Nadia Turriziani presenta "La donna che sussurrava agli specchi" di Vincenzo Borriello

Titolo: La donna che sussurrava agli specchi
Autore: Borriello Vincenzo
Editore: Montecovello by Eradvisor
Collana: Dedicato a…
Data di Pubblicazione: 2011
ISBN: 8890542543
ISBN-13: 9788890542541
Pagine: 196
Reparto: Narrativa contemporanea
“La donna che sussurrava agli specchi” narra di Angela una ragazza napoletana come tante che un giorno vede una bizzarra donna. Ciò che colpisce maggiormente la ragazza di questa donna, è il fatto che regga tra le mani uno specchio a cui sembra vi parli.

Angela incontrerà più volte questa figura, ma sempre a distanza. La sognerà perfino, e nel sogno la donna le dirà una frase incomprensibile “ìanael hplar riahta” almeno all’inizio ma che poi, una volta svelato il significato, diverrà un importante indizio.

Angela ha una cugina, Elisabetta, a cui è molto legata, e che è in cura da uno psicologo che la sottopone a sedute ipnotiche per risolvere i suoi problemi di anoressia. Fondamentale per Angela è l’incontro con una zingara che le leggerà la mano, emblematica sarà la frase che le dirà: “Mi dispiace per quanto hai sofferto… ricorda solo che quando guardi il mondo attraverso uno specchio, lo vedi capovolto; la destra si confonde con la sinistra, il bianco con il nero ed il giorno con la notte”.

In seguito, riflettendo sulle parole dette dalla zingara riuscirà a capire il significato della frase che le ha detto la donna in sogno. Centrali nell’economia del racconto saranno una serie di dèjà vu che Angela avrà.

Fa il suo ingresso nella storia uno specchio appartenuto alla defunta nonna della protagonista.

Lo specchio, una notte, cade dalla parete a cui era affisso, rompendosi. Angela si precipita a vedere cosa sia successo e poco dopo la raggiungono i genitori che trovano la ragazza con i piedi insanguinati a causa delle ferite e con lo specchio rotto tra le mani.

La sensazione è che Angela, in stato di trance, si stia specchiando per poi perdere subito dopo i sensi. Turbata dai continui dèjà vu che prova, chiede a sua cugina di presentarla al suo psicologo per chiedergli da cosa possono essere causate simili sensazioni ma, la vera svolta si avrà quando nella vita di Angela entrerà Meredith che le svelerà una parte nascosta ed inaccessibile del suo passato. Alla fine si scoprirà che tutto il racconto è in realtà è un libro confessione di un omosessuale che da piccolo ha subito violenza sessuale da un prete.

Con il libro Angelo (che nel racconto si chiama Angela) annuncia la sua volontà di uccidere il suo carnefice e denunciare gli abusi subiti. Tutti i personaggi del suo racconto in realtà rappresentano tappe della sua vita come i problemi di droga, di anoressia, e di abusi sessuali. Si tratta di un libro denuncia che coglie l’occasione per affrontare la tematica della pedofilia negli ambienti ecclesiali.

Vincenzo Borriello è nato a Torre del Greco nel 1976.

Ha conseguito la laurea in sociologia presso la Federico II di Napoli. Fin dall’età adolescenziale ha avuto una forte passione per il giornalismo che lo ha portato a collaborare con due testate giornalistiche Tutto è… ed Il Levante per le quali ha scritto di politica, di cronaca e ha svolto inchieste giornalistiche con una forte impronta sociologica.

Ha dimostrato un forte interesse per gli studi di Wallerstein e in particolare per la sua teoria del Sistema Mondo che gli ha permesso di affrancarsi da obsolete categorie analitiche, fornendogli strumenti adeguati per “pensare il mondo”.

Successivamente si è avvicinato agli studi di Parag Khanna, allo scopo di approfondire le sue conoscenze sui “Nuovi equilibri globali”, ed agli studi di Amartya Sen, in particolare ai suoi studi sulla globalizzazione.

La sua maturità giovanile e la sicurezza del tratto della sua penna hanno portato l’autore ad approfondire le dinamiche sociali, cercando di capirne e studiarne a fondo i meccanismi, e di dare nuove interpretazioni laddove le spiegazioni causali e le interpretazioni risultavano a suo parere incomplete come nel caso del terrorismo islamico, a cui ha dedicato uno studio approfondito, troppe volte semplicisticamente ridotto ad effetto di un integralismo religioso spinto all’esasperazione, o peggio, e ancora in maniera più semplicistica, ridotto a gesta di psicopatici.

Nel febbraio 2010 esce il suo primo romanzo dal titolo “L’uomo che amava dipingere” (Casa editrice Aurea) che narra la storia di Yassir, un giovane pittore iraniano arrestato per aver dipinto una donna nuda, reato per il quale è prevista la pena di morte. É lo stesso autore a definire il suo libro un romanzo”sociale”contro la violazione dei diritti umani; ma anche una finestra sul mondo arabo-persiano capace di fornire un punto di vista alternativo rispetto a quello “folkloristico”che i media amano dare in pasto a cervelli troppo pigri per pensare. L’opera ottiene ottime recensioni, così come ottima è giudicata la capacità di scrittura dell’autore, da parte di chi ha letto il libro. Due i riconoscimenti in particolare che vale la pena citare: decretato dai lettori libro del mese su “Il Romanziere” e libro del mese sulla rivista “Lapilli”.

Nel febbraio del 2011, proseguendo sulla scia del “romanzo sociale” intrapresa con il lavoro precedente, Borriello pubblica “La donna che sussurrava agli specchi” edito da Montecovello. L’opera che, stilisticamente rappresenta un’ulteriore evoluzione per l’autore, vuole ancora una volta essere un atto di denuncia verso temi mai sufficientemente dibattuti, attingendo come nel lavoro precedente, da fatti di vita reale sapientemente mescolati e rimescolati alla fantasia e creatività dell’autore.

Nadia Turriziani

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *