle profondità misteriose dove nessuno osa immergersi.
      I fantasmi di un tempo tornare a vagare sulle morbide onde dei pensieri mentre i volti si sovrappongono e poi si staccano, nitidi, come nitide immagini di vita vissuta o forse vissuta solo con la fantasia.
      Un balzo lieve e potrei essere lì, tra quei vapori, tra quei suoni, tra quei fantasmi amici.
      Ah… potessi restare lì stasera, nelle acque di un fantastico mondo irreale dal quale non vorrei più riemergere.

      1. Lungo il filo dei pensieri

        Lungo il filo dei pensieri, stasera, il mio sguardo si perde nell’immensità.
        Colori, bagliori, vapori, riflessi, si mescolano pacatamente.
        E’ un miscuglio di immagini, di sensazioni vibranti, di lontane realtà, di effimeri ricordi, di struggenti emozioni.
        La voce della notte è sempre uguale stasera: ripete una dolce melodia che ipnotizza il mio essere e lo porta in quelle profondità misteriose dove nessuno osa immergersi.
        I fantasmi di un tempo tornare a vagare sulle morbide onde dei pensieri mentre i volti si sovrappongono e poi si staccano, nitidi, come nitide immagini di vita vissuta o forse vissuta solo con la fantasia.
        Un balzo lieve e potrei essere lì, tra quei vapori, tra quei suoni, tra quei fantasmi amici.
        Ah… potessi restare lì stasera, nelle acque di un fantastico mondo irreale dal quale non vorrei più riemergere.

        Viliana Cancellieri: accetto il regolamento di cui alla lettera A

      1. Che caos ho fatto! Senza le notizie necessarie, vero? Allora ripeto: Lungo il filo dei pensieri di Ciliana Cancellieri. Sezione A. Accetto il regolamento.

    2. Fabiola Farina, sezione B, “L’UNCINO CHE TRAFIGGE L’ANIMA” edito nel 2009,dichiaro di accettare il regolamento del concorso in ogni suo punto.

      Viliana Cancellieri La sottoscritta accetta il regolamento di cui alla lettera A.

    3. La lettera che non riceverai mai – di Viliana Cancellieri. Sezione B. Brano tratto da “Il segreto di Angela” racconto/commedia rappresentato nel 2000

  81. SONNO IPNOTICO SEZIONE A

    Denudato nell’attimo sveglio fu sogno o cosa?
    l’attimo dopo guizzo senza memoria
    di nuovo addormentato.

    Di partoriti nel sangue il non essere
    meccanici gementi in guerre meccaniche
    sterili mura di pianto inutili funerali
    cavalcando l’odissea umana di filosofie
    religioni ardite scienze solleticanti
    soli galassie nei sogni loro più proibiti
    sognando di essere dèi svegliati.

    Nel fruscio celata degli alberi più ribelli
    nella danza degli oceani più rabbiosi
    nell’impietosa curiosità degli elementali
    la ragnatela dei filamenti più umani
    culla appiccicosa il mondo pacificato
    restaurando all’alba quell’antico
    sognato crudele inganno.

    Olga Karasso

      1. GUERRA SEZIONE B
        (edito in “Un gradino dopo l’altro” – Ed. Otma 2007)

        Camminammo stretti
        gli uni agli altri
        un umido uragano
        d’orrore.
        Sfilarono
        sotto cieli d’acciaio
        le mandrie dei deportati.
        Fummo profondi occhi
        d’autunno
        dietro persiane chiuse.
        Fummo rami librati
        d’inquietudine
        tra fili spinati.
        Un turbine di spari
        di pianti.
        Sussulti di vita
        poi silenzio.
        L’Europa pianse.
        E la ripresa.
        Ognuno contò i suoi morti.
        Passammo anni a fare
        funerali.

        Olga Karasso

  82. La verità
    non è sottomissione,
    Tu,
    sei assenza di luce,
    vorresti
    che la mia intelligenza
    vacillasse…
    ma la mia volontà,
    supplisce
    e dà luce
    alla mia vita.
    Coi tuoi no,
    vorresti sopprimere
    le speranze,
    i dubbi che provo,
    stimolo al mio camminare…
    L’amore
    è un sentimento cieco.
    è il cuore
    che ha la capacità
    di vedere.
    Ho aspettato..
    dai frutti si conosce
    l’albero,
    Tu non mi hai dato niente!
    Anna Maria Cherchi
    22 ottobre 2011 L.633/41

  83. Federica Sabbatini, sezione A, accetto il regolamento.

    Cade nella notte
    per rubarle il nero
    dentro il quale gli amanti
    si amano di luce propria
    e sottrae l’aurora all’orizzonte
    per non far morire i sogni.

  84. accetto il regolamento per la sezione B.

    abbracciare il motto di cui mi lamento,
    è quello per cui vivo nella solitudine
    del momento, nel passo nascosto di chi
    non vuole, non può nascondere
    lo sgomento di un nugolo di pensieri,
    immagini rapprese di inutili lamenti.
    di chi non raccoglie passioni moleste,
    parole di sabbia lanciate nel mare,
    granelli di luce che nel folgorio del giorno
    insistono sull’andamento di un sorriso.
    e, poi cosa mi accomuna al sole di uno sguardo,
    se non la rete invisibile di un abbraccio
    del motto che non riesco a ripudiare,
    lanciato nel silenzio dell’accoglienza.

  85. NOTTE DI PIOGGIA – (dedicata a mia mamma ad un anno dalla sua scomparsa)

    Questa notte
    il cielo piange
    una pioggia
    lieve e fresca scende

    esco sul selciato
    cadono gocce in cerchi
    formando un girotondo

    la luce del lampione
    illumina il mio viso
    riflettendo i contorni di bimba
    immersa nei ricordi fanciulleschi
    dove braccia generose
    regalavano calore

    la mia mano nella tua
    e non avevo più paura
    tu ci sei e sempre ci sarai

    nel cielo questa sera
    gocce di te
    arrivano a farmi sentire
    il bene che mi vuoi ancora
    non sarò mai sola

    mi manca
    la tua voce
    il tuo abbraccio
    la tua presenza

    nella notte te ne sei andata
    dove il mistero non ci racconta
    ma sei tornata e ti ho sentita
    su di me

    gocce di pioggia hanno bagnato la mia pelle !

    Raffaella Pola – Sez. a – accetto il regolamento

  86. Passione e Amore (dedicata al mio esempio: I miei Genitori)

    Passione

    fugace

    illusoria

    senza reale fine

    una sera

    una notte

    un’ora sola

    nel tempo si perde

    pugnale dentro il petto

    guardo avanti

    continuo a sperare

    Amore

    promessa eterna

    supera qualunque prova

    immancabile attende

    sovrasta ogni passione

    dona

    all’infinito

    senza pretese

    raccoglie frutti

    da donare

    ancora

    al Mondo

    Ivana Leone- Sezione A- Accetto il regolamento

  87. Ada Gomez Serito – Sezione A
    Dichiaro di accettare il regolamento

    entrato in te
    mi ero disciolto dalla parola
    e il mio vuoto dava un’eco morbida

    ondeggiavo nel tuo profondo
    e sipari di alghe fedeli
    sigillavano le mie paure
    in bollicine perfette

    galleggiavano con me
    fosforescenti lampioni d’acqua
    sospingevano ogni voce rimasta
    condensandone il corpo
    attorno a un senso perduto

    la tua placenta
    allungava i tentacoli
    e tendeva la vita a fili a fili
    restituendomi purezza

    mi hai lasciato in dono
    i tuoi capelli
    amuleto che non c’è
    e che mi stacca il respiro

  88. Non sono in grado di fermare il tempo
    ma posso sublimarlo e viverlo suadendo,
    il mio fiore all’occhiello,
    la mia compagna di viaggio,
    che stringo sospirando,
    e poi trasformarlo in processo d’amore,
    se no buttarlo li ma non odiarlo,
    come cosa inusata od insensata
    che infastidisce l’amica mia.

    Che io consolo dicendo
    che niente di lei potrebbe
    il tempo donarmi di più
    di più o di diverso
    ed anche in questo
    lei mi insegna il sospiro,
    che viene dal fondo
    e che invece è vento,
    leggero e caduco,
    odoroso e perduto.

    E’ nel fondo io cerco
    l’intimo motivo
    che ti spinge amor mio,
    a piangere un po’
    questo tempo che quando
    ti senti più debole,
    ti fa mancare l’aria,
    ti senti mancar il cuore.
    Sono invidioso del tempo
    che ti fa soffrire.
    Tu che sei del mondo il centro
    ed io per te periferica certezza:
    e dimentichi anche me
    come perduto amore,
    che prima di lasciarlo s’accarezza.

  89. Elena Romanazzi-Sezione A-dichiaro di accettare il regolamento

    VOLI D’ALIANTE

    Con sottili trame e ghirigori
    di parole
    hai ricamato in una notte
    i miei freddi pensieri
    sciogliendoli alla fiamma
    del tuo caldo cuore.
    Hai liberato l’anima
    prigioniera di sè stessa
    rendendola schiava
    di una rima ‘fessa’.
    Nella mia mente
    voli d’aliante
    nella tua
    il fugace istante.

  90. Calamaio

    Quella vena della mia penna

    si sporcava le mani di sangue sporgendo la parte della freccia
    opposta alla punta

    venata
    temperata
    nella venatura

    attraversata d’acqua sorgiva in un filone sotterraneo di minerale
    anche nell’essere oltremodo irato la spegneva

    come un sottofondo nerastro che per intorbidire
    seppie e calamari
    spruzzano verso gli inseguitori

    io brucio quell’impasto stemperato

    parlavo con lei
    ma non mi stava a sentire

    scriveva
    quella penna della mia vena

    Salvatore Cucinotta
    Partecipo alla sezione A
    Accetto incondizionatamente il presente regolamento

  91. Luca Giovanni Masala, Sezione B, “Pensieri alla deriva”, La riflessione (2010)
    Dichiaro d’accettare il regolamento.

    KRIEG

    Lapidi bianche ordinate in file
    Come soldati schierati sul campo
    Come quello in cui l’umana bile
    Decise di non dargli scampo.

    Fu la musica del battaglione
    Ora è solo il silenzio nella fossa:
    Il suo requiem cantava il cannone
    Sopra i muscoli, i nervi e le ossa.

    E vien da domandarsi fra i cipressi
    Che cosa resta di quella poca terra:
    Dei lumicini i rossastri riflessi
    E la chimera d’una stupida guerra.

  92. Dopo la tua tempesta

    Il vento strapazza le fronde
    generose di pioggia
    e i rami mi distillano addosso
    la loro gioia liquida.
    Fradicia d’amore rido
    perché non so far altro.
    Altro di più.
    M’acceca lo stridio
    degli uccelli.
    Mi consola il freddo,
    regala ricami ghiacciati
    alla mia pelle.
    Sono placidi solo i respiri
    mentre io
    mi faccio tempesta.
    Irrompe
    dalle narici al cuore
    cenere d’aria gelida
    dispersa
    dalla furia innocente.
    Vortico liquefatta
    nella pozzanghera azzurra.
    Appartengo al tuo tumulto.
    S’avventa
    quel raggio asfittico
    sull’altalena disabitata.
    Sperpero l’ultimo singulto
    e ti chiamo
    ed è come tornare a casa.

    Manola Pieruccioni
    Partecipo alla sezione A
    Dichiaro di accettare il regolamento

  93. TRATTA DAL LIBRO: ” La tara dell’Atman”- RUPE MUTEVOLE EDITORE- PUBBLICAZIONE 2010.
    SIDDHARTA-ASIA LOMARTIRE SEZ. B ACCETTO REGOLAMENTO CONCORSO

    SCENDE

    Scende,
    a tratti violentata dal vento,
    a tratti accarezzata dall’aria,
    a tratti indebolisce il mio silenzio
    ma è quasi un carillon,
    la dolce voce che ti incita ad addormentarti…
    Senza pensieri,senza coscienza.
    E nel sognar, dolce il suono,
    quando scende accarezzata dall’aria.
    Che della pioggia ne sono stata sempre innamorata,
    cosi esile, cosi forte
    maledetta ma nel contempo affascinante,
    una signora, che della notte
    ne fa una cascata di suoni,
    sottili ma degni di essere ascoltati.
    E mentre ascolti e il pensier altrove non porgi,
    diventa un suono melodico,
    una sonata che ti rapisce.
    Scende…

    Siddharta-Asia Lomartire

  94. Gianni Calamassi- Sezione A Poesia Inedita.
    Dichiaro di accettare il regolamento.
    HO BEVUTO LA POZIONE DELLA RESURREZIONE

    Ho un po’ di pane e un grappolo di lacrime.
    L’anima mia di sabbia soffocata
    E’ un deserto di tristezza sterile.
    S’arresta il paesaggio imbrattato
    Dal crepuscolo e dall’ombre di alberi,
    Con il peso di un settembre avanzato,
    Nel tempo e nello spazio arenato.
    Ad ogni aurora il mondo si ricrea
    E il cielo si tinge di arancioni;
    Vapori notturni si librano sull’acque
    Avvolgendo il paesaggio di brumosi merletti.
    Simile intorno agli occhi
    Il sottile ventaglio di rughe, di risa e pianti,
    tenui cicatrici del passato.
    Attendo di incontrare chi ho cercato
    Nella breve traiettoria che è la vita
    Per riposare nella serenità dei mistici
    In un paradiso di armonia e silenzio.

    Aprile 2011

  95. Con il presente invio la mia opera per il concorso in oggetto per la Sezione A (poesia inedita).
    Dichiaro di essere il titolare dell’opera e di accettare le regole e norme del concorso.
    Cordiali saluti
    ZANON MICHELA MARIA

    IL FRUTTO DEL PECCATO (Poesia esoterica)

    Ma come puo’
    la mia mano
    nel peccato
    cogliere il cedro
    senza che il fulmine
    s’abbatta-
    Come posso uscire dalla valle sterile
    che pur mi nutre
    e cospargere stelle nel selciato
    passeggia un cavallo bianco
    ed io sopra
    e sotto
    io sottosopra
    mi chiedo
    come possa un cedro
    indurmi a peccare.
    Perche’ se e’ cosi’ mi domando cosa sia il peccato
    in cosa consista davvero
    e se ci sono carte prepagate
    e se non ci siano raccolte punti.

    NOTA:
    Nella tradizione di discendenza biblica, l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male, o semplicemente l’Albero della Conoscenza, è l’albero dell’Eden, menzionato nella Genesi assieme all’Albero della Vita, da cui scaturì il peccato originale a seguito dell’infrazione del divieto, posto da Dio, ad Adamo ed Eva di mangiarne i frutti.
    Nel Talmud di Babilonia è presente un’opinione secondo cui fu proprio il CEDRO il frutto dell’albero suddetto.
    (fonte nota: wikipedia)

  96. Piera Anna Masia
    Sezione A
    accetto il regolamento

    Ottobre-acrostico

    Ogni lineamento di questa sera
    torna come un’eco, affonda e poi
    traspare sotto forma di densa ruga
    offre allo specchio altri imprevisti,
    bocca di grano e labbra sottili
    riflessi nel prodigioso oggetto.
    Ecco, mi scrutano, le nudità che non so dire.

  97. Saremo il tempo
    Che abbiamo vissuto
    Saremo le lacrime
    Che abbiamo versate
    Saremo i cieli
    Che abbiamo violato
    Saremo gli sguardi
    Che abbiamo intrecciato
    Saremo gli abbracci
    Che abbiamo dato
    Saremo appiccicati
    Ai soffitti dei cieli
    Che abbiamo amato
    Saremo la culla
    Del nostro amore
    Sarà forse finita
    L’immaginazione
    Ma i versi dell’animo
    Perseguiteranno la terra
    Bonaventura Giovanni Tancredi ( B.G.T.)

  98. ALESSANDRO POLITAKI – A – poesia inedita
    Dichiaro di accettare il regolamento.

    RETTILI
    Rettili ecco quello che siamo,
    compagni del nostro silenzio;
    figli della nostra oscurità..
    ti senti piuttosto stanco,
    perduto nell’universo a vagare nell’oscurità,
    un verme tra gli amici che strisciano,
    spazzati nell’universo
    diversi pezzi di noi vagano nell’oscurità.
    L’amore ecco quello che ci manca,
    per essere più simili al passato,
    e più veloci del futuro,
    diversi da quello che siamo diventati.
    Creature senza anima che vagano
    nascosti sotto terra.
    Compagni di sbronze,
    che non conoscono più se stessi.
    Umide celle dentro la nostra casa..

  99. La poesia è tratta da L’ATTRAVERSATA DEL SERPENTE .. collana PERSEO.. Libroitaliano World .. poesia di POLITAKI ALESSANDRO edizione 2005 .. dichiaro di accettarte il regolamento sezione B.

    CORPO ANIMATO
    Essere immune di pazzia
    opposto esatto
    di crisi mistica
    che al delirio sovrasta il cielo.
    La spada infilzata nei cuori
    da al tempo il tragitto che accresce il dolore,
    nel fiume eterno del martirio
    vado in erte pazzia.
    Amore dannato
    dai venti riporti ciò che hai amato,
    stringi il cadavere al tuo petto
    mamma cara della tua tristezza.
    Il viso morto
    leggiadro legge il tuo sorriso,
    le cantilene ti rendono oggi sordo,
    l’immune splende attorno al sole nero
    crea la forma dello stato di coscienza..
    le ombre animate sostengono la scena,
    le marionette intrattengono lo scempio,
    corpo insanguinato di tristezza arrenditi.
    La terra inacidita ricopre la bara
    che racchiude il sogno.
    il sogno d’amore.
    nel cielo puoi vedere.
    nel cielo mi perdo, nel cielo.
    Vuoto emerso, simbiosi di ragione
    mani pesanti, pietà che piange.
    e il cuore leggero muore.
    Essere chi non sei
    per essere chi sei.
    Perchè essere la felicità
    se puoi non esserlo.
    Lo specchio riflette la tua immagine
    e moltiplica le idee.
    Se le stelle non dovessero brillare
    i miei occhi scomparirebbero di fronte ai tuoi,
    rimani a guardare.
    difficoltà circoncisa dai mille dolori,
    le pietre bianche si trasformano emblematicamente.
    Le stelle brillano nel cuore
    e la fine giunge lentamente al nostro calvario.
    la fine ha smarrito il suo bimbo,
    l’amore mi chiama,
    i colori sono sogno d’amore.
    Stringendo l’ignoranza al petto
    scoprirai la timidezza
    sorellina cara senza tenerezza…

  100. ” Ho due foglie ingiallite / di oggi e di ieri / del nostro giardino trascurato / dalle tue parole mai rivelate / dalla tua fretta di andare. / Ho due fogli bianchi / dove nessuno ha scritto / versi piu’ belli della tua ferita. / Io non voglio niente dal passato / nè il il tuo deserto / senza ombre e acqua da bere / lasciami solo la memoria / di un suono / lasciami solo / il foro di uscita”

  101. Se. A – Poesia indita – accetto il regolamento

    Lapidi lungo il fiume

    lo so! v’appare folle e stravagante
    quell’ossessivo intento di scolpire
    gelide lapidi ed amorfe rocce
    sulle irte sponde del modesto fiume
    (…guardiani d’un fluire irrilevante
    …inutili le orecchie sulle rive…)

    lo so! ho gli occhi rossi del mio sangue
    graffian le schegge e sminuzzati grani
    ho scorticato gli arti il cuore langue
    la pece par che tenga le miei mani

    (Non so a chi giova questo salassarmi!)
    è un grattugiare l’anima straziante
    su quell’impervio ed aspro suol montano
    per dar sapore al nulla dominante
    al vuoto che ripudio ancora invano

    la mia terra stuprata
    sbeffeggiata e poi scannata
    da apolidi genieri del futuro
    ghermita dilaniata e divorata
    da corvi che si cibano del puro

  102. FIGLIA
    figlia mia,così difficile
    urlavi libertà,rispondevo amore
    troppo amore
    il tuo grido di vita,
    era muto alla bocca
    eppur visibile al corpo,
    il tuo silenzio era la voce delle tue emozioni,
    parlava il cuore
    ma come paradosso rispondeva la mente,
    con tutte le tue forze sei riemersa,
    hai sconfitto la belva che ti mangiava dentro,
    adesso metti tra parentesi le tue paure e corri il rischio,
    quello di essere felice

  103. ACQUA:

    Acqua, è solo acqua,

    guardo questo cielo nero,

    ed è acqua ,la pioggia

    cade forte violenta,

    picchia sulla mia pelle ,

    ma è acqua ,

    onde spumose s innalzano

    in muri liquidi,

    cavalloni torreggianti

    spazzano il cielo,

    questa tempesta che vive

    nella mia anima

    è solo acqua,

    fiumi in piena,

    inarrestabili erodono

    le mie certezze,

    ma è acqua , solo acqua,

    scruto il mio orizzonte,

    ed è acqua,

    questa brina fredda

    che mi gela il cuore,

    è acqua ,

    questo vortice lento

    immenso che ingoia

    la mia gioia,

    è acqua ,

    la mia vita che scorre

    verso la sua foce,

    è acqua solo acqua…

    A.G.

  104. “Confusione”

    la repentina e audace
    fantasia
    sgorga dalle labbra
    dolce come il miele.

    Dalla confusione
    che ho nel cuore
    nasce il dolce sentimento.

    Dolce come il sorriso
    che increspa il tuo volto,
    stupito e si bea di tanta
    bellezza davanti al mare
    .
    Dolcemente guardi il cielo
    un battito d’ali di gabbiani
    in volo ….stupisce.
    (semplicemente Dona<3

  105. POESIA DI ..GIUSEPPE NICOSIA INEDITA CATEGORIA ..A..
    DICHIARO DI ACCETTARE REGOLAMENTO..A..
    Titolo

    “Schiuma di mare dei miei desideri.”

    “Si…!
    Eri diventata normalità..
    I tuo baci erano stanchi per me.
    Baci che non cercavo più,
    freddi tristi come inverni senza sole.

    Il tuo corpo era diventato triste per me,
    non emanava più desiderio,
    non era più rifugio della mia tristezza.

    I miei occhi erano stanchi di vedere il tuo profilo,
    i tuoi fianchi di donna,
    non erano più sfogo per i mie desideri di virilità.

    Il tuo sudore non era più profumo per me..
    Eri diventata ossessione di vita..
    Non ti cercavo più,
    eri diventata un ricordo lontano,
    come i ricordi di un estate della mia infanzia.

    Gira il mondo come un girotondo,
    gira la mente negli spazi del mondo,
    girano i miei pensieri,
    ma tu sei ritornata come un estate dopo un lungo nero inverno.

    Non ti amavo più,
    non ti cercavo più come una volta.
    La lontananza da te,
    mi ha riportato a chiederti di desiderarti di più..

    Adesso tu sei vita nuova per me,
    sei un onda che sbatte nel mio cuore,
    mandato luce ai miei occhi.
    Tu schiuma di mare dei miei desideri.
    Lontano da te,
    sono un aquila che vola sopra grattacieli metropolitani,
    sognando immense foreste.

    Voglio amarti di più,
    sentirti di più dentro me,
    voglio che io sia vita nuova per te..

    Frammenti di vita..Nico

  106. Notte di fiabe

    Notte fatata
    notte incantata
    stelle splendenti
    luna argentata
    nel cielo oscuro
    riflettono luci
    piccoli soli
    dal breve destino.
    Notte di magia
    di streghe e di fate
    notte di fiaba
    per chi vuole sognare
    non c’e principe azzurro
    sul bianco destriero
    ma gnomi elfi maghi e folletti
    tra pentoloni
    pozioni e dispetti.
    Tutto vola tutto parla
    anche la scopa racconta la sua
    la tazza ascolta seduta sul piano,
    il letto dorme russando un pochino
    sotto il calore di un caldo piumino
    non è realta’ è tutto un gioco
    inizia la sera
    finisce al mattino
    e solo sogno
    ti lascia un po’triste
    ma se sei bravo
    osserva ciò che intorno ti sta’
    se con attenzione saprai ascoltare
    la fiaba non e’ del tutto finita
    senti nel cuore le belle parole
    del cielo del mare
    dell’albero pure
    delle foglie ormai secche
    dei fiori sfioriti
    della prima neve
    che cade leggera
    e ti parla sommessa.
    sss sss…. Silenzio
    la fata dei sogni
    con un sorriso
    un battito d’ali
    nel suo bel mondo ti fa risvegliare.
    Notte di sogni
    ormai stai per finire
    raccontami ancora
    un’ultima fiaba…

    2011AnnaSiano©tutti i diritti riservati

  107. I poeti scrivono di notte,

    intingendo la penna di sogni

    e colorandola ,

    cantando alla Luna.

    I poeti sono mercanti di stelle,

    scie passeggere,

    meteore per molti,

    costellazioni per altri.

    Girano scavando dentro,

    leggendo frammenti di te.

    Trottole impazzite ,

    molto più sane della reale normalità.

    I poeti ascoltano,ridono, piangono,

    trasportano valige di Emozioni,

    seminando valori e passioni.

    Scrivono di getto o calibrano il tiro,

    molle elastiche ,

    alle intemperie del tempo, intrise di false speranze.

    I poeti hanno voce nel silenzio,

    echeggiano parole che immortalano nelle clessidre,

    potenziando l’immaginazione ,

    riuscendo a legare cielo a terra.

    I poeti sono aria, fuoco,acqua e sale di vita.

    Sono grilli ,

    che entrano in punta di piedi nella coscienza.

    I poeti scrivono coraggiosi,

    anche alla luce del sole,

    infiammando pagine bianche

    con il nero della credenza.

    I poeti sono espressione della bellezza dimenticata

    nei cassetti chiusi dell’Anima.

    I Poeti sono Angeli Custodi,

    che non contano le ore,

    ma sorridono sempre volendoti bene ,

    accarezzandoti dentro.

    Dulcinea

    Sez. A .Annamaria Pecoraro ( Dulcinea)

  108. POESIA DI Asia Gherardelli (Elena Tandura ) INEDITA CATEGORIA ..A..
    DICHIARO DI ACCETTARE REGOLAMENTO..A..
    Titolo

    Tango argentino

    Nella sala, aspiro
    effluvi esotici di correnti mistiche,
    scorgo volti in estasi
    che esprimono la lode
    senza parole
    della carne e dei sensi.
    Ascolto note di orgogliosa passione,
    osservo moti di rapita incoscienza…
    Mi lascio annegare
    in un mare vibrante di sensualità…
    nel quale l’uomo confessa il suo piacere…
    Tento l’ineffabile,
    cercando di capirti,
    tango argentino!
    Ti amo,
    dio del suono avvolgente
    e degli sfioramenti,
    mi perdo in te,
    dio degli abbracci e del ricordo,
    rapita dalla tua rapace passione!
    Ti amo,
    scandalo dell’esistenza
    di chi ti incrocia,
    straordinario peccato
    che non avverte rammarico,
    musica estorta all’anima
    che insinua chi siamo…
    signore dei sensi,
    inferno e paradiso: struggimento e deliquio,
    sensualità e preghiera.
    L’attimo si blocca,
    fissato nelle forme
    di un profilo
    di donna che sembra chiamare
    l’uomo
    “mio Signore”,
    fino a giungere al crinale
    dove il mondo degli Dei
    trascolora in quello degli uomini…
    … e lo esalta… e mi esalto!

    As.Gh.

  109. La sottoscritta Anna Siano dichiara di accettare il regolamento sez A

    Notte di fiabe

    Notte fatata
    notte incantata
    stelle splendenti
    luna argentata
    nel cielo oscuro
    riflettono luci
    piccoli soli
    dal breve destino.
    Notte di magia
    di streghe e di fate
    notte di fiaba
    per chi vuole sognare
    non c’e principe azzurro
    sul bianco destriero
    ma gnomi elfi maghi e folletti
    tra pentoloni
    pozioni e dispetti.
    Tutto vola tutto parla
    anche la scopa racconta la sua
    la tazza ascolta seduta sul piano,
    il letto dorme russando un pochino
    sotto il calore di un caldo piumino
    non è realta’ è tutto un gioco
    inizia la sera
    finisce al mattino
    e solo sogno
    ti lascia un po’triste
    ma se sei bravo
    osserva ciò che intorno ti sta’
    se con attenzione saprai ascoltare
    la fiaba non e’ del tutto finita
    senti nel cuore le belle parole
    del cielo del mare
    dell’albero pure
    delle foglie ormai secche
    dei fiori sfioriti
    della prima neve
    che cade leggera
    e ti parla sommessa.
    sss sss…. Silenzio
    la fata dei sogni
    con un sorriso
    un battito d’ali
    nel suo bel mondo ti fa risvegliare.
    Notte di sogni
    ormai stai per finire
    raccontami ancora
    un’ultima fiaba…

    2011AnnaSiano©tutti i diritti riservati

  110. IO TI APPARTENGO

    Aleggia
    nello spazio
    della mia mente
    leggera,
    affascinante,
    misteriosa.
    Percorre i miei
    spazi neurali
    fluttuando
    con abiti stupendi.
    Si posa
    sui miei pensieri
    li sfiora,
    li accarezza,
    li inebria.
    Commosso
    comprendo la sua utile
    presenza.
    Quando non c’è
    la cerco.
    Quando c’è
    la serenità
    mi vive dentro.
    Tu,
    Natura,
    che sei tutto questo
    non allontanarti mai,
    io sono una piccola
    parte di te.

    Poesia per la sezione A. Autore Roberto Rossi. Accetto incondizionatamente il regolamento ed il trattamento dei dati.

  111. FRAGILITÀ E BELLEZZA DI UN FIORE

    Il mio pensiero cammina
    sulla fragilità
    della bellezza
    di un fiore
    e tra i suoi petali
    passeggio
    affinché
    io possa nutrirmi
    della sua Essenza
    insostituibile
    utilità al Sistema.

    Mi distendo
    sulla sua magnificenza
    certo di avere
    il suo sostegno
    essendo esso
    un Valore indispensabile
    e la sua esistenza
    testimone di un
    Sistema dove
    Rispetto e Tolleranza
    non vanno strappate,
    calpestate, annichilite,
    ma amate e sostenute.

    Mi distendo
    sui suoi petali…
    e sicuro del suo sostegno
    mi addormento.

    Poesia per la sezione B. Autore Roberto Rossi. Dal libro “Oscillazioni emozionali” 2011. Accetto incondizionamente il regolamento .

  112. Mi chiamo Silvana Puschietta , partecipo per la Sezione A – accetto il regolamento

    Melancolia

    Melancolia
    culla di saggezza
    lentamente
    m’hai posseduta
    e…
    ora
    gemiti sono
    i miei pensieri

    2011SilvanaPuschietta©tutti i diritti riservati

  113. IL MARE ALLA TUA CASA

    Scenderò le pendici dei tuoi occhi
    dalle rupi dell’ iride filante

    e cadranno pensieri in trasparenza
    nei veli della luce che fonde il tuo viola

    fra getti d’ onde scivolerà lo sguardo le sue schiume
    e porterà i suoi fiori alle pupille

    Catturerò le stelle alle burrasche

    e dagli abissi raccoglierò le lune
    scendendo le cascate dei tuoi occhi

    e dal mio cuore cadrà acqua che canta
    e porterò sui flutti
    il mare alla tua casa .

    Sezione B
    Autrice Francesca Giustini
    2011 “Tutte le Parole del Tempo” Davide Zedda Ed.re
    Accetto incondizionatamente il regolamento ed il trattamento dei dati personali

  114. NON SAPEVO CHI FOSSI

    Seguivo la traccia più oscura di un lembo di notte
    e oscillanti secondi d’ intensità diverse
    fermate da vertigini di un viaggio visionario
    fluttuante in una morbida danza
    ad inventare un confine di nebbie

    Seguivo esiti pensati e surreali
    fra ondate lente d’ acque cristalline
    sgocciolata d’ amore
    e qualcosa di sospeso come un volo nell’ aria

    Seguivo la traccia di rimandi evocativi
    con le mie tasche ricolme e alleggerite
    di un dolore vissuto nel più robusto Io
    sorgendo da un virale destino
    nuovo giglio di terra

    Seguivo i miei silenzi d’ aria e di nuvole sparsi
    e i sonori arabeschi
    portati in dono al Baglio della luna

    Seguivo nelle mani di un allora
    eccitante e rivoluzionario
    tracce di giusta gioia e rabbia
    sulla ripetizione dell’ identico ora
    senza pesare il cuore
    nell’ entasi delle sue profondità

    Non sapevo chi fossi.

    Sez.A
    2011 Autrice Francesca Giustini@tutti i diritti riservati
    Accetto incondizionatamente il regolamento ed il trattamento dei dati personali

  115. La notte, nuda scura tempestata d’argento
    Si erge dietro alla montagna
    Sorpreso come gli uccelli
    eccomi pellegrino paralizzato
    Ascolto in lontananza il passo guerriero
    Spinge il suolo che trema
    Sento le voci delle donne
    Dalla strada, borsa al corpo e pancia all’aria
    Sento lo sferragliare dei bus, lo stereo d’un auto
    Ma piano la notte s’ infittisce
    Le voci si affievoliscono
    E poi silenzio, tutto tace
    Rivediamoci allora
    Mentre il mondo ci ignora
    Ritroviamoci a contemplare l’ultima goccia di sole
    Lontani dagli sguardi
    Lontano dal delirio della vita
    E se hai paura
    Velati il viso
    Ti aspetto d’ impazienze
    Con la violenza della solitudine
    Con l’ossessione del cuore
    Ti aspetto fumando il tuo profumo
    Respirando dal tuo corpo
    E quando verrai, perché verrai
    Si schiuderà un angolo
    Si aprirà una porta
    Andremo prima che la notte ci divori
    Andremo ebbri
    Intensi d’amore
    E non torneremo che stanchi
    All’alzarsi dell’alba

  116. VENTO
    Vento che turbini
    calici di foglie morte
    rincuorandole
    per pochi istanti ancora
    in una malinconica danza.
    Tu che scuoti
    le ancor poche chiome arboree
    flettendo i pazienti rami
    che assecondano il tuo moto,
    avviluppa il cuore mio
    e trasporta all’amato
    un soffio discreto
    nel sussurrare il mio nome.

    Rosi Guerino
    Sezione A
    Accetto il regolamento.

  117. Accetto incondizionatamente il regolamento ed il trattamento dei dati personali
    Sez A
    Lentamente muore

    Muore lentamente il giorno

    tra le foglie secche che

    ricoprono il viale dei ricordi,

    tra i germogli che

    attendono il sole

    per nascere a nuova vita.

    Muore in balia dei flutti

    di desolate attese,

    nel passo lento ed incerto

    di chi vaga

    senza amore ed affetto.

    Muore nell’ombra

    del rosso tramonto

    che lascia il passo

    al buio della notte.

    Laura Di Vincenzo

  118. Autore “Giuseppe Nicosia” SEZIONE ..B..ACCETTO IL REGOLAMENTO..

    “Disperazione..di Donna..”

    ” Non hai più lacrime da versare,
    in questo giorno di dolore

    Non hai più voce,
    per gridare il tuo urlo di disperazione.

    La tua gioia,

    La felicità che avevi nell’ accudire
    e proteggere con tutte le tue forze,
    con tutto il tuo vivo amore.

    Quella vita che cresceva pian piano,
    giorno dopo giorno
    dentro al tuo fertile ventre
    si è mutata, in tragedia…

    La morte è entrata dentro di te,
    ha strappato la vita nuova, dalla tua vita.
    In un attimo il buio…

    Tutti i tuoi sogni, i tuoi vivi progetti,
    tutto svanito.

    La morte, non ti ha dato il tempo di udire
    il primo vagito d’ amore..!

    Non ti ha dato il tempo di udire con amore,
    la prima parola, che ogni Donna di passaggio in questa terra,
    desidera sentire.. Mamma!!

    Non vivere nella disperazione dei ricordi,
    dolce Donna.

    Alza gli occhi al cielo,
    Scorgi il tuo sguardo nelle fessure delle nuvole,

    Lì, troverai la Madre di tutti i figli di questa terra,
    con il tuo amore e il suo amore,
    lei ti aiuterà ad ascoltare quella parola..Mamma…
    Nico..

  119. Mare di Settembre

    Onde del mare
    mi hanno plagiata
    nel silenzio immersa
    e trasportata…
    capelli bagnati
    fuori dall’acqua
    pelle bruna
    di sale profumata
    dal sole poi scaldata…
    Il vento si alza……
    l’anima mi accarezza…
    l’azzurro del cielo
    nei miei occhi riflesso…
    granelli di sabbia
    volano intorno
    ascolto mille suoni e voci…
    respiro nell’aria
    pensieri e ricordi
    odore di settembre….
    estate che finisce
    il mio cuore palpita…
    sarà tristezza o forse amore….

    Marianna D’Ettole, 4 Settembre 2011
    Accetto il regolamento
    Partecipo alla seziona A

  120. Locusta
    Locusta, entri nelle parole
    Sei la poesia del muto,
    di quello che non dici
    della lacrima che cede
    il muro della mente.

    Una pagina bianca
    Nella sofferenza notturna,
    come una luna malata
    ti tingi del sangue
    delle mie vene vuote
    …e cammini, fuggi
    Tra i miei sensi più vili,
    calpesti la mia terra.

    Locusta, divori la mia età
    Che come una foglia
    Cade al primo vento d’autunno.
    Mi spoglio delle vesti
    Che l’altri sobri mi vedono,
    l’esodo della mia essenza
    mi scopre padrone del mio nulla
    e se urlo, odo solo la mia voce.

    ALESSANDRO ERATO, ACCETTO IL REGOLAMENTO SEZ.B

  121. Ansia

    La sento.
    Si chiude in petto stretta a me senza pietà,
    torna violenta ed assassina… E stringe,
    pulsa forte quest’ansia insaziabile del petto mio sconvolto.
    Non esito ad accomodarla, questa m’esaspera, fa paura.
    Tutto ora tace, ma io ancor la sento.

    simona carrello accetto il regolamento
    partecipo sezione A

    1. Sì, certo! C’è la massima libertà. L’unico problema è che se lei deciderà di cambiare nome, in caso di vittoria, rimarrà comunque nell’ebook il suo nome d’arte. Questo potrebbe essere uno svantaggio. Ma è una scelta personale.

  122. L’ultimo degli Scriba

    Intarsiate iridi
    cesellano audacia.
    Abbozzato ricciolo
    baldanzose boccacce
    designano acuta ironia.

    Anima
    escoriata
    da celati dedali
    sugge china.

    Incisore
    di inchiostro cruente
    guizza
    da grondante porpora
    incarnando battiti.

    Indole vitrea
    rigurgita trasparenza
    immolando legami.

    Spezzati silenzi
    scorgono contorni
    sbiaditi
    da prostrate tempere
    tinteggiando Umiltà!

    Prodigiosa Maestria
    padroneggia Poesia.

    … sshhh !

    “È solo l’ultimo degli Scriba “…

    IVANA ORLANDO

    SEZIONE A
    ACCETTO REGOLAMENTO

  123. IO TI AMO PERCHE’

    Io ti amo
    Perché mi hai voluta con tutte le tue forze
    Perché mi hai pretesa oltre la mia angoscia
    Perché mi hai cercata ad ogni ora
    Perché mi hai trovata in un mondo di invisibili
    Perché mi hai travolta con la tua forza

    Io ti amo
    Perché hai piegato il mondo
    Perché il tuo genio ti ha reso indomabile
    Perché sfidi la paura
    Perché l’impossibile non esiste
    Perché la vita è la tua vendetta

    Io ti amo
    Perché mi hai mostrato il tuo dolore immenso
    Perché mi hai spiegato il tuo coraggio folle
    Perché mi hai svelato la tua anima celata nella roccia
    Perché mi hai svelato la mia anima sepolta dalla vita

    Io ti amo
    Perché tu hai voluto che ti amassi
    Perché non hai pietà per te
    Perché non hai pietà per me
    Perché ormai io sono tormento che si rinnova con te e senza te
    Perché hai assaporato ancora su me il sale della vendetta

    DI STELLA ASTEROIDEA

    PARTECIPO ALLA SEZIONE A E ACCETTO IL REGOLAMENTO DEL PRESENTE CONCORSO.

  124. …sospeso sulle punte…
    un (attimo) perfetto
    sulla (bocca)


    evade l’alchimia della parola da un respiro in attesa
    …sospeso sulle punte…
    un (attimo) perfetto sulla (bocca)

    (distraevo le mani)
    pensando di ingannarle in divagazioni letali
    ingarbugliati monili appesi a ciondolare sul margine dell'(anima)
    inesprimibile vertigine di una lenta caduta
    abissi curvi all’emergenza dentro gli occhi
    segmenti_____________ distanti in segrete stanze

    conquistando verità e bellezza sulle (labbra)
    (scrivevo di silenzi)

    © nico

    nico profumodinico – sezione A – poesia inedita
    accetto il regolamento ed ogni sua clausola

  125. —–diluendo i miei pensieri…

    …addosso la vertigine del tuo arrivo…
    sei apparso ed è scomparso tutto
    è stato come toccarti…

    diluendo i miei pensieri…
    senza protezione…
    nell’istante ideale…
    ho abbracciato il tuo viso con le mani…
    la sensazione della pelle che accarezzavo…
    le tue (labbra)…
    sfiorandoTi…
    mi è rimasto qualcosa…
    tengo questa emozione accanto
    lego attorno al collo un sogno
    sulla superficie delle parole
    e Tu…ancora con me

    © nico

    nico profumodinico – sezione B – poesia edita – tratta da (indossaMi…che esisto)
    pubblicato ottobre 2011 dall’autore
    accetto il regolamento ed ogni sua clausola

  126. La nostra estate
    Un dolce risveglio
    Dopo anni di resa
    Abbraccio il momento
    Baciando il tuo cuore
    Scruto la tua anima
    Da un sogno ripescato
    Nel baule della solitudine
    Accolgo te, anima mia
    Con mano leggera
    Apri il mio sipario
    Domando il mio cuore,
    Hai accarezzato l’anima mia
    Che muta e rassegnata
    Al mondo non guardava.
    I prati appassivano d’autunno
    I ruscelli silenziosi e tristi
    Con nubi all’orizzonte
    Ma tu, dalle tenebre sei uscito
    Cospargendo di petali il mio prato
    Rallegrando le chete acque
    Hai svegliato la muta terra.

  127. Fumare……No!

    Riccioli di fumo nero…..
    come onde, astratte nell’aria.
    In un cassetto ho trovato, un
    quaderno vecchio di anni
    Aveva, tutti i fogli, ingialliti
    e neri…..
    Sembravano, bruciati dal fumo…..
    Cosi’ è per chi fuma…..
    Chi fuma …. Non sa,
    cosa respira è quello
    che conserva dentro il suo corpo
    nella sua incoscienza….
    Si immerge,respirando
    nella boccata salutare
    di fumo. Le sue preziose” Bionde”
    Una dopo l’altra…..
    ispirando a pieni polmoni
    godendo quel fumo
    con la bocca e col naso…Per.
    rilasciare
    nell’aria..
    “.Veleno”
    Anche per chi non gradisce.
    Una persona, corre, corre… Cercando cercando….
    Qualcuno, un aiuto…
    per essere salvato…….
    Come….
    I fogli del quaderno ingialliti
    sono i( polmoni ormai)……mi Dispiace
    Si…. E come un ponte l’essere umano:
    Non sa che scopo è la vita….
    allora si vuole distruggere.
    Non si ama abbastanza
    Per arrivare …..
    al passaggio del tramondo
    Smettila di fumare…….
    Finchè sei in tempo……….

    non me ne vogliate
    ha male ma è per
    il vostro bene

    CopyrightR. 2011

    Catania Rosaria

      1. sezione A La poesia è stata scritta da me , dichiaro di accettare il regolamento
        Poesia Fumare No

  128. Creazione…..

    Guardati intorno
    vedi le meraviglie
    della natura
    Guarda, il tramondo che bei colori.
    Opera unica iniversale…..
    donataci da un “Supremo Essere Divino”
    Dio creo’…. il cielo e la terra.
    Il primo giorno illumino’
    con la luce …
    il cielo ,dalle tenebre
    al secondo giorno:::
    sistemo’con molta pazienza
    una ad una le lucenti stelle
    e per non lasciarle sole
    mise a farle compagnia
    LA sofisticata Luna
    un astro(donna) …Vanitosa
    che cambia spesso una volta
    cresce e un altra decresce
    Siamo al terzo giorno
    penso’ di farsi
    un’ altro bel regalo
    asciugo’una parte della terra
    dall’aqua ma formando il mare
    il quarto giorno…inizio’ a piantare alberi, piante, fiori e preparo’ tanti tipi di semi per altri gustosi frutti
    Ma il quinto giorno….penso’!!! Che la TERRA era molto silenziosa
    è invento’tante razze di animali
    Sorrise, ascoltando il cinquettio degli uccelli e il miagolio dei gatti.
    Arrivato al sesto giorno
    fu tanto felice di quello
    che aveva fatto
    si fermo’ orgoglioso soddisfatto del suo creato per riposarsi.
    Pero’ si accorse che mancava un’altra cosa.Che cosa?
    La cosa piu’ importante se ne rese conto
    subito……Guardando
    tutte quelle meraviglie che Lui aveva fatto …..
    Anche se era molto stanco
    vide davanti a se un po’ di polvere d’argilla …
    Inizio’ ad impastare è disegno’
    l’ Uomo… gli soffio’dentro…Il suo
    alito Divino e quel corpo
    divenne vivente .
    Composto di polvere dell’aria,
    Arrivo’ al settimo giorno
    Dio felicissimo nel vedere tutto quando ….
    dono’ tutto a noi
    esseri della terra
    con suo grande Amore
    Divino…..

    ci sono troppe ipotesi
    e teorie evoluzioniste
    troppi punti scuri
    troppi misteri
    circa l’origine
    della vita
    e dell’uomo
    Il concetto è
    dell’unico Dio
    di questa verita’

    CopyrightR. 2011R

    Catania Rosaria

    scusatemi
    ma l’ho scritta
    come una
    storiellina….

      1. sezione A La poesia è stata scritta da me , dichiaro di accettare il regolamento
        Poesia Creazione

    1. Sì, è ammesso! :D Oubliette è per la libertà d’espressione ma cercate (mi riferisco a tutti i lettori) di non offendere se la poesia inserita non incontra il vostro gusto.

    2. mi dispiace che ho recato fastidio ma non sono pratica ..pertanto mi sono confusa se ho pubblicato 2 volte lo stesso scritto magari senza mettere la sezione .se potete provvedere voi alla squalificata YARA perchè non riporta la giusta dicitura vi sono grata buon lavoro..Anna Afano

  129. Sulla Luna ornata di Francesco Paolo Percoco
    Il volto ornato di una donna in dissolvenza incrociata con quello della luna, appare al poeta in un alone di sogno, nel quale le tenue luci della notte appaiono come monili e le trasparenze di trine e diafani merletti che rievocano le gretete nebbie della sera. Un lieve turbamento di fronte alla natura e alla bellezza che si sovrappogononell’immaginazione del poeta, ma tutto ciò può realizzarsi soltanto nell’attesa del sogno, nell’atmosfrea di sospensione carica di mistero e di fascino nella quale il volto del mondo si mostra vago e indefinito. Anche lo scorrere del tempo pare che si arresti e il primo inizio del giorno tarda a palesarsi , mente l’animo del poeta è irretito da sensuali profumi che lo attraggono nel segreto della luna ornata.
    sez A

      1. vedo che ho commesso alcuni strafalcioni di scrittura a dimostrazione che no sono un dattilografo pertanto il mio testo va corretto come segue:
        Sulla Luna ornata di Francesco Paolo Percoco Il volto ornato di una donna in dissolvenza incrociata con quello della luna, appare al poeta in un alone di sogno, nel quale le tenue luci della notte appaiono come monili e le trasparenze di trine e diafani merletti che rievocano le gretete nebbie della sera. Un lieve turbamento di fronte alla natura e alla bellezza che si sovrappogononell’immaginazione del poeta, ma tutto ciò può realizzarsi soltanto nell’attesa del sogno, nell’atmosfrea di sospensione carica di mistero e di fascino nella quale il volto del mondo si mostra vago e indefinito. Anche lo scorrere del tempo pare che si arresti e il primo inizio del giorno tarda a palesarsi , mente l’animo del poeta è irretito da sensuali profumi che lo attraggono nel segreto della luna ornata.

  130. Sono Rosaria Fiore (detta Susy), partecipo per la sezione A “Poesia inedita” ; dichiaro di essere l’Autrice della poesia, accetto il regolamento e il trattamento dei dati personali.

    L’ULTIMA ORA DI VIRGINIA WOOLF

    Instabile ossessivo luccichio d’azzurro
    non sarei mai dovuta ritornare qui
    dove ogni ondata abbatte la mia mente
    e capovolge tutto un’altra volta
    riva presente cielo movimento
    né più né mai speranza casa terraferma
    solo una devastante nostalgia nel ventre
    di arrendermi supina all’orizzonte.

    Rosaria Fiore

    Scritta sabato 29 ottobre su un tovagliolino di carta, guardando il mare dalla terrazza di un bar.

  131. da un altro vento

    non c’era nulla da vedere in questo luogo
    se non l’ordine del gioco sociale
    una sorta di educazione della parola

    le tragedie spogliate dalle cose essenziali
    senso della perdita, movimento
    la traiettoria di una scelta

    un poco di se stessi o forse niente
    in quello che resta nelle storie
    di chi ci è passato

    l’idea di un paesaggio altrove
    sotto il peso dell’olivo
    nel suo abbraccio di terra rossa
    spessore abitato da ombre rassicuranti

    il mormorio degli antenati
    tra i rami, nella curva del vento
    sensazione dolce nel pensare di starci dentro

    non importa se del corpo si ciberanno i vermi
    sarà carne per la carne.

    fernanda cataldo, sezione A. accetto il regolamento

  132. metti la preferenza

    (l’altra) velo di organza
    il braccio ritrovato espressione
    carnale di una bruciatura

    amore o musica, a seconda
    corpo a corpo l’anima fraterna
    ti divento, tu esistevi

    ma non sei mai stata presente
    talora una forma di sassi
    degli alberi portavano aghi,

    al di là del lago un fuoco
    linguaggio estraneo, parole basiche
    mi ci perdo con bellezza

    ricordo, la zona di intolleranza
    definisce l’insopportabile
    sopportabile per l’altro

    talvolta futile come un tubetto
    di dentifricio rimasto aperto
    e l’odore di borotalco,
    riserva di buon umore

    ascoltami, ho delle cose da dire
    sul pianeta Tacere
    abbiamo paura entrambi della solitudine
    dopo il momento privilegiato dei corpi

    (credevo bastasse che ti sentissi amato
    fosse niente, voglia di convincimento).

    fernanda cataldo, sezione B, pubblicata sul mio libro.it “se non nevica, piove”. accetto il regolamento.

  133. Ombre

    Guardavo con te la parete

    trasformando la mia mano in ramo

    d’albero. Le radici sono state sole

    troppo a lungo. Non c’era più tempo

    per spazi esotici, per cedere ancora

    ai viaggi. Ora è un luogo identico,

    fuori pagina. Dove ritorniamo.

    a mia Madre

    Raffaella Terribile
    sezione A
    accetto il regolamento

  134. IN UN GUSCIO DI FERRO

    Corro
    in questa notte senza stelle
    verso casa
    verso te.

    I lampi
    squarciano il cielo
    e piove
    sul mio guscio di ferro
    – quasi corazza –
    mentre attraverso la fantasia delle parole
    che mi accompagna.

    E imbastisco una lirica nuova
    che parla di noi
    di questi nostri ritorni
    di questo nostro sapere
    dove è casa
    dove siamo noi.

    Anna Maria Folchini Stabile – Sezione A – accetto il regolamento

    .

  135. TRASFOMAZIONE

    Nella costanza

    dell’essere

    vestiamo abiti sempre nuovi,

    testimoni

    distratti

    del tempo che passa,

    interpreti

    inconsapevoli

    sul palcoscenico

    della vita.

    Ci trasformiamo

    nella folle rincorsa

    di idoli e modelli,

    nel turbinìo

    vorticoso

    degli accadimenti.

    Maschere

    dipinte sul volto

    ci convincono

    di essere altro.

    Anna Maria Fochini Stabile – Sezione B – da “Spuma di mare” , ed Lulu, 2009 – accetto il regolamento

  136. Federico Montanari Sezione A poesia inedita. Accetto il regolamento e l’uso dei dati personali.

    COSA VIBRA NEL MIO NOME

    Dentro il mio nome
    chiuso tra muri dalle pietre
    lavorate dal tempo
    Una torre cieca e inutile.
    Ma voglio il tuo nome nel patio del mio nome.
    Come un albero dalle fronde abbellite
    dal tempo.

    Il mio nome pronunciato
    rende lavoro a mille echi di buio
    e tenui fior di luna.
    Starò alla finestra del mio nome
    per vedere arrivare il tuo nome
    vicino al mio nome.

    L’albero dai frutti dolci
    zuccherati dal tempo
    lascia le fronde sopra il mio patio,
    che oltre le mura del tuo nome
    si sbilanciano in addolcente omaggio.

    Sono più dolci le mie vocali.
    Nell’eco del mio nome
    che è il nome tuo.
    Lo urlerò dentro una corolla di montagne,
    e il mio nome,
    nuovo e sempre lo stesso,
    verserà farfalle.

  137. Federico Montanari, Sezione B, poesia tratta dal mio libro di poesie ‘Pagine senza bordi’ Aletti editore. Accetto il regolamento e l’utilizzo dei dati.

    PORTERO’ LE MIE PAROLE

    Io porterò le mie parole
    da sussurrare al tuo orecchio
    nella mia dolcezza intimorita;
    correrei per valli di parole, nella vigna
    dei pensieri, portando raccolti in fiore al
    tuo orecchio, fermandomi a sorridere
    quando inciampo nel tuo sorriso.
    Tremerà il sole nella mia voce?

    Quando inciampai nel tuo sorriso
    si sparpagliarono le mie parole,
    mentre colmo d’emozione incredula
    cercavo di raccoglierle per un discorso.

    Nelle terre dei pensieri che bevono la
    rugiada d’ansia innamorata
    le mie parole come frutti di bosco
    nelle terre selvagge del cuore;
    le mie parole,
    che io non ti lasciai.

  138. ..è timida scossa la tua brezza
    mentre un sogno sale
    ai grandi occhi di farfalla,

    al nettare d’onanismo represso
    il litanìa di silenzi
    e labbra ossequiose ai tuoi seni:

    piccole mele erette
    vibranti alle mie corde
    di sguardi distratti.

    Attendo ogni tuo inghiottire
    mascherato tra i bocconi,
    insolito percorso
    per baciarti cuore e sesso,
    mentre danzi al ritmo del mio alito
    avvolta alla mia lingua come drappo
    da coprire i tuoi interstizi sbiancati dalla luna..

    Ti stacco dai rami del melograno
    e forse faremo tardi..

  139. POSSO

    Posso perdermi in una goccia di rugiada
    e ritrovarmi in un oceano
    Assaporare la dolcezza in una scatola di biscotti
    e capovolgere il mio sorriso amaro
    dentro una palla con la neve finta.

    Disegnare a matita le venature di una foglia
    e scorgere la luce pura nei caldi colori di un dipinto.
    Fermare le lancette con la punta delle dita.
    O confondere lo scorrere del tempo
    totalmente immerso nelle pagine di un libro.

    Raccogliere briciole nel palmo della mano
    e aspettare che venga un angelo
    a spargerle nel vento.

    Intravedere frammenti di felicità
    attraverso la cruna di un ago.
    Conservare lacrime silenziose
    in un barattolo senza nome
    e immaginare il rumore della neve
    là dove finiscono le cose.

    Posso far si che le parole
    non siano solo parole.
    Io so
    che con la poesia
    posso.

    Pierre. G. Gaido – poesia tratta dal volume “Piccole impronte controvento” – GDS edizioni – di prossima uscita . Accetto il regolamento e partecipo alla sezione B

  140. Mi sono accorta che ho trascurato di scrivere nell’ultimo verso la preposizione semplice “di”
    (ricordi di vissute primavere).
    Potete fare la modifica?
    Grazie

  141. SEZIONE A POESIA INEDITA 31 Ottobre 2011
    Ho letto il regolamento e lo sottoscrivo.

    DOV’E’ LA GLORIA?

    Tu, che godesti, di grandi privilegi
    fosti regina appagata ed amata
    la tua beltà è ancora rinomata
    la storia narra di “ Te”, superba dea.

    Fedele amica dei grandi condottieri
    li guidasti nei percorsi bui
    inculcando quei sacri valori
    che Ti donarono l’ eternità!

    Protettiva nelle notti insonni
    insuperabile consigliera e madre
    ti addossasti tutte le colpe
    quando le guerre degenerarono.

    Custodita nei cuori dei sovrani
    rifulgesti accanto ai loro troni
    indossando, corone preziose
    simboli rari di pace e libertà!

    Eroina di storie gloriose
    aborristi le azioni nefande
    mentre adesso osservi sgomenta:
    la Tua stella, che volge al tramonto!

    Quelle d’oggi, non son “le sacre gesta”
    quando brillavi di luce immortale
    adesso imperano, valori capovolti
    misere trame e uomini stolti!

    Lidia Peritore

    1. Ciao Anna, le poesie non verranno cancellate ovviamente! La partecipazione al bando è pubblica e così rimarrà. E’ anche una vetrina per tutti voi! Però per questo mese (novembre, vedi bando http://oubliettemagazine.com/2011/11/10/concorso-nazionale-letterario-anche-tu-su-oubliette-mese-di-novembre-2011/) abbiamo deciso di non pubblicare le poesie squalificate (cioè le poesie che non rispettano le poche regole per la partecipazione al concorso..cioè indicare nome e cognome, sezione di partecipazione (in caso di sezione B indicare titolo libro ed anno di pubblicazione) ed accettazione del regolamento.

    1. Noi però non lo sapevamo e non si poteva dcidere in quale sezione poteva partecipare. Utilizzala per il concorso di Novembre, è in scadenza, ma inserisci la sezione, nome e cognome, altrimenti sarà squalificata. http://oubliettemagazine.com/2011/11/10/concorso-nazionale-letterario-anche-tu-su-oubliette-mese-di-novembre-2011/ – abbiamo anche questo concorso per poesia inedita: http://oubliettemagazine.com/2011/11/19/proroga-seconda-edizione-del-concorso-letterario-nazionale-oubliette/

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